venerdì 18 novembre 2011

23 N O V E M B R E COMPLEANNO DI SAI BABA



Chi è Sai Baba
Sai Baba è uno di quei personaggi che compaiono ogni 5000 anni e incidono profondamente il destino dell'umanità. La loro comparsa segna sempre una svolta determinante nel modo di pensare e di agire. I rapporti dell'uomo con il suo simile cambiano radicalmente e per 800 anni le radici di questi cambiamenti sono così ben ancorate al suolo che il mondo vive il suo millennio d'oro. E' un attimo di respiro che si concede all'uomo in questa sua disavventura terrena. [...]
Cinquemila anni fa fu la volta di Krishna, ora un altro Maestro del Mondo si incarna per noi.
Sai Baba nasce a Puttaparti, un piccolo miserabile villaggio dell'India del sud, a 160 chilometri da Bangalore. Il villaggio è completamente isolato dal resto del mondo. I contatti con i centri tecnologicamente avanzati dove sembra brillare una scintilla di civiltà sotto la bandiera di Sua Maestà britannica sono mantenuti da qualche carro trainato da buoi che impiega giorni e giorni per arrivare a destinazione. Spostarsi da un villaggio all'altro è una vera e propria impresa. Sai Baba nasce, quindi, all'interno di un mondo che ha conservato le antiche tradizioni, i culti incontaminati, e dove l'indiano resta sempre un ricercatore dell'Assoluto. E dove avrebbe potuto nascere questo grande personaggio se non là dove si mantiene viva la fiaccola della devozione a Dio?
La Sua nascita viene annunciata da strani segni che non vengono bene decifrati dai familiari. Gli strumenti musicali suonano da soli come volessero annunciare l'apparizione di un prodigioso condottiero spirituale destinato a capovolgere il destino dell'umanità. E quando il piccolo Sathya Narayena Raju (questo è il nome anagrafico del corpo che giunge a Puttaparti) viene alla luce, non c'è nulla che possa far pensare ad una incarnazione di Dio. Non arriva un angelo ad annunciare alla madre che sta per partorire un corpo che trasporta il Divino. La nascita è come quella di tutti i bimbi di questo mondo. Per tre anni la mamma lo alleva con l'amore tipico delle mamme, ma ecco che si scopre una strana capacità posseduta dal piccolo Sathya. Egli fa apparire dall'aria oggetti e frutta che dona ai Suoi piccoli amici. E' l'inizio del periodo dei lila, i miracoli che Baba chiama i giochi del divino. E sono proprio i miracoli che incuriosiscono la gente.
Da uno stesso albero di tamarindo, che sorge sulla collina di Puttaparti, Sai Baba fa nascere frutti diversi. Mango, banane, papaie, mele e cocchi nascono da uno stesso ramo e vanno a gratificare i compagni che oramai riconoscono la divinità del piccolo Sathya. I bambini, nella loro semplicità ed innocenza, arrivano sempre prima degli adulti.
Gli anni della scuola comportano vicissitudini e disagi per il piccolo Narayena (si pronuncia Naràiena) che deve allontanarsi anche dai genitori, finché un giorno del 1940 dichiara di essere Sai Baba, incarnazione di Dio sceso in terra per risvegliare la divinità che alberga in ogni uomo e per riportare a galla la verità, l'amore, la giustizia, la rettitudine e diffondere la pace nel mondo. Sono dichiarazioni drammatiche quelle che fa il piccolo Sathya, soprattutto se si pensa che ha appena 13 anni.
I devoti cominciano già ad affollare la misera casa. Chiedono delle prove. Il piccolo Sai lancia in aria petali di fiori che, cadendo, vanno a disporsi in maniera tale da formare il nome Sai Baba in telegu, la lingua locale.
L'incredibile si spinge oltre i confini della regione dell'Andra Pradesh dove e' situato il villaggio di Puttaparti. In alcuni templi succede uno strano fenomeno. I devoti che si recano a pregare al tempio, al posto della statua di Dio vedono il volto sorridente di Sathya.
Inizia, così, il pellegrinaggio dei ricercatori spirituali che si spingono, non senza difficoltà, fino al villaggio che ospita l'Incarnazione Divina. Le notizie si diffondono e i curiosi, insieme ai devoti, vanno ben presto ad affollare la casa di Baba. Il piccolo ashram che il giovane ha costruito non è sufficiente ad ospitare i pellegrini che devono affrontare anche il problema del vitto. E' Sai Baba che provvede materializzando il cibo per tutti i pellegrini. La moltiplicazione del cibo fa parte della vita di tutti i grandi personaggi mistici. Anche in questi anni Sai Baba è stato visto moltiplicare il riso per sfamare centinaia di persone presenti al suo darshan. Darshan vuol dire apparizione e fa riferimento al momento in cui il Maestro appare ai devoti.
Coloro che hanno avuto la fortuna di venire in contatto con Sai Baba durante i primi anni del Suo apostolato hanno assistito a miracoli grandiosi, ripetuti, numerosissimi; hanno assistito alla materializzazione della statua di Shiva (Dio) dalla sabbia del fiume Citravaty che costeggia Puttaparti, al dirottamento delle acque del fiume in piena, all'arresto della pioggia. Fino a qualche anno fa era possibile avvicinare il Maestro con discreta facilità e assistere, così, in diretta, a guarigioni miracolose o a rianimazioni di cadaveri. Qualcuno, come l'ingegnere nucleare Vemu Mucunda di Londra e il dottor Polenghi Francesco di Milano, è rimasto nell'ashram di Baba per diversi anni e ha avuto l'opportunità di valutare in maniera scrupolosa l'onniscienza e l'onnipotenza di questo personaggio.
Le caratteristiche del divino
Sai Baba dichiara di essere l'Avatar, il Salvatore atteso dalla storia. Gli antichi testi annunciano che l'Avatar, per potere essere riconosciuto, deve portare con sé segni ed attributi ben precisi.
L'Avatar deve avere innazitutto dei segni cutanei. Questi segni devono necessariamente comparire nella parte sinistra del corpo e sono rappresentati da un neo sulla guancia e da un Garuda sull'emitorace sinistro. Il Garuda è un'aquila e ha un profondo significato spirituale.
"Il Garuda è il simbolo del karma", afferma Sai Baba, "e le due ali simboleggiano la fede (Shradda) e la devozione (Bhakti). In sanscrito il volatile prende il nome di Hridaya Vihaga, che significa l'uccello del cuore le cui azioni sono il risultato della fede e della devozione. Krishna aveva questo segno e con Lui tutti i Sai". Il segno del Garuda che Baba porta sull'emitorace sinistro venne mostrato al dr. Fanibunda, negli anni '70.
A fianco dei segni cutanei l'Avatar deve possedere i 15 Kalas. I Kalas sono gli attributi divini e comprendono:
  • il controllo assoluto sul corpo fisico,
  • il controllo delle facoltà psichiche,
  • il controllo su tutti gli elementi della natura.
In termini più precisi questo significa onnipotenza, onniscienza, onnipresenza.
La cultura orientale, come quella occidentale, attribuisce a Dio alcune caratteristiche molto precise. Pertanto, secondo lo stesso insegnamento cristiano, Dio è tale in quanto onnipotente, onnisciente e onnipresente. Nel momento in cui incontriamo un personaggio con queste caratteristiche siamo autorizzati a riconoscere in lui una potenza divina. Non ci sono alternative. L'insegnamento che ci è stato impartito è molto chiaro. Soltanto Dio possiede quegli attributi. Ma i testi orientali non si accontentano dei Kalas e pretendono anche dei segni cutanei.
Noi ricercatori siamo ancora più esigenti e pretendiamo che il Grande Condottiero venga anche annunciato dalle profezie che emergono all'interno delle Grande Religioni. Riconosceremo, quindi, come potenza divina soltanto quel personaggio che possiede: i kalas, i segni cutanei divini e viene annunciato dalle profezie.
Sai Baba possiede i segni cutanei esclusivi di Dio: un neo sulla guancia sinistra e un Garuda sull'emitorace; ma, non possiamo ovviamente, accontentarci di questi segni che, incidentalmente, potrebbero apparire sulla pelle di chiunque. Andremo pertanto a ricercare tra le antiche profezie per stabilire se l'annuncio della venuta del Grande Condottiero prevedeva una figura ben precisa in quest'epoca.



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Dialogando con Sai Baba


Del Dr. Samuel SandweissDevoto: Baba! Ti prego svelaci come sei giunto alla realizzazione. Non riesco a trarre profitto dal mio sadhana (pratica spirituale).
Sai Baba: Io so che Voi vi imponete molte pratiche di austerità. Devo dirvi che la mia realizzazione è sostenuta dalla devozione e che ad essa si ispira la mia vita. Non private il corpo dei suoi bisogni elementari; sia per voi lo strumento sacro che vi consente di raggiungere lo scopo. Conducete vita sathwica (equilibrata, pura, buona), nutritevi di cibo semplice, le vostre parole siano sincere, soccorrete il prossimo con amore, siate umili e tolleranti, nulla venga a smuovere la vostra equanimità. Convogliate tutti i pensieri verso di me, poiché ho eletto il vostro cuore a mia dimora.
Devoto: Baba, come possiamo progredire nella devozione?
Sai Baba: La devozione si esprime in vari modi: esiste colui che versa lacrime inutili invocando la mia presenza fisica; quello che si rimette a me con abbandono esaltato; quello che mostra fermezza, sempre rimettendosi alla mia volontà. Io accetto tutte queste forme di devozione. Non sta a Voi scegliere l'una o l'altra, sta a me riequilibrare i vostri sentimenti, adeguarli. Se tendete altrove, vi fermerò; tutto ciò che si delimita per mia volontà. Fate vostra questa certezza, il punto più alto della devozione.
Devoto:Allora che cosa mi resta da fare?
Sai Baba: Cosa vi fa pensare che "fare" sia così importante? Siate imparziali. Non preoccupatevi di "fare" o "non fare", successo o sconfitta; nessuna dualità verrà a turbare il vostro equilibrio. Lasciate che il fluire della memoria, la tempesta dei desideri, il fuoco delle emozioni, vi tocchino senza turbare il vostro equilibrio. Siatene dei semplici testimoni. Lasciarvi coinvolgere genera possesso, ristrettezza mentale. Trionfi in Voi il desiderio di annullarvi. Fate che tutte le dualità vengano umiliate dalla vostra neutralità.
Devoto: Sí, Baba, ma quando ci si trova a subire un dolore?...
Sai Baba: Pensate forse che vi sottoporrei alla prova del dolore ove non ne esistessero ragioni? Aprite il vostro cuore al dolore, come lo fate ora al piacere, perché così io voglio, per il vostro bene. Reagite al dolore come a una sfida. Non tentate di sottrarvi. Non prestate ascolto alla vostra mente, perché la vostra mente genera il bisogno. Fa tutto parte di un piano: distogliete il vostro io e la vostra mente dal tormento dei bisogni inappagati per farvi ascoltare la mia voce.

Devoto: Baba! Non mi stanco di implorare il vostro Darshan (benedizione di essere alla presenza di un uomo Santo). Ditemi dove venire e quando.
Sai Baba: Voglio che voi non diate importanza a questi criteri ed attendiate con buona disposizione d'animo seppur privi di certezza. Collocazione significa limite; non interferite nel corso degli eventi. Non stancatevi di lasciarvi guidare da me, perché io vi ho prescelti.
Devoto: Considerando la somma di difetti che ci opprime, come potremmo aspirare tanto in alto?
Sai Baba: Io vi faccio carico di tutte le manchevolezze che vi affliggono allo scopo di sottomettere la vostra mente ed usarla come strumento per pungolarvi. Starà a voi trarne le conclusioni e convertire le vostre improntitudini in opinioni su cui plasmare attività e atteggiamenti.
Devoto: Costa fatica sottostare alle vostre prove?
Sai Baba: E' come preparare una torta e cuocerla. Preparo le dosi, mescolo, impasto, cuocio. Vi inondo di lacrime; vi soffoco nei singhiozzi. Vi rendo inermi, anime che si offrono a Dio. Sono venuto per correggervi. Mi propongo di trasformarvi in sadhaka (cultori dello spirito). Non vi lascerò sino a che ciò non si compia. Anche se vi allontanerete prima che la trasformazione sia compiuta, non cesserò di mantenere la mia presa su di voi. Non potete sfuggirmi.
Devoto: Quanto vi mostrate caritatevole!
Sai Baba: Nulla mi sfugge, in nessun luogo, in nessun modo. I miei poteri sono incondizionati, illimitati. Io sono la certezza. Il tutto.
Devoto: Come possiamo aspirare alla vostra grazia?
Sai Baba: Non vi chiedo concentrazione assoluta o totale rinuncia. A tutti gli esseri umani chiedo solo amore. Chiedo solo che vi rivolgiate a me quando la vostra mente è imprigionata nelle spire del dolore o dell'orgoglio o dell'invidia. Svelatemi i più riposti meandri della vostra mente, non importa quanto grotteschi, quanto dilaniati dal dubbio o dalle delusioni. Non vi respingerò. Sarò una madre per voi. Non importa dove andrete, là io ci sarò. Posso essere con voi dovunque.
Devoto: Io invoco darshan a piena voce e voi mi imponete di riattraversare i mari per riprendere la mia solita via.
Sai Baba: Sono più necessario a coloro la cui fede vacilla che a quanti ne mancano del tutto. Le loro improntitudini derivano dalla tendenza a farsi condizionare dal mondo esterno.
Devoto: Baba, pur nella mia inadeguatezza, ti chiedo questo dono: fa che io divenga uno strumento nelle tue mani.
Sai Baba: Tutti sono miei strumenti. Forse voi credete che io operi una scelta: questo è buono, quest'altro è peggiore, e così via. No. Mi servo di entrambi. La mia volontà è la fonte di tutto ciò che esiste ed accade; compenetra ogni cosa ed ogni atto; comprende tutto. In verità vi dico: io voglio che la mia volontà si manifesti in voi, attraverso di voi. (*)
(*) Sanathana Sarathi, Agosto 1974, p. 185
Tratto dal libro "Sai Baba, L'uomo santo e lo psichiatra"Samuel H. Sandweiss M.D., Sai Baba, L'uomo santo e lo psichiatra. Magenta, Antonio Craxi Editore, 1977, pp. 206-207
Pensate forse che vi sottoporrei alla prova del dolore ove non ne esistessero ragioni? Aprite il vostro cuore al dolore, come lo fate ora al piacere, perché così io voglio, per il vostro bene. Reagite al dolore come a una sfida. Non tentate di sottrarvi. Non prestate ascolto alla vostra mente, perché la vostra mente genera il bisogno. Fa tutto parte di un piano: distogliete il vostro io e la vostra mente dal tormento dei bisogni inappagati per farvi ascoltare la mia voce. (Sri Sathya Sai Baba)
Un incontro con Sai Baba
Baba aveva fatto entrare il nostro gruppo di italiani, oltre a due americani e cinque indiani. Prima di ogni altra cosa, dopo di averci fatto prender posto seduti in terra, l'Avatar materializza un pugno di cenere e ce ne distribuisce un pizzico a testa; poi chiede se abbiamo da fargli qualche domanda di carattere spirituale. Non è facile rispondere: allora Egli ci fa un breve discorso incentrato sull'Amore: Dio è Prema, Amore, e voi, che siete tutti incarnazioni di Dio, anche se non avete coscienza di esserlo, dovete essere tutti «Premasvarupa», personificazioni dell'amore (anzi, Egli disse «Premasvarupalara», con un affettuoso diminutivo proprio della lingua Telegù). Poi, ad uno ad uno, si rivolge a noi: «Tu, che cosa vuoi?». Anche se non abbiamo una domanda pronta, Baba legge nei nostri pensieri e sa quello di cui abbisogna ognuno di noi. Ci parla in inglese, ma tutti Lo capiscono, allo stesso modo col quale Lui legge il nostro pensiero, prima ancora che noi lo esprimiamo in italiano o nel nostro inglese approssimativo. Ci dice: «Io sono venuto sulla terra per dare», e tende la mano con la palma rivolta verso il basso, nel gesto col quale materializza gli oggetti, «e non per prendere», aggiunge, voltando la mano con la palma verso l'alto. «Venite da me con le mani vuote, ma col cuore pieno d'amore».
Intanto a parecchi di noi crea un regalo: un anello, un medaglione; qualcuno gli porge un anello perché Egli lo tramuti in qualcos'altro. Lo Svami lo prende tra le dita, e gli chiede: «Che cosa vuoi?» Il devoto Gli risponde: «I want You! Voglio Te!» Con un sorrisetto Baba soffia due volte sull'anello, e quello diventa un'altra cosa: una placchetta di smalto, con il ritratto dello Svami, su di una montatura d'oro. Una signora romana Gli porge una fotografia dell'Avatar, sotto vetro: «Vorrei che producesse Vibhuti!» Gli chiede. Sai Baba prende il quadretto con le due mani, ed ecco che il vetro incomincia a trasudare la sacra cenere, fra le esclamazioni dei presenti. Ad un'altra signora, che da anni pratica con costanza il Hatha-Yoga, materializza un ciondolo d'argento, formato dall'OM nella sua sigla sanscrita, che fa da sfondo ad un'immagine di Ganesha a tutto tondo. (Il gran vecchio N. Kasturi, lo storiografo di Baba e direttore della Rivista dell'Ashram, «Sanâthana Sârathi», ci spiegherà poi che il dio Ganesha presiede allo Yoga, ed al Muladhara Ciakra, il primo dei sei centri sottili dell'essere umano, e perciò Sai Baba, nella Sua onniscienza, conscio che la donna era una Yoghini, le aveva creato un gioiello adatto a lei, e adatto a servirle di ricordo e di talismano nel suo Yoga). Poi chiese l'ora a un giovinetto indiano, ben sapendo che Gli avrebbe risposto di non avere orologio; stringe la mano a pugno, e poi la riapre; vi appare un orologio da polso, con tanto di cinturino di pelle nera.
Alla fine dell'udienza Baba, da una sporta di plastica rossa, di quelle che le massaie portano al mercato per fare la spesa, trae manciate di cartine di Vibhuti che distribuisce a tutti noi. Dobbiamo imparare a porgere le mani avvicinate a coppa, come fanno gli indiani; la grazia del gesto è anch'essa un segno di gratitudine.
Ad ogni miracolo erano esclamazioni e lacrime, per l'impressione di assistere a qualcosa di incredibile, e la sensazione quasi fisica di essere avvolti da un mare d'amore. Sono parole che paiono suonare come un riflesso di suggestione e di fanatismo, ma non rappresentano che una fioca immagine di quello che accadeva nell'animo dei presenti.
Passano i giorni, e viene il momento della partenza; nessuno vuol perdere l'ultimo Darshan; si fa notte, e il conduttore del torpedone che avevamo noleggiato dall'agenzia di stato ci riporterà a Bangalùr in meno di tre ore.
Ripartiremo per l'Italia col ricordo delle ultime parole che ci ha detto l'Avatar, Sri Bhagavan Svani Sathya Sai Baba: «Vi benedico; sono sempre con voi!»
Non fu una formula stereotipata: è la Parola della Personificazione della Coscienza Universale, Una ed Onnipresente, Una con tutte le nostre coscienze che si credono separate; e ci ha enunciato una Verità che dovrebbe esser sempre stampata nelle nostre menti;Egli è noi, e noi siamo Lui.
Tratto dal libro "Sai Baba. Un viaggio alla ricerca di Dio" diMario J. BiancoMario J. Bianco, Sai Baba. Un viaggio alla ricerca di Dio. Torino, Edizioni Sathya, 1980, pp. 26-


