mercoledì 19 settembre 2012

IL RITORNO DEL CRISTO Alice A.Bailey





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IL RITORNO DEL CRISTO


di


ALICE A. BAILEY


Opere di Alice Bailey:


Iniziazione umana e solare

Lettere sulla meditazione occulta

La Coscienza dell’atomo

Trattato sul Fuoco Cosmico

La Luce dell’Anima

L’Anima ed il suo meccanismo

Trattato di Magia bianca

Da Betlemme al Calvario

Il Discepolato nella Nuova Era (2 voll.)

I Problemi dell’umanità

Il Ritorno del Cristo

Il Destino delle nazioni

Trattato dei Sette Raggi:

VOL I° Psicologia esoterica

VOL II° Psicologia esoterica

VOL III° Astrologia esoterica

VOL IV° Guarigione esoterica

VOL V° I Raggi e le Iniziazioni

Un’illusione quale problema mondiale

Telepatia e il veicolo eterico

L’Esteriorizzazione della Gerarchia

Dall’intelletto all’intuizione

L’Educazione nella Nuova Era

Le fatiche di Ercole

Autobiografia incompiuta

EDITRICE NUOVA ERA

ROMA

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Titolo originale:

THE REAPPEARANCE OF THE CHRIST

@ Copyright by Lucis TRUST, NEW YORK 1951

Prima edizione inglese: 1948

Prima edizione italiana: 1951

Seconda edizione italiana: 1969

Terza edizione italiana: 1973

Quarta edizione italiana: 1982

Edizione LUCIS - Ginevra

Casa Editrice NUOVA ERA - Roma

N O T A

La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un

fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A.

Bailey.

Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita

in modo da assicurarne una successiva edizione.

La Lucis Press è un’organizzazione che non ha scopo di lucro ed appartiene al Lucis

Trust. Per questo libro non si reclamano diritti d’Autore.

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LA GRANDE INVOCAZIONE


Dal punto di Luce entro la Mente di Dio

Affluisca luce nelle menti degli uomini.

Scenda Luce sulla Terra.

Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio

Affluisca amore nei cuori degli uomini.

Possa il Cristo tornare sulla Terra.

Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto

Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;

Il proposito che i Maestri conoscono e servono.

Dal centro che vien detto il genere umano

Si svolga il Piano di Amore e di Luce.

E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.

Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.

Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta

l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe

verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale la verità che esiste

un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni

apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Individualità,

dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché

potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien

detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano

divino troverà attuazione.

ALICE A. BAILEY

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ESTRATTO DA UNA DICHIARAZIONE

DEL TIBETANO


(pubblicata nell’agosto del 1934)


... basti dire che sono un discepolo Tibetano di un certo grado, cosa questa che a voi dice

ben poco, poiché tutti siamo discepoli, dal più umile aspirante fino al Cristo medesimo e oltre.

Io vivo in un corpo fisico come gli altri uomini, ai confini del Tibet, ed in certi periodi -

dal punto di vista exoterico, e quando altri miei doveri me lo consentono - presiedo un vasto

gruppo di Lama tibetani. Questo è il fatto in base al quale è stato detto che sono un Abate di

quella particolare Lamaseria. Coloro che collaborano con me all’opera della Gerarchia (e tutti

i veri discepoli vi partecipano) mi conoscono anche sotto un altro nome e per un altro Officio.

A.A.B. sa chi io sono, e mi riconosce sotto entrambi i nomi.

Sono un vostro fratello che ha viaggiato un poco più a lungo sul Sentiero e ha perciò

contratto maggiori responsabilità. Sono uno che ha lottato e si è aperta la via fino a trovare

una luce maggiore di quella che possono avere gli aspiranti che leggono queste pagine, e devo

perciò agire quale trasmettitore della Luce, a qualunque costo. Non sono vecchio, secondo il

modo consueto di considerare l’età dei maestri, pure non sono giovane, né privo di esperienza.

L’opera mia consiste nell’insegnare e nel diffondere, e sto facendolo da molti anni. Cerco

anche di aiutare il Maestro M. e il Maestro K.H. ogni volta che se ne offre l’opportunità, poiché

sono stato per lungo tempo in rapporto con Loro e con il Loro lavoro.

In tutto quanto precede, vi ho detto molto, ma nulla che possa indurvi ad offrirmi quella

cieca obbedienza e quella vana devozione che gli aspiranti emotivi offrono al Guru, o al Maestro,

con il quale sono ancora incapaci di entrare in rapporto. Essi non potranno stabilire

quell’auspicato contatto fino a quando non abbiano trasmutato la devozione emotiva in servizio

non egoistico all’Umanità, non al Maestro.

Le opere che ho scritto sono offerte al pubblico senza alcuna pretesa che vengano accettate.

Esse possono essere, o non essere, corrette, vere e utili. Sta a voi accertarne la verità con

la retta pratica e l’esercizio dell’intuizione. Né a me né ad A.A.B. interessa minimamente che

vengano accolte come ispirate, né che tutti ne parlino concitatamente come di scritti di uno

dei Maestri. Se esse presentano la Verità in modo tale da costituire una continuazione degli

insegnamenti già dati al mondo; se le informazioni impartite elevano l’aspirazione e la volontà

di servire dal piano delle emozioni a quello della mente (il piano ove i Maestri possono essere

trovati), allora avranno servito al loro scopo.

Se un insegnamento suscita una risposta della mente illuminata e fa brillare un lampo

d’intuizione, può essere accettato, ma non altrimenti. Se quanto vi si afferma finirà per essere

corroborato, e apparire vero alla luce della Legge di Corrispondenza, sarà bene. Ma se ciò

non avverrà, lo studioso non accetti quanto vi si dice.

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INDICE


CAPITOLO I

La Dottrina di Colui che viene Pag. 5

CAPITOLO II

L’eccezionale opportunità del Cristo “ 15

CAPITOLO III

La riapparizione del Cristo “ 36

CAPITOLO IV

L’Opera del Cristo oggi e nel futuro “ 61

CAPITOLO V

Gli Insegnamenti del Cristo “ 102

CAPITOLO VI

La Nuova Religione Mondiale “ 137

CAPITOLO VII

Preparazione per la riapparizione del Cristo “ 160

Conclusione “ 187

Indice analitico “ 193


I numeri di pagina del testo inglese sono riportati al margine sinistro del testo italiano.

NOTA FONDAMENTALE


“Ogni volta che il Dharma decade ed in ogni dove si afferma l’adharma, (materialismo,

anarchia, disordine, ingiustizia, N.d.T.)

allora Io Mi manifesto.


Per la salvezza dei giusti e la distruzione di coloro che fanno il male, per ristabilire fermamente

il Dharma, Io rinasco di età in età.”

BHAGAVAD GITA Libro IV°, Sutra 7, 8.

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CAPITOLO I

LA DOTTRINA DI COLUI CHE VIENE


Insegnamento occidentale


LA DOTTRINA DEGLI AVATARA


Insegnamento orientale


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Nel corso dei secoli, in diversi cicli mondiali e in molti paesi (oggi in tutti) si sono prodotti


grandi periodi o punti di tensione, caratterizzati da un senso d’attesa piena di speranza. Si attende

qualcuno e la Sua venuta è presentita. Nel passato tale aspettativa è sempre stata proclamata

e alimentata dai religiosi, e quei periodi sono sempre stati difficili e caotici; hanno

sempre segnato il punto culminante alla fine di una civiltà o di una cultura, quando le vecchie

religioni si sono dimostrate inadeguate per far fronte alle difficoltà e ai problemi degli uomini.

L’avvento di un Avatar, di Colui che viene e, in termini attuali, la riapparizione del Cristo,

sono la nota dominante dell’attesa generale. Quando i tempi saranno maturi, l’invocazione

delle moltitudini sarà intensa e la fede di coloro che sanno sarà molto viva,

in tal caso Egli


verrà, come è sempre venuto, poiché anche allora non vi sarà eccezione a quest’antica regola

o a questa legge universale. Per decenni il ritorno del Cristo, l’Avatar, è stato presentito dagli

uomini di fede in entrambi gli emisferi, non solo dai credenti cristiani, ma anche da coloro

che attendono il Maitreya, o il Bodhisattva, o l’Iman Mahdi.


6


Quando gli uomini sentono di avere esaurite tutte le proprie risorse e possibilità, sentono


che i problemi e le condizioni cui devono far fronte oltrepassano la loro capacità di risolverli

e superarli, si volgono ad un divino Intermediario, un Mediatore, che possa perorare la loro

causa presso Dio e venire in loro soccorso. Gli uomini invocano un Salvatore. Simile ad un

filo d’oro, attraverso tutte le fedi e le Scritture del mondo, scorre questa dottrina dei Mediatori,

dei Messia, degli Avatar. Essi si ritrovano ovunque, collegando così tutte le Scritture sacre

ad una sorgente centrale. Anche l’anima umana è considerata un intermediario fra l’uomo e

Dio; molti milioni di uomini credono che il Cristo operi quale Mediatore tra l’umanità e il divino.

L’intero sistema della rivelazione spirituale è basato, ora come sempre, su questa dottrina

d’interdipendenza, di un legame cosciente, predisposto e regolato, e di trasmissione di energia

da un aspetto della manifestazione divina ad un altro, da Dio nel “segreto luogo

dell’Altissimo” al più umile uomo che vive, lotta e soffre sulla terra. Ovunque esiste questa

trasmissione; “Io sono venuto perché essi vivano” disse il Cristo, e le Scritture di tutto il

mondo sono piene di interventi di qualche Essere proveniente da un piano di vita superiore a

quello strettamente umano. Vi è sempre uno strumento adatto attraverso il quale il divino raggiunge

l’umanità e comunica con essa, ed a questa comunicazione ed a questi strumenti

dell’energia divina si riferisce la dottrina degli Avatar o dei divini “Esseri che vengono”.

Un Avatar è Colui il quale (oltre ad un compito prescelto e un destino preordinato) ha la

particolare capacità di trasmettere energia o potere divini. Questo è un profondo mistero, dimostrato

in modo peculiare, e in rapporto all’energia cosmica, dal Cristo il quale (per la prima

volta nella storia della Terra, per quanto ne sappiamo) trasmise la divina energia dell’amore

direttamente al nostro pianeta e, in senso ben determinato, all’umanità.


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Gli Avatar, o Messaggeri divini, vengono sempre considerati anche in rapporto con


qualche Ordine o Gerarchia di Vite spirituali, consacrate a promuovere il bene dell’umanità.

Tutto ciò che

realmente sappiamo è che lungo le età grandi e divini rappresentanti di Dio ne


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incarnano il Proposito influenzando tutto il mondo in modo tale che i Loro nomi restano noti

e la loro influenza percepita migliaia di anni dopo la loro scomparsa. Ripetutamente sono venuti,

e hanno lasciato un mondo mutato e una nuova grande religione; sappiamo inoltre che le

profezie e le fedi hanno sempre promesso che sarebbero tornati nell’ora della necessità. Queste

sono affermazioni di fatto storicamente provate. Oltre a ciò, poco si sa.

“Avatar” è un vocabolo sanscrito che letteralmente significa “che discende da molto

lontano”.

Ava (come prefisso ai verbi e ai sostantivi verbali) esprime l’idea di “lontano, via,


giù”.

Avataram (comparativo) “più lontano”. La radice A V sembra sempre denotare l’idea di


protezione dall’alto


ed è usata in parole composte che indicano protezione da parte di re o di


capi; oppure, in riferimento agli dei, significa che un sacrificio offerto è accolto favorevolmente.

Si può dire perciò che la parola “Avatar” significa: “Discende con l’approvazione della

sorgente superiore dalla quale proviene e con beneficio del luogo dove giunge”. (Dal dizionario

sanscrito di Monier-Williams).

In tutti gli Avatar o Salvatori sono manifesti due moventi fondamentali: la necessità di

Dio di prendere contatto con l’umanità e la necessità degli uomini di aver rapporto con il divino

e di riceverne aiuto e comprensione. Animati da tali moventi, tutti i veri Avatar sono

perciò Intermediari divini.


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Essi possono esserlo perché si sono liberati da ogni limitazione, da ogni senso d’egoismo e


separatività, e non sono più il drammatico centro della propria vita, come avviene alla maggior

parte di noi. Raggiunto questo stadio di decentramento spirituale, possono divenire

eventi


nella vita del pianeta; ad Essi ogni occhio può volgersi e da Essi tutti possono venire influenzati.

Un Avatar od un Cristo si manifesta perciò per due ragioni: per una imperscrutabile ed

inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa. Per

conseguenza, un Avatar è un

evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti


o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino

a Dio. Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in

tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini

dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare

ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e

più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga;

per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per

la riapparizione del Cristo esistono.

Vi sono Avatar di vario grado e tipo; alcuni hanno importanza planetaria perché espressioni

viventi d’interi cicli di futuro sviluppo, fanno risuonare la nota e trasmettono

l’insegnamento che inizia una nuova era civile. Essi incarnano grandi verità verso cui le moltitudini

umane devono procedere e che costituiscono l’obiettivo, seppure non ancora realizzato,

per le più grandi menti dell’epoca.


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Certi Avatar sono espressione del complesso di tutto ciò che l’uomo dovrà compiere e


della perfezione dell’umanità, e perciò rappresentano gli “uomini ideali” delle varie epoche.

Ad altri ancora maggiori è permesso custodire qualche principio divino, o qualche divina qualità

che deve essere nuovamente presentata ed espressa sulla terra; ciò è possibile perché sono

perfetti ed hanno superato le supreme iniziazioni. Hanno il dono di

essere le qualità spirituali


che incarnano, e poiché hanno espresso pienamente tale specifico principio, o qualità, come

canali lo trasmettono dal centro di tutta la Vita spirituale. Questa è la dottrina degli Avatar o

Messaggeri divini.

Uno di questi fu il Cristo. Egli fu doppiamente un Avatar, poiché non solo fece risuonare

la nota dominante della nuova era (circa duemila anni fa) ma, in modo misterioso ed in8

comprensibile, incarnò il divino principio dell’Amore; fu il primo a rivelare agli uomini la vera

natura di Dio. Il grido d’invocazione dell’umanità (il secondo motivo di un avvento divino)

ha un effetto potente, poiché le anime umane, specie se concordi, hanno in sé qualche cosa

d’affine alla natura divina dell’Avatar. Siamo tutti divini, figli dell’unico Padre, come ha detto

l’ultimo Avatar, il Cristo. Il centro divino vivente in ogni cuore, umano, se risvegliato ed

attivo, può evocare risposta dall’Alto Luogo dove Colui che viene attende di manifestarsi.

Soltanto l’invocazione dell’umanità compatta, il suo “intento congiunto” può determinare la

discesa di un Avatar.


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Perciò, riassumendo: la dottrina degli Avatar è parallela alla dottrina della continuità della


rivelazione.


Sempre, e ad ogni grave crisi umana e nell’ora della necessità, quando deve essere


instaurata una nuova razza o risvegliata a nuova e più ampia visione un’umanità pronta, il

Cuore di Dio mosso dalla Legge di Compassione invia un Istruttore, un Salvatore, un Essere

che illumina, un Avatar, un Trasmettitore, un Intermediario, un Cristo. Questi trasmetterà un

messaggio che risanerà, additerà agli uomini il prossimo passo, illuminerà un oscuro problema

mondiale e manifesterà qualche aspetto della divinità fino allora ignorato. Sul fatto della

continuità di rivelazione e sul succedersi della progressiva manifestazione della Natura divina

è basata la dottrina degli Avatar, dei Messaggeri e delle Apparizioni divine e dei Salvatori. Di

tutti la storia dà indubbia testimonianza. L’aspettativa mondiale della riapparizione del Cristo

si fonda sulla realtà di questa testimonianza, di questo succedersi di Messaggeri e di Avatar, e

sulla tremenda necessità attuale degli uomini. L’innato riconoscimento di questi fatti induce

gli uomini d’ogni paese ad invocare in modo sempre più intenso il soccorso o l’intervento divino;

il riconoscimento di tali fatti provoca pure l’emanazione dal “centro ove il volere di Dio

è conosciuto” dell’ordine che un Avatar si manifesti. Entrambe queste richieste hanno indotto

il Cristo a permettere ai Suoi discepoli di tutto il mondo di

sapere che riapparirà quando avranno


compiuto la preparazione necessaria.

Gli Avatara più diffusamente noti e riconosciuti sono il Buddha in Oriente e il Cristo in

Occidente. I Loro messaggi sono noti e i frutti delle Loro esistenze e delle Loro parole hanno

condizionato il pensiero e le civiltà d’entrambi gli emisferi. Poiché sono Avatara umanodivini,

rappresentano ciò che l’umanità può comprendere facilmente; poiché La loro natura è

simile alla nostra, “carne della nostra carne e spirito del nostro spirito” li conosciamo e crediamo

in Loro, che hanno per noi significato maggiore di altre manifestazioni divine.


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Sono noti a molti milioni di uomini che hanno fede in loro e li amano. Il nucleo d’energia


spirituale che ciascuno di Essi stabilisce, oltrepassa la nostra comprensione;

stabilire un nucleo


di energia permanente, spiritualmente positivo, è compito costante di un Avatar.


Egli focalizza


nel mondo degli uomini una verità dinamica, una potente forma-pensiero, un vortice

d’energia magnetica. Questo centro focale trasmette energia spirituale in modo sempre

crescente e pone l’umanità in grado d’esprimere una data idea divina, ciò che col tempo

produce una civiltà, con la cultura, le religioni, le leggi, i governi e i sistemi educativi che la

distinguono. Così si sviluppa la storia che non fa che registrare le reazioni cicliche

dell’umanità a qualche afflusso d’energia divina, a qualche guida ispirata o a qualche Avatar.

Generalmente un Avatar rappresenta il secondo aspetto divino, l’Amore-Saggezza,

l’Amore di Dio. Egli si manifesta quale Salvatore, Costruttore, Preservatore. L’umanità non è

ancora abbastanza evoluta o adeguatamente orientata verso la vita dello spirito per sostenere

con facilità l’influsso di un Avatar che esprima la Volontà dinamica di Dio. Per noi, ancora (è

la

nostra limitazione), un Avatar è colui che conserva, sviluppa, costruisce, protegge e rinforza


gli impulsi spirituali secondo i quali vivono gli uomini; ciò che rende possibile la Sua manifestazione

sono la necessità e la richiesta dell’umanità di essere aiutata e salvata. Gli uomini

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hanno bisogno d’amore, di comprensione e di giusti rapporti fra loro, quale manifestazione

della propria divinità. Fu questa necessità ad attrarre il Cristo, Avatar d’Amore.


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Egli, grande Messaggero umano-divino, in virtù della Sua sublime comprensione, trasmise


all’umanità un aspetto ed un potere della natura di Dio, il divino principio d’

Amore. Luce, aspirazione


e riconoscimento di Dio trascendente furono la debole espressione dell’atteggiamento

umano verso Dio prima dell’avvento del Buddha, Avatar d’Illuminazione. Poi

Egli venne e dimostrò con la propria esistenza il

fatto di Dio trascendente e allo stesso tempo


immanente, nell’universo e nell’umanità. L’uomo divenne cosciente dell’esistenza del Sé divino

e del Sé nel proprio cuore. Questa fu una verità relativamente nuova per lui.

Tuttavia, fino a quando il Cristo non visse una vita d’amore e di servizio, e non diede

agli uomini il comandamento di amarsi l’un l’altro, in tutte le Scritture del mondo si era data

poca importanza a Dio quale Amore. Dopo la venuta del Cristo come Avatar d’Amore, Dio fu

conosciuto quale Amore supremo, scopo e meta della creazione, principio base d’ogni rapporto

e operante in tutta la manifestazione per attuare un Piano motivato dall’amore. Il Cristo rivelò

ed accentuò questa qualità divina, modificando il modo di vivere degli uomini, i loro fini

ed i loro valori.

La ragione per cui Egli non è più tornato sta nel fatto che i Suoi seguaci non hanno

compiuto quanto necessario. La Sua venuta dipende ampiamente, come vedremo avanti,

dall’instaurazione di retti rapporti umani. La chiesa, anziché favorirla, l’ha ostacolata nello

zelo fanatico di fare molti “cristiani” anziché dei veri seguaci del Cristo. Ha accentuato le

dottrine teologiche e non l’amore e la comprensione amorevole di cui fu esempio. La chiesa

ha esaltato il focoso Saul di Tarso e non il mite falegname di Galilea. Perciò Egli ha atteso.

Ma la Sua ora è giunta, per la necessità degli uomini di tutta la terra, per il grido di invocazione

delle moltitudini e per concorde giudizio dei Suoi discepoli di tutte le fedi del mondo.


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Conoscere la data e l’ora del Suo ritorno non è concesso. Ciò dipende dall’appello (spesso


muto) di coloro che sono uniti in concorde intento; dalla realizzazione di migliori rapporti fra

gli uomini e dal lavoro svolto attualmente dai membri anziani del regno di Dio, la Chiesa invisibile,

la Gerarchia spirituale del pianeta. Dipende infine dalla fermezza dei suoi discepoli

attualmente nel mondo e dei Suoi collaboratori iniziati, attivi in molti gruppi religiosi, politici

ed economici. A tutto ciò dobbiamo aggiungere quello che i cristiani chiamano

“l’imperscrutabile Volere di Dio”, l’ignoto proposito del Signore del Mondo, l’Antico dei

Giorni, il quale “conosce la propria Mente, irradia la più alta qualità d’Amore e focalizza la

Sua Volontà nella propria suprema dimora, nel centro dove il Volere di Dio è conosciuto”.

Quando il Cristo, Avatar d’Amore, riapparirà: “

I Figli degli uomini, che sono ora Figli


di Dio,


si volgeranno dalla luce splendente per irradiarla sui figli degli uomini che ancora non


sanno di essere Figli di Dio.


Allora Colui che viene si manifesterà, e i Suoi passi nella valle


delle ombre saranno affrettati da Colui che possiede immenso potere e sta sulla vetta del

monte emanando amore eterno, luce suprema e pacificante, Volontà silente.


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“Allora i figli degli uomini risponderanno. Una nuova luce risplenderà nella tenebrosa ed


esausta valle terrena. Allora nuova vita scorrerà nelle vene degli uomini e la loro visione abbraccerà

tutte le possibili vie del futuro.Così la pace tornerà in terra, una pace mai prima conosciuta.

Allora la volontà di bene sboccerà in comprensione, e questa fiorirà in buona volontà

negli uomini”.

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CAPITOLO II

L’ECCEZIONALE OPPORTUNITÀ DEL CRISTO


Il Mondo Oggi


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Una delle difficoltà ad accettare l’insegnamento riguardo al ritorno del Cristo è costituita


dal fatto che, sebbene lo si insegni da secoli, nulla è ancora avvenuto. È un fatto, e in ciò risiede

gran parte della perplessità. L’attesa della Sua venuta non è nuova, nulla vi è

d’eccezionale, ma coloro che tuttora credono al Suo ritorno sono, secondo i casi, tollerati,

canzonati o commiserati. Tuttavia, considerando i tempi attuali, i loro significati, l’intenzione

e il volere di Dio, e dopo attento esame della situazione mondiale, possiamo ritenere che

il


momento presente sia unico nel suo genere


sotto diversi aspetti, e che al Cristo si presenti una


opportunità eccezionale, dovuta a condizioni planetarie esse stesse eccezionali. Oggi esistono

certe condizioni, e nel secolo scorso si sono verificati degli avvenimenti che non si erano mai

prodotti. Può essere utile considerarli per ottenere una prospettiva migliore. Il mondo nel quale

Egli verrà e nuovo, seppure non ancora migliore; gli uomini sono pervasi da idee nuove e

hanno nuovi problemi. Esaminiamo la particolarità del momento presente e cerchiamo di conoscere

in quale situazione il Cristo verrà a trovarsi. Saremo realistici nel nostro esame, evitando

il modo di pensare mistico e vago.


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Se è vero che Egli si prepara a riapparire, se è un fatto che verrà accompagnato dai Suoi


discepoli, Maestri di Saggezza, e se il Suo avvento è prossimo, quali sono gli elementi che essi

devono prendere in considerazione? Prima di tutto il Cristo verrà in un mondo essenzialmente

unificato; la Sua riapparizione e la Sua conseguente attività non possono limitarsi ad

una località ristretta che resti ignota alla grande maggioranza degli uomini, come accadde in

Palestina duemila anni fa. La radio, la stampa e la diffusione delle notizie renderanno la Sua

venuta diversa da quella di qualsiasi Messaggero precedente; i rapidi mezzi di trasporto renderanno

il Cristo accessibile ad innumerevoli milioni di uomini, i quali per mare, per terra,

per via aerea, potranno recarsi presso di Lui; mediante la televisione il Suo volto sarà familiare

a tutti e invero “ogni occhio Lo vedrà”. Anche se il Suo livello spirituale e il Suo messaggio

non ricevessero un riconoscimento generale, sarà necessariamente generale l’interesse,

poiché oggi anche i numerosi falsi Cristo e messaggeri suscitano curiosità e non possono restare

celati. Tutto ciò crea una condizione tutta particolare in cui operare quale non si era mai

presentata ad alcuno dei Figli di Dio venuti quali Salvatori o portatori di energie nuove.

La sensibilità degli uomini a ciò che è nuovo o necessario è anch’essa diversa dal passato;

l’uomo ha fatto molto progresso nel reagire tanto al bene che al male e possiede un apparato

di risposta più sensibile che al tempo dell’ultimo avvento. Perciò, se già allora vi fu pronta

risposta, tanto più generale e viva sarà questa volta, sia per negarlo che per accettarlo. Gli

uomini ora hanno maggior spirito d’indagine, sono più colti, più intuitivi ed in attesa

dell’insolito e dell’eccezionale di quanto non sia mai stato in qualsiasi altro momento della

storia. La loro percezione intellettuale è più penetrante, il senso dei valori più acuto, la capacità

di discriminare e scegliere si sviluppa rapidamente, ed essi penetrano con maggiore prontezza

i significati degli eventi.


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Tali fatti influiranno sulla riapparizione del Cristo e varranno a diffondere più rapidamente


le notizie sulla Sua venuta e il contenuto del Suo Messaggio.

Quando verrà, troverà un mondo libero come non mai dall’oppressione ecclesiastica,

mentre allora la Palestina era sotto il dominio dei capi religiosi ebrei, e Farisei e Sadducei erano

ciò che i potenti delle chiese sono oggi per i popoli di tutto il mondo. Ma durante il seco11

lo scorso si è prodotto un utile e salutare allontanamento dalle chiese e dalle religioni ortodosse,

e ciò costituisce un’opportunità particolare per ristabilire una vera religione e ritornare

alla semplicità spirituale. Sacerdoti, Leviti, Farisei e Sadducei non Lo riconobbero perché lo

temevano, ed è molto improbabile che i clericali reazionari Lo riconosceranno quando verrà

di nuovo. Egli può riapparire in modo del tutto inatteso; chi può dire se si presenterà come

uomo politico, economista, condottiero, scienziato o artista?

È errore credere, come alcuni fanno, che l’opera del Cristo si svolgerà in prevalenza tramite

le chiese o le religioni. Agirà necessariamente per loro mezzo quando le condizioni lo

consentiranno e quando in esse esisterà un nucleo vivente di vera spiritualità e la loro invocazione

sarà abbastanza potente da giungere fino a Lui. Egli si servirà di tutti i canali possibili

per ampliare la coscienza umana e ottenere un giusto orientamento. Tuttavia, è più esatto dire

che opererà essenzialmente quale Istruttore del Mondo e che le chiese saranno soltanto uno

dei Suoi canali d’insegnamento.


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Tutto ciò che illumina le menti, tutto ciò che tende a diffondere giusti rapporti umani, ogni


mezzo di vera conoscenza, ogni metodo per tramutare la conoscenza in saggezza e comprensione,

tutto ciò che serve ad ampliare la coscienza dell’umanità e gli stati di consapevolezza e

sensibilità subumani, tutto ciò che disperde miraggio e illusione, spezza le cristallizzazioni e

smuove le condizioni statiche, sarà oggetto delle concrete attività della Gerarchia spirituale

che dirige.

Egli sarà limitato dalla qualità e intensità dell’invocazione degli uomini, a loro volta

condizionati dal grado evolutivo raggiunto.

Nel medio evo e ancor prima, chiese e scuole di filosofia costituivano i canali principali

per la Sua attività soggettiva, ma non sarà più così quando Egli sarà realmente presente. Le

chiese e le religioni organizzate farebbero bene a tenerlo presente. Ora il Cristo rivolge

l’attenzione a due nuovi campi di lavoro: l’educazione di portata mondiale e il movimento intelligente

delle attività che rientrano nel dipartimento del governo nei suoi tre aspetti: governo,

politica e legislazione. Oggi le moltitudini riconoscono l’importanza e la responsabilità

del governare; perciò la Gerarchia spirituale sa che prima che un ciclo di

vera democrazia


(oggi potenziale ma che col tempo si dimostrerà) possa manifestarsi, è assolutamente necessario

educare le masse a cooperare nell’arte del governare, nella stabilità economica tramite la

giusta condivisione e nei rapporti politici corretti.


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Il lungo divorzio fra religione e politica deve aver fine, e questo oggi è possibile per il più


elevato livello di intelligenza delle

masse umane e perché la scienza ha a tal punto avvicinati


gli uomini che ciò che avviene in una remota regione suscita entro pochi minuti l’interesse

generale. Ciò offre al Cristo un’eccezionale occasione di operare nel futuro.

Sviluppare il riconoscimento spirituale è oggi grandemente necessario per preparare la

Sua riapparizione; nessuno sa in quale nazione verrà. Egli potrebbe presentarsi come inglese,

russo, negro, latino, turco, indiano o con qualsiasi altra nazionalità. Chi può dirlo? Potrà essere

cristiano, indù o buddista, oppure non appartenere ad alcuna fede; non verrà a reinstaurare

antiche religioni, incluso il cristianesimo, bensì la fede dell’uomo nell’amore del Padre, nel

fatto che il Cristo è vivente, nello stretto, indistruttibile rapporto soggettivo fra tutti gli uomini.

Avrà a disposizione facili mezzi di contatto e comunicazione in tutto il mondo, opportunità

del tutto nuova cui deve prepararsi.

Altro elemento particolare che distinguerà la Sua venuta non sarà solo l’attesa generale, ma

anche il fatto che oggi si conosce e si insegna molto riguardo al regno di Dio, o Gerarchia spirituale

del pianeta. Ovunque migliaia di uomini si interessano al fatto della sua esistenza, credono

nei Maestri di Saggezza, discepoli del Cristo, e non saranno perciò sorpresi quando questo

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gruppo di Figli di Dio apparirà sulla Terra a fianco del suo grande capo, il Cristo. Le chiese

hanno familiarizzato il pubblico all’espressione “il regno di Dio”; durante il secolo scorso esoteristi

e occultisti hanno divulgato la verità dell’esistenza della Gerarchia; gli spiritisti hanno

accentuato il fatto che i trapassati sono tuttora viventi nel mondo celato dell’essere, e le loro

Guide hanno testimoniato l’esistenza di un mondo spirituale interiore.


20


Tutto ciò costituisce una particolare preparazione che offre al Cristo opportunità e


problemi eccezionali. Queste, e molte altre forze spirituali, tanto all’interno che all’esterno

delle religioni e dei gruppi filosofici e umanitari di tutto il mondo, oggi operano sotto direzione

superiore, sono in stretto rapporto fra di loro e le loro attività sono strettamente sincronizzate.

Esse operano

unite (anche se apparentemente non sembra) perché nella famiglia umana


vi sono individui ad ogni stadio d’evoluzione. Le forze rigeneranti, ricostruttive e della resurrezione

sono attive in tutti i gruppi che aiutano ad elevare l’umanità, a ricostruire il mondo, a

restaurare stabilità e sicurezza, preparando in tal modo (coscientemente o meno) la via per

l’avvento del Cristo.

Vi e inoltre un eccezionale risveglio dell’antico insegnamento del Buddha, che penetra

nei paesi occidentali e trova aderenti e devoti ovunque. Il Buddha è il simbolo della illuminazione,

e oggi in tutto il mondo s’insiste molto sulla

luce. Nel corso dei secoli, milioni di uomini


hanno riconosciuto nel Buddha un Portatore di Luce dai mondi superiori. Con le

Quattro


nobili Verità


Egli espose le cause dell’infelicità umana e indicò i mezzi per eliminarla. Egli


insegnò: cessate di identificarvi con le cose materiali e con i vostri desideri; stabilite un giusto

senso dei valori; cessate di attribuire principale importanza ai possessi e all’esistenza materiale;

seguite il

nobile ottuplice sentiero, il sentiero dei giusti rapporti con Dio e con i vostri fratelli,


e sarete felici. I passi su questo Sentiero sono:


21


Giusti Valori o Alta qualità dei Valori


Alta qualità della Parola

Alta qualità del Comportamento

Alta qualità del Pensiero

Alta qualità dell’Aspirazione

Alta qualità della Condotta

Alta qualità dello Sforzo

Alta qualità dell’Estasi o felicità

Oggi questo messaggio è particolarmente necessario in un mondo in cui la maggior parte

di questi stadi verso la felicità vengono sistematicamente trascurati. Sulla base di questo insegnamento

il Cristo erigerà la costruzione della fratellanza umana, poiché i retti rapporti sono

espressione dell’amore di Dio e costituiranno la prossima e più importante dimostrazione

della divinità inerente all’uomo. In questo mondo devastato, caotico ed infelice, gli uomini

hanno una nuova occasione di rinunciare ad un modo di vivere egoistico e materialistico e

cominciare a percorrere la Via illuminata. Nel momento in cui l’umanità dimostri la sua disposizione

a farlo, il Cristo verrà e oggi tutto comprova che essa sta imparando la lezione e

muove i primi passi esitanti sulla Via illuminata dei giusti rapporti.

Il momento presente è unico in quanto costituisce (come non mai) un ciclo o periodo di

convegni civici, nazionali e internazionali; associazioni, comitati, riunioni e leghe si organizzano

ovunque per studiare e discutere il benessere e la libertà degli uomini. Tale fenomeno

rappresenta una delle più valide indicazioni della prossima venuta del Cristo. Egli è

l’incarnazione della libertà e il Messaggero della liberazione. Egli stimola lo spirito e la coscienza

di gruppo, e la Sua energia spirituale è la forza attrattiva che unisce gli uomini per il

bene comune. La Sua riapparizione unirà tutti gli uomini di buona volontà sparsi nel mondo,

13

qualunque ne sia la religione e la nazionalità. La Sua venuta evocherà un vasto e reciproco riconoscimento

del bene esistente in tutti.


22


Questo fa parte dell’unicità della Sua venuta, per cui già ci stiamo preparando. Uno studio


della stampa quotidiana ne darà la prova. L’invocazione (cosciente o inconscia) dei molti

gruppi operanti per il bene dell’umanità provocherà la Sua riapparizione nel mondo fisico.

Questo grande atto d’invocazione è compiuto dagli uomini orientati verso lo spirito, dagli statisti

illuminati, dai religiosi e dagli uomini dal cuore colmo di buona volontà. Essi lo evocheranno

se sapranno restare uniti nell’intento, con speranza e attesa fiduciosa. Questo lavoro

preparatorio deve essere focalizzato ed effettuato dal ceto colto e da coloro che amano veramente

l’umanità, dai gruppi consacrati al miglioramento umano e da uomini disinteressati. Il

buon esito di tale sforzo, preordinato dal Cristo e dalla Gerarchia, dipende dalla capacità del

genere umano di usare la luce che già possiede per stabilire giusti rapporti nelle famiglie, nelle

comunità, nelle nazioni e nel mondo.

Fra l’atteso ritorno del Cristo ed i tempi del Suo primo avvento vi è perciò una essenziale

differenza; il mondo oggi è pieno di gruppi operanti per il bene dell’umanità. Alla luce dei

lunghi cicli di storia umana trascorsi, questo tentativo è relativamente nuovo e il Cristo deve

prepararsi ad operare con questa tendenza. Il “ciclo di convegni” ora in piena attività fa parte

della situazione eccezionale di cui deve tener conto.

Ma prima che Egli possa venire con i Suoi discepoli, l’attuale civiltà deve perire. Durante

il secolo venturo cominceremo ad imparare il significato del termine “resurrezione” e la

nuova era rivelerà il suo scopo profondo.


23


Il primo passo sarà la risurrezione dell’umanità dalla morte della civiltà, delle vecchie idee,


dei vecchi modi di vivere; la rinuncia ai fini materiali e al pernicioso egoismo, e l’incedere

nella chiara luce della resurrezione. Queste non sono espressioni simboliche o mistiche, ma

condizioni che si produrranno nel periodo in cui il Cristo riapparirà; sarà un ciclo tanto reale

quanto quello dei “convegni” ora così alacremente organizzati. Duemila anni fa il Cristo insegnò

il vero significato della rinuncia o crocifissione; ora il Suo messaggio sarà imperniato sulla


vita di resurrezione.


L’attuale ciclo di convegni prepara gli uomini ai loro reciproci rapporti,


sebbene oggi possano sembrare pieni di contrasti. Ciò che importa è che l’interesse e il

pensiero umano sono generalmente diretti a prendere coscienza della necessità di questi rapporti,

degli obiettivi che rappresentano e dei mezzi che devono essere impiegati. Il periodo di

resurrezione che il Cristo inizierà, Sua opera essenziale in cui saranno comprese tutte le Sue

altre attività, sarà frutto del fermento e della germinazione oggi in atto e di cui i numerosi

convegni sono manifestazione esterna.

Egli affrontò queste condizioni eccezionali durante la guerra, quando le necessità degli

uomini lo costrinsero a decidere di affrettare il ritorno. Le infelici condizioni del mondo, risultanti

da secoli d’egoismo e di guerre, l’eccezionale sensibilità dimostrata dagli uomini

(dovuta al processo evolutivo), la speciale diffusione delle conoscenze riguardanti la Gerarchia

spirituale e l’eccezionale sviluppo della coscienza di gruppo, palese nel grande numero

di convegni, posero il Cristo di fronte all’opportunità eccezionale, inducendolo a prendere

una decisione inevitabile.


24


Con tutta reverenza possiamo dire che questa “opportunità” implica due fatti, entrambi


difficili a comprendersi. Dobbiamo riconoscere che la Sua Volontà è sincrona con quella del

Padre e che questa sincronizzazione ha condotto ad una decisione fondamentale. Per il comune

cristiano non è facile comprendere che il Cristo procede costantemente verso esperienze

che hanno sempre maggior potere, e che nella Sua esperienza divina nulla vi è di statico o

permanente, tranne l’inalterabile amore per l’umanità.

14

Lo studio accurato del Vangelo, se libero da preconcetti, rivela molte cose. Le consuete

interpretazioni altro non sono che interpretazioni umane di una serie di vocaboli aramaici,

greci o latini. Il fatto che la maggior parte dei commentatori visse molti secoli addietro, sembra

aver conferito a tali vocaboli un valore arbitrario. Le parole di un interprete moderno appaiono

di nessun valore paragonate a quelle d’antica data; pure egli è probabilmente più intelligente

e più colto di quello antico, e può inoltre avvalersi di numerose traduzioni e di una

scienza esatta. Esistono difetti dovuti all’ignoranza del passato ed è ingiusto supporre che un

commentatore antico offra maggiori garanzie di uno moderno che sia più colto e intelligente.

Se il

Nuovo Testamento è verace nel modo di presentare il Cristo, se riferisce esattamente le


Sue parole secondo le quali, ad esempio, possiamo fare “cose maggiori” delle Sue, e se è vero

che disse: “Siate perfetti come il Padre nostro che è nei cieli”, in che cosa erriamo riconoscendo

la capacità dell’uomo di evolvere la mente in modo simile alla Sua, e di conoscere ciò

che Egli vuole farci conoscere? Il Cristo disse che “chiunque farà la volontà di Dio, saprà”.

Egli stesso apprese in tal modo e ci assicura che è valido anche per tutti noi.


25


L’insorgere del significato della Volontà di Dio nella coscienza di Cristo lo condusse a


importanti decisioni e ad esclamare: “Padre, non la mia ma la Tua volontà sia fatta”. Tali parole

indicano nettamente conflitto e non fusione delle due volontà; indicano la determinazione

da parte del Cristo di non opporre la propria a quella del Padre. Improvvisamente Egli ebbe la

visione della divina intenzione per l’umanità e, tramite l’umanità, per il pianeta nel suo complesso.

Giunto al particolare stadio di sviluppo spirituale che lo aveva reso capo della Gerarchia

spirituale, promotore dell’emergere del Regno di Dio e Maestro di tutti i Maestri, Istruttore

degli angeli e degli uomini, la sua coscienza era perfettamente unificata col Piano divino;

la sua attuazione sulla Terra, l’obiettivo di instaurare il regno di Dio, quinto regno della natura,

altro non furono che l’adempimento della legge verso il quale diresse sempre tutta la Sua

vita.

Egli aveva piena conoscenza e comprensione del Piano, del suo fine e delle sue tecniche

diverse e delle sue leggi, della sua energia (dell’amore) e dello stretto e sempre crescente rapporto

fra Gerarchia e umanità. All’apice di tale completa conoscenza e nel momento della totale

dedizione al necessario sacrificio della propria vita affinché il piano fosse compiuto, si

produsse in Lui un’improvvisa, grande espansione di coscienza.


