domenica 9 gennaio 2011

LA CONSAPEVOLEZZA DEL SE' tramite Roberto Assagioli e la sua creatura, P S I C O S I N T E S I

    § * * * T A R A  V E R D E * * * §

UNA DOVEROSA PREMESSA.
Molte ricerche e poesie che completano e arricchiscono questo documento, sono state scritte da persona che vuole rimanere assolutamente anonima.


>>> ROBERTO ASSAGIOLI <<<


LA PSICOSINTESI
Roberto Assagioli

Roberto Assagioli nacque a Venezia il 27 febbraio del 1888 da famiglia ebraica (un strana coincidenza, l' origine di molti 'rivoluzionari' della psiche?). Terminati gli studi liceali, si trasferì con la famiglia a Firenze per gli studi di Medicina, venendo a contatto in quella città con personaggi e circoli intellettuali giovanili ( Papini, Vailati, Prezzolini, il"Leonardo", "La voce", la Biblioteca Filosofica …), e partecipando attivamente con discussioni, conferenze, scritti.

I suoi interessi durante gli studi medici sono rivolti già decisamente nella direzione di una ricerca sull' uomo a tutto campo: medica, psichiatrica, filosofica, spirituale e umanistica; è il primo medico italiano a laurearsi con una tesi sulla psicoanalisi, fu socio del gruppo svizzero della Società Psicoanalitica Internazionale, primo tra i soci della neonata Società Italiana di Psicologia.

Nel 1912 fonda la rivista "Psiche", programmaticamente con un campo di contenuti che andava dalla psicologia alla psicopatologia, da quella che oggi chiameremmo psichiatria biologica alla psicologia comparata, alla filosofia e psicologia orientale. Nel secondo numero della rivista vi compare il primo articolo di Sigmund Freud in lingua italiana, tradotto dallo stesso Assagioli con il consenso dell' Autore.
Questi brevi cenni biografici, limitati ai primi 25 anni di vita di Assagioli (morto nel 1974 mentre stava lavorando al volume "Il sé transpersonale") sono sufficienti per dare una idea della vastità e complessità delle radici del pensiero assagioliano.

Come capita per altri scienziati illuminati e con solide basi umanistiche, (vedi lo stesso Freud) la lettura solo antologica di brani originali porta spesso a sottovalutare la portata dei concetti esposti, ciò per la vastità del pensiero dell' Autore, ma anche perché nei paesi latini, dove da Galileo in poi la cultura accademica ha sempre preferito uno stile prudentemente … oscuro, la fluidità e limpidezza dello scritto vengono confusi dal lettore disattento come ovvietà o banalità di contenuti.

Così il pensiero assagioliano è stato spesso confuso con una 'filosofia' aerea e quasi, diremmo oggi, "new-age", mentre le basi psicobiologiche e il livello psicoanalitico freudiano (cioè l'impostazione scientifica) della vita psichica sono dati per Assagioli certi e scontati, ma solo come parte di un tutto che si stratifica dal basso verso l' alto in interazioni che spingono l' uomo dai bisogni primari biologici e psichici fino al suo tendere all' Assoluto.

Così nasce la sua psicagogia, la psicosintesi o ('biopsicosintesi') e la Psicosintesi Terapeutica.
Quest' ultima, spesso fraintesa come un insieme eclettico di 'tecniche' psicologiche mutuate da varie scuole di pensiero psicologico e filosofico, è l' emanazione di una visione organica, unitaria e insieme complessa, del mondo psichico e dei mezzi per interpretarne e incentivarne l' evoluzione, mai riduttiva e semplificatrice.

Sipt - Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica
Scuola di Psicoterapia Psicosintetica e Scuola di Counselling Psicosintetico a Firenze
Per maggiori informazioni si prega di contattare la segreteria della Sipt.


L'OVOIDE di Roberto Assagioli
>>Lo Schema della Psiche<<

Molto noto è lo schema del cosiddetto 'uovo di Assagioli' (v. figura), una sua rappresentazione schematica della sua concezione dello psichismo.


L' inconscio inferiore è analogo come funzioni all' inconscio freudiano; è sede delle pulsioni biologiche quali gli istinti di conservazione, dell' aggressività, dell' istinto sessuale, di autoaffermazione e sede delle memorie antiche e del rimosso.

