Amedeo Modigliani
« Era un aristocratico. La sua opera intera ne è la testimonianza più possente. La grossolanità, la banalità, la volgarità ne sono escluse. »
(Maurice de Vlaminck)
Amedeo Modigliani nel 1918
Amedeo Clemente Modigliani (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920) è stato un pittore e scultore italiano, noto con lo pseudonimo di Dedo (e Modì) e celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e da colli affusolati. Morì all'età di trentacinque anni. È sepolto nel cimitero parigino Père Lachaise.
Biografia
Autoritratto (1919), Museo dell'Arte contemporanea di San Paolo.
Nato in Toscana da una famiglia ebraica - quarto figlio del livornese Flaminio Modigliani e di sua moglie, francese di nascita, Eugénie Garsin - crebbe nella povertà, dopo che l'impresa di mezzadria in Sardegna del padre andò in bancarotta.
Fu anche afflitto da problemi di salute, dopo un attacco di febbre tifoide, avuto all'età di 14 anni, seguito dalla tubercolosi due anni dopo. La famiglia di Modigliani soffriva di una storia di depressioni, che colpì anche lui, e almeno alcuni dei suoi fratelli sembrarono aver ereditato la sua stessa vena testarda e indipendente. Nel 1898 il fratello maggiore ventiseienne, Giuseppe Emanuele, poi deputato del Partito Socialista Italiano venne condannato a sei mesi di carcere.
Di salute assai cagionevole (cadrà più volte malato di polmonite, che infine si convertirà in tubercolosi), Modì sin da piccolo mostrò una grande passione per il disegno, riempiendo pagine e pagine di schizzi e ritratti tra lo stupore dei parenti; e, durante un violento attacco della malattia, sarebbe riuscito a strappare alla madre la promessa di poter andare a lavorare nello studio di Guglielmo Micheli, uno dei pittori più in vista di Livorno, da cui apprenderà le prime nozioni pittoriche, e dove conoscerà, nel 1898, il grande Giovanni Fattori. Modigliani sarà così influenzato dal movimento dei Macchiaioli, in particolare dal Fattori stesso e da Silvestro Lega[1].
Uomo seduto su sfondo arancio, dipinto nel 1918.
Nel 1902, Amedeo Modigliani si iscrisse alla Scuola libera di Nudo di Firenze, e un anno dopo si spostò a Venezia, dove frequentò l'Istituto per le Belle Arti di Venezia. È a Venezia che Amedeo provò per la prima volta l'hashish e, piuttosto che studiare, iniziò a passare il tempo frequentando i quartieri più infimi della città. Nel 1906, Modigliani si sposta a Parigi, che all'epoca era il punto focale dell'avant-garde, dove sarebbe diventato l'epitome dell'artista tragico, creando una leggenda postuma, famosa quasi quanto quella di Vincent Van Gogh. Sistematosi a Le Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre, fu ben presto occupato dalla pittura, inizialmente influenzato dal lavoro di Henri de Toulouse-Lautrec, finché Paul Cézanne cambiò le sue idee. Sicché Modigliani sviluppò un suo stile unico, l'originalità di un genio creativo, che era contemporaneo dei cubisti, ma non faceva parte di tale movimento. Modigliani è famoso per il suo lavoro rapido: si dice completasse un ritratto in una o due sedute. Una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Eppure, coloro che posarono per lui dissero che essere ritratti da Modigliani era come farsi spogliare l'anima.
Nel 1909, Modigliani fece ritorno alla sua città natale, Livorno, malaticcio e logorato dal suo stile di vita dissoluto. Non restò in Italia a lungo, e fece presto ritorno a Parigi, questa volta affittando uno studio a Montparnasse.
Egli si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore, e iniziò a scolpire seriamente dopo che Paul Guillaume, un giovane e ambizioso mercante d'arte, si interessò al suo lavoro e lo introdusse a Constantin Brâncuşi. Questi appaiono antichi, quasi egizi, piatti e che ricordano una maschera, con distintivi occhi a mandorla, bocche increspate, nasi storti, e colli allungati. Anche se una serie di sculture di Modigliani venne esposta al Salone d'autunno del 1912, a causa delle polveri generate dalla scultura, la sua tubercolosi peggiorava; abbandonò quindi la scultura prima della pietra e poi anche del legno, e si concentrò unicamente sulla pittura.
