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IL RITORNO DEL CRISTO
di
ALICE A. BAILEY
Opere di Alice Bailey:
Iniziazione umana e solare
Lettere sulla meditazione occulta
La Coscienza dell’atomo
Trattato sul Fuoco Cosmico
La Luce dell’Anima
L’Anima ed il suo meccanismo
Trattato di Magia bianca
Da Betlemme al Calvario
Il Discepolato nella Nuova Era (2 voll.)
I Problemi dell’umanità
Il Ritorno del Cristo
Il Destino delle nazioni
Trattato dei Sette Raggi:
VOL I° Psicologia esoterica
VOL II° Psicologia esoterica
VOL III° Astrologia esoterica
VOL IV° Guarigione esoterica
VOL V° I Raggi e le Iniziazioni
Un’illusione quale problema mondiale
Telepatia e il veicolo eterico
L’Esteriorizzazione della Gerarchia
Dall’intelletto all’intuizione
L’Educazione nella Nuova Era
Le fatiche di Ercole
Autobiografia incompiuta
EDITRICE NUOVA ERA
ROMA
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Titolo originale:
THE REAPPEARANCE OF THE CHRIST
@ Copyright by Lucis TRUST, NEW YORK 1951
Prima edizione inglese: 1948
Prima edizione italiana: 1951
Seconda edizione italiana: 1969
Terza edizione italiana: 1973
Quarta edizione italiana: 1982
Edizione LUCIS - Ginevra
Casa Editrice NUOVA ERA - Roma
N O T A
La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un
fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A.
Bailey.
Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita
in modo da assicurarne una successiva edizione.
La Lucis Press è un’organizzazione che non ha scopo di lucro ed appartiene al Lucis
Trust. Per questo libro non si reclamano diritti d’Autore.
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LA GRANDE INVOCAZIONE
Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini.
Possa il Cristo tornare sulla Terra.
Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;
Il proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che vien detto il genere umano
Si svolga il Piano di Amore e di Luce.
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.
Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta
l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe
verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale la verità che esiste
un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni
apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Individualità,
dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché
potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien
detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano
divino troverà attuazione.
ALICE A. BAILEY
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ESTRATTO DA UNA DICHIARAZIONE
DEL TIBETANO
(pubblicata nell’agosto del 1934)
... basti dire che sono un discepolo Tibetano di un certo grado, cosa questa che a voi dice
ben poco, poiché tutti siamo discepoli, dal più umile aspirante fino al Cristo medesimo e oltre.
Io vivo in un corpo fisico come gli altri uomini, ai confini del Tibet, ed in certi periodi -
dal punto di vista exoterico, e quando altri miei doveri me lo consentono - presiedo un vasto
gruppo di Lama tibetani. Questo è il fatto in base al quale è stato detto che sono un Abate di
quella particolare Lamaseria. Coloro che collaborano con me all’opera della Gerarchia (e tutti
i veri discepoli vi partecipano) mi conoscono anche sotto un altro nome e per un altro Officio.
A.A.B. sa chi io sono, e mi riconosce sotto entrambi i nomi.
Sono un vostro fratello che ha viaggiato un poco più a lungo sul Sentiero e ha perciò
contratto maggiori responsabilità. Sono uno che ha lottato e si è aperta la via fino a trovare
una luce maggiore di quella che possono avere gli aspiranti che leggono queste pagine, e devo
perciò agire quale trasmettitore della Luce, a qualunque costo. Non sono vecchio, secondo il
modo consueto di considerare l’età dei maestri, pure non sono giovane, né privo di esperienza.
L’opera mia consiste nell’insegnare e nel diffondere, e sto facendolo da molti anni. Cerco
anche di aiutare il Maestro M. e il Maestro K.H. ogni volta che se ne offre l’opportunità, poiché
sono stato per lungo tempo in rapporto con Loro e con il Loro lavoro.
In tutto quanto precede, vi ho detto molto, ma nulla che possa indurvi ad offrirmi quella
cieca obbedienza e quella vana devozione che gli aspiranti emotivi offrono al Guru, o al Maestro,
con il quale sono ancora incapaci di entrare in rapporto. Essi non potranno stabilire
quell’auspicato contatto fino a quando non abbiano trasmutato la devozione emotiva in servizio
non egoistico all’Umanità, non al Maestro.
Le opere che ho scritto sono offerte al pubblico senza alcuna pretesa che vengano accettate.
Esse possono essere, o non essere, corrette, vere e utili. Sta a voi accertarne la verità con
la retta pratica e l’esercizio dell’intuizione. Né a me né ad A.A.B. interessa minimamente che
vengano accolte come ispirate, né che tutti ne parlino concitatamente come di scritti di uno
dei Maestri. Se esse presentano la Verità in modo tale da costituire una continuazione degli
insegnamenti già dati al mondo; se le informazioni impartite elevano l’aspirazione e la volontà
di servire dal piano delle emozioni a quello della mente (il piano ove i Maestri possono essere
trovati), allora avranno servito al loro scopo.