L' inconscio medio è analogo al preconscio freudiano, i contenuti psichici sono più accessibili e possono riguardare dati di memoria recente come il qui e ora; ha nel suo àmbito il campo di coscienza con al centro l' Io o Sé cosciente personale.

L' inconscio superiore o supercosciente è sede delle funzioni intuitive, delle illuminazioni, delle istanze etiche, estetiche, creative, della spinta al trascendente.

L' Io o Sé personale è al tempo stesso il 'direttore d' orchestra' della personalità, è coscienza, autocoscienza e motore della volizione; si occupa della 'gestione' dei contenuti psichici ma non si deve confondere ed identificare con essi, arrivando ad essere, una volta realizzata la psicosintesi personale, di per sé privo di contenuti propri (attraverso un processo di disidentificazione).

Il Sé transpersonale è entità dinamica che tende alla proiezione espansiva della personalità in sintonia con l' universale; d' altro canto è emanazione stessa dell' universale nell' individuo. Questa realtà è più un aspetto dell' Io cosciente che una entità separata e distinta, e tende a interagire con l'Io personale facendone una sorta di interfaccia tra la realtà personale e quella, appunto, trans-personale.

Da notare, nello schema, come non solo le linee che graficamente delimitano le varie aree, ma anche la linea esterna che racchiude lo psichismo dell' individuo nei suoi livelli, siano linee tratteggiate, a sottolineare non solo la possibilità di comunicazioni interne, ma anche quelle che si stabiliscono a vari livelli con gli altri individui (cfr. ad es. il conscio e l' inconscio collettivo in senso junghiano).

Dato un tale tipo di 'anatomia della psiche', le situazioni conflittuali possono avere origine non solo da difficoltà nella integrazione alla coscienza di contenuti provenienti dall' inconscio inferiore, ma anche da difetti di integrazione di contenuti che 'irrompono', per così dire 'dall' alto'. In questo senso Assagioli parla di disturbi regressivi (assimilabili alla conflittualità in senso freudiano) e di disturbi progressivi, rispettivamente.

In entrambi i casi scopo del terapeuta è quello di capire (fasi prevalentemente analitiche) il tipo di disturbo che si è prodotto nel contesto del cammino di crescita della persona, la sua particolare condizione esistenziale, il tipo e la consistenza delle risorse disponibili e quindi di intervenire, per integrare e armonizzare le dinamiche in conflitto, rimuovere gli ostacoli che si frappongono al suo percorso di crescita 'spirituale' e di integrazione (fasi sintetiche o anagogiche) utilizzando le 'tecniche' di volta in volta più idonee.

Il terapeuta che lavora in psicosintesi deve innanzitutto lavorare alla propria psicosintesi personale sotto una guida esperta: ciò allo scopo, analogamente a quanto accade per alte terapie non centrate sul problema, di evitare di ... aiutare a risolvere i problemi altrui in base ai propri non risolti. Inoltre dovrà apprendere a lavorare col paziente modificando i propri stati di coscienza secondo la necessità del momento (esperienze analoghe vengono talora sperimentate da chi pratica l'ipnosi).

In più, per concludere questa breve sintesi, il terapeuta che opera in psicosintesi deve avere fatto comunque una qualche esperienza del Sé e arrivare a mettere in campo questa entità, ogniqualvolta possibile, come fattore superiore interagente tra paziente e terapeuta, come dire che la terapia spesso non viene condotta né dall' uno né dall' altro, né dai due, ma … 'qui si fa terapia' …

Luciano Prandi
http://www.prandiluciano.it/pages/psicosintesi.htm


Da Wikipedia

La psicosintesi è una teoria e prassi psicologica che si sviluppa dalla psicoanalisi, per evolversi sul versante della Psicologia umanistica ed Esistenziale e su quello della Psicologia transpersonale.
La disciplina è stata concepita dallo psichiatra veneziano Roberto Assagioli (1888-1974) e può essere quindi considerata uno dei pochi paradigmi psicoterapeutici sviluppati autonomamente in Italia. Assagioli fu il primo medico psichiatra italiano che si interessò attivamente di psicoanalisi, e la sua tesi di laurea, preparata nel 1907 nell'ospedale psichiatrico Burgholzli a Zurigo (dove operava C.G. Jung, con il quale svilupperà un'amicizia personale) ebbe appunto il titolo La Psicoanalisi.