26


Il significato, l’intenzione, il completo proposito e l’Idea divina nella sua interezza (quale


esistenza nella mente del Padre) si palesarono alla Sua anima, non alla Sua mente, poiché la

rivelazione la trascendeva. Egli penetrò nel significato della divinità meglio di quanto non

fosse mai sembrato possibile; il mondo del significato e quello dei fenomeni scomparvero e,

in senso esoterico, Egli perse interamente Se stesso. Per un momento non gli rimasero né

l’energia della mente creativa, né quella dell’amore. Fu privato di tutto ciò che aveva resa la

Sua vita sopportabile e piena di significato. Una nuova energia divenne disponibile, quella

della Vita stessa,

permeata di proposito ed attivata dall’intenzione. Ma era un’energia nuova


ed ignota, non ancora compresa. Per la prima volta al Cristo divenne chiara la relazione con la


volontà


che finora si era espressa nella Sua vita tramite l’amore e l’opera creativa di inaugurare


una nuova legge religiosa. A questo punto sperimentò il Getsemani della rinuncia. Gli venne

rivelato ciò che era più grande, vasto e inclusivo, e ciò che era sembrato tanto vitale e importante

scomparve nella più ampia visione. Questa vivente realizzazione dell’Essere e

dell’identificazione con l’intento di Dio, il Padre, il Signore del Mondo, a livelli di consapevolezza

di cui nulla conosciamo, costituì la consapevolezza in sviluppo del Cristo sulla Via

dell’Evoluzione superiore. È la Via che oggi percorre e la iniziò in Palestina duemila anni fa.

Egli

seppe, in un senso fino allora a Lui stesso ignoto, l’intenzione di Dio, il significato del


15

destino umano e la parte che doveva sostenere per compierlo. Nel corso dei secoli abbiamo

prestato scarsa attenzione alla reazione del Cristo al proprio destino in relazione a quello umano.

Ci siamo ben poco occupati della Sua reazione alla conoscenza acquisita; siamo stati

egoisti e avidi nel reagire alla Sua opera e al Suo sacrificio.


27


Il termine “sapere” (in relazione alla coscienza del Cristo e a quella di iniziati minori)


concerne la certezza della conoscenza acquisita dall’iniziato mediante esperimenti, esperienze

ed espressione. La prima debole vibrazione in risposta al “destino” monadico e all’universale

influsso che un Figlio di Dio può esercitare fu percepibile nella coscienza del Cristo, come lo

sarà nella coscienza di tutti coloro che, osservando il Suo comandamento, giungeranno alla

perfezione da Lui indicata. La suprema qualità, o aspetto divino, ora è percepibile nella vita

del Figlio di Dio che progredisce. Egli conosce il significato dell’intelligenza, realizza

l’amore e la sua qualità attrattiva. Grazie a tali conoscenze, ora diviene consapevole della potenza

della volontà e della realtà dell’intenzione divina che quella volontà deve (ad ogni costo)

attuare. Questa fu la maggiore crisi del Cristo.

A testimoniare questo sviluppo divino, nel Vangelo sono riportati quattro “momenti” in

cui quella realizzazione monadica o universale si manifestò:

l. Vi fu innanzi tutto la Sua dichiarazione ai genitori nel tempio: “Non sapete che devo

occuparmi delle cose del Padre mio?” Egli aveva allora dodici anni e perciò il lavoro al quale

si era dedicato (quale anima) era terminato; dodici è il numero dell’opera compiuta, come attestano

le dodici fatiche d’Ercole, un altro Figlio di Dio.


28


Il simbolismo dei Suoi dodici anni è ora sostituito da quello dei dodici apostoli, simbolo di


servizio e di sacrificio. Egli si trovava nel Tempio di Salomone, simbolo della vita perfetta

dell’anima, mentre il Tabernacolo nel deserto è simbolo della imperfetta ed effimera vita della

personalità transitoria. Perciò il Cristo parlava quale anima e non soltanto quale uomo spirituale

in Terra. Quando pronunciò quelle parole esplicava il proprio servizio quale membro attivo

della Gerarchia, poiché i genitori lo trovarono mentre insegnava ai Sacerdoti, ai Farisei e

ai Sadducei. Questi fatti indicano che era consapevole della propria opera quale Istruttore

mondiale, e che per la prima volta era conscio nel proprio cervello fisico dell’intenzione e

della volontà divina.

2. Segue l’affermazione ai discepoli: “Devo andare a Gerusalemme”; poco dopo Egli

“decisamente si diresse verso quella città”. Con tali parole avvertì i discepoli che ora aveva

un nuovo obiettivo. Il solo luogo di completa “pace” (il significato di “Gerusalemme” è appunto

“pace”) è il “centro ove il Volere di Dio è conosciuto”. La Gerarchia spirituale del nostro

pianeta (la Chiesa invisibile di Cristo) non è un centro di pace, bensì un vortice d’attività

mossa dall’amore, il luogo ove s’incontrano le energie provenienti dal centro del volere divino

e dall’umanità, il centro della divina intelligenza. Il Cristo si era orientato verso quel centro

divino, che nelle antiche Scritture è definito “luogo della serena determinazione e della

volontà calma e tranquilla”. Quell’affermazione segnò una crisi ed una decisione nella Sua vita

e ne attestò il progresso verso il conseguimento divino.

3. Nel giardino di Getsemani disse: “Padre, non la mia, ma la Tua volontà si compia”,

indicando la propria realizzazione del Suo destino divino. Il significato di quelle parole non è

(come sovente detto dai teologi) l’accettazione del dolore, di un penoso futuro e della morte.


29


Fu un’esclamazione, certamente evocata dalla realizzazione dell’universalità della propria


missione e dall’intensa focalizzazione della Sua vita in senso universale. L’esperienza del Getsemani

era possibile soltanto ai Figli di Dio dello stesso, eccezionale grado evolutivo del Cristo,

e non ha vero rapporto con la crocifissione, come invece ritengono molti commentatori.

16

4. Le ultime parole del Cristo agli apostoli furono: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni,

sino alla fine dell’età (o ciclo) presente”. (Matteo, 28, 20). La parola significativa è “fine”. Il

vocabolo usato ed il greco “sun-teleia” che indica la fine di un periodo, dopo il quale ne inizia

immediatamente un altro (dunque la fine di un ciclo). L’ultima

fine è indicata con la parola


greca

télos. In Matteo (24, 6) “ma la fine non è ancora”, è usata la parola télos, per significare


“non si è ancora giunti alla fine del primo periodo”. In quel momento il Cristo parlò come

Capo della Gerarchia, manifestando la Sua divina volontà (ora unificata con quella di Dio) di

pervadere incessantemente il mondo degli uomini con la propria coscienza adombrante. Fu

un’affermazione di tremendo potere, emanata con l’energia della volontà da Lui sviluppata,

del Suo amore che tutto include e della Sua intelligenza. Essa ha reso possibili tutte le cose.

Il Cristo si riferì al potere magnetico della volontà anche quando disse: “Quando sarò

innalzato attirerò tutti gli uomini a Me”. Queste parole non si riferivano alla crocifissione, ma

alla Sua volontà magnetica di trarre tutti gli uomini dal mondo dei valori materiali a quello

spirituale, mediante la vita cristica dimorante in ogni cuore. Il Cristo non si riferì alla morte,

ma alla vita; non alla croce ma alla risurrezione.


30


Nel passato, la nota dominante della religione cristiana è stata la morte, simboleggiata


nella morte del Cristo e molto svisata da S. Paolo nello sforzo di stabilire una continuità fra la

nuova religione portata dal Cristo e la vecchia degli Ebrei. Nel ciclo che il Cristo inaugurerà

dopo la Sua riapparizione, gli insegnamenti religiosi di tutto il mondo mireranno alla resurrezione

dello spirito nell’umanità; verrà messo in rilievo il Cristo vivente in ogni uomo, e l’uso

della volontà per realizzare la vivente trasfigurazione della natura inferiore testimoniata dal

Cristo risorto. Questa “Via della Resurrezione” è la Via radiosa, la Via illuminata che conduce

a sempre maggiori manifestazioni della divinità nell’uomo; è la via che esprime la luce

dell’intelligenza, la radiante sostanza del vero amore e l’inflessibile volontà che non consente

né disfatta né regresso. Tali sono le caratteristiche che paleseranno il Regno di Dio.

Oggi l’umanità si trova in un particolare, eccezionale punto mediano, fra un passato infelice

e un futuro pieno di promesse che potranno attuarsi se la riapparizione del Cristo verrà

riconosciuta e si farà la debita preparazione. Il presente è pieno di promesse, ma anche di difficoltà;

in questo preciso momento il destino del mondo e, se possiamo dirlo con tutta reverenza,

l’attività immediata del Cristo, sono nelle mani degli uomini. Le atroci sofferenze della

guerra e le angosciose condizioni dell’intera famiglia umana, nel 1945 indussero il Cristo a

prendere una grande decisione espressa in due affermazioni della massima importanza.


31


Egli annunciò alla Gerarchia riunita ed a tutti i Suoi discepoli di aver deciso di riprendere il


contatto fisico con l’umanità,

se questa avesse fatto i passi iniziali per instaurare retti rapporti


fra i propri membri; dette poi al mondo (ad uso di tutti) una delle più antiche preghiere, sinora

mai permessa se non ai più elevati esseri spirituali. Egli la pronunciò la prima volta nel 1945

durante il plenilunio di giugno, noto come plenilunio del Cristo, come quello di maggio è del

Buddha. Non fu facile tradurre quegli antichi versi (così antichi da essere senza data o possibile

riferimento) in parole moderne, ma fu fatto, e l’Invocazione che potrà divenire la preghiera

universale fu pronunciata dal Cristo e trascritta dai discepoli:

Dal punto di Luce entro la Mente di Dio

Affluisca luce nelle menti degli uomini.

Scenda Luce sulla Terra.

Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio

Affluisca amore nei cuori degli uomini,

Possa Cristo tornare sulla Terra.

17

Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto

Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini,

Il proposito che i Maestri conoscono e servono.

Dal centro che vien detto il genere umano

Si svolga il piano di Amore e di Luce.

E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.

Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.


32


Possiamo constatarne la straordinaria potenza perché già centinaia di migliaia di uomini la


ripetono ogni giorno e più volte al giorno; è già stata tradotta in più di 18 lingue, è usata da

gruppi di indigeni delle jungle africane e da uomini che hanno alte funzioni direttive; tanto in

America che in alcune nazioni europee viene radiotrasmessa e non vi e luogo dove non se ne

conosca l’uso. Tutto questo è avvenuto in soli 18 mesi. (Scritto nel 1947).

Questa nuova Invocazione, se verrà largamente diffusa, potrà essere per la futura religione

mondiale ciò che il

Padrenostro fu per i Cristiani e il 23° Salmo per gli Ebrei. Essa può


essere usata in tre modi diversi, a seconda della comprensione:

l. Dagli uomini in generale.

2. Dagli esoteristi o dagli aspiranti e dai discepoli.

3. Dai Membri della Gerarchia.

l. Gli

uomini in generale la considereranno una preghiera a Dio trascendente. Essi non


riconoscono ancora Dio immanente nella creazione, e affideranno l’Invocazione alle ali della

speranza, speranza di luce, amore e pace che bramano ardentemente. La considereranno una

preghiera intesa ad illuminare dirigenti e capi di tutti i gruppi che si occupano delle vicende

mondiali; a far affluire amore e comprensione fra gli uomini, affinché possano vivere nella

pace fra di loro; quale richiesta di manifestazione della volontà di Dio, di cui nulla conoscono

e per loro così imperscrutabile da indurli a reagire con pazienza e astenendosi dal porre domande;

quale preghiera per rafforzare il senso di responsabilità umana, affinché ciò che oggi

e riconosciuto come male e tanto colpisce e affligge l’umanità, sia eliminato.


33


Verrà infine considerata come una preghiera per realizzare una vaga, primordiale condizione


di gioia e felicità, affinché il dolore scompaia dalla terra. Per questi uomini ciò è buono

e benefico, e rappresenta tutto quello che e possibile realizzare in questo momento.

2.

Gli esoteristi, gli aspiranti e coloro che sono orientati verso lo spirito ne avranno una


comprensione più profonda. Per essi comporterà il riconoscimento del mondo delle cause e di

Coloro che vivono nel mondo soggettivo, veri Dirigenti spirituali della vita umana. Sono

pronti a rafforzare gli uomini dotati di vera visione, ad indicare non solo la ragione degli eventi

in tutti i settori della vita umana, ma anche a dispensare le rivelazioni che permetteranno

all’umanità di procedere, e passare dalla tenebra alla luce. Da quest’atteggiamento fondamentale

apparirà evidente la necessità di dare ampia diffusione alla conoscenza di questi fatti fondamentali,

e ne scaturirà un’epoca di propaganda spirituale diretta dai discepoli e portata avanti

dagli esoteristi. Tale periodo ebbe inizio nel 1875, quando venne proclamato il

fatto


dell’esistenza dei Maestri di Saggezza e nonostante gli errori di presentazione, gli attacchi e

le derisioni, non ha avuto sosta. Il riconoscimento della realtà delle prove esistenti e

l’adesione intuitiva degli studiosi d’occultismo e di molte persone colte in tutto il mondo sono

stati di grande aiuto.

Sta nascendo un nuovo tipo di mistico; differisce da quello del passato per il suo interesse

nelle normali attività del mondo e non solo per le questioni religiose. Egli si distingue

18

per il disinteresse del proprio sviluppo personale, per la capacità di scorgere Dio immanente

in tutte le fedi, e non solo nella propria, e di vivere nella luce della Presenza divina.


34


Tutti i mistici hanno saputo far questo in qualche misura, ma quello moderno differisce in


quanto è

capace di indicare chiaramente ad altri le tecniche del Sentiero. Egli unisce cuore e


testa, intelligenza e sentimento, e possiede inoltre la percezione intuitiva che prima era assente.

La via del mistico moderno viene ora illuminata dalla limpida luce della Gerarchia e non

solo da quella della sua anima, e ciò sarà sempre più frequente.

3. In entrambi questi gruppi (uomini in generale e aspiranti) alcuni eccellono, in quanto

possiedono percezione e comprensione più profonde; Essi sono nella “terra di nessuno”, intermedia

fra le moltitudini e gli esoteristi da un lato, e gli esoteristi e la Gerarchia dall’altro.

Non dimentichiamo che questi ultimi usano anch’essi la Grande Invocazione, e che

non vi è


giorno in cui il Cristo stesso non la pronunci.


La bellezza e la forza di quest’Invocazione stanno nella sua semplicità e nel fatto che

esprime delle verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale: la verità

di un’Intelligenza fondamentale cui diamo vagamente il nome di Dio; la verità che oltre le

apparenze esterne il potere motivante dell’universo è

amore; la verità che una grande Individualità,


chiamata

Cristo dai cristiani, incarnò quell’amore sulla Terra affinché noi potessimo


comprenderlo; la verità che amore e intelligenza sono effetti di quella che è chiamata

Volontà


di Dio;


e infine la palese verità che il Piano divino potrà attuarsi soltanto per opera


dell’

umanità stessa.


35


Questo Piano richiede che gli uomini manifestino amore e che “lascino splendere la luce


che è in loro”. Segue la solenne richiesta finale che questo Piano d’Amore e di Luce, attuandosi

tramite l’umanità, “sbarri la porta dietro cui il male risiede”. L’ultima frase

dell’Invocazione contiene

l’idea della restaurazione e indica la nota dominante del futuro e il


giorno in cui l’idea originaria e l’intenzione iniziale di Dio non saranno più frustrate dal libero

arbitrio e dal male dell’uomo, il suo materialismo ed egoismo; il Proposito divino potrà allora

attuarsi grazie al mutamento dei cuori e degli obiettivi dell’umanità.

Questo l’evidente e semplice significato dell’Invocazione, che risponde all’aspirazione

spirituale di tutti. Nell’uso di quest’Invocazione o preghiera, e nell’attesa sempre crescente

della venuta del Cristo, risiede oggi la più grande speranza dell’umanità. Se ciò non fosse, la

preghiera sarebbe inutile, soltanto un’allucinazione, e le Scritture di tutto il mondo, con le loro

profezie, sarebbero prive di valore ed illusorie. La testimonianza dei secoli ha comprovato


che così non è


. La preghiera ottiene e ha sempre ottenuto risposta; i grandi Figli di Dio sono


sempre venuti e sempre verranno in risposta all’appello dell’umanità, e Colui che tutti gli

uomini attendono,

è per via.


19


CAPITOLO III

LA RIAPPARIZIONE DEL CRISTO


L’Attesa Mondiale


36


Dio trascendente, supremo, immenso, più vasto del mondo che ha creato, è universalmente


riconosciuto ed è stato generalmente posto in rilievo; ogni religione può dire, con Shri Krishna

(che parla come Dio creatore) “Avendo pervaso l’Universo con un frammento di me, Io

rimango”. Il concetto di Dio trascendente ha dominato per secoli il pensiero religioso di milioni

di uomini dalla mente semplice, sin da quando l’umanità cominciò ad accostarsi al divino.

Lentamente, col graduale risveglio della coscienza, è apparsa la grande verità parallela

di Dio immanente, che “pervade” di Sé tutte le forme, regola e guida dall’interno i regni della

natura, si esprime in tutti gli uomini, e che duemila anni fa si manifestò nel Cristo. Oggi, come

risultato di questa divina Presenza in costante sviluppo, nella mente umana sta penetrando

il concetto di “Cristo in noi, speranza di Gloria” (Colos. 1, 27). La fede sempre crescente che

il Cristo è in noi, come fu nel Maestro Gesù, porterà un radicale mutamento nelle vicende

mondiali e nell’atteggiamento umano verso la vita.

La meraviglia di quella Vita vissuta venti secoli fa è ancora presente in noi e nulla ha

perduto della sua freschezza, della sua eterna potenza d’ispirazione, di speranza, d’incoraggiamento

e d’esempio. L’amore che il Cristo dimostrò, ancora affascina tutti coloro che pensano,

quantunque solo pochi abbiano realmente cercato di dimostrare la stessa qualità: un amore

che conduce inevitabilmente a servire l’umanità, alla completa abnegazione, ad una vita

irradiante e magnetica. Le Sue parole furono poche e semplici, comprensibili a tutti, ma il loro

significato è andato in parte perduto nelle intricate interpretazioni e discussioni di S. Paolo

e nelle lunghe dispute dei teologi che le hanno commentate dall’epoca in cui Egli visse ed

apparentemente ci lasciò.

Pure, oggi il Cristo è più vicino all’umanità che non in qualsiasi altro momento della

storia. È più vicino di quanto creda anche il discepolo che più arde di aspirazione e di speranza,

e potrà avvicinarsi ancora maggiormente se quanto è scritto in queste pagine verrà compreso

e presentato all’attenzione del pubblico, poiché il Cristo appartiene all’umanità, al

mondo degli uomini, e non soltanto alle chiese e alle fedi religiose.

Attorno a Lui, nell’Alto Luogo terreno ove dimora, sono oggi raccolti tutti i Suoi grandi

Discepoli, i Maestri di Saggezza, tutti i Figli di Dio liberati che nel corso dei secoli sono passati

dalla tenebra alla Luce, dall’irreale al Reale, dalla morte all’Immortalità. Essi sono pronti

ad eseguire gli ordini del Maestro dei Maestri, Istruttore degli Angeli e degli uomini. Esponenti

e rappresentanti di tutte le fedi religiose attendono, sotto Sua guida, di rivelare a tutti

coloro che oggi si dibattono nei gorghi del mondo e che cercano di risolvere la crisi, che

non


sono soli


. Per il tramite del Cristo e della Gerarchia spirituale, Dio trascendente opera per


portare sollievo; Dio immanente in tutti gli uomini sta per giungere a meravigliosi riconoscimenti.


38


La grande Successione Apostolica dei Conoscitori di Dio è pronta per una rinnovata


attività: la Successione di Coloro che, vissuti sulla Terra, accettarono la verità di Dio trascendente,

scoprirono la realtà di Dio immanente, e nella propria vita riprodussero le caratteristiche

del Cristo e (poiché come Lui vissero e vivono tuttora sulla Terra), si ritirarono “dietro il

velo incitando coll’esempio gli uomini a camminare sulle orme del Cristo” e sulle Loro; col

tempo noi pure faremo parte di questa grande successione.


37


20

Il Buddha stesso è accanto al Cristo, in umile riconoscimento del divino compito che è

in procinto di attuare e nell’imminenza di tale evento spirituale. Non solo tutti coloro che sono

coscientemente attivi nel Regno di Dio ne conoscono i Piani, ma anche tutti i grandi Esseri

che vivono e dimorano nella “Casa del Padre”, nel “centro ove il volere di Dio è conosciuto”

sono pronti a collaborare. L’intera catena spirituale di Esseri che dal trono dell’“Antico dei

Giorni” giunge ai più umili discepoli ai piedi del Cristo, è tutta volta al compito di aiutare

l’umanità.

Il grande momento che il Cristo ha così pazientemente atteso è prossimo; la “fine

dell’era”, alla quale si riferì dicendo ai discepoli: “Ecco! Sarò con voi ogni giorno fino alla

fine dell’era”, è giunta. Oggi Egli vigila, sapendo che questa è l’ora in cui “vedrà il frutto del

travaglio della Sua anima, e sarà soddisfatto” (Isaia, 53,11).

Tutta la schiera di Figli di Dio attende e si prepara: “

La Gerarchia attende. Essa ha fatto


il possibile riguardo all’opportunità attuale. Il Cristo sta in paziente silenzio, vigilando sulle

imprese che permetteranno di concretizzare la Sua opera sulla Terra, e lo metteranno in

grado di completare l’opera iniziata venti secoli fa in Palestina. Il Buddha si libra sul pianeta,

pronto a compiere la propria parte se gli uomini ne offriranno l’occasione. Tutto dipende ora

da come gli uomini di buona volontà svolgeranno il proprio compito.

Dalla Casa del Padre (il “centro ove il volere di Dio è conosciuto” o Shamballa, secondo

gli esoteristi) il fiat e stato pronunciato: l’ora è giunta. Dal Regno di Dio, ove il Cristo governa,

è emanata la risposta: “Padre, la Tua volontà sia fatta”. Dall’infelice mondo degli uomini,

impegnati nella lotta e confusi, sale incessante il grido “Possa il Cristo tornare sulla Terra”.

Così i tre grandi centri spirituali - la Casa del Padre, il Regno di Dio e l’Umanità in risveglio

- hanno un solo proposito, una sola idea e sono in attesa unanime.

Oggi è essenziale conoscere meglio il “centro ove il volere di Dio è conosciuto”. Tutti

dovrebbero avere qualche cognizione di quel centro supremo a cui, se crediamo al Vangelo, il

Cristo stesso fu sempre attento. Leggiamo infatti ripetutamente che “il Padre gli parlò” o che

“Egli udì una voce” non percepita da altri, o le parole “Questo e il mio Figlio amato”. Varie

volte leggiamo che egli ebbe il suggello dell’affermazione (come è chiamato). Soltanto il Padre,

il Logos planetario, “Colui nel quale abbiamo la vita, il movimento e l’essere” (Atti,

XVII, 28), il Signore del Mondo, l’Antico dei Giorni (Daniele, VII, 9), può pronunciare

quest’affermazione definitiva. Come ben sappiamo, vi sono cinque crisi o iniziazioni che riguardano

il Maestro Gesù: la nascita a Betlemme, il Battesimo, la Trasfigurazione, la Crocifissione

e la Resurrezione, ma dietro a quest’insegnamento pratico vi è qualcosa di molto più

elevato ed importante: la voce affermativa del Padre che riconosce l’opera compiuta dal Cristo.


40


Quando il Cristo, durante i prossimi duemila anni, completerà l’opera iniziata venti secoli


fa, quella voce affermativa sarà sicuramente udita di nuovo, e accorderà il divino

riconoscimento della Sua venuta. Allora Egli conseguirà l’eccelsa iniziazione di cui sappiamo

soltanto che due aspetti divini si uniranno e fonderanno in Lui (amore-saggezza pienamente

manifestati, mossi dal divino volere e potere). Allora il Buddha e il Cristo staranno insieme al

cospetto del Padre, vedranno la gloria del Signore e passeranno infine ad un servizio ancora

superiore, di natura e portata a noi ignote.

Non parlo con spirito fanatico e avventista, né come teologo dalle ardue speculazioni

teoriche. Parlo perché molti sanno che i tempi sono maturi e che l’appello dei cuori semplici e

pieni di fede è penetrato nelle più alte sfere dello spirito, scatenando energie e forze che non

possono essere arrestate. Il grido d’invocazione dell’umanità sofferente è oggi così intenso

che, unito alla saggezza e alla conoscenza della Gerarchia, ha evocato delle attività nella Casa


37


21

del Padre. Ne risulterà maggior gloria di Dio, trasformando la divina volontà di bene in buona

volontà e pace sulla Terra.

Sta per essere scritto un nuovo capitolo nel grande libro della vita spirituale; è imminente

una nuova espansione di coscienza; un nuovo riconoscimento dell’attenzione divina è ora

possibile, e l’attesa rivelatrice dimostrerà l’esattezza dell’affermazione biblica: “Ogni occhio

Lo vedrà”, (Apocal., 1, 7).


41


La vita religiosa o storia spirituale dell’umanità può essere riassunta in una serie di


riconoscimenti: riconoscimento di Coloro che nel corso dei secoli hanno costituito la successione

apostolica, culminata con le grandi figure (apparse dopo il 700 a.C.), e che fondarono le

grandi religioni moderne, e soprattutto il Cristo stesso che incarnò la perfezione di Dio immanente

unita alla consapevolezza di Dio trascendente; riconoscimento dei principali concetti

spirituali di amore, vita e rapporti, che sono sempre stati alla base del pensiero umano e che

stanno per trovare giusta espressione; riconoscimento della vera fratellanza,

basata sull’unica


vita divina, operante tramite l’unica anima e che si esprime attraverso l’umanità una;


il riconoscimento


quindi del rapporto con la vita divina in tutto il mondo e con l’umanità stessa.

Questo orientamento spirituale condurrà ai retti rapporti umani e, col tempo, alla pace mondiale.

Oggi è possibile un altro riconoscimento: l’imminente ritorno del Cristo (se questa frase

può essere valida per Colui che non ci ha mai lasciati) e le nuove possibilità spirituali che tale

evento offrirà al mondo.

Questo riconoscimento è basato sulla convinzione profondamente radicata nella coscienza

umana, che un grande Istruttore, Salvatore, Rivelatore, Legislatore o Rappresentante

divino

deve venire dal mondo delle realtà spirituali in risposta alle necessità ed


all’invocazione degli uomini. Sempre, nel corso dei secoli, nel momento dell’estremo bisogno,

sotto nomi diversi, un divino Figlio di Dio

è venuto in risposta all’appello degli uomini.


Ultimo fu il Cristo, che apparentemente ci lasciò senza avere completata la Sua opera, né aver

realizzata la Sua visione. Durante duemila anni è sembrato che il Suo lavoro fosse stato interrotto,

frustrato e inutile, poiché le chiese non sono assicurazione dei risultati spirituali cui Egli

mirava.


42


Per dimostrare il successo della Sua missione sarebbe stato necessario qualcosa di più delle


disquisizioni teologiche e della crescita numerica delle religioni mondiali (cristianesimo e

buddismo inclusi). Tale successo richiedeva tre condizioni oggi esistenti: in primo luogo una

situazione generale planetaria che, a causa dell’egoismo dell’uomo si è sfortunatamente dimostrata

così disastrosa da costringere l’umanità a riconoscere le cause della catastrofe. In secondo

luogo, un risveglio spirituale scaturito dalle profondità della coscienza umana, oggi avvenuto

dopo la guerra mondiale (1914-1945). In terzo luogo, un grido d’invocazione, preghiera

o aiuto che sale sempre più intenso verso le elevate sorgenti dello spirito.


Oggi queste tre condizioni esistono e all’umanità si presenta una nuova occasione.


Il


disastro che ha travolto l’umanità è universale, nessuno vi è sfuggito; in un modo o nell’altro

tutti gli uomini sono stati coinvolti nel campo fisico, economico o sociale. Il risveglio spirituale,

nell’ambito delle religioni ufficiali e ancora maggiormente al di fuori di esse, è generale

e completo, e la tendenza a rivolgersi a Dio si palesa ovunque. Infine, queste due cause hanno

suscitato, come mai prima, l’implorazione invocante dell’umanità. Essa è più distinta, più pura

e altruista che in qualsiasi altro momento della storia, perché risultato di un più chiaro modo

di pensare e della sofferenza comune. Il vero senso religioso sta nascendo nel cuore degli

uomini d’ogni paese; il riconoscimento di una speranza e presenza divina potrà forse ricondurre

gli uomini alle chiese e alle religioni costituite,

ma certamente li ricondurrà a Dio.


22


43


Religione è il nome che diamo all’appello invocativo dell’umanità, che evoca risposta


dallo Spirito di Dio. Esso opera in ogni cuore e in tutti i gruppi, ed anche attraverso la Gerarchia

spirituale del pianeta. Esso induce il Capo della Gerarchia, il Cristo, all’azione che lo riporterà

insieme ai suoi discepoli.

L’idea del ritorno di Cristo è nota e il concetto della venuta di un Figlio di Dio in risposta

alle necessità degli uomini fa parte dell’insegnamento della maggioranza delle religioni.

Da quando il Cristo si ritrasse apparentemente nella sfera dove i fedeli immaginano che dimori,

piccoli gruppi di uomini ne hanno di quando in quando atteso il ritorno per una certa

data, ma le loro profezie e la loro attesa sono state deluse. Egli non è venuto. Gli annunciatori

dell’avvento sono stati derisi dalle folle e criticati dai dotti. I loro occhi non Lo hanno veduto,

né vi è stata tangibile indicazione della Sua Presenza. Oggi migliaia di uomini sanno che verrà;

i piani sono già pronti, ma non

dicono né il giorno né l’ora, noti soltanto a due o tre membri


della Gerarchia: “Il Figlio dell’Uomo verrà quando meno ve l’aspettate” (Matt. 24, 44).

Verità dura da accettare per gli ortodossi di qualsiasi religione è che il Cristo

non può


tornare, poiché è sempre stato sulla Terra,


vegliando sul destino spirituale dell’umanità. Non


ci ha mai lasciati, e in corpo fisico, al sicuro dagli sguardi umani, sebbene non nascosto, ha

guidato le attività della Gerarchia, dei Suoi discepoli e collaboratori concordemente impegnati

con Lui nel servizio alla Terra. Egli può quindi soltanto

ripresentarsi.


44


È verità spirituale che chi è passato dall’oscurità della tomba alla pienezza della vita risorta


può essere visto, ma allo stesso tempo sfuggire alla vista dei fedeli.

Vedere e riconoscere sono


cose molto diverse ed uno dei grandi riconoscimenti dell’umanità in un prossimo futuro

sarà appunto che Egli è sempre stato con noi, partecipe dei progressi, delle caratteristiche della

civiltà e dei molti doni che essa ha elargito.

I primi indizi del Suo ritorno, assieme ai discepoli, possono essere già percepiti da coloro

che notano e interpretano correttamente i segni dei tempi. Uno di essi è l’unione spirituale

di coloro che amano il prossimo. In realtà si sta organizzando un esercito del Signore, esercito

che non avrà altre armi se non quelle dell’amore, della retta parola, e degli equi rapporti umani.

Dalla fine della guerra quest’organismo si è sviluppato con straordinaria rapidità, poiché

gli uomini sono stanchi di conflitti e di odio.

I discepoli del Cristo sono già attivi, raccolti nel Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo,

un corpo di pionieri non meno potente di quelli che hanno sempre preceduto un grande

Messaggero. La loro opera ed influenza sono già visibili e percepibili in ogni paese e nulla

può distruggere ciò che hanno compiuto. Inoltre, l’effetto spirituale e organizzativo dell’invocazione

formulata è stato sperimentato fin dal 1935, e l’energia dell’appello invocativo da

parte dell’umanità è stata diretta entro i canali che dalla Terra si elevano verso l’Alto Luogo

ove il Cristo dimora. Di là è stata trasmessa verso sfere ancora superiori dove l’attenzione del

Signore del Mondo, l’Antico dei Giorni, il Padre di tutti, unita alle Energie creative e agli

Esseri che con Lui dimorano può focalizzarsi sull’umanità, con provvedimenti che affrettano

l’attuazione dei propositi divini.


45


Per la prima volta nella storia la richiesta dei popoli della Terra è così potente e così in


armonia con le direttive divine, nel tempo e nello spazio, che l’esito è certo. L’atteso Messaggero

dovrà venire, e questa volta non più solo, ma accompagnato da Coloro che con loro vita

e le loro parole evocheranno un riconoscimento in ogni sfera del pensiero umano. Le profezie

simboliche di questo prossimo evento contenute in tutte le Scritture mondiali si dimostreranno

vere, ma quel simbolismo richiederà una nuova interpretazione; inoltre non è detto che circostanze

e avvenimenti siano esattamente quelli che le Scritture sembrano indicare. Per esempio,

Egli verrà certamente “sulle nuvole del cielo” (Matteo, XXVI, 64), ma tale fatto non de23

sta grande interesse, ora che migliaia di uomini vanno e vengono attraverso l’aria, a ogni ora

del giorno e della notte. Questa è una delle principali e più note profezie, ma ai giorni nostri

non ha in sé nulla di meraviglioso. L’importante è che il Cristo ritorni.

La festa del Wesak (plenilunio di maggio) si celebra da secoli in una nota valle

dell’Himalaya (se solo i fedeli volessero crederlo), allo scopo di:

1. Comprovare che il Cristo è sempre esistito fisicamente fra di noi dal giorno della Sua

cosiddetta dipartita.

2. Dimostrare (sul piano fisico) l’effettiva solidarietà esistente fra le religioni orientali e

occidentali. Tanto il Cristo che il Buddha sono presenti.

3. Costituire un punto di collegamento e d’incontro per coloro che ogni anno, in sintesi e

simbolicamente, collegano e rappresentano la Casa del Padre (Shamballa), il regno di Dio (la

Gerarchia) e l’Umanità.

4. Dimostrare la natura del Cristo quale grande Intermediario prescelto, rappresentante

della Gerarchia spirituale e Capo del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Egli sostiene la

richiesta dei suoi membri affinché l’esistenza del regno di Dio sia riconosciuta.


46


Forse uno dei più importanti messaggi per chi legge queste parole è la grande verità ed il


fatto della presenza fisica del Cristo sulla Terra in questo momento, del Suo gruppo di discepoli

e collaboratori, della loro opera volta al bene dell’umanità e del loro stretto rapporto. Tale

rapporto è particolarmente evidente in alcune grandi cerimonie spirituali in cui esso comprende

non solo il regno di Dio, ma anche il Padre e la Casa del Padre. Esse sono: la Pasqua, la

Festa del Buddha che con la presenza fisica manifesta la solidarietà spirituale del nostro pianeta,

e il plenilunio di giugno, la festa particolare del Cristo in cui, quale Capo del Nuovo

Gruppo dei Servitori del Mondo, Egli pronuncia la grande Invocazione a nome degli uomini

di buona volontà e riunisce le richieste inespresse di coloro che cercano di realizzare un modo

di vivere nuovo e migliore, perché l’amore si manifesti nella vita di ogni giorno, i giusti rapporti

si attuino e il Piano divino sia compreso.

Questi avvenimenti hanno valore, e non le vaghe speranze e promesse delle teologie. In

questo momento culminante della storia l’attenzione viene richiamata sulla presenza sul nostro

pianeta di Esseri spirituali riconosciuti, quali il Signore del Mondo (o l’Antico dei Giorni),

i sette Spiriti dinanzi al trono di Dio, il Buddha, capo spirituale dell’Oriente, il Cristo, capo

spirituale dell’Occidente.


47


La vaga credenza nella loro esistenza, le speculazioni fantastiche sulla loro opera e il loro


interesse per l’umanità, l’ansiosa speranza priva di profonda convinzione dei credenti (e dei

non credenti) verranno fra non molto sostituite dalla conoscenza sicura, dal riconoscimento

visivo, dai segni irrefutabili di un’azione direttiva e dalla riorganizzazione (compiuta da uomini

d’insolita potenza) della vita politica, religiosa, economica e sociale dell’umanità.

Tutto questo non avverrà in seguito ad un proclama, ad un evento portentoso che induca

ad esclamare: “Eccolo! Eccolo!”, “Ecco i segni della divinità!”, poiché non susciterebbe che

antagonismo, scherno, resistenza o credulità fanatica. Avverrà come riconoscimento di una

potenza direttiva, attraverso dinamici ma logici cambiamenti nelle vicende mondiali, attraverso

l’azione che le moltitudini intraprenderanno dalla profondità della coscienza.

Alcuni anni or sono dissi che il ritorno del Cristo sarebbe avvenuto in tre modi, o meglio,

che la Sua Presenza verrebbe dimostrata in tre fasi distinte. Feci notare che la prima iniziativa

del Cristo sarebbe stata di stimolare la coscienza spirituale nell’uomo di evocare

un’ampia richiesta spirituale da parte dell’umanità e alimentare la coscienza cristica nel cuore

umano su scala mondiale. Tutto questo è già avvenuto con risultati molto efficaci. Gli insistenti

appelli degli uomini di buona volontà, di coloro che lavorano nel campo dell’assistenza

24

sociale e sono impegnati a stabilire una collaborazione internazionale, ad alleviare le condizioni

dei miseri ed a favorire i retti rapporti umani, lo dimostrano in modo innegabile. Questa

fase del lavoro preparatorio, indice dalla Sua venuta, è ora tale che nulla può arrestarne il progresso

o diminuirne l’intensità.


48


Nonostante le apparenze, il risveglio della coscienza cristica nell’uomo è già avvenuto e


tutto ciò che può apparire l’opposto di tale risveglio a lungo andare perderà importanza, perché

di natura temporanea.

La seconda attività della Gerarchia dovrebbe essere quella di imprimere nelle menti degli

uomini illuminati le idee spirituali incarnanti le nuove verità con la “discesa”, per così dire,

dei nuovi concetti che governeranno la vita umana e con l’adombramento, da parte del

Cristo, di tutti i discepoli e del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Anche quest’attività

predisposta dalla Gerarchia procede con successo; ovunque, in ogni settore della vita, uomini

e donne enunciano le nuove verità che in futuro guideranno l’esistenza umana, si organizzano

movimenti e gruppi, grandi e piccoli, perché le moltitudini si rendano conto delle vere necessità

attuali e di come fronteggiarle. A ciò essi sono incitati dal fervore del loro cuore e dalla

amorevole sensibilità alla sofferenza umana; pur senza rendersene conto, operano per preparare

l’avvento visibile del regno di Dio nel mondo fisico. Non è possibile negare tali fatti dinanzi

al moltiplicarsi d’organizzazioni, pubblicazioni e congressi.

In terzo luogo, il Cristo potrebbe venire di Persona in mezzo a noi, come già fece. Si

stanno preparando piani che lo renderanno possibile. Tali piani non prevedono la nascita di

un bel bambino in una certa casa sulla Terra; non susciteranno affermazioni avventate, né

credulo riconoscimento da parte di persone d’intelletto limitato, né alcuno si presenterà a dire:

“Ecco il Cristo, è qui!”


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Vorrei però far notare che la vasta diffusione di tali affermazioni e fantasie, sebbene non


sia desiderabile ed induca in errore, dimostra tuttavia che l’umanità è in attesa del Suo prossimo

ritorno. La fede nella Sua venuta è radicata nella coscienza umana. Sotto quale aspetto o

in qual modo verrà non è ancora stabilito; il momento esatto non è ancora giunto, né sono state

determinate le circostanze della riapparizione. Le due prime attività preparatorie da parte

della Gerarchia, sotto direzione del Cristo, stanno a garantire che Egli verrà e che allora

l’umanità sarà pronta.

Vorrei riepilogare certi aspetti del lavoro promosso venti secoli fa, poiché in essi è la

chiave per comprendere la Sua opera futura. Una parte è ben nota, poiché posta in rilievo dalle

varie religioni e particolarmente da quella cristiana. Tutte però hanno tanto complicato il

significato della Sua opera, da renderne difficile la comprensione. L’indebito rilievo dato alla

Sua divinità (ciò che Egli non fece mai) ha fatto sembrare che solo Lui e nessun altro potesse

compiere la stessa opera, senza tener conto che Egli stesso disse: “Farete cose maggiori, perché

io vado al Padre”. (Giov. XIV, 12). Voleva significare che il passaggio alla Casa del Padre

avrebbe avuto come risultato un tale afflusso d’energia spirituale, di percezione interiore,

di potenza creativa negli uomini, che questi sarebbero arrivati a compiere opere maggiori delle

Sue. Le deformazioni subite dal Suo insegnamento e l’averlo presentato di così difficile accesso

per l’uomo non ci hanno ancora permesso di fare “quelle cose maggiori”, esse indubbiamente

si realizzeranno, e in certi campi già sono compiute. Presenterò alcune cose che Egli

fece, che noi possiamo ripetere, e che Egli aiuterà.

l. Per la prima volta nella storia umana, l’amore di Dio si incarnò in un uomo, e il Cristo

inaugurò l’era dell’amore. La manifestazione dell’amore divino è ancora molto parziale, il

mondo attuale non è pieno d’amore e pochi ne comprendono il vero significato. Ma, in senso

simbolico, quando le Nazioni Unite saranno un potere reale e attivo, il benessere del mondo


50


25

sarà assicurato; e cos’è quest’ultimo se non amore in atto? Cos’è la Cooperazione internazionale

se non amore esteso a tutto il mondo? Queste sono le cose che l’amore di Dio espresse

nel Cristo e per la cui attuazione oggi si lavora. Nonostante l’opposizione incontrata, stiamo

tentando di attuarle su vasta scala, e la potenza dello spirito risvegliato è tale che le opposizioni

potranno prevalere solo temporaneamente. Queste sono le cose cui la Gerarchia, con

procedimenti che si dimostrano già efficaci, presta e presterà soccorso.

