mercoledì 8 settembre 2010

Michelangelo Merisi da C A R A V A G G I O - Opere - Biografia - Bibliografia


Ritratto di Caravaggio, Ottavio Leoni, 1621






Michelangelo Merisi da C A R A V A G G I O




« Quando non c'è energia non c'è colore, non c'è forma, non c'è vita »


(Caravaggio)


Michelangelo Merisi, o, più probabilmente, Merisio, detto il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610), è stato un pittore italiano. Attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, è considerato il primo grande esponente della scuola barocca e uno dei più celebrati pittori del mondo.







Biografia






Ragazzo con canestro di frutta, 1593-1594. Olio su tela, 70 x 67 cm. Roma, Galleria Borghese.

La giovinezza e la formazione (1571 - 1595)


Michelangelo Merisi detto il Caravaggio nacque a Milano[1] il 29 settembre 1571 dai genitori Fermo Merisi e Lucia Aratori, originari di Caravaggio, un piccolo centro del Bergamasco, dove si erano sposati nel precedente gennaio.[2] Fu battezzato il giorno dopo nella chiesa di Santo Stefano in Brolo[3], nel quartiere milanese dove alloggiavano le maestranze della Fabbrica del duomo delle quali faceva probabilmente parte anche il padre di Michelangelo, di mestiere mastro muratore.
I musici, 1594-1595. Olio su tela, 92 x 118,5 cm. New York, Metropolitan Museum of Art.

Nel 1576 a causa della peste, la famiglia Merisi lascia Milano e si trasferisce a Caravaggio per sfuggire all'epidemia, ma qui muoiono il padre e i nonni del pittore. Nel 1584 la vedova e i suoi quattro figli tornano a Milano dove il tredicenne Michelangelo viene accolto nella bottega di Simone Peterzano, pittore di successo, tardomanierista di scuola veneta: «il contratto di apprendistato lo firma la madre, il 6 aprile 1584: per poco più di quaranta scudi d'oro [...] Va dietro il maestro ad affrescare, nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, in quella di San Barnaba».[4]


L'apprendistato del giovane pittore si protrasse per circa quattro anni, durante i quali apprese la lezione dei maestri della scuola lombarda e veneta. Giulio Mancini, uno dei suoi biografi, nelle "Considerazioni sulla pittura" del 1621, racconta dell'infanzia di Caravaggio, sottolineando il forte carattere dell'artista già in quei primi anni: «Studiò in fanciullezza per quattro o cinque anni in Milano, con diligenza ancorché di quando in quando, facesse qualche stravaganza causata da quel calore e spirito così grande». Il 6 aprile 1588 scadeva il contratto con il suo maestro; il giovane pittore probabilmente in quegli anni abbandonò Milano per trasferirsi a Venezia, e conoscere da vicino l'opera dei grandi maestri del colore, Giorgione, Tiziano e Tintoretto.
I bari. Olio su tela, 91,5 x 128,2 cm. 1594-1595, Fort Worth (Texas), Kimbell Art Museum.

In ogni caso, al di là della certa frequentazione della bottega del Peterzano, il seguito dell’apprendistato di Caravaggio e in particolare gli anni che vanno dal 1588 al 1592, resta piuttosto nebuloso e così l'individuazione delle fonti che hanno influenzato la sua pittura. Secondo il Longhi – in alternativa alla tesi “veneta” – di capitale importanza per lo sviluppo del futuro stile di Caravaggio sarebbe stata la riflessione giovanile sull’opera di alcuni maestri lombardi, soprattutto di area bresciana, quali il Foppa, il Bergognone, Savoldo, Moretto e Il Romanino (che il Longhi definisce precaravaggeschi), maestri che avrebbero posto le basi di quelli che saranno i capisaldi dell’arte del Merisi. A questa scuola, il cui capostipite è individuato dal Longhi nel Foppa, si dovrebbero infatti l’avvio della rivoluzione luministica e la caratterizzazione naturalistica (contrapposta a certa aulicità rinascimentale) dei soggetti dipinti. Elementi centrali della pittura del Caravaggio.

Riposo durante la fuga in Egitto, 1596-1597. Olio su tela, 135,5 x 136,5 cm. Roma, Galleria Doria Pamphilj.

Nel 1592 Caravaggio si trasferisce a Roma e ha rapporti, più o meno fugaci, con diversi pittori locali. Prima presso un non meglio identificato pittore siciliano, autore di opere grossolane destinate alle fasce più modeste del mercato, poi ha un breve sodalizio con Antiveduto Gramatica e, infine, frequenta per alcuni mesi la bottega del Cavalier d'Arpino. Successivamente per una malattia viene ricoverato presso l'Ospedale della Consolazione e a causa di questo evento interrompe il rapporto con il Cesari.

Durante queste esperienze probabilmente Caravaggio venne impiegato come esecutore di nature morte e come realizzatore di parti decorative di opere più complesse, ma in merito non si ha nessuna testimonianza certa. Un'ipotesi, priva in ogni caso di riscontro documentale, è che Caravaggio possa aver realizzato i festoni decorativi della Capella Olgiati, nella Basilica di Santa Prassede a Roma, cappella affrescata dal Cavalier d’Arpino.


I successi degli anni romani (1595 - 1606)

Giuditta che taglia la testa a Oloferne, 1598-1599. Olio su tela, 145 x 195 cm. Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini.

L'amicizia con il cardinal Del Monte


Grazie a Prospero Orsi (meglio noto come Prosperino delle Grottesche), pittore con il quale strinse una forte amicizia, il Merisi nel 1595 conobbe il suo primo protettore: il cardinal Francesco Maria Del Monte, grandissimo uomo di cultura ed appassionato d'arte che, incantato dalla sua pittura, acquistò alcuni dei suoi quadri; il giovane lombardo entrò al suo servizio, rimanendovi per circa tre anni. Il Del Monte secondo il Bellori: «ridusse in buono stato Michele e lo sollevò dandogli luogo onorato in casa fra i gentiluomini».