Successivamente, diventerà l'unico italiano membro della Società Freud di Zurigo, ed in seguito sarà socio della Società Psicoanalitica Internazionale. Nel giro di qualche anno però Assagioli iniziò a discostarsi dal pensiero freudiano, ritenuto da lui troppo riduttivo e rigido rispetto all'ampiezza ed alla complessità della psiche umana.

La novità, nell'approccio psicosintetico, consiste nello sviluppo dell'idea che già aveva costituito motivo di contrasto tra Freud e Jung, secondo la quale, nella «cura dell'anima», alla fase analitica, deve seguire una fase sintetica, cioè più attiva e orientata alla scoperta della volontà personale. Così come vi sono molte correnti psicoanalitiche, possono allo stesso modo coesistere diverse correnti psicosintetiche, dal momento che, come afferma lo stesso Assagioli, "non esiste ortodossia in Psicosintesi e nessuno, a partire da me stesso, può proclamarsene il vero o autentico rappresentante".

Pertanto, in senso più ampio, «psicosintesi» può essere definito ogni atteggiamento orientato verso integrazioni e sintesi sempre più vaste, atteggiamento che si prenda a cuore l'uomo nella sua interezza e nella sua unicità, fino alla realizzazione della sua dimensione spirituale (o transpersonale). Per questo motivo, Assagioli arriva ad affermare che "la Psicosintesi non può essere rappresentata all'esterno da nessuna organizzazione" e in questo dimostra la sua levatura di ricercatore libero, al di là di ogni settarismo e identificazione con questa o quella chiesa, anche se laica.

La Psicosintesi è stata sviluppata da Assagioli in Italia fin dagli inizi del Novecento (con il nome di Psicagogia), e successivamente è stata diffusa negli Stati Uniti fino ad essere attualmente conosciuta e praticata in tutto il mondo. Tenendo fede al suo spirito improntato al dialogo e all'unificazione, la Psicosintesi accoglie istanze e contributi di molte e disparate correnti psicologiche, integrandole però nella sua specifica visione dell'essere umano.

La concezione integrale dell’essere umano tipica della Psicosintesi, la costituisce soprattutto come un metodo di autorealizzazione, teso alla pienezza delle sue quattro dimensioni: fisica, emotiva, mentale e spirituale.
I temi basilari del pensiero psicosintetico sono: le subpersonalità, l’integrazione della personalità attorno ad un centro unificatore, l’io personale, la volontà (buona, forte, abile), le funzioni psichiche, il modello ideale, la disidentificazione, la trasmutazione delle energie, la sintesi, lo sviluppo delle qualità superiori, l’espansione della coscienza, la meditazione, il supercosciente e il Sé transpersonale. La Psicosintesi opera nei seguenti campi: psicoterapia, integrazione personale e realizzazione delle proprie potenzialità, educazione, rapporti interpersonali e sociali.

Il modello della psiche umana proposto da Assagioli può essere rappresentato, molto brevemente, con una figura ovoidale: all'interno si trovano l'inconscio nelle sue diverse componenti (inconscio inferiore, medio e superiore), un nucleo centrale corrispondente al campo della coscienza con al centro l'Io.



OVOIDE di R.Assagioli

- All'esterno dell'uovo si trova l'inconscio collettivo.
- L'Io non è altro che il riflesso del Sé.
- Il Sé è raffigurato sulla sommità dell'ovoide, quindi esso trascende l'individualità della psiche.
- È transpersonale, rappresenta quella
dimensione trascendente che ogni essere umano possiede dentro di sé.

La caratteristica fondamentale della psicosintesi è di comprendere nella propria prassi anche lo sviluppo spirituale della persona, inteso quindi come possibilità di integrare armonicamente diverse dimensioni della psiche, un processo già presente nella psicologia di Jung e noto come individuazione. In particolare per Assagioli è essenziale, nel processo di sviluppo spirituale, entrare in contatto con il Sé transpersonale. Esiste quindi un percorso di psicosintesi personale, che riguarda l'integrazione e l'armonizzazione delle varie istanze psichiche, ed un percorso di psicosintesi transpersonale, che permette all'uomo di accedere a dimensioni più elevate della psiche. In senso psicoterapeutico è possibile pertanto parlare di una psicoterapia a livello dell'Io, e di una a livello del Sè.