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Sai Baba, Signore dei miracoli

Articolo del Dr. BhagavanthamIl Dr S. Bhagavantham M.Sc, D.Sc, Ph.D, uno dei più eminenti fisici nucleari indiani, consigliere del Governo indiano per i programmi atomici, scrisse questo articolo molti anni fa. Tratto da: "Il Messaggio di Sai Baba l'Avatara" (Bresci Editore).
Io mi considero un uomo di scienza, ed il fatto che riesca a conciliare la mia formazione culturale ed i miei concetti sul funzionamento delle leggi fisiche con tutto ciò che vedo fare da Sai Baba, mi sconcerta profondamente.
Racconterò qui alcuni fatti nei quali credo si celi una risposta che spero di raggiungere e decifrare; ma sia ben chiaro che sarà una risposta che ha valore per me personalmente; e non ho l'intenzione di indurre alcun razionalista, né alcun agnostico, a concordare con le mie conclusioni.
E' un fatto che non tutti coloro che vengono all'ashram di Baba passano attraverso le stesse fasi: c'è chi impiega due o tre anni prima di ammettere che in Baba c'è qualcosa di diverso dall'uomo comune; per altri questo avviene in pochi minuti. Ho visto atei dichiarati capitare qui per caso, rimanerci dieci o quindici minuti e andarsene completamente cambiati. Per quanto riguarda il mio caso credo che l'esperienza che ho attraversato, data la mia preparazione specifica ed il mio modo di pensare, non abbia confronto con quella di nessun'altra persona.
Ho assistito a migliaia di miracoli eseguiti da Sai Baba, ed il lungo tempo che ho passato vicino a Lui mi ha portato a non dare molta importanza ad essi; ma per chi Lo incontra per la prima volta è ben altra cosa. Nove persone su dieci rimangono colpite dopo aver assistito ad un miracolo e si domandano come mai possano accadere cose simili: "Io non lo potrei fare", pensano: "e neanche gli altri"; e concludono "allora Sai Baba è diverso da tutti!".
Desidero raccontarvi un paio di miracoli che ebbero un peso notevole nella mia vita, anche se ci tengo a dichiarare che ho raggiunto un livello nel quale mi rendo conto che il miracolo non è la più grande delle manifestazioni del potere di Sai Baba. Egli è venuto a dirci qualcosa di molto più profondo e significativo; ed è proprio questo ciò che dobbiamo comprendere ed imparare. Mi sia consentito di ripetere che io sono un "uomo di scienza" e , come tale, sono portato a pensare razionalmente.Il fatto che sto per narrare accadde alcuni anni fa, quando ero molto orgoglioso della mia scienza.
Mi accadde di incontrarmi con Sai Baba per un mero caso; qualcuno mi aveva detto che Egli è una Persona Divina.Ora devo premettere che gli studiosi i quali credono che Scienza vuol dire solo un complesso di conoscenze intorno a qualcosa come la fisica o la chimica o simili, non meritano attenzione; sono persone di mentalità ristretta, che è tutto il contrario di mentalità scientifica. La Scienza insegna che non si devono avere preconcetti, e che non si deve giudicare prima di avere impiegato la propria intelligenza a formare un giudizio. Purtroppo molti sono istruiti solo a metà, e si formano un giudizio o per mezzo di una logica fasulla, o per mezzo dell' opinione di altri, senza avere la conoscenza diretta dei fatti e senza far uso della propria ragione. Il che non è affatto scientifico.
Nel marzo e nell' aprile del 1972, quando il Bhagavan fu a Delhi, non c'era posto per una sola persona in un raggio di tre chilometri attorno al luogo deve c'era Sai Baba, ma una volta, circa quindici anni fa, non era così; attorno a Lui c'era solo qualche centinaio di persone, tanto che una sera Egli disse: "Andiamo a fare una passeggiata?" e andammo a piedi giù per il fiume Citravati finché arrivammo al Suo ashram. Là ci sedemmo sulla sabbia, ed Egli cominciò a punzecchiarmi dicendo che tutti gli scienziati sono atei, e che vogliono che tutto sia loro dimostrato prima di credere. Essi chiedono: "C'è Dio?" e vogliono vedere Dio; se non lo possono vedere, affermano che Dio non esiste. Questa è la scienza induttiva: se non si sperimenta qualcosa non ci si crede. E tu sei come loro. Non credi in Dio? Non credi nella Divinità? Non credi nella nostra tradizione e nelle nostre Scritture?
Io gli dissi: "Baba, non c'è neppur bisogno di aver studiato per essere ateo. Ci sono molte persone ignoranti, analfabete, che non credono in Dio; come ci sono quelli che studiano, e più studiano meno credono. E ci sono anche molti che credono; quindi, lo studio della scienza o di qualunque altra cosa non ha niente a che fare con il credere o il non credere. La mia famiglia ha sempre rispettato la tradizione; mio padre e mio nonno erano entrambi dei cultori della letteratura Sanscrita e credevano in Dio. Ma io, anche a causa delle tendenze moderne, ho studiato le scienze per guadagnarmi da vivere; anche se non posso dire di essere un uomo molto religioso, non devi concludere che non credo in Dio".
Gli raccontai la storia di Oppenheimer, noto scienziato americano, che inventò la prima bomba atomica. Quando fu fatta esplodere per la prima volta, gli chiesero che cosa ne pensasse, ed Oppenheimer citò un verso della Bhagavad Ghita, ed aggiunse che la luce che fu prodotta dallo scoppio era tale che si sarebbe potuta descrivere solo con le parole di Argiuna quando Krishna gli concesse di vedere la Manifestazione dei Signore. Argiuna disse che pareva la luce di mille soli. E conclusi: "Se un americano può citate un testo indiano al momento culminante della sua realizzazione scientifica, perché credi che io, indiano, nato in una famiglia tradizionale non rispetti le Tradizioni ed i testi indiani?"
Racconto tutto ciò per dimostrare che la conversazione era stata introdotta da me, che il posto dove ci mettemmo a sedere l'avevo scelto io, e che l'idea della Bhagavad Ghita l'avevo tirata fuori io. Egli allora disse: "Bene! Cosicché tu credi nella Bhagavad Ghita e, come scienziato, rispetti e leggi la Ghita".

Il mio essere razionale volle di nuovo affermarsi, e risposi: "Certo che la rispetto, certo che la leggo, ma la leggo solo quando ne ho voglia".Seduti tutt'attorno c'erano almeno cento persone; Egli prese con le due mai un pugno di sabbia e mi disse di tendere la mia destra Egli mise nella mia mano la sabbia, e sotto i miei occhi questa si tramutò in un piccolo libretto, con la Bhagavad Ghita. Ho raccontato tutta la successione dei fatti perché sì veda che io scelsi il luogo, in modo che non si possa dire che qualcuno avesse preventivamente messo nella sabbia il libretto; e poi fui io stesso a portare il discorso sulla Ghita.
Il mio razionalismo mi fece subito pensare che se c'è un libro stampato, dev'essere stato stampato in qualche tipografia; e chiesi immediatamente a Baba: "Dove è stato stampato?" La mia domanda era fatta con l'intenzione di creare un piccolo problema per Baba; ma chi era molto perplesso ero io e invece chi era perfettamente tranquillo e si divertiva all' episodio era Sai Baba. Sorrise e disse: "Nella Tipografia Sai", ed aggiunse, "Dunque, Bhagavantham, vorrei un po' sapere che cos'ha da dire la scienza a questo riguardo!" In effetti, non ha proprio nulla da dire.Molti dicono che Sai Baba favorisce le persone che hanno una certa importanza, e credo che fra quel centinaio di persone ce ne fossero alcune che avranno pensato che quel signore -io- fosse il Direttore dell' Istituto, che fosse una persona importante, e per quella ragione Baba gli stesse facendo una preferenza regalandogli il libricino della Ghita. Qualche giovane chiese a Baba: "Posso avere anch'io una Bhagavad Ghita?"; ed il Bhagavan gli rispose : "Certo! Con quattro "anna" te la puoi comprare in Bangalore".
Ma non dimenticherò mai che subito dopo chiamò fuori dal gruppo un uomo dall'aspetto molto misero, che non aveva neppure una camicia indosso. Lo chiamò per nome, e l'uomo ne fu molto sorpreso. Gli disse: "Uomo, tu sei molto povero, sei venuto qui e sei rimasto questi ultimi quattro giorni sotto quell'albero nel mio ashram. Tu sei un devoto di Harnath Baba e di Kusum Kumari e sei andato in giro a chiedere l'elemosina perché vorresti costruire un tempio dedicato a Hamath Baba nel tuo villaggio."Era tutto vero. "Sei venuto per chiedermi una donazione per la costruzione del tempio". Egli fece un lungo discorso; "E' molto sbagliato. Dio è in ognuno di noi; Dio è in te; perché vai in cerca di Dio? Non occorre, costruire templi, e a te non tocca farlo. Torna a casa, ed io ti darò un'immagine di Harnath Baba; mettila nella tua puja (stanza delle preghiere) e adorala, ma non costruire dei templi, Dio non sta nei templi se non c'è nel vostro cuore". Il discorso che gli fece fu lungo, come con ogni altro devoto, ma io pensavo ancora al mistero del libricino che mi aveva dato. "Se lo è portato con sé per poi darmelo" pensavo.
Allora, per darmi una lezione, ecco che cosa fece. L'uomo di prima portava un distintivo con la figura di Hamath Baba e di Kusurn Kumanii; allora Baba prese in mano un po' di sabbia, e questa si trasformò in un' immagine d'argento di Harnath Baba e di Kusum Kumaii, e me la diede dicendo: "L'ho creata per questo mio amico, e tu la devi vedere". La guardai: era un duplicato esatto del distintivo dell'uomo. Vidi perfino che sopra la figura di Kusum Kumaii c'era un tilak rosso rotondo, segno della femminilità, e sulla sua copia ce n'era uno identico.
Baba sapeva che io avrei esaminato ogni particolare per vedere, se Lui aveva veramente creato una copia, o se si era portato quell'immagine da chissà dove; lo sapeva, ed io ebbi la soddisfazione di constatare che la seconda immagine era una riproduzione fedele del distintivo che portava quel pover'uomo. Baba mi guardò con un sorriso: "Sei contento? La scienza ha qualcosa da dire in merito?" Poi mi riprese l'oggetto e lo diede all'uomo. Questa è una dimostrazione in più che davanti al Divino, posizione ed autorità non contano, né la povertà o la ricchezza; solo la devozione e la Grazia di Dio contano, e se Lui vuole, dà certamente la grazia al potente come al miserabile. Egli gli disse: "Non andare elemosinando; non cercare Dio. Egli è nella tua casa. Torna, metti questa medaglia nella tua cappella, e adorala". Fu una delle svariate occasioni nelle quali mi disse: "Che cos'ha da dire la scienza su questo?".
Ciò si ripeté per dieci anni. Un giorno ci trovavamo sulla spiaggia di Capo Comerin; attorno a Lui stavano sedute una ventina di persone, ed Egli stava giocando con l'acqua di mare. Chiese a qualcuno come viene chiamato l'oceano, e un giovane rispose: "Ratnakara!". Allora Baba mi disse: "Se si chiama Ratnakara, deve contenere Ratna, cioè diamanti, e l'oceano dovrebbe darci dei diamanti!" Io dissi allora: "Certo, Baba, se lo vuoi, Tu puoi averne diamanti!" Tutti i presenti stavano a vedere se avrebbe tratto i diamanti dall'acqua del mare. "Oh sì"; rispose col fare scherzoso del suo "lila" (Gioco Divino); raccolse un po' d'acqua di mare nella mano, e l'acqua divenne nelle sue mani una bella collanina di brillanti. Me la mostrò e disse: "Che ne faremo?".
Anche allora mi era troppo difficile pensare che l'acqua si fosse cambiata in brillanti. Quando Egli chiese che cosa se ne poteva fare, io vidi che la collana era piuttosto piccola e che, data la misura della sua testa, lo avreimesso in difficoltà chiedendoGli di mettersela al collo. Prima ancora che io lo dicessi, Egli fece: "Oh sì, me la potrei metterete al collo"; tese la collana fra le mani, ed essa si allungò finché fu tanto grande da potersela infilare; se la mise e disse a me: "Che ne facciamo?".
Potrei raccontare molti di questi aneddoti. Alla fine di ognuno Egli era tanto generoso da perdonarmi i dubbi ed i conflitti che avevo in me nel cercare di mettere d'accordo due punti di di vista opposti. Così andò avanti per tre anni, ed alla fine, in una riunione pubblica a Madras, davanti a più di 10.000 persone, dovetti ammettere che come uomo di scienza avevo cercato di trovare delle spiegazioni razionali e scientifiche di quello che avevo visto, ma non c'ero mai riuscito. Esistono molte cose che la scienza non può spiegare, cose che la trascendono. Bhagavan Sri Sathya Sai Baba non è soggetto alle leggi conosciute dalla scienza; Egli sta al dì sopra della scienza, e ciò che fa non può essere spiegato con mezzi normali. Dopo d'allora cessò di fare miracoli per convincermi.
La scienza, che è costruita su di un immenso edificio logico, è molto utile, ma ha i suoi limiti. Tratta di cose che si riferiscono ai nostri cinque sensi di percezione, ma ci sono molte altre cose che non entrano nel campo di osservazione dei sensi di percezione, come per esempio le emozioni e l'intuizione. Se un uomo viene a dire: "Sento che la grazia di Dio mi ha salvato da una tremenda catastrofe" lo scienziato non può far altro che alzare le mani e dire "non capisco".
Un altro stupefacente aspetto di Sai Baba è la Sua capacità di trovarsi in due o più luoghi allo stesso tempo. Uno dei più noti casi di bilocazione è quello che racconta lo Schulman, giornalista americano mandato dal suo direttore a studiare il "caso" Sai Baba. Dopo un viaggio un po' avventuroso, lo Schulman si era preso una grave febbre intestinale, e si era coricato nella sua stanza d'albergo con addosso un mucchio di coperte per vincere i brividi della febbre. Ad un tratto la camera buia si illuminò, ed egli vide Sai Baba ai piedi del suo letto, che lo rassicurava con un sorriso e gli disse di dormire tranquillo perché l'indomani si sarebbe risvegliato guarito.
Fu proprio così, e Schulman poté giungere a Prasanthi Nilayam, dove avrebbe finalmente visto Sai Baba di persona.Sai Baba appena lo vide disse a Kasturi, che glielo voleva presentare: "Non c'è bisogno che tu mi presenti Schulman; ci siamo già incontrati l'altra notte all'albergo!" Non occorre dire che in tutti quei giorni Baba non si era mai mosso da Prasanthi Nilayam. La Sua Presenza crea un'atmosfera di pace e di gioia che è avvertita da tutti, ed è spesso accompagnata da una dolce e penetrante fragranza; ma questa Presenza è avvertita anche in luoghi lontanissimi da dove Egli sembra trovarsi fisicamente. Nell'Ashram di Indra Devi, situato alla frontiera tra la Califomia ed il Messico, spesso si sente il Suo profumo e si vede l'impronta dei Suoi Piedi sul cuscino di raso bianco posto presso la sedia preparata per Lui nella sala dedicata ai Bhajan. La Sua cenere continua a prodursi in un gran numero di luoghi, da Bangalore a New York,da Londra allo Zaire.
Dice Baba: "Trattate tutti come trattereste voi stessi, amate tutti; spargete amore ovunque". Infatti Egli dice che nel mondo c'è una sola religione, ed è la religione dell'Amore. Se apprendete ad amare l'umanità come parte e frazione di voi stessi, avrete visto Dio in ogni essere umano. Andate da Lui e ne avrete la dimostrazione. Basta che stiate con Lui cinque minuti; lo vedrete mettere in pratica quello che insegna in un modo che nessun essere umano può fare.
L'altra qualità straordinaria che possiede Sai Baba è la sua enorme pazienza nel trattare i problemi della gente. In media Egli parla con duecento persone al giorno, ed ho potuto verificare che il duecentesimo è altrettanto contento quanto il primo od il cento novantesimo, ed è convinto che Baba ha passato un po' più di tempo con lui; proprio per lui. Ciò non è umanamente possibile, può essere una prerogativa della divinità.
Nei giorni di festività ci sono almeno 50.000 persone, e tra loro molti vecchi o malati; eppure Baba non soffre mai nel vedere malati o doloranti; Egli è calmo e tranquillo, e nulla Lo influenza (anche se, sentendo tra le decine di migliaia di persone qualcuno in imminente pericolo, lo individua e lo guarisce immediatamente a distanza, con un solo gesto della mano). Dopo un giorno di lavoro incessante lo vedete sorridere pieno di freschezza. Egli insegna il Karma Yoga, predica l'Azione, l'azione disinteressata in modo assoluto, perché il lavoro è preghiera, è dovere, e il dovere è Dio, e il lavoro, per essere una offerta degna di Dio, dev'essere puro e perfetto.
Dr. S. Bhagavantam
Sai Baba, Signore dei miracoli
In: Il Messaggio di Sai Baba, l'Avatara, Bresci Editore, Torino, Quaderni dell'Età dell'Acquario, Quaderno N. 16, pp. 27-32
 