La fama dell'artista grazie al suo importante committente cominciò a decollare all'interno dei più importanti salotti dell'alta nobiltà romana. L'ambiente fu scosso dalla sua rivoluzionaria pittura che si pose immediatamente al centro di forti discussioni ed accese polemiche. Grazie alle commissioni e ai consigli dell'influente ed illuminato prelato, Caravaggio mutò il suo stile: abbandonando le tele di piccole dimensioni ed i singoli ritratti e cominciando a dedicarsi alla realizzazione di opere complesse con gruppi di più personaggi che interagiscono tra loro, descrivendo all'interno di un'ambientazione un episodio specifico. Uno dei primi lavori di questo periodo è il Riposo durante la fuga in Egitto.


Nel giro di pochi anni la sua fama crebbe in maniera esponenziale, Caravaggio divenne un mito vivente per un'intera generazione di pittori che ne esaltavano lo stile e le tematiche.

Vocazione di San Matteo, 1599-1600, chiesa di San Luigi dei francesi, Roma.

Le prime commissioni importanti


Nel 1599 Caravaggio, grazie all'aiuto del cardinal Francesco Maria Bourbon Del Monte, ricevette la prima commissione pubblica per due grandi tele da collocare all'interno della cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. I dipinti che Caravaggio doveva realizzare riguardavano degli episodi tratti dalla vita di san Matteo: la vocazione ed il martirio.


In meno di un anno il pittore concluse le due opere, e tale fu il successo di questi due dipinti che Caravaggio ebbe immediatamente un altro importante incarico per la Chiesa di Santa Maria del Popolo. Per ordine del monsignor Tiberio Cerasi, che aveva acquistato una cappella della chiesa romana, gli vennero commissionati due dipinti: la Crocefissione di San Pietro e la Conversione di san Paolo.

Contemporaneamente gli fu chiesta la realizzazione di una terza tela per la Chiesa di San Luigi dei Francesi: San Matteo e l'Angelo. Il pittore, nonostante conoscesse bene il gusto estetico dei suoi committenti, scelse dei soggetti popolari, che esprimessero in una dimensione reale e drammatica lo svolgersi degli eventi, rappresentando così i valori spirituali della corrente pauperista all'interno della Chiesa Cattolica.


La prima versione del San Matteo e l'Angelo, distrutta in Germania durante la Seconda guerra mondiale, fu però rifiutata e poi sostituita con quella ancora in loco dipinta nel 1602. La stessa sorte toccò ai due quadri per la Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo, che dopo esser stati rifiutati vennero comprati dal cardinal Giacomo Sannesio.


La descrizione da parte del Bellori dell'episodio del rifiuto della pala di San Matteo e l'Angelo, fa da introduzione ad un altro importante protettore di Caravaggio:

Conversione di San Paolo, 1600-1601, Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.






























« Qui avvenne cosa, che pose in grandissimo disturbo, e quasi fece disperare Caravaggio in riguardo della riputazione; poiché avendo egli terminato il quadro di mezzo di San Matteo e postolo sù l'altare, fu tolto via dai Preti, con dire che quella figura non aveva decoro, né aspetto di santo, stando à sedere con le gambe incavalcate, e co' piedi rozzamente esposti al popolo. Si disperava il Caravaggio per tale affronto nella prima opera da esso pubblicata in chiesa, quando il Marchese Vincenzo Giustiniani si mosse à favorirlo, e liberollo da questa pena; poiché interpostosi con quei Sacerdoti, si prese per sé il quadro, e glie ne fece fare un altro diverso, che è quello che si vede ora sul'altare. »


Il Marchese Giustiniani era un ricco banchiere genovese nell'orbita della corte pontificia - oltre che vicino di casa del cardinal Del Monte, visto che aveva sede in palazzo Giustiniani di Roma con il fratello cardinal Benedetto Giustiniani - e fu protettore di Caravaggio per molti anni; collezionò moltissime delle sue opere e contribuì moltissimo alla formazione culturale del pittore. In più di un'occasione, grazie alle sue ramificate influenze, riuscì a salvare l'artista dalle gravose questioni legali nelle quali era spesso implicato per colpa della sua indole aggressiva.

Crocifissione di San Pietro, 1600-1601, Basilica di Santa Maria del Popolo, Roma.































I guai con la legge


Durante il suo soggiorno presso Palazzo Madama, dimora del cardinal Del Monte, Merisi si rese protagonista di un episodio spiacevole il 28 novembre del 1600: malmenò e percosse con un bastone Girolamo Stampa da Montepulciano, un nobile che si trovava come ospite del prelato: ne conseguì una denuncia. In seguito gli episodi di risse, violenze e schiamazzi andarono via via aumentando; spesso il pittore venne arrestato e condotto presso le carceri di Tor di Nona.


Non sarebbe comunque stato il primo guaio con la legge per il turbolento artista. Giovanni Pietro Bellori (uno dei suoi primi biografi) sostiene che, intorno al 1590-1592, Caravaggio - già distintosi per risse tra bande di giovinastri - avrebbe commesso un omicidio, a causa del quale era fuggito da Milano prima per Venezia (dove studiò la pittura locale, in particolar modo Giorgione), e poi per Roma. Il suo trasferimento nella Città Eterna non sarebbe stato, dunque, una meta prefissata, ma la conseguenza di una fuga.

Amor vincit omnia, (Amore Vincitore) 1601-1602, Staatliche Museen, Berlino.
































Nel 1602 dipinge La cattura di Cristo e Amor Vincit Omnia. Nel 1603 fu processato per la diffamazione di un altro pittore, Giovanni Baglione, che querelò sia Caravaggio sia i suoi seguaci Orazio Gentileschi e Onorio Longhi, colpevoli di aver scritto rime offensive nei suoi confronti. Grazie all'intervento dell'ambasciatore francese, Merisi, condannato al processo, venne liberato e trasferito agli arresti domiciliari, seppur per poco (in precedenza, aveva scontato già un mese di carcere a Tor di Nona).