La Psicosintesi terapeutica è promossa dalla Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica (SIPT)[1] fondata da Assagioli con sede in Firenze, via San Domenico 14. I suoi corsi formativi di durata quadriennale in psicoterapia, aperti a medici e psicologi secono la normativa della L.56/89, sono legalmente riconosciuti dallo Stato italiano. In Firenze opera anche l'Istituto di Psicosintesi che ha sedi sparse in tutta Italia, e che si occupa di promuovere in senso terapeutico e non il pensiero di Roberto Assagioli.


La psicosintesi di Roberto Assagioli, una delle correnti più interessanti della psicologia moderna, ci può aiutare a spogliarci da ruoli stereotipati e spesso superati dalle nostre stesse esperienze. In questo articolo, presentiamo una semplice introduzione ad alcuni dei principi basilari di tale teoria.



F. Errera, "La maschera e il volto" tratto da www.dfn.it/arte/ efc/veron3.htm
Liberarsi dai ruoli attraverso la disidentificazione: il percorso psicosintetico nella teoria di Roberto Assagioli
 




IL VOLTO e LA MASCHERA


GIU' LA MASCHERA!
di Pippo Palazzolo

Ogni mattina, quasi senza accorgercene, indossiamo la nostra “maschera” e usciamo. Abitudini, lavoro quotidiano, ruoli da svolgere, aspettative degli altri, autoconvinzioni, ci portano gradualmente a consolidare, sul nucleo centrale del nostro Io cosciente, un aggregato psichico, che per comodità possiamo chiamare “Ego”, che ragiona e pensa a se stesso pensante, un centro di consapevolezza.
Ma noi, come ci percepiamo? Dipende da come si è sviluppata la nostra consapevolezza, da quanto si è allargata la sfera del nostro “Io” conscio rispetto all’inconscio che lo avvolge. Può essere utile aver presente lo schema della nostra psiche, ideato da Roberto Assagioli.

Possiamo raffigurare la nostra psiche come un ovoide, al cui centro luminoso si trova la sfera della coscienza. Nella parte bassa c’è il sub-conscio, sede delle funzioni più elementari della psiche: rimozioni, istinti, impulsi. Nella parte alta troviamo l’inconscio superiore, sede delle funzioni più elevate: l’intuito, il pensiero, l’immaginazione. Ogni “Io”, o “Sé”, è collegato con un “Sé” superiore, la parte spirituale che si incarna in un corpo, ma che rimane legato al “Sé transpersonale” (o “Logos”, “Tutto”, “Assoluto”, o comunque si voglia definire l’entità trascendente che tutto muove e permea).

L'ovoide della psiche, di Roberto Assogioli
Ma torniamo al nostro “Io”, così piccolo ma così esigente, a volte arrogante! E’ il nostro strumento, ciò che ci permette di conoscere, sperimentare la vita e relazionarci con l’esterno. Come tutti gli strumenti, di per sé è neutrale, ma può essere un aiuto o un ostacolo alla nostra crescita. Nel corso della crescita, la nostra personalità si forma, si evolve, si modifica, a seconda delle circostanze familiare, delle esperienze, della cultura acquisita.

In ogni stadio della nostra vita, noi adottiamo delle strategie di “sopravvivenza” che, specie da bambini, sono per lo più inconsce. Pensiamo ai bambini “seduttivi”, che ottengono tutto con la dolcezza e, all’opposto, ai bambini “terribili”, che ottengono lo stesso tutto, ma perché strillano e rompono. E, più avanti, lo studente “modello” e il “bullo”, la ragazza “che ci sta” e la “virtuosa”, il “buon padre di famiglia” e lo “scioperato” antisociale, e così via.

Quei comportamenti che noi abbiamo adottato in determinate circostanze, e che allora ci servivano, con il tempo diventano abitudini, riflessi condizionati, abiti che ci sembrano una seconda pelle. Per questo motivo, noi accumuliamo un certo numero di modelli o maschere comportamentali, che nella psicosintesi vengono chiamate “sub-personalità”.

E’ come se, all’interno della nostra psiche, ci fosse un piccolo teatro con tanti attori con ruoli diversi. Uno di loro sarà il primo attore, la nostra “maschera” consapevole, l’identità che accettiamo, le altre saranno in secondo piano, ma pur sempre vive e desiderose di attirare l’attenzione. Fino a quando non le “scioglieremo”, riconoscendole e superandole in una “sintesi” più alta, le sub-personalità toglieranno energia ai nostri programmi consapevoli: dobbiamo dare spazio a tutti, perché diversamente nel nostro inconscio una parte (o più) di noi cercherà di andare per conto suo, anche in contrasto con i nostri progetti.