2. Il Cristo insegnò anche che il Regno di Dio era sulla Terra, e ci disse per prima cosa

di cercarlo e di considerare per amor suo il resto d’importanza secondaria. Quel Regno è

sempre stato con noi, composto da tutti coloro che in ogni epoca si sono consacrati a mete

spirituali, liberandosi dalle limitazioni del corpo, dal dominio delle emozioni e dagli ostacoli

creati dalla mente (inferiore). Cittadini del regno di Dio sono coloro i quali, ignoti alle moltitudini,

vivono incarnati fisicamente, lavorano per il bene dell’umanità mossi sempre

dall’amore anziché dalle proprie emozioni, e compongono il grande gruppo di “menti illuminate”

che guida i destini del mondo. Il regno di Dio non è qualcosa che discenderà sulla terra

quando gli uomini ne saranno degni, ma agisce già efficacemente e altro non aspetta che di

essere riconosciuto. È una realtà già riconosciuta dagli uomini che, cercando per prima cosa il

Regno di Dio, scoprono che è sulla terra.


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Molti sanno che il Cristo e i Suoi discepoli sono fisicamente presenti sulla Terra, e il regno


che Essi governano, con le sue leggi e modalità, è stato noto a molti in tutti i secoli. Il Cristo è

il Guaritore e Salvatore mondiale, perché incarna l’anima di tutta la Realtà. Egli opera oggi,

come venti secoli fa in Palestina, tramite gruppi umani. Là svolse la propria attività tramite i

tre discepoli prediletti, i dodici apostoli, i settanta prescelti ed i cinquecento interessati... Ora

opera tramite i Maestri ed i loro gruppi, intensificando così grandemente i propri sforzi. Può

operare, ed opererà, tramite tutti i gruppi nella misura in cui saranno idonei per un servizio

organizzato, per diffondere amore e allinearsi coscientemente con la grande potenza dei gruppi

interiori. Chi ha sempre proclamato la Presenza del Cristo, ha a tal punto deformato tale insegnamento

con asserzioni dogmatiche, con particolari insignificanti e affermazioni vane, da

renderne quasi irriconoscibile il contenuto di verità, senza per altro offrire un quadro invitante

del regno di Dio. Esso esiste, ma non è un luogo d’ascetismo dove si suonano arpe d’oro, popolato

da fanatici poco intelligenti; è un campo di servizio dove ognuno ha piena libertà di esercitare

la propria inerente divinità al servizio degli uomini.

3. Al momento della Trasfigurazione, Cristo rivelò la gloria che è innata in tutti gli uomini.

La triplice natura inferiore (fisica, emotiva, mentale) si prostrò dinanzi alla gloria rivelata

della natura superiore. In quel momento, in cui il Cristo immanente era incarnato fisicamente

e l’umanità rappresentata dai tre Apostoli, una Voce risuonò dalla casa del Padre, per

riconoscere la divinità rivelata e la qualità di Figlio del Cristo trasfigurato.


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Su quest’innata divinità, su quel riconoscimento di “Figliolanza”, si basa la fratellanza di


tutti gli uomini: una sola vita, una sola gloria, che si rivelerà in un solo rapporto divino. Oggi

la coscienza umana ha già riconosciuto la gloria dell’uomo e dei suoi rapporti fondamentali.

Accanto agli aspetti deprecabili della natura umana e che sembrerebbero smentire ogni pretesa

di divinità, vi sono le mirabili conquiste dell’uomo e il dominio sulla natura. Le realizzazioni

scientifiche, la magnificenza delle opere d’arte d’ogni tempo, non consentono di dubitare

dell’essenziale divinità dell’uomo. Queste sono alcune delle “cose maggiori” di cui parlò il

Cristo; questo è il Suo trionfo nel cuore umano.

Pretendere che di tale trionfo della coscienza cristica si debba parlare soltanto in termini

di religione, di devozione e d’ortodossia, è una vittoria delle forze del male. Essere cittadini

del regno di Dio non significa essere necessariamente membro di una chiesa costituita. Il Cri26

sto divino nel cuore umano può esprimersi nei molti settori della vita: nelle arti, nelle scienze,

nel campo religioso, economico, politico, sociale. Si ricordi che l’unica volta che, da adulto,

il Cristo si presentò nel Tempio degli Ebrei, vi suscitò un tumulto! L’umanità procede di gloria

in gloria e la sua lunga storia lo dimostra in modo evidente. Tale gloria oggi è palese in

ogni sfera dell’attività umana e la trasfigurazione di coloro che sono all’avanguardia della civiltà

non è lontana.

4. Infine, nel trionfo della Crocifissione, con più esattezza detta in Oriente la Grande

Rinuncia, il Cristo ancorò per la prima volta sulla Terra un tenue filo di Volontà divina emanante

dal Padre, e passando attraverso la custodia intelligente del regno di Dio, per mezzo del

Cristo essa fu presentata all’attenzione degli uomini. Alcuni grandi Figli di Dio hanno espresso

i tre aspetti della divina Trinità (volontà, amore, intelligenza) che ora sono parte del pensiero

e delle aspirazioni umane. I Cristiani dimenticano facilmente che la crisi delle ultime

ore di Cristo non avvenne sulla Croce, ma nel giardino di Getsemani, quando la Sua volontà

(con grande angoscia e quasi con disperazione) si fuse con quella del Padre: “Padre - Egli

disse - non la mia, ma la Tua Volontà sia fatta” (Luca, XXII, 42).

Nella quiete di quel giardino avvenne qualche cosa di nuovo che pure era stabilito sin

dal principio: il Cristo, quale rappresentante dell’umanità, portò la volontà del Padre sulla

Terra e la rese accessibile all’umanità intelligente. Fino allora quella volontà era nota nella

Casa del Padre; fu riconosciuta e adattata alle necessità del mondo dalla Gerarchia, sotto, la

guida del Cristo, e assunse forma di Piano divino. Oggi, grazie a ciò che Egli compì in quel

momento di crisi, venti secoli fa, l’umanità può cooperare all’attuazione di quel Piano. La volontà

di bene della Casa del Padre può divenire la buona volontà del regno di Dio ed essere

trasformata dall’umanità intelligente in retti rapporti umani. Dalla suprema altezza il volere di

Dio giunse sino al punto più basso, e a tempo debito quella linea d’energia permetterà

l’ascesa degli uomini e la discesa dell’amorevole spirito vivente.


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Stiamo parlando di eventi che si sono esattamente e letteralmente prodotti sul nostro


pianeta e non consideriamoli remoti e vaghi. Stiamo parlando di riconoscimenti e fatti realmente

avvenuti, dei quali molti sono coscienti. Il

Cristo storico e il Cristo vivente nel cuore


umano sono realtà planetarie.


Vi è un aspetto del ritorno del Cristo al quale non si è mai accennato.


Cosa significherà per Lui tornare in mezzo agli uomini e ad un’attività esteriore? Cosa

sentirà quando suonerà l’ora del Suo ritorno?

Nel

Nuovo Testamento si parla di una grande iniziazione, chiamata Ascensione, di cui si


fa solo qualche cenno. Dalla sommità della montagna il Cristo rivolse alcune parole a pochi

presenti per assicurarli che non li avrebbe lasciati, poi scomparve ai loro occhi. (Atti, I, 9).

Nessuno degli astanti era in grado di seguirlo; la loro coscienza non era tale da poter penetrare

nel luogo che Egli aveva prescelto. Le Sue parole furono sempre fraintese e l’umanità ha interpretato

la Sua scomparsa e il significato della Sua presenza costante, seppure invisibile, in

senso vagamente mistico. Gli astanti vennero assicurati da due conoscitori di Dio, lì presenti,

che a suo tempo sarebbe tornato così come era scomparso. Egli ascese, le nubi lo ricevettero e

oggi le nubi che avvolgono il pianeta attendono di rivelarlo.

Ora Egli aspetta di discendere. Quest’immersione nel nostro mondo infelice non è per

Lui attraente. Dovrà lasciare il quieto ritiro montano dove ha atteso guidando l’umanità, istruendo

i discepoli, gli iniziati ed il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, per assumere il

proprio posto alla ribalta del mondo, per rappresentare la propria parte nel grande dramma che

vi si svolge. Questa volta lo farà apertamente, dinanzi a tutti e non nell’oscurità. Le piccole

dimensioni del pianeta, la diffusione e rapidità delle comunicazioni, consentiranno a chiunque

di assistere alle Sue attività. Tale prospettiva non può suscitare in Lui che un certo orrore,


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53


27

presentando prove, adattamenti, esperienze inevitabilmente penosi. Egli non viene come onnipotente

Iddio quale può concepirlo la mente umana, ma come il Cristo, fondatore del regno

di Dio sulla Terra, a completare l’opera iniziata e dare nuova testimonianza della divinità in

circostanze ben più difficili.

Tuttavia il Cristo soffre molto di più a causa di chi lo segue che di chi vive nel mondo;

la Sua opera è maggiormente ostacolata dagli aspiranti avanzati che non dai pensatori intelligenti.

La causa del profondo dolore del Cristo non fu la crudeltà del mondo esteriore, ma furono

i Suoi stessi discepoli e l’immane sofferenza assommatasi nell’intero ciclo della vita

umana passata, presente e futura.

Egli viene a correggere gli errori e le deformazioni di coloro che hanno interpretato le

Sue semplici parole, e a riconoscere coloro che col fedele servizio ne hanno reso possibile il

ritorno. Anch’Egli affronta una grande prova che precede una iniziazione eccelsa; quando

l’avrà superata, e avrà adempiuto il compito, passerà in uno stato ancora più sublime nella

Casa del Padre o in qualche remoto luogo di servizio dove soltanto gli Esseri più elevati potranno

seguirlo. La Sua attuale mansione verrà assunta da Colui che Egli ha preparato e istruito.


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Ma prima che ciò possa avvenire, deve tornare in mezzo alle moltitudini, svolgere la


propria parte nelle vicende del mondo e dimostrare la vastità della Sua missione. Riunirà attorno

a Sé, in incarnazione fisica, collaboratori e consiglieri scelti, non gli stessi che gli furono

accanto quando i tempi erano più semplici, ma quei membri della famiglia umana che oggi

lo riconoscono e che si preparano a lavorare con Lui, secondo le proprie possibilità. Egli si

accinge a tornare in un mondo molto diverso da quello di venti secoli fa, soprattutto per lo

sviluppo intellettuale delle masse. Ciò costituisce maggiori difficoltà poiché, per attuare la volontà

di Dio intelligentemente, Egli dovrà rivolgersi all’intelletto degli uomini e non solo,

come allora, al loro cuore. Suo compito principale è certamente stabilire giusti rapporti umani

in ogni settore della vita. Cercate di raffigurarvi ciò che implica il compito che lo attende e le

difficoltà che dovrà inevitabilmente affrontare, in particolare le errate valutazioni mentali delle

moltitudini.

Egli, rappresentante dell’amore di Dio, è chiamato ad operare di nuovo in quel mondo

dove il Suo messaggio per duemila anni è stato respinto, dimenticato o male interpretato, e

dove gli uomini sono stati ovunque animati da odio e separatività. Perciò si troverà immerso

in un’atmosfera estranea e in una situazione mondiale tale da richiedere tutte le Sue divine risorse,

e sarà sottoposto a durissima prova. L’idea comunemente accettata che debba tornare

come onnipotente guerriero, trionfante ed irresistibile, non ha fondamento. Un fatto, invece,

che poggia su basi sicure, è che alla fine condurrà il Suo popolo (l’umanità intera) a Gerusalemme,

ma non alla città ebraica, bensì al “Luogo di Pace” (questo è appunto il significato del

nome “Gerusalemme”). Un’attenta considerazione della situazione mondiale e

l’immaginazione riveleranno a chi pensi in sincerità, quanto arduo sia il compito che ha intrapreso.

Ma il Cristo ha nuovamente “rivolto il viso a Gerusalemme” (Luca IX, 51); Egli apparirà

di nuovo e guiderà gli uomini verso una civiltà ed uno stato di coscienza in cui i retti rapporti

e la cooperazione mondiale per il bene di tutti costituiranno la nota dominante. Per mezzo

del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e degli uomini di buona volontà, completerà la

propria fusione con la volontà di Dio (le cose del Padre) in modo tale che l’eterna volontà di

bene verrà trasformata dagli uomini in buona volontà ed equi rapporti. Allora la Sua opera sarà

compiuta e sarà libero di lasciarci per non più tornare affidando il mondo nelle mani del

grande Servitore spirituale che sarà il nuovo Capo della Gerarchia, la Chiesa invisibile.


57


28

In che modo servire e contribuire durante l’attuale stadio di preparazione? Invero, quello

che i membri della Gerarchia stanno facendo è molto; i discepoli che sono in cosciente contatto

con i Maestri, o se preferite con i discepoli anziani del Cristo, lavorano giorno e notte

per affermare fiducia, atteggiamenti corretti e comprensione del divino “impulso” spirituale,

tali da facilitare il Suo cammino. Essi e i gruppi di discepoli minori, di aspiranti, di cercatori

della verità, stanno al seguito del Cristo e collaborano per rendere possibile l’attuarsi del Suo

proposito. Essi sono soprattutto consapevoli di una crisi ciclica nella vita spirituale del pianeta,

prevista nella Casa del Padre (Shamballa) da migliaia di anni.


58


Sono coscienti che, per la prima volta nella storia, i tre centri o gruppi spirituali per mezzo


dei quali Dio opera sono concordemente focalizzati verso il medesimo obiettivo. Shamballa,

la Gerarchia e l’umanità (o la Casa del Padre, il Regno di Dio e il mondo degli uomini) compiono

un unico grande sforzo, per intensificare la Luce, che illuminerà in modo nuovo non solo

la Casa del Padre, sorgente di tutta la luce del pianeta, ma anche il centro spirituale da cui

provennero tutti gli Istruttori e Salvatori che, come Ermete, il Buddha e il Cristo, hanno detto:

“Io sono la Luce del mondo”. Questa luce inonderà ora anche il mondo degli uomini, illuminandone

le menti e penetrando in tutti i luoghi oscuri della loro vita.

Il Cristo porterà luce e, soprattutto, “vita più abbondante”, ma fino ad allora ne ignoreremo

il vero significato. Non possiamo ancora comprendere quale sarà la rivelazione in ciò

implicita, e le nuove possibilità che si apriranno davanti a noi. Per Suo mezzo, luce e vita si

avvicineranno a noi, per essere interpretate ed espresse come buona volontà e giusti rapporti

tra uomini. La Gerarchia si sta preparando a quest’evento. Questa volta il Cristo non verrà solo,

ma con i Suoi collaboratori. La Sua e la Loro esperienza sarà il contrario di quella precedente,

poiché questa volta ogni occhio lo vedrà, ogni orecchio lo udrà e ogni mente lo potrà

giudicare.

Tutti possiamo collaborare all’opera di ricostruzione proposta dal Cristo, se terremo

presente e presenteremo a tutti coloro con i quali siamo in rapporto i seguenti fatti:

l. Che il ritorno del Cristo è imminente.


59


2. Che il Cristo immanente in ogni cuore umano può essere evocato a riconoscimento


della Sua riapparizione.

3. Che le indicazioni delle Sacre Scritture circa le modalità del Suo ritorno sono soltanto

simboliche. Questo può modificare in modo vitale le idee preconcette

dell’umanità.

4. Che il fattore principale nella preparazione è un mondo in pace; questa pace deve essere

tuttavia basata sulla buona volontà consapevole che condurrà inevitabilmente ai

giusti rapporti e quindi, in senso figurato, alla formazione di linee di luce fra nazione

e nazione, fra i gruppi, le religioni e fra uomo e uomo.

Se riusciremo a presentare queste quattro idee e a diffonderle quanto più possibile, vincendo

così la critica intelligente che le giudicherà troppo vaghe, profetiche e visionarie avremo

fatto molto. È certamente possibile che l’antica verità secondo la quale “la mente distrugge

il reale” si dimostri vera per quanto concerne le masse umane, e che il punto di vista puramente

intellettuale (che rifiuta di accettare come vera qualsiasi visione e ciò che non è dimostrabile)

sia molto più fallace delle previsioni dei conoscitori di Dio e delle moltitudini in attesa.

L’intelligenza della divinità alberga nella Gerarchia, composta di coloro che uniscono

in sé intelletto e intuizione, ciò che è pratico e ciò che in apparenza non lo è, la vita concreta e

la vita di visione. Ma esistono anche individui da rintracciare in mezzo alle attività della vita

d’ogni giorno e preparare ai riconoscimenti del divino, risposta degli uomini alle nuove e-


60


29

spansioni di coscienza. Il Cristo che tornerà non sarà simile a quello che in apparenza scomparve.

Non sarà “l’uomo del dolore; non sarà una figura pensosa e silente. Enuncerà verità

spirituali che non richiederanno alcuna interpretazione e non verranno fraintese, perché Egli

stesso ne indicherà l’esatto significato. Per duemila anni è stato capo supremo della Chiesa

invisibile, la Gerarchia spirituale, composta di discepoli di tutte le fedi. Egli riconosce e ama

anche coloro che non sono cristiani e restano fedeli al fondatore della propria religione, sia

esso Buddha, Maometto o altri. A Lui non interessa la religione cui gli uomini appartengono,

se il fine è l’amore per Dio e l’umanità. Se gli uomini attendono il Cristo che lasciò i Suoi discepoli

venti secoli fa, non lo riconosceranno. Il Cristo non ha barriere religiose nella propria

coscienza, e non gli importa la fede che un uomo professa.

Il Figlio di Dio è in cammino e non verrà solo. La Sua avanguardia e già presente e il

Piano che deve svolgere è chiaro e già pronto. Sia nostra meta il riconoscerlo!

30


CAPITOLO IV

L’OPERA DEL CRISTO OGGI E NEL FUTURO

61


Alla base di tutte le religioni del mondo troviamo la dottrina secondo la quale è previsto


l’avvento di Avatar, Istruttori o Salvatori mondiali. Per loro mezzo si attua la continuità di rivelazione

e d’epoca in epoca l’umanità è aiutata a progredire sul sentiero evolutivo che la

conduce sempre più vicino a Dio ed al centro divino nel quale la volontà di “Colui nel quale

viviamo, muoviamo e abbiamo il nostro essere” (S. Paolo, Atti, XVII, 28) è focalizzata, compresa

e diretta. Abbiamo parlato della missione di due Avatar: il Buddha, Messaggero di Luce

per l’Oriente, ed il Cristo, Messaggero d’Amore per l’Occidente, e della loro opera per il

mondo. Abbiamo anche detto dell’eccezionale occasione del Cristo, della risposta che diede

nel 1945 annunciando la Sua intenzione di riapparire, e comunicando la Grande Invocazione

per aiutarci nell’opera di preparazione cui dobbiamo far fronte nel presente immediato. Ci

sembra ora opportuno esaminare la natura del lavoro che compirà e dei Suoi probabili insegnamenti.

Il fatto della continuità di rivelazione e degli insegnamenti impartiti nel corso delle

età ci consente una seria considerazione delle probabili direttive della Sua opera.

Nel corso degli anni molto è stato comunicato da numerose fonti, da scuole di pensiero e

chiese, riguardo al Cristo, alla situazione che deve affrontare ed alle probabilità del Suo ritorno.


62


Discepoli, aspiranti ed uomini di buona volontà hanno già fatto molto per preparare il


mondo al Suo ritorno. Oggi, Oriente ed Occidente sono in attesa. Accostandoci al tema della

Sua opera è essenziale ricordare che l’Istruttore orientale incarnò la saggezza di Dio, di cui

l’intelligenza umana (terzo aspetto della divinità) è un’espressione; che per mezzo del Cristo

fu rivelato il secondo aspetto divino nella sua perfezione, e che perciò in Lui poterono esprimersi

pienamente due aspetti: luce ed amore. Ora deve incarnarsi l’aspetto divino più elevato,

la volontà di Dio, ed il Cristo si sta preparando a questo. La continuità delle rivelazioni non

può arrestarsi, ma è inutile speculare sulla natura delle rivelazioni future.

L’unicità dell’imminente missione del Cristo e della Sua opportunità consiste nel fatto

che Egli è in grado di esprimere due energie divine: amore e volontà, il potere magnetico

dell’amore e l’efficienza dinamica della volontà divina. Mai prima d’ora, nella lunga storia

dell’umanità, è stata possibile una simile rivelazione.

Per il mondo cristiano sarà difficile accettare l’opera e l’insegnamento del Cristo, che

verranno invece più facilmente assimilati in Oriente. Tuttavia una forte scossa, o una decisa

presentazione della verità è assolutamente necessaria per risvegliare il mondo cristiano, e se si

vuole che sappia riconoscere il proprio posto nell’ambito di una rivelazione divina universale

e veda il Cristo quale rappresentante di tutte le fedi ed Istruttore del mondo. Egli è

l’Istruttore


del mondo


e non un maestro cristiano.


63


Egli stesso disse di avere altre greggi, per i quali assunse lo stesso significato che per i


cristiani. Quelli possono anche non chiamarlo Cristo, e designarlo con un altro nome, ma seguirlo

con la medesima fedeltà e devozione dei fratelli occidentali.

Soffermiamoci un momento su alcune errate interpretazioni del Vangelo. Il Simbolismo

in esso contenuto, simile a quello spesso usato prima della venuta del Cristo in Palestina, è

stato così alterato e svisato dai teologi che la purezza cristallina degli insegnamenti originari e

la sublime semplicità del Cristo sono scomparsi sotto un cumulo di errori, dietro la parata del

rituale, per avidità e ambizione. Si è detto che il Cristo nacque in modo innaturale, che insegnò

e predicò per tre anni, dopo i quali fu crocifisso, ed infine risorse abbandonando

l’umanità per “sedersi alla destra del Padre” in un’austera e distante apoteosi. In modo analo31

go, per i cristiani ortodossi, tutti gli altri modi di accostarsi a Dio, in ogni tempo e paese, sono

considerati errati, seguiti da “pagani” e richiedono l’intervento cristiano. Si è voluto imporre

il cristianesimo a chi accetta l’ispirazione e gli insegnamenti del Buddha o di altri, ai quali si

deve la continuità della rivelazione. Si è posto l’accento sul “sacrificio di sangue del Cristo”,

sulla Croce e la salvezza derivante dal riconoscimento e dall’accettazione di quel sacrificio.

La fiducia che il Cristo stesso ingiunse di porre nella divinità vivente nell’uomo è stata sostituita

dall’“espiazione redentrice”. La chiesa cristiana si è resa celebre (e futile, come ha comprovato

la guerra mondiale) per la sua intransigenza, per il suo fasto, per la pretesa autorità,

per le ricchezze e per il massimo rilievo dato al Cristo morto. La resurrezione è ammessa, ma

s’insiste soprattutto sulla Sua morte.


64


Per duemila anni Egli è stato una figura silenziosa e passiva, celata dietro i cumuli di


parole dei commentatori e dei predicatori. La chiesa ci ha mostrato il Cristo morente sulla

croce e non quello vivo, operante, attivo, presente fra noi (secondo la Sua promessa) in questi

venti secoli.

Tentiamo perciò di tracciare un’immagine più reale delle attività e della vita del Cristo,

e quindi della nostra futura speranza. Cerchiamo di realizzarne l’onnipresenza mentre dispone

i piani per il futuro aiuto all’umanità, valuta le Sue risorse, influenza i discepoli e precisa i

particolari della Sua riapparizione. È necessario ridestare la fede al

fatto naturale della rivelazione


divina e stimolare la Chiesa del Cristo ad una più fedele valutazione della Sua persona e

della Sua opera. Dobbiamo occuparci del Cristo vivente, operoso, pensante, sempre ricordando

che il

racconto contenuto nel Vangelo è eternamente vero e che occorre soltanto reinterpretarlo


alla luce del suo ruolo nella lunga successione delle rivelazioni divine. La missione

del Cristo, duemila anni addietro, fa parte di quella continuità di rivelazione e non è un evento

eccezionale, privo di rapporto col passato, un periodo di soli 33 anni che non presenta alcuna

chiara speranza per il futuro.

Quale è infatti la speranza oggi comune? Che in un lontano futuro, noto soltanto alla imperscrutabile

volontà di Dio, il Cristo alla destra del Padre (accompagnato dagli Angeli e dalla

Chiesa invisibile) discenderà dal cielo al suono di una tromba per apparire a Gerusalemme.


65


La battaglia che infurierà a quel tempo avrà fine ed Egli entrerà nella città per governarla


per mille anni. Durante tale millennio Satana, il principe del male, sarà incatenato o imprigionato,

e vi saranno un nuovo cielo e una nuova terra. Altro non si sa, ma l’umanità ha speranze

tanto maggiori che questo quadro non le interessa.

Dietro a quest’immagine, interpretata in modo corretto, sta l’umana, amorevole, divina

Presenza del Cristo che incarna l’amore divino, esercita il potere divino, governa la Sua Chiesa

e stabilisce il regno di Dio sulla Terra. Che cosa è questa Chiesa del Cristo? Essa e costituita

dall’insieme di tutti coloro in cui la vita o la coscienza cristica si è manifestata o sta per

esserlo; è il complesso di tutti coloro che amano i propri fratelli, poiché l’amore del prossimo

è una facoltà divina che rende membri della comunità del Cristo. Non è l’accettazione di un

fatto storico o di un credo che ci mette in rapporto con il Cristo. Sono cittadini del regno di

Dio tutti coloro che cercano deliberatamente la luce e (mediante disciplina spontanea) di

giungere alla presenza dell’Unico Iniziatore. Questo gruppo universale (di cui fanno parte

uomini incarnati e non incarnati) riconosce che “i figli degli uomini sono un essere solo” e

che la rivelazione è continua e sempre nuova, e che il Piano divino si sta attuando sulla Terra.

Oggi sulla Terra vi sono uomini che sanno che il regno di Dio si paleserà per opera di

coloro che hanno realizzato la propria divinità nel crogiuolo della vita quotidiana, e grazie alla

loro ispirazione e al loro insegnamento.

32


66


Questi conoscitori operano attivamente sotto diretto influsso del Cristo per guidare


l’umanità dalle tenebre alla luce e dalla morte all’immortalità.

Queste sono grandi verità fondamentali che distinguono il Cristo, il Buddha e la Chiesa

di Dio come si esprime sia in Occidente che in Oriente; sono le sole verità importanti. Nel futuro

gli uomini fisseranno lo sguardo sul Cristo, e non sulle istituzioni umane come la Chiesa

e i suoi dignitari. Egli sarà veduto nella sua realtà, operante tramite i discepoli, i Maestri di

Saggezza e i Suoi seguaci che faticano inosservati (e generalmente non riconosciuti) dietro le

scene del mondo. Si saprà allora che Egli è attivo nel cuore umano e anche nelle affollate vie

del mondo, e non nelle grandi cattedrali o nello sfarzo dell’alto clero.

Questo studio della futura attività del Cristo si basa necessariamente su tre presupposti:

l. Che la Sua riapparizione è inevitabile e certa.

2. Che Egli ha sempre operato attivamente tramite la Gerarchia spirituale del pianeta,

della quale è il Capo, per il bene dell’umanità.

3. Che tornando fra noi impartirà certi insegnamenti e sprigionerà certe energie. Gli

uomini ignorano, o dimenticano facilmente, che la Sua venuta richiede un periodo di preparazione

intensa da parte Sua. Anche il Cristo opera secondo la legge ed è subordinato a diversi

fattori, come tutti gli esseri umani, sebbene in misura minore.

La Sua riapparizione è condizionata e determinata dalla risposta dell’umanità, ed Egli deve

tenerne conto.


67


La Sua attività è anche subordinata alle fasi di certi cicli spirituali e ad influssi che


provengono da fonti esistenti in livelli superiori a quelli nei quali Egli normalmente opera.

Come le vicende umane influiscono sulla Sua attività, così è delle grandi “determinazioni” e

“delle profonde risoluzioni della volontà di Dio”.

La parte o la natura umana del Cristo, perfezionata e sensibile, risponde all’invocazione

e all’appello degli uomini. La Sua parte o natura divina è ugualmente capace di rispondere alle

energie provenienti dal “centro ove il volere di Dio è conosciuto”. Egli deve comporre un

equilibrio tra questi due influssi e stabilire il momento giusto. Trasformare in bene il cosiddetto

male umano non è facile. La visione del Cristo è così vasta e la Sua conoscenza della

Legge di Causa ed Effetto, o d’Azione e Reazione è tale, che la giusta scelta dell’attività e del

momento non è semplice. Gli uomini guardano ciò che avviene o che potrebbe avvenire dal

punto di vista immediato e puramente umano; poco sanno dei problemi, delle decisioni, delle

implicazioni che il Cristo deve vagliare insieme ai Suoi discepoli consacrati. Loro compito è

di sviluppare “la mente che è in Cristo” e in questo modo aiutare ad “appianare il sentiero per

i Suoi piedi” (Ebrei, XII, 13). Vedere la vita e gli eventi alla luce dei valori spirituali, come

Egli vede, rende più facile esporre il nuovo insegnamento e prepara la struttura della nuova

religione universale, dandoci una nuova visione dell’intenzione divina e permettendoci di

meglio penetrare nelle menti di Coloro che attuano la volontà divina e sono gli artefici del futuro

dell’umanità. Perciò, cerchiamo non soltanto di valutare l’aiuto che il Cristo potrà dare

(secondo l’idea corrente), ma consideriamo anche le crisi ed i problemi che deve affrontare

per adempiere il Suo compito.


68


I. Le crisi del Cristo


Nella vita d’ogni discepolo, e particolarmente di coloro che giungono a certe grandi espansioni

di coscienza, ricorre sempre una “crisi”. Volontariamente o no, vengono allora prese

delle decisioni, dopo di che il discepolo si trova ad un

punto di tensione, basato sulla deci33


sione presa, con una più chiara percezione mentale del prossimo passo da compiere, che influenzerà

il suo atteggiamento per il futuro. Compiuto ciò che è necessario nel periodo di

“tensione”, sopraggiunge quella che possiamo chiamare “emersione” da un campo di esperienza

ad un altro.

Il Cristo stesso non fa eccezione a questa triplice esperienza, e perciò, per meglio comprendere,

applichiamo le tre espressioni ora usate (per quanto inadeguate) alle Sue azioni e

reazioni.

La “crisi” non è per lui ciò che è per noi; la Sua “tensione” non conosce sforzo e fatica,

tuttavia il confronto serve abbastanza bene ad illustrare ciò che è avvenuto nello stato di consapevolezza

proprio della Gerarchia, e che possiamo definire “percezione spirituale” per distinguerla

dalla percezione mentale che ne è la controparte umana. Ricordiamo che la crisi

che ha prodotto la tensione cui il Cristo si è volontariamente assoggettato, riguarda tutta la

Gerarchia poiché essa vi è coinvolta nel suo insieme. La ragione è semplice: il Cristo e i suoi

discepoli non conoscono altra esperienza se non quella della

coscienza di gruppo. Atteggiamenti


ed esperienze separati sono loro estranei, poiché il loro stato di consapevolezza è inclusivo,

e in nessun caso esclusivo.


69


Perciò, nell’usare termini umani per interpretare le divine reazioni del Cristo e dei Suoi


discepoli, occorre comprendere che la crisi cui si deve la tensione della Gerarchia e il futuro

ritorno del Cristo non è attuale, ma è un’esperienza passata da lungo tempo. La conseguente

tensione domina ora le attività della Gerarchia e dei numerosi gruppi di collaboratori. Il “punto

di decisione” come essa lo definisce, fu raggiunto nel periodo tra il plenilunio di giugno del

1936 e quello del 1945. Interessò quindi il periodo, relativamente breve, di nove anni e si è

concluso con la decisione del Cristo di riapparire o tornare in presenza visibile sulla Terra al

più presto, e assai prima di quanto era stato stabilito.

Tale decisione venne necessariamente presa dopo aver consultato il Signore del Mondo,

custode della volontà di Dio. Vi parteciparono con piena comprensione e cooperazione anche

i Maestri e gli iniziati anziani, poiché la loro assistenza era indispensabile. Essi devono essere

necessariamente uniti al Cristo nel pensiero, in cooperazione mentale, poiché il Suo ritorno

segna un grande avvicinamento fra la Gerarchia e l’umanità, e un grandioso evento spirituale.

Tuttavia quella fu una decisione del Cristo, e non soltanto una crisi nella Sua esperienza,

ma anche un punto culminante nella manifestazione della Sua divinità.


70


Con tutta reverenza e nei limiti della nostra comprensione umana, ricordiamo che


nell’intero processo evolutivo del pianeta e del cosmo, nulla è statico; tutto avanza e progredisce;

tutto è ascesa, crescente adempimento, elevazione sempre maggiore. A questa legge universale

è soggetto anche il Cristo: Egli pure ha progredito nella Sua esperienza di divinità

ed è ora (se così possiamo esprimerci) più vicino al Padre e alla Vita universale. La Sua comprensione

della volontà di Dio e la Sua facoltà di percepirla sono più profonde, e il Suo adempimento

di quella volontà è più in accordo con il Proposito divino di quanto lo fosse

duemila anni fa. Necessariamente si è accresciuta in Lui la percezione dell’intenzione della

Mente divina, quale è incorporata in quella Identità cui diamo il nome di Dio.

Il Cristo non dovrà più pronunciare con angoscia: “Padre, non la mia, ma la Tua volontà

si compia!”; Egli oggi non ha una volontà personale, ma è animato unicamente da quella del

Padre e può prendere decisioni che esprimono pienamente quel divino volere. È difficile descrivere

altrimenti il Suo conseguimento. I commentatori hanno cercato di spiegare e

mascherare l’esperienza del Getsemani e di attribuire ciò che appare come una debolezza ad

un’insurrezione del lato umano del Cristo, e per conseguenza ad una momentanea sommersione

della Sua natura divina. Sono stati costretti a tale interpretazione per la prevalente asser34

zione teologica della perfezione divina del Cristo, assoluta, sovrana, definitiva perfezione che

Egli non ha mai preteso di aver conseguito. Il Cristo è oggi più prossimo alla perfezione di allora.

In virtù di questa divina evoluzione Egli fu in grado di compiere una giusta scelta, non

solo per sé ma anche per la Gerarchia, durante gli anni della decisione che precedettero il giugno

1945.


71


Per volontà divina Egli doveva tornare visibilmente sulla Terra. Doveva presiedere alla


manifestazione del regno di Dio e restaurare i Misteri dell’Iniziazione in forma tale da costituire

la base della nuova religione mondiale. Soprattutto, doveva rivelare la natura della volontà

di Dio. Quella volontà viene per lo più considerata come un potere mediante il quale le

cose vengono attuate, si determinano delle situazioni, si istituiscono delle attività e si realizzano

dei piani, spesso in modo inesorabile. Questa è per gli uomini la definizione più semplice,

poiché essi la comprendono in termini della propria volontà personale, volontà di miglioramento

individuale. Questo tipo di volontà in un primo tempo è egoistico e male interpretato,

ma tende poi a liberarsi dall’egoismo, via via che l’evoluzione svolge il suo compito benefico.

Allora la volontà viene interpretata in termini di piano gerarchico e lo sforzo dell’uomo tende

ad annullare la volontà personale per fonderla con quella del gruppo, a sua volta aspetto

dell’attività della Gerarchia. Questo è un grande progresso, che col tempo produrrà un cambiamento

nella coscienza.

Molti aspiranti oggi si trovano a questo stadio. Tuttavia, la volontà è in realtà cosa molto

diversa da queste sue espressioni esistenti nella coscienza umana, quando si tenta di interpretare

la volontà divina in termini corrispondenti all’attuale grado evolutivo. La chiave per la

vera comprensione si cela nelle parole “cancellare tutte le forme”. Quando l’attrazione della

sostanza è superata e il desiderio muore, il potere d’attrazione dell’anima predomina, e

l’importanza così a lungo data alla forma, alla vita e alle attività individuali si trasferisce alla

forma e al proposito di gruppo.


72


Allora il potere d’Attrazione della Gerarchia e dei gruppi di discepoli dei Maestri sostituisce


le attrazioni inferiori e i centri minori di interesse. Quando questi assumono il loro giusto

posto nella coscienza, l’impulso dinamico dell’aspetto volontà della divinità può essere percepito,

senza alcun riferimento alla forma o alle forme, ad un gruppo o a più gruppi.

Alla luce del Volere di Dio, Cristo prese decisioni fondamentali con l’intento di attuarle

in un futuro relativamente prossimo. La data esatta della Sua venuta è nota soltanto a Lui e a

pochi dei Suoi diretti collaboratori; tutti questi eventi futuri hanno radice in una decisione

fondamentale dell’umanità stessa. Tale decisione sta maturando grazie ad alcune nuove tendenze

del pensiero e sarà il risultato di una risposta soggettiva dell’umanità alla decisione già

presa dal Cristo e dalla Gerarchia, la Chiesa invisibile.

La motivazione di questo ritorno è ben determinata e chiaramente percepita dal Cristo.

L’opera iniziata duemila anni fa deve essere completata; la nuova religione mondiale deve essere

instaurata; le necessità degli uomini che chiedono ed invocano non possono restare ignorate;

i passi che precedono una grande iniziazione della Gerarchia, di cui Egli è il principale

“Partecipante” devono essere compiuti; gli eventi che indicano “il tempo della fine” non possono

essere dilazionati.

Se possiamo osare esprimerci in questi termini (riverenti e simbolici), la ricompensa accordata

al Cristo quando annunciò la propria decisione, definitiva ed irrevocabile, fu il permesso

o piuttosto il diritto, mai concesso prima, di usare una grande Invocazione, ed in due

modi diversi:

7

3


35

l. Quale invocazione da parte della Gerarchia, diretta verso il “centro ove il volere di

Dio è conosciuto”.

2. Quale preghiera mondiale, formulata in modo che tutta l’umanità potesse intelligentemente

ripeterla.

Il diritto di usare certe grandi Parole di Potere non viene mai facilmente accordato; la

decisione del Cristo di tornare fra gli uomini, accompagnato dai discepoli, indusse il Signore

del Mondo, l’Antico dei Giorni, ad accordarlo.

Dopo questo punto culminante di crisi spirituale, con la decisione che ne seguì, venne

raggiunto un punto di tensione in cui ora la Chiesa invisibile opera e progetta, spingendo i discepoli

del Cristo attivi sulla Terra nella medesima condizione di tensione spirituale. Il buon

esito del ritorno del Cristo in presenza visibile, come altri fattori connessi con il Suo ritorno,

dipendono dagli avvenimenti e dai contatti di questo periodo di tensione spirituale. In qualsiasi

stato di tensione, qualunque ne sia la durata, l’energia viene generata, trattenuta per l’uso

futuro, e focalizzata in modo tale che la sua forza possa essere diretta in qualunque momento

e ovunque sia necessaria. Questa è senza dubbio un’affermazione difficile a comprendersi. Un

punto di tensione simbolicamente è una riserva d’energia. Oggi le energie che distingueranno

in modo particolare il regno di Dio aumentano di intensità e stanno per prevalere grazie alla

mediazione dei Maestri di Saggezza, in cooperazione con la volontà del Cristo.

Fin dal plenilunio di giugno del 1945, queste energie si sono accumulate o potenziate, e

nel frattempo si sono prodotti tre eventi di grande portata nell’esperienza vitale del Cristo (e

perciò della Gerarchia), i cui effetti vanno consolidandosi.


74


Ad essi accennerò soltanto, perché non è possibile provare ciò che dirò; solo la probabilità,


la possibilità e la Legge di Corrispondenza possono confermare tali eventi, i cui effetti saranno

notati soprattutto dopo il momento di emersione. Essi sono:

1

. Lo Spirito di Pace è disceso sul Cristo. Il Nuovo Testamento testimonia un evento


quasi simile con il Battesimo: “Egli vide lo Spirito di Dio discendere simile a una colomba e

aleggiare su di Lui” (Matteo, III, 16). Questo Spirito è un Essere di immensa potenza cosmica

che oggi adombra il Cristo, come duemila anni fa questi adombrò il Maestro Gesù e operò per

suo tramite. Lo Spirito di Pace non è la quintessenza di una calma emotiva e statica che plachi

il tumulto sulla Terra istituendo un’era di pace. È, misteriosamente, lo Spirito d’Equilibrio.

Esso opera con la Legge d’Azione e Reazione e la sua attività verrà riconosciuta inevitabile.

La sua opera si paleserà nella sua completezza, quando il Cristo comparirà fra gli uomini, e

lentamente, per gradi, fino a quel momento:


a


. Il caos, l’agitazione, il turbamento emotivo e lo squilibrio mentale esistenti oggi nel


mondo, in virtù di questa legge verranno equilibrati da un corrispondente ciclo di

calma, di tranquillità emotiva e di equilibrio mentale, procurando all’umanità un

nuovo ciclo e una nuova esperienza di libertà. Tale stato di pace sarà commensurato

a quello tumultuoso sperimentato dall’umanità.


b


. In virtù della vita dello Spirito di Pace, operante attraverso il Cristo, incarnazione


dell’Amore di Dio, l’odio che ora impera nel mondo verrà equilibrato dalla buona volontà.