Tra il maggio e l'ottobre del 1604 il pittore fu arrestato varie volte per possesso d'armi abusivo e ingiurie alle guardie cittadine; inoltre, fu querelato da un garzone d'osteria per avergli tirato in faccia un piatto di carciofi.


Nel 1605 fu costretto a scappare a Genova per circa tre settimane, dopo aver ferito gravemente un notaio, Mariano Pasqualone da Accumuli, a causa di una donna: Lena, l'amante di Caravaggio. L'intervento dei protettori dell'artista riuscì ad insabbiare l'accaduto anche se, al ritorno a Roma, il pittore venne querelato da Prudenzia Bruni, sua padrona di casa, per non aver pagato l'affitto; per ripicca, Merisi prese nottetempo a sassate la sua finestra, finendo nuovamente querelato. Nel novembre dello stesso anno, il pittore risulta degente per una ferita, che dice di essersi procurato da solo, cadendo sulla propria spada.

Morte della Vergine, 1601-1606, Museo del Louvre, Parigi.


































Il fatto più grave però si svolse a Campo Marzio, la sera del 28 maggio 1606: a causa di una discussione causata da un fallo nel gioco della pallacorda, il pittore venne ferito e, a sua volta, ferì mortalmente il rivale, Ranuccio Tommasoni da Terni, con il quale aveva avuto già in precedenza delle discussioni, spesso sfociate in risse. Anche questa volta c'era di mezzo una donna, Fillide Melandroni, le cui grazie erano contese da entrambi. Probabilmente dietro l'assassinio di Ranuccio c'erano anche questioni economiche, forse qualche debito di gioco non pagato dal pittore, o addirittura politiche: la famiglia Tommasoni infatti era notoriamente filo-spagnola, mentre Michelangelo Merisi era un protetto dell'ambasciatore di Francia.


Il verdetto del processo per il delitto di Campo Marzio fu severissimo: Caravaggio venne condannato alla decapitazione, che poteva esser eseguita da chiunque lo avesse riconosciuto per la strada. In seguito alla condanna, nei dipinti dell'artista lombardo cominciarono ossessivamente a comparire personaggi giustiziati con la testa mozzata, dove il suo macabro autoritratto prendeva spesso il posto del condannato.


La fuga da Roma


La permanenza nella città eterna non era più possibile: ad aiutare Caravaggio a fuggire da Roma fu il principe Filippo I Colonna, che gli offrì asilo all'interno di uno dei suoi feudi laziali di Marino, Palestrina, Zagarolo e Paliano.


Il nobile romano mise in atto una serie di depistaggi, grazie anche agli altri componenti della sua famiglia che testimoniarono la presenza del pittore in altre città italiane, facendo così perdere le tracce del famoso artista.

Per i Colonna Caravaggio eseguì in quel periodo diversi dipinti, su tutti la Cena in Emmaus, nella splendida e scarna versione che oggi è a Brera.


Gli ultimi anni (1606 - 1610)

Sette opere di Misericordia, 1606-1607, Pio Monte della Misericordia, Napoli.
































Il periodo napoletano


Alla fine del 1606 Caravaggio giunse a Napoli, dove rimase per circa un anno. La fama del pittore nella città era ben nota a tutti. I Colonna lo raccomandarono ad un ramo collaterale della famiglia: i Carafa-Colonna, importanti membri dell'aristocrazia napoletana. Qui il Merisi visse un periodo felice e prolifico per quanto riguarda le commissioni: la più importante, ad opera di un mercante croato di Ragusa, Nicola Radulovic, fu la Madonna del Rosario; l'iconografia del dipinto venne impostata dal committente stesso che alla fine non acquistò più l'opera, che venne così modificata dal pittore e collocata all'interno della Cappella del Rosario nella chiesa dei domenicani.

In tale periodo realizzò una delle sue opere più importanti, che si rivelerà cardine per la pittura in sud Italia e per la pittura italiana in genere, la cui composizione, rispetto alle pitture romane, è più drammatica e concitata, non esistendo più un fulcro centrale dell'azione. Questo sara' di grande stimolo per la pittura barocca partenopea successiva. L'opera in questione è: le Sette opere di Misericordia.

Flagellazione di Cristo, 1607, Museo di Capodimonte, Napoli.

Il soggiorno a Malta


Nel 1607 Michelangelo Merisi parte per Malta, sempre per intercessione dei Colonna, qui entra in contatto con il Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni, Alof de Wignacourt, a cui il pittore fece anche un ritratto. Il suo obiettivo era diventare Cavaliere per ottenere l'immunità, in quanto su di lui pendeva ancora la condanna alla decapitazione. Il Caravaggio firma un documento dove dichiara che il suo luogo di nascita è proprio Caravaggio in provincia di Bergamo: "Carraca oppido vulgo de Caravagio in Longobardis natus". Questo dovrebbe far riflettere sulle numerose diatribe sul suo luogo di nascita.

Nel 1608 Caravaggio dipinge la Decollazione di San Giovanni Battista, il suo quadro più grande per dimensioni, tuttora conservato nella Cattedrale di La Valletta.


Dopo un anno di noviziato, il 14 luglio 1608 Caravaggio fu investito della carica di Cavaliere di grazia, di rango inferiore rispetto ai Cavalieri di giustizia di origine aristocratica. Anche qui ebbe dei problemi: fu arrestato per un duro litigio con un cavaliere del rango superiore e perché si venne a sapere che su di lui pendeva la condanna a morte. Venne rinchiuso nel carcere di Sant'Angelo a La Valletta, il 6 ottobre: riuscì incredibilmente ad evadere e a rifugiarsi in Sicilia a Siracusa. Il 6 dicembre i Cavalieri espulsero Caravaggio dall'Ordine con disonore: «Come membro fetido e putrido».


Caravaggio in Sicilia


A Siracusa, Caravaggio fu ospite di Mario Minniti, suo amico di vecchia data, conosciuto durante gli ultimi anni romani. Nella città siciliana si interessò molto all'archeologia studiando i reperti ellenistici e romani della città siciliana: durante una visita assieme allo storico Vincenzo Mirabella coniò il nome "Orecchio di Dionigi" per descrivere la Grotta delle Latomie.