Tra i suoi lavori si ricordano il ritratto del suo amico e forte bevitore Chaim Soutine, e i ritratti di molti dei suoi contemporanei che frequentavano Montparnasse, come Moise Kisling, Pablo Picasso, Diego Rivera, Juan Gris, Max Jacob, Blaise Cendrars e Jean Cocteau. Suo più grande e fedele amico fu lo straordinario pittore Maurice Utrillo che visse gli stessi problemi di alcolismo che caratterizzarono la vita di Amedeo.
I nudi
Grande nudo disteso di Modigliani
Il 3 dicembre 1917 si tenne alla Gallerie Berthe Weill la prima personale di Modigliani. Il capo della polizia di Parigi rimase scandalizzato dai nudi di Modigliani in vetrina, e lo costrinse a chiudere la mostra a poche ore dalla sua apertura. Quello stesso anno, Modigliani ricevette una lettera da una ex-amante, Simone Thirioux, una ragazza franco-canadese, che lo informò di essere di ritorno in Canada e di aver dato alla luce un suo figlio. Non riconobbe mai il figlio come suo, ma dopo essersi mosso a Nizza con la Hébuterne, questa rimase incinta, e il 29 novembre 1918 diede alla luce una bambina, che venne anch'essa battezzata Jeanne. Della Thirioux e del figlio, non si sono avute più notizie.
Mentre era a Nizza, un soggiorno organizzato da Léopold Zborowski per Modigliani, Tsuguharu Foujita e altri artisti, allo scopo di cercare di vendere i loro lavori ai ricchi turisti, Modigliani riuscì a vendere pochi quadri e solo per pochi franchi ciascuno. Nonostante ciò, mentre era lì produsse la gran parte dei dipinti che sarebbero infine diventati i suoi più popolari e di valore.
Durante la sua vita vendette numerose delle sue opere, ma mai per grosse somme di denaro. I finanziamenti che riceveva svanivano rapidamente in droghe e alcool. Nel maggio del 1919 fece ritorno a Parigi dove, assieme a Jeanne e alla loro figlia, affittò un appartamento in Rue de la Grande Chaumière. Mentre vivevano lì, sia Jeanne che Modigliani dipinsero ritratti l'uno dell'altro e di tutti e due assieme. Anche se continuò a dipingere, per quel periodo il suo stile di vita era giunto a richiedere il conto, e la salute di Modigliani si stava deteriorando rapidamente.
I suoi "blackout" alcolici divennero sempre più frequenti. Dopo che i suoi amici non ne ebbero notizia per diversi giorni, l'inquilino del piano sotto al suo controllò l'abitazione e trovò Modigliani delirante nel letto, attorniato da numerose scatolette di sardine aperte e bottiglie vuote, mentre si aggrappava a Jeanne, che era quasi al nono mese di gravidanza. Venne convocato un dottore, ma c'era ormai poco da fare, poiché Modigliani soffriva di meningite tubercolotica.
Dopo il delirio
Tomba di Amedeo Modigliani
Ritratto di Jeanne Hébuterne dipinto nel 1918.
Ricoverato all' Hospital dela Charitè, in preda al delirio e circondato dagli amici più stretti e dalla straziata Jeanne, morì all'alba del 24 gennaio 1920. Alla morte di Modigliani ci fu un grande funerale, cui parteciparono tutti i membri della comunità artistica di Montmartre e Montparnasse.
Jeanne Hébuterne, che era stata portata alla casa dei suoi genitori, si gettò da una finestra al quinto piano, un giorno dopo la morte di Amedeo, uccidendo con sé la creatura che portava in grembo.
Modigliani venne sepolto nel cimitero di Père Lachaise nel primo pomeriggio del 27 gennaio.