Se un insegnamento suscita una risposta della mente illuminata e fa brillare un lampo
d’intuizione, può essere accettato, ma non altrimenti. Se quanto vi si afferma finirà per essere
corroborato, e apparire vero alla luce della Legge di Corrispondenza, sarà bene. Ma se ciò
non avverrà, lo studioso non accetti quanto vi si dice.
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INDICE
CAPITOLO I
La Dottrina di Colui che viene Pag. 5
CAPITOLO II
L’eccezionale opportunità del Cristo “ 15
CAPITOLO III
La riapparizione del Cristo “ 36
CAPITOLO IV
L’Opera del Cristo oggi e nel futuro “ 61
CAPITOLO V
Gli Insegnamenti del Cristo “ 102
CAPITOLO VI
La Nuova Religione Mondiale “ 137
CAPITOLO VII
Preparazione per la riapparizione del Cristo “ 160
Conclusione “ 187
Indice analitico “ 193
I numeri di pagina del testo inglese sono riportati al margine sinistro del testo italiano.
NOTA FONDAMENTALE
“Ogni volta che il Dharma decade ed in ogni dove si afferma l’adharma, (materialismo,
anarchia, disordine, ingiustizia, N.d.T.)
allora Io Mi manifesto.
Per la salvezza dei giusti e la distruzione di coloro che fanno il male, per ristabilire fermamente
il Dharma, Io rinasco di età in età.”
BHAGAVAD GITA Libro IV°, Sutra 7, 8.
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CAPITOLO I
LA DOTTRINA DI COLUI CHE VIENE
Insegnamento occidentale
LA DOTTRINA DEGLI AVATARA
Insegnamento orientale
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Nel corso dei secoli, in diversi cicli mondiali e in molti paesi (oggi in tutti) si sono prodotti
grandi periodi o punti di tensione, caratterizzati da un senso d’attesa piena di speranza. Si attende
qualcuno e la Sua venuta è presentita. Nel passato tale aspettativa è sempre stata proclamata
e alimentata dai religiosi, e quei periodi sono sempre stati difficili e caotici; hanno
sempre segnato il punto culminante alla fine di una civiltà o di una cultura, quando le vecchie
religioni si sono dimostrate inadeguate per far fronte alle difficoltà e ai problemi degli uomini.
L’avvento di un Avatar, di Colui che viene e, in termini attuali, la riapparizione del Cristo,
sono la nota dominante dell’attesa generale. Quando i tempi saranno maturi, l’invocazione
delle moltitudini sarà intensa e la fede di coloro che sanno sarà molto viva,
in tal caso Egli
verrà, come è sempre venuto, poiché anche allora non vi sarà eccezione a quest’antica regola
o a questa legge universale. Per decenni il ritorno del Cristo, l’Avatar, è stato presentito dagli
uomini di fede in entrambi gli emisferi, non solo dai credenti cristiani, ma anche da coloro
che attendono il Maitreya, o il Bodhisattva, o l’Iman Mahdi.
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Quando gli uomini sentono di avere esaurite tutte le proprie risorse e possibilità, sentono
che i problemi e le condizioni cui devono far fronte oltrepassano la loro capacità di risolverli
e superarli, si volgono ad un divino Intermediario, un Mediatore, che possa perorare la loro
causa presso Dio e venire in loro soccorso. Gli uomini invocano un Salvatore. Simile ad un
filo d’oro, attraverso tutte le fedi e le Scritture del mondo, scorre questa dottrina dei Mediatori,
dei Messia, degli Avatar. Essi si ritrovano ovunque, collegando così tutte le Scritture sacre
ad una sorgente centrale. Anche l’anima umana è considerata un intermediario fra l’uomo e
Dio; molti milioni di uomini credono che il Cristo operi quale Mediatore tra l’umanità e il divino.
L’intero sistema della rivelazione spirituale è basato, ora come sempre, su questa dottrina
d’interdipendenza, di un legame cosciente, predisposto e regolato, e di trasmissione di energia
da un aspetto della manifestazione divina ad un altro, da Dio nel “segreto luogo
dell’Altissimo” al più umile uomo che vive, lotta e soffre sulla terra. Ovunque esiste questa
trasmissione; “Io sono venuto perché essi vivano” disse il Cristo, e le Scritture di tutto il
mondo sono piene di interventi di qualche Essere proveniente da un piano di vita superiore a
quello strettamente umano. Vi è sempre uno strumento adatto attraverso il quale il divino raggiunge
l’umanità e comunica con essa, ed a questa comunicazione ed a questi strumenti
dell’energia divina si riferisce la dottrina degli Avatar o dei divini “Esseri che vengono”.