Durante questo soggiorno dipinse per la Chiesa di Santa Lucia una pala d'altare del Seppellimento di santa Lucia (la patrona della città siciliana) la cui ambientazione sembra proprio quella delle vicine grotte da lui tanto ammirate.


Durante il suo tragitto, secondo molti critici e secondo lo scrittore Andrea Camilleri, si sarebbe fermato a Licata, dipingendo il S. Girolamo nella fossa dei leoni, dipinto che avrebbe creato il culto della festa del Venerdì santo nella località dell'agrigentino e il San Giacomo della misericordia presente nella omonima chiesa.


A Messina dipinse la Resurrezione di Lazzaro, tetra incompiuta e cimiteriale rappresentazione, la cui parte centrale è occupata dal corpo spasmodicamente teso nel gesto del braccio verso la luce, e l'Adorazione dei pastori, umile, raccolta, essenziale, calma.


Fece a Palermo per l'Oratorio della Compagnia di San Lorenzo una Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, ricordata da Giovan Pietro Bellori, di lì poi trafugata da Cosa nostra nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969. Secondo il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza l'opera, passata da cosca a cosca ed esposta nei summit come simbolo di potere e di prestigio, fu bruciata negli anni Ottanta perché rosicchiata dai topi nel periodo in cui i Pullarà la tenevano in una stalla.[5] (L'episodio del furto ispirò l'ultimo romanzo di Leonardo Sciascia, Una storia semplice).

Martirio di sant'Orsola, 1610, Palazzo Zevallos, (Napoli).

Il ritorno e la fine


Alla fine dell'estate del 1609 Caravaggio tornò a Napoli. Il 24 ottobre, affrontato con violenza da alcuni uomini al soldo del suo rivale maltese, all'uscita della Locanda del Cerriglio (nei pressi di Via Monteoliveto), rimase sfigurato e la notizia della sua morte cominciò a circolare prematura. La fase creativa del suo secondo periodo napoletano è ricostruita dagli storici con molte congetture: dipinse sicuramente il Martirio di sant'Orsola per Marcantonio Doria (definito l' ultimo dipinto di Caravaggio, conservato a Palazzo Zevallos a Napoli), la Negazione di San Pietro, il San Giovanni Battista e il Davide con la testa di Golia conservati alla Galleria Borghese.

Ancora del periodo di Napoli sono da attribuire i due diversi quadri con medesimo soggetto: la Salomè con la testa del Battista esposto solo di recente in prestito alla National Gallery di Londra che il pittore avrebbe dovuto recapitare ai Cavalieri dell'Ordine, e la Salomè con la testa del Battista conservato a Madrid. Inoltre, il San Francesco che riceve le Stimmate, il San Francesco in meditazione e una Resurrezione (quest'ultima nota oggi attraverso una copia di Louis Finson ad Aix en Provence) andarono perduti durante il terremoto del 1805 col crollo della Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi ( Napoli), per la quale erano stati dipinti.

David con la testa di Golia, 1609-1610, Galleria Borghese, Roma.































Da Roma gli fu inviata la notizia che Papa Paolo V stava preparando una revoca del bando. Caravaggio, da Napoli, dove abitava presso la marchesa Costanza Colonna, si mise in viaggio con una feluca traghetto che settimanalmente faceva il tragitto: Napoli-Porto Ercole e ritorno; era diretto segretamente a Palo, feudo degli Orsini in territorio papale, luogo distante 40 km da Roma. In quel feudo avrebbe atteso in tutta sicurezza il condono Papale prima di ritornare, da uomo libero, a Roma.


Ma l'arrivo a Palo, disatteso perché segreto, avvenuto probabilmente di notte, causò il fermo dalla sorveglianza della costa per l'accertamento dell'identità. La feluca che lo aveva sbarcato, non potendo aspettare, proseguì il viaggio per Porto Ercole dove era diretta, portandosi dietro il bagaglio dell'artista. Quelle casse, però, contenevano anche il prezzo concordato dal Merisi con il Cardinale Scipione Borghese per la sua definitiva libertà: un'opera, il "San Giovanni Battista" (della Borghese) in cambio della revoca della pena di morte; pertanto, quel bagaglio era da recuperare perché letteralmente vitale.

Quando gli Orsini lo liberarono, fornirono al Caravaggio una loro imbarcazione con marinai per giungere a Porto Ercole, distante da Palo 40 miglia, per recuperare le sue cose. L'artista giunse mentre la feluca-traghetto stava ripartendo riportando a Napoli i suoi averi.


In preda alla febbre per infezioni intestinali, dopo quel lungo viaggio, il Caravaggio fu lasciato alle cure della locale Confraternita che il 18 luglio 1610 certificò la morte avvenuta nel loro ospedale[6]. Il giorno successivo, l'artista fu seppellito nella fossa comune del cimitero di S.Sebastiano ricavata nella spiaggia e riservata agli stranieri, e che oggi è il retroporto urbanizzato di Porto Ercole, dove nel 2002 è stato collocato il monumento. Pertanto, morto in ospedale e sepolto nella spiaggia.

Il condono papale fu spedito qualche giorno dopo a Napoli, alla Marchesa Costanza che abitava a Cellammare, a Palazzo Carafa Colonna da dove il Caravaggio era segretamente partito.


Il ritrovamento dei resti


Il 16 giugno 2010, a quasi 400 anni dalla morte e dopo oltre un anno di ricerche storiografiche e analisi scheletrica, nonché di confronti col DNA dei discendenti di cognome "Merisio" nativi di Caravaggio [7], una equipe di scienziati italiani ha confermato che le ossa coperte di piombo e mercurio (usati in grande abbondanza dai pittori del '600 per preparare i colori) trovate in quella che fu la fossa comune del cimitero di Porto Ercole, sono "all'85%" quelle del grande artista [8].


I resti del Caravaggio erano situati nella cripta della Chiesa del Cimitero di Porto Ercole. Le ricerche sono state coordinate da un pool di istituti coordinati dall'Università di Bologna, con il supporto degli atenei dell'Aquila e del Salento e del Centro ricerche ambientali di Ravenna.