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Amore che cammina su due gambeTestimonianza di un esperto dell'aura
«L'amore è Dio. Dio è amore». (Sri Sathya Sai Baba)
Il professor Frank Baranowski, americano, si è specializzato nella ricerca sulle aure, e lavora nell'università dell'Arizona. E' un esperto nel campo biomagnetico e nella fotografia delle radiazioni. Ha fotografato e interpretato le aure di innumerevoli uomini e donne con l'ultrasensitiva camera Kirlian.
Egli ha esaminato le auree di innumerevoli uomini di santa vita e di yogi, in India e altrove. La camera Kirlian è così sensibile da registrare l'aura che si estende dal corpo umano al di là di esso, generalmente non visibile a occhio nudo. Questa camera, che ha preso il nome del suo inventore, venne realizzata in Russia nel 1939, ma tenuta segreta. Nel 1969 un americano, Kendell Johnson, la inventò una seconda volta e oggi la camera Kirlian viene usata in più di quaranta paesi. E' molto simile a un apparecchio per raggi X senza una lente, e registra fedelmente i campi e i colori di un'aura.
Il professor Baranowski spiega che alcuni posseggono la capacità di vedere le aure con i loro occhi, e li addestra a valersi in modo esatto di questo dono. E' in contatto con esperti di scienze fisiche e con ipnotizzatori in relazione a vari studi da lui condotti sulla reincarnazione. Possiede fotografie Kirlian che mostrano i raggi energetici e i colori che emanano dall'uomo. E attraverso tali studi e altri simili sono oggi interpretati fenomeni come la guarigione per fede.
Il professor Baranowski ha letto molti libri su Sri Sathya Sai Baba, fra cui Sai Baba, the Holy Man and the Psychiatrist (Sai Baba, il santo e lo psichiatra) di Samuel Sandweiss. Si è chiesto se una tale personalità esistesse realmente e se tutto quello che era stato scritto su di lui fosse vero. Poiché stava scrivendo un libro sulla reincarnazione, in base a casi studiati e ad altri fenomeni, si interessò all'affermazione di Sri Sathya Sai Baba di essre la reincarnazione di Shirdi Sai Baba. E non esitò a scrivere a Sri Sathya Sai Baba per chiedergli una prefazione al suo libro. Non conoscendolo personalmente, gli offrì una percentuale sui diritti d'autore. La sua lettera non ebbe risposta.
Il professor Baranowski dice che, nel corso dell'esame clinico di 16.000 persone, ha trovato che quasi il 90% di esse potevano ricordare, sotto ipnosi, esperienze antiche di 300 anni. Durante l'ipnosi esse regredivano in personalità che avevano nomi diversi e parlavano altre lingue, come il francese del secolo XVII. Tutto questo, a suo giudizio, sembrava avere molta importanza per il problema del Karma e della reincarnazione.
Nel Natale del 1977 il professor Baranowski fu ospite in una casa in cui si cantavano bhajan. Non abituato a questa forma di celebrazione, egli si ritirò nella sua stanza al piano di sopra. Era lì, tranquillamente, al buio, quando fu colpito dall'improvviso accendersi di una candela sul tavolo. La fiamma illuminava una vicina immagine di Sri Sathya Sai Baba.
Non riusciva a capire chi avesse potuto accendere la candela, perché era solo nella stanza. Non si era udito alcun rumore e nessuno era entrato. Come pteva essere apparsa improvvisamente una fiamma all'estremo della candela? Guardò l'immagine ed essa provocò in lui molte emozioni. Sembrava penetrarlo e fargli cenno. Pe run uomo di scienza tutto ciò era assolutamente inesplicabile.
Il pensiero di Sri Sathya Sai Baba rimase in lui molto dopo l'esperienza della candela. Egli decise di recarsi in India e di visitare Whitefield. La prima volta che vi andò, vide Sri Sathya Sai Baba apparire al balcone, e rimase senza fiato per l'aura e i colori che emanavano da lui. Larghe e spesse strisce bianche e rosse fluivano da lui: bianche, il colore dell'energia, e rosse, il colore dell'amore. E più ancora lo stupivano strisce d'oro e d'argento. Non aveva mai visto queste strisce sebbene sapesse che, in teoria, esistevano. Per la prima volta stava osservando una persona con un'aura d'oro brillante, che si muoveva e risplendeva come raggi di sole sull'acqua. Non riusciva a trarre respiro.
Osservò Sri Sathya Sai Baba nel parco di Brindavan per quasi una settimana. «Tanta energia e tanto amore fluivano da lui. Il rosso abbracciava la gente, andava e veniva. L'aura si diffondeva avvolgendo la zona come una massa o nube rossa. Era tutta energia in forma di amore che fluiva da lui. Molta di questa energia viene usata dalla gente: essa emana semplicemente da lui sugli uomini, ed essi la assorbono», disse con enfasi il professor Baranowski.
Ognuno ha un'aura. A volte essa ha un colore dominante. Ma una tale coloritura rossa in strisce larghe e spesse è qualche cosa di assolutamente straordinario. Una persona può avere questo tipo di aura solo se ama in modo totale, emanando ed esprimendo amore, parlando e vivendo amore.
Sri Sathya Sai Baba ha anche larghe strisce di aura blu, oltre il bianco. Questo è almeno il doppio di quanto appare in una persona comune. E tutte sono circondate di rosso. Sono colori buoni e combinazioni eccellenti. Il professor Baranowski spiega che vi sono cinque differenti sfumature di aura (in sanscrito teja) denotanti gli aspetti estetico, spirituale, intellettuale, fisico e morale. Questi possono essere spiegati scientificamente. Ma l'aura che circonda Sri Sathya Sai Baba va oltre ogni spiegazione.
Il professor Baranowski mi disse che l'aura di Sri Sathya Sai Baba è al suo massimo quando vengono cantati i bhajan. Allora il rosso abbraccia tutta la gente che canta nella stanza e si estende oltre di essa.
«Non posso trovare una spiegazione scientifica per questo fenomeno unico», mi disse. «L'amore che egli genera ci avvolge e penetra in noi. La sua energia è assorbita da moltissimi... sembra infinita come il suo amore. Altrimenti nessun essere comune potrebbe sopravvivere a tanta attività, dopo che tanti gli hanno portato via tanta forza».
Il professor Baranowski lo vide parlare con una ragazzina in una fila di folla che aspettava di vederlo. Ella era invalida, in una carrozzella. «L'aura di Sai Baba divenne immensa mentre egli la toccava con delicatezza, e il suo amore (prema) fluì nella fanciulla».
Nel guardare entro gli occhi di Sri Sathya Sai Baba, il professore ebbe un'esperienza indimenticabile. Perché, egli dice, «Gli occhi di Sai Baba risplendevano anche nell'interno, con il fulgore di un diamante. Ho visto molti occhi bruni, ma nessuno che potesse rifulgere come quelli nell'intimo, e tuttavia essi rifulgevano. Egli è amore. Egli è esattamente quello che dice di essere: una incarnazione di amore».
Sri Sathya Sai Baba creò un anello d'oro, con nove gemme, per il professor Baranowski quando egli meno se lo aspettava. Ed egli rimase sbigottito. «Il fatto avvenne a pochi pollici dai miei occhi, che sono scientificamente addestrati. E' incredibile come, usando energia, egli possa donare dell'oro».
«Io non sono cresciuto con credenze indù. Sono cattolico, educato nella fede cristiana. E appartengo alla comunità scientifica. Nel mio paese è difficile accettare qualcuno come Dio, perché non è scientifico. Quando dico di avere visto il volto della divinità i cui occhi erano luminosi, metto in giuoco la mia reputazione scientifica e i miei colleghi possono pensare che sia uscito di senno. Ma non vi bado. Perché, secondo il mio giudizio e la mia esperienza, Sai Baba è, quanto all'aura, esattamente quello che dice di essere e che vorrebbe che tutti noi fossimo. E' puro e semplice amore: un amore che cammina su due gambe. E un tale amore privo di ogni egoismo non è altro che divinità».
Tratto dal libro "Sai Baba. La divinità vivente" diShakuntala BaluShakuntala Balu, Sai Baba. La divinità vivente. Milano, Armenia Editore, 1987, pp. 49-52

Lo scopo della vita
In tempi di difficoltà e di tragedia, ma anche in altri periodi, l'uomo si domanda: «Qual è lo scopo della vita?» Per la maggior parte dei suoi giorni ha agito come se lo scopo dell'esistenza fosse quello di fare soldi, far carriera, diventare famoso o potente, oppure soltanto divertirsi, guazzando in un mondo di desiderî sensoriali. Ha sempre. creduto che il raggiungimento di questi traguardi avrebbe potuto renderlo felice. Ma un bel giorno, quando, per una ragione qualsiasi, deve forse guardare in faccia la morte e si accorge di quanto gli sia vicina, comincia a dubitare della validità di questi risultati. Qual è allora lo vera Méta? Che cosa potrà dargli quello stato di gioia costante che il cuore umano desidera da sempre? Può esser trovato in qualche paradiso nei cieli?
Sai Baba insegna che lo scopo della vita è trovare chi veramente siamo. Ci dice che l'uomo è come quel principino che era stato rapito da bimbo, ed era cresciuto fra i ladroni credendo d'esser un ladrone anche lui. Ma viene poi a sapere in modo indubbio di essere un principe con un'eredità magnifica, ed allora la sua vita e il suo modo di vedere cambiano totalmente.
Così la nostra vita si può svolgere ad un nuovo livello e il nostro mondo può cambiare del tutto se arriviamo alla conoscenza diretta e indubbia della nostra vera identità; questo cambiamento s'accompagnerà ad una gioia permanente che non sarà toccata dagli alti e bassi della sorte, perché la scoperta di ciò che veramente siamo apre la strada a questa gioia che è una parte della nostra vera natura.
Per fare questa grande scoperta non dobbiamo aspettar di morire e di passare a qualche altra regione dell'esistenza. In effetti sarà meglio che la facciamo qui; e questo è il fine della vita umana sulla terra.
Chi ha trovato il proprio vero Sé occulto ha trovato Dio, perché egli è Uno col Sé. Il viaggio interiore verso il Sé e verso Dio può avere tre tappe. Nella prima si sente che Dio è il Padrone; un grande Essere in qualche posto là fuori e che colui che Lo cerca è il Suo servo. Poi il cercatore si è fatto più vicino, e capisce di essere Suo figlio, nato da Dio: e finalmente si rende conto di essere Uno con Dio.
Il cercatore che sperimenta di essere uno con Dio s'accorge anche di essere uno con tutta la vita. Mentre continua a vivere nel mondo, da quel momento in poi la sua vita sarà governata da un'armoniosa unità. Non cercherà più gioia e soddisfazione dalle cose del mondo, ma la gioia sarà sempre in lui. Cercherà solo di servire i suoi simili per condurli alla méta che egli stesso ha raggiunto.
Tratto dal libro "Sai Baba. Invito alla gloria" diHoward MurphetHoward Murphet, Sai Baba. Invito alla gloria. Magenta, Organizzazione Sathya Sai Baba Italia.