Il primo passo da fare, per liberare le nostre energie e uscire dalle spinte contraddittorie delle sub-personalità, è riconoscere le nostre sub-personalità, capire come si sono formate e se sono ormai superate. A quel punto, potremo cominciare a lavorare per trasformarle, attraverso un lavoro di integrazione, che porterà ad una “sintesi”, alla nascita di una personalità armoniosa e arricchita di nuove componenti.

Sciolte le sub-personalità, diventa importante riaggregare le energie psichiche così liberate in un “modello ideale”, ciò che noi siamo veramente, anche se forse lo abbiamo dimenticato!
Quando nasciamo, tutti noi abbiamo un progetto da realizzare, ma con il passare del tempo a volte lo dimentichiamo. Per fortuna è possibile recuperarlo, ci sono varie tecniche che ci possono riportare sulla “retta via”, quella di una piena realizzazione in questa vita... ma questo è un altro discorso!

Pippo Palazzolo
giugno 2005


Roberto Assagioli - Sito Ufficiale di PSICOSINTESI:www.psicosintesi.it
Consigliamo a quanti volessero approfondire la conoscenza della Psicosintesi, di visitare il sito ufficiale dell'Istituto di Psicosintesi, www.psicosintesi.it, che contiene ampie informazioni sia sulla vita di Roberto Assagioli che sulle sue teorie, nonché sulle numerose attività organizzate in tutta Italia.
Il Centro di Psicosintesi più vicino a Ragusa è quello di Catania, molto attivo: www.psicosintesict.it .


Tratto da:
http://www.lealidiermes.net/psicosintesi.htm


>>> TARA BIANCA <<<
Una testimonianza:

PSICOSINTESI

Incontrai per la prima volta Roberto Assagioli, il fondatore della psicosintesi, nel 1969. Ero tornato da un soggiorno prolungato in California, che in quegli anni era una fucina di nuove idee, fra cui quelle che più mi interessavano: la realizzazione delle proprie potenzialità, la psicologia transpersonale, gli stati alterati di coscienza. Ero stato per un po’ di tempo all’Istituto di Esalen, che era l’epicentro di tutte le ricerche e attività su questi temi. Lì avevo sentito parlare dello psichiatra italiano Roberto Assagioli come di una figura molto importante in questo campo: “Ma come, sei italiano e non lo conosci neppure? Sta a Firenze”.
Tornato in Italia, gli scrissi e poi andai a trovarlo. La notte prima, pur non avendolo mai incontrato, né visto in fotografia, lo sognai: un vecchietto esile e sorridente, con la barba bianca e l’aria di un rabbino saggio. Era sul sedile posteriore di un’automobile molto bella e lussuosa . Mi disse: “Vieni, ti porto a fare un giro”.

Il giorno dopo incontrai Assagioli, ed era proprio come il personaggio nel sogno. E così decisi di andare a far un giro con lui. Il giro a cui mi portò fu una trasformazione interiore profonda e uno straordinario ampliamento delle mie prospettive.

Queste erano cose normali per chiunque lavorasse con lui. Si facevano strani sogni, molto belli e intensi, c’erano capovolgimenti interiori improvvisi, accadevano coincidenze sorprendenti, si provavano sensazioni ed emozioni fino ad allora sconosciute. Si vedeva che cos’è davvero il cambiamento.
Eppure Assagioli non si atteggiava a guru o stregone. Anzi apparteneva alla migliore tradizione scientifica e culturale del primo secolo XX. Aveva scritto su La Voce con Prezzolini, era stato amico di Jung, e Freud lo aveva considerato come il rappresentante della psicanalisi in Italia: non a caso, visto che era stato il primo a tradurla e pubblicarla in italiano.

Era stato vicino a personaggi come Martin Buber e Rabindranath Tagore. E, cosa più importante di tutte, aveva fondato la psicosintesi, una scuola di psicologia che ha molti spunti stimolanti per chiunque si interessi alla propria trasformazione personale.

Proprio prima che Assagioli morisse, mi capitò una strana coincidenza. Ero nuovamente in California, a Los Angeles. Incontrai per caso a un concerto un uomo che mi disse di conoscere Assagioli. Lo aveva conosciuto qualche anno prima. Era andato a casa sua, e Assagioli lo aveva fatto aspettare per qualche minuto in una piccola stanza d’aspetto. Poi la cameriera di Assagioli lo aveva fatto accomodare in un’altra camera, e, dandogli carta e penna, gli aveva detto: “Ora il dottor Assagioli la prega di elencare tutto quello che ha visto nella prima camera – ogni oggetto, soprammobile, quadro, e così via”.