Al risultato si è arrivati mettendo insieme gli esiti di indagini storiografiche e di biologia scheletrica, nonché dell'uso di tecnologie per l'accertamento dei metalli pesanti nelle ossa, di analisi dei sedimenti terrosi, della datazione con il metodo del carbonio-14, e per finire del DNA.


Il 3 luglio 2010, dopo una settimana di permanenza nella città di Caravaggio, i resti del Caravaggio sono stati riportati via mare a Porto Ercole (dove rimarranno), e messi in mostra a Forte Stella, una fortificazione del paese.


Attività artistica

Cena in Emmaus, 1602, National Gallery, Londra.

Stile pittorico


La particolare tecnica pittorica e realizzativa di Caravaggio, fu una delle chiavi del suo successo. Fino al suo avvento nella pittura, lo stile che caratterizzava la maggior parte degli artisti era estremamente legato ad un tipo di cultura accademica che si basava prevalentemente sullo studio dell'arte classica, con forti influssi derivati dai grandi protagonisti del periodo d'oro del Rinascimento italiano, su tutti le figure di Michelangelo e Raffaello, nel centro Italia; per quanto riguarda il settentrione la pittura si rifaceva soprattutto a Tiziano, Correggio e Leonardo.

La rivoluzione di Caravaggio sta nel naturalismo della sua opera, espresso nei soggetti dei suoi dipinti e nelle atmosfere in cui la plasticità delle figure viene evidenziata dalla particolare illuminazione che teatralmente sottolinea i volumi dei corpi che escono improvvisamente dal buio della scena. Sono pochi i quadri in cui il pittore lombardo dipinge lo sfondo, che passa nettamente in secondo piano rispetto ai soggetti, i veri e soli protagonisti della sua opera. Per la realizzazione dei suoi dipinti, Caravaggio nel suo studio posizionava delle lanterne in posti specifici per far sì che i modelli venissero illuminati solo in parte, mediante la "luce radente". Attraverso questo artificio, Caravaggio evidenzia le parti della scena che più ritiene interessanti lasciando il resto del corpo nel buio dell'ambiente.


I soggetti

Bacco, 1596-1597, Galleria degli Uffizi, Firenze.

I soggetti efebici e la presunta omosessualità


Tra le opere giovanili del Caravaggio ci sono molti ragazzi seducenti solitamente intenti a suonare uno strumento (tradizionale accompagnamento all'amore) o mangiare un frutto (simbolo dell'appagamento dei sensi); sono giovani colti dalla strada, dai luoghi che lui amava frequentare come osterie, bische, bordelli e luoghi di malaffare della città.

La continua proposta di questi personaggi ha fatto formulare a molti critici supposizioni riguardo alla presunta omosessualità dell'artista e dei suoi due più importanti committenti, il cardinale Del Monte ed il marchese Giustiniani, che conservavano molte di queste opere all'interno dei loro gabinetti privati; la più famosa tra queste è l'Amore vincitore, dipinto dai forti toni sensuali, che l'artista dovette replicare per entrambi i committenti.

L'opinione contraria di Maurizio Calvesi:


« In realtà, la presunta omosessualità del Caravaggio, utile ad aggiungere un tocco al quadro del suo "maledettismo", è probabilmente solo un abbaglio; e questo discende da una discutibile esegesi di alcuni dipinti del primo periodo romano, che presentano figure effeminate o ritenute provocanti. A lungo, del resto, ci si è rifiutati (e molti ancora si rifiutano) di applicare al Caravaggio quella lettura secondo i codici "iconologici" dell'epoca, che consente di apprezzare le bellissime e rivelatrici simbologie di cui la sua pittura è intessuta, pur nell'approccio realistico. Senza intendere il contesto dei simboli ogni scelta di figure o di oggetti appare come il frutto di un impulso immediato, orientando verso interpretazioni soggettive e modernizzanti. »


Sta di fatto che è documentata la frequentazione del Caravaggio, specie nei suoi anni romani, di diverse prostitute, alcune delle quali, come è noto, ritratte nei suoi dipinti. Secondo alcuni autori inoltre (H. Langdon) lo stesso omicidio di Ranuccio avrebbe avuto solo come pretesto una questione di gioco, ma sarebbe dovuto in realtà alla rivalità tra Caravaggio e il Tommasoni per i favori di una donna.
Cattura di Cristo nell'orto, 1602, National Gallery of Ireland, Dublino.

Gli altri soggetti


Non solo soggetti efebici caratterizzarono le pitture di Caravaggio, spesso la rappresentazione, anche nelle opere ufficiali per committenze pubbliche, di personaggi vecchi e deformi nei panni di venerati santi e di prostitute e umili donne nelle vesti di importanti figure femminili della storia della chiesa.

L'utilizzo di questi modelli fu motivo di molte critiche che accusavano l'artista di esaltare la goffaggine e la sporcizia di certi personaggi, lasciando da parte l'idealizzazione della bellezza e la ricerca di una perfezione compositiva, particolarità da sempre ricercate dagli artisti precedenti, specie nella rappresentazione di soggetti appartenenti alla storia della religione.

Canestra di frutta, 1595-1596, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

La natura


Nelle prime opere del Caravaggio si trovano spesso splendidi particolari di nature morte, ma una sola è la composizione completa che ci sia pervenuta, la Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana. Ciò è riferibile soprattutto al periodo di apprendistato nella bottega dal Cavalier d'Arpino. La frutta rappresentata da Merisi è in perfetta sintonia con i personaggi.

Le foglie appassite, con il loro stato di maturazione avanzata, danno l'idea di una particolare atmosfera di decadenza autunnale. Tradizionalmente, alle nature morte venivano associati significati allegorici,e l'appassire di frutta e verdura in questo caso sembra parlare del rapporto di convivenza tra vita e morte.