Sai Baba e gli animali
"Dio è in ogni creatura. Come potete, quindi, procurar loro tanto dolore?"
Sri Sathya Sai Baba
Un episodio - La gatta di Assam
Accadde il 24 Novembre 1972. Un gruppo di circa 90 persone fece un viaggio da Assam a Puttaparthi (il paese dove risiede Baba) in occasione dei festeggiamenti per il compleanno di Swami, e quando Baba passò in mezzo a loro per dargli qualche bustina di vibhuti, all'improvviso si girò verso una giovane donna che aveva già oltrepassato e le gettò due bustine, dicendole: "Queste sono per la gatta". Chi era quella gatta fortunata? Naturalmente tutti vollero sapere cosa ci fosse dietro quel gesto inaspettato. La storia che la giovane donna, Lakhi, raccontò, fu stupefacente.

In una sera di pioggia ella raccattò una gattina che s'era nascosta in un tubo di scarico, la portò a casa e la chiamò Minkie. Ma la sorella maggiore, un'infermiera dell'ospedale, non era contenta che Lakhi avesse adottato quella gatta randagia. La goccia che fece traboccare il vaso fu che, mentre stavano preparando la cena per alcuni ospiti, Minkie cedette alla tentazione e rubò un pezzo di pesce.

Come risultato la gattina venne presa per la collottola e picchiata con un lungo bastone. Mentre miagolava concitatamente per il dolore, tutte le foto di Baba che avevano in casa (e ce n'erano sedici) oscillarono violentemente e parecchie caddero con gran fracasso.

Pensando si trattasse di un terremoto, gli ospiti uscirono nel cortile, ma le due donne s'accorsero che erano cadute solo le foto di Baba, nessun'altra. "Baba è arrabbiato con noi", gridarono, "fermatevi!". Entrambe allora scoppiarono in lacrime, mentre Lakhi metteva Minkie sul tavolo. La povera micetta si scosse per alleviare il dolore ed in quel momento, dal suo pelo cominciarono a scaturire sbuffi di vibhuti che andavano a cadere sul tavolo! Gli ospiti erano rientrati ed anch'essi furono testimoni di questo avvenimento. La fragranza che riempiva la stanza confermava la presenza, o l'onnipresenza, di Baba.

Erano trascorsi sei mesi da quando questo era accaduto a Gauhati, nell'Assam, ma Baba lo ricordava e, come superò Lakhi fra la folla, si voltò e le diede della vibhuti extra "per la gatta".

Per la maggior parte delle persone può essere difficile comprendere ed accettare ciò che questa storia implica. L'onnipresenza è uno degli attributi divini. Dato che la forma umana di Baba si trova in India, siamo portati a pensare che Egli stia in India, ma questa non è altro che illusione. E non ci legge nella mente se ci racconta qualche avvenimento della nostra vita, o un sogno che abbiamo fatto, o i nostri pensieri più intimi, o anche una conversazione avuta a casa nostra, a migliaia di chilometri di distanza.

Egli lo spiega così: "Non è che Io entri nella vostra mente, la sondi e poi, uscendone, vi dica tutto. La verità è che vi risiedo sempre e sono costantemente consapevole di ciò che vi avviene. Nulla mi è sconosciuto!".

Lascio a voi riflettere su questo pensiero. L'incidente del gatto è solo uno delle migliaia di esempi che comprovano l'onnipresenza di Baba.
Tratto dal libro "Sai Baba. L'incarnazione dell'amore" diMason - LaingPeggy Mason - Ron Laing, Sai Baba. L'incarnazione dell'amore. Modena, Edizioni Milesi, pp. 106.107 

I 108 Nomi Divini
SATHYA SAI ASHTOTTARASHATA NAMA RATNAMALA


1. OM SRI BHAGAVAN SATHYA SAI BABAYA NAMAHA

Signore Divino Padre e Madre a Te m'inchino.Om. I bow for Lord Sathya Sai Baba, who is the Divine Mother and Father.
2. OM SRI SAI SATHYA SVARUPAYA NAMAHA
Immutabile Verità Assoluta a Te m'inchino.Who is the embodiment of truth.
3. OM SRI SAI SATHYA DHARMA PARAYANAYA NAMAHA
Propagatore della Verità delle Leggi Sacre a Te m'inchino.Who is devoted to truth and righteousness.
4. OM SRI SAI VARADAYA NAMAHA

A Te che elargisci ogni bene io m'inchino.
Who grants boons.
5. OM SRI SAI SATPURUSHAYA NAMAHA
Bontà Assoluta per l'uomo a Te m'inchino.
Who is the eternal truth.
6. OM SRI SAI SATHYA GUNATMANE NAMAHA Incarnazione della Virtù, della Verità Assoluta a Te m'inchino.
Who is the virtue of truth.
7. OM SRI SAI SADHU VARDHANAYA NAMAHA
Protettore delle Virtù selezionate a Te m'inchino.
Who expands virtuousness.
8. OM SRI SAI SADHU JANA POSHANAYA NAMAHA
Protettore e Guida delle persone buone a Te m'inchino.
Who helps and maintains the good.
9. OM SRI SAI SARVA JNAYA NAMAHA
Onnisciente Estrema Risorsa per tutti a Te m'inchino.
Who is omniscient.
10. OM SRI SAI SARVAJANA PRIYAYA NAMAHA
Amore Totale che da tutti è amato a Te m'inchino.
Who cherishes all.
11. OM SRI SAI SARVA SHAKTI MURTAYE NAMAHA Simbolo di ogni Energia a Te m'inchino.
Who is the embodiment of all forms of energy.
12. OM SRI SAISARVESHAYA NAMAHA
Tutte le manifestazioni del Pensiero di Dio a Te m'inchino.
Who is the Lord of all.
13. OM SRI SAI SARVA SANGA PARITYAGINE NAMAHA
A Te che senza attaccamenti aiuti tutti ad avere la Luce io m'inchino.
Who knows no attachment.
14. OM SRI SAI SARVA ANTARYAMINE NAMAHA
A Te che ispiri tutte le menti e i cuori io m'inchino.
Who is the intimate motivator of all.
15. OM SRI SAI MAHIMATMANE NAMAHA

Generosità della Gloria Personificata a Te m'inchino.
Who is the ultimate Self.
16. OM SRI SAI MAHESHVARA SVARUPAYA NAMAHA Grande Dio Supremo che elargisci favori a Te m'inchino.Who is the embodiment of the Supreme Personality of Godhead.
17. OM SRI SAI PARTHI GRAMOD BHAVAYA NAMAHA

Nato nel Villaggio di Parthi a Te m'inchino.Who is born in the village of Puttaparthi.
18. OM SRI SAI PARTHI KSHETRA NIVASINE NAMAHA

A te che risiedi nel Sacro Luogo di Puttaparthi per irradiare il mondo del Tuo Messaggio io m'inchino.
Who lives in Puttaparthi.
19. OM SRI SAI YASHAKAYA SHIRDI VASINE NAMAHA

Famoso già abitatore di Shirdi a Te m'inchino.
Who already was celebrated in his former body in Shirdi.
20. OM SRI SAI JODI ADI PALLI SOMAPPAYA NAMAHA
«Siva - Shakti» di Adipalli nel Kailash a Te m'inchino.
Who is Shiva, residing on mount Kailas.
21. OM SRI SAI BHARADVAJA RISHI GOTRAYA NAMAHA Stirpe di Bharadvaja a Te m'inchino.
Who is a kinsman of the sage Bharadvaja.
22. OM SRI SAI BHAKTA VATSALAYA NAMAHA

Maestro protettore dei devoti a Te m'inchino.
Who cherishes His devotees as a mother.
23. OM SRI SAI APANTARATMANE NAMAHA
Traghettatore che supera l'oceano delle Reincarnazioni a Te m'inchino.
Who is not different from our intimate Self.
24. OM SRI SAI AVATARA MURTAYE NAMAHA
Incarnazione di tutte le Personalità Divine a Te m'inchino.
Who is the embodiment of all divine incarnations.
25. OM SRI SAI SARVA BHAYA NIVARINE NAMAHA
A te che cancelli gli ostacoli delle paure io m'inchino.
Who protects against all fear.
26. OM SRI SAI APASTAMBA SUTRAYA NAMAHA Santificato Apastamba Rinnovatore dei Sacri Rituali vedici a Te m'inchino.
Who is born in the Vedic school of the sage Apastamba.
27. OM SRI SAI ABHAYA PRADAYA NAMAHA
Nostro Rifugio e protezione a Te m'inchino.
Who bestows fearlessness.
28. OM SRI SAI RATNAKARA VAMSHOD BHAVAYA NAMAHA

A Te della famiglia Ratnakara Miniera di Gemme Preziose io m'inchino.
Who is born in the Ratnakaram-line.
29. OM SRI SAI SHIRDI SAI ABHEDA SHAKTI AVATARAYA NAMAHA
A Te in tutto identico all'Avatar Sai Baba di Shirdi io m'inchino.
Who's power equals the power of the Shirdi-incarnation.
30. OM SRI SAI SHANKARAYA NAMAHA
A Te che come Siva doni prosperità e felicità io m'inchino.
Who bestows prosperity.
31. OM SRI SAI SHIRDI SAI MURTAYE NAMAHA Incarnazione di Shirdi Sai a Te m'inchino.
Who was Shirdi Sai in His former body.
32. OM SRI SAI DVARAKAMAYI VASINE NAMAHA

A Te del Tempio della Madre Dvaraka aperto a tutti io m'inchino.Who lives in Dvarakamayi, the mosque in Shirdi.
33. OM SRI SAI CHITRAVATI TATA PUTTAPARTHI VIHARINE NAMAHA
A Te che giochi e Ti diletti sulle rive del fiume Chitravati io m'inchino.
Who goes around in Puttaparthi, at the bank of the Chitravati.
34. OM SRI SAI SHAKTI PRADAYA NAMAHA
Dispensatore di ogni energia a Te m'inchino.
Who bestows strength.
35. OM SRI SAI SHARANAGATA TRANAYA NAMAHA
Salvatore di tutti coloro che a Te si abbandonano io m'inchino.
Who protects the surrendered souls.
36. OM SRI SAI ANANDAYA NAMAHA Beatitudine a Te m'inchino.
Who is blissful.
37. OM SRI SAI ANANDA DAYA NAMAHA
A Te che concedi Beatitudine Suprema io m'inchino.
Who bestows exaltation.
38. OM SRI SAI ARTHA TRANA PARAYANAYA NAMAHA

Aiuto dei disperati a Te m'inchino.
Who protects everyone who strives for Him.
39. OM SRI SAI ANATHA NATHAYA NAMAHA

A Te che accogli tutti gli indifesi e gli esclusi io m'inchino.
Who is the protector of those who have no refuge.
40. OM SRI SAI ASAHAYA SAHAYAYA NAMAHA
A Te che accogli tutti i derelitti io m'inchino.
Who is the companion of the lonely.
41. OM SRI SAI LOKA BANDHAVAYA NAMAHA A Te che sei il buon auspicio del mondo io m'inchino.
Who is the friend of all.
42. OM SRI SAI LOKA RAKSHA PARAYANAYA
NAMAHA
Guida e Protezione dei mondi a Te m'inchino.
Who is dedicated to the protection of the world.
43. OM SRI SAI LOKA NATHAYA NAMAHA
Signore dell'Universo a Te m'inchino.
Who is the Lord of the entire world.
44. OM SRI SAI DINA JANA POSHANAYA NAMAHA

A Te che proteggi i diseredati io m'inchino.
Who helps and maintains the needy and the poor.
45. OM SRI SAI MURTI TRAYA SVARUPAYA NAMAHA
Ai Tre Aspetti della Divinità, Creazione, Conservazione, Dissoluzione a Te m'inchino.
Who is the embodiment of the Trinity (Brahma, Vishnu and Shiva).
46. OM SRI SAI MUKTI PRADAYA NAMAHAA Te che Liberi io m'inchino.
Who bestows liberation of bondage of the soul.
47. OM SRI SAI KALUSHA VIDURAYA NAMAHA
A Te che sei perfettissimo e senza difetti io m'inchino.
Who wipes out evil.
48. OM SRI SAI KARUNA KARAYA NAMAHA
Grande Compassionevole verso le creature a Te m'inchino..
Who has compassion with all.
49. OM SRI SAI SARVADHARAYA NAMAHA
Sostenitore di ogni cosa a Te m'inchino.
Who supports everyone.
50. OM SRI SAI SARVA HRIDVASINE NAMAHA
A Te che dimori nel cuore di tutti io m'inchino.
Who dwells in the heart of everybody.
51. OM SRI SAI PUNYA PHALA PRADAYA NAMAHA A Te che concedi Grazie secondo i Meriti io m'inchino.
Who gives us the fruit of our good actions.
52. OM SRI SAI SARVA PAPA KSHAYA KARAYA NAMAHA

A Te che annulli gli effetti di tutte le cattive azioni io m'inchino.
Who destroys all sin.
53. OM SRI SAI SARVA ROGA NIVARINE NAMAHA

Guaritore di ogni malattia. Distruttore del ciclo di nascita e morte a Te m'inchino.
Who protects us against all disease.
54. OM SRI SAI SARVA BADHA HARAYA NAMAHA

A te che allontani i pericoli io m'inchino.
Who removes all grief.
55. OM SRI SAI ANANTA NUTA KARTRINE NAMAHA

Creatore continuamente invocato a Te m'inchino.
Who is the Creator, and is glorified continuously.
56. OM SRI SAI ADI PURUSHAYA NAMAHAPrimigenio Spirito di Dio a Te m'inchino.
Who is the eternal Lord.
57. OM SRI SAI ADI SHAKTAYE NAMAHA
Suprema Energia Primigenia a Te m'inchino..
Who is the original energy.
58. OM SRI SAI APARUPA SHAKTINE NAMAHA
A Te Sublime dai Poteri Straordinari e Meravigliosi io m'inchino.
Who has miraculous powers.
59. OM SRI SAI AVYAKTA RUPINE NAMAHA

Onnipotente Forma non manifesta a Te m'inchino.
Who is formless.
60. OM SRI SAI KAMA KRODHA DHVAMSINE NAMAHA

Distruttore di Brame e di Ira a Te m'inchino.
Who destroys desires and anger.
61. OM SRI SAI KANAKAMBARA DHARINE NAMAHA A Te che indossi la Veste Aurea io m'inchino.
Who wears a gold-colored garment.
62. OM SRI SAI ADBHUTA CHARYAYA NAMAHA
A Te che compi azioni stupefacenti mai viste altrove io m'inchino.
Who displays astonishing miracles.
63. OM SRI SAI APAD BANDHAVAYA NAMAHA
Pronto Soccorso nei pericoli a Te m'inchino.
Who is a friend in distress.
64. OM SRI SAI PREMATMANE NAMAHA
Supremo Amore a Te m'inchino.
Who is Divine Love.
65. OM SRI SAI PREMA MURTAYE NAMAHA