Ciò è garantito dall’eccesso d’odio, andato lentamente aumentando nelle menti

degli uomini sin dall’inizio del diciannovesimo secolo, e che ora sta raggiungendo un

punto culminante. L’energia dell’amore si manifesterà in proporzione corrispondente,

quale risultato dell’attività dello Spirito di Pace, operante tramite il Principe della Pace,

come il Cristo viene talvolta chiamato (Isaia, IX, 6).

36

Quell’Essere spirituale non discenderà dal luogo elevato dove opera e dal quale dirige

la propria energia, ma il Cristo agirà e servirà quale canale per la Sua potenza.

L’afflusso della Sua divina energia (extraplanetaria) è destinato a portare, a suo tempo,

pace sulla Terra, mediante la buona volontà, generatrice di retti rapporti umani.

L’umanità ne registrò (sebbene inconsciamente) il primo afflusso nel maggio del

1936 e nel giugno del 1945.

2. La forza evolutiva cui diamo il nome di “coscienza cristica” (espressione oggi largamente

usata fra i metafisici di tutto il mondo) si è focalizzata nella persona del Cristo in modo

mai prima conosciuto. È la potenza latente in ogni cuore umano, che S. Paolo descrisse come

“Cristo in voi, speranza di gloria” (Colos. I, 27) e che per legge evolutiva, conduce l’uomo

nel regno di Dio e “alla statura perfetta del Cristo” (Efes. IV, 13). Di tale potenza e gloria Egli

è sempre stato il simbolo.


76


Durante l’attuale periodo di tensione della Gerarchia, ed in seguito alla Sua decisione di


tornare, il Cristo incarnò quell’energia, stabilendo un più stretto rapporto con l’umanità. Altri

grandi Figli di Dio ne sono il canale in relazione ai regni subumani, ma il Cristo ha una funzione

particolare in rapporto all’umanità. Per esprimere l’idea simbolicamente, questa energia

crea un ponte vivente fra il regno umano e quello di Dio, fra il quarto regno e il quinto. Il Cristo

ne è il Custode, ma solo temporaneamente, per il periodo dell’attuale crisi umana. Può

perciò stimolare l’elemento di risposta nel cuore degli uomini, mettendoli in grado di poterlo

riconoscere e comprendere per ciò che realmente è quando riapparirà. Questa Sua funzione di

incanalare energia ebbe inizio alla fine della guerra mondiale e tuttora prosegue; ad essa si

deve la generale tendenza al miglioramento, lo sviluppo del principio di condivisione e la innegabile

sanità dei cuori e delle menti degli uomini (sanità delle moltitudini, se bene guidate,

assai più che dei capi).

3. La storia umana è stata essenzialmente la storia dei grandi Messaggeri dello spirito i

quali, nei momenti di crisi, sono discesi dal segreto luogo dell’Altissimo per aiutare, ispirare,

rivelare, guidare, dirigere. È la storia della presentazione d’idee all’attenzione dell’umanità,

sviluppatesi poi gradatamente in civiltà e culture. L’urgenza della necessità umana è oggi tale

e tale l’opportunità, che uno di quei grandi Figli di Dio, durante questo ciclo di tensione, cerca

di cooperare col Cristo.


77


Quale risultato della decisione del Cristo e della Sua “fusione spirituale” con la volontà di


Dio, l’Avatar di Sintesi è divenuto, nel periodo attuale, Suo stretto collaboratore. Questo è un

evento di suprema importanza planetaria. Tale rapporto e cooperazione deliberata ebbero inizio

al momento in cui venne pronunciata la grande Invocazione, usata poi dagli uomini di tutto

il mondo. Data la grandiosità del compito che lo attende, il Cristo verrà rafforzato e sostenuto

dall’Avatar di Sintesi, il “silente Avatar” che, simbolicamente, “terrà il Suo occhio sopra

di Lui, Lo sosterrà con la mano e avrà il cuore all’unisono col Suo”.

Questo Essere è in stretto rapporto con l’aspetto Volontà della divinità, e la Sua cooperazione

è stata resa possibile dal conseguimento del Cristo in relazione alla suprema volontà

spirituale. Egli opera in base alla grande legge naturale della Sintesi, producendo allineamento,

unificazione e fusione. All’unisono con l’energia del Cristo, la Sua funzione è di suscitare

la volontà spirituale negli uomini, la volontà di bene; la Sua potenza opera oggi in tre sfere di

attività:


a


. Nell’ambito della Gerarchia, rivelando la natura della divina volontà di bene che il


Regno di Dio deve manifestare, e anche la natura del Proposito divino.


b


. Nell’Assemblea delle Nazioni Unite, sebbene non nel Consiglio di Sicurezza. Egli vi


genera la volontà d’unificazione che si sta lentamente sviluppando.

37


c


. Nelle moltitudini umane di tutto il mondo, alimentando l’impulso ad un generale miglioramento.


L’attività di questo grande Essere è necessariamente di natura collettiva, poiché può incanalare

le proprie energie soltanto attraverso la coscienza collettiva o un’entità cosciente del

gruppo quale la Gerarchia, le Nazioni Unite o l’umanità. Il punto focale del suo sforzo e

l’agente che può distribuire la Sua energia è il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.


78


Questo gruppo è connesso in modo del tutto particolare con l’Avatar della Sintesi.


Collegare tutti gli elementi di buona volontà (che rispondono all’energia della divina volontà

di bene) costituisce ed ha sempre costituito l’obiettivo principale del Nuovo Gruppo dei Servitori

del Mondo. Ora la sua attività può essere intensificata in modo creativo e costruttivo, in

virtù della collaborazione fra l’Avatar della Sintesi e il Cristo. Loro compito è di inaugurare la

nuova era, nella quale i cinque regni della natura si comporteranno come un tutto creativo. La

loro opera si suddivide nelle seguenti funzioni:


a


. Produrre una sintesi umana che comporti il riconoscimento universale dell’umanità


una


, realizzata grazie ai giusti rapporti fra gli uomini.


b


. Stabilire equi rapporti con i regni della natura subumani, riconoscendo universalmente


l’esistenza di

un solo mondo.


c


. Stabilire apertamente sul piano fisico il regno di Dio, la Gerarchia spirituale del pianeta,


e quindi riconoscere universalmente che

i figli degli uomini sono un essere solo.


L’Avatar di Sintesi promuoverà e aiuterà il conseguimento di questi tre obiettivi, e a tale

scopo collabora col Cristo, operando tramite la Gerarchia, secondo le istruzioni del “centro

ove il volere di Dio è conosciuto”. Questi tre eventi e i tre punti per la distribuzione di energia

si sono prodotti e sono entrati in azione durante l’attuale periodo di tensione del Cristo e della

Gerarchia. Serviranno a dirigere e a focalizzare l’energia in rapporto all’umanità, perché sono

il risultato della decisione presa dal Cristo dopo il momento di crisi, e hanno attinenza con la

preparazione che la Gerarchia sta compiendo per il Suo ritorno.


79


II. Il Cristo, precursore dell’era dell’Acquario


Gli uomini trascurano facilmente il fatto che sebbene il Cristo riconoscesse la propria

funzione di Istruttore e Capo spirituale dell’umanità durante l’era che rapidamente volge al

termine, conosceva anche ciò che avrebbe compiuto all’inizio del nuovo ciclo astronomico.

I cristiani sono generalmente inconsapevoli dei tempi e dei cicli attraversati dal pianeta

in funzione della precessione degli equinozi. L’attuale dubbia scienza dell’astrologia ha sviato

il legittimo interesse per l’insegnamento astronomico e la sua interpretazione spirituale del

passaggio del Sole attraverso i segni dello zodiaco. Eppure, nel

Vecchio e nel Nuovo Testamento


esso e chiaramente rivelato e influenza tutta la narrazione. Il peccato dei figli di Israele

nel deserto fu il ritorno all’antica adorazione di Mitra, che fu propria del ciclo in cui il sole era

in Toro. Essi adorarono il Vitello d’oro, dimenticando il nuovo insegnamento dell’era

dell’Ariete, cioè l’insegnamento del capro espiatorio contenuto nel

Vecchio Testamento.


Il fatto che il Cristo fu Istruttore del nuovo periodo con il sole in Pesci viene dimenticato,

seppure chiaramente posto in evidenza nella simbologia del pesce che ricorre costante in

tutti e quattro i Vangeli; il pesce è il simbolo astrologico del segno dei Pesci, e lo è stato per

lunghe età.


80


Ma il Cristo previde anche l’opera che avrebbe dovuto svolgere in Acquario, il segno


successivo. Prima della Sua “scomparsa” accennò al simbolo dell’era dell’Acquario e

38

all’opera che avrebbe allora compiuta. Con i dodici discepoli ricapitolò in un drammatico episodio

ciò che avrebbe intrapreso dopo i duemila anni dell’era dei Pesci. Egli disse loro di recarsi

in città, dove avrebbero incontrato un uomo con una brocca d’acqua; che lo seguissero

in una stanza ad un piano superiore e che lì preparassero la festa della comunione, la Pasqua,

alla quale avrebbero partecipato (Luca, 22,10). I discepoli lo fecero e fu l’Ultima Cena.

L’antico simbolo dell’Acquario (segno nel quale oggi sta per entrare il Sole) è un portatore

d’acqua. Il passaggio del sole in Acquario è un fatto astronomico di cui chiunque può accertarsi,

e non un pronostico astrologico. Il grande conseguimento spirituale e l’evento evolutivo

di questa nuova era saranno la comunione e i rapporti stabiliti fra tutti i popoli che permetteranno

agli uomini di tutto il mondo di sedere insieme alla Presenza del Cristo a spartire fra loro

il pane e il vino (simboli di nutrimento). I preparativi per quella festa a cui tutti parteciperanno

sono (simbolicamente) in corso, e compiuti dalle stesse moltitudini umane, con le lotte,

gli sforzi e le leggi per l’assestamento economico delle nazioni, mentre il problema alimentare

è studiato da tutti i legislatori.

Questa condivisione iniziata sul piano fisico, si dimostrerà egualmente vera in tutti i

rapporti umani e sarà il grande dono dell’era di Acquario all’umanità. Tutto questo è stato ignorato

dalla chiesa, eppure non si può dare altra interpretazione al fatto che gli Ebrei si dimostrassero

proclivi al culto del Vitello d’oro, proprio dell’era del Toro; che la legge religiosa

ebraica usasse il simbolo del capro espiatorio nell’era dell’Ariete, e che i Cristiani abbiano

posto in rilievo il pesce nell’era dei Pesci, quella cristiana.


81


Il Cristo venne a concludere la legge religiosa ebraica che giunta al suo apice, avrebbe


dovuto scomparire come religione con il passaggio del sole in Pesci. Perciò Egli si presentò

come Messia ebraico. Avendo rifiutato il Cristo quale Messia la razza ebrea è rimasta simbolicamente

e praticamente nel segno dell’Ariete, il capro espiatorio; ora deve passare, sempre

simbolicamente, nel segno dei Pesci e riconoscere il suo Messia quando verrà in Acquario, altrimenti

rinnoverà l’antico peccato di non seguire il processo evolutivo. Nel deserto gli Ebrei

respinsero ciò che era nuovo e spirituale; duemila anni fa ripeterono lo stesso errore in Palestina;

lo ripeteranno ancora di fronte alla nuova occasione? La difficoltà per gli Ebrei è che

generalmente si appagano tuttora della religione di circa cinquemila anni fa, dimostrando

scarso desiderio di una nuova.

Il Cristo previde l’avvento dell’era dell’Acquario e lo espresse vividamente per lasciare

l’immagine di un episodio profetico, la cui interpretazione è possibile soltanto ai nostri giorni.

Astronomicamente non siamo ancora completamente sotto l’influsso dell’Acquario; stiamo

uscendo dall’influenza dei Pesci e perciò non avvertiamo che parzialmente l’effetto delle energie

che verranno sprigionate dall’Acquario.


82


Tuttavia, ogni anno ci avvicina sempre più al centro di potere il cui principale effetto sarà


di indurre il riconoscimento dell’unità essenziale dell’uomo, della condivisione e della cooperazione,

e dell’emergere della nuova religione mondiale, le cui note dominanti saranno universalità

e iniziazione. Se quest’ultima parola significa “entrare in” è allora vero che entrando

nell’era dell’Acquario l’umanità consegue un’iniziazione; essa verrà assoggettata alle energie

e forze che abbatteranno le barriere di separazione, unificando e fondendo la coscienza di tutti

gli uomini nell’unità propria della coscienza cristica.

Al plenilunio del giugno 1945 (data così importante nella Sua esperienza spirituale) il

Cristo assunse in modo definito e cosciente doveri e responsabilità di Istruttore e Guida durante

il ciclo solare dell’Acquario. È il primo dei grandi Istruttori mondiali che conserva la

propria funzione per la durata di due segni zodiacali: Pesci e Acquario. È presto detto, ma implica

i tre modi o metodi di manifestazione di cui abbiamo già parlato. L’effusione del Suo

39

amore e della Sua vitalità spirituale (accresciuta dalle energie dello Spirito di Pace,

dell’Avatar di Sintesi e del Buddha) venne rifocalizzata e incanalata in una grande corrente,

spinta in manifestazione (espressione inadeguata) con le parole dell’Invocazione: “Affluisca

amore nei cuori degli uomini” ... “Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra”.

Queste tre parole “Luce, Amore, Potere”, descrivono le energie dei tre Esseri che cooperano

con il Cristo (il potente Triangolo di Forza che sta dietro di Lui): l’energia del Buddha,

Luce, che viene sempre da Oriente; l’energia dello Spirito di Pace, Amore, che instaura

giusti rapporti umani; l’energia dell’Avatar della Sintesi, Potere, che genera luce e amore.


83


Il Cristo prese posto al centro di quel Triangolo e da quel momento iniziò la Sua opera


dell’Acquario che continuerà per duemilacinquecento anni. Dette così inizio alla nuova era, e

la nuova religione mondiale cominciò a prendere forma nei piani spirituali interiori. Il vocabolo

“religione” implica rapporto, e perciò l’era dei retti rapporti umani e del giusto rapporto

col regno di Dio ebbe inizio. Tale semplice affermazione contiene implicazioni stupende e di

vasta portata.

A quel tempo il Cristo assunse inoltre due nuove funzioni, l’una connessa al modo in

cui potrà riapparire fisicamente, e l’altra con il metodo di adombramento. Luce, amore e potere

vengono riversati sulle moltitudini umane e perciò lo sviluppo della coscienza cristica è costantemente

stimolato. Con la Sua presenza fisica Egli diverrà il

“Dispensatore dell’Acqua di


Vita”


; adombrando coloro che sono sensibili alla sua “impressione” e alla Sua mente focalizzata


Egli sarà

“ Colui che nutre i piccoli “.


Quale dispensatore dell’Acqua di Vita e Colui che nutre i piccoli, Egli inizia i Suoi

compiti nell’Era dell’Acquario; quale Centro del Triangolo influenza, illumina e produce retti

rapporti nelle moltitudini umane. Perciò nella prossima era sarà noto come:

l. Punto al centro del Triangolo.

2. Dispensatore dell’Acqua di Vita.

3. Colui che nutre i piccoli.

Queste espressioni indicano il Suo triplice dovere verso l’umanità e l’opera che distinguerà

il Suo servizio mondiale nell’era dell’Acquario.


84


Esaminiamo le varie fasi del Suo lavoro, cercando di comprendere il significato della


responsabilità che si è assunta. Una certa misura di comprensione è necessaria se si vuole che

il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e i discepoli operanti nel mondo possano preparare

adeguatamente l’umanità alla Sua riapparizione. Si potrà far molto se gli uomini si sforzeranno

di capire e si dedicheranno alla conseguente, necessaria attività.

Primo: quale

Punto al centro del Triangolo il Cristo è Colui che risveglia i cuori degli


uomini e stabilisce retti rapporti umani, solo in virtù di ciò che è e rimanendo immobile dove

si trova. Egli trasmette all’umanità le energie provenienti dai tre vertici del Triangolo di cui è

al centro. Questa energia fusa, impersonale, triplice, verrà irradiata universalmente, producendo

sviluppo evolutivo, attrazione magnetica fra individui e nazioni, e automatico sviluppo

del senso di sintesi, di unità dimostrabile e desiderio di fusione. Come durante l’era dei Pesci

nell’umanità si è sviluppata la risposta collettiva alla conoscenza e al principio d’intelligenza,

così nell’era dell’Acquario verrà evocata una risposta collettiva ai retti rapporti umani e la nota

caratteristica della coscienza di massa sarà la buona volontà manifesta. È difficile rendersi

conto di questa possibilità ed ammetterla, ma per le moltitudini dei primi secoli dell’era dei

Pesci fu ugualmente difficile comprendere il futuro sviluppo dei sistemi educativi e la diffusione

della conoscenza propria della civiltà e della cultura attuali. Un conseguimento passato

è sempre garanzia di una possibilità futura.

40

Quale

Dispensatore dell’Acqua di Vita, l’opera del Cristo è molto misteriosa e difficile


da comprendere. Duemila anni fa Egli disse: “Sono venuto perché essi abbiano vita, e vita più

abbondante “. (Giov. X, 10).


85


Dal punto di vista del Cristo, la Vita si manifesta in tre modi:


1. Come vita fisica,


che nutre le cellule del corpo. È presente in ogni atomo di sostanza


quale punto centrale di luce vivente.


2. Quale Vivezza,


(livingness) considerata quale amore e luce entro il cuore. Quando


questa è presente e si manifesta, l’atomo umano diviene parte della Gerarchia spirituale.


3


. Quale Vita più abbondante. Questa vita può essere vista come luce, amore e potere


entro e sopra la testa di un discepolo del Cristo. Essa gli consente di cooperare non

solo con l’umanità e con la Gerarchia, ma anche con Shamballa, il centro di vita nella

sua più pura essenza.

Dire che “

la Vita è la vivezza che dà vitalità” sembra privo di significato, non è vero?


Ma se viene riferito alla vita del piano fisico, alla vita spirituale del discepolo e al vivente

proposito di Dio, allora si può avere una vaga idea della meraviglia dell’opera intrapresa dal

Cristo nel passato e da Lui prevista quale responsabilità futura. Egli può attingere alle energie

indicate con le parole “vita più abbondante” perché nell’era dell’Acquario esse sprigioneranno

in modo nuovo e dinamico le nuove energie necessarie per restaurare e risuscitare.


86


Questa nuova energia è la “forza che produce universalità” e riguarda il futuro. L’afflusso


d’energia dell’Acquario è uno dei fattori che consentiranno al Cristo di completare l’opera di

Salvatore e Istruttore mondiale. Nel giugno 1945 Egli s’impegnò ad assolvere in modo determinato

i compiti di Colui che distribuisce, nutre e dispensa, ed assunse la responsabilità di

Precursore e Istruttore dell’era dell’Acquario.


Quale “Colui che nutre i piccoli”


trattiamo dell’aspetto dell’opera del Cristo che prevede


la stimolazione della coscienza dei discepoli che si preparano all’iniziazione o ad una

più profonda consapevolezza spirituale. Il risultato di ciò che Egli compie al centro del Triangolo

e che influisce sulle moltitudini umane sarà la presentazione della prima iniziazione, la

nascita del Cristo nel cuore, quale cerimonia fondamentale della nuova religione mondiale.

Grazie ad essa le moltitudini umane di tutta la Terra saranno in grado di percepire coscientemente

la “nascita del Cristo” nel cuore e la “nuova nascita” cui Egli accennò (Giov. III, 3).


Questa nuova nascita è ciò che gli esoteristi intendono come prima iniziazione.


In futuro,


verso la fine dell’era dell’Acquario, questa non sarà più un’esperienza riservata a pochi discepoli

ma interesserà milioni di uomini. Le acque purificatrici dell’Iniziazione del Battesimo

(la seconda) bagneranno centinaia di aspiranti, e queste due iniziazioni (che preparano al vero

servizio e alla terza iniziazione, la Trasfigurazione) costituiranno il compimento della missione

del Cristo operante nel grande Triangolo spirituale che rappresenta.

Tuttavia, il Suo compito principale, per quanto riguarda i discepoli, coloro che sono orientati

spiritualmente e le centinaia di migliaia di uomini più avanzati sulla scala evolutiva, è

di “nutrire” la loro coscienza e la loro vita spirituale affinché possano conseguire la terza iniziazione

(della Trasfigurazione) e la quarta (della Rinuncia o Crocifissione).


87


Come gli esoteristi sanno, il termine “piccoli” si riferisce ai discepoli che sono “bambini in


Cristo” (come dice il

Nuovo Testamento) e che hanno superato le prime due iniziazioni, della


Nascita e del Battesimo. Essi sono consapevoli dell’aspirazione spirituale, indizio che il Cristo

vive nei loro cuori, e si sono assoggettati alla purificazione che culmina nel Battesimo. Il

Cristo deve prepararli alle ulteriori iniziazioni, nutrirli e aiutarli affinché possano presentarsi

41

all’Unico Iniziatore e divenire colonne del Tempio di Dio (cioè membri della Gerarchia spirituale

e perciò discepoli attivi e operanti).

Venti secoli fa in Palestina Egli affermò: “Nessuno viene al Padre, se non per mezzo

mio”. (Giov. XIV, 6) e con tali parole predisse l’opera che sarebbe stato chiamato a compiere

nell’era dell’Acquario. Nelle prime due iniziazioni, gli aspiranti (preparati da discepoli avanzati)

giungono al Cristo, che le amministra; ma con quelle parole Egli si riferì a stadi di sviluppo

ancora superiori. In virtù delle iniziazioni da Lui officiate, il discepolo diviene agente

dell’amore di Dio; le iniziazioni ulteriori lo rendono, per stadi successivi, agente del volere di

Dio. Il primo gruppo conosce e comprende la seconda strofa dell’Invocazione. “Dal punto di

Amore nel cuore di Dio, affluisca amore nei cuori degli uomini”; il gruppo che il Cristo nutrirà

e preparerà nell’era dell’Acquario, conoscerà il significato della terza: “Dal centro ove il

Volere di Dio è conosciuto, il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini”.


88


Durante l’era dei Pesci, opera del Cristo fu di collegare l’umanità alla Gerarchia; nell’era


dell’Acquario essa collegherà questo gruppo che cresce rapidamente con il centro superiore

dove si entra in contatto con il Padre, si è riconosciuti Figli di Dio e si conosce il Proposito

divino. Mediante la prossima attività del Cristo, nell’umanità si svilupperanno coscientemente

i tre aspetti divini riconosciuti da tutte le religioni (inclusa quella cristiana): Intelligenza o

Mente universale, Amore, Volontà; così il rapporto fra l’umanità, la Gerarchia e il “centro ove

il Volere di Dio e conosciuto” sarà più libero e universale.

Con l’accrescersi dell’intelligenza del genere umano, il metodo mistico di accostarsi al

regno di Dio scomparirà progressivamente, favorendo un tipo d’accostamento più scientifico;

le regole per essere ammessi a quel regno diverranno oggettive; le leggi che governano il supremo

centro del volere divino verranno anch’esse rivelate ai membri di quel regno e ciò avverrà

sotto la supervisione del Cristo dopo il Suo ritorno fra gli uomini. Nota dominante della

Sua missione sarà allora evocare dall’umanità una risposta all’influsso spirituale e lo sviluppo

su vasta scala della percezione intuitiva, facoltà oggi invero assai rara. Quando Egli venne la

prima volta, evocò una graduale risposta alla verità e alla comprensione mentale. È per questo

motivo che alla fine del ciclo che Egli iniziò duemila anni fa abbiamo formulato molte dottrine

e ampiamente diffuso lo sviluppo mentale o intellettuale.


89


III. Il Cristo quale distributore d’energia


Durante ì primi tre mesi del periodo di crisi sperimentato dal Cristo e dalla Gerarchia,

che ebbe termine quando Egli annunciò la propria decisione, potenti energie, o grandi correnti

di forza, vennero messe a Loro disposizione. Oggi il fatto che l’energia è la

sostanza basilare


dell’universo, che tutte le forme di vita sono forme d’energia, viventi entro forme maggiori di

energia, e che tutte, grandi e piccole, usano e distribuiscono energia, è ben noto e generalmente

accettato. La parola scritta o pronunciata e l’azione motivata sono anch’esse espressioni

d’energia, che diffondono e suscitano attività che sono tutte manifestazioni di energia e ne

causano la distribuzione. Governi, chiese, organizzazioni, gruppi, sono tutti accumulatori e

distributori d’energia. L’umanità stessa è un grande centro di energia che influenza i regni subumani

e allo stesso tempo costituisce un grande sistema di energie in rapporto fra loro.

Lo stesso vale per l’individuo che, con le sue azioni e parole usa energia, produce effetti

che sono energia, e la distribuisce. Gli individui poco evoluti non se ne rendono conto, e

l’energia di cui fanno uso ha effetti relativamente scarsi. Col procedere dell’evoluzione gli

uomini acquistano potere e capacità d’espressione e l’uso che fanno dell’energia è spesso più

rilevante; essi diventano centri dinamici di distribuzione e le loro parole e attività producono

42

ampi effetti e risultati importanti. La Gerarchia è un grande centro di energia che. tramite il

Cristo, giunge all’umanità. Questo è il significato delle parole: “Sono venuto perché abbiano

vita”. Vita ed energia sono sinonimi.

Durante la guerra (1914-45) il Cristo e la Gerarchia osservavano un mondo morente; da

ogni lato uomini e forme morivano; vecchi ideali, organizzazioni e gruppi stavano scomparendo

e ovunque si ergeva lo spettro della morte.


90


La distruzione era la nota caratteristica del mondo fenomenico, come pure dei mondi sottili


del sentimento e del pensiero; la vita si ritirava e ne conseguiva la morte. Il problema del Cristo

e dei Suoi discepoli era di vigilare affinché ciò che era vecchio e da eliminare non fosse di

nuovo vivificato. Loro compito non era di risuscitare ciò che era morto e inutile; l’occasione e

la responsabilità consistevano nel dirigere, un afflusso di vita generante la capacità di costruire

a nuovo, e d’energia che producesse un mondo e una civiltà nuovi.

Le forze reazionarie, politiche e religiose, volevano la resurrezione di forme vecchie e

morte; con la propria influenza (altro modo per dire energia) cercavano di avversare ogni novità,

e lo fanno tuttora. Le forze del progresso combattono soltanto per ciò che è nuovo, non

per conservare vecchie forme, ancorché utili. La loro energica negazione di quanto appartiene

al passato e l’energia distruttrice che dirigono contro tutto ciò che appartiene al vecchio sistema

di vita ostacolano anch’esse l’opera della Gerarchia. La speranza per il futuro risiede

certamente nelle forze del progresso, ma esse mancano purtroppo di capacità nell’azione e

amano eccessivamente distruggere. Il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo si attiene costantemente

al “nobile sentiero di mezzo” (come lo definì il Buddha) e cerca di seppellire

convenientemente le vecchie forme, di dare impulso a ciò che è nuovo e restaurare ciò che in

passato si è dimostrato utile e buono e che può costituire il germe vivente della nuova creazione.

Al plenilunio di aprile del 1945, nel periodo della Pasqua che si estese a circa cinque settimane,

le Forze di Restaurazione iniziarono ad agire, emergendo dapprima nei piani più sottili

dell’esperienza umana.


91


Questo tipo di energia è specificatamente creativa ed apporta la “vita che produce la


nascita delle forme”. Tramite alcuni Maestri ed i Loro gruppi di discepoli, affluì nella Gerarchia

e venne immediatamente trasmessa all’umanità intera. È un’energia di massa, che stimola

l’intelligenza collettiva; non è l’energia cui abbiamo accennato in riferimento alla coscienza

cristica nell’uomo. È l’energia in virtù della quale gli uomini pensano, progettano e agiscono;

produce risultati né buoni né cattivi, ma semplicemente risveglia le menti degli uomini,

in modo che possano agire con intelligenza. Tale azione dipende necessariamente dal tipo

di mente che risponde alle forze di restaurazione, condizionata dal grado evolutivo, dall’ambiente,

dalle tradizioni, dalle tendenze religiose e culturali. Quelle forze sono ora attive in ogni

paese; spesso determinano all’inizio un aumento di difficoltà, ma col tempo porteranno ad

una precisa riorganizzazione della vita nazionale o planetaria. I loro effetti saranno anzitutto

fisici; produrranno un nuovo mondo nel quale ogni traccia di guerra sarà scomparsa, la salute

fisica degli uomini e degli animali sarà migliorata e città e villaggi saranno ricostruiti. Scopo

di quelle energie è di creare una nuova Terra, con tutto ciò che comporta l’afflusso di vita

nuova.

In seguito a quest’afflusso, al plenilunio del Buddha nel maggio del 1945, le forze di illuminazione

si attivarono e la luce cominciò ad affluire nelle menti degli uomini. In realtà

queste sono le energie che iniziano la nuova educazione mondiale. I primi ad essere influenzati

sono i grandi movimenti educativi, i convegni, ed i valori che ora si sviluppano attraverso

43

la radio e il cinematografo; sono profondamente influenzati anche la produzione letteraria, gli

oratori, i commentatori radiofonici, i giornalisti .


92


Questi effetti possono non essere ancora palesi perché la causa è troppo recente, ma quei


movimenti e quelle persone oggi ricevono energie illuminanti se sono disposti a riconoscere

le nuove idee; sono custodi e distributori di quest’energia, e la incanalano e dirigono in modo

da influire sulle moltitudini. Anche i religiosi progressisti e liberali rispondono a

quell’energia, ma la loro opera è fortemente ostacolata dalla natura reazionaria dell’ambito in

cui devono operare e il loro compito è quasi impossibile.

Queste energie d’illuminazione giungono all’umanità attraverso il Nuovo Gruppo dei

Servitori del Mondo, molto sensibile al loro impatto e atto a distribuirle, poiché i suoi membri

operano in tutti i settori menzionati.

Le forze di restaurazione sono connesse alla Mente di Dio e da essa emanano, e riguardano

il principio intelligente della natura divina; l’intelletto è l’aspetto divino che distingue

l’uomo dalle altre forme. Le forze d’illuminazione provengono dal Cuore di Dio e sono connesse

con la comprensione divina; possono perciò raggiungere e rafforzare coloro che amano

e servono il prossimo. Questa energia è connessa col secondo aspetto o principio divino, amore-

saggezza, di cui il Buddha e il Cristo sono supreme espressioni. Principalmente tramite Loro

e i Loro discepoli, i Maestri appartenenti alla medesima linea d’espressione divina, queste

energie giungono all’umanità, incanalate dal Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.


93


Il Cristo e il Buddha, nella Loro perfezione, hanno fusa la Via della Mente con la Via del


Cuore e il loro conseguimento li ha elevati al di sopra dei loro simili. Hanno influito su interi

emisferi per secoli, mentre i Figli di Dio minori influiscono su nazioni e per più breve tempo.

Devono ancora completare la loro opera che non si riferisce tanto alle forme che incarnano i

loro divini principi, luce e amore, quanto alle anime che si sono evolute applicandoli.

Nel giugno del 1945 il Cristo mise in moto le forze di ricostruzione connesse con la volontà

divina, che rimangono tuttora le meno potenti delle tre correnti di energia sprigionate ai

tre pleniluni di quell’anno. Le forze di ricostruzione agiscono prevalentemente sulle entità cui

diamo il nome di

nazioni. La Gerarchia sta tentando di incanalarle nell’Assemblea delle Nazioni


Unite, e l’uso di queste energie impersonali dipende dalla qualità e dalla natura della nazione

che le riceve, dal suo grado di vera illuminazione ed evoluzione.

Le nazioni oggi esprimono


l’egocentrismo collettivo dei popoli e il loro istinto di conservazione.


È quindi possibile


che quelle energie rafforzino in esse tale aspetto, ma possono anche aumentare la potenza

dell’obiettivo che (oggi) le Nazioni Unite presentano

teoricamente a tutti gli uomini. Intento


principale della Gerarchia è distribuire queste energie costruttive e sintetizzanti in modo tale

che da teoria, l’unità possa lentamente tramutarsi in pratica, e che la parola “uniti” possa acquistare

vero significato. L’Avatar di Sintesi è particolarmente connesso con questo tipo di

energia. Con l’aiuto del Cristo Egli trasmetterà all’umanità qualcosa per cui non abbiamo ancora

un nome.


94


Non è amore, né volontà come noi li intendiamo; solo una frase completa può darne


un’idea: “il principio del Proposito indirizzato”. Esso implica:

l. Comprensione (intuitiva e spiritualmente istintiva, ma interpretata con intelligenza)

del Piano divino come potrà essere attuato nel prossimo futuro dal Cristo e dai Suoi

discepoli.

2. Intenzione focalizzata, basata su quanto sopra e che accentua un aspetto della volontà

finora ignoto all’uomo.

44

3. Capacità di dirigere l’energia (mediante comprensione e intento) verso un fine determinato

e desiderato, superando tutti gli ostacoli e distruggendo ciò che si frappone.

Questa non è la distruzione forzata delle forme come recentemente imposta al mondo,

ma attuata dalla vita fortemente intensificata, dimorante entro la forma.

Attualmente questi principi divini hanno poco significato per noi; si tratta di profondi

misteri, ma un mistero rimane tale soltanto finché esistono ignoranza e incredulità, e scompare

quando vi e conoscenza e fede. Tutto ciò che oggi sappiamo è che il Cristo unirà o fonderà

in Se stesso tre principi divini; quando riapparirà “si vedrà la luce che sempre è esistita; si

realizzerà l’amore che mai cessa, e la radiosità profondamente celata eromperà in Essere”.

Avremo allora un nuovo mondo, il quale manifesterà la luce, l’amore e la conoscenza di Dio

in un crescendo di rivelazione.


95


La bellezza della sintesi che il Cristo renderà manifesta e la meravigliosa opportunità che


si presenta sono evidenti. Grandi Forze, dirette da potenti Esseri spirituali, sono pronte a pervadere

questo mondo di caos, agitazione, aspirazione, speranza e sbigottimento. Questi gruppi

d’energie sono pronti per essere focalizzati e distribuiti dalla Gerarchia spirituale la quale,

guidata dal Cristo, è più vicina all’umanità di quanto sia mai stata. Anche i membri del Nuovo

Gruppo dei Servitori del Mondo sono attenti, in ogni paese, a cogliere quelle direttive, uniti

nell’idealismo, negli intenti umanitari, nella sensibilità all’impressione spirituale, nel proposito

interiore, nell’amore per i fratelli, nella consacrazione al servizio altruistico. Anche gli uomini

di buona volontà sparsi ovunque sono pronti per essere guidati ad un’attività costruttiva

e, dopo una graduale formazione e preparazione, ad instaurare ciò che non è mai esistito veramente:


giusti rapporti umani.


Così, dal supremo Essere spirituale del pianeta, attraverso vari gradi di gruppi di uomini

illuminati e perfetti operanti sui livelli interiori della vita, fino al mondo esterno della vita

quotidiana dove uomini e donne pensano, amano e servono, fluisce la corrente della nuova vita.

Il Piano è pronto per essere immediatamente applicato e attuato con intelligenza; i lavoratori

sono presenti e il loro potere è adeguato alla necessità. E, soprattutto,

la Gerarchia e il


Cristo sono pronti


a manifestarsi ed a dimostrare la realtà.


IV. Il Cristo, Colui che unifica Oriente e Occidente


96


È un argomento che il cristiano convinto avrà difficoltà ad accettare. Significa in primo


luogo che il Cristo opererà nella più stretta collaborazione col Buddha fino a quando tale fusione

e ricostruzione sia realmente avvenuta. Il Buddha partecipa intimamente alla preparazione

del Suo ritorno, sebbene non sarà attivo durante la Sua permanenza sulla Terra. Come

sapete, anche il Buddha non ha interrotto il contatto e il rapporto con l’umanità, sebbene da

secoli abbia abbandonato il corpo fisico per un determinato ufficio che (oltre a molte mansioni

ignote agli uomini) comprende delle attività connesse con l’opera del Cristo, con la Sua

prossima venuta e con alcuni piani riguardanti la futura civiltà dell’Acquario.

Come milioni di uomini sanno, ogni anno (all’epoca del Wesak, plenilunio di maggio) il

Buddha comunica con l’umanità tramite il Cristo e la Gerarchia riunita e vigile. In tal modo

attua un collegamento fra il “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” e il “Centro che vien

detto genere umano”. Tutta l’opera svolta ora da questi due grandi Figli di Dio riguarda la distribuzione

dell’energia d’amore. L’energia di volontà verrà distribuita a suo tempo attraverso

il Triangolo precedentemente descritto di cui il Buddha fa parte.

L’opera del Buddha per l’umanità è ormai quasi compiuta e il Suo lungo rapporto con

gli uomini sta per terminare. Quando la riapparizione del Cristo sarà un fatto compiuto e i

45

giusti rapporti umani cominceranno ad essere nettamente la regola condizionante della vita

umana, Egli passerà all’attività che lo attende. Uno dei discepoli anziani del Cristo, a Lui

prossimo nella scala gerarchica, assumerà il suo posto e i suoi compiti in relazione

all’umanità.


97


Nel momento che quel particolare Maestro subentrerà, il principio intelligente, o conoscenza,


caratteristica predominante dell’umanità, sarà stato largamente trasmutato in saggezza

da parte dei più avanzati, seppure non ancora dalle moltitudini. La saggezza è la caratteristica

predominante del Buddha e l’impulso di quest’energia col tempo sarà così potente da non richiedere

più né la sua distribuzione né il suo controllo da parte del Buddha. Egli potrà riorientarsi

verso sfere d’attività più elevate, per operare con un aspetto della saggezza di cui nulla

sappiamo, ma che tramite il Cristo e il Buddha ha manifestato sia la conoscenza che la saggezza;

in seguito, con la cooperazione dell’Avatar di Sintesi, il Cristo sarà in grado di unificare

in Sé entrambe queste energie divine, essendo il tal modo pura espressione d’amore e saggezza,

di giusti rapporti e comprensione intuitiva.

Perché ciò sia possibile, e per liberare Suo Fratello dall’arduo compito di collegare

l’umanità col “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” (Shamballa), il Cristo attualmente si

assoggetta a una eccezionale preparazione, della quale il trentennio di lavoro nella bottega da

falegname è sempre stato il simbolo non riconosciuto. Il termine “falegname” significa qualcuno

che costruisce con il legno. Questo è il vero significato del racconto biblico del Cristo

crocifisso su una croce o un albero di legno. In realtà si riferisce alla decisione presa nel Giardino

di Getsemani di assumersi la costruzione o ricostruzione nell’era dell’Acquario, completando

l’opera che aveva tentato nell’era dei Pesci.


98


Egli, i Suoi discepoli e il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo sono i costruttori


consacrati della nuova civiltà, della nuova “casa dell’umanità”. Il lavoro preparatorio che Egli

sta compiendo gli permetterà di dimostrare con la saggezza, e non solo con l’amore, la natura

dei Piani della Gerarchia, le sagge misure, la giusta scelta dei costruttori e i metodi corretti

per costruire.

È perciò evidente che il sommo fra i Figli di Dio, il Cristo, che rappresenta l’umanità e

il secondo aspetto divino, dopo il Suo ritorno e durante l’era dell’Acquario manifesterà in Se

stesso la fusione di determinate dualità maggiori:

l. La fusione del secondo aspetto divino di amore con il primo della volontà, la volontà

di bene.

2. La fusione di amore e saggezza, in virtù della quale il Cristo potrà costruire la nuova

era e la nuova civiltà.

3. La fusione dell’energia dei Pesci generata durante gli ultimi duemila anni della Sua

attività spirituale, con le energie dell’Acquario che dovranno essere generate e rese

attive nei prossimi duemila o duemila cinquecento anni.

Il Cristo si sta preparando per questo processo di fusione e per tutto ciò che implica.

Quando ciò sarà compiuto, Egli diverrà in senso finora a Lui ignoto, il punto focale e il trasmettitore

delle seguenti energie:


99


1. Energia d’Amore.

2. Energia di Volontà.

3. Energia di Saggezza.

4. Energia dei Pesci, generata nel corso dell’era cristiana.

5. Energia dell’Acquario, già ora generata sui piani interiori del pensiero e del sentimento,

e che continuerà nei secoli futuri.

46

Le linee della sua preparazione sono note soltanto al Cristo, al Buddha e all’Avatar di

Sintesi. Ogni disciplina esoterica o spirituale deve essere autoapplicata, e ciò vale per il Cristo

come per il più umile fra gli aspiranti. Non è possibile penetrare nel pensiero, nelle reazioni e

nei piani del Cristo.

In Palestina la Sua riapparizione fu principalmente profetica, e la Sua opera intesa a

porre le fondamenta delle attività che seguiranno al Suo ritorno, e a spargere semi di cui raccoglierà

i frutti nella nuova era. Il lato, o aspetto tragico della Sua prima venuta ha influenzato

la presentazione della verità, ed i teologi gli hanno dato tanto rilievo, che la nota del dolore e

dell’infelicità ha poi prevalso nel mondo. Quell’aspetto tragico derivò da due cause:

l. La constatazione del Cristo che l’umanità non era pronta per ciò che era venuto a dare,

e che sarebbero occorsi secoli di esperienze, insegnamenti e prove prima che la Sua

vera opera potesse avere inizio.