I ritratti


Il pittore non dipinse molti ritratti e di quei pochi restano soltanto quattro o cinque (l'unico ritratto femminile, quello di una cortigiana, probabilmente Fillide Melandroni, modella per dipinti dell'artista, andò distrutto a Berlino, nel Kaiser Friedrich Museum durante la Seconda guerra mondiale).

Sopravvivono inoltre il ritratto del cardinale Maffeo Barberini (che poi sarà papa col nome di Urbano VIII), quello del Gran Maestro dei cavalieri di Malta Alof de Wignacourt con un paggio, il ritratto di un altro Cavaliere di Malta, Antonio Martelli, quello di un gentiluomo sconosciuto e quello del Papa Paolo V (di incerta attribuzione).

San Gerolamo scrivente, 1605-1606, Galleria Borghese, Roma.

Importanti committenze


Tra il 1600 ed il 1606 Caravaggio dipinse per alcune chiese romane quattro importanti tele laterali e cinque pale d'altare (compresa la Deposizione nel sepolcro, ora alla Pinacoteca Vaticana, ma dipinta per la seconda cappella a destra in S.Maria in Vallicella, la chiesa Nuova di Roma), di cui tre (San Matteo e l'angelo, Morte della Vergine e Madonna dei Palafrenieri) furono rifiutate o rimosse perché ritenute rappresentazioni disdicevoli e poco decorose del soggetto sacro.

Molti quadri di Caravaggio raffigurano santi, i tre più rappresentati sono san Francesco, san Girolamo e san Giovanni Battista. San Francesco appare di solito come una figura ascetica in preghiera, San Girolamo come un vecchio intento a scrivere e San Giovanni come un giovane, praticamente nudo, nel deserto.

La riscoperta

Caravaggio sulla banconota da 100.000 lire.

Famoso ed ammirato in vita, Caravaggio fu quasi completamente dimenticato nei secoli successivi alla sua morte, e solo all'inizio del XX secolo la sua importanza nello sviluppo dell'arte pittorica moderna fu universalmente riconosciuta. Ciò nonostante, la sua influenza sul nuovo Barocco - lo stile pittorico che emerse dalle rovine del Manierismo - fu profonda.


André Berne-Joffroy, autore di Le Dossier Caravage, disse di lui: "Ciò che inizia con l'opera di Caravaggio è molto semplicemente la pittura moderna."[9]


Caravaggismo

Deposizione nel sepolcro, 1602-1603, Musei Vaticani, Roma.



































Con questo termine si indica lo stile degli artisti che si ispirano al Caravaggio. Nei dipinti caravaggeschi troviamo grande realismo nel riprodurre le figure, rappresentate generalmente su uno sfondo monocromo, e illuminate da una luce violenta. I principali pittori caravaggisti sono Bartolomeo Manfredi, Carlo Saraceni, Orazio e Artemisia Gentileschi, Giovanni Antonio Galli (detto lo Spadarino), Francesco Boneri (più noto come Cecco del Caravaggio), Gerrit van Honthorst, Hendrick ter Brugghen, Giovanni Serodine, Battistello Caracciolo, José de Ribera; in questi ultimi due, operanti a Napoli, ritroviamo riproposto lo stile degli ultimi anni del Caravaggio, caratterizzato da atmosfere molto cupe. Carlo Sellitto, anch'egli operante in Napoli (sua città natale), viene invece definito dagli storici dell'arte il primo caravaggesco napoletano[10]; ma la monumentale opera del Caravaggio influenza anche una fitta schiera di grandi artisti d'Oltralpe, tra i quali: Louis Le Nain, Georges de La Tour, Valentin de Boulogne, Simon Vouet, Francisco de Zurbarán, Diego Velázquez, Bartolomé Esteban Murillo, Matthias Stomer, Pieter Paul Rubens, Antoon van Dyck, Rembrandt, Jan Vermeer, Adam Elsheimer; inoltre, influenze caravaggesce pervadono le opere di artisti ottocenteschi quali: David, Goya, Gericault, Delacroix, Courbet[11].


Film su Caravaggio


Sono stati girati due lungometraggi sulla vita del pittore: il primo, Caravaggio, il pittore maledetto, diretto da Goffredo Alessandrini, è del 1941. È del 1986 la seconda opera cinematografica dedicatagli, Caravaggio, diretto da Derek Jarman. Il mediometraggio Caravaggio. L'ultimo tempo (1606-1610), opera del regista napoletano Mario Martone, è del 2004.


Nel 1967 la Rai trasmise lo sceneggiato televisivo Caravaggio con la regia di Francesco Blasi e Gian Maria Volonté nella parte dell'artista.


Nel 2002 il cortometraggio "Vernissage! 1607 Caravaggio" di Stella Leonetti racconta la presentazione di uno dei dipinti dell'artista, Le sette opere di Misericordia.

Nel 2006 è stato prodotto un nuovo sceneggiato televisivo di due puntate Caravaggio, regia di Angelo Longoni, con Alessio Boni, Claire Keim, Jordi Mollà, Paolo Briguglia, Elena Sofia Ricci, Francesco Siciliano, Sarah Felberbaum, Benjamin Sadler, fotografia di Vittorio Storaro e musiche di Luis Bacalov. È stato messo in onda su RaiUno il 17 e il 18 febbraio del 2008.


Onorificenze


Cavaliere d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta


Opere:


Bacchino malato (1593 - 1594), olio su tela - Galleria Borghese, Roma.


Fanciullo con canestro di frutta (1593 - 1594) - Galleria Borghese, Roma.


I bari (1594) - Kimbell Art Museum, Fort Worth.


San Francesco in estasi (1594 - 1595) - Wadsworth Atheneum, Hartford, Connecticut.


Maddalena penitente (1594 - 1595) - Galleria Doria Pamphilj, Roma.


Concerto (1595) - Metropolitan Museum of Art, New York.


Suonatore di liuto (1595 - 1596) - Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.


Ragazzo morso da un ramarro (1595 - 1596) - Fondazione Longhi, Firenze.


Riposo durante la fuga in Egitto (1595 - 1596) - Galleria Doria-Pamphilj, Roma.


Buona ventura, (1593-1594)- Musei Capitolini, Roma.