Incarnazione dell'Amore a Te m'inchino.
Who is the embodiment of Divine Love.
66. OM SRI SAI PREMA PRADAYA NAMAHAIspiratore dell'Amore a Te m'inchino.
Who bestows Divine Love.
67. OM SRI SAI PRIYAYA NAMAHA
Adorato da tutti a Te m'inchino.
Who evokes loving emotions.
68. OM SRI SAI BHAKTA PRIYAYA NAMAHA
A Te che sei amato dai Tuoi devoti io m'inchino.
Who is revered by His devotees.
69. OM SRI SAI BHAKTA MANDARAYA NAMAHA
A Te che risvegli la beatitudine nei Tuoi devoti io m'inchino.
Who means heaven for His devotees.
70. OM SRI SAI BHAKTA JANA HRIDAYA VIHARAYA NAMAHA
A Te che Ti diverti nel cuore dei Tuoi devoti io m'inchino.
Who dwells joyfully in the hearts of His devotees.
71. OM SRI SAI BHAKTA JANA HRIDAYA LAYAYA NAMAHA A Te che risiedi nel cuore dei Tuoi devoti io m'inchino.
Who resides in the hearts of His devotees.
72. OM SRI SAI BHAKTA PARADHINAYA NAMAHA
A Te che sei legato alla devozione dei Tuoi devoti io m'inchino.
Who is bound to His devotees.
73. OM SRI SAI BHAKTI JNANA PRADIPAYA NAMAHA
A Te che risvegli la Devozione e la Conoscenza spirituale io m'inchino.Who enlightens in us the lamp of devotion and wisdom.
74. OM SRI SAI BHAKTI JNANA PRADAYA NAMAHA
A Te che indichi la via della devozione che porta alla Saggezza io m'inchino.
Who bestows devotion and wisdom.
75. OM SRI SAI SUJNANA MARGA DARSHAKAYA NAMAHA
A Te che indichi la via della vera Conoscenza io m'inchino.
Who indicates the path to the supreme knowledge.
76. OM SRI SAI JNANA SVARUPAYA NAMAHA Incarnazione della Conoscenza a Te m'inchino.
Who is the embodiment of wisdom.
77. OM SRI SAI GITA BODHAKAYA NAMAHA

Donatore e Insegnante della Gita a Te m'inchino.
Who is the teacher of the Bhagavad Gita (The Song of the Lord).
78. OM SRI SAI JNANA SIDDHI DAYA NAMAHA
A Te che offri saggezza e successo io m'inchino.
Who bestows liberation by means of insight.
79. OM SRI SAI SUNDARA RUPAYA NAMAHA
A Te che hai Forma bellissima io m'inchino.
Who Himself is beauty and splendour.
80. OM SRI SAI PUNYA PURUSHAYA NAMAHA
Puro Spirito di Dio nell'uomo a Te m'inchino.
Who is utterly pure.
81. OM SRI SAI PHALA PRADAYA NAMAHAA Te che elargisci i Frutti delle azioni io m'inchino.
Who gives us the fruit of our actions.
82. OM SRI SAI PURUSHOTTAMAYA NAMAHA
Supremo Spirito Universale a Te m'inchino.
Who is the eternal (masculine) soul, the Supreme Personality.
83. OM SRI SAI PURANA PURUSHAYA NAMAHA
A Te che sei Sempiterno io m'inchino.
Who is the Beginningless Lord.
84. OM SRI SAI ATITAYA NAMAHA
A Te che trascendi il concepibile io m'inchino.
Who goes beyond everything.
85. OM SRI SAI KALATITAYA NAMAHA
A Te che sei al di là del Tempo io io m'inchino.
Who Is the Time.
86. OM SRI SAI SIDDHI RUPAYA NAMAHAA Te che sei ogni Successo ed ogni Possibilità io m'inchino.
Who is the Infallible Lord.
87. OM SRI SAI SIDDHA SAMKALPAYA NAMAHA
A Te il cui Volere è attuazione istantanea io m'inchino.
Whose Will is realized immediately.
88. OM SRI SAI AROGYA PRADAYA NAMAHA
A Te che doni Salute io m'inchino.
Who gives health.
89. OM SRI SAI ANNA VASTRA DAYA NAMAHA

A Te che ridoni Dignità ed Onore con cibo e vesti ai devoti io m'inchino.
Who provides food and clothing.
90. OM SRI SAI SAMSARA DUHKHA KSHAYA KARAYA NAMAHA

A Te che aiuti a superare la sofferenza delle rinascite io m'inchino.
Who liberates from suffering - caused by the bondage of birth and death.
91. OM SRI SAI SARVABHISHTA PRADAYA NAMAHA Donatore di ogni oggetto desiderato a Te m'inchino.
Who fulfills all desires.
92. OM SRI SAI KALYANA GUNAYA NAMAHA

A Te che possiedi tutte le Meravigliose Virtù io m'inchino.
Who embodies the qualities of opulence and auspiciousness.
93. OM SRI SAI KARMA DHVAMSINE NAMAHA
A Te che annulli il Karma nelle sue conseguenze io m'inchino.
Who liberates us from our karma.
94. OM SRI SAI SADHU MANASA SHOBHITAYA NAMAHA

A Te che illumini di Conoscenza la mente dei buoni io m'inchino.
Who enlightens the mind of the good.
95. OM SRI SAI SARVA MATA SAMMATAYA NAMAHA
A Te cheaccetti tutte le religioni io m'inchino.
Who accepts all religions.
96. OM SRI SAI SADHU MANASA PARISHODHAKAYA NAMAHA A Te che aiuti la purificazione della mente degli aspiranti spirituali io m'inchino.
Who raises the soul (or the thinking) of the good.
97. OM SRI SAI SADHAK ANUGRAHA VATA VRIKSHA PRATISHTHAPAKAYA NAMAHA

A Te che consacri l'Albero della Meditazione perché gli aspiranti spirituali possano arrivare all'Illuminazione io m'inchino.
Who has firmly planted the banyantree as a favor for the spiritual seekers.
98. OM SRI SAI SAKALA SAMSHAYA HARAYA
NAMAHA
A Te che dissolvi ogni dubbio io m'inchino.
Who takes away all doubts.
99. OM SRI SAI SAKALA TATTVA BODHAKAYA NAMAHA

A Te che insegni l'Essenza di tutto e la Conoscenza spirituale io m'inchino.
Who teaches the principles of spiritual knowledge.
100. OM SRI SAI YOGISHVARAYA NAMAHA
Signore di tutti gli Yogi a Te m'inchino.
Who is the Lord of all yogî's.
101. OM SRI SAI YOGINDRA VANDITAYA NAMAHA A Te che sei riverito Maestro degli Yogi io m'inchino.
Who is honoured by all masters of yoga.
102. OM SRI SAI SARVA MANGALA KARAYA NAMAHA

A Te che garantisci buoni auspici e Prosperità io m'inchino.
Who bestows happiness and blessing on all.
103. OM SRI SAI SARV A SIDDHI PRADAYA NAMAHA

A Te che elargisci tutte le capacità e le abilità io m'inchino.
Who gives selfrealization to all.
104. OM SRI SAI APANIVARINE NAMAHA

A Te che allontani le calamità io m'inchino.
Who protects against disaster.
105. OM SRI SAI ARTHI HARAYA NAMAHA
A Te che allontani la sofferenza fisica e mantale io m'inchino.
Who destroys physical and spiritual pain.
106. OM SRI SAI SHANTA MURTAYE NAMAHA A Te che sei un simbolo di Pace io m'inchino.
Who is the embodiment of Peace.
107. OM SRI SAI SULABHA PRASANNAYA NAMAHA A Te ci guidi e proteggi io m'inchino.
Who can be pleased easily.
108. OM SRI SAI SRI BHAGAVAN SATHYA SAI BABAYA NAMAHA Signore Sathya Sai Baba che sei Padre e Madre a Te m'inchino.
Who is the Divine Mother and Father.
Fonte: http://www.vahini.org/downloads/names108.html
Traduzione italiana da: N. Kasturi, "Ghirlanda di 108 Gemme Preziose". Roma, Zephir, 1989

Il Gayatri Mantra

Gayatri Mantra in sanscrito:OMBHUR BHUVAH SVAHA
TAT SAVITUR VARENYAM
BHARGO DEVASYA DHIMAHI
DHIYO YO NAH PRACHODAYAT
Om
Meditiamo sulla Gloria di Isvara
Colui che ha creato l'Universo,
Colui che merita adorazione,
Colui che impersona la Conoscenza e la Luce,
Colui che cancella tutti i peccati e l'ignoranza,
Possa Egli illuminare i nostri intelletti.
 


La Gayatri è la personificazione di tutte le forme di Divinità - "Sarva Devatha Swaroopam".La Gayatri non appartiene ad alcuna casta, setta o religione. La sua portata è universale.(Sathya Sai Baba)
Il Gayatri Mantra e' il Mantra piu' sacro, e, mentre prima era conosciuto e cantato soltanto dagli Iniziati indu', oggi tutti hanno il permesso di cantarlo, per volonta' di Sai Baba.
Il Gayatri Mantra e' l'essenza di tutti i Mantra, vale a dire l'Essenza di tutti i sacri Nomi di Dio.
La Gayatri e' una preghiera volta solo ad ottenere l'Illuminazione dell'intelletto.
E' un'invocazione rivolta alla Dea che non ha un nome speciale ma che trascende tutti i Nomi.
Essa e' diretta alla Madre Universale, senza alcun nome restrittivo:
Essa e' la Madre di tutte le genti, di tutti i tempi e di tutte le religioni.
E' di validita' universale.

La Gayatri
Tutto ciò che è visibile risplende nella Gayatri, perché Vac (la parola) è Gayatri e tutti gli oggetti sono la "parola", indicati dalla "parola" e inclusi nella "parola".
La parola è linguaggio o suono. Il linguaggio descrive gli oggetti, li esprime e li indica. Tutti gli oggetti appartengono al mondo, niente è al di là di esso. Questo mondo è il corpo dell'uomo ed egli non può uscire dal suo corpo. L'elemento vitale (il Prana) lo sostiene, è nel suo cuore, e non può essere stimolato dall'esterno.
La Gayatri si regge su quattro piedi (i Veda) e sei categorie. Le categorie sono: la parola, gli oggetti, il mondo, il corpo, il respiro, il cuore. Il Purusha celebrato dalla Gayatri è veramente magnifico, solenne, glorioso. Tutta la molteplicità delle cose, com'è stato affermato, non è che una parte del Suo corpo. Il numero e la specie, la misura ed il significato degli oggetti, sono al di là della comprensione umana ed essi sono solo la quarta parte della Sua magnificenza. Le altre tre parti sono la Sua fulgida forma immortale.
E' impossibile capire il mistero di quella forma piena di splendore. Il Purusha indicato dalla Gayatri è Brahman. Egli è l'Onnipervadente, incomprensibile, presente nello stato di veglia; è nella personalità dell'uomo ed è presente nello stato del sogno; è nel cuore dell'uomo, che colma e completa, ed è presente nello stato di sonno profondo. Chiunque conosca questa verità, raggiunge la totalità, il Brahman. Ossia chi ha coscienza dei tre stati di veglia, di sogno e di sonno profondo, è completo, è egli stesso il Brahman. E' ridicolo che l'Uomo, il Purusha, l'Atmasvarupa divenga il depositario dell'egoismo e dell'impurità. Che disastro! Perché anche oggi possa essere riconosciuto come Purusha dovrebbe cercare di seguire il sentiero capace di dargli un atomo di quella gloria.
Perché quindi parlare del Purusha-dharma? Come possono praticare il Purusha-dharma le persone che non si curano di ottenere nemmeno l'infinitesima parte della gloria del Purusha? Neppure la più diligente ricerca oggi potrebbe rivelare la benché minima parte di esso. Come affermarono gli antichi Rishi "quando il ri-nato (nato a nuova vita, il nato due volte)1 abbandona la preghiera quotidiana, cade nella perdizione"; così dicono anche le tradizioni sacre.
Coloro che trascurano le preghiere quotidiane (Sandhya)2 non hanno alcun diritto di celebrare gli altri riti. Gli antichi saggi ottennero longevità, fama, gloria, saggezza e splendore divino perché recitarono le preghiere Sandhya (preghiere giornaliere fatte all'alba, a mezzogiorno e al crepuscolo) per molti anni; questo è citato anche da Manu nel codice che da lui prende il nome (Codice di Manu).
Perciò, da qualunque punto di vista vogliamo considerarlo, nessun Brahmino è degno di tale titolo se non medita sulla Gayatri. Ciò che qui si intende per Brahmino è l'uomo che ha pienamente realizzato il principio di Brahman (Dio) e che si è purificato con la pratica costante della contemplazione di Dio. Costui non ha nulla a che vedere con la casta e neanche col grado religioso. Però, coloro che hanno ereditato il titolo di Brahmino hanno la specifica responsabilità di essere fedeli alle devozioni Sandhya e alla Gayatri.
Che cosa significa esattamente la parola Sandhya? "Sam" vuol dire "bene" e "dhya" deriva da dhyana (meditazione); quindi Sandhya significa: "intensa meditazione sul Signore", concentrarsi con fervore su Dio. Per fissare la mente in Dio è necessario controllare le proprie attività, e perché il controllo possa aver successo bisogna superare l'ostacolo dei tre guna (sattwa, rajas, tamas).3 Quando questi aspetti dell'impulso naturale predominano e spingono l'uomo nella loro direzione, bisogna pregare Dio perché annulli il loro influsso. E' il primo dovere dell'uomo che lotta per raggiungere Dio.
Il "mattino" è il momento della qualità sattwica; il "mezzogiorno" è l'ora della qualità rajasica e alla sera, ora del buio, si manifesta l'ondole tamasica. Questa è legge di natura.
All'alba la mente, risvegliata dopo il conforto del sonno, è libera da agitazioni e depressioni; perciò è calma, e in quelle condizioni mentali la meditazione sul Signore è molto proficua ed è il motivo per cui viene prescritta al mattino. Ma l'uomo, inconscio di quel significato, pratica il rito in modo meccanico, soltanto perché glielo hanno detto gli antichi saggi. Praticare la meditazione dopo averne capito il significato più profondo e segreto, è il secondo dovere dell'uomo.
Man mano che il giorno avanza, nell'uomo si desta la natura rajasica, la natura dinamica, ed egli entra così nel campo del lavoro e della fatica. Prima di consumare il pasto del mezzogiorno, deve meditare di nuovo sul Signore, offrirgli il suo lavoro ed il relativo risultato; può incominciare a mangiare solo dopo questo atto di devozione e di riconoscente ricordo. Se si osserva questo rituale, la qualità rajasica può essere tenuta sotto controllo e dominata dalla natura sattwica. Questo è il significato della meditazione meridiana che è il terzo dovere dell'uomo.
L'uomo ha infine un'ultima caratteristica: la tamasica. Quando giunge la sera, egli si affretta a tornare a casa per cenare e poi, sopraffatto dal sonno, va a dormire. Ma un altro dovere però lo aspetta; mangiare e dormire è il destino degli oziosi e dei fannulloni. Quando il peggiore dei guna, il tamas, minaccia di prendere il sopravvento, l'uomo deve fare uno sforzo particolare per sfuggire alle sue spire, ricorrere alla preghiera in compagnia di coloro che amano il Signore e dedicarsi alle letture della Sua gloria, rafforzando così le virtù. Questa è la preghiera Sandhya prescritta per la sera. La mente deve essere preparata e guidata correttamente; dev'essere portata a capire che la beatitudine data dalla meditazione e la gioia di sentirsi inconscia del mondo esteriori sono molto più grandi e durevoli del conforto che la dose giornaliera di riposo fisico può dare. Una tale beatitudine, una tale gioia, può essere sentita e realizzata da tutti; la facoltà del discernimento vi aiuterà a capirlo. E questo è il quarto dovere dell'uomo.
L'uomo che, nel corso della sua vita, pratica tre volte al giorno le devozioni-Sandhya, è veramente un uomo elevato. Egli è sempre contento ed ottiene sempre tutto ciò che desidera. Ha conquistato la salvezza mentre è ancora in vita; è un jivanmukta, un liberato in vita.
Bisogna però stare attenti affinché laSandhya non diventi abitudine meccanica, una monotona osservanza fra le tante prescritte. Dev'essere eseguita con la consapevolezza dell'importanza implicita nel suo significato recondito. Si dovrebbe capire chiaramente il significato della Gayatri e sentire l'identità fra quello splendido Essere, l'Atmasvarupa menzionato nel Mantra, e se stessi. Coloro che ignorano il suo significato finiranno per trascurarla.
Manu4 ha dichiarato che la Gayatriè il respiro stesso del Brahmino ed ha sottolineato che questa non è soltanto una frase declaratoria, ma è la verità. Che cosa c'è infatti di più efficace, per il progresso spirituale, della meditazione sullo splendore che illumina e alimenta l'intelletto umano? Che cos'è più vitalizzante della preghiera che chiede di liberare la mente dalle tendenze nocive?
Per l'uomo non esiste corazza migliore del rafforzamento delle virtù. Manu attesta che il Brahmino non perderà la sua condizione finché rimane fedele alla Gayatri e viene ispirato dai suoi significati. Dice inoltre che, se un Brahmino è troppo debole per proseguire lo studio dei Veda, deve almeno recitare la Gayatri ed esserle fedele sino in fondo. Anche le tradizioni sacre confermano che non c'è un tesoro più grande della Gayatri.
La forza dello spirito può compiere tutti i doveri legati al mondo, e poiché la Gayatri dà l'energia spirituale, per sostenere quella forza bisogna invocarla con devozione nei momenti appropriati. Per lo sviluppo del corpo fisico è necessario un cibo sattvico; così, per vivificare lo splendore dell'anima umana, dev'essere attirato lo splendore del Sole sotto forma di Bhavana, o intelligenza creativa.
Quando la forza spirituale cresce, anche i sensi sono attivati e guidati verso tendenze benefiche; quando diminuisce, i sensi sbagliano e voi sbagliate. Quindi, se l'energia solare viene attirata proprio nel momento adatto, il beneficio è assicurato, com'è sicuro il raccolto quando i semi sono piantati nella giusta stagione. Possono forse le tenebre nascondere e confondere quando il sole è sorto e ha coperto la terra col suo fulgore? Come può prevalere il dolore quando siamo immersi in quello splendore e sostenuti da quell'energia che deriva direttamente dalla sorgente, da Brahman? La tecnica di questo metodo è stata trasmessa dagli antichi a beneficio di tutti gli aspiranti. Apprendetela e praticatela; con la vostra diretta esperienza potrete constatare la verità del loro insegnamento.
Che scopo ha la sacra cerimonia dell'Upanayana?5 A quale Mantra siete stati iniziati in quel giorno? Perché vi è stato insegnato allora solo quel Mantra? Perché non è stata data la stessa importanza ad altre formule? Riflettete su questi interrogativi, e capirete che la Gayatri è il Re dei Mantra.
Scoprirete anche che i riti acquistano nuovo significato e che hanno molti obiettivi, che i fatti e le opere degli antichi sono degni della vostra attenzione. Se non cercate di conoscerne il significato, li interpreterete secondo la vostra fantasia e troverete trucchi e stratagemmi per evitare i doveri che la vita vi impone.
Dunque, qual è il vero significato della parole Gayatri? Per Gayatri si intende sia una Dea6 che una formula. Gayatri è ciò che protegge le forze vitali e gli organi di senso, incominciando dalla parola (Vaak). Inoltre si dice che la Gayatri salva coloro che la cantano, la venerano, la invocano e meditano su di essa. Questo Mantra sacro ha trasformato un veggente di stirpe non sacerdotale (Rajarshi) come Viswamitra, in un saggio divinamente ispirato, cioè in un Brahmarshi. La Vedamata, la madre dei Veda, concederà la Sua grazia a tutti coloro che l'adorano. Questa Dea è descritta nelle composizioni Brahmana e Dharmasutra; se riuscirete a capire bene questi testi, potrete realizzarla senza nessun aiuto.
Il Dharma, impregnato di tali profondi misteri, viene oggi discusso e volutamente interpretato in vari modi; ed è questa la ragione del suo declino.
Perciò è essenziale ripristinare l'eterno Dharma e ristabilire l'interpretazione naturale della verità atmica, che è la base del Dharma. Altrimenti questo concetto sarà trasformato al punto da non essere più riconoscibile e prevarrà la fantasia.
Ogni azione deve avere l'impronta delDharma, qualunque sia la sua natura!
Bhagavan Sri Sathya Sai Baba
Tratto da: La legge eterna, Fondazione Sathya Sai Seva, Roveredo GR, CH, 1986, pp. 61-69, ISBN 88-77340-04-5
___________________________
1 Chi ha ottenuto dal suo Guru una "seconda nascita" attraverso la Gayatri, l'iniziato.
2 Sandhya significa "congiunzione degli astri". Le preghiere-Sandhya sono quindi quelle fatte in determinate ore del giorno, ore in cui il Sole si trova in una determinata posizione rispetto alla Terra, cioè l'alba, il mezzogiorno, il crepuscolo. Perciò le "preghiere-Sandhya" sono la "congiunzione dell'anima con Dio".
3 Guna: sono le tre modalità in cui la natura si manifesta; sattwa è la modalità dell'intelligenza e della luminosità; rajas è la modalità dell'energia motoria e dell'attività mentale; tamas è quella dell'inerzia statica e dell'oscurità psichica.
4 Il mitico autore e compilatore della Manu-smrti, o Codice di Manu, che è una raccolta di norme legislative basate sull'insegnamento dei Veda.
5 Rito di iniziazione.
6 Nella tradizione, la Gayatriè personificata come una Dea, madre dei quattro Veda.