Era l’esercizio dell’osservazione, molto utile per chi vive troppo nelle sue emozioni e si dimentica l’aggancio con la realtà. Proprio mentre questo signore mi raccontava questo episodio, Assagioli (io non lo sapevo) stava morendo nella sua casa di campagna a Capolona.

Questo esercizio dell’osservazione può sembrare una curiosità, un esercizio semplice. Ma il concetto sottostante è fondamentale. La psicosintesi mira alla padronanza di tutte le nostre funzioni psichiche. Come possiamo sentirci bene se non abbiamo nessun controllo su noi stessi, se non possiamo usare al meglio gli strumenti di cui siamo dotati?

In questo lavoro è centrale il ruolo della volontà, che Assagioli considerava la “Cenerentola della psicologia”. Lui la ricuperò dal dimenticatoio in cui l’aveva relegata la psicanalisi, e le diede un ruolo centrale nella sua psicosintesi. Però si tratta di una volontà rinnovata: non il pugno di ferro, il volli fortissimamente volli, l’autoritarismo, ma la volontà come padronanza di sé e capacità di interagire attivamente col mondo anziché essere vittima delle circostanze – un tratto comune, quest’ultimo, a tutti i nevrotici di questo mondo.

Un altro tema, quello forse più suggestivo, della psicosintesi, è il superconscio: l’origine delle nostre intuizioni migliori, dei momenti più belli della nostra vita, dei sentimenti superiori come la gioia, la pace, l’amore disinteressato, e dei nostri spunti creativi. Per favorire l’accesso al superconscio la psicosintesi offre varie tecniche pratiche, basate sulla visualizzazione, il silenzio interno, la meditazione. Assagioli differenzia l’inconscio superiore o superconscio dall’inconscio medio (il materiale di cui non siamo sempre consci, ma che è accessibile: per esempio il nostro numero di telefono o il ricordo di che cos’è successo l’estate scorsa), e dall’inconscio inferiore, sede delle pulsioni e degli istinti, la parte di noi che rappresenta i primordi della nostra evoluzione. Questa divisione fra inferiore e superiore è talvolta vista (ingiustamente) come un tentativo di contrabbandare nella psicologia un sottile moralismo. Niente di tutto ciò: “inferiore” vuol dire solo “precedente”.

Io però avevo delle difficoltà con questa apparente dicotomia. Assagioli mi diede questa immagine: ”Noi siamo come una ninfea, la sua bellezza e il suo profumo sono alla luce del sole, e sotto la superficie le sue radici sono immerse nel fango”. A me piaceva la polemica, quindi colsi subito l’occasione:”Ecco il moralismo! Gli istinti, la sessualità, il corpo sono il ‘fango’, lo spirito è bello perché è separato dal corpo.” Uno a zero per me, pensavo. Ma mi sbagliavo. La risposta di Assagioli fu illuminante: “Per nulla. Il moralista sei tu. Tu pensi che il fango sia brutto e sporco. Per me è una sostanza viva e fertile, collegata intimamente con il fiore. Senza il fango la ninfea non potrebbe mai vivere e svilupparsi.”

E ora ritorniamo nella sala d’aspetto di Assagioli. C’era un divano con sopra una coperta di seta color granata, con una scritta sanscrita ricamata in oro. Un biglietto offriva la traduzione: “Come gli uomini vengono a me, così li accolgo”. E’ un verso della Bhagavad Gita, il testo sacro indiano. E’ Krishna che parla, il simbolo del Sé spirituale: e ci dice che le vie per raggiungerlo sono varie.

C’è chi si può realizzare attraverso la danza e chi invece attraverso la meditazione, chi con il lavoro e l’immersione nella società e chi con la contemplazione della bellezza, chi con la ricerca scientifica e filosofica, e chi invece con la preghiera. Anche questo è un concetto caro ad Assagioli: le vie al mondo spirituale (o transpersonale, come preferiva chiamarlo lui) sono molte. Non ci sono dogmi, non ci sono monopoli, non ci sono percorsi obbligati.