Bacco (1596 - 1597) - Galleria degli Uffizi, Firenze.


Buona ventura (1596 - 1597) - Musée du Louvre, Paris.


Santa Caterina d'Alessandria (1597) - Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid.


Giove, Nettuno e Plutone - Soffitto del Casino dell'Aurore della ex Villa Boncompagni, ex villa del Monte, Roma.


Canestra di frutta (1597 - 1598) - Pinacoteca Ambrosiana, Milano.


Davide e Golia (1597 - 1598) - Museo del Prado, Madrid.


Testa di Medusa (1598) - Galleria degli Uffizi, Firenze.


La vocazione dei santi Pietro e Andrea (1598) - Hampton Court Palace, Royal Gallery, Londra.


Giuditta e Oloferne (1599) - Palazzo Barberini, Roma.


Narciso (1599) - Palazzo Barberini, Roma.


Vocazione di San Matteo (1599 - 1600) - Cappella Contarelli, Chiesa S.Luigi dei Francesi, Roma.


Martirio di San Matteo (1600 - 1601) - Cappella Contarelli, Chiesa S.Luigi dei Francesi, Roma.


Conversione di San Paolo (1600) - collezione privata Odescalchi, Roma.


Conversione di San Paolo (1600 - 1601) Cappella Cerasi, Chiesa S.Maria del Popolo, Roma.


Crocifissione di San Pietro (1600 - 1601) - Cappella Cerasi, Chiesa S.Maria del Popolo, Roma.


Incredulità di San Tommaso (1600 - 1601) - Bildergalerie, Potsdam.


Cena in Emmaus (1601) - National Gallery, Londra.


Sacrificio di Isacco (1602) - Collezione privata, Modena. (*)


San Matteo e l'angelo (1602) - Cappella Contarelli, Chiesa S.Luigi dei Francesi, Roma.


Cattura di Cristo (1602), - National Gallery of Ireland, Dublino.


Incoronazione di spine (1602-1603), - Galleria di Palazzo degli Alberti, Prato.


Amor Vincit Omnia (1602 - 1603), olio su tela - Staatliche Museen, Berlino.


San Giovanni Battista (1602) - Pinacoteca Capitolina, Roma.


Deposizione (1602 - 1604) - Pinacoteca Vaticana, Roma.


Incoronazione di spine (1603) - Kunsthistorisches Museum, Vienna.


Sacrificio di Isacco (1603 - 1604) - Galleria degli Uffizi, Firenze.


Morte della Vergine (1604) - Museo del Louvre, Parigi.


Madonna dei Pellegrini (1604 - 1606) - Chiesa di S. Agostino, Roma.


San Gerolamo in meditazione (ca. 1605) - Monastero di Montserrat, presso Barcellona.


Madonna dei Palafrenieri (1605 - 1606) - Galleria Borghese, Roma.


San Francesco in meditazione (1605) - Chiesa di S.Pietro, Carpineto Romano, in deposito presso Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma.


Sacra famiglia con San Giovanni Battista (1605 - 1606) - Coll.privata, Caracas, in deposito al Metropolitan Museum, New York.


San Gerolamo (1605 - 1606) - Galleria Borghese, Roma.


San Francesco in preghiera (1605 - 1606) - Museo Civico, Cremona.


Cena in Emmaus (1606) - Pinacoteca di Brera, Milano.


Madonna del Rosario (1607) - Kunsthistorisches Museum, Vienna.


Davide con la testa di Golia (1607) - Kunsthistorisches Museum, Vienna.


Sette opere di Misericordia (1607) - Pio Monte della Misericordia, Napoli.


Crocefissione di Sant'Andrea (1607) - Museum of Art, Cleveland.


Flagellazione di Cristo (1607) - Musée des Beaux Arts, Rouen.


Flagellazione di Cristo (1607 - 1608) - Museo di Capodimonte, Napoli.


Ritratto di Alof de Wignacourt (1608) - Museo del Louvre, Parigi.


Ritratto di fra Antonio Martelli, Cavaliere di Malta (1608 - 1609) - Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze.


Decollazione di San Giovanni Battista (1608) - Museo della Co-Cattedrale di S. Giovanni, La Valletta, Malta.


San Girolamo scrivente (1608) - Museo della Co-Cattedrale di S.Giovanni, La Valletta, Malta


Amore dormiente (1608) - Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze.


Seppellimento di Santa Lucia (1608) - Chiesa di S. Lucia, in deposito presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa.


Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi (1609) - Trafugato dall'oratorio di San Lorenzo, Palermo.


Resurrezione di Lazzaro (1609) - Museo Nazionale, Messina.


Adorazione dei pastori (1609) - Museo Nazionale, Messina.


Salomè con la testa del Battista (1609) - Palazzo Reale, Madrid.


Annunciazione (1609-1610), Musée des Beaux-Arts, Nancy.


Davide con la testa di Golia (1609 - 1610) - Galleria Borghese, Roma.


Negazione di San Pietro (1609 - 1610) - Metropolitan Museum, New York.


San Giovanni Battista (1609 - 1610) - Galleria Borghese, Roma.


Martirio di Sant'Orsola (1610) - Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano (sede museale di Banca Intesa Sanpaolo), Napoli.


Opere attribuite


Conversione della Maddalena (Marta e Maddalena), - Detroit Institute of Arts, Detroit.


Suonatore di liuto, - Metropolitan Museum, New York.


Il sacrificio di Isacco, - Piasecka-Johnson Collection, Princeton.


San Giovanni Battista, - Nelson Gallery, Kansas City.


San Giovanni Battista, - Palazzo Corsini, Roma.


Ragazzo morso da un ramarro,- National Gallery, Londra.


Ecce Homo, - New York, Cortez Collection.


San Giovannino alla sorgente, - Roma, Collezione privata.


San Giovannino alla sorgente con agnello, - Collezione privata.


Ecce Homo, Genova, - Galleria di Palazzo Rosso.


Salomè con la testa del Battista, - National Gallery, Londra.


Salomè con la testa di san Giovanni nel bacile, - Collezione privata.