DISCORSO DIVINO

I cinque volti della Gayatri

9 aprile 2000

...Entusiasmo, audacia,
coraggio, devozione,
energia, valore.

O incarnazioni dell'Amore,
o rinati,(1) la vita del brahmacharya (2) è davvero santa, ed è la migliore.
In questo sacro e puro periodo del brahmacharya, la prima nascita in assoluto è rappresentata dall'iniziazione al mantra della Gâyatrî. Con il Gâyatrî Mantra, l'uomo comune si trasforma in saggio (vipra), il giovane studente (vatu), mediante la recita dei Veda, diventa gradualmente un saggio e, con la pratica della Gâyatrî, deliziandosi con essa fin nel profondo del proprio cuore, si trasforma in Dio.

Nessuno è totalmente divino alla nascita; si può essere di casta bramina, ma la vera rinascita (dvija) avviene con l'iniziazione al Gâyatrî Mantra.
Successivamente, praticandola e condividendola gioiosamente con altri, si raggiunge lo stato della saggezza, dal quale, votando completamente la propria vita alla Gâyatrî, si raggiunge lo stato bramanico, divino. C'è dunque uno stadio di vita ordinaria, comune a tutti, un secondo stadio che è la rinascita al Divino, un terzo di saggezza e un quarto bramanico. In una sola vita umana, si possono verificare quattro mutazioni.

La Gâyatrî non è una formula comune. Che cos'è? La Gâyatrî è la Madre di tutti i Veda, l'essenza di tutti i Veda, la base di tutte le Scritture, la sostanza di tutte le mete e la meta di tutti i sentieri. Nel nome della Gâyatrî sono inclusi tre nomi: il primo è Gâyatrî, il secondo è Sâvitrî, il terzo è Sarasvatî.

Gâyatrî, Sâvitrî e Sarasvatî: quali vantaggi apportano? Che benedizione racchiudono? Chi è Gâyatrî? Gâyatrî è colei che domina i sensi. Sâvitrî è la padrona della vita. Fu infatti per un voto di verità che ella poté salvare la vita del marito. Poi, c'è Sarasvatî. Chi è costei? È la personificazione autentica della parola. Dunque, Gâyatrî, Sâvitrî e Sarasvatî sono le forme simboliche del sentimento, della parola e del corpo. L'uomo otterrà la vera forma dell'umanità quando avrà in sé tutte e tre queste caratteristiche ben armonizzate tra loro.

Quindi, The proper study of mankind is man.
È PROPRIO DEL GENERE UMANO STUDIARE L'UOMO.

Vale a dire che, quando c'è unità e coerenza tra ciò che proviene dal cuore, dalla lingua e dalle mani, c'è umanità. Sentimenti, parole ed opere: dove si trovano? Nell'uomo. Non esiste potere più grande di quello che c'è nell'uomo, e la sua vita è l'essenza di tutti i poteri, come il cuore è l'essenza di tutte le mete. Quindi, l'uomo non è solo ciò che si dipinge come un comune individuo; occorre essere uomini in concreto.
In che modo la Gâyatrî è racchiusa nell'uomo?
Bhûh bhuvah svah
tat savitur varenyam
bhargo devasya dhîmahi
dhiyo yo nah prachodayât
.

Bhûh è la Terra; bhuvah sono i Cieli; svah è il Cosmo infinito. Perciò, Terra, Cielo e Universo si trovano tutti nell'uomo.
La Terra è il mondo fatto di materia; bhuvah è l'energia vitale che fa vibrare il corpo. Questa energia vitale dà al corpo stabilità, sviluppo, felicità e gli conferisce la facoltà dell'azione. Poi c'è svah, il Cielo.

Allora, bhuvah è il mondo materiale, è la forza vitale che mette in vibrazione i corpi. Svah conferisce un tipo di conoscenza (jñâna), che chiamano impropriamente "radiazione". Però, non si tratta di una conoscenza materiale; non è la conoscenza della natura. Nel linguaggio vedico si chiama Prajña Brahma, per indicare che è una conoscenza che supera ogni altra conoscenza: è la Completa Costante Consapevolezza.

L'uomo è rivestito di questo tipo di sacra energia; pur avendo tutti i poteri, li ha perduti dimenticando che può riporre ogni fiducia in sé stesso. Quando un uomo perde ogni fiducia in sé stesso, perde tutti i poteri che ha in sé. Dunque, bhûh bhuvah svah sono le vostre tre forme.

Ragazzi, ognuno di voi non è una singola persona, bensì tre persone: la prima è quella che pensate di essere, cioè il corpo fisico;(3) la seconda è quello che gli altri pensano che voi siate, la terza è il principio vitale che è dentro di voi. Quello solo è l'OM, che proviene da dentro, dalla regione dell'ombelico; è questo che proviene dal sito di Brahma (Brahma sthâna), ed è pure una sorta di forza vitale propria dell'uomo.

Quello che gli altri pensano che voi siate è il corpo mentale e quello che voi realmente siete è il principio dell'Âtma. Il corpo fisico, il corpo mentale e il corpo spirituale: ecco le tre persone che voi siete.
Quindi, non c'è differenza fra voi e Dio; voi siete semplicemente l'incarnazione di Dio ed è solo per un vostro attaccamento al corpo che avete dimenticato la vostra vera dimensione divina. L'uomo non è altro da Dio, non è qualcosa che Gli sia estraneo.

Il pandit che prima ha preso la parola, ha detto:
Saha nâvavatu saha nau bhunaktu
saha vîryam karavâvahai
tejasvi nâvadhîtamastu mâ vidvishâvahai.
Om shântih shântih shântih
.(4)

Qual è il significato essenziale di questo mantra?

Viviamo tutti insieme, lavoriamo tutti insieme, diffondiamo la conoscenza che abbiamo acquisito insieme, viviamo in armonia senza fraintenderci.

Questa è l'unità di cui parlano i Veda; in essi non c'è alcun senso di divisione, ma vi si proclama il sommo sacro non dualismo.
I corpi possono essere differenti; nomi e forme possono essere diversi, e tuttavia il principio atmico è uno solo: "La Verità è una, ma i saggi la definiscono con molti nomi". Come vedete, studenti, ci sono molte lampadine accese; esse non sono tutte uguali, hanno colori e dimensioni diversi, ma la corrente elettrica è una sola. Così pure i corpi sono differenti, per forma e nome, ma il principio spirituale è in tutti sempre lo stesso. Ecco la vera non dualità.

Che significa "Advaita" o non dualismo? È l'impulso di conoscenza (jñânashakti) che tocca tutti; la vera conoscenza (jñâna) non è dualistica.
Qui non si parla di jñâna come di conoscenza fisica, non s'intende la scienza del mondo o il nozionismo profano. No, assolutamente. Si parla dell'Âtma jñâna, che è la Conoscenza del Sé, la quale non è dualistica; è una forma del Sé che è in voi. Voi lo state dimenticando, oggi dimenticate di essere quell'incarnazione d'amore.

A che cosa sono dovute tutte le sofferenze che ci sono in India oggi? Al fatto che si è persa la fede nell'Âtma e si è accresciuto l'attaccamento al corpo, con conseguente diminuzione dell'attaccamento allo Spirito.
Perciò, oggigiorno gli uomini non fanno che alimentare i propri desideri, evitando di applicarsi alla vita interiore. Ciò che dovrebbe fare l'uomo, dunque, è di crescere gradualmente nella vita spirituale, che è la sua vera vita.

Tutte le ricchezze che si guadagnano, come sono venute, così se ne vanno. Ed è così anche del corpo, che cresce e perisce. Solo la beatitudine non viene mai meno, quella eterna, suprema beatitudine dello yoga, che è beatitudine trascendentale, non dualistica: "la suprema felicità, la forma della sapienza che è al di là degli opposti dualistici, estesa quanto il cielo, unica, eterna, inamovibile, testimone di tutto, trascendente i sensi e i tre guna".

Incarnazioni dell'Amore,
in verità, se si riconosce il Divino, il mondo intero apparirà come una scena onirica. Anche Dakshninâmûrti (5) dà questo insegnamento. Tutto il mondo è come uno specchio in cui si possono vedere molte immagini diverse.
Lo specchio è uno. Gli anziani del giorno d'oggi stanno perdendo questo modo di vedere e persino le madri e i padri sono incapaci di dare insegnamenti giusti. Gli insegnanti hanno perso molta della loro capacità didattica.
Che colpa ne hanno dunque i bambini? Il loro cuore è molto puro:
"incondizionato, senza macchia, eterno". Questi bambini dal cuore così puro sono trascinati per vie impure e sono indotti ad assecondare desideri materiali, ingiusti. La loro vita viene interamente invasa dalla confusione.
No, no! Ai bambini insegnate l'unione, dite loro come camminare sul sentiero della purezza, dell'altruismo; esortateli a rinunciare a tutte le seduzioni mondane e a desiderare il bene di tutti: Lokâssamastâh sukhino bhavantu:
"Che tutti i mondi siano felici".

Noi siamo degli individui e l'individuo è un jîva, ossia un essere vivente, che ha un'anima. In tutti c'è un'unica realtà, che è Dio, il quale non è separato: il singolo è un'anima, il Tutto è Dio. Perciò, quando ci uniamo a qualcuno, là si manifesta Dio. (6) Laddove c'è un solo albero non possiamo dire che sia una foresta; diremo che c'è un solo albero. Non si chiama villaggio un luogo dove c'è una sola casa; ci vogliono diverse case insieme per fare un villaggio. Un uomo solo non fa società; più uomini insieme costituiscono una società. La società non è qualcosa di separato da una collettività di uomini. Perciò, nei molti risiede la gioia dell'unione e nell'unione dei molti si ottiene l'Uno, il Divino cui dobbiamo giungere.

Dunque, perché ci siamo introdotti in un sentiero spirituale? La vita ci è stata data perché trasformassimo la nostra umanità in divinità; quindi, dobbiamo mutare l'umano in divino. Quando ciò avviene? Quando la verità affiora dentro di noi, quella sola è la Divinità.
Dio non è qualcosa di differente: "Dio permea l'Universo intero con piedi, occhi, teste, bocche, orecchie". Dovunque guardiate, Egli è là: non esiste un posto senza Dio. "Egli è più piccolo dell'atomo e più grande dell'immenso". Tuttavia, dipende da noi essere o no in grado di accogliere il Divino con la giusta ampiezza di sentimenti.