Jeanne Hébuterne venne seppellita il giorno dopo al Cimitero di Bagneux, vicino a Parigi, e fu solo nel 1930 che la sua amareggiata famiglia (che l'aveva fatta seppellire furtivamente per evitare ulteriori "scandali") concesse che le sue spoglie venissero messe a riposare accanto a quelle di Modigliani.
La loro figlia di soli 20 mesi, Jeanne, venne adottata dalla sorella di Modigliani a Firenze.
Da adulta, avrebbe scritto una importante biografia di suo padre, intitolata: Modigliani senza leggenda. Jeanne morì nel 1984 a Parigi, proprio nei giorni in cui si discuteva sull'autenticità delle tre teste, cadendo da una scala in circostanze alquanto misteriose (qualcuno sospettò che fosse stata spinta, ma l'autopsia non fu fatta e le indagini furono sbrigative).
Oggi, Modigliani è considerato come uno dei più grandi artisti del XX secolo e le sue opere sono esposte nei più grandi musei del mondo.
Le sue sculture raramente cambiano di mano, e i pochi dipinti che vengono venduti dai proprietari possono raccogliere anche più di 15 milioni di Euro.
Il suo Nu couché (Sur le côté gauche) venne venduto nel novembre del 2003 per 26.887.500 dollari.
Il ritrovamento delle sculture di Modigliani
Una scultura di Modigliani del 1911
I tre falsi
In occasione di una mostra promossa nel 1984 dal Museo progressivo di arte moderna di Livorno (oggi scomparso, ma all'epoca ospitato nei locali di Villa Maria) per il centenario della nascita e dedicata alle sue sculture, su pressione dei fratelli Vera e Dario Durbè si decise di verificare se la leggenda popolare locale, secondo la quale l'artista avrebbe gettato nel Fosso Reale delle sue sculture fosse vera. Secondo la leggenda infatti nel 1909 Modigliani tornò temporaneamente a Livorno decidendo di scolpire alcune sculture che mostrerà poi presso il Caffè Bardi ad amici artisti, i quali lo avrebbero deriso consigliandogli di gettarle nel Fosso. Dragando il canale nei pressi della zona di piazza Cavour, dove il Caffè Bardi risiedeva, vennero ritrovate tre sculture rappresentanti tre teste, che molti critici tra cui Giulio Carlo Argan si affrettarono ad attribuire a Modigliani[2]. In questo episodio sembra inserirsi anche la morte in circostanze mai chiarite di Jeanne Modigliani, la quale era in procinto di partire per Livorno a causa del ritrovamento delle tre teste.
Dopo alcuni giorni un gruppo di tre studenti universitari livornesi (Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Ghelarducci) dichiararono che in realtà una delle sculture (la cosiddetta testa numero 2) era opera loro, realizzata per burla con banali attrezzi (tra cui dei trapani Black & Decker, che subito colse la palla al balzo per dedicare all'accaduto una pubblicità recitante la celebre frase "è facile essere bravi con Black e Decker") e gettata nottetempo nel Fosso Reale. Essi mostrarono anche una fotografia che li ritraeva con la scultura. I tre furono invitati a creare in diretta tv un nuovo falso, durante uno Speciale TG1, al fine di dimostrare coi fatti la loro capacità di realizzare una simile opera, in "così poco tempo" (come riteneva invece impossibile Vera Durbè, la quale fino alla morte si riterrà convinta, almeno apparentemente, dell'originalità delle tre teste).
Successivamente, anche a seguito dell'invito rivolto in televisione da Federico Zeri, anche l'autore delle altre due teste uscì dall'anonimato; si trattava di Angelo Froglia [3] (Livorno 1955-1997), un pittore livornese lavoratore portuale per necessità, il quale dichiarò che la sua non voleva essere una burla, ma che si trattava di un'"operazione estetico-artistica" per verificare "fino a che punto la gente, i critici, i mass-media creano dei miti". Ad avvalorare la posizione del Froglia vi era un suo filmato durante il quale scolpiva le due teste.