2. Il Cristo riconobbe di dover approfondire il rapporto con il centro cui sempre si riferì

come alla “Casa del Padre”. Ciò lo indusse a dire ai discepoli che avrebbero fatto

“cose maggiori” delle Sue e che “doveva andare dal Padre”.

3. Egli concluse che era necessario un numero maggiore di operatori spirituali preparati

e consacrati, più di quanto fosse possibile a quei tempi e in quelli successivi, fino ad

oggi. Questo ha dato luogo alla formazione e alla preparazione del nuovo gruppo di

servitori del mondo. Quando questi servitori illuminati saranno in numero sufficiente,

Egli verrà e nulla potrà trattenerlo.

4. Il Cristo si rese inoltre conto che gli uomini non erano ancora disperati al punto da

“prendere il Regno dei Cieli con la violenza”; solo nella disperazione e quando è

giunto al limite estremo delle proprie risorse, il discepolo si volge verso quel regno

ed è pronto ad abbandonare le vecchie vie. Ciò che è vero per l’individuo deve essere

vero, su scala più vasta, anche per l’umanità.

Il Cristo viene per tutto il mondo e non soltanto per i cristiani. Viene per l’Oriente e per

l’Occidente; previde l’attuale “tempo della fine” con le sue catastrofi planetarie, i disastri, la

disperazione e l’invocazione generale, sia dall’Est che dall’Ovest. Sapeva che al tempo della

crisi e della tensione finale l’umanità stessa lo avrebbe costretto a ricomparire. La narrazione

evangelica è vera ed esatta, e solo le interpretazioni hanno condotto l’umanità su una falsa

strada.

Si narra in Oriente un’antica leggenda che oggi e valida ed offre la chiave del rapporto

fra il Cristo e il Buddha; si riferisce a un servizio che il Buddha renderà al Cristo. In forma

simbolica, dice che quando il Buddha fu illuminato e comprese che l’esperienza sulla Terra

non poteva insegnargli di più, guardò avanti, all’epoca in cui Suo Fratello, il Cristo, si sarebbe

dedicato al Grande Servizio, come viene definito. Perciò per aiutarlo lasciò dietro di sé (per il

Cristo) quelle che sono misteriosamente chiamate “le sue vesti”.


101


Lasciò in luogo sicuro il complesso della Sua natura emozionale-intuitiva, da alcuni detta


corpo astrale, e la somma della Sua conoscenza e del Suo pensiero, o corpo mentale. Queste

“vesti”, dice la leggenda, saranno usate da Colui che verrà e gli saranno utili, aggiungendosi

alle Sue risorse emozionali e mentali e fornendolo di ciò di cui necessita per istruire sia

l’Oriente che l’Occidente. Egli potrà quindi contemplare la Sua opera futura e scegliere i collaboratori.

Nell’ingiunzione del

Nuovo Testamento: “Sia in voi la mente che era nel Cristo “


(Filippesi, II, 5), è latente il medesimo concetto.

In tal modo, con la fusione delle energie d’amore e di saggezza, con la cooperazione

dell’Avatar di Sintesi e del Buddha, e sotto l’influsso dello Spirito di Pace e d’Equilibrio, il

47

Cristo può usare e dirigere le energie che creeranno la nuova civiltà. Egli vedrà manifestarsi

davanti ai Suoi occhi la vera Resurrezione, la liberazione dell’umanità dalla caverna del materialismo,

dove è imprigionata. “Vedrà il frutto dell’opera dell’anima Sua, e sarà soddisfatto”

(Isaia, 53,11).

48


CAPITOLO V

GLI INSEGNAMENTI DEL CRISTO


Instaurare giusti rapporti umani

La legge della rinascita

Rivelazione dei misteri iniziatici

Dissipare l’annebbiamento astrale


102


Potranno essere utili alcune note introduttive al tema generale dell’insegnamento impartito


nei millenni dai Figli di Dio, apparsi fra gli uomini nell’ora della necessità per presentare alla

loro coscienza le idee e i concetti richiesti dalla loro epoca. Quando Essi si manifestano, è per

affrontare le necessità immediate in modo tale che le idee presentate possono diventare ideali

ai quali col tempo l’umanità potrà uniformare la propria vita, generando una civiltà migliore.

Lungo le età vi è stata la continuità di tale insegnamento.

Sarebbe lungo esporre l’analisi completa della progressiva rivelazione d’idee che grandi

Menti illuminate, autorizzate dalla Gerarchia hanno recato all’umanità. Tutti gli Istruttori

ciclici


(per differenziarli dai numerosi minori) hanno conquistato da sé il dominio sulla vita nei

tre mondi dell’evoluzione umana (fisica, emotiva e mentale), il dominio del livello fisico di

coscienza, della natura senziente, e sono infine giunti alla comprensione mentale e

all’illuminazione.

Il problema della Gerarchia è sempre stato, ed è tuttora, di stabilire fino a qual punto

l’umanità sappia comprendere la verità esatta, e in quale misura la verità assoluta possa essere

esposta alle menti in risveglio.


103


Deve inoltre stabilire quale aspetto della verità universale può permettere all’uomo di


superare le sue difficoltà, e procedere sul sentiero del ritorno a Dio; deve perciò sapere il grado

evolutivo dell’umanità in ogni dato periodo. Ciò rappresenta un campo di ricerca per i suoi

membri.

Finora Essa ha seguito il metodo di accertare il principale elemento mancante nella percezione

umana della realtà (in ciascun periodo), e quale verità divina riconosciuta contenga i

semi di un’attività vitale per l’umanità in una determinata condizione che richieda aiuto. La

Gerarchia deve inoltre stabilire il modo migliore in cui quell’aiuto può essere offerto affinché

il risultato sia duraturo, educativo ed efficace. Finora i concetti presentati all’umanità sono

stati formulati dagli Istruttori di ogni periodo ed esposti a un numero di uomini eletti, il cui

compito è stato di diffonderli fra coloro che fossero sufficientemente illuminanti per accettarli,

divulgarli, viverli e renderli popolari. Ciò è sempre stato fatto con risultati più o meno soddisfacenti.

Non è possibile esporre le relativamente poche verità che guidavano lo sviluppo

dell’umanità nell’antica Atlantide; tuttavia esse costituiscono le salde fondamenta di tutti gli

insegnamenti ulteriori. Come base della considerazione degli insegnamenti che il Cristo darà


dopo


il Suo ritorno, possiamo studiare alcuni dei concetti minori che reggono oggi le dottrine


di tutte le religioni, e che i religiosi moderni dovrebbero esporre agli uomini.

Il primo di tali Istruttori risale a una data così remota che è impossibile dire quando realmente

visse, tanto che perfino il suo nome è stato modernizzato in quello di un antico eroe:


Ercole.


104


Sotto forma di vivido dramma mondiale di natura simbolica egli presentò al mondo il


concetto di una grande meta che può essere conseguita soltanto come risultato di sforzi e dif49

ficoltà. Indicò una meta verso cui gli uomini devono procedere, qualsiasi ostacolo incontrino,

e illustrò tali ostacoli nelle

Dodici Fatiche di Ercole, rappresentazioni drammatiche, non fatti


realmente avvenuti. In tal modo, per coloro che hanno occhi per vedere e cuore per

comprendere, descrisse il problema che deve essere risolto sul sentiero del ritorno a Dio;

dipinse il viaggio del Figliuol Prodigo nel suo ritorno alla Casa del Padre e le prove e

difficoltà che tutti gli aspiranti, i discepoli e gli iniziati devono affrontare e che tutti coloro

che costituiscono la Gerarchia hanno già affrontate, incluso il Cristo. A tale proposito si tenga

presente che anche il Cristo “è stato provato in tutto come lo saremo noi” (Ebrei: IV, 15), ma

da ogni prova è uscito vittorioso.

Venne poi

Ermete, che si dice sia stato il primo a proclamarsi “Luce del Mondo”. Segui


il grande

Vyasa, che dette agli uomini un semplice e necessario messaggio: la morte non è la


fine. Il pensiero dell’umanità sulla possibile immortalità dell’anima sembra risalire a quel

periodo. In modo vago e istintivo gli uomini ebbero la sensazione e la speranza che

l’abbandono del corpo fisico non costituisse la fine di tutti gli sforzi, di tutte le aspirazioni e

di tutto l’amore. In quei tempi lontani la sensazione e l’istinto guidavano gli uomini; le

moltitudini non erano in grado di pensare come oggi. Nel periodo culminante che stiamo

vivendo, le attività dei movimenti spiritualistici nelle loro molte forme, sono in realtà la

manifestazione della corrente di energia del pensiero e dell’idea che Vyasa trasmise migliaia

di anni fa alla coscienza umana.


105


Lo sforzo degli uomini di pensiero per provare scientificamente l’immortalità fa pure parte


di quella grande corrente portata a livello intellettuale, e protegge l’opera di Vyasa dalle nebbie,

dalle illusioni e dalla disonestà psichica che la circondano. Oggi, il fatto dell’immortalità

sta per essere provato scientificamente, e la sopravvivenza di qualche elemento è già stata

provata, sebbene ciò di cui si è dimostrata la sopravvivenza non sembri essere intrinsecamente

immortale. La vera natura dell’anima, la sua sopravvivenza e la sua vita eterna vanno di pari

passo e non sono ancora state dimostrate scientificamente. Tuttavia sono oggi note e ammesse

come verità da innumerevoli milioni di uomini e da molti intellettuali e, a meno di affermare

che si tratti di isterismo e illusioni collettivi, l’ipotesi della loro esistenza è già corretta

.


Successivo Istruttore fu il Buddha, per quanto dopo Vyasa ve ne siano stati molto altri.

Durante quei secoli di cui storicamente poco sappiamo, l’intelligenza umana si sviluppò rapidamente

e con essa la facoltà di ricerca divenne sempre più attiva. Tale ricerca e gli interrogativi

ai quali non sembrava possibile o facile rispondere, si concentrarono in un gruppo di pensatori

in India, i quali rappresentarono il pensiero umano. Essi si domandavano il perché del

dolore e dell’infelicità, quali ne fossero le cause e cosa doveva essere fatto per cambiare quelle

condizioni di vita; volevano conoscere il principio integratore nell’uomo, sapere cosa fossero

l’anima e il Sé. Il Buddha venne a rispondere e a fondare un modo più illuminato di considerare

la vita, impartendo insegnamenti che avrebbero fatto strada all’opera del Cristo che,

come Egli sapeva, avrebbe seguito le Sue orme.


106


È interessante ricordare che al tempo del Buddha, circa cinque secoli avanti Cristo (la data


esatta della nascita del Cristo rimane incerta), cominciavano ad essere debolmente percepiti i

primi influssi dell’era dei Pesci, in contrasto con la forte qualità dell’era dell’Ariete, il capro

espiatorio, che perdurò durante tutta la legge religiosa ebraica e condusse alla distorsione del

semplice insegnamento del Cristo. Egli fu erroneamente presentato come Capro espiatorio,

che toglie i peccati dal mondo, ed ebbe origine la dottrina dell’espiazione redentrice, accentuata

da S. Paolo. Di origine ebraica è anche un altro errore analogo a questo, che si produsse

nei primi tempi del ciclo dell’Ariete. Sappiamo che i Figli d’Israele caddero e adorarono il

50

Vitello d’oro, simbolo del Toro, il ciclo astronomico precedente. Nei primi periodi dell’Ariete

gli insegnamenti retrocessero al ciclo del Toro, e nei primi tempi dei Pesci a quello

dell’Ariete, imprimendo in tal modo un regresso, cui aderisce ancor oggi un grande numero di

cristiani.

Il Buddha rispose alle domande del suo tempo con le

Quattro Nobili Verità, che appagano


l’eterna domanda del “

perché”. Insegnò che infelicità e sofferenze sono create


dall’uomo stesso; che il concentrare il desiderio su ciò che è buono, effimero e materiale è

causa di tutta la disperazione, l’odio e le competizioni, e la ragione per cui l’uomo trascorre la

propria esistenza nel regno della morte, nel mondo fisico, che è la vera tomba dello spirito.


107


Il Buddha arrecò un particolare contributo agli insegnamenti dati da Ercole e da Vyasa, e


ampliò la struttura di verità che avevano eretto, preparando in tal modo la via per il Cristo.

Nell’intervallo fra questi due grandi Istruttori, Buddha e Cristo, ne apparvero dei minori per

ampliare e sviluppare le verità fondamentali già espresse; uno dei più importanti fu

Sankaracharya,


il quale dette profondi insegnamenti circa la natura del Sé. Dobbiamo accennare anche

a Shri Krishna, il Maestro della

Bhagavad Gita, e che molti ritengono sia stato


un’antecedente incarnazione del Cristo.

Così le verità fondamentali sulle quali si basa il rapporto con Dio (e perciò con i nostri

fratelli) vengono sempre esposte da un Figlio di Dio che è capo della Gerarchia spirituale in

un dato periodo.

Venne poi il Cristo e proclamò al mondo (principalmente attraverso i Suoi discepoli)

due verità essenziali: l’esistenza dell’anima umana e il servizio (l’espressione è intenzionale)

quale sistema per stabilire retti rapporti umani con Dio e con il prossimo. Disse agli uomini

che tutti sono figli di Dio come lo è Lui; disse loro in molti modi simbolici chi e cosa Egli

fosse, assicurandoli che, essendo divini come Lui, avrebbero fatto cose ancora maggiori delle

Sue. L’uomo le ha già compiute sul piano fisico e nel dominio della natura, come Cristo aveva

previsto, poiché Egli conosceva l’operare della legge evolutiva.


108


Insegnò che il servizio è la chiave per la liberazione e ne indicò la tecnica con la propria


vita, poiché ovunque andava faceva del bene, risanando, predicando e insegnando le cose del

regno di Dio, nutrendo così gli affamati, in senso fisico e spirituale. Fece della vita d’ogni

giorno una sfera divina di vita spirituale ponendo l’enfasi sull’insegnamento del Buddha di

non desiderare nulla per il sé separato.

Così il Cristo insegnò, amò e visse, in tal modo mantenendo la continuità della rivelazione

e degli insegnamenti della Gerarchia; poi si ritirò “dietro il velo”, lasciandoci un esempio

affinché seguissimo le Sue orme (Pietro, 1, II, 21), cioè la fede nel divino, il servizio e la

capacità di penetrare nella sfera di coscienza e nel campo di attività che chiamiamo la vera

Chiesa del Cristo, la Gerarchia spirituale (attualmente invisibile) del Pianeta, il vero regno di

Dio. Il velo che cela quella vera Chiesa sta scomparendo e il Cristo è in procinto di tornare.

Perciò, alla luce del passato e delle presenti necessità degli uomini, cui devono far fronte

il Cristo e la Gerarchia, quale sarà questa volta il Suo insegnamento? È la domanda che oggi

si pongono i Suoi discepoli. È probabile che esso consista di quattro parti che esamineremo

separatamente, per poi cercare di comprenderle e preparare le menti a ricevere ciò che Egli

darà.


I. Instaurare giusti rapporti umani


L’espressione “giusti rapporti umani” ricorre oggi molto frequentemente e ci si rende

sempre più conto che indica un’essenziale necessità umana, la sola speranza di un futuro in

51

cui regnino pace e sicurezza. Gli errati rapporti umani hanno condotto a tali difficoltà che ogni

settore della vita è in agitazione caotica; la famiglia, la società, le relazioni d’affari, i contatti

religiosi e politici, l’attività dei governi e la vita di tutti i popoli, inclusi i rapporti internazionali.

Ovunque vi è odio, competizione, disadattamento, lotta fra partiti, diffamazione,

scandali, profonda sfiducia fra uomini e nazioni, fra capitale e lavoro e fra le numerose sette e

chiese. La differenza fra una setta e una chiesa non è altro che una differenza di grado,

d’inter-pretazione, di fanatica adesione alla verità preferita, e tanto l’una che l’altra sono sempre

esclusive; ciò è in antitesi con l’insegnamento del Cristo. Oggi, in nessun luogo vi è pace

o comprensione; solo una piccola minoranza si sforza di produrre condizioni tali da consentire

rapporti di pace e armonia.

La potenza di questa minoranza che lotta attivamente per giungere alla pace e ai giusti

rapporti umani consiste nel fatto che ciò che cerca è in accordo con l’intento e il proposito divini.

In mezzo al caos di disparati interessi in aspra lotta fra loro, il Cristo ha deciso di tornare.

Riflettete sull’orrore di ciò che deve affrontare e sulla necessità di stabilire un certo ordine

nel mondo, affinché alcuni principi possano venire enunciati, e almeno parzialmente accettati

prima che Egli possa operare con profitto fra gli uomini. Se venisse immediatamente, la Sua

voce non sarebbe udita, perché lo strepito delle contese umane è troppo forte. Se cercasse di

attrarre l’attenzione, persino con suono di tromba (Matt. XXIV, 31) verrebbe considerato come

in cerca di pubblicità. Se predicasse ed insegnasse, attirerebbe soprattutto chi pensa già

all’unisono con il Suo messaggio, oppure i creduli, che si affollano attorno a chiunque, qualunque

cosa insegni.


110


Le moltitudini sono ancora troppo affamate, distrutte psichicamente, confuse, angosciate e


incerte (scritto nel 1948) circa il loro futuro, la loro libertà e sicurezza, per essere in condizione

di ascoltarlo.

Possiamo essere certi che Egli non si presenterà come un eroe conquistatore, come certi

teologi hanno fatto credere agli uomini, poiché non sarebbe possibile identificarlo e verrebbe

semplicemente classificato fra le molte figure militari. Non si presenterà quale Messia degli

Israeliti per salvare la cosiddetta Terra Santa e Gerusalemme per gli Ebrei, poiché il Cristo

appartiene al mondo intero e nessun popolo ha diritti o privilegi particolari, né può avere la

pretesa di reclamarlo come proprio. Non verrà a convertire un mondo “pagano”, poiché per

Lui e per i veri discepoli tale mondo non esiste; i “pagani” sono stati un male assai minore del

conflitto scatenato dai cristiani militanti. La storia delle nazioni e della chiesa cristiana è stata

una storia d’aggressività, l’ultima cosa che il Cristo desiderasse quando cercò di instaurare la

Chiesa sulla Terra.

Egli disse (e le Sue parole furono male interpretate): “Non sono venuto a portare la pace,

ma la spada” (Matt. X, 34). Questo sarà particolarmente vero nei primi tempi del Suo ritorno.

Ma la spada che impugnerà è quella dello Spirito, la spada che separa la vera spiritualità

dal materialismo. Il principale effetto del Suo ritorno sarà certamente la dimostrazione in

tutto il mondo degli effetti dello spirito d’inclusività.


111


Tutti coloro che desiderano giusti rapporti umani si raccoglieranno spontaneamente attorno


a Lui, che appartengano o meno a una delle grandi religioni; chi non scorge una vera o fondamentale

diversità fra religione e religione, fra uomo e uomo, fra nazione e nazione, si unirà

attorno al Cristo; allo stesso modo chi incarna l’esclusione e la separazione si paleserà automaticamente

e sarà conosciuto per tale

. La spada discriminatrice dello spirito apporterà, senza


ferire, la rivelazione e indicherà il primo passo necessario verso la rigenerazione umana.

La potenza riversata dal Cristo, quale punto focale del triangolo esoterico costituito dal

Buddha, dallo Spirito di Pace e dall’Avatar di Sintesi, sarà così grande che la differenza fra

52

amore e odio, fra aggressività e liberta, fra avidità ed equa condivisione apparirà evidente agli

occhi e alle menti degli uomini, e perciò anche la distinzione fra bene e male. La preghiera

invocante “Dal punto d’amore nel cuore di Dio, affluisca amore nei cuori degli uomini” sarà

pienamente esaudita. Il Cristo sprigionerà nel mondo la potenza e la specifica energia

dell’amore intuitivo. Due saranno i risultati della diffusione di quest’energia d’amore:

1 Un numero incalcolabile di uomini si unirà in gruppi per promuovere la buona volontà

e attuare giusti rapporti. Il loro numero sarà così grande che da piccola e relativamente

trascurabile minoranza essi diverranno la forza più diffusa e influente del

mondo. Tramite loro, il nuovo gruppo di servitori del mondo potrà agire con buoni

risultati.

2. L’energia attiva della comprensione amorevole susciterà una potente reazione contro

l’odio. Odio, separazione ed esclusività verranno considerati un solo peccato, poiché

si riconoscerà che tutti i peccati ora considerati tali derivano dall’odio e dal suo prodotto,

la coscienza antisociale. L’odio, e tutto ciò che ne consegue, è il vero peccato

contro lo Spirito Santo di cui si è a lungo discusso, trascurando però, per difetto di

saggezza, di formulare una definizione semplice ed esatta.

Il potere dell’impatto spirituale della Gerarchia (focalizzato tramite il Cristo e i discepoli

attivi) sarà così grande, che lo stabilire giusti rapporti apparirà così evidentemente utile e

naturale da assestare rapidamente la situazione mondiale e iniziare la nuova era di buona volontà

e di pace. Ciò renderà possibile una nuova cultura ed una nuova civiltà.

Questo non è il quadro ottimistico e mistico di un evento impossibile, basato su desideri

irrealizzabili o su una cieca speranza. Già oggi i discepoli del Cristo divulgano la dottrina dei

giusti rapporti umani; uomini e donne di buona volontà tentano di dimostrare che essa sola

può arrecare vera pace nella vita internazionale. Nella presentazione della vera “vita” che il

Cristo manifesterà al mondo degli uomini che riflettono, non può esservi posto per l’esclusivismo

e la separatività, poiché quella “vita più abbondante” che Egli cerca di incanalare verso

di noi è una corrente che scorre liberamente, travolgendo ostacoli è barriere, e che stabilisce

una libera circolazione di verità e di vita, delle quali

l’amore è comune qualità essenziale.


113


Tutte le religioni hanno affermato che Dio è essenzialmente amore, vita e intelligenza.


Quella Vita racchiude in sé le qualità essenziali del volere e dell’amore di Dio. Entrambi sono

ugualmente importanti, poiché quella volontà è qualificata dall’amore. Finora gli uomini non

avevano che un vago concetto teorico dell’effettiva qualità della “vita”, in cui amore e volontà

infondono energia. La riapparizione del Cristo confermerà il fatto di quella vita divina;

l’opera che compirà, coadiuvato dai discepoli, dimostrerà l’amore e il proposito divini sottostanti

ad ogni esperienza fenomenica.

Stabilire giusti rapporti umani è un aspetto della volontà divina per il genere umano, ed

il prossimo elemento dell’espressione divina che deve manifestarsi nelle vicende umane individuali,

sociali, nazionali e internazionali. Nulla ha mai potuto impedire questa divina espressione,

che può essere ritardata solo dal fattore

tempo, determinato dall’umanità in virtù del


suo divino libero arbitrio. L’espressione divina predisposta può manifestarsi rapidamente o

lentamente secondo le decisioni dell’uomo; finora egli ha deciso per una lenta, molto lenta

manifestazione, ed in ciò si dimostra la libertà del suo volere. Poiché la divinità è immanente

o presente in tutte le forme, e perciò in tutti gli esseri umani, quella Volontà col tempo

dovrà


adempiersi. A causa dell’intenzione (in senso esoterico) estremamente materialistica di tutte

le forme attuali, finora la manifestazione di quella Volontà è stata ritardata e la volontà

dell’uomo non è stata diretta ad instaurare giusti rapporti umani. Da ciò sono derivati la guerra,

il tormento delle forme e l’attuale sofferenza del modo di vivere attuale.

53


114


Tutti questi fattori determinano una grande trasformazione generale, facilmente percepita


da coloro che sono orientati verso lo spirito. Come il Cristo nel Getsemani, essi ripetono costantemente:

“Sia fatta la Tua volontà”. Lo ripetono senza sapere e spesso senza sperare, tuttavia

ciò è indice di un generale riorientamento spirituale, di sottomissione e accettazione.

Cristo dimostrò questa sottomissione dicendo: “Sono venuto per fare non la mia volontà, ma

la volontà di chi mi ha mandato” (Giov. VI, 38). Egli dimostrò la Sua

accettazione esclamando:


“Padre, non la mia, ma la Tua volontà sia fatta!”. La sottomissione implica l’ineluttabilità

delle circostanze e può non essere accompagnata da comprensione, ma assoggettata a ciò che

viene imposto. L’accettazione implica comprensione intelligente e indica un grande progresso.

Entrambe ammettono che una volontà divina adombra la vita dell’umanità; entrambe preparano

a riconoscere l’opera del Cristo diretta all’attuazione di giusti rapporti umani. Attualmente

la sottomissione dell’umanità al volere divino è passiva; la vera sottomissione è una disposizione

positiva di fiduciosa attesa spirituale che conduce alla accettazione positiva.

Nel mondo si nota anche un’attesa spirituale, e l’intensificarla fa parte del compito del

Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, il quale deve inoltre promuovere la sottomissione

spirituale e l’accettazione intelligente nelle moltitudini, che normalmente si dividono in due

categorie, ognuna delle quali esprime uno dei due aspetti; sottomissione, accettazione e attesa

sono latenti in ogni uomo. Queste tre potenzialità divine metteranno l’uomo in grado di rispondere

al messaggio del Cristo, facilitando grandemente il sacrificio disinteressato, compromesso

intelligente e la comprensione dei molti e diversi aspetti necessari all’instaurazione

di giusti rapporti umani.


115


Sarà utile a tutti noi riflettere sugli elementi propri della sottomissione e dell’accettazione.


Stabilire giusti rapporti umani implica rinuncia, sottomissione ai fatti esistenti e accettazione

della legge divina. Questo è quanto il Cristo ha già dimostrato sulla Terra, ed ora aiuterà gli

uomini ad accettare queste cose con entusiasmo e comprensione. Ne risulterà felicità. Questa

è una lezione difficile da apprendere; per l’umanità è un’esperienza del tutto nuova e il Cristo

dovrà insegnare agli uomini ad usare correttamente la felicità, a superare le antiche abitudini

d’infelicità per conoscere il significato della vera gioia. Tuttavia Egli non verrà soltanto ad insegnare

agli uomini la necessità di giusti rapporti

, ma anche per insegnar loro a realizzarli.


II. Cristo insegnerà la Legge della Rinascita


Questa legge è la conseguenza diretta della legge di evoluzione. In Occidente essa non è

mai stata compresa in modo corretto e in Oriente, dove è riconosciuta quale principio che governa

la vita, non si è dimostrata utile, perché ha prodotto effetti soporiferi che hanno ritardato

il progresso. L’orientale la considera nel senso che offre un tempo illimitato, ciò che annulla

l’impulso di giungere alla meta. I cristiani in genere confondono la legge della rinascita con

quella che chiamano la “trasmigrazione delle anime”, e spesso credono che implichi il passaggio

degli esseri umani in corpi animali o in altre forme inferiori.


116


Ma non è così, poiché la vita di Dio procede di forma in forma; nei regni subumani della


natura progredisce dalle forme minerali alle vegetali e a quelle animali; da questo stadio passa

nel regno umano ed è soggetta alla legge della rinascita, ma

non di trasmigrazione. A chi ha


qualche conoscenza della legge della rinascita o reincarnazione, quest’errore appare ridicolo.

La dottrina o teoria della reincarnazione è violentemente respinta dai cristiani ortodossi,

ma se si rivolge loro la domanda che i discepoli rivolsero al Cristo circa l’uomo cieco: “Maestro,

perché nascesse cieco, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?” (Giov. IX, 2) ne rifiutano le

implicazioni oppure sorridono o mostrano sgomento. Essa è stata presentata al mondo del

54

pensiero in maniera piuttosto deplorevole da mediocri occultisti e teosofi, perché esposta in

modo poco intelligente. Il meglio che si possa dire è che essi hanno familiarizzato il pubblico

occidentale con la teoria della reincarnazione, ma se fosse stata esposta con più intelligenza

avrebbe potuto essere più generalmente accettata.

Se il Cristo additerà universalmente la meta dei giusti rapporti umani, il Suo

insegnamento dovrà porre in rilievo la legge della rinascita. Questo è inevitabile, perché essa

offre la soluzione di tutti i problemi dell’umanità e la risposta a molte domande.

La dottrina della rinascita costituirà una delle note dominanti della nuova religione

mondiale, e sarà anche un elemento chiarificatore che consentirà di meglio comprendere le

vicende mondiali. Quando il Cristo fu in Palestina, accentuò il fatto dell’esistenza dell’anima

e il valore dell’individuo. Disse agli uomini che potevano essere salvati dalla vita dell’anima

e dal Cristo nel cuore.


117


Egli disse anche : “Se un uomo non nascerà di nuovo, non potrà vedere il regno di Dio”


(Giov. III, 3). Soltanto le

anime possono essere cittadini di quel regno, e per la prima volta


Egli prospettò questa visione all’umanità, mostrando in tal modo una divina possibilità e

l’immutabile conclusione dell’esperienza terrena. Disse: “Siate perfetti come il Padre vostro

che è nei cieli” (Matt. V, 48).

Questa volta insegnerà il metodo per fare di quella possibilità un fatto compiuto, mediante

il ripetuto ritorno dell’anima che s’incarna alla scuola della vita sulla Terra, per seguirvi

il processo di perfezionamento di cui Egli diede supremo esempio. Questo è il significato

della reincarnazione e ciò che insegna. In

New Mansions for New Men (Nuove dimore per


uomini nuovi), Dane Rudhyar dà una soddisfacente definizione di questo misterioso processo

umano e cosmico. Egli dice che “La struttura individuale della nuova manifestazione è necessariamente

condizionata da ciò che non è stato compiuto nel passato: dai residui, dagli insuccessi

del passato che vengono conservati nei memoriali della natura nella memoria della sostanza

universale”. Queste poche parole compendiano l’intero processo della vita vostra, mia,

e quella di ogni uomo.

Sarebbe bene tener presente che quasi tutti i gruppi e gli scritti occulti hanno, con poco

criterio, posto l’accento sulle incarnazioni

passate e sul loro ricordo; ma tale ricordo non può


in alcun modo essere comprovato dalla ragione, giacché ognuno può dire, affermare e attribuire

a se stesso tutto ciò che desidera. L’insegnamento è stato fondato su regole immaginarie

che dovrebbero governare l’intervallo fra le incarnazioni, dimenticando che il tempo è una facoltà

della coscienza cerebrale, e che separato dal cervello non esiste; si è data grande importanza

ad un’immaginaria descrizione di rapporti personali.


118


Gli insegnamenti sulla reincarnazione finora hanno fatto più male che bene; vi è un solo


elemento positivo: oggi molti discutono sulla legge di rinascita e migliaia di uomini la accettano.

Oltre al fatto che tale legge esiste, sappiamo ben poco, e chi conosce per esperienza la

realtà di questo ritorno, rifiuta decisamente gli sciocchi e improbabili particolari esposti come

fatti dai movimenti teosofici e occulti.

La legge esiste; dei suoi particolari e delle modalità


del suo funzionamento nulla ancora si sa.


Possiamo fare soltanto alcune affermazioni che non


possono essere contraddette:

l. La legge della rinascita è un’importante legge naturale del pianeta.

2. È un processo che viene iniziato e regolato dalla legge di evoluzione.

3. È strettamente connessa con la legge di causa ed effetto, e da questa condizionata.

55

4. È un processo di sviluppo che consente all’uomo di elevarsi dalle più grossolane

forme di materialismo senza pensiero, alla perfezione spirituale e alla percezione intelligente,

in virtù delle quali diviene membro del regno di Dio.

5. Giustifica le diversità esistenti fra gli uomini e insieme con la legge di causa ed effetto

(in Oriente detta legge del karma), differenze di circostanze e atteggiamenti verso

la vita.

6. Esprime la volontà dell’anima e non è il risultato di una decisione della forma. È

l’anima dimorante in ogni forma che si reincarna, scegliendo e costruendo veicoli fisici,

emozionali e mentali adatti, mediante i quali impara di volta in volta le lezioni

necessarie.

7. La legge della rinascita (per quanto riguarda l’umanità) opera sul piano dell’anima.

L’incarnazione è motivata e diretta dal suo livello, il piano mentale.

8. Le anime s’incarnano in gruppi, ciclicamente, secondo la legge e per attuare retti rapporti

con Dio e fra gli uomini.

9. Il graduale sviluppo regolato dalla legge della rinascita è in gran parte condizionato

dal principio mentale, poiché “come un uomo pensa nel suo cuore, tale egli è”. Queste

poche parole richiedono attenta considerazione.

10. Per opera della legge della rinascita l’uomo lentamente sviluppa la mente; questa

poi comincia a dominare le emozioni e infine rivela l’anima, la sua natura e la sua

sfera di vita.

11. A questo stadio di sviluppo l’uomo comincia a percorrere il Sentiero del Ritorno e si

orienta gradatamente dopo molte vite, verso il regno di Dio.

12. Quando, grazie alla mente sviluppata, alla saggezza, al servizio attivo e alla comprensione,

l’uomo ha imparato a non chiedere nulla per il se separato, rinuncia al desiderio

di vivere nei tre mondi e si libera dalla legge della rinascita.

13. Ora possiede coscienza di gruppo, è consapevole del gruppo cui appartiene e

dell’anima vivente in tutte le forme, ed è pervenuto alla “pienezza di Cristo” (Efes.

IV, 13).


120


Nessuna persona intelligente oserà spingersi oltre a tali considerazioni generali. Col ritorno


del Cristo la nostra conoscenza diverrà più esatta e più realistica; sapremo di essere eternamente

collegati con le anime di tutti gli uomini e che abbiamo un rapporto determinato con

coloro che si reincarnano con noi, e che insieme impariamo le medesime lezioni e facciamo le

medesime esperienze. Tale conoscenza, dimostrata ed accettata, rigenererà le sorgenti della

vita umana. Sapremo che tutte le difficoltà e tutti i problemi sono causati dall’ignoranza di

questa legge fondamentale, con la responsabilità e i doveri che comporta; gradatamente impareremo

a regolare le nostre attività per mezzo del suo giusto potere di limitazione. La legge

della rinascita ha in se la conoscenza pratica di cui gli uomini abbisognano oggi per dirigere

correttamente e con giustizia la loro esistenza religiosa, politica, economica, sociale e privata,

e stabilire così giusti rapporti con la vita divina esistente in tutte le forme.


III. Rivelazione dei Misteri dell’Iniziazione


Gran parte di ciò che è scritto in queste pagine si riferisce in realtà all’apparizione del

regno di Dio, apparizione che ora può prodursi per tre ragioni:

l. Per lo sviluppo di quel regno sulla Terra, e per il fatto che migliaia di uomini ne riconoscono

le leggi e si sforzano di vivere in accordo con le sue norme e col suo spirito.

56

2. Per il fatto che i segni dei tempi e la generale necessità umana hanno evocato il Cristo,

che ha deciso di riapparire.

3. Perché il grido dell’umanità si eleva di ora in ora al “segreto luogo dell’Altissimo” e

la Gerarchia ha determinato di manifestarsi quando il Cristo riapparirà a reinstaurare

lo Spirito sulla Terra. L’ora per il ripristino degli antichi Misteri è giunta.


121


Durante gli ultimi due anni questi fatti sono stati ampiamente divulgati, e ciò in seguito


alla purificazione avvenuta per mezzo della guerra mondiale (1914-1945) e della sofferenza

cui gli uomini sono stati assoggettati (la quale ha avuto un effetto purificatore d’uguale potere,

che si paleserà in seguito). Perciò, la Gerarchia, la Chiesa finora invisibile del Cristo, potrà

manifestarsi e operare apertamente sul piano fisico. Ciò sarà indice di un ritorno alla situazione

esistente ai tempi dell’Atlantide, quando (per usare la simbologia biblica, Genesi, Cap. 2 e

3) Dio stesso muoveva fra gli uomini, parlava con loro, e fra il regno di Dio e quello degli

uomini non esistevano barriere. A quei tempi la divinità era presente in forma fisica, e i

Membri della Gerarchia spirituale guidavano e dirigevano apertamente le vicende

dell’umanità nella misura permessa dall’innata libertà dell’uomo. Nel prossimo futuro, e su

una più alta voluta della spirale della vita, questo avverrà di nuovo. I Maestri si muoveranno

visibilmente fra gli uomini; il Cristo riapparirà in presenza fisica. Inoltre verranno restaurati

gli antichi Misteri, gli antichi landmarks (princìpi) verranno di nuovo riconosciuti, quei principi

che la Massoneria ha così scrupolosamente conservati e che, in attesa del giorno della restaurazione

e della risurrezione, sono stati preservati nei suoi rituali.


122


Questi antichi Misteri furono originariamente rivelati all’umanità dalla Gerarchia, e


contengono la chiave del processo evolutivo, celata nei numeri, nel rituale, nelle parole e nella

simbologia, i quali velano il segreto dell’origine e del destino dell’uomo e sono una immagine,

raffigurata nei riti e nei rituali, del lungo sentiero che deve percorrere per far ritorno alla

luce. Tutti quei mezzi, correttamente interpretati e rappresentati, offrono gli insegnamenti di

cui l’umanità ha bisogno per passare dalla tenebra alla Luce, dall’irreale al Reale e dalla morte

all’Immortalità. Ogni Massone che comprenda, sia pure solo parzialmente, il significato dei

tre gradi della Loggia Azzurra e le implicazioni di ciò cui partecipa, riconoscerà le tre espressioni

precedenti per quello che sono, e il significato dei tre gradi. Accenno di proposito alla

Massoneria, perché strettamente connessa con la restaurazione dei Misteri, e perché nel corso

dei secoli ha preservato la chiave della base su cui fondare gli insegnamenti necessari e rappresentare

(quando liberata dall’attuale terminologia ebraica che, sebbene adeguata tremila

anni fa, da lungo tempo non lo è più) la storia del viaggio dell’uomo sul sentiero del ritorno.

Sono questi i Misteri che il Cristo restaurerà, riportando le chiese a nuova vita e restaurando

il mistero celato che hanno da gran tempo perduto a causa del loro materialismo. Anche

la Massoneria ha perduto la vera vita di cui era in possesso, ma nelle sue forme e nei suoi rituali

la verità è stata salvaguardata e può essere quindi riportata alla luce. È ciò che farà il Cristo,

ed inoltre ristabilirà questi Misteri anche in altri modi. Non tutti gli uomini andranno verso

le chiese o la Massoneria per rivivificare la propria vita spirituale. I veri Misteri si riveleranno

anche attraverso la scienza, e il Cristo inciterà alla loro ricerca.


123


Nelle loro formule e nei loro insegnamenti i Misteri racchiudono la chiave della scienza


che svelerà il mistero dell’elettricità, la suprema scienza spirituale e massimo campo di conoscenza

divina di cui non si sono toccati che i margini. Il segreto e la vera natura dei fenomeni

elettrici verranno rivelati soltanto quando la Gerarchia sarà visibilmente presente sulla Terra,

e i Misteri custoditi dai discepoli del Cristo verranno esposti apertamente.

In ultima analisi i Misteri sono la vera fonte della rivelazione; essa può prodursi solo

quando la mente e la volontà di bene dell’uomo siano intimamente unite e fuse, e condizioni57

no a tal punto la sua condotta che egli possa comprendere la portata della rivelazione senza

pericolo. Vi sono energie e forze planetarie di cui egli ancora non ha e non può avere il dominio;

le ignora, ma da esse dipende la vita del pianeta; esse sono anche in stretto rapporto con i

poteri psichici (oggi così male compresi e stupidamente applicati) i quali tuttavia, se valutati

ed usati correttamente, si dimostreranno di immensa utilità

nelle scienze che i Misteri riveleranno.


In virtù del ritorno del Cristo, il Mistero delle Età sta per essere rivelato, e lo sarà mediante

la rivelazione dell’anima, poiché esso è celato nella conoscenza dell’anima. Le scritture

di tutto il mondo hanno sempre profetizzato che, alla fine dell’era, si avrà la rivelazione di

ciò che è segreto e che ciò che è stato celato apparirà alla luce del giorno. Il ciclo attuale segna

la fine dell’era dei Pesci; nei prossimi duecento anni scompariranno le false concezioni

della morte e si affermerà saldamente il fatto dell’esistenza dell’anima, che sarà riconosciuta

come un’entità, come impulso motivante e forza spirituale che sottostà a tutte le forme.


124


Duemila anni fa il Cristo proclamò grandi possibilità e l’esistenza di grandi poteri; al Suo


ritorno ne darà la prova e svelerà la natura e il vero potere dell’uomo. Egli proclamò che siamo

tutti Figli di Dio unico Padre universale, e nel futuro ciò non sarà più considerato una affermazione

mistica e simbolica, ma una dichiarazione scientificamente dimostrata. Si dimostrerà

che la fratellanza universale e la nostra essenziale immortalità sono realtà della natura.

Oggi si sta preparando il terreno per la grande restaurazione cui il Cristo darà l’impulso iniziale.

Le religioni e la Massoneria sono oggi esposte al giudizio della mente critica

dell’umanità; quasi unanimemente si riconosce che hanno fallito nei divini compiti loro assegnati.

Ovunque ci si rende conto della necessità che vengano permeate di nuova vita, ma ciò

esige una visione nuova ed un nuovo modo di vivere, che soltanto il ritorno del Cristo può insegnare

ed aiutarci ad attuarlo. Dice un testo antico:

“Quello che è stato un mistero non lo sarà più, e ciò che era velato verrà rivelato; quello

che era nell’ombra apparirà alla luce che acquisterà nuovo splendore, e tutti gli uomini

vedranno, uniti nella gioia. Verrà il tempo in cui la distruzione avrà compiuto la sua opera

benefica e gli uomini in virtù della sofferenza, cercheranno ciò che avevano respinto.