Studenti, se ripeterete il Gâyatrî Mantra tre volte al giorno, all'alba, a mezzogiorno e al tramonto, la vostra Divinità rifulgerà in ogni parte del mondo. La Gâyatrî è l'essenza di ogni religione e il fondamento di tutti gli obiettivi. Bisogna che la Gâyatrî sia cantata correttamente. Perciò va insegnata normalmente. Ogni uomo, a qualsiasi casta appartenga, ha il diritto di cantarla. Quindi, non create delle discriminazioni affermando che essa sia per un tipo di persone e non per altre. Come in tempi antichi, anche oggi, avendo preso abitudini scorrette, ci dimentichiamo delle tradizioni e delle usanze antiche.

Per che cosa ci ha dotati d'un corpo Iddio? È di facile deduzione.
Abbiamo un corpo per compiere buone azioni, delle mani per far del bene, e anche una respirazione perché ne facciamo buon uso. Ecco ciò che insegna la Gâyatrî:
quando inspiriamo aria, dobbiamo introdurre nel corpo il sacro respiro della vita divina; quando espiriamo, dobbiamo buttar fuori l'aria viziata.
Ciò che dobbiamo dunque assumere oggi è l'aria buona, rifiutando quella cattiva e impura. Quando inspiriamo, facciamo "So" e, con questo "So", introduciamo aria pura. Quando espiriamo, facciamo "Ham", e rigettiamo l'aria impura.
Dentro di noi deve entrare ossigeno e fuori deve uscire il biossido di carbonio. La nostra vita sussiste grazie a questo processo; così il corpo rimane in salute. Dobbiamo alimentarci bene, assumendo della buona frutta e del buon cibo; fuori espelleremo i rifiuti del cibo. È la creazione di Dio che ha sancito queste regole, ma nessuno sembra volere rendersene conto.

O uomo, assumi ciò ch'è puro ed espelli ciò ch'è impuro. Prendi il buono e rigetta il cattivo. Vedi il bene e non il male. Figlioli, anche qui stiamo dimenticando ciò che Dio ci ha dato!

NON VEDERE IL MALE; VEDI IL BENE.
NON PRESTARE ASCOLTO ALLE COSE CATTIVE; ASCOLTA QUELLE BUONE.
NON PARLARE DEL MALE; DI' CIÒ CHE È BUONO.
NON FAR DEL MALE; FAI DEL BENE.
NON PENSAR MALE; PENSA BENE.
QUESTA È LA VIA VERSO DIO.

Oggigiorno si usa la lingua per dir cose malvagie, le orecchie per udire atrocità, gli occhi per guardare immagini immonde. Non dovreste guardare cose brutte; dovreste posare lo sguardo su quelle buone. Dio ci ha dato tutti questi organi perché ne facciamo buon uso.

Perciò, anche Purandaradasa (7) cantò: "Avete gli occhi, ma siete diventati ciechi e non sapete vedere Dio. A che vi servono gli occhi se non sapete vedere Swami? A che scopo avere occhi e vista?" (8) Perché Dio ci ha dato degli occhi? "Perché volete avere occhi? A che vi servono se non vedete Dio?" Con gli occhi che ci sono stati donati dovremmo vedere cose pure, ma oggi i sentimenti di purezza sono ridotti a un nulla negli adulti e anche nei bambini. Questi bimbi, dunque, siano da oggi educati a sviluppare un buono e puro modo di vedere le cose, poiché Dio è in tutto. Non esistono il bene e il male, né peccato né merito. Anche questo fu affermato da Purandaradasa. Conoscete molto bene ciò che affermò.

Dio è Colui che protegge i devoti, ma anche Colui che li punisce.
Guardate Krishna; punì Kamsa e protesse Shishupâla e suo padre. Ogni singolo atto compiuto dal Signore è per punire il male e proteggere il bene. Allo stesso modo, Râma punì Râvana e protesse Vibhîshana. Lo stesso Râma che usò protezione verso Vibhîshana, inflisse una punizione a Râvana.

Quindi, la protezione e la punizione coesistono entrambe nell'unico Dio. Ma sembra che sia impresa non facile capire a fondo questa duplice natura di Dio. Se Dio protegge e punisce, coloro che sono di mente equanime sono Dio.
Ecco perché i Veda proclamano: "Ci protegga Egli e ci nutra..." (Saha nâvavatu...) Questo saha, lo "stare insieme", è indispensabile all'uomo.

In ogni cuore esiste lo stampo della Gâyatrî, che ha cinque facce.
Perché cinque facce? Lo avete visto: solo al centro c'è una faccia di colore blu.
Per quale ragione? Le facce sono cinque: bhûh-bhuvah-svah, sono le tre dimensioni che stanno unite insieme per formare un solo volto. Tat è la seconda faccia; savitur-varenyam è la terza; bhargo-devasya-dhîmahi è la quarta; dhiyo-yo-nah-prachodayât è la quinta.

Poiché questo mantra si divide in cinque parti, si dice che la Gâyatrî sia Pañchamukhî svarûpinî, "la Dea dai Cinque Volti". Ciò significa che la Gâyatrî non vede solo i quattro mondi, ma anche l'impegno, lo sforzo della disciplina (Udyoga). Perciò la Gâyatrî è preghiera, meditazione, anelito (per la liberazione).

Quindi, la preghiera è "Bhûh bhuvah svah"; la meditazione è "tat savitur varenyam". Si prega dicendo "bhargo devasya dhîmahi": "siano rimosse le tenebre dell'ignoranza che ci sono in me"; poi "dhiyo yo nah prachodayât":
"o Madre, concedimi una buona intelligenza (buddhi), dei buoni pensieri, una buona mente". In definitiva, sotto lo stesso nome della Gâyatrî ci sono devozione, conoscenza e distacco. Perciò, non abbiamo assolutamente bisogno di pensare ad altro.

Studenti, dovreste dedicarvi ai vostri studi tenendo sempre a mente il Gâyatrî Mantra:
ciò vi terrà lontani da ogni difficoltà, sia nello studio, sia in tutto il resto. La Gâyatrî non vi sarà in nessun modo d'impedimento, poiché fa parte della vostra intima coscienza. Oggi, dunque, dovete far sì che nel vostro cuore si stabilisca questo potere della vostra coscienza interiore. Il giorno in cui avrete installato nel vostro cuore il Gâyatrî Mantra, aumenterà in voi il fulgore del Divino oltre che la vostra capacità intellettiva.

"Dhiyo yo nah prachodayât": Dhi significa che l'intelligenza si sviluppa. Si è detto che, nell'antichità, si dovevano iniziare al Gâyatrî Mantra i bambini di otto anni. Oggi, però, a causa di un peggioramento della situazione e ai cambiamenti della natura, è andata persa quella tradizione.
Se cominciamo sin d'ora a cantare il Gâyatrî Mantra, la nostra intelligenza rifulgerà in tutto il suo splendore e ci tornerà alla memoria persino ciò che avevamo dimenticato; tutto quanto abbiamo studiato rimarrà impresso nel cervello.

Dunque, è la Gâyatrî che elargisce la conoscenza. La Gâyatrî non è allora una formula comune. Satyavan fu riportato in vita dalla devozione della moglie Sâvitrî, sfuggendo alla morte grazie a questo mantra.

La verità, la rettitudine, la pace, l'amore e la non violenza sono gli aspetti peculiari della Gâyatrî: sono i suoi cinque volti. Nel nostro cuore, dunque, dobbiamo mantenere sempre queste qualità pure. Non dobbiamo offendere nessuno, mai pensar male di nessuno. Pensiamo bene. Su questa linea Vyâsa offrì la sintesi di 18 Purâna in due semplici frasi:

Help ever. Hurt never.
SEMPRE AIUTARE. MAI FAR DEL MALE.

Ci bastano queste due frasi. Per quanto possibile, soccorrete gli altri e, comunque, non fate mai del male. Non c'è niente di più santificante dell'avere in animo questi due propositi e attuarli.

La gente ripete "Moksha, moksha, Liberazione!". Ma che cos'è la liberazione?
È qualcosa che si va a prendere da qualche parte? No, no! Moksha è la distruzione di moha, l'illusione. È l'illusione che va eliminata, per far posto all'infatuazione di Dio.

Sono stati definiti quattro obiettivi che dominano l'esistenza: il dharma o rettitudine, artha o ricchezza, kâma o desiderio e moksha o liberazione.
Questi quattro fini della vita devono essere ridotti a due. Infatti dharma e artha diventano uno solo, in quanto la ricchezza va acquisita con giustizia e rettitudine. Così pure gli altri due, kâma e moksha, si riducono a uno solo. Che cosa dobbiamo desiderare? Non certo cose materiali, bensì la liberazione.

In sintesi, le finalità della vita sono la rettitudine (dharma) con cui va guadagnata la ricchezza (artha), e la liberazione (moksha) cui bisogna tendere con amore e passione (kâma). Con questi quattro obiettivi l'esistenza può essere trasformata in molte maniere e ognuno ne dà una versione propria.

Incarnazioni dell'amore, l'unica cosa che dovremmo desiderare è l'amore, poiché l'amore è Dio e Dio è amore.

Love is God. Live in love.
L'AMORE È DIO: VIVETE NELL'AMORE.

Senz'amore l'uomo non potrebbe vivere un solo secondo. Quindi, dobbiamo far sì che cresca l'amore in noi e, con l'amore, invocheremo Gâyatrî. Fra tutti i nomi divini, Gâyatrî è il più elevato.

(Swami conclude col bhajan "Prema mudhita...")

Brindâvan, 9 aprile 2000.
Upanayana, Iniziazione al Gâyatrî Mantra.
Versione integrale.

(1) Swami apostrofa l'uditorio costituito di bambini che sono appena stati iniziati al Gâyatrî Mantra con il termine di "nati una seconda volta" (second born), a indicare che con l'iniziazione si rinasce nello Spirito.

(2) Il brahmacharya è lo stato dello studente religioso; è il primo degli âshrama, o stadi tipici della vita dell'uomo, quello del brahmachârin, lo studente della scienza brahmanica che segue la vita spirituale e i doveri della sua condizione, compreso il celibato, la continenza, la castità nei pensieri, nelle parole e nelle azioni, per mezzo di una padronanza perfetta sui sensi.

(3) Swami pronuncia questa prima parte del concetto in inglese: "Boys! You are not one person, but three. First, the one you think you are. Physical body."

(4) È l'invocazione iniziale di alcune Upanishad: "Possa Egli proteggerci, e ci possa nutrire; che noi si possa entrambi lavorare insieme con grande energia. Possa il nostro studio essere vigoroso e accurato, e che non ci possa essere mai odio tra di noi. Om pace, pace, pace!"

(5) È la Deità che presiede allo sforzo umano di acquisire sapienza; Shiva stesso venuto come maestro, inteso come sommo Yoghi e Maestro di Conoscenza, di musica e dei Veda, che simboleggia l'altruistica ascesi che conduce alla
riunione con il Brahman.

(6) "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Matteo 18, 20).

(7) Santo del Kannada, compositore di musica sacra.

(8) "Figlio dell'uomo, tu abiti in mezzo a una genia di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono, perché sono una genia di ribelli" (Ezechiele 12, 2). "O popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, che ha orecchi ma non ode" (Geremia 5, 21)


La Realtà di Sai Baba

"Amate, perché lo dovete;
amate solo per l'amore;
amate Dio, perché,
qualunque cosa vi dia,
sarà sempre inferiore a Lui;
amate Lui solo, senza nessun
altro desiderio,
senza nessun'altra richiesta."
I miracoli
"E' l'amore che mi spinge a dare e, quando voglio dare, la cosa è già pronta. Io potrei, per Mia volontà, mutare la terra in cielo e il cielo in terra, ma questo non è il solo segno della Potenza Divina. E' l'amore, la compassione, la suprema pazienza di occuparmi di tutta questa fragilità e di questo fanatismo, è la decisione di curare tutti. Questo è l'unico segno." (Vita III, 24)
Chi dice di essere
"Io non sono né uomo né Dio, né arcangelo né angelo. Io non devo essere coinosciuto con il nome di una delle quattro caste, o con uno dei quattro stadi della vita umana. Io sono il Maestro di Verità." (Vita III, 9)
Perché è venuto
"Uomini buoni hanno desiderato ardentemente un Salvatore che li guidasse ed Io ho risposto alla chiamata." (Vita III, 10)
"Sono venuto con tutte le limitazioni proprie di un corpo materiale, per agevolare il vostro contatto con Me e per darvi la possibilità di trarre beneficio dalla Mia venuta. Io posso prodigarvi tutto il bene che ho preparato per voi e che voi dovete meritare. Fra poco tempo, fra pochi anni, quanti se ne possono contare sulle dita di una mano, vedrete qui sofferenti e aspiranti spirituali provenire da ogni parte del mondo. Il loro numero sarà così elevato che soltanto una volta celeste potrà far loro da tettoia." (Vita II, 2)
"Ognuno di voi dev'essere salvato, e lo sarà. Io non vi abbandonerò mai, anche se vi terrete lontani. Non abbandonerò neppure coloro che Mi denigrano, che Mi negano, poiché sono venuto per tutti: anch'essi saranno avvicinati e salvati. Non dubitate: io li chiamerò e darò loro la Mia benedizione."
Nuova religione?
"Non voglio che pensiate che io desideri pubblicità per questo nome e questa forma. Non sono venuto per metter in moto un nuovo culto. Sappiate che questa forma di Sai e la Forma di tutti i vari nomi che l'uomo ha usato e usa ora per identificare e adorare l'Uno Divino. Quale vantaggio potete trarre se adorate il Mio Nome e la Mia Forma senza cercare di coltivare il Mio uguale amore per tutti, la Mia imperturbabile equanimità, la Mia tolleranza e la Mia beatitudine?" (Vita III, 18)
La Missione di Sai Baba
"Ho deciso di avvolgere i popoli del mondo nello stimolante pensiero dell'Amore Universale come prescritto nei Veda, poiché il mondo è la Mia Dimora e i Continenti sono le sue stanze. Sono venuto per scrivere un capitolo d'oro nella storia dell'umanità, in cui la falsità cadrà, la verità trionferà e la virtù regnerà. Sarà il carattere a conferire il potere, non la conoscenza o l'abilità creativa o la ricchezza. La Saggezza sarà posta sul trono nei Concili delle Nazioni. Non fraintendetemi. Non è mia intenzione sbalordire gli uomini con l'esibizione di poteri miracolosi! Sono venuto per conferire il dono della benedizione e della beatitudine, come ricompensa per il sincero sforzo spirituale e per condurre l'umanità alla Libertà, alla Luce, all'Amore." (Vita III, 27)
Chi siamo noi per Lui?
"Perché cercate di vedere Dio? Voi siete Dio. Non vi è nulla che non sia Dio. Sperimentatelo in questo modo." (Vita III, 34)
Che cosa vuole la gente che va da Baba?
"Le persone vengono da Me per essere guarite da malattie croniche, ma quando cominciano a conoscerMi di più, chiedono doni più sostanziosi, che Io sono pronto a concedere." (Vita III, 66)
Chi va da Lui
"Questo è un raduno di genti di tutte le fedi; perciò, è opportuno che Io asserisca qui che ogni fede non è che uno sforzo per purificare gli impulsi e le emozioni, come parte del processo per scoprire la Verità, sia quella visibile che quella invisibile. La ricerca è per lo stesso tesoro; la vetta è una; solo le strade sono molte." (Vita III, 17)
Silenzio
Quando di tenta di dire qualcosa su Sai Baba, è come se risuo0nasse nella mente la parola: silenzio. Ritengo, tuttavia, che si possa parlare di Sai Baba solo a chi abbia fame e sete di verità spirituali, solo a chi è in seria ricerca interiore. Del resto, se nessuno ne parlasse, come si farebbe a scoprire ciò che è nuovo!
Sai Baba può essere compreso solo dall'esperienza diretta: ecco il silenzio della parola, non dell'azione!
Il contatto con Lui non dev'essere superficiale: andare da Lui implica sacrificio, ore di attesa sotto il sole, con la schiena a pezzi, seduti per terra... ci sono stati così quelli del CICAP? C'è andato alle quattro del mattino ad attendere il darshan Piero Angela, o il Monsignore che oggi crede di poter dir tutto e solo male di Baba? Alcuni sono andati da Baba come fece quello che andò a Roma e che, dopo aver visto il cartello "Roma" tornò a casa. Gli venne chiesto se aveva visto quella città: "Sì. E' un grande cartello con quattro lettere R, O, M e A!"