Froglia mentre scolpiva le pietre realizzò anche il film Peitho e Apate... della persuasione e dell'inganno (Cerchez Modi), che suscitò l'interesse della critica al Torino Film Festival del 1984. Il Froglia successivamente dichiarerà di esser stato aiutato, nel gettare le teste nei fossi, da altre due persone: un pescatore con la barca e un dipendente del comune che fece scivolare in acqua le pietre.[4]
Le ultime tre sculture ritrovate
Sette anni dopo, nel 1991, un certo Piero Carboni, carrozziere di Livorno, asserì di possedere tre autentiche sculture di Modigliani. Egli le aveva custodite nella propria officina senza darvi importanza, dicendo di averle recuperate dalla casa dello zio Roberto Simoncini durante la Seconda guerra mondiale. La ricostruzione questa volta sembra possedere elementi di verità in quanto Modigliani nel 1909 aveva affittato una casa nelle vicinanze della casa dello zio del Carboni detto "il Solicchio" e rappresentato probabilmente da Modigliani in un suo dipinto [5]. Inoltre amici del "Solicchio" ricordano quelle sculture viste a casa e lasciate da un pittore partito per Parigi, che sarebbe diventato successivamente famoso.
Le tre sculture rappresentano, anche questa volta, tre teste e sono già state battezzate: "La bellezza", "La saggezza" e "La scheggiata" dal critico d'arte Carlo Pepi al quale Piero Carboni le mostrò per primo, fiducioso della competenza dimostrata da quest'ultimo in occasione dei tre falsi del 1984. In quella circostanza infatti, Carlo Pepi era stato fra i primi ad accorgersi della contraffazione e non aveva esitato a definire "porcherie" le tre sculture ripescate nel Fosso Reale.
Opere:
Ritratti di Jeanne Hébuterne
Ritratto di Jeanne Hébuterne (1918)
Ritratto di Jeanne Hébuterne (1919)
Jeanne Hébuterne in maglione giallo
Jeanne Hébuterne in abiti scuri
Jeanne Hébuterne di profilo
Ritratto di Jeanne Hébuterne
Jeanne Hebuterne
Occhi azzurri
Ritratto frontale di Jeanne Hébuterne
Jeanne Hébuterne davanti ad una porta
Ritratti
Ritratto di Celso Lagar
Ritratto di Blaise Cendrars
Ritratto di Chaïm Soutine
Ritratto di Chaïm Soutine vicino ad un tavolo
Ritratto di Diego Rivera
Ritratto di Burty Frank Haviland
Jacques Lipchitz e sua moglie Bertha
Ritratto di Léon Bakst
Ritratto di Léopold Zborowski (1918)
Ritratto di Léopold Zborowski (1916)
Ritratto di Mario Varfogli
Ritratto di Monsieur Lepoutre
Ritratto di Paul Alexanders
Ritratto di Paul Guillaume
Ritratto di Raymond
Ritratto di una cameriera
Busto rosso
Autoritratto
Almaiisa seduta
Donna seduta con una camicetta blu
Ragazzo seduto con cappello
Uomo seduto su sfondo arancio
Cariatide in piedi
Amazzone
Zingara con bambino
Due ragazze
Ritratto di Elena Pavlowski
Ragazza con camicetta
Alice
Madame Pompadour
L'Ebrea
La bella Drogeristin
Ragazza seduta
Il contadinello
L'enfant gras
La bambina in azzurro
Ragazza in abito giallo
Ragazza con cappello
Ritratto di Beatrice Hastings davanti ad una porta
Ritratto di signora van Muyden
Ritratto di Lunia Czechowska con ventaglio
Lunia Czechowska con una camicia bianca
Ritratto di Madame Reynouard
Ritratto di Margherita
Ritratto di Moise Kiesling
Ritratto di Paulette Jourdain
Antonia
Elvira appoggiata al tavolo
Donna con nastro di velluto
Fille rousse
Il giovane apprendista
Ritratto di Paul Guillaum
Ragazza in camicetta a pois
Ritratto di Pierre Reverdy
Chakoska
Renée
Ritratto di Lunia Czechowska
La sposa e lo sposo
Il violoncellista
Madame Dorival
Madame Kisling
Ritratto di Lunia Czechowska (1919)
Donna dagli occhi azzurri
La cameriera
Ritratto di Jean Cocteau
Ragazzo con la giacca blu
Nudi
Nudo sul divano (Almaiisa)
Grande nudo disteso
Nudo disteso
Giovane donna
Nudo disteso (1917)
Ragazza con la maglia
Nudo seduto (1917)
Nudo seduto su un divano
Nudo seduto
Nudo in piedi (Elvira)
Nudo seduto con le mani in grembo
Nudo disteso con cuscino blu
Nudo disteso
Nudo disteso di schiena
Paesaggi
Albero e casa
Case e cipressi
Paesaggio del Midi
Omaggi
Ragazza in camicetta a pois (1919).