Invano hanno perseguito ciò che era a portata di mano e di facile conseguimento, ma

una volta avutolo, li ha condotti soltanto alla morte. Pure gli uomini hanno sempre anelato

alla vita e non alla morte”.


125


E il Cristo recherà loro vita, e vita più abbondante. Oggi si parla molto dei misteri dell’iniziazione.


In ogni paese, numerosi falsi maestri li insegnano, offrono immaginarie iniziazioni

(per lo più dietro compenso e con diploma). Il Cristo stesso disse che prima della Sua riapparizione

ciò sarebbe avvenuto, e che ovunque si sarebbero presentati dei falsi profeti. Tutto

questo indica tuttavia la Sua venuta. La contraffazione è sempre garanzia che esiste la verità. I

discorsi, le discussioni, le vane pretese, lo pseudo occultismo e i futili tentativi di “prendere”

l’iniziazione (frase impropria che certi teosofi male informati hanno coniato per indicare una

profonda esperienza spirituale) hanno caratterizzato l’insegnamento esoterico fin dal 1875. In

seguito H. P. Blavatsky portò a conoscenza del mondo occidentale il fatto che elevati discepoli

e Maestri di Saggezza erano presenti sulla Terra, sotto la guida del Cristo. Più tardi deplorò

di averlo fatto, come risulta da alcuni suoi scritti rivolti alla sezione esoterica. Pure, il suo operato

faceva parte di un grande piano, e non fu un errore. Le interpretazioni e le eccitate reazioni

dei teosofi del suo tempo furono l’errore, da essi ancora non riconosciuto. Quella reazione

fu alimentata dalla curiosità della natura dell’uomo, come dalla sua aspirazione, che

venne indubbiamente stimolata. Inoltre, certi personaggi avidi sfruttarono quegli insegnamenti

a scopi commerciali e la cosa perdura.

58


126


Tuttavia, nel suo complesso, l’effetto di tutte quelle sciocchezze e di quegli errori di


presentazione è stato buono. In tutto il mondo oggi esistono uomini consapevoli dell’esistenza

dei Maestri e della possibilità offerta di progredire spiritualmente in modo

scientifico, per divenire


membri del regno di Dio. Le chiese hanno ignorato tutto questo e, soprattutto all’epoca

vittoriana, hanno considerato la scienza come un astuto nemico. Tutto quell’afflusso di notizie

circa i misteri iniziatici, alcune indicative di una verità nascosta, altre frutto di immaginazione

e di aspirazione, altre infine sfruttate a scopi commerciali, ha preparato l’umanità ad accogliere

gli insegnamenti che si ritiene il Cristo darà quando sarà di nuovo fra noi.

Per quanto i Cristiani stentino ad ammetterlo, pure l’intero Vangelo, nelle sue quattro

parti, consta quasi esclusivamente di esposizioni simboliche dei Misteri che, per quanto riguarda

l’umanità, sono cinque. Essi in realtà indicano cinque stadi importanti nella storia spirituale

dell’aspirante e nel progresso della coscienza umana. Tale progresso si preciserà, in

modo oggi non compreso, in un periodo dell’era dell’Acquario. Durante i prossimi duemila

anni, l’umanità, il discepolo mondiale (con i suoi molti gruppi a stadi diversi d’evoluzione),

“entrerà” in nuovi stadi di coscienza e in nuove sfere di coscienza mentale e spirituale.

Ogni epoca riflette le precedenti. Astronomicamente ne sono trascorse quattro: Gemelli,

Toro, Ariete e Pesci. Ora sta assumendo il potere la quinta, dell’Acquario.


127


Nei Gemelli, il segno simbolico dei due pilastri pose il suggello sulla Fratellanza massonica


dell’epoca, e le due colonne, Jachin e Boaz (per indicarle con i nomi ebraici che non sono i

veri) apparvero circa ottomila anni fa. Seguì il Toro, in cui Mitra venne come Istruttore mondiale

ed istituì i Misteri mitraici nei quali (apparentemente) si adorava il Toro. Succedette

l’Ariete, in cui ebbe inizio la legge religiosa ebraica, importante per gli Ebrei e, sfortunatamente,

anche per la religione cristiana, ma non per molti milioni di uomini in altre parti del

mondo; durante quel ciclo vennero il Buddha, Shri Krishna e Sankaracharya; infine abbiamo

l’era dei Pesci che ci diede il Cristo. La successione dei Misteri incarnati da ogni segno dello

zodiaco verrà chiarita dal Cristo, perché la coscienza dell’umanità attuale richiede qualche cosa

di più esatto e più spiritualmente reale dell’astrologia moderna, o dello pseudo occultismo

oggi così diffuso.

Nell’incipiente era dell’Acquario, dopo la riapparizione del Cristo, centinaia di migliaia

di uomini e donne conseguiranno l’una o l’altra delle grandi espansioni di coscienza, ma

l’effetto sulle moltitudini sarà la rinuncia (ciò non significa che esse conseguiranno la quarta

iniziazione); esse rinunceranno al materialismo oggi imperante in ogni strato sociale della

famiglia umana. Una delle lezioni che l’umanità deve imparare in questi tempi che preludono

alla nuova era, è quante poche cose materiali siano realmente necessarie alla vita e alla felicità.

È una lezione non ancora appresa, e rappresenta essenzialmente uno dei valori che devono

essere ricavati da questo periodo di spaventose privazioni con le quali oggi gli uomini sono

quotidianamente confrontati. La vera tragedia è che l’emisfero occidentale, e particolarmente

gli Stati Uniti, non parteciperà a questo processo spirituale apportatore di nuova vita; attualmente

vi è troppo egoismo perché ciò possa avvenire.


128


L’iniziazione non è quindi una cerimonia o un rito, né un grado conferito a chi ne sia


degno, e neppure un mezzo per penetrare i Misteri, dei quali i Misteri massonici altro non sono,

per ora, che la presentazione simbolica. L’iniziazione è semplicemente il risultato di esperienze

“esistenziali” su tutti e tre i livelli di coscienza, fisico, emotivo e mentale, mediante le

quali vengono attivate certe cellule cerebrali capaci di registrare e conservare impressioni superiori,

alle quali prima non erano sensibili. In virtù di questa più vasta sfera di percezione, o

se preferite dello sviluppo di uno strumento di risposta più sensibile, la mente acquista la capacità

di trasmettere valori superiori e conoscenza spirituale. In tal modo l’individuo diviene

59

consapevole di sfere d’esistenza divina e di stati di coscienza che sono eternamente presenti,

ma con i quali finora non era costituzionalmente in grado di entrare in contatto, né che poteva

registrare; né la mente, né il suo strumento, il cervello, potevano farlo, dato lo sviluppo

evolutivo.

Quando il riflettore della mente penetra lentamente entro aspetti della mente divina prima

ignorati, quando le qualità magnetiche del cuore si risvegliano e rispondono agli altri due

aspetti divini, l’uomo è in grado di vivere nelle nuove sfere di luce, amore e servizio che gli si

aprono dinanzi: è iniziato.

Questi sono i misteri di cui tratterà il Cristo. Il riconoscimento della presenza Sua e dei

Suoi discepoli renderà possibile uno sviluppo della coscienza più rapido.


129


La stimolazione della Gerarchia manifesta diverrà sempre più potente, e nell’era


dell’Acquario gli uomini che accetteranno la grande Rinuncia saranno così numerosi che lo

sforzo mondiale sarà paragonabile all’educazione di massa avvenuta durante l’era dei Pesci.

Il


materialismo come principio di massa verrà rinnegato


e i valori spirituali assumeranno maggior


dominio.

Il culmine di una civiltà, con la sua nota particolare, la sua qualità e i doni che offre ai

posteri esprime il riflesso dell’intento spirituale e, tramite le moltitudini che vi partecipano, di

una iniziazione. Verrà giorno in cui la storia sarà fondata sul progresso iniziatico

dell’umanità, ma prima dovrà basarsi sullo sviluppo prodotto dalle grandi idee fondamentali:

questa sarà la prossima presentazione della storia.

La cultura in ogni dato periodo non è che il riflesso della capacità creativa e del grado di

espansione di coscienza dei suoi iniziati. i quali sanno di esserlo e di essere in diretto rapporto

con la Gerarchia. Attualmente non usiamo i termini civiltà e cultura nel loro senso esatto. La

civiltà è il

riflesso nelle moltitudini umane di un particolare influsso ciclico che conduce ad


una iniziazione. La cultura è esotericamente connessa con coloro i quali, in ogni civiltà, penetrano

in modo specifico, esatto e cosciente, mediante sforzo volontario, nelle sfere interiori

d’attività di pensiero che chiamiamo mondo creativo. La civiltà esterna è dovuta a quelle sfere.


130


La riapparizione del Cristo indica un più stretto rapporto fra i mondi del pensiero interiori


ed esteriori. Il mondo del significato e quello dell’esperienza si fonderanno naturalmente in

seguito allo stimolo prodotto dall’avvento della Gerarchia e del Suo capo, il Cristo. Il principale

risultato sarà un potente sviluppo della comprensione e dei rapporti umani.


IV. Dispersione dell’annebbiamento astrale


Il termine “annebbiamento astrale”, che indica la caratteristica predominante del piano

astrale, non è mai stato usato in modo esatto, e purtroppo è stato adoperato fin dai primi insegnamenti

esoterici. Il cosiddetto “piano astrale” è semplicemente il complesso delle reazioni

della sensibilità e del sentimento, e della sostanza emozionale che l’uomo ha creato con tanta

potenza e proiettata con tanto successo da esserne oggi la vittima. L’ottanta per cento degli

insegnamenti sul piano astrale fa parte della grande illusione e di quel mondo irreale cui ci riferiamo

con l’antica preghiera: “Guidaci dall’Irreale al Reale”. Quanto è stato detto del mondo

astrale ha in genere ben poco fondamento; tuttavia è stato utile quale campo d’esperienza

in cui imparare a distinguere fra vero e falso; e inoltre l’ambito in cui l’aspirante può usare la

facoltà mentale della discriminazione, il mezzo adatto per scoprire l’errore e rivelare la verità.

Quando avremo “la mente che è nel Cristo” (Filip. 11, 5), ci accorgeremo che il suo

dominio sulla natura emotiva e sulla sfera della sensibilità (il piano astrale se preferite) divie60

ne completo. Il precedente dominio della natura senziente e di tutta la sua sfera d’influenza

scompare. Questa in realtà non esiste, se non quale campo di servizio ed è un mondo in cui

l’uomo vaga nella confusione e nella disperazione.


131


Il servizio più grande che un uomo possa rendere ai suoi fratelli è di liberarsi dal dominio


di quel piano

dirigendo le proprie energie mediante il potere del Cristo interiore. Egli si accorgerà


allora che le forze accentrate in se stesso e le energie del desiderio personale e

dell’amor emotivo vengono sostituite da una energia vitale che può essere percepita in modo

generale, sebbene non si possa ancora farla propria nella sua pura essenza; questa energia è

“l’amore di Dio”. È questa la forza magneticamente attrattiva che fluisce libera, e riconduce

ogni pellegrino alla Casa del Padre. È questa la forza che si agita nel cuore dell’umanità e si

esprime tramite grandi Avatar come il Cristo; che guida l’anelito mistico esistente in ogni

uomo e opera attraverso tutti i movimenti che hanno per obiettivo il bene dell’umanità, utilizzando

tutte le tendenze filantropiche ed educative di ogni specie e l’universale istinto materno.

Ma si tratta essenzialmente di un sentimento di gruppo, e solo nell’era dell’Acquario e

come risultato del ritorno del Cristo, la sua natura verrà realmente compresa e l’amore di Dio

si diffonderà in ogni cuore umano.

Il Cristo conosceva bene il mondo dell’annebbiamento e dell’illusione, e dimostrò che il

vero amore poteva dominarlo. Le Sue tre grandi tentazioni nel deserto furono in parte basate

sui tre aspetti dell’illusione mondiale:

l’illusione creata dalla mente, l’annebbiamento del piano


emotivo e il

labirinto delle circostanze terrene. Questi tre aspetti dell’illusione minacciarono


di confonderlo; Egli li affrontò uno dopo l’altro enunciando nettamente un principio e

non con argomentazioni della mente analitica; uscì da quella triplice esperienza per amare, insegnare

e guarire. Al Suo ritorno il Cristo opererà per dissipare l’annebbiamento mondiale, e

il Buddha gli ha già preparato la via.


132


Perciò la possibilità di tale dissipazione dipende decisamente dai due Avatar, il Buddha e il


Cristo. Attualmente una delle cose che è essenziale rendere nota agli uomini e alle nazioni, è

la natura dell’opera da Essi intrapresa, e accentuare di nuovo le verità che hanno proiettato nel

campo del pensiero. L’opera svolta dal Signore della Luce e dal Signore dell’Amore deve essere

nuovamente presentata al mondo, che ne ha grande necessità; a tale proposito aggiungiamo

che alcune nazioni hanno bisogno di comprendere l’insegnamento del Buddha enunciato

con le

Quattro Nobili Verità; devono rendersi conto che causa di tutta l’infelicità e di


ogni miseria è l’uso errato del desiderio, ossia il desiderio volto a ciò che è materiale e transitorio.

Le Nazioni Unite devono imparare ad applicare la Legge dell’Amore come enunciata

dal Cristo con la propria vita, e ad esprimere la vitalità contenuta nella verità che “nessuno vive

per se stesso” (Romani, XIV, 7), così come nessuna nazione; meta di tutti gli sforzi umani

e la comprensione amorevole, stimolata da un programma di amore e di giusti rapporti per

l’umanità intera.

Se la vita di questi due grandi Maestri sarà compresa, e i Loro insegnamenti saranno

applicati in modo nuovo nella vita dell’uomo e nel mondo delle vicende umane, nel regno del

pensiero e nel campo degli scambi politici ed economici, l’attuale ordine mondiale (che è ampiamente

solo disordine!) potrà essere a tal punto modificato e trasformato da rendere possibile

il graduale avvento di un ordinamento nuovo e di una nuova umanità. L’annebbiamento astrale

e l’illusione saranno dispersi ed eliminati.


133


Nel mondo dell’annebbiamento, la sfera del piano astrale e delle emozioni, molti secoli fa


apparve un punto di luce; il Signore della Luce, il Buddha, si accinse a focalizzare in Sé

l’illuminazione che col tempo avrebbe reso possibile la dissipazione dell’annebbiamento astrale.

Nel mondo dell’illusione, il piano mentale, apparve il Cristo, il Signore dell’Amore.

61

Egli si accinse a disperdere l’illusione attraendo a Sé (con il potere dell’amore) i cuori di tutti

gli uomini, ed espresse tale decisione con le parole: “Quando sarò innalzato attirerò tutti gli

uomini a Me” (Giov. XII, 32).

L’opera congiunta dei due grandi Figli di Dio, concentrata attraverso i discepoli mondiali

e gli iniziati, dovrà inevitabilmente dissipare l’illusione e l’annebbiamento: l’una per

mezzo del riconoscimento intuitivo della realtà da parte delle menti che possono percepirla,

l’altro mediante l’afflusso della luce della ragione. Il Buddha compì il primo tentativo per dissipare

l’annebbiamento mondiale; il Cristo quello per disperdere l’illusione. Ora la Loro opera

deve essere portata avanti con intelligenza da un’umanità abbastanza avveduta da riconoscere

il proprio dovere.

Gli uomini si stanno rapidamente disingannando e di conseguenza acquisteranno una

visione più chiara. L’annebbiamento generale viene costantemente rimosso dalle vie

dell’uomo. Questi due progressi si sono prodotti per l’afflusso di nuove idee focalizzate tramite

gli intuitivi e diffuse poi fra gli uomini in generale dai pensatori. Un grande aiuto viene

anche apportato dal riconoscimento inconscio, ma non meno reale, del vero significato delle


Quattro Nobili Verità


da parte delle moltitudini. Libera dalle illusioni e dall’annebbiamento


emotivo, l’umanità attende la nuova rivelazione, che sarà il risultato dell’opera congiunta del

Buddha e del Cristo. Tutto ciò che ne possiamo prevedere è che la fusione della luce e

dell’amore, e la reazione della “sostanza illuminata” al “potere attrattivo dell’amore” produrranno

potenti e vasti risultati.


134


Con queste parole ho offerto una chiave per comprendere l’opera dei due grandi Avatar,


finora completamente incompresa. Possiamo aggiungere che quando sarà valutato il significato

delle parole “trasfigurazione di un essere umano”, si comprenderà che “quando il corpo è

illuminato” (Luca, XI, XXXVI, 9) “nella Tua luce vedremo la luce” (Salmi, XXVI, 9). Ciò

significa che quando la personalità ha raggiunto un dato grado di purezza, di dedizione ed illuminazione,

il potere attrattivo dell’anima, la cui natura è amore e comprensione, può agire e

fondere anima e personalità. È quanto il Cristo ha provato e dimostrato.

Quando l’opera del Buddha (o principio saggezza incarnato) sarà compiuta nell’aspirante

discepolo e nella sua personalità integrata, anche quella del Cristo (l’amore incarnato)

potrà compiersi, e luce e amore troveranno espressione radiosa nel discepolo trasfigurato. Ciò

che è vero per l’individuo è vero anche per l’umanità intera che oggi, raggiunta la maturità,

può “accedere alla comprensione” e prendere parte cosciente all’opera di illuminazione e di

amorevole attività spirituale. Gli effetti pratici saranno l’eliminazione dell’annebbiamento astrale

e la liberazione dello spirito umano dalla schiavitù della materia; inoltre l’illusione si

dissolverà e la verità verrà riconosciuta per ciò che è nella coscienza di coloro che sono polarizzati

nella consapevolezza del Cristo. Necessariamente questo non avverrà in modo rapido,

ma sarà un procedimento ordinato e regolare che avrà sicuramente buon esito, ma sarà relativamente

lento.


135


Questo processo fu iniziato sul piano astrale dal Buddha, e sul piano mentale allorché il


Cristo si manifestò sulla terra. Fu segno che il

genere umano si avvicinava alla maturità.


Questo processo si è andato intensificando lentamente via via che i due grandi Esseri hanno

riunito attorno a sé discepoli e iniziati durante gli scorsi duemila anni. Esso è giunto ad un

grado di grande utilità poiché il canale di comunicazione fra il “Centro ove il volere di Dio è

conosciuto” e la Gerarchia, dove l’Amore di Dio si manifesta, è stato aperto ed ampliato, e il

contatto fra questi due grandi centri e l’umanità è stato stabilito più fermamente.

Migliaia di uomini e donne intelligenti saranno messi in grado di liberarsi da ogni inganno

e dal dominio delle emozioni. Quando i

cuori degli uomini saranno attivi, l’attività e62


motiva del plesso solare cessa. Questo è un fatto. È il cuore dell’uomo che risponde alla

chiamata del Cristo, ed oggi

i cuori degli uomini diventano sempre più invocativi.


L’angoscioso ciclo emotivo dell’ultimo secolo e la tensione emotiva odierna hanno la loro

parte nel preparare l’umanità ad emergere nella sfera del chiaro pensiero; è una svolta importante

nella sua storia, e sarà uno dei risultati della futura opera scientifica (se possiamo usare

questo termine) compiuto dal Cristo sui cuori degli uomini, e che li metterà in rapporto col

Cuore di Dio.

Per l’ampiezza di questo soggetto e per la vastità della sfera psicologica nella quale oggi

vivono le moltitudini, non è possibile dire di più. Questo campo d’esperienza e di prove è

ben noto a tutti gli aspiranti e costituisce il campo di battaglia per milioni di uomini. Il Cristo

interiore, che guida la vita individuale, può porre termine a quella lotta e l’aspirante può uscirne

dotato di chiara visione e senza paura.


136


La riapparizione del Cristo fra gli uomini avrà un effetto analogo sull’umanità nel suo


complesso, in virtù della vitalità della Sua Presenza, che stimolerà il principio cristico in ogni

cuore umano.

63


CAPITOLO VI

LA NUOVA RELIGIONE MONDIALE

137


Oggi il mondo è orientato più spiritualmente di quanto sia mai stato. Lo dico con piena


conoscenza dell’idea generalmente accettata secondo la quale l’umanità è spiritualmente a terra,

e che mai il suo livello spirituale è stato così basso. Quest’idea è in gran parte dovuta al

fatto che gli uomini non s’interessano molto alle presentazioni ortodosse della verità e che le

chiese sono disertate ed accusate di non essere riuscite ad insegnare a vivere in modo corretto.

Purtroppo queste affermazioni sono giuste, ma resta tuttavia il fatto che ovunque si cerca la

verità e la liberazione spirituale, e che il vero spirito religioso è più desto oggi che in qualsiasi

altro momento della storia. Ciò vale in modo particolare per i paesi che più hanno sofferto per

la guerra mondiale. Gli Stati Uniti e i paesi neutrali non mostrano ancora segni di vero risveglio

spirituale. Gli altri paesi invece sono vivi spiritualmente, non perché seguano vie ortodosse,

ma perché cercano e chiedono veramente la luce.

Lo spirito religioso dell’umanità è oggi più che mai concentrato sulla Realtà. Le religioni

ortodosse passano rapidamente in seconda linea nella mente degli uomini, mentre senza

dubbio ci stiamo avvicinando alla Realtà spirituale centrale. Le teologie (tanto in Oriente che

in Occidente) sono cristallizzate e inadeguate.


138


Il clero, gli istruttori ortodossi e ligi ai principi (fanatici, seppure sinceri) cercano di


perpetuare ciò che è vecchio e che in passato poteva soddisfare, ma che oggi è insufficiente.

Uomini religiosi sinceri, ma non illuminati, deplorano che la gioventù si ribelli a quelle dottrine

ma allo stesso tempo, insieme ai ricercatori, invocano anch’essi una nuova rivelazione.

Cercano qualche cosa di nuovo e d’affascinante che attragga le moltitudini e le riconduca a

Dio. Essi temono che si debba rinunciare a qualche cosa, che occorrano nuove interpretazioni

delle antiche verità, ma non sono in grado di comprendere che è necessaria una nuova visione

(quale è nel Cristo). Sentono l’approssimarsi di nuove rivelazioni spirituali, ma si ritraggono

di fronte ai loro effetti rivoluzionari. Si rivolgono molte domande e sono assillati da dubbi

profondi e penosi. È interessante notare che le risposte vengono (e sempre più verranno) da

due parti: dalle moltitudini che pensano, il cui sviluppo intellettuale è la causa della loro rivolta

in materia di religioni, e dalla sorgente di verità e di luce che adombra la Terra e che infallibilmente

ha causato la rivelazione lungo le età. Per quanto si può prevedere, le risposte non

verranno dalle organizzazioni religiose, né asiatiche né occidentali.

Alcune di quelle interrogazioni si possono così formulare: Perché le chiese sono state

incapaci di arrestare la soverchiante manifestazione del male dimostratasi nella guerra mondiale?

Perché le religioni si sono dimostrate inadeguate alle necessità degli uomini?

Perché le cosiddette guide spirituali del mondo religioso si sono dimostrate incapaci di

risolvere i problemi mondiali?


139


Perché gli istruttori cristiani, esponenti del Dio d’Amore, non sono stati in grado di


arginare lo sviluppo dell’odio?

Perché la maggioranza di questi istruttori è così settaria, separativa ed esclusiva nel suo

approccio alla verità? (Ne esiste, tuttavia, una minoranza di mente più aperta).

Perché molti giovani rifiutano di frequentare le chiese e di accettarne le dottrine?

Perché nel mondo odierno, anziché la vita, trionfa la morte?

Perché oggigiorno sorgono così tanti nuovi culti che allontanano tanti dalle istituzioni

religiose ortodosse?

64

Perché movimenti quali la “ Scienza Mentale”, “Unità” e “Il Nuovo Pensiero” distolgono

tanti da organizzazioni meglio costituite?

Notate la parola “organizzazioni”, perché è la chiave del problema.

Perché le filosofie e le teologie orientali, le varie forme di yoga, gli insegnamenti buddisti

acquistano sempre maggior rilievo?

Perché l’astrologia, la numerologia e vari riti magici trovano numerosi aderenti, mentre

le chiese sono vuote e frequentate in gran parte da anziani, da conservatori o da coloro che vi

si recano per forza d’abitudine o per disperazione?

Infine, cosa è errato nella presentazione delle realtà spirituali e delle verità di tutti i tempi?

Molte sono le risposte. La più importante e che tanto le chiese occidentali, quanto gli istruttori

orientali, hanno offerto

una presentazione della verità divina che non è cresciuta di


pari passo con lo sviluppo intellettuale dello spirito umano.


A chi pone domande si risponde


infatti sempre con le stesse forme verbali e le stesse idee, che non ne appagano la mente e che

in pratica, in questo mondo così difficile, non servono.


140


Si pretende una fede cieca che non si ponga domande, ma non di comprendere; gli si dice


che non è in grado di comprendere, ma si vuole che accetti le interpretazioni e i concetti di altre

menti umane che pretendono di capire e di conoscere la verità. Ma l’uomo che si interroga

non crede che quelle menti e quelle interpretazioni siano migliori delle sue. Si ritiene che le

vecchie formule, le vecchie teologie e le medesime vecchie interpretazioni siano adeguate alle

esigenze e agli interrogativi dell’uomo moderno, ma non lo sono.


La Chiesa è oggi la tomba del Cristo, e la teologia è 1a pietra che ne chiude il sepolcro.


Non si tratta tuttavia di attaccare il cristianesimo.

Esso non può essere attaccato, è


un’espressione, in potenza ma non ancora fattiva, dell’amore di Dio immanente nel creato.


Il


clericalismo si è invece esposto da sé agli attacchi, e la maggior parte degli uomini che pensano

ne sono consapevoli, ma sfortunatamente sono ancora una ristretta minoranza. Ciononostante

questi pochi (quando saranno la maggioranza, e oggi aumentano velocemente) abbatteranno

il dominio clericale e diffonderanno il vero insegnamento del Cristo. Non è possibile

che Egli si compiaccia dei grandi templi di pietra eretti dal clero, mentre il Suo popolo è lasciato

senza guida e all’oscuro delle vicende mondiali; certo sente (con cuore dolorante) che

la semplicità che ha insegnato e il chiaro cammino che ha indicato per giungere a Dio sono

scomparsi fra le nebbie della teologia (fin dai tempi di S. Paolo) e nelle secolari diatribe degli

ecclesiastici. Gli uomini si sono allontanati molto dalla semplicità di pensiero e dalla semplice

vita spirituale dei primi cristiani.


141


La separatività delle chiese e l’arroganza dei teologi sono per il Cristo cose errate e


spiacevoli poiché dividono il mondo in credenti e miscredenti, in cristiani e atei, illuminati e

ottenebrati, ciò che è contrario a quanto intendeva quando disse: “Ho altre pecore, che non

sono di quest’ovile” (Giov., X, 16).

Non è il male che oggi dilaga nel mondo ad ostacolare la rivelazione e lo sviluppo della

vita spirituale. Il male è il risultato dell’incomprensione e dell’errato orientamento della mente

umana, dell’importanza data alle cose materiali, prodotta da millenni d’attività competitive; è

sorretto dal fallimento delle organizzazioni religiose di tutto il mondo, che non hanno preservato

la verità nella sua purezza, né evitato il concetto fanatico che la loro interpretazione sia necessariamente

la sola e la giusta. I teologi si sono battuti (e con sincerità d’intenti) per formula65

zioni verbali che credevano le sole vere e corrette espressioni dell’idea divina, ma fra le parole

persero di vista il Cristo; il clero ha dato prova di abilità nel raccogliere e amministrare fondi

per costruire grandi edifici, mentre dovunque molti figli di Dio non avevano di che coprirsi e

sfamarsi e così smarrirono la fede nell’amore divino. Come far fronte all’esigenza dell’umanità

di essere guidata spiritualmente, se i maggiori rappresentanti delle chiese si occupano di questioni

temporali, se la cattolica, la greca ortodossa e la protestante insistono su pompose cerimonie,

si dedicano ad edificare grandi cattedrali, a fornirle d’arredi e arnesi in oro e argento, di

abiti sfarzosi e gioielli, e tutti quei beni accessori cari alla mentalità clericale?


142


Come salvare i bimbi che muoiono di fame, anche in Europa, se papi e arcivescovi


chiedono denaro per altre chiese, e quelle che esistono sono deserte? Come potrà illuminarsi

di nuovo la mente dell’uomo, se il clero grava sul popolo con la paura, affinché accetti le vecchie

interpretazioni teologiche e i vecchi metodi di avvicinarsi a Dio? Come soddisfare le esigenze

spirituali e intellettuali del popolo se nei seminari non s’insegna nulla di nuovo o

d’adatto all’epoca odierna, e a guidare l’umanità si mandano dei giovani esperti solo in dottrine

del passato? Questi iniziano con grandi speranze e alte visioni gli studi e la preparazione

religiosa al loro ministero; ne escono con poca speranza, poca fede, ma in compenso decisi a

farsi valere per salire in alto fra i gradi della chiesa.

C’è da chiedersi se il Cristo sarebbe oggi di casa nelle chiese, se tornasse fra gli uomini.

Riti e cerimonie, pompa e costumi, gerarchie di papi, cardinali, arcivescovi, canonici, pastori

e clero ordinario, probabilmente interesserebbero ben poco a quel Figlio di Dio che visse in

semplicità e non aveva dove posare il capo. In passato, il modo di presentare la verità ha bloccato

lo sviluppo dello spirito religioso; la teologia ha condotto l’umanità alle soglie della disperazione;

la crescita del fiore delicato della vita cristica è stato soffocato nelle oscure caverne

del pensiero umano; l’adesione fanatica a certe interpretazioni, frutto di menti umane, ha

sostituito la vita vissuta da cristiani; milioni di libri hanno cancellato le parole viventi del Cristo;

le dissertazioni e le discussioni dei preti hanno estinto la luce accesa dal Buddha, e mentre

gli uomini disputavano sul significato di frasi e parole, l’amore di Dio rivelato dalla vita

del Cristo è stato dimenticato.


143


Nel frattempo gli uomini agonizzavano, morivano di fame, soffrivano, invocavano aiuto e


consiglio e, non ricevendoli, smarrivano la fede.

Ovunque oggi gli uomini sono pronti per ricevere luce; sono in attesa di nuova rivelazione

e di una nuova legge religiosa, e l’umanità ha tanto progredito nell’evoluzione, che non

chiede e attende soltanto un miglioramento materiale, ma anche visione spirituale, veri valori

e giusti rapporti umani. Insieme al cibo, al vestiario che sono loro necessari, chiedono insegnamenti

e aiuto spirituale, e la possibilità di vivere e lavorare in libertà; in vaste regioni del

mondo patiscono la carestia, ma avvertono con uguale sgomento la carestia dell’anima.

Possiamo ritenere che questo sgomento e questa esigenza spirituale abbiano un posto

predominante nella coscienza del Cristo. Quando Egli verrà con la Chiesa finora invisibile,

che farà per rispondere al grido di invocazione dell’umanità e alla più intensa percezione spirituale?

Egli vede l’intero quadro. Il grido dei Cristiani che invocano aiuto spirituale, il grido

dei Buddisti che chiedono illuminazione, il grido degli Indù che invocano comprensione spirituale,

assieme alle implorazioni di tutti coloro che hanno o non hanno fede, devono ricevere

risposta. Le richieste dell’umanità salgono al Cristo e ai Suoi discepoli, che non hanno pregiudizi

di setta, possiamo esserne certi. È impossibile pensare che si interessino ai punti di vista

dei Fondamentalisti, o alle teorie dei teologi sull’Immacolata Concezione o sulla espiazione

redentrice, o sull’infallibilità del Papa.

66


144


L’umanità è in condizioni disperate e occorre far fronte alle sue necessità; soltanto grandi e


fondamentali principi di vita, sempre validi per il passato e per il presente e base del futuro,

soddisferanno realmente questa invocazione. Il Cristo e la Gerarchia non verranno a distruggere

tutto ciò che gli uomini hanno finora riconosciuto “necessario per la salvezza” e che ha

soddisfatto le richieste del loro spirito. Con il Suo ritorno scomparirà certamente tutto ciò che

non è essenziale, ma resteranno gli elementi fondamentali della fede sui quali potrà costituire

la nuova religione mondiale che gli uomini attendono. Questa

deve essere basata sulle verità


che hanno resistito alle prove di tutte le età e che hanno sempre dato certezza e conforto a tutti

gli uomini: Esse sono:

1

. La realtà di Dio


È anzitutto essenziale riconoscere il fatto dell’esistenza di Dio. Questa realtà centrale

può essere chiamata con qualsiasi nome, secondo le tendenze mentali o emotive, la tradizione

o l’eredità di razza, perché non può essere definita o condizionata da alcun nome. Gli uomini

usano necessariamente dei nomi per esprimere ciò che sentono, percepiscono e sanno, tanto

del mondo fenomenico quanto di quello intangibile. Coscientemente o meno riconoscono Dio

trascendente e immanente. Sentono che Egli è il Creatore e l’ispirazione di tutto ciò che esiste.

Le religioni orientali hanno accentuato

Dio immanente nel profondo del cuore umano,


“più vicino dei piedi e delle mani”, il Sé, l’Uno, Atma; “più piccolo del piccolo”, eppure onnipervadente.

Quelle occidentali hanno presentato

Dio trascendente, esterno all’universo,


l’Osservatore. Questo concetto della divinità ha condizionato gli uomini soprattutto perché si

manifesta nei processi naturali; più tardi, nella legge religiosa ebraica Dio apparve quale Jehovah,

quale anima di una nazione.


145


Poi venne considerato quale uomo perfetto, e il divino Uomo-Dio camminò sulla Terra


nella Persona del Cristo. Oggi si va sempre più affermando il concetto di Dio immanente in

ogni uomo e in ogni forma creata. Oggi le chiese dovrebbero offrire la sintesi dei due concetti

che troviamo espressi da Shri Krishna nella

Bhagavad Gita: “Avendo pervaso con un frammento


di Me l’intero universo, Io rimango”. Dio, più vasto di tutto il creato, eppure presente

anche in ciascuna sua parte; Dio trascendente, garanzia del piano per il mondo, Proposito che

condiziona tutto ciò che vive, dall’atomo infinitesimo, attraverso tutti i regni della natura, fino

all’uomo.

2

. Il rapporto fra uomo e Dio


La seconda verità cui tutti prestano fede, a qualunque religione appartengano, è

l’essenziale rapporto fra uomo e Dio. Il senso del divino, spesso rudimentale e indefinito, è

innato nella coscienza umana. “Siamo tutti Figli di Dio” (Galati, III, 26). “Uno è nostro Padre

e nostro Dio”, hanno detto il Cristo e tutti i Maestri e gli Avatar. “Quale è Cristo, tali siamo

anche noi in questo mondo” (Giovanni, I,IV, 17). “Più intimo Egli è del respiro; più vicino

delle mani e dei piedi” inneggiano gli Indù. “Il Cristo in noi, speranza di gloria” afferma

trionfalmente S. Paolo.

3

. Il fatto dell’immortalità e dell’eterna Persistenza


La terza verità è il senso di persistenza, dell’eternità della vita o immortalità.

67


146


Questo riconoscimento è inevitabile; quel senso di persistenza è insito nell’umanità non meno


dell’istinto di conservazione. Con tale intima convinzione affrontiamo la morte e sappiamo

che vivremo ancora; che andiamo e veniamo e che continueremo a vivere perché siamo divini

e dirigiamo il nostro destino. Sappiamo di esserci prefissi una meta ed essa è “una vita più

abbondante” in qualche luogo, qui o là, e infine ovunque.

Lo spirito dell’uomo non muore, vive in eterno, progredendo di grado in grado, di stadio

in stadio sul sentiero dell’evoluzione, sviluppando costantemente, uno dopo l’altro, gli aspetti

e gli attributi divini. Questa verità implica necessariamente il riconoscimento di due

grandi processi naturali: la legge di rinascita e quella di causa ed effetto. Le chiese occidentali

si sono rifiutate di ammettere la rinascita ed hanno perciò vagato in un groviglio teologico, in

un vicolo cieco da cui non possono uscire. Quelle orientali hanno invece accentuato in modo

eccessivo quelle leggi, e i popoli hanno di conseguenza assunto un atteggiamento passivo verso

la vita e i suoi processi, dato che la rinascita offre occasioni sempre rinnovate. Il cristianesimo

ha posto l’accento sull’immortalità, ma prospettandola come eterna felicità subordinata

all’accettazione di un dogma: professare la religione cristiana per poi aver accesso ad un cielo

un po’ fatuo, o rifiutarla e passare in un inferno assurdo, derivante dalla teologia del

Vecchio


Testamento


che presenta un Dio pieno d’odio e gelosia. Entrambi i concetti sono oggi rifiutati


da chi pensi in modo sano e corretto. Chiunque abbia capacità di raziocinio e sincera fede in

un Dio amorevole, respinge il paradiso descritto dal clero e non desidera andarci. Ancor meno

è disposto ad ammettere quel “lago ardente” o quelle eterne torture cui un Dio d’Amore sottoporrebbe

chi non presta fede alle teologie medievali o non segue quella parte irrazionale del

clero che con la dottrina, la paura e le minacce, cerca di tenere i fedeli legati ad insegnamenti

vecchi e superati.


147


La verità essenziale è diversa. “Quello che l’uomo semina, quello mieterà”, (Gal. VI,7) è


una verità che occorre porre di nuovo in evidenza. Con queste parole S. Paolo espresse

l’antico e vero insegnamento della legge di causa ed effetto o del Karma.

L’immortalità dell’anima umana e l’innata capacità dell’uomo interiore spirituale di operare

la propria salvezza, in base alla legge della rinascita e in accordo con quella di causa ed

effetto, sono gli elementi che regolano la condotta e le aspirazioni. A queste due leggi nessuno

può sottrarsi; costantemente condizionano l’uomo fino a quando sia giunto alla perfezione

che desidera e cui è destinato, e si manifesti nel mondo quale operante figlio di Dio.

4

. La continuità della rivelazione e gli accostamenti divini


Una quarta verità essenziale e che chiarifica tutta l’opera predisposta dal Cristo è connessa

con la rivelazione spirituale e con la necessità che l’uomo ha di Dio e Dio dell’uomo.

Mai la divinità ha lasciato gli uomini privi della sua testimonianza. Mai è avvenuto che

l’uomo abbia invocato luce e la luce non sia apparsa. Mai vi è stata un’epoca, un ciclo o un

periodo in cui non siano stati largiti l’insegnamento e l’aiuto spirituale richiesti dalle necessità

umane. Ma i cuori e le menti si sono protesi verso Dio senza che Egli si sia avvicinato ad essi.


148


In realtà, la storia umana è la storia dell’invocazione di luce e di contatto con Dio da parte


dell’uomo e del conseguente afflusso di luce, e dell’avvicinamento all’uomo da parte di Dio.

Sempre un Salvatore, un Avatar o un Maestro mondiale è disceso dal segreto luogo dell’Altissimo

con una rivelazione nuova, una nuova speranza, un n uovo impulso verso una più

perfetta vita spirituale.

I più importanti di tali approcci hanno influito sull’umanità nel suo complesso, altri di

minore importanza ne hanno influenzato soltanto una parte relativamente limitata, una nazio68

ne o un gruppo. Coloro che vengono a rivelare l’amore di Dio, giungono dal centro spirituale

che il Cristo indicò quale “Regno di Dio”. In esso dimorano “gli spiriti dei giusti, arrivati alla

perfezione”, le guide spirituali dell’umanità, gli Esseri che attuano il Piano e dirigono e sorvegliano

le vicende umane e planetarie. Al regno di Dio sono attribuiti molti nomi: è chiamato

la Gerarchia, la Dimora della Luce, il Centro dei Maestri di Saggezza, la grande Loggia

Bianca. Da esso provengono i Messaggeri della saggezza divina, i custodi della verità quale è

in Cristo, e coloro che hanno il compito di salvare il mondo, comunicare le successive rivelazioni

e dimostrare la divinità. Tutte le Scritture testimoniano l’esistenza di quel centro

d’energia spirituale. La Gerarchia si è costantemente avvicinata all’umanità, man mano che

gli uomini sono divenuti più coscienti della divinità e più atti al contatto con essa.

Un altro grande approccio e un’altra rivelazione sono ora possibili. Una nuova rivelazione

aleggia sull’umanità, e Colui che la recherà e stimolerà si avvicina sempre più.


149


Cosa porterà agli uomini questo grande approccio non sappiamo ancora. Porterà certamente


precisi risultati, come tutte le rivelazioni precedenti e le missioni di chi venne in risposta

alle richieste della umanità. La guerra mondiale ha purificato l’umanità, e l’avvento di un

nuovo cielo e di una nuova terra si avvicina. Cosa intendono i teologi con “un nuovo cielo”?

Queste parole non potrebbero forse indicare qualche cosa di interamente nuovo, una nuova

concezione del mondo delle realtà spirituali? Colui che viene non potrebbe portare una nuova

rivelazione sulla vera natura di Dio? Conosciamo forse tutto ciò che se ne può conoscere? Se

così fosse, Dio sarebbe molto limitato. Forse l’attuale idea di Dio, quale Mente universale,

Amore e Volontà si arricchirà di qualche nuova idea o qualità per le quali non possediamo

ancora un nome e di cui nulla sappiamo. Ciascuno dei tre concetti della divinità, della Trinità,

era del tutto nuovo quando venne presentato alla mente o coscienza umana.