Da: Silvia S. Mazzoleni, Lassù... tra le nuvole. Sai Baba e Gesù un'unica verità, Bellaria, Macropost, 2002, pp. 85-88
 Gioielli sceltiNorme di condotta date da Baba a un devoto
Swami dice: Ti darò ora alcuni gioielli scelti, delle norme di condotta che sono le più importanti. Raccoglile e fanne tesoro, sperimentale bene, mettile in pratica e gioisci di esse. Indossa questi gioielli, che ti adorneranno. Ascolta con attenzione quello che sto per dirti:
1.
L'Amore è da considerare come l'autentico respiro della Vita.

2.
L'Amore si manifesta allo stesso modo in tutte le cose. Sappi che lo stesso Amore è l'Anima Suprema, la divina Emanazione.

3.
L'unica Emanazione divina è in ognuno, nella forma dell'Amore.
4.
Il principale sforzo dell'uomo dovrebbe essere quello di focalizzare il proprio amore sul Signore, più che su tutte le altre forme di amore.

5.
Questo amore, quando è orientato a Dio è Devozione. L'acquisizione della Devozione è la principale prova da superare.

6.
Chi cerca la Beatitudine dello Spirito non dovrebbe rincorrere le gioie dei sensi.

7.
Alla Verità va riservato il trattamento che spetta allo stesso respito vitale.

8.
Proprio come un corpo senza respiro è inutile ed in poco tempo incomincia a putrefare e a puzzare, così la vita senza Verità è inutile e diviene una fetida dimora di conflitto e di dolore.

9.
Sii convinto che non v'è nulla di più grande, di più prezioso, di più dolce e di più duraturo della verità.

10.
La Verità è Dio che protegge tutti. Non c'è miglior Custode della Verità.

11.
Il Signore che ha la forma della Verità (Satya) accorda il Suo darshan a coloro che fanno discorsi pieni di Verità ed hanno un cuore irradiante Amore.

12.
Abbi verso tutti gli esseri un'imparziale cortesia ed anche spirito di abnegazione.

13.
Devi anche possedere il controllo dei sensi, un carattere imperturbabile e non avere attaccamenti.

14.
Sii sempre vigile contro i quattro peccati verso cui è incline la lingua: 1) Menzogna; 2) Maldicenza; 3) Calunnia e 4) Loquacità. La miglior cosa è tenere sotto controllo queste tendenze.

15.
Cerca di prevenire i cinque peccati che commette il corpo: 1) Uccisione; 2) Adulterio; 3) Furto; 4) Assumere bevande alcoliche e 5) Mangiar carne. Mantenere lontani il più possibile questi peccati servirà ad elevare maggiormente il livello di vita.

16.
Bisogna essere sempre vigilanti, senza un solo momento di negligenza, contro gli otto peccati commessi dalla mente: 1) Desiderio; 2) Collera; 3) Avidità; 4) Attaccamento; 5) Impazienza; 6) Odio; 7) egoismo; 8) Superbia. Il primo dovere dell'uomo è quello di tenersi a debita distanza da tutte queste cose.

17.
La mente dell'uomo corre dietro ad azioni sbagliate. Per non lasciarla correre così, ricordati in quella circostanza del Nome del Signore, oppure dedicati a qualche buona azione o altro. Chi si comporterà in questo modo, sarà sicuramente pronto a ricevere la Grazia del Signore.

18.
Per prima cosa, abbandona la cattiva tendenza a provare inquietudine per la prosperità degli altri e a desiderare la loro rovina. Sii felice quando gli altri sono felici. Sii comprensivo verso coloro che si trovano nelle avversità e augura loro fortuna. Questo è il punto di arrivo di chi coltiva l'amore di Dio.

19.
La pazienza è tutta la forza di cui ha bisogno l'uomo.

20.
Chi anela ad una vita felice deve sempre fare del bene.

21.
E' facile dominare l'odio con l'amore, l'attaccamento con l'uso della ragione, la menzogna con la verità, il male con il bene e l'avidità con la carità.

22.
Non si deve rispondere alla malignità. Stai ben lontano da chi le dice. E' per il tuo bene. Tronca ogni relazione con gente simile.

23.
Cerca la compagnia dei buoni, anche se ciò ti porta a sacrificare l'onore e la vita. Ma prega sempre Iddio di benedirti con il dono della discriminazione, necessaria per discernere tra le persone buone e le cattive. Devi anche cercare tutte le soluzioni possibili, usando l'intelletto che ti è stato dato.

24.
Coloro che conquistano le nazioni e raggiungono la celebrità nel mondo sono senza dubbio apprezzati come eroi; ma coloro che hanno dominato i sensi sono degli eroi che devono essere acclamati come i conquistatori dell'Universale.

25.
I frutti che maturano da qualunque azione l'uomo faccia, buona o cattiva, lo seguiranno senza mai arrestarsi.

26.
L'avidità produce solo dolore; la cosa migliore è sapersi accontentare.

27.
Si deve sradicare la tendenza a fare il furbo negli affari commerciali e ci si deve liberare da essa, poiché, se le si permette di sopravvivere, insidierà la vita alle sue basi.

28.
Sopporta con forza sia le perdite che le afflizioni. Cerca di fare progetti per acquisire gioia e vantaggi.

29.
Quando l'ira ti sommerge, adotta il silenzio oppure ricorda il Nome del Signore. Piuttosto, non cercare di rammentare cose che ti riaccenderebbero ancor più di rabbia. Il danno che ne proverrebbe sarebbe incalcolabile.

30.
Da questo istante proponiti di evitare tutte le abitudini cattive. Non dilazionare o prorogare. Esse non contribuiscono alla più piccola gioia.

31.
Per quanto dipende dalle tue possibilità, cerca di soddisfare le necessità dei poveri, i quali sono il Creatore stesso venuto a risiedere in loro. Invitali alla tua mensa, dà loro qualunque cibo e rendili felici almeno quell'unica volta.

32.
Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.

33.
Pentiti sinceramente dei peccati commessi per ignoranza. Fa' in modo di non ripeterli ancora. Prega Dio perché ti benedica con la forza ed il coraggio necessari per imboccare il giusto sentiero.

34.
Non dare alcun spazio a ciò che può distruggere il tuo ardore ed entusiasmo per il Signore. La mancanza di zelo provoca il deperimento delle forze di un uomo.

35.
Non piegarti alla codardia; non rinunciare alla Beatitudine.

36.
Non insuperbirti quando la gente ti elogia; non scoraggiarti quando ti biasima.

37.
Se fra i tuoi amici qualcuno nutre dell'odio verso un altro e sta per litigare, non cercare di renderli ancor più furiosi, aumentando il loro odio reciproco. Cerca piuttosto, con amore e comprensione, di ristabilire la loro amicizia di prima.

38.
Invece di indagare sui difetti degli altri, cerca di vedere i tuoi propri errori; sràdicali, sbaràzzatene. Basterebbe che nella tua indagini scoprissi un solo tuo difetto: è molto meglio che scoprirne dieci fra le centinaia degli altri.

39.
Qualora non possa o non voglia compiere una buona azione, è assai preferibile che non progetti né ponga in effetto un'azione cattiva.

40.
Non essere ipersensibile, se qualcuno ti fa notare dei difetti che non hai; come per quelli che sai di avere, cerca lo stesso di correggerteli, anche se qualcuno te li ha fatti rilevare prima. Non nutrire rancore o sentimenti di vendetta verso le persone che ti indicano i tuoi difetti. Non ritorcere l'argomento contro costoro, mostrando a tua volta i loro errori. Mostra loro invece gratitudine. Lo sforzo di scovare i loro sbagli è da parte tua un errore ancora più grave. E' un bene per te conoscere le tue manchevolezze, mentre non hai alcun vantaggio nel conoscere i difetti degli altri.

41.
Ogni volta che disponi di un po' di tempo libero, non sprecarlo nel parlare di tutti, ma usalo per meditare su Dio o per compiere del servizio altruistico.

42.
Il Signore può essere capito solo dal devoto e il devoto può essere capito solo dal Signore. Nessun altro li può capire. Perciò, non stare a discutere argomenti che si riferiscono al Signore con chi non ha devozione. Simili discussioni fanno calare la tua devozione.

43.
Se qualcuno sta affrontando con te un argomento che non ha inteso nel suo verso giusto, non andare a riesumare altre nozioni sbagliate per sostenere quella posizione, ma cogli solo ciò che di buono e di gradevole sta dicendo. Un discorso ha senso quando è apprezzato e gradito quando è pieno di contraddizioni o prolissità, che non servono a niente e costituiscono solo un intralcio alla Beatitudine.

44.
Se vuoi coltivare concentrazione, quando ti trovi fra la folla o in un negozio, non disperdere il tuo sguardo in ogni angolo e su ogni cosa, ma guarda solo la strada che ti sta davanti, giusto per evitare incidenti. La concentrazione diverrà sempre più salda se si va in giro senza distogliere la propria attenzione dalla strada, scivando i pericoli e non gettando occhiate sulle fattezze degli altri.

45.
Elimina tutti i dubbi sul Maestro e su Dio. Se i tuoi desideri terreni non trovano soddisfazione, non prendertela con la tua devozione. Simili desideri non hanno niente a che fare con la devozione a Dio. Un giorno o l'altro i desideri del mondo andranno abbandonati e, prima o poi, si dovranno acquisire i sentimenti di devozione. Stanne pur certo.

46.
Non deprimerti prendendotela con Dio se la tua meditazione o la tua preghiera non fanno molti progressi, oppure se i desideri che accarezzi da tempo non si realizzano. Ciò ti scoraggerà ancor più e, qualunque cosa abbia conseguito, piccola o grande che sia, non ti darà la pace. Durante la meditazione o la preghiera non dovresti mai essere depresso, disperato o scoraggiato. Se ti sorprendono sentimenti del genere, desumi un errore nella tua disciplina spirituale e sforzati di correggerlo.

Raggiungerai con estrema facilità il Divino Principio solo quando le tue azioni e il tuo comportamento quotidiani saranno automaticamente conformi a querste indicazioni.
Tratto da: Don Mario Mazzoleni, Un sacerdote incontra Sai Baba, Armenia Editore, Milano 1991, pag. 120 segg., ISBN 88-344-0482-3 (Sandeha Nivarini - Dialogues dissolving doubts, 1979, pp. 41-47)

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Divine Parole
Una poesia di Sri Sathya Sai Baba

FIGLI DELL'IMMORTALITÀ
Figli dell'immortalità!
Ricordate che siete stati creati
a Mia immagine e somiglianza. Perfetti!
Vivete all'altezza di questa immagine,
in ogni senso, a tutti i livelli,
vivete come Maestri!
Camminate sulla Terra a testa alta
con gli animi innalzati,
i vostri cuori aperti all'amore;
credete in voi stessi e al Dio che è in voi.
Allora tutto andrà bene.
La Terra non è altro che
la Manifestazione del Mio Essere,
fatta della mia stessa Vita!
Ovunque voi guardiate, Io sono là.
Ovunque voi camminiate, Io sono là.
Chiunque voi incontriate, Io sono quella persona.
Io sono in ognuno, in tutto il Mio Splendore.
VedeteMi ovunque.
ParlateMi ed amateMi,
Io sono in ognuno di voi.
Allora, da ciascuno, risponderò
e vi condurrò nella Gloria.
Voi non potete vederMi in un luogo
e non in un altro, perché Io riempio lo spazio.
Voi non potete sfuggirMi
o fare qualcosa di nascosto,
poiché per Me non vi sono segreti.
Vivete... Vivete... Vivete in perfetto accordo
con le Mie Leggi, e otterrete cose meravigliose!
Ora, riflettete... è l'errore ad ostacolare
il fluire dell'Essenza del Mio Essere
attraverso di voi?
In questo preciso momento
chiedeteMi di rivelarvi i vostri errori
nel silenzio della vostra meditazione.
Lasciate che i vecchi ricordi riaffiorino in voi
dal Mio subconscio che è in voi...
Vecchi modelli...
Vecchi pensieri e sentimenti dimenticati.
Ora, immergeteli nell'Oceano della Luce,
estingueteli dalla coscienza,
affinché possiate divenire
i Veri simboli del Mio Essere.
Adesso,
visualizzate la mia Fiamma che arde,
che s'innalza sempre di più,
che arde attraverso di voi.
E' una fiamma che rinfresca,
Purifica e guarisce,
Lenisce il dolore nascosto...
e vi lascia calmi e quieti.
Confidate nel Mio Amore.
Lasciate che tutto quello che siete stati,
durante le vostre molte vite passate,
sino ad oggi, si dissolva nella Mia Luce che Libera.
Figli del Mio Essere!
Dissolvete i vostri dispiaceri e le vostre paure in Me.
Lasciate che Io cancelli tutto il vostro Karma.
Ritornate alla Mia Coscienza,
che è la vostra Stessa vera coscienza.
Lasciate che i vostri insignificanti sé umani
svaniscano, adesso, mentre venite a Me,
a Colui che è il vostro Sé Interiore.
Ora voi siete il Mio Glorioso Sé...
Non più separati da Me.
Scioglietevi in Me... Immergetevi in Me...
Divenite Me!
Sathya Sai Baba
Da: Prema Dhaara (Torrente d'Amore). Una Collezione di lettere da Sathya Sai Baba ai Suoi studenti. Modena, Edizioni Milesi, 1995, pp. 11-13.

Quando Mi avete detto Sì
Quando Mi avete detto "Sì", avete abbandonato il diritto ad essere come chiunque altro.
Ecco perché state attraendo a voi esperienze che hanno lo scopo di purificarvi da tutto quello che non vi si addice.
Ciò accadrà tantissime volte finché Io non vi farò vedere che il passato non "funziona più".
Io vi sfido e vi tento ogni giorno con il vostro passato in modo che possiate prendere coscienza di come il passato sia una grande illusione.
Quando Mi avete detto "Sì", Mi avete dato il vostro corpo, i vostri pensieri e le vostre azioni.
Nel momento in cui questi non appagano più il vostro "io", il malessere diventa insopportabile.
E sarà sempre così finché non vi renderete conto completamente di quello che state facendo.
Allora e soltanto allora abbandonerete ogni desiderio.
E' soltanto in questo modo che imparerete.
L'uomo raramente impara con semplici richiami.
Il suo desiderio è invaso da trappole poste là in modo che Io possa fare il Mio lavoro.
Solo quando vi abbandonerete totalmente a Me, tutte le tentazioni svaniranno.
Io non vi abbandonerò MAI.
Ogni volta che scivolerete, sarà più difficile sopportarlo e sarà più duro porvi rimedio.
Alla fine vi stancherete della vostra ottusità.
Io vi amo ed anche se non siete completamente coscienti, voi avete detto "Sì".
Baba

Sai Baba e Gesù Cristo
Volto del Cristo risorto.
Immagine manifestata da Sai Baba
Sulla relazione tra Sai Baba e Gesù, vedere:http://it.oocities.com/saibabaegesu/


 <=> L U C E  I N F I N I T A  D E L L 'A M O R E <=>






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