Ritratto di Beatrice Hastings (1915). Film su Modigliani
Montparnasse di Jacques Becker (1958)
Modì di Franco Brogi Taviani (1990)
I colori dell'anima - Modigliani di Mick Davis (2005)
Letterati
Il poeta Riccardo Savini ha composto su Modigliani la poesia Amedeo inclusa nella raccolta Nero oro ero, Aprile 2010. ISBN:8895881184
Modigliani, mio padre, Libro Jeanne Modigliani; Christian Parisot, Marzo 2009. ISBN:8884162106
Bourlinger, Racconto autobiografico. In alcune pagine Cendras narra l'incontro e la sbronza con l'amico Modigliani. Blaise Cendras, 1948.
Modigliani, l'ultimo Romantico di Corrado Augias
Curiosità
Sono moltissimi gli aneddoti su Modigliani, in gran parte "causati" dal suo vizio dell'alcool (non avendo molti soldi per mangiare, preferiva bere "in questo modo mi tengo caldo", diceva).
A Nizza, avrebbe ritratto la sua Bambina con vestito celeste pieno di rabbia perché la piccola -una cameriera- invece di portargli la bottiglia di vino richiestale, gli portò una bottiglia di latte.
A seguito di un'animata discussione-bevuta con Utrillo su chi fosse tra i due il miglior pittore, dalle bottiglie gli artisti passarono presto alle mani e finirono con l'addormentarsi per strada abbracciati l'un l'altro, finendo anche con l'essere derubati dei pochi spiccioli che avevano in tasca.
Le litigate pubbliche con Jeanne Hebuterne divennero proverbiali tra gli habituèe dei locali di Montparnasse, tanto che parecchi si rifiutavano di farli entrare.
L'artista, in cambio di una bevuta, più volte disegnò ritratti a matita che regalava agli avventori dei bar, firmando: Modigliani "dessins a boire"
Renoir raccontò del suo ultimo incontro con Modì che, contestando la pittura di Renoir e quindi le forme pittoriche di alcune modelle ritratte dal maestro (Non mi piacciono quelle natiche!) se ne andò sbattendo la porta.
Note
1.^ ARTE.GO - Amedeo Modigliani e il segno di Silvestro Lega
2.^ InStoria - Il ritrovamento delle Teste di Modigliani
3.^ Alice Barontini Alla ricerca di Modi - Angelo Froglia e la performance che mise in crisi la critica. Edizioni Polistampa 2010 - ISBN: 978-88-596-0739-7
4.^ A tal proposito si può guardare il video: * La storia siamo noi
5.^ http://www.oceansbridge.com Il dipinto del 1909 eseguito a Livorno
Bibliografia
Ricordi Via Roma. Vita e arte di Amedeo Modigliani, Saggio e critica d'arte Beatrice Buscaroli, Febbraio 2010. ISBN: 8842815292
Modigliani, Biografia e le opere Fiorella Nicosia, Settembre 2005. ISBN:8809042077
Modigliani e la memoria perduta, Guida per ragazzi Fiorella Congedo, Aprile 2003. ISBN:888491504X
Modigliani. l'ultimo romantico, Biografia Corrado Augias, Ottobre 1999. ISBN:8804468831
Il viaggiatore alato. Storia e leggenda di Modigliani., Biografia Corrado Augias, 1998. ISBN:8804436468
LE OPERE DI MODIGLIANI
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§ * * * INFINITAMENTE_PER L'ETERNITA'* * *§
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