Il lavoro su se stessi non è una forma di divertimento solitario. Assagioli ha sempre dato un’enorme importanza alle relazioni fra persone. Il nostro equilibrio e il nostro benessere dipendono da come sono le nostre relazioni con gli altri: ci portiamo dentro i conflitti irrisolti, i rancori, i brutti ricordi delle nostre relazioni. Per contro, se i nostri rapporti con gli altri sono sereni e armoniosi, ci sentiremo molto meglio anche noi. L’amore, la gentilezza, la serenità, l’apertura, e altre qualità interpersonali si possono coltivare. Nei rapporti con gli altri possiamo realizzare noi stessi.

Dopo circa un anno di lavoro con Assagioli, mi parve di capire che nella psicoterapia le tecniche non sono poi così importanti, ciò che conta davvero è la qualità del rapporto fra terapeuta e cliente o paziente, l’alchimia che avviene fra queste due persone. Lo dissi ad Assagioli, in maniera un po’ brusca: ”Le tecniche non servono a niente. Quello che conta è il rapporto.” C’era un po’ di malizia e di presunzione in questa affermazione: dopotutto, la psicosintesi è piena di tecniche. Pensavo di prendere Assagioli alla sprovvista. Ma non ci riuscii. La sua risposta arrivò immediata: “Finalmente ci sei arrivato. Mi domandavo quanto ci avresti messo a capire!”

Assagioli fu anche uno dei pochi a considerare la bellezza un’esperienza fondamentale. Di solito in psicologia di bellezza si parla poco. Per lui era un tema centrale. Parlava di una vera e propria Via della Bellezza, che porta alla realizzazione di sé e che ha come suo ingrediente di base il senso di rivelazione e di pienezza che il bello ci può offrire. Ma nella psicosintesi la bellezza in ogni sua forma è considerata degna di attenzione, perché è formativa. Incontrando un cliente di psicoterapia, Assagioli voleva sapere quali erano i suoi film preferiti, i quadri, i libri, le musiche. La bellezza ci guarisce, ci cambia, ci educa. Questo insegnamento di Assagioli è alla base del libro che ho scritto sulla bellezza, e gli sono grato per avermi aperto questa nuova, essenziale prospettiva.

Sulla comunicazione con l’aldilà sono sempre stato piuttosto scettico. Assagioli ha comunicato con qualcuno dei suoi allievi dopo la sua morte? Dopotutto era del mestiere, visto che fu uno dei primi a interessarsi alla parapsicologia in Italia, lasciando in seguito questo campo di ricerca per concentrarsi sulla psicosintesi. Ma c’è stato un evento curioso che mi ha molto colpito. Assagioli are morto da alcuni mesi, lasciando un grande vuoto. Parlavo con una donna che lo aveva incontrato una volta. Riferendomi della sua conversazione con lui, mi disse che Assagioli le aveva consigliato di leggere il saggio di Emerson Self reliance. Mi spiegò che in quel saggio Emerson parla dell’importanza di basarsi sulle proprie idee e sulla propria esperienza anziché appoggiarsi a ciò che dicono le autorità, i saggi, i grandi pensatori. Tutto ciò che viene da noi è più autentico, è di prima mano e vale di più di qualsiasi convinzione sia ereditata da qualcun altro.

In quel preciso momento io ebbi la sensazione precisa e intensa che Assagioli stesse comunicando con me, che mi dicesse, ora devi fare da solo, fidati di te stesso. Quale migliore ultimo insegnamento poteva dare un grande maestro?
Ma forse era solo una coincidenza.
http://www.pieroferrucci.it/psicosintesi.asp