Ritratto di Paolo V, - Palazzo Borghese, Roma.


Ritratto di Maffeo Barberini, - Galleria Corsini, Firenze.


Decapitazione di Sant'Agapito, - Museo diocesano di Arte Sacra, Palestrina


San Francesco in meditazione, - Chiesa di Santa Maria Immacolata, Roma


Incoronazione di spine, Genova - copia di quella custodita a Prato (*)


San Girolamo scrivente - copia di quello custodito a Malta (*)


Cristo alla colonna – già a Cantalupo in Sabina (Rieti), presso il Palazzo Camuccini, ora di collocazione ignota


Musei con opere del Caravaggio: 


Académia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid


Galleria Borghese di Roma


Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma


Galleria degli Uffizi di Firenze


Galleria Doria Pamphilij di Roma


Metropolitan Museum of Art di New York


Musée du Louvre di Parigi


Museo Capodimonte di Napoli


Museo del Prado di Madrid


Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo


Museo di Palazzo Bellomo di Siracusa


Museo Regionale di Messina


Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid


National Gallery di Londra


National Gallery of Ireland di Dublino


Palazzo degli Alberti di Prato


Galleria Palatina di Palazzo Pitti di Firenze


Museo di Santa Maria Montserrat Spagna


Pinacoteca Capitolina di Roma


Pinacoteca del Museo Civico di Cremona


Pinacoteca di Brera


Pinacoteca Vaticana


Staatliche Museen di Berlino


Kimbell Art Museum di Fort Worth


Kunsthistorisches Museum


Note:


1.^ La questione sul luogo di nascita di Michelangelo Merisi è stata risolta dal ritrovamento del suo certificato di battesimo riportato in altra nota.


2.^ M. Ragozzino, Caravaggio, 1997, p. 4.


3.^ L'archivio parrocchiale della chiesa riporta l'atto di battesimo: "«Adi 30 fu bat[tezzato] Michel Angelo f[ilio] de D[omino] Fermo Merixio et d[omina] Lutia de Oratoribus. Compare Francesco Sessa». Cfr. Sole24ore, inserto domenicale, 25 febbraio 2007.


4.^ Crapa Pelada e il Caravaggio, Corriere della Sera, Milano, 17 agosto 2009.


5.^ (EN) Lost Caravaggio painting 'was burnt by Mafia' in The Times. URL consultato il 10-12-2009.


6.^ La nota di morte.


7.^ prelievo del DNA su sei discendenti del Caravaggio. URL consultato il 17-Giugno-2010.


8.^ Il Dna conferma: del Caravaggio i resti ritrovati a Porto Ercole in L'Eco di Bergamo. 16-06-2010. URL consultato il 17-06-2010.


9.^ André Berne-Joffroy, Le Dossier Caravage, Ed. Minuit (1959)


10.^ Carlo Sellitto, primo caravaggesco napoletano, Napoli 1977; vedi anche A. Miraglia, Pittura del seicento in Basilicata: Carlo Sellitto.


11.^ Per il peso incalcolabile e determinante di Caravaggio sull'arte europea, vedi: Enciclopedia Rizzoli-Larousse, alla voce Caravaggismo; vedi anche: Piero Adorno, L'arte italiana, Casa editrice G. D'Anna, Messina-Firenze 1993; inoltre vedi: Sandro Sproccati (a cura di), Arte, Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano 2000.


Bibliografia


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Caravaggio e la collezione Mattei, catalogo della mostra a cura di Rossella Vodret, Roma 1995.


Come dipingeva il Caravaggio atti della giornata di studio / a cura di Mina Gregori con la collaborazione di Elisa Acanfora, Milano, Electa 1996.


Michelangelo Merisi da Caravaggio: la vita e le opere attraverso i documenti atti del convegno internazionale di studi (Roma, 1995), a cura di Stefania Macioce, Roma 1996.


La Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio nella collezione di Scipione Borghese a cura di Anna Coliva, Venezia, Marsilio, 1998


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Michelangelo Merisi da Caravaggio: fonti e documenti, 1532 - 1724 a cura di Stefania Macioce, Roma, Bozzi, 2003.


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Caravaggio e l'Europa : il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti catalogo della mostra a cura di Luigi Spezzaferro, Milano, Skira, 2005.


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Caravaggio e l'Europa: l'artista, la storia, la tecnica e la sua eredità atti del convegno internazionale di studi, Milano, 2006 / a cura di Luigi Spezzaferro, Milano, Silvana Editoriale, 2009.


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Sebastian Schütze, Caravaggio. L'opera completa, TASCHEN GmbH, Köln 2009 ISBN 978-3-8365-1229-9.


Caravaggio, a cura di Claudio Strinati, Skira, Milano 2010 ISBN 978-88-572-0520-5.

Collegamenti esterni


Tutta l'opera di Caravaggio, una mostra impossibile: sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.


(EN) Caravaggio.com: sito interamente dedicato all'opera del pittore lombardo.


La vita di Caravaggio


Enrico Venturelli, Quello 'scandaloso' Caravaggio.


Carpineto Romano: il San Francesco in meditazione.


recensioni delle mostre caravaggesche alle Scuderie del Quirinale e agli Uffizi e Pitti


Fra storia e mito: la morte di Caravaggio a Porto Ercole


le pagine sul Caravaggio su portoercole.org


Fonte: La Repubblica, 11.03.2009, "Caravaggio, il primo fotografo: camera oscura e tele-pellicole"


Caravaggio per tutti, di Andrea Bonavoglia


Le Opere ad alta definizione di Caravaggio complete di descrizione e schede tecniche


Catalogo delle opere di Caravaggio curato da John T. Spike


Il Tirreno, 16 giugno 2010: Il ritrovamento dei resti del Caravaggio
 
TUTTE LE OPERE DI Michelangelo Merisi da
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http://www.google.it/images?hl=it&source=imghp&biw=1276&bih=588&q=caravaggio+opere&gbv=2&aq=1&aqi=g10&aql=&oq=CARAVAGGIO&gs_rfai=
 
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