Da alcuni anni la Gerarchia si sta avvicinando all’umanità, e a ciò si devono i grandi

concetti di libertà così cari al cuore di tutti. Il sogno della fratellanza, del cameratismo, della

cooperazione mondiale e di una pace basata sui giusti rapporti umani va chiarificandosi nelle

menti. Si forma anche la visione di una nuova, vivente religione mondiale, una fede universale

che avrà le radici nel passato, ma che farà apparire con chiarezza la bellezza nascente e la

prossima rivelazione vitale.

Di una cosa possiamo essere certi: l’approssimarsi della Gerarchia, in modo profondamente

spirituale, eppure del tutto reale, dimostrerà la verità dell’immanenza di Dio. Le chiese

hanno accentuato e proclamato Dio che crea, sostiene ed è attivo, ma allo stesso tempo è fuori

della Sua creazione, un Osservatore imperscrutabile.


150


Il concetto di un Creatore trascendente deve essere riconosciuto errato e a questa dottrina si


deve contrapporre la manifestazione di Dio nell’uomo, speranza di gloria. Questo è sicuramente

ciò che l’atteso approccio dimostrerà; esso darà inoltre la prova dell’intimo rapporto fra

Dio trascendente ed il fatto che “in Lui abbiamo vita, movimento ed essere”, poiché “avendo

pervaso con un frammento di Se l’intero universo, Egli

rimane. Dio è immanente nelle forme


di tutte le cose create; la gloria che verrà rivelata sarà l’espressione di quell’innata divinità

in tutti i suoi aspetti e attributi, in tutte le sue qualità e tutti i suoi poteri, tramite l’umanità.

La nuova religione sarà basata sul fatto di Dio e del rapporto fra l’uomo e il divino; sul

fatto dell’immortalità e della continuità di rivelazione, e sul fatto che dal centro divino emergono

costantemente i divini Messaggeri. A questi vanno aggiunte la sicura conoscenza istintiva

dell’esistenza del sentiero che porta a Dio, e la capacità dell’uomo di percorrerlo quando il

processo evolutivo lo conduce ad un nuovo orientamento verso il divino e ad accettare la realtà

di Dio trascendente e di Dio immanente entro ogni forma di vita.

69

Queste sono le verità fondamentali sulle quali poggerà la religione universale del futuro.

La sua nota dominante sarà l’accostamento o avvicinamento divino: “Accostatevi a Dio ed

Egli si accosterà a voi”, (Giacomo, VI, 8) è la grande affermazione che attualmente emana

chiara e in modo nuovo dal Cristo e dalla Gerarchia.


151


Il tema centrale della nuova religione mondiale sarà il riconoscimento dei molti accostamenti


divini e la continuità di rivelazione da essi apportata. Agli uomini di intendimento spirituale

spetta oggi il

compito di preparare l’umanità per il prossimo e (forse) il maggiore di tutti


gli approcci. Il

metodo applicato sarà l’uso intelligente e scientifico dell’Invocazione e dell’Evocazione,


con il riconoscimento della loro potenza.

L’uomo invoca l’approccio divino in vari modi: con un rudimentale e muto appello o

implorazione delle moltitudini, e con deliberata invocazione degli aspiranti, dei servitori intelligenti

e convinti, dei discepoli e degli iniziati, di tutti coloro insomma, che costituiscono il

Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.

La scienza di invocazione ed evocazione sostituirà la preghiera e l’adorazione. Non dispiaccia

l’uso della parola “scienza”. Essa non è la cosa fredda, aridamente intellettuale di cui

spesso si parla. In realtà è l’organizzazione intelligente dell’energia spirituale e delle forze

dell’amore che, se efficaci, evocano la risposta di Esseri spirituali che possono tornare visibilmente

fra gli uomini, stabilendo in tal modo uno stretto rapporto e la costante comunicazione

fra l’umanità e la Gerarchia spirituale.

Per essere ancora più chiari, possiamo dire che l’invocazione è di tre specie: anzitutto,

come già detto, è la richiesta inconscia delle moltitudini, il grido d’implorazione che sale dai

cuori degli uomini quando attraversano un periodo di crisi come quello attuale. Tale grido si

eleva incessante da tutti gli uomini che vivono in condizioni disastrose ed è diretto alla Potenza

che li trascende e che sentono possa venire, e verrà, in loro aiuto nel momento del bisogno

estremo. Questa intensa, muta invocazione s’innalza oggi da tutto il mondo. Vi è poi uno spirito

invocante che uomini sinceri manifestano quando, partecipando ai riti della propria religione,

si valgono delle preghiere e dell’adorazione collettive per le loro domande d’aiuto a

Dio.


152


Questo gruppo, insieme alle moltitudini, oggi rappresenta un immenso corpo di esseri


invocanti; il loro intento unito assume grandi proporzioni e la loro invocazione si eleva fino

all’Altissimo. Vi sono infine gli aspiranti e i discepoli i quali, usando certe formule, certe invocazioni

accuratamente composte, focalizzano il grido e l’appello degli altri due gruppi dando

loro giusta direzione e potenza. Questi tre gruppi, coscientemente o meno, oggi sono attivi

e il loro sforzo unito garantisce l’evocazione che ne consegue.

Questa nuova opera d’invocazione sarà la nota dominante della futura religione e si dividerà

in due parti. L’invocazione delle moltitudini, preparate da coloro che sono orientati

spiritualmente (che svolgeranno la propria opera in seno alle chiese e, quando sia possibile,

sotto la direzione di sacerdoti illuminati) ad accettare il fatto delle energie spirituali che si

stanno avvicinando focalizzate tramite il Cristo e la Gerarchia, e preparate anche ad esprimere

la loro richiesta di luce, liberazione e comprensione. Verrà inoltre compiuta un’opera efficace

di invocazione da coloro che con la giusta meditazione hanno preparata la propria mente, che

conoscono il Potere delle formule, dei mantram e delle invocazioni, ed agiscono perciò coscientemente.

Essi faranno uso crescente di possenti formule che più tardi verranno comunicate

all’umanità come a suo tempo il Padrenostro fu comunicato dal Cristo e come attualmente

ci è stata data la nuova Invocazione dalla Gerarchia.

70

Questa nuova scienza religiosa per la quale l’umanità e stata preparata con la preghiera,

la meditazione e i riti, insegnerà a formulare, in periodi stabiliti dell’anno, la richiesta comune

di rapporto con Dio e di migliori rapporti fra gli uomini.


153


Quest’opera, se adeguatamente compiuta, evocherà una risposta dalla Gerarchia in attesa e


dal Cristo. In virtù di questa risposta, la fede delle moltitudini si trasformerà nella convinzione

dei conoscitori. In tal modo le masse si trasformeranno e diverranno più spirituali e i due

grandi centri d’energia, l’Umanità e la Gerarchia, opereranno uniti e concordi. Allora il regno

di Dio sarà realmente attivo sulla Terra.

È evidente che è possibile indicare solo le grandi linee della nuova religione mondiale.

L’espansione della coscienza umana, conseguenza del prossimo grande approccio, metterà gli

uomini in grado non solo di comprendere il proprio rapporto con la Vita spirituale del pianeta,

“Colui nel quale abbiamo vita, movimento ed essere”, ma di avere inoltre un barlume del rapporto

fra il pianeta e gli Esseri planetari nell’orbita solare, nonché della sfera ancora più vasta

di influssi spirituali che vengono in contatto col nostro sistema mentre procede nello spazio

(le dodici costellazioni zodiacali). Ricerche astronomiche e astrologiche hanno dimostrato

questo rapporto e i suoi influssi, ma molte sono ancora le speculazioni fantastiche. Tuttavia le

chiese hanno sempre riconosciuto quei rapporti e la Bibbia ne dà testimonianza: “Le stelle

hanno combattuto contro Sisera dai loro cerchi”, (Giudici, V, 20), “Puoi tu negare i dolci influssi

delle Pleiadi?” (Giobbe, 38, 31). Molti altri passi testimoniano questa convinzione dei

conoscitori. Numerose sono le festività religiose fissate in riferimento alla luna o ad una costellazione

dello zodiaco. Quando il rituale della nuova religione sarà universalmente costituito,

questo sarà uno dei suoi elementi più importanti.


154


Il fissare alcune festività in rapporto alla luna e, in misura minore, allo zodiaco, rafforzerà


lo spirito d’invocazione ed i conseguenti afflussi evocati. La verità sottostante ad ogni invocazione

basa sul potere del pensiero, particolarmente nella sua natura, nel suo rapporto e aspetto

telepatici. L’unanime pensiero invocante delle moltitudini e quello focalizzato e diretto

del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo costituiscono una

corrente d’energia diretta verso


l’esterno


che raggiungerà telepaticamente gli Esseri spirituali sensibili e capaci di rispondere


a tali influssi. A sua volta la loro risposta, così evocata, verrà

emanata quale energia spirituale


che raggiungerà l’umanità dopo essere stata adattata e trasformata in energia di pensiero; in

tale forma si imprimerà nelle menti, apportando convinzione, ispirazione e rivelazione. Così è

sempre stato nella storia dello sviluppo spirituale e nella procedura seguita per formulare tutte

le Sacre Scritture.

Inoltre, una certa uniformità nei rituali religiosi aiuterà gli uomini a rafforzare reciprocamente

il proprio lavoro, a potenziare fortemente le correnti di pensiero dirette agli Esseri

spirituali in attesa. Attualmente la religione cristiana ha le sue grandi feste, la buddista solennizza

altri eventi spirituali e gli Indù hanno festività ancora diverse. Nel mondo futuro, quando

si sarà organizzato, tutti gli uomini di tendenze e intenzioni spirituali celebreranno le medesime

feste religiose. Ciò permetterà di riunire le loro risorse spirituali e produrrà uno sforzo

spirituale unificato, un’invocazione simultanea la cui potenza spirituale sarà evidente.


155


Indicherò le possibilità di tali eventi spirituali e cercherò di profetizzarne la natura. Vi


saranno ogni anno tre feste principali concentrate in tre mesi consecutivi, il cui impulso spirituale

prolungato influenzerà il resto dell’anno. Esse saranno:

1

. La Festa della Pasqua. È la festa del Cristo risorto e vivente, Istruttore degli uomini e Capo


della Gerarchia spirituale. Egli esprime l’amore di Dio. In questo giorno verrà riconosciuta

la Gerarchia che Egli guida e dirige, e sarà dato rilievo alla natura d’amore di Dio.

71

La data di questa cerimonia è sempre determinata dal primo plenilunio di primavera ed è la

grande festa occidentale e cristiana.

2.

La Festa del Wesak. È la festa del Buddha, Intermediario spirituale fra il sommo centro


spirituale (Shamballa) e la Gerarchia. Il Buddha è espressione della saggezza di Dio, Incarnazione

della Luce, è Colui che addita il Proposito divino. Questa cerimonia verrà annualmente

fissata in concomitanza del plenilunio di maggio, come già avviene. È la grande

festa orientale.

3.

Festa della Buona Volontà. Sarà la festa dello spirito dell’umanità che aspira a Dio e cerca


di conformarsi alla Sua volontà, e sarà consacrata ai giusti rapporti umani. Verrà fissata in

concomitanza del plenilunio di giugno. Sarà il giorno in cui viene riconosciuta la natura

spirituale e divina del genere umano.


156


Per duemila anni, in questa cerimonia il Cristo ha rappresentato l’umanità dinanzi alla


Gerarchia e a Shamballa quale Dio-Uomo, Capo del Suo popolo, “il più anziano in una

grande famiglia di fratelli” (Romani, VIII, 29). Ogni anno, in tale occasione, Egli pronuncia

l’ultimo sermone del Buddha dinanzi a tutta la Gerarchia. Sarà perciò una festa di profonda

invocazione, d’aspirazione alla fratellanza, d’unità spirituale e umana, e rappresenterà

l’effetto nella coscienza umana dell’opera del Buddha e del Cristo.

Queste tre cerimonie sono già celebrate in tutto il mondo, ma non ancora correlate, e

fanno parte dell’approccio spirituale unificato dell’umanità. Si approssima il tempo in cui verranno

celebrate

simultaneamente in tutto il mondo; per loro mezzo verrà attuata una grande


unità spirituale e gli effetti dell’imminente grande accostamento verranno consolidati in virtù

della concorde invocazione di tutta l’umanità.

Gli altri pleniluni dell’anno saranno festività minori, di cui verrà tuttavia riconosciuta la

vitale importanza. Esse stabiliranno gli attributi divini nella coscienza dell’uomo, così come

le tre principali vi stabiliranno i tre aspetti divini. Tali aspetti e qualità potranno essere conosciuti

e precisati con attento studio della natura delle particolari costellazioni che influenzano

quei mesi. Ad esempio, il Capricorno richiamerà l’attenzione sulla prima iniziazione, la nascita

del Cristo nelle profondità del cuore, e indicherà la preparazione necessaria per realizzare

tale grande evento spirituale nella vita dell’uomo. Vi do quest’esempio per indicare gli sviluppi

spirituali che possono derivare dalla comprensione di quegli influssi e le possibilità di

nuova vivificazione delle antiche fedi, mettendo in luce i loro più vasti e perenni rapporti.


157


Le dodici cerimonie annuali costituiranno perciò una rivelazione della divinità. Saranno un


mezzo per attuare un rapporto, in primo luogo durante i tre mesi suaccennati, con i tre grandi

Centri spirituali, le tre espressioni della divina Trinità (Shamballa, Gerarchia, Umanità). Le

feste minori accentueranno l’interrelazione delle parti nel Tutto, elevando in tal modo la presentazione

della divinità dalla sfera individuale e personale al Proposito universale; il rapporto

del Tutto con la parte e della parte col Tutto avrà così piena espressione.

Perciò l’umanità invocherà il potere spirituale del regno di Dio, la Gerarchia; questa risponderà

e i piani di Dio si attueranno allora sulla Terra. La Gerarchia, su una voluta superiore

della spirale, invocherà il “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” invocando così il Proposito

di Dio. In tal modo la Volontà di Dio sarà coronata dall’amore e manifestata con intelligenza.

L’umanità è pronta per questo e la Terra attende.

Riassumendo: la nuova religione mondiale verrà costruita sulla base delle verità già riconosciute.

Diamo della religione una definizione che si dimostrerà più esatta di quante ne abbiano

mai formulate i teologi:

72


Religione è il nome dato all’appello invocativo dell’umanità e alla risposta evocativa

della Vita maggiore a quel grido.


158


È infatti il riconoscimento che la parte ha del proprio rapporto col Tutto, oltre alla richiesta


sempre crescente di maggiore consapevolezza di tale rapporto; essa suscita nel Tutto il riconoscimento

del fatto che la richiesta è stata avanzata. È l’influsso esercitato dalla vibrazione

dell’umanità (orientata specificamente verso la grande Vita della quale sente d’essere parte)

su quella Vita, e la risposta “dell’Amore onnipervadente” alla vibrazione minore. Soltanto

oggi la vibrazione umana può essere debolmente percepita a Shamballa; prima d’ora la sua

più potente attività aveva raggiunto soltanto la Gerarchia. La religione, scienza d’invocazione

ed evocazione per quanto riguarda l’umanità, sarà (nella nuova era) l’accostamento di

un’umanità polarizzata nella mente. In passato la religione era soltanto emotiva; era il rapporto

dell’individuo col mondo della realtà, dell’aspirante con la divinità cercata. Il suo metodo

consisteva nel preparare alla rivelazione di quella divinità, nel conseguire una perfezione che

consentisse quella rivelazione, e nello sviluppare la sensibilità e la capacità di rispondere amorevolmente

all’Uomo ideale, rappresentato per l’umanità odierna dal Cristo. Il Cristo venne

a concludere quest’approccio emotivo, esistito fin dai tempi dell’Atlantide; Egli dimostrò

in Sé la perfezione di cui gli uomini avevano avuto visione ed offrì un esempio, pienamente

manifesto, di tutte le possibilità latenti nell’uomo

fino a quel momento. Conseguire la perfezione


della coscienza del Cristo divenne la più alta meta per l’umanità.

Oggi, lentamente, il concetto di una religione mondiale e la necessità che si avveri, sono

ampiamente auspicati e ovunque si opera in tal senso. La fusione delle religioni è ora oggetto

di discussione. Coloro che operano nel campo religioso formuleranno la struttura di base della

nuova religione. È questa un’opera di sintesi amorevole che accentuerà la fratellanza e l’unità

dello spirito.


159


Quel gruppo costituisce un importante tramite per le attività del Cristo, l’Istruttore del


Mondo. Le fondamenta della nuova religione verranno poste da molti gruppi, ispirati dal Cristo.

Occorre che il clero ricordi che lo spirito umano è più vasto delle chiese e più grande

dei loro insegnamenti. A meno che il clero non torni umilmente a far parte delle moltitudini,

lo spirito umano alla lunga lo sconfiggerà ed entrerà trionfalmente nel regno di Dio lasciandolo

molto indietro. Nulla può arrestare il progresso dell’anima umana nel suo lungo pellegrinare

dalle tenebre alla luce, dall’irreale al reale dalla morte all’immortalità e dall’ignoranza alla

saggezza. Se le grandi istituzioni religiose organizzate d’ogni paese e di tutte le fedi non offriranno

guida e aiuto

spirituali, l’umanità troverà un’altra via. Nulla può mantenere lo spirito


umano lontano da Dio.

Le chiese occidentali devono anche rendersi conto che fondamentalmente esiste una sola

Chiesa, ma che questa non è necessariamente quella cristiana. Dio opera in molti modi, attraverso

molte fedi e molti gruppi religiosi, e nella loro unione la verità si rivelerà nella sua

completezza. Questa è una delle ragioni per eliminare le dottrine non essenziali. Col porre

l’accento sulle dottrine essenziali e sulla loro unione la pienezza della verità si rivelerà. Questo

sarà compito della nuova religione mondiale e procederà rapidamente dopo il ritorno del

Cristo.

73


CAPITOLO VII

PREPARAZIONE PER LA RIAPPARIZIONE DEL CRISTO


La Preparazione Necessaria

L’Opera del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo


160


Se le premesse generali sopra esposte vengono accettate, sorge necessariamente la


domanda: “Cosa si potrebbe fare per accelerare la riapparizione del Cristo?”, e anche: “Vi è

qualche cosa che il singolo possa fare, nel proprio ambiente e con la preparazione, le condizioni

e le risorse di cui dispone?”. L’opportunità è tale e così imperioso è il bisogno di un aiuto

spirituale preciso e chiaro, che siamo posti dinanzi ad una scelta fra l’accettare quell’idea e

la responsabilità che comporta, o respingerla, convinti che non ci riguarda. La nostra decisione

influirà tuttavia in modo determinato su tutto il nostro comportamento successivo, poiché o

collaboreremo secondo le nostre possibilità con coloro che invocano il Cristo e ne preparano

il ritorno, oppure ci uniremo a coloro che considerano tutto questo come un appello agli

sciocchi e ai creduli, e cercheranno probabilmente di impedire che altri vengano illusi e cadano

in quello che ritengono un inganno. Sta a noi decidere da quale parte schierarci. Questa

scelta richiederà tutto il nostro senso dei valori e tutta la nostra capacità di ricerca intuitiva per

soddisfarlo. Potremo allora renderci conto che questo promesso ritorno è in accordo con la

fede religiosa generale, ed è la maggior speranza lasciata alle menti degli uomini che possa

arrecare vero aiuto all’umanità sofferente.


161


A coloro che accettano la possibilità della riapparizione del Cristo e ammettono che la


storia possa ripetersi, rivolgiamo tre domande, cui ciascuno deve rispondere in modo strettamente

individuale:

l. In che modo posso far fronte personalmente a questa scelta?

2. Cosa posso

fare in modo specifico?


3. Quali passi devo compiere e dove sono i compagni di via?

Ciò che è scritto in queste pagine è rivolto essenzialmente a coloro che accettano la realtà

del Cristo, riconoscono la continuità della rivelazione e sono disposti ad ammettere la

possibilità del Suo ritorno.

Le complessità e le difficoltà di questo dopoguerra sono grandissime. Più si è prossimi

alla sorgente della luce e del potere spirituali, più difficile è il problema, poiché quanto avviene

attualmente nelle vicende umane sembra ben lontano da questa possibilità divina. Occorrerà

tutta la pazienza, la comprensione e la buona volontà, ma allo stesso tempo si potranno riconoscere

i fatti con maggiore chiarezza. Vi sono problemi interiori ed esteriori da risolvere,

possibilità interiori ed esteriori da attuare. L’uomo orientato verso lo spirito deve affrontate

tutto questo, ed è facile che venga assalito da un senso di completa impotenza; desidera ardentemente

porgere aiuto, ma non sa che fare; si rende conto delle gravi difficoltà, analizza le

proprie risorse e quelle dei suoi collaboratori, percepisce chiaramente le forze avverse (su scala

più vasta sono quelle che avversano il Cristo) e si domanda: “Di quale utilità può essere il

mio sforzo?”


162


Perché non lasciare che le forze del bene e del male si combattano da sole, che la pressione


della corrente evolutiva, a suo tempo e in un lontano avvenire, concluda la lotta mondiale col

trionfo del bene? Perché tentare di fare qualcosa

ora?”.


Sono reazioni naturali e legittime. La povertà e la fame di milioni di uomini in Europa e

altrove; la paura della Russia (giustificata o meno); l’avidità delle forze del capitalismo di tut74

to il mondo, l’egoismo delle organizzazioni del lavoro; l’aggressività dei Sionisti che reclamano

la proprietà di una terra che non è stata loro da oltre millecinquecento anni, la situazione

degli Ebrei in Europa; la disperazione degli uomini che non scorgono sicurezza o speranza

in nessun luogo; l’opera delle chiese, che cercano di restaurare il vecchio ordine e le vecchie

leggi, e la mancanza di una voce chiara o di una guida, sono tutte cose che fanno sentire agli

uomini l’inutilità di qualunque sforzo. Il problema appare loro troppo vasto, troppo arduo, e si

riconoscono troppo piccoli e impotenti.

Tuttavia, nel mondo vi è un’enorme quantità di vera bontà e di visione. Illimitato e il

numero di coloro che hanno chiare idee umanitarie; la salvezza risiede nelle moltitudini e nei

milioni di uomini di ogni paese che pensano correttamente, e il lavoro preparatorio per il ritorno

del Cristo verrà compiuto da loro. Numericamente essi sono adeguati al compito e occorre

soltanto un nuovo senso di sicurezza e una saggia coordinazione per prepararli al servizio

richiesto perché il ritorno del Cristo divenga possibile.


163


Occorre affrontare i problemi con coraggio, sincerità, intelligenza, e parlare in termini


pratici, con semplicità e con amore, quando si cerca di esporre la verità e di chiarire i problemi.

Le forze del male devono essere sconfitte prima che Colui che gli uomini attendono, il

Cristo, possa venire.

Sapere che Egli è pronto e desideroso di ricomparire visibilmente in mezzo all’umanità

che ama, aggiunge un senso generale di depressione e suscita un’altra domanda vitale: “Per

quanto tempo dovremo resistere e lottare?” La risposta e chiara: Egli verrà certamente quando

sarà stabilita una certa misura di pace, quando il principio di condivisione comincerà almeno

ad essere applicato nel campo economico, e quando le chiese e i gruppi politici avranno iniziato

un’opera di purificazione al loro interno. Allora Egli potrà venire, e verrà; allora il regno

di Dio verrà pubblicamente riconosciuto e non sarà più un sogno, un desiderio e una speranza

dei credenti. Gli uomini si domandano perché il Cristo non viene con la pompa e le cerimonie

descritte dalle chiese per tale evento, dimostrando il proprio potere divino, dando prova

convincente dell’autorità e della potenza di Dio, e in tal modo concludendo il ciclo di angoscia

e dolore. Molte sono le risposte. Ricordiamo che il

fine principale del Cristo non sarà di


dimostrare potere, ma di rendere palese il Regno di Dio che già esiste.


Inoltre, quando venne


la prima volta non fu riconosciuto, e chi potrebbe garantire che questa volta non avverrebbe

altrettanto? Potreste chiedere perché non verrebbe riconosciuto. Perché gli occhi degli uomini

sono accecati dalle lacrime che versano per commiserare se stessi e non per propria contrizione.


164


Perché i cuori sono ancora corrosi da un egoismo che l’angoscia della guerra non ha


sanato; i valori sono gli stessi che vigevano nel corrotto impero romano, ma allora erano circoscritti

e non universalmente diffusi come oggi; coloro che potrebbero riconoscerlo e sperano

nella Sua venuta che ardentemente desiderano, non sono disposti a compiere i necessari

sacrifici che ne assicurerebbero il buon esito.

Il progresso del pensiero, il successo dei numerosi movimenti esoterici e, soprattutto, le

meraviglie della scienza e la bellezza dei molteplici movimenti umanitari non indicano certamente

la sconfitta del divino, ma lo sviluppo della comprensione spirituale. Le forze dello spirito


non


sono state vinte. Questi aspetti del comportamento umano sono indici della gloria che


è nell’uomo e del successo del piano divino per l’umanità. Tuttavia la divinità attende la manifestazione

della

libera volontà dell’uomo; la sua intelligenza e lo sviluppo della buona volontà


già si esprimono.

Perciò, un’altra risposta alla precedente domanda è che il Cristo e la Gerarchia spirituale,

per quanto sia grande la necessità o importante il fine, non infrangono mai il divino diritto

75

degli uomini di prendere le proprie decisioni, di esercitare liberamente il proprio libero arbitrio

e di conquistare la libertà combattendo per essa su scala individuale, nazionale e mondiale.

Quando la vera libertà regnerà sulla Terra, assisteremo alla fine della tirannia nel campo

politico, religioso ed economico. Non mi riferisco alla democrazia moderna quale condizione

per far fronte alle necessità umane, poiché attualmente essa è una filosofia basata su un ideale

non ancora raggiunto. Mi riferisco al periodo che sicuramente verrà, in cui il potere sarà affidato

al

popolo illuminato, il quale non tollererà l’autorità di alcuna chiesa, né di alcun sistema


politico totalitario; non accetterà né permetterà che un gruppo qualsiasi gli detti ciò che

deve


credere per salvarsi o quale governo

accettare.


165


Quando ai popoli verrà detta la verità e potranno liberamente giudicare e decidere, il


mondo sarà migliore.

Non è essenziale né necessario che tutti questi obiettivi siano fatti compiuti prima che il

Cristo ritorni. È però necessario che questa posizione verso la religione e la politica sia generalmente

auspicata e che si siano compiuti passi proficui verso i giusti rapporti umani. Il Nuovo

Gruppo dei Servitori del Mondo e tutti gli uomini di buona volontà lavorano in tal senso, e

per prima cosa devono eliminare il diffuso senso di abbattimento e di impotenza individuale.

Ciò che permetterà di ottenere questo e che fornirà inoltre il necessario incentivo per la

ricostruzione del nuovo mondo, sarà la fede nella divinità essenziale dell’uomo, nella verità

evolutiva (facilmente dimostrabile) che gli uomini hanno sempre progredito in saggezza e conoscenza,

ed inoltre un ampio senso d’inclusione e lo sviluppo di una condizione mentale basata

sulla fede nella veracità delle testimonianze storiche dei numerosi avventi verificatisi nei

momenti cruciali delle vicende umane e dei vari Salvatori, massimo fra tutti il Cristo. Un atteggiamento

giusto e costruttivo deve inoltre essere fondato sull’innato riconoscimento

dell’esistenza del Cristo e della Sua perenne presenza. È necessario sapere che la guerra, con

tutti i suoi inenarrabili orrori, crudeltà e disastri, fu il mezzo con cui il Padre di tutti rimosse

gli ostacoli che ostruivano il sentiero del ritorno del Figlio.


166


Nelle condizioni prebelliche sarebbe stata impossibile la necessaria preparazione. I membri


del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo devono oggi basarsi su tali fatti. Essi devono riconoscere

gli ostacoli, ma rifiutarsi di lasciarsene scoraggiare; devono esserne consapevoli

(molti intralci sono di natura economica e derivano da avidità di beni materiali, da antiche

tradizioni e pregiudizi nazionali). Essi devono perciò fare uso di tale abilità e acume pratico

da superarli; devono muoversi in mezzo alle difficoltà con chiara visione e passare illesi e vittoriosi

attraverso tutti gli elementi contrari.

Due fattori principali condizionano l’attuale occasione e possono essere considerati un

tale ostacolo che, se non saranno rimossi, il ritorno del Cristo subirà una lunga dilazione. Essi

sono:

1. L’inerzia dell’uomo di medio sviluppo e di mentalità spirituale di ogni paese, sia occidentale

che orientale.

2. La carenza di denaro per la preparazione necessaria.

Tratteremo di questi soggetti in modo semplice e al livello in cui i più lavorano e pensano.

Saremo perciò molto pratici, vedremo le

condizioni quali sono, per una migliore conoscenza


di noi stessi e dei nostri moventi.

l

. L’inerzia dell’uomo medio di mentalità spirituale


L’uomo di medio sviluppo, orientato spiritualmente, l’uomo di buona volontà o il discepolo,

è sempre consapevole del richiamo dei tempi e dell’occasione offerta dagli eventi

76

spirituali. Il desiderio di fare del bene e perseguire fini spirituali rode continuamente la sua

coscienza.


167


Chiunque ami i propri fratelli, sogni di vedere il regno di Dio sulla Terra, o sia consapevole


del risveglio, per quanto lento, delle moltitudini ai valori superiori dello spirito, è sempre

insoddisfatto. Si rende conto che il suo contributo al conseguimento di quegli ambiti fini è veramente

esiguo, che la sua vita spirituale resta qualche cosa di secondario, che tiene celato e

che spesso teme di nominare persino a chi gli è più caro e vicino. Cerca di conciliare i propri

sforzi spirituali con la sua vita esterna d’ogni giorno, ingegnandosi a trovare tempo e occasione

in modo blando e inconcludente. Si riconosce impotente dinanzi al compito di organizzare

e sistemare le proprie occupazioni in modo che la vita spirituale assuma il predominio; cerca

degli alibi per se stesso e finisce per trovarli in maniera così convincente da concludere che fa

quanto meglio può nelle sue circostanze. La verità è che fa così poco che probabilmente soltanto

una o forse due delle ventiquattro ore giornaliere vengono dedicate al lavoro per il Maestro;

egli si ripara dietro il pretesto che i suoi doveri verso la famiglia gli impediscono di fare

di più, e non si rende conto che, con tatto e comprensione amorevole, l’ambiente familiare

può e deve essere il campo di lavoro dove attuare il suo proposito.

Egli dimentica che non esistono


circostanze tali da sconfiggere lo spirito dell’uomo


e in cui non possa meditare, pensare,


parlare e preparare la via al ritorno del Cristo, purché conosca il significato del sacrificio e

del silenzio e li osservi entrambi.

Ambiente e circostanze non sono un vero ostacolo alla vita


dello spirito.


Forse egli si trincera dietro l’alibi della cattiva salute e di mali spesso immaginari. Impiega

tanto tempo nelle cure di se stesso che le ore che potrebbe dedicare al lavoro per il Maestro

vengono molto ridotte.


168


E’ così preoccupato della propria stanchezza, della salute o d’immaginari disturbi, che la


sua “coscienza del corpo” è costantemente alimentata e finisce per predominare; allora è troppo

tardi. Ciò è particolarmente vero per chi ha toccato o superato la cinquantina, ed è un pretesto

difficile da superare, perché molti si sentono realmente stanchi e sofferenti e con

l’andare degli anni ciò tende ad accentuarsi. La sola cura di quest’inerzia che s’insinua è ignorare

il corpo e gioire della vita di servizio. Non mi riferisco a vere e proprie malattie o condizioni

fisiche di grave impedimento, che richiedono debite cure e attenzione. Parlo delle migliaia

di uomini e donne che si preoccupano di se stessi, sprecando le ore che potrebbero consacrare

al servizio dell’umanità. Chi vuole percorrere il sentiero del discepolato deve liberare

queste numerose ore spese in superflue cure personali e devolverle al servizio della Gerarchia.

Altro alibi che conduce all’inerzia consiste nella

paura di parlare di cose riguardanti il


regno di Dio; si teme di essere derisi, di sembrare stravaganti o importuni. Perciò si tace perdendo

molte occasioni e non scoprendo mai quanto gli uomini siano pronti a discutere sulla

realtà, ad accogliere il conforto e la speranza che l’idea del ritorno del Cristo può arrecare, o a

condividere la luce dello spirito. Essenzialmente, questa è una forma di codardia spirituale, ed

è così diffusa dal poterle imputare la perdita di milioni di ore di servizio al mondo.

Esistono altri pretesti, ma quelli cui abbiamo accennato sono i più diffusi. Se la maggior

parte degli uomini si liberasse da tali ostacoli, verrebbero dedicate al servizio del Cristo tante

più ore ed energie, che il compito di coloro che non ammettono scuse verrebbe grandemente

alleggerito e il ritorno del Cristo sarebbe più prossimo.


169


Non siamo chiamati ad adeguarci al ritmo di vita del Cristo e della Gerarchia, che vibra in


armonia con le necessità degli uomini e con la risposta dello spirito, ma a dimostrare la qualità

della nostra attività spirituale rifiutando di nasconderci dietro dei pretesti. È essenziale che

tutti gli uomini orientati verso lo spirito riconoscano che possono e devono lavorare

77

nell’ambiente nel quale si trovano, fra le persone con cui sono in rapporto e con le possibilità

psicologiche e fisiche di cui sono dotati. Nel servizio alla Gerarchia non è possibile esercitare

alcuna pressione o coercizione; la situazione è chiara e semplice.

Le principali attività in corso attualmente sono tre:

In primo luogo l’attività percepita nel “Centro ove il volere di Dio è conosciuto”, la volontà

di bene che ha dato impulso a tutta la creazione verso una maggiore gloria e una capacità

di rispondere sempre più profonda e intelligente. Essa oggi compie un atto creativo per portare

in esistenza il nuovo ordine mondiale del regno di Dio, sotto supervisione del Cristo. Può

essere considerata come l’esteriorizzazione della Gerarchia del pianeta; il ritorno del Cristo ad

un’attività

visibile ne sarà il segno e il simbolo.


In secondo luogo, l’eccezionale attività della Gerarchia, dal Cristo fino al più umile aspirante

alla periferia del “centro dove l’amore di Dio” è in piena manifestazione. In quel centro

ci si rende pienamente conto che (secondo le parole di S. Paolo) “La creazione tutta geme

ed è come in doglie di parto in attesa del Figlio di Dio” (Romani, VIII, 22).


170


Questi “Figli di Dio, che sono anche figli degli uomini” si stanno preparando per questa


manifestazione e ad uno ad uno iniziano già un’attività sul piano fisico per potersi esteriorizzare

nel servizio. Essi non vengono riconosciuti per ciò che sono, ma attendono alle “cose del

Padre”, dimostrando buona volontà, cercando di ampliare l’orizzonte umano, preparando la

via per Colui che servono, il Cristo, il Maestro di tutti i Maestri, e l’Istruttore degli angeli e

degli uomini.

In terzo luogo l’umanità stessa, “il centro che vien detto il genere umano”, attualmente

in preda al caos, pieno di dissonanze e confusione, disorientato e sofferente, eppure mentalmente

consapevole di infinite possibilità, emotivamente in lotta per realizzare quel piano che

sembra il migliore, ma in modo incoerente e senza rendersi conto che il mondo deve essere


“un solo mondo, per una sola umanità”.


Gli uomini desiderano semplicemente uno stato di


tranquillità emotiva e di sicurezza in cui vivere e lavorare, e guardare ad un futuro che soddisfi

il loro vago senso dell’esistenza del divino. Fisicamente sono ammalati, spesso privi di

molte delle cose necessarie ad una vita normale, spaventati dal senso di precarietà finanziaria

e, coscientemente o meno, invocano il Padre di tutti per il bene proprio e di tutto il mondo.


La soluzione risiede nella riapparizione del Cristo,


per volere di Dio e di cui tutte le


Scritture danno testimonianza, per desiderio del Cristo stesso e dei Suoi discepoli, i Maestri di

Saggezza, e per l’inconsapevole appello di tutti gli uomini. Poiché esiste questa unità di proposito,

questa uniformità di intenzione spirituale e di richiesta cosciente, solo una cosa può

ostacolare il Suo ritorno: l’incapacità degli uomini di preparare le condizioni di quel grandioso

evento, di “preparare le vie del Signore, spianare i Suoi sentieri” (Matteo, III, 2), di rendere

familiare ovunque l’idea del ritorno, di attuare la pace nella misura necessaria, basata su giusti

rapporti fra gli uomini.


171


È certamente inutile trattare della preparazione individuale da compiere. I principi della


retta condotta spirituale sono stati insegnati per secoli, seppure il fine prospettato fosse egoistico,

in quanto la buona condotta avrebbe portato in un paradiso di felicità. La semplice preghiera:

“Dio Onnipotente! Sia pace in Terra e in me stesso” riassume tutto ciò che è richiesto

a coloro che cercano di preparare il ritorno del Cristo, insieme allo sviluppo di una sana intelligenza

e la dimostrazione pratica di una vita organizzata. Ma oggi il movente esula dal concetto

di salvezza personale (che è sottinteso) e occorre lavorare con forza e intelligenza per

attuare retti rapporti umani; un obiettivo più ampio. Qui il movente non è egoistico, ma schiera

ogni uomo a fianco della Gerarchia, mettendolo in contatto con tutti gli uomini di buona

78

volontà. Veniamo ora al secondo degli ostacoli maggiori, la carenza di sostegno finanziario

per i collaboratori e discepoli del Cristo.

2

. Carenza di denaro per l’opera del Cristo


Questa è forse la difficoltà maggiore, e a molti sembra in certi momenti insuperabile.

Essa implica il problema di una vera organizzazione finanziaria e il far convergere adeguate

somme di denaro in canali che contribuiscano in modo preciso all’opera di preparazione per il

ritorno del Cristo.


172


Questo problema è strettamente connesso con quello dei giusti rapporti umani. Esso è


perciò particolarmente arduo, perché i servitori spirituali devono non solo abituare gli uomini

a

dare (secondo i loro mezzi) ma, prima di tutto, presentare loro un movente così magnetico


da indurli a farlo. Devono inoltre istituire fondazioni o organizzazioni che amministrino il denaro

offerto, e il compito è molto difficile. L’ostacolo attuale non consiste soltanto nella novità

di raccogliere fondi per preparare il ritorno del Cristo, ma anche nel radicato egoismo della

maggioranza di coloro che detengono le ricchezze e che, anche se danno, lo fanno per aumentare

il loro prestigio e come indice di successo. Le eccezioni esistono, ma sono relativamente

rare.

Perciò, generalizzando e semplificando al massimo questo soggetto, possiamo dire che

il denaro viene speso principalmente in quattro modi:

1. Nelle miriadi di famiglie di tutto il mondo, sotto forma di stipendi, salari o ricchezze

ereditate. Oggi si presentano forti squilibri: estrema ricchezza ed estrema povertà.

2. Nei grandi sistemi capitalistici e nei monopoli di molti paesi. Che il capitale sia nelle

mani di un governo, di un Comune, di pochi ricchi o di grandi organizzazioni del

lavoro, solo in piccola parte viene speso per migliorare l’esistenza umana e

diffondere valori che porteranno a stabilire giusti rapporti fra gli uomini.


173


3. Nelle chiese e negli istituti religiosi di tutto il mondo. Qui, sempre parlando in termini


generali e allo stesso tempo riconoscendo l’esistenza di una minoranza orientata verso

lo spirito, il denaro viene impiegato per aspetti materiali, per moltiplicare e conservare

gli edifici, per stipendi e spese generali, mentre solo in piccola parte viene

speso per insegnare, per dimostrare in modo vivente la semplicità “quale e nel Cristo”

e diffondere la verità del Suo ritorno, per secoli insegnata dalle chiese stesse.

Questo ritorno infatti è stato predetto e sarebbe potuto avvenire prima d’ora se le

chiese e le istituzioni religiose avessero fatto il loro dovere.

4. Nel campo filantropico, educativo, medico. Tutto ciò è stato buono e necessario, e

grande è il debito di riconoscenza del mondo intero verso gli uomini di alti ideali sociali

che hanno reso possibili le relative istituzioni. È stato un passo nella giusta direzione,

una manifestazione della divina volontà di bene. Spesso però il denaro viene

male usato e mal diretto e i risultati sono per lo più materialistici e limitati dalle idee

separative dei donatori, e dai pregiudizi religiosi di chi sovrintende alla distribuzione

dei fondi. Nella disputa sulle idee, le teorie religiose e le ideologie, spesso si trascura

la vera assistenza all’umanità.


174


Rimane il fatto che se i responsabili della distribuzione del denaro avessero avuto una vera


visione delle realtà spirituali, dell’unità del mondo e dell’umanità, e se il loro scopo fosse stato

di promuovere i giusti rapporti, oggi la risposta delle moltitudini di tutto il mondo alle future

possibilità sarebbe ben diversa; non ci troveremmo nella necessità di spendere imponenti

79

somme di denaro per la ricostruzione

fisica, per risanare milioni di uomini, per ricostruire intere


città e mezzi di trasporto, e per riorganizzare la vita umana.