Bibliografia Opere di Roberto Assagioli

Psychosynthesis: a manual of principles and techniques, Hobbs, Dormann & Company, New York 1965
Psicosintesi: per l'armonia della vita, Mediterranee, Roma 1966
Principi e metodi della Psicosintesi Terapeutica, Astrolabio, Roma 1973 - traduzione italiana (a cura di E. Zanotti) di "Psychosynthesis: a manual of principles and techniques".
The act of will, The Wiking Press, New York 1973
L'atto di volontà, Astrolabio, Roma 1977 - traduzione italiana (a cura di Maria Luisa Girelli) di "The act of will".
Educare l'uomo domani, Firenze, Ed. Istituto di Psicosintesi 1988, postumo
Lo sviluppo transpersonale (a cura di M. Macchia Girelli), Astrolabio, Roma 1988, postumo
Comprendere la Psicosintesi (a cura di M. Macchia Girelli), Astrolabio, Roma 1991, postumo
Opere su Roberto Assagioli
A. Berti, Roberto Assagioli: profilo biografico degli anni di formazione, Firenze, Ed. Istituto di Psicosintesi 1987
B. Caldironi, l'uomo a tre dimensioni-colloqui con Roberto Assagioli, 1967-1971, a cura di Laura Oretti, ed. Girasole, Ravenna, 2004
B. Caldironi, "psicodinamica e psicoterapia" Manuale di pratica clinica. ed. Girasole, Ravenna, 2004
P. Giovetti, Roberto Assagioli. La vita e l’opera del fondatore della Psicosintesi, Roma, Ed. Mediterranee 1995
M. Macchia, Roberto Assagioli: la Psicosintesi, Roma, Nomina 2000
Teoria e pratica della psicosintesi
A. Alberti, Il Sé ritrovato, Firenze, Pagnini 1994
A. Alberti, Il bimbo interiore, Firenze, Pagnini 2000
A. Alberti, L'uomo che soffre, l'uomo che cura, Firenze, Pagnini
A. Alberti," Psicosintesi e oltre" ed. Pagnini, Firenze
L. Boggio Gilot, Psicosintesi e meditazione, Roma, Ed. Mediterranee 1988
A. Bocconi, P. Lacerna, Il Matto e il Mondo, Roma, Nomina 2001
P.M. Bonacina, L'uomo stellare. Sensazione, istinto, affettività, immaginazione, mente, intuizione, volontà, Firenze, Pagnini 1998
B. Caldironi, Seminari di psicoterapia e psicopatologia ed Nanni, Ravenna 1992
B. Caldironi, Seminari di terapia immaginativa, ed Nanni, Ravenna 1992
P. Ferrucci, Crescere. Teoria e pratica della Psicosintesi, Roma, Astrolabio 1981
P. Ferrucci, Introduzione alla Psicosintesi. Idee e strumenti per la crescita personale, Roma, Ed. Mediterranee 1994
P. Ferrucci, Esperienze delle vette, Roma, Astrolabio 1989
P. Ferrucci" La forza della gentilezza", Oscar Mondadori, 2006
J. Firman, A. Gila, La ferita primaria: la visione della psicosintesi su trauma, guarigione e crescita, Firenze, Pagnini e Martinelli, 2004
F. Guidi, Iniziazione alla Psicosintesi, Roma, Ed. Mediterranee 2005
M. Lancia, La sessualità nel processo educativo. Una visione psicosintetica, Firenze, Ed. Istituto di Psicosintesi 1992
W. Parfitt, La Psicosintesi - Una guida all’autorealizzazione, Milano, Xenia 1993
M. Rosselli, (a cura di) I nuovi paradigmi della psicologia. Il cammino della Psicosintesi, Assisi, Cittadella 1992
S.A. Tilli, Concetti della psicologia umanistica di Roberto Assagioli, Firenze, Ist. Italiano di Psicosintesi 1980
R. Boni, "Entro il cuore dell'armonia" ed. Nomina, Roma 2004
Rivista di Psicosintesi Terapeutica (nuova serie), Firenze, Edizioni S.I.P.T. - pubblicazione semestrale
Sintesi, studi di psicoterapia psicosintetica, Firenze, collana di testi monografici sul tema della psicoterapia psicosintetica edito dalla S.I.P.T


Riviste:

Psicosintesi

Rivista on-line (www.psicosintesi.it) a cura dell’ISTITUTO DI PSICOSINTESI, Via San Domenico 16, 50133 Firenze.
Rivista di Psicosintesi Terapeutica
A cura della SIPT, Via San Domenico 14, 50133 Firenze





L'organizzazione dell'Istituto si articola in Centri e Gruppi, ubicati nelle principali città d'Italia.





La psicosintesi è presente in Italia e nel mondo con vari centri e istituti. E’ impossibile qui menzionarli tutti. Ecco alcuni indirizzi per l’Italia:

Istituto di Psicosintesi (a cui rivolgersi per l'esatta ubicazione dei vari CENTRI DI PSICOSINTESI in Italia)

Via San Domenico 16
50133 FIRENZE (con vari centri in tutt’Italia).
Tel. 055-57 80 26
http://www.psicosintesi.itanca/ <<<
ANCA
>>> TARA BIANCA <<<

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