Del pari, se i valori e le responsabilità spirituali legati al denaro (in piccole o grandi

quantità) fossero stati giustamente apprezzati e insegnati nelle famiglie e nelle scuole, non avremmo

avuto le impressionanti spese in ogni paese del mondo in dolci, liquori, tabacchi, divertimenti,

abiti superflui, oggetti di lusso. Le statistiche indicano spese annue di centinaia di

milioni di dollari. Una piccola parte di quel denaro, con un minimo di sacrificio, darebbe ai

discepoli del Cristo e al Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo la possibilità di preparare la

via per la Sua venuta e coltivare le menti e i cuori ai giusti rapporti.

Come ogni altra cosa il denaro è stato macchiato dall’egoismo e afferrato per scopi egoistici,

individuali e nazionali. Lo dimostra la guerra mondiale (1914-1945) poiché, sebbene

si sia molto parlato di “salvare il mondo per la democrazia” e di “combattere per porre fine

alle guerre”, i motivi dominanti sono stati l’autodifesa, l’autoconservazione, la speranza di

guadagni, la soddisfazione di antichi odi e la riconquista di territori. Gli anni trascorsi dalla

fine della guerra lo hanno dimostrato.


175


Le Nazioni Unite sono purtroppo assalite da avide richieste da tutti i lati, da sordide


manovre delle nazioni assetate di prestigio, di potere e di possesso delle ricchezze naturali

quali carbone, petrolio, e dalle segrete attività delle grandi Potenze e dei capitalisti che esse

creano.

Ma l’umanità, di qualsiasi paese, qualunque sia il colore della pelle e la fede religiosa,

reclama sempre pace, giustizia e sicurezza; cose che otterrebbe con rapidità se il denaro venisse

usato correttamente e se molti assumessero le proprie responsabilità nel campo finanziario,

basate sui valori dello spirito. Ad eccezione di pochi grandi filantropi di ampia visione e

di alcuni statisti, religiosi ed educatori illuminati, quel senso di responsabilità economica non

esiste.

È tempo che il denaro venga rivalutato, utilizzato e incanalato in direzioni nuove. La

voce del popolo deve prevalere, ma deve essere un popolo educato ai veri valori, ai significati

di una vera cultura e alla necessità di giusti rapporti. Si tratta perciò essenzialmente di una

giusta educazione e di un’opportuna preparazione per la cittadinanza mondiale, cosa non ancora

intrapresa. (Scritto nel 1948). Chi potrà farlo? La Russia preparerebbe volentieri il mondo

agli ideali del comunismo, ammassando l’oro del mondo nelle casse del proletariato, e creando

così il più colossale sistema capitalistico mai esistito. La Gran Bretagna istruirebbe volentieri

il mondo secondo i propri concetti di giustizia, lealtà e commercio mondiale, e per la

sua lunga esperienza lo farebbe meglio di qualsiasi altra nazione, ma pur sempre con un certo

profitto. Anche gli Stati Uniti sarebbero lieti di assumersi il compito di imprimere il marchio

della democrazia americana su tutto il mondo, impiegando i loro immensi capitali e tutte le

loro risorse e accumulando nelle loro banche i guadagni che ne deriverebbero, al sicuro dalla

minaccia della bomba atomica e dall’espansione del comunismo nel resto del mondo.


176


La Francia manterrebbe l’Europa in stato di agitazione nel tentativo di riconquistare il


prestigio perduto e approfittando al massimo della vittoria delle altre nazioni alleate. Così

vanno le cose, ogni nazione combatte per se stessa e tutte accusandosi reciprocamente di volere

accaparrare le risorse materiali e finanziarie della terra. Nel frattempo l’umanità soffre la

fame, rimane nell’ignoranza, è allevata secondo falsi valori e usa male il denaro. Fino a quando

tale stato di cose non migliorerà, il ritorno del Cristo non sarà possibile.

Come risolvere una simile caotica situazione finanziaria? In ogni paese, governo, chiesa,

religione, in ogni istituto educativo, esistono uomini e donne che sanno come rispondere.

Quale speranza vi è per loro e per il lavoro loro affidato? In che modo gli uomini in generale,

80

gli uomini di buona volontà e di visione spirituale possono aiutare? Possono fare qualcosa per

cambiare il modo di pensare riguardo al denaro in modo da farlo affluire entro canali in cui

potrà essere usato più correttamente? Bisogna trovare la risposta.

Due gruppi di uomini possono fare molto: coloro che già hanno nelle mani le risorse finanziarie

mondiali, se coglieranno la nuova visione e vedranno anche che il vecchio

ordinamento sta per crollare, e le moltitudini di uomini buoni, di ogni classe e condizione.

Gli uomini di buona volontà e di tendenze spirituali devono respingere l’idea di essere

relativamente inutili, insignificanti e impotenti, e rendersi conto che

ora (in questo periodo


critico e cruciale)

possono agire con grande efficacia.


177


Le forze del male sono state sconfitte, seppure l’umanità non abbia ancora “sbarrata la


porta” dietro la quale può confinarle, come predetto nel

Nuovo Testamento. Il male cerca ogni


possibile via per riaffacciarsi ma, possiamo dirlo con fiducia e insistenza, il numero di uomini

semplici, senza importanza, ma illuminati e altruisti è

sufficiente per far sentire la propria influenza,


se essi lo vogliono.


In ogni paese esistono milioni di uomini di tendenze spirituali i


quali, se affronteranno compatti il problema del denaro, potranno cambiarne l’orientamento in

modo permanente. Scrittori e pensatori di tutto il mondo possono dare un grande contributo, e

lo daranno, se il problema verrà loro esposto in modo opportuno. Vi sono studiosi di esoterismo

e uomini devoti ai quali si può fare appello affinché aiutino a preparare la via al ritorno

del Cristo, soprattutto se verrà loro chiesto di impiegare tempo e denaro per instaurare giusti

rapporti umani e diffondere la buona volontà.

Non occorre una grande campagna per raccogliere denaro, ma l’opera disinteressata di

migliaia di uomini apparentemente senza importanza. Direi che la qualità più necessaria è il


coraggio;


occorre coraggio per superare la diffidenza, la timidezza e il disgusto di presentare


un problema connesso col denaro. È proprio qui che i più falliscono. Oggi è relativamente facile

raccogliere denaro per la Croce Rossa, per ospedali, per istituti educativi, ma oltremodo

difficile per diffondere la buona volontà, o per assicurare l’uso corretto del denaro a favore di

idee che guardano al futuro, come il ritorno del Cristo. Perciò dico che il

primo requisito è il


coraggio.


La seconda cosa richiesta a chi lavora per il Cristo è di compiere i sacrifici e gli adattamenti

che permettono di darci al massimo delle proprie possibilità. Non basta presentare

l’argomento con abilità, ma ogni servitore deve mettere in pratica ciò che dice.


178


Se, ad esempio, i milioni di uomini che amano il Cristo e cercano di servire la Sua causa


dessero una minima somma annua, i fondi sarebbero adeguati; le necessarie organizzazioni e i

giusti amministratori comparirebbero automaticamente. La difficoltà non consiste nello organizzare

il denaro e il lavoro, ma nell’incapacità di

dare. Per una ragione o per l’altra si dà poco


o nulla anche quando ci si interessa ad una causa quale il ritorno del Cristo; paura per il futuro,

desiderio di acquistare e fare regali, o non comprendere che molte piccole somme formano

una grande somma, sono cose che ostacolano la generosità, e la ragione addotta sembra

sempre giusta. Perciò

il secondo requisito è che ciascuno dia quanto può.


Le scuole di metafisica e i gruppi esoterici hanno dedicato molta attenzione a dirigere il

denaro entro canali prescelti. Spesso si domanda perché la Scuola Unita del Pensiero, la

Scienza Cristiana e parecchi movimenti del Pensiero sono sempre riusciti a raccogliere i fondi

necessari, mentre altri gruppi e in modo particolare quelli esoterici, non vi riescono? Perché i

veri lavoratori spirituali sembrano incapaci di realizzare praticamente ciò di cui abbisognano?

La risposta è semplice. Questi gruppi e servitori, più vicini agli ideali spirituali, sono come

una comunità divisa contro se stessa. Il loro maggiore interesse è rivolto ai livelli spirituali astratti,

e sembra che non abbiamo compreso che le cose del piano fisico, quando motivate dai

81

livelli spirituali, hanno uguale importanza. Le grandi scuole metafisiche si sono focalizzate

sulla

dimostrazione materiale, e il loro intento è così concentrato e intenso che ricevono ciò


che richiedono.


179


Ma devono imparare che tanto la domanda che la risposta devono procedere da un fine


spirituale e che quanto si chiede non deve servire a usi personali o per una organizzazione o

chiesa particolare. Nell’incipiente nuova era, prima del ritorno del Cristo, la richiesta di aiuto

finanziario deve essere fatta per promuovere i giusti rapporti umani e diffondere la buona volontà,

non per lo sviluppo di una istituzione specifica. Le organizzazioni che chiedono fondi

devono operare con un minimo di spese generali e di investimenti finanziari e con un personale

che si limiti a stipendi modesti, seppure ragionevoli. Oggi non ve ne sono molte, ma le

poche esistenti sono un esempio che verrà rapidamente seguito a mano a mano che aumenterà

il desiderio del ritorno dei Cristo.

Perciò, il terzo requisito è il servizio all’umanità una.


Il quarto requisito consiste nell’accurata presentazione della causa


per la quale si chiede


aiuto finanziario. Alcuni hanno il coraggio di parlare, ma è altrettanto importante che la

causa venga presentata con intelligenza. Nella preparazione per il ritorno del Cristo, il punto

principale da sottolineare è l’instaurazione di giusti rapporti umani, ciò che gli uomini di buona

volontà di tutto il mondo stanno già facendo.

Veniamo al

quinto requisito: una vitale e sicura fede nell’umanità quale un tutto unico.


Bisogna bandire ogni pessimismo circa il futuro dell’umanità e ogni rimpianto del vecchio

ordine che scompare. “Il buono, il vero e il bello” sono in arrivo e l’umanità, e non un intervento

divino dall’esterno, ne è responsabile. L’umanità è sana e si sta rapidamente risvegliando.

Sono tempi in cui ogni cosa viene proclamata dai tetti, come il Cristo predisse. Quando

leggiamo o ascoltiamo di tante brutture, di tanti delitti, di tanto sperpero di denaro per soddisfare

i sensi e per il lusso, ci perdiamo di coraggio; ma è bene che tutto ciò venga alla superficie

e che lo si sappia. Tutto questo è analogo alla purificazione del subcosciente cui molti si

sottopongono, ed è presagio dell’avvento di tempi nuovi e migliori.


180


Vi è un compito per gli uomini di buona volontà, di tendenza spirituale e che abbiano una


preparazione veramente cristiana. Spetta a loro inaugurare l’era dell’uso del denaro per la Gerarchia

spirituale e includere tale necessità nella pratica dell’invocazione. Questa è il tipo più

elevato di preghiera, una nuova forma per rivolgersi al divino, che la conoscenza della meditazione

ha ora reso Possibile.

Non aggiungo altro sul modo di richiedere fondi, e fare appello al coraggio e alla comprensione.

Se il coraggio del Cristo che affronta il ritorno del mondo fisico, se la necessità di

giusti rapporti umani e l’opera di sacrificio dei discepoli non sono sufficienti ad infiammarvi

e ad infondere la necessaria energia a voi e a coloro che potrete raggiungere, non vale la pena

di dire altro.

Abbiamo considerato la necessità di preparare il ritorno del Cristo, e alcuni requisiti

fondamentali necessari agli uomini che si dedicheranno alla necessaria attività, inclusa la raccolta

del denaro occorrente. Il singolo collaboratore dovrà per prima cosa chiarire a se stesso

se il suo incentivo e la sua aspettativa spirituale sono adeguati al compito che lo attende. Ha

valore soltanto ciò che produce il necessario impulso all’azione, e sarà idoneo al compito solo

chi abbia una visione abbastanza chiara che gli consenta di lavorare con comprensione e sincerità.

Egli deve scoprire che gli è possibile fare la sua parte nello svolgimento del Piano.


181


La realtà del Cristo e della possibilità del Suo ritorno devono essere importanti fattori


motivanti nella sua coscienza. Andrà allora alla ricerca di collaboratori che abbiano i suoi

stessi intenti spirituali. In tal modo, col tempo scoprirà che sulla Terra esiste un gruppo organizzato

e integrato, il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Si accorgerà che i suoi membri

82

sono presenti ovunque, all’opera in ogni paese, in tutti i gruppi, religiosi o d’altra natura, consacrati

al bene dell’umanità ed a preparare il ritorno del Cristo.

Questo gruppo, mentre è attivo sul piano della vita quotidiana normale, conserva una

stretta integrazione spirituale interiore con il centro d’energia dal quale attinge ciò che è necessario

per un lavoro spirituale attivo. Il gruppo offre un campo di servizio per tutti coloro

che cercano di esprimersi nel servizio; fornisce anche un punto di riferimento per chi è disposto

ad essere messo alla prova e dimostrare il suo movente e la costanza prima di accingersi

ad un costante sviluppo delle opportunità spirituali. In tal modo si prepara a servire in sfere

sempre più vaste.

Essenzialmente il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è un campo d’addestramento

e d’esperienza per coloro che vogliono evolvere spiritualmente e col tempo divenire discepoli

attivi e diretti del Cristo. La presenza di questo gruppo sulla tetra ai nostri giorni è indice del

buon esito del processo evolutivo dell’umanità. Questo metodo di lavoro, l’affidare agli uomini

il compito di salvare ed elevare il mondo, fu iniziato dal Cristo. Egli operò molto spesso

con gli uomini attraverso altri uomini, pervenendo all’umanità tramite i dodici Apostoli, considerando

S. Paolo quale sostituto di Giuda Iscariota.


182


Il Buddha aveva cercato di usare lo stesso metodo, ma il Suo gruppo era principalmente in


rapporto con Lui e non tanto col mondo degli uomini. Il Cristo inviò gli Apostoli nel mondo a

“nutrire il gregge”, a cercare, guidare e a farsi “pescatori di uomini”. Per i discepoli del Cristo,

il rapporto col Maestro era soltanto secondario, mentre quello verso gli uomini e le loro

necessità era di primaria importanza. La Gerarchia segue tuttora questa direzione, senza che la

devozione al Cristo ne venga menomata. Ciò che il Buddha aveva istituito simbolicamente e

in modo embrionale, divenne realtà pratica in seguito alle necessità dell’era dei Pesci.

Nell’era dell’Acquario in cui stiamo entrando questo metodo di gruppo avrà immenso

sviluppo, e il mondo verrà ricostruito e salvato da gruppi più che da individui. In passato apparvero

dei Salvatori, Figli di Dio che portarono agli uomini maggior luce. Ora che i tempi

sono maturi, e in seguito ai processi evolutivi, sta emergendo un gruppo che porterà salvezza

al mondo intero e che, incarnando idee di gruppo e accentuando il vero significato della chiesa

del Cristo, stimolerà e vivificherà in modo tale le anime e le menti degli uomini, che la

nuova era verrà iniziata da un afflusso di amore, conoscenza e armonia emanati da Dio stesso,

e mediante il ritorno del Cristo che incarnerà tutte e tre quelle facoltà divine.

In passato le religioni furono fondate da una grande anima, da un Avatar, da una preminente

figura spirituale. L’impronta della loro vita, delle loro parole e dei loro insegnamenti

s’impresse sull’umanità e persistette per molti secoli. Quale sarà l’effetto del messaggio di un

Salvatore costituito da un gruppo? Quale potenza avrà l’opera di un gruppo di conoscitori di

Dio che enuncino la verità e siano uniti soggettivamente nella grande opera di salvare il mondo?


183


Quale sarà l’effetto della missione di un gruppo di Salvatori, tutti conoscitori di Dio in


qualche misura, integrati in un unico sforzo, che rafforzino l’un l’altro i propri messaggi e costituiscano

un organismo tramite il quale, sotto direzione del Cristo visibilmente presente,

l’energia spirituale e la vita dello spirito possano essere percepiti dagli uomini?

Un tale gruppo ora esiste ed i suoi membri sono presenti ovunque. Sono ancora relativamente

poco numerosi e lontani gli uni dagli altri, ma il loro numero aumenta costantemente

e il loro messaggio verrà sempre meglio percepito. Essi rappresentano lo spirito di costruzione,

e sono i costruttori della nuova era; hanno il compito di conservare lo spirito della verità e

di riorganizzare i pensieri degli uomini, affinché la mente umana acquisti il dominio di se

83

stessa e pervenga ad uno stato di riflessione e di meditazione che permetterà di riconoscere la

prossima rivelazione della divinità recata dal Cristo.

Durante gli ultimi dieci anni, il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è stato riorganizzato

e rivivificato; in tutto il mondo se ne conosce l’esistenza. Oggi è un insieme di uomini

di ogni nazione e razza, appartenenti a tutte le organizzazioni religiose e i movimenti umanitari

fondamentalmente orientati verso il regno di Dio o che stanno per esserlo. Sono discepoli

del Cristo che coscientemente, e spesso incoscientemente, lavorano per il Suo ritorno; sono

aspiranti che cercano di servire e di fare del regno di Dio una realtà sulla terra; sono uomini di

buona volontà e intelligenti che cercano di sviluppare la comprensione e i giusti rapporti fra

gli uomini.


184


Questo gruppo si compone di due parti principali:


l. Un gruppo composto di discepoli del Cristo, che coscientemente lavorano ai Suoi piani, e di

coloro che, da essi istruiti, cooperano coscientemente e volontariamente. A questa seconda

categoria possiamo appartenere anche noi, se lo desideriamo e se siamo disposti a fare i necessari

sacrifici.

2. Un gruppo, composto di aspiranti e uomini dotati di visione che lavorano inconsciamente

guidati dalla Gerarchia. Oggi sono numerosi e spesso in posizioni elevate; distruggono vecchie

forme o ne costruiscono di nuove; non hanno coscienza di un piano interiore sintetico,

ma si occupano con disinteresse e quanto meglio possono delle necessità mondiali, assolvendo

mansioni importanti nelle vicende nazionali o lavorando tenacemente nel campo educativo.

Il primo gruppo è in qualche misura in contatto con la Gerarchia, ed in larga misura

quando si tratta di veri discepoli; i suoi membri sono ispirati spiritualmente. Il secondo e in

stretto rapporto con le moltitudini umane ed e prevalentemente ispirato dalle idee. Il primo

lavora al Piano del Cristo nella misura in cui i suoi membri possono percepirne i tratti essenziali,

mentre il secondo utilizza i nuovi concetti e le nuove speranze che affiorano nella coscienza

dell’umanità man mano che gli uomini cominciano a rispondere interiormente, e

spesso inconsciamente alla preparazione per la venuta del Cristo. Come risultato dell’opera

del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, l’umanità si risveglia progressivamente alle nuove

possibilità che l’attendono.

Il risveglio degli uomini di cultura al riconoscimento di

un’unica umanità prelude alla


realizzazione della fratellanza.


185


L’uomo riconosce l’unità della famiglia umana, ma prima che essa possa prendere forma


in modo costruttivo, è essenziale che molti uomini di pensiero infrangano le barriere mentali

esistenti fra razze, nazioni e tipi umani. È essenziale che il Nuovo Gruppo dei Servitori del

Mondo riproduca nel mondo esterno il genere d’attività espresso dalla Gerarchia quando lo

costituì e materializzò. Per mezzo dell’impressione ed espressione di grandi idee gli uomini

devono comprendere gli ideali fondamentali della nuova era. Questo è il compito principale

del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.

Mentre impariamo a riconoscere questo gruppo in tutte le sue branche e sfere d’attività,

disseminato in tutto il mondo e che annovera nelle proprie file i veri e sinceri servitori spirituali

di ogni nazione, religione e organizzazione umanitaria, ci renderemo conto che oggi nel

mondo esiste un corpo organizzato di uomini e donne il quale, per numero e genere di attività

è del tutto adeguato per attuare i mutamenti che permetteranno al Cristo di tornare. Questo

avverrà se essi lavoreranno con serietà sufficiente, se saranno pronti ai sacrifici necessari e saranno

disposti a dimenticare le diversità nazionali religiose e sociali, attuando forme di servizio

che varranno a ricostituire il mondo. Devono educare gli uomini presentando pochi e

84

semplici concetti fondamentali e familiarizzarli all’idea della riapparizione del Cristo e della

manifestazione del regno di Dio. La loro opera consisterà in gran parte nel sintetizzare e attuare

praticamente l’opera dei due grandi Figli di Dio: il Buddha e il Cristo.


186


Il buon esito del lavoro del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è inevitabile; esso ha


compiuto molto progresso negli ultimi dieci anni; l’integrazione interiore dei suoi membri che

operano in stretto contatto con il Cristo e la Gerarchia e tale da garantire il successo esteriore;

esso fornisce un canale lungo il quale la luce, l’amore e la potenza del regno di Dio pervengono

ai collaboratori più exoterici.

Perciò rendiamoci conto che tutti gli uomini orientati verso lo spirito, tutti quelli che

cercano di lavorare per instaurare giusti rapporti umani, quelli che mettono in pratica la buona

volontà e cercano veramente di amare il prossimo, sono parte integrante del Nuovo Gruppo

dei Servitori del Mondo, e in questo momento il loro compito principale è di preparare la strada

per la riapparizione del Cristo

.


Affermo decisamente che il metodo migliore a nostra disposizione e lo strumento più

potente nelle mani della Gerarchia è la diffusione della buona volontà e la sua fusione in una

forza unica e operante. Preferisco dire così, anziché parlare di “organizzazione della buona

volontà”. La buona volontà oggi è un sogno, una teoria, una forza passiva che dovrà svilupparsi

in una realtà di fatto, in un ideale operante, in un’energia positiva. Questo è il lavoro cui

siamo chiamati a cooperare.

Il compito che attende il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è grande, ma non impossibile.

È gravoso, ma poiché è un programma di vita può essere attuato in qualsiasi aspetto

della normale esistenza di ciascuno. Pure, allo stesso tempo, siamo chiamati a vivere in modo

eccezionale e ad assumere responsabilità ben precise.

85


CONCLUSIONE

187


L’appello a preparare la riapparizione del Cristo è stato lanciato; l’appello per salvare il


mondo è risuonato, e oggi gli uomini orientati verso lo spirito e i discepoli del Cristo si stanno

riunendo in tutto il mondo. Non si tratta di uni associazione fisica, ma di un profondo evento

spirituale e soggettivo. Anche chi comprende solo vagamente ciò che quell’appello significa,

vi risponde e chiede che gli venga offerta l’opportunità di aiutare, e gli sia indicato cosa fare.

Siamo quindi in attesa della nuova Riapparizione. Il Cristo è atteso universalmente e ciò

e l’antidoto della paura e dell’orrore discesi sul nostro infelice pianeta. Oggi l’umanità guarda

in due direzioni: verso la terra devastata e i cuori angosciati, e verso il luogo da cui il Cristo

verrà e che chiamai simbolicamente “cielo”. Poiché esistono attesa generale, uniformità di testimonianze

e di predizioni, e tutte le indicazioni del “tempo della fine”, non è ragionevole

credere che un grande evento

stia per prodursi? Se in mezzo alla morte e alla distruzione si


manifestano una fede vivente (e tale fede esiste) e un ardente zelo che, attraverso le tenebre,

penetra nel centro di luce, non è forse lecito supporre che tale fede e zelo siano fondati su una

profonda conoscenza intuitiva? “La fede è la

sostanza delle cose sperate, l’evidenza delle realtà


che non si vedono “. (Ebrei, XI, 1).


188


In ogni paese l’umanità è in attesa di Colui che viene, qualunque sia il nome che gli viene


attribuito; ovunque si ha la percezione del Suo ritorno. La Sua seconda venuta è imminente e

dalle labbra dei discepoli, mistici, aspiranti, uomini spirituali ed illuminati sale

l’implorazione: “Che luce, amore, potere e morte adempiano il Proposito di Colui che viene”.

Queste parole sono una richiesta, una consacrazione, un sacrificio, un’affermazione di fede e

un appello all’Avatar, al Cristo, che nella Sua elevata dimora attende che sia abbastanza potente,

e che il grido dell’umanità sia abbastanza chiaro da giustificare la Sua riapparizione.

È necessario tener presente che non spetta a noi stabilire la data, né che dobbiamo aspettarci

aiuti spettacolari o strani fenomeni. Se svolgeremo il lavoro dovuto, Egli verrà al momento

stabilito e opportuno. Come, dove e quando non ci riguarda. Nostro compito è di fare il

massimo e su scala più vasta possibile per attuare giusti rapporti fra gli uomini, poiché la Sua

venuta dipende dal nostro lavoro.


189


Ognuno di noi può fare qualcosa per porre fine all’attuale terribile situazione mondiale e


prepararne una migliore. L’ultimo degli uomini può fare la sua parte nell’instaurazione della

nuova era di buona volontà e comprensione. Ricordiamo tuttavia che non lavoriamo, per “il

millennio”, ma che attualmente il nostro obiettivo è duplice:

1. Infrangere i ritmi antichi ed errati e stabilirne uno nuovo e migliore. In ciò il

tempo è un


fattore essenziale. Se s’impedisce la cristallizzazione dei mali antichi, che hanno prodotto

la guerra mondiale e si bloccano le forze reazionarie in ogni nazione, si apre la via a ciò

che è nuovo e alle attività del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, ovunque, poiché esso

è l’agente del Cristo.

2. Collegare e fondere l’aspirazione e il desiderio di tutti gli uomini, affinché la loro richiesta

risuoni abbastanza forte da pervenire alla Gerarchia spirituale.

Questa volontà richiede sacrificio, comprensione e profondo amore per il prossimo. Richiede

anche intelligenza, saggezza e conoscenza delle vicende mondiali. Via via che si

stabiliscono giusti rapporti umani (fondamentale necessità mondiale) seguendo il metodo

della buona volontà, il Cristo e i Suoi discepoli si avvicinano sempre più all’umanità. Se si

accetta la premessa iniziale che il Cristo sta per venire, gli uomini orientati verso lo spirito, i

discepoli e gli aspiranti inevitabilmente lavoreranno; ma è necessario che la premessa venga

accettata perché l’incentivo si dimostri adeguato alla necessità. È con questo pensiero che

guardiamo al futuro. Il

fiat del Signore è stato pronunciato. Il Cristo è attento all’invocazione


86

futuro. Il

fiat del Signore è stato pronunciato. Il Cristo è attento all’invocazione dell’umanità


che aumenta e si eleva ogni giorno di più, e “quando meno ve lo aspetterete,

Egli verrà”.


190


1 figli degli uomini sono un essere solo

ed io sono uno con essi.

Cerco di amare, non di odiare.

Cerco di servire e non di esigere il servizio che mi è dovuto.

Cerco di sanare, non di nuocere.

Il dolore porti il giusto compenso di Luce e Amore.

L’anima domini la forma esterna, la vita e ogni evento

e porti alla luce

l’Amore che è dietro tutto ciò che sta avvenendo.

Ci siano date visione e intuizione.

Che il futuro sia svelato,

l’unione interiore si manifesti

e le scissioni esterne scompaiano.

Che l’amore prevalga

e tutti gli uomini amino.

***

La Scuola Arcana prepara al discepolato della nuova era.

Presenta i principi della Saggezza Eterna, tramite la

meditazione occulta, lo studio ed il servizio quali

modo di vita.


Per informazioni rivolgersi in italiano a

Scuola Arcana

1, Rue de Varembé (3e)

Casella Postale 31 – 1211 GINEVRA 20

SVIZZERA

87


INDICE ANALITICO

Nota - I numeri di riferimento rimandano alle pagine

dell’originale inglese, che sono segnate a

margine del testo italiano.


A

Acquario: costruttori 98; doni all’umanità 80; doveri del Cristo 71, 72, 83, 98; energia

85-86; influsso 81-82; lavoro di gruppo 182; Maestro del Mondo 82-83, 86; precursore

79-88, 86; simbolismo 80.

Amore: del Cristo 9, 12, 36-37, 97; di Dio 19, 13l; energia divina 6; fusioni 98, 101; incarnazione

34; intuitivo 111-112; magnetico 62; principio 12.

Anima: definizione, esistenza 123-124; natura 134; potenza attrattiva 71-72; reincarnazione

118-119; riconoscimento 105; volontà 118.

Ariete: culto 79, 81; legge religiosa ebrea 127; influsso 106.

Ascensione: iniziazione 54.

Aspirante: storia spirituale 126.

Atlantide: verità 103.

Avatar: compiti 11; definizioni 6, 7, 8-9, 11; dell’amore 12; della Sintesi 76-78, 82, 93-

94, 97, 101, 111; discesa 9; dottrina 5-14; gruppo, effetti 182-183; manifestazione

11; veniente, cause 8, 10, 11.

B

Battesimo: iniziazione 86.

Blavatsky H.P.: 125.

Buddha: amore-saggezza 92; caratteristiche 97; ciclo 127; dissipazione dell’illusione

132-135; e il Cristo 100-101, 106, 107, 111, 133; Festività 155; insegnamento 105-

107; luce, estinta dai buddisti 142; nuove verità 12; missione 61; opera futura 93,

96-97; ottuplice sentiero 20-21; quattro nobili verità 20, 106; servizio superiore 40,

ultimo discorso 156; via di mezzo 90; Wesak 45, 46, 96.

Buona volontà: diffusione 111, 186; espressione 75, 84; Festa 155-156; nell’uomo 14,

40 sviluppo, effetti 164, 177-178, 179, 189; uomini di 21, 39, 95, 112, 165, 171,

179.

C

Cervello: rapporto con la mente 128.

Chiesa: autoritaria 164-165; futilità 41-42, 63-64, 80-81; situazione odierna 140; vera

108.

Chiese: occidentali 144, 146-147, 149-150; orientali 144, 146.

Cittadinanza: mondiale 175.

Civiltà: definizione 129; nuova 112; presente 22-23.

Clericalismo: liberazione 17.

Comprensione: internazionale 132; nuova era 188; spirituale 164.

88

Coscienza: dei discepoli 86; di gruppo 21, 68-69; espansione 25-27, 153; iniziatica 27;

spirituale 47-48; umana 12, 17-18, 126, 184.

Coscienza cristica: alimentata 47; crescita 83; definizione 75; stimolata 48; 82, 96-97.

Cristianità: definizione 140; errori 63-64, 106.

Cristo: amore 9, 12, 36-37; avvento, segni 44; conoscenza 25, 26, 27; crisi 27, 28, 68-79;

crocifissione 97-98; decisioni (1945) 23-25, 30, 69, 71, 72, 78, 82, 86; dispersione

dell’illusione 130-135; dolore 55; doveri, funzioni 71, 72, 83; e il Buddha 100-

101; esempio 108; espansione di coscienza 25-27; insegnamenti 23, 43, 48, 49,

54,56-57, 63-65, 70, 107-108, 110-130, 140-141; iniziazioni 39, 54, 55; luce e vita

58; Maestro del Mondo 62-63; natura 67; nazionalità e religione 19; nel tempio 27-

28; nel triangolo 111; opera 23, 57, 66, 93, 94, 99, 122,123, 124, 135, 136, 181,

182, 185; preparazione per il Suo ritorno 10, 19-20, 22, 23, 30-31, 47, 58, 59, 62,

63, 66, 67, 79, 84,107, 108, 109, 151, 160, 166, 167, 169-170, 174-180, 181-186;

presenza 43-44, 46, 121, 128, 165; problemi 67, 90; proposito 158, 163; rinuncia

26; ritmo di vita 169; ritorno 5-6, 8, 10, 12-13, 16, 23, 37-44, 58, 59, 62, 66-67, 69,

72, 73, 100, 109-111, 120, 122, 129, 130, 131, 169, 170, 187; seguaci 110-111;

sviluppo evolutivo 70; tentazione 131; tragedia, cause 99-100; uso

dell’Invocazione 34; visioni 25, 26.

Crocifissione: del Cristo, simbolismo 97-98; vero significato 23.

Cultura: 129.

Cuore: 128, 135.

D

Democrazia: stato attuale 130; vera 18.

Denaro: Canali di spesa 172-173; canali di utilità 175-180; per il Cristo 166, 171-176;

per la Gerarchia 180; uso errato 173-174.

Desiderio: male usato 20, 106, 132; personale 131.

Dio: amore 12, 19, 87, 94, 131, 148; conoscitori 182-183; fatto, riconoscimento 144-

145; immanente e trascendente 12, 36, 37, 41, 144-145, 149-150; natura 113; proposito

157; opera 43; volontà 13, 87, 157, 170.

Discepoli: aiuto offerto al Cristo 57; dei Maestri 91, 92; del Cristo 19, 30, 43, 44, 67, 90,

94, 112, 123, 128, 182, 183-184; gruppi 72; ingresso nel Regno di Dio 100.

Dolore: causa 20, 106, 113, 132.

E

Educazione: giusta 175; mondiale 18; nuovo mondo 91-92.

Elettricità: 123.

Emozioni: 130, 135, 158.

Energia: direzione 94, divina 6. e vita 26, 89-90. extra-planetaria 75. volontà 96.

Energie: di illuminazione 91-92. nuove 85-86. planetarie, incontrollate 123.

Era Nuova: costruttore 98. profezie 22-23, 33, 101. scopo 188-189. umanità 158.

Ercole: 27, 103-104, 107.

Ermete: 58, 104.

Evocazione: 151, 152.

Evoluzione: 70, 71, 102-108, 146.

89

F

Falegname: simbolismo 97-98.

Fedi: fusione 158, 159.

Feste: 46, 154-157.

Figli di Dio: 102-108, 169-170.

Finanze: 171, 173-175.

Fratellanza: dell’uomo 21; preludio, istituzione 184; riconoscimento 41; universale 124.

Fusione: amore e saggezza 98, 101; anima e personalità 134; buona volontà 186; di fedi

158, 159.

G

Gemelli: 126-127.

Gerarchia: accostamenti 69, 148, 149; attività 169-170; avvento 130; esternazione 169;

ingresso 85; iniziazione 72; innovazione 157; natura 28; opera 13, 18, 57, 93; potere

attrattivo 72; problemi 102-103; ritmo di vita 169; servizio 168; sinonimi 148.

Gerusalemme: definizione 28, 57.

Gesù: 39, 40, 74.

Gioia: 115, 168.

Giusti rapporti umani: avvento 149; base 59; conquista 53, dottrina 112; effetti 78, 96;

espressione 155; evocazione 84; importanza 108-109; inizio 83, 165; istituzione

12, 18, 30-31, 47, 56, 57, 95, 107, 113, 115, 172, 177, 178, 179, 186; necessità 12,

13, 175, 188, 189; programma 132.

Gioventù: rivolta religiosa 138.

Gruppi: 22, 91, 95, 111, 119.

Gruppo: Avatar 182-183; coscienza 119-120; espressione 131; opera 48, 51, 77-78, 182;

proposito 72; volontà 71.

Guerra: causa 113. mondiale 42.

I

Idee: nuove 133.

Illusione: dissipata 18, 130-136; mondiale 131-133.

Immortalità: dottrina 147; fatto 145-147, 150; insegnamento 104-105; prova 105.

Incarnazione: 119.

Inferno: 146-147.

Iniziati: 13, 69, 133, 135.

Iniziato definizione 128.

Iniziazione: ascensione 54; definizione 128; del Cristo 39, 54, 55; gerarchia 72; misteri

71, 120-130; preparazione 86; prima 86, 87, 156; seconda 86; umana 82.

Intelletto: 139-140.

Intuitivo: amore 111-112; comprensione del Piano 94; conoscenza 187; sviluppo 88.

Invocazione: 13, 22, 31-35, 40, 42, 43, 44, 46, 72-73, 82, 151-152, 154.

Israele: 79, 81.

90

K

Karma: 147.

Krishna: 4, 107, 127.

L

Legge: amore 138; azione e reazione 74; causa ed effetto 118, 146, 1;47; compassione

10; rinascita 77, 115-120, 146, 147.

Liberazione: messaggero di 21; vita di 107-108.

Libertà: 21, 149, 164.

Libero arbitrio: 113, 164.

Luce: amore e servizio 128; corpo 134; della ragione 133; linee 59; planetaria 58.

Luna: piena, festività 154, 155-156.

M

Maestri di saggezza: 19, 33, 51, 57, 72, 73, 91, 92, 121, 126, 148.

Maitreya: 5.

Massoneria: conservazione dei misteri 121, 122; definizione 128; due colonne 126-127.

Materialismo: nella religione 140, 141; rifiuto 129.

Mente: 70, 91, 119, 125, 128, 130.

Misteri: 71, 122, 123, 125, 126-127.

Mistico: 33-34.

Mitra: 79, 81, 127.

Mondo: ordine nuovo 132, 169; situazione odierna 15-35.

Morte : abolizione di preconcetti 123.

N

Nazioni Unite: 50, 77, 93, 132, 174, 175.

Nuovo gruppo di servitori: 44, 46, 48, 77-78, 84, 90, 92, 95, 98, 100, 111, 114, 151, 154,

165, 166, 181, 183-186.

Nuovo Testamento: 79, 100.

O

Occultisti: 19.

Odio: compensato da buona volontà 74-75; natura 112.

P

Pace: 14, 40, 41, 59, 112, 149, 163.

Pane: simbolismo 80.

Pasqua: 155.

Paura: antidoto 187; coltivata dal clero 142, 147.

Pensatori: 133.

91

Pensiero, Potenza: 154.

Personalità: 134.

Pesci (era dei Pesci) 79, 81, 84, 88, 98, 99, 106, 123, 182.

Piano (come programma): collaborazione umana 34-35; comprensione 46, 94; divino 65;

giustificazione 12; per il mondo 145.

Piano astrale: 130, 134-135.

Piano fisico: 178.

Piano mentale: 135.

Plenilunio: 31, 75, 82, 86, 90-93.

Politica: 18-19, 164-165.

Preghiera: 32-33, 35, 151:

Profezie riguardanti: buona volontà 84; chiese 140; energia dell’amore 11-113; Festività

religiose 155-157; Gerarchia 153; giusti rapporti umani 84, 111-112, 113; il Buddha

93, 96-97; il Cristo 16-17, 23, 66, 83, 88, 93, 96-97, 115-130, 135; iniziazione

154; invocazione 151, 152; lavoro di gruppo 182; materialismo 129; misteri 122-

123; nuova era 22-23, 33, 101, 129; nuova religione 17, 149-151, 152, 159; pace

40, 41; poteri psichici 123; regni di natura 78; reincarnazione di Krishna 4; storia

129.

Proposito: divino 113, 145.

R

Radio: 91-92.

Realtà: mancanza di percezione 103; riconoscimento intuitivo 133; spirituale 137.

Regno di Dio: ammissione 88, 159; caratteristiche 30; cittadinanza 50-57, 65; comparsa

65, 71, 120-121, 153; definizione 50, 148; energie 73; leggi 88; riconoscimento

163;

Reincarnazione: insegnamento 117.

Religione: avulsa dalla politica 18-19; definizioni 43, 157-158; in passato 158; nuova,

mondiale 67, 71, 72, 83,86, 116, 143-152, 153-154, 157, 158-159; organizzazione,

insuccesso 138-139; ortodossa attuale 137-138; vera 17, 42-43.

Rinuncia: al materialismo 127; vero significato 23.

Rivelazione: continuità 9-10, 61, 62, 64, 65, 147-148; divina 62-63, 64, 150, 157; nuova,

attesa 143, 149; ostacoli 141; spirituale 6; sorgente 123.

S

Sacre Scritture: 6, 45, 59, 154.

Saggezza: 97, 98, 101, 134.

Salvatore: attesa 5-6; avvento 10.

Salvezza: conquista 147; del mondo 162; personale 171.

Sankaracharya: 107, 127.

San Paolo: influenze 106, 140.

Sentiero: del discepolo 168; dell’evoluzione 61, 146; verso Dio 150.

Servizio: gioia 168; individuale 180-181; luce e amore 128; tecnica 107-108;

Shamballa: 28, 39, 58, 78, 135, 155, 158;

Signore: del mondo 13, 26, 39, 40, 44-45,46, 73;

92

Sintesi: 78, 158;

Spirito di pace 74-75, 82, 101, 111;

Stampa: 92;

T

Tabernacolo nel deserto: simbolismo 28;

Telepatia: 154;

Tempio di Salomone: 27-28;

Tensione: definizione 73; emotiva 135; spirituale 73.

Teologie: 137-138, 140, 141, 142.

Toro (età del Toro) 79, 81, 106, 127.

Trasfigurazione: interpretazione 51-52; significato 134.

U

Umanità: condizione 30, 100, 170; conquiste 49-53; destino 43; disillusione 133; divinità

essenziale 165; espansione di coscienza 127; invocazione 40, 42, 43; maturità

135; mete 132; miserie 20, 106-107, 113, 132; rigenerazione 111; soccorsi all’ 93-

94.

V

Vangelo: 24-30, 126.

Vecchio Testamento: 79.

Verità: di Dio immanente 149-150; dinamica 11; divina 103, 139-140; nuove 12 36, 48,

53; religiosa 142; riconoscimento 134; rivelazione 138.

Via: della mente e del cuore 93; della resurrezione 30; dell’evoluzione superiore 26; illuminata

30.

Vita: 85, 112, 146.

Volontà: del Cristo 29-30, 70, 73, 76-77; di Dio 13, 31, 34, 62, 69, 71, 87, 113; divina

53, 62, 71, 113, 114, 115; energia 96; evoluzione 71; potenza 27.

Volontà-di-bene: 14, 40, 53, 57, 77-98, 123, 169.
 

Vyasa: insegnamento 104-105, 107.

W

Wesak: e il Buddha 96; proposito 45-46; significato 155.



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