Un Avatar è Colui il quale (oltre ad un compito prescelto e un destino preordinato) ha la
particolare capacità di trasmettere energia o potere divini. Questo è un profondo mistero, dimostrato
in modo peculiare, e in rapporto all’energia cosmica, dal Cristo il quale (per la prima
volta nella storia della Terra, per quanto ne sappiamo) trasmise la divina energia dell’amore
direttamente al nostro pianeta e, in senso ben determinato, all’umanità.
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Gli Avatar, o Messaggeri divini, vengono sempre considerati anche in rapporto con
qualche Ordine o Gerarchia di Vite spirituali, consacrate a promuovere il bene dell’umanità.
Tutto ciò che
realmente sappiamo è che lungo le età grandi e divini rappresentanti di Dio ne
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incarnano il Proposito influenzando tutto il mondo in modo tale che i Loro nomi restano noti
e la loro influenza percepita migliaia di anni dopo la loro scomparsa. Ripetutamente sono venuti,
e hanno lasciato un mondo mutato e una nuova grande religione; sappiamo inoltre che le
profezie e le fedi hanno sempre promesso che sarebbero tornati nell’ora della necessità. Queste
sono affermazioni di fatto storicamente provate. Oltre a ciò, poco si sa.
“Avatar” è un vocabolo sanscrito che letteralmente significa “che discende da molto
lontano”.
Ava (come prefisso ai verbi e ai sostantivi verbali) esprime l’idea di “lontano, via,
giù”.
Avataram (comparativo) “più lontano”. La radice A V sembra sempre denotare l’idea di
protezione dall’alto
ed è usata in parole composte che indicano protezione da parte di re o di
capi; oppure, in riferimento agli dei, significa che un sacrificio offerto è accolto favorevolmente.
Si può dire perciò che la parola “Avatar” significa: “Discende con l’approvazione della
sorgente superiore dalla quale proviene e con beneficio del luogo dove giunge”. (Dal dizionario
sanscrito di Monier-Williams).
In tutti gli Avatar o Salvatori sono manifesti due moventi fondamentali: la necessità di
Dio di prendere contatto con l’umanità e la necessità degli uomini di aver rapporto con il divino
e di riceverne aiuto e comprensione. Animati da tali moventi, tutti i veri Avatar sono
perciò Intermediari divini.
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Essi possono esserlo perché si sono liberati da ogni limitazione, da ogni senso d’egoismo e
separatività, e non sono più il drammatico centro della propria vita, come avviene alla maggior
parte di noi. Raggiunto questo stadio di decentramento spirituale, possono divenire
eventi
nella vita del pianeta; ad Essi ogni occhio può volgersi e da Essi tutti possono venire influenzati.
Un Avatar od un Cristo si manifesta perciò per due ragioni: per una imperscrutabile ed
inconoscibile Causa che ve lo induce, e per la richiesta o invocazione dell’umanità stessa. Per
conseguenza, un Avatar è un
evento spirituale che si presenta fra noi per produrre grandi mutamenti
o importanti restaurazioni, per iniziare una nuova civiltà e condurre l’uomo più vicino
a Dio. Questi grandi Esseri sono stati definiti “uomini d’eccezione che appaiono di tempo in
tempo per cambiare la faccia del mondo e per dare inizio ad una nuova era nei destini
dell’umanità”. Vengono in periodi di crisi, spesso le producono essi stessi, allo scopo di eliminare
ciò che è vecchio e non più rispondente ai tempi, e di preparare la via a forme nuove e
più idonee per la evolventesi vita di Dio immanente nella natura. Vengono quando il male dilaga;
per tale ragione, se non per altre, possiamo oggi attendere un Avatar. Le condizioni per
la riapparizione del Cristo esistono.
Vi sono Avatar di vario grado e tipo; alcuni hanno importanza planetaria perché espressioni
viventi d’interi cicli di futuro sviluppo, fanno risuonare la nota e trasmettono
l’insegnamento che inizia una nuova era civile. Essi incarnano grandi verità verso cui le moltitudini
umane devono procedere e che costituiscono l’obiettivo, seppure non ancora realizzato,
per le più grandi menti dell’epoca.
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Certi Avatar sono espressione del complesso di tutto ciò che l’uomo dovrà compiere e
della perfezione dell’umanità, e perciò rappresentano gli “uomini ideali” delle varie epoche.
Ad altri ancora maggiori è permesso custodire qualche principio divino, o qualche divina qualità
che deve essere nuovamente presentata ed espressa sulla terra; ciò è possibile perché sono
perfetti ed hanno superato le supreme iniziazioni. Hanno il dono di
essere le qualità spirituali
che incarnano, e poiché hanno espresso pienamente tale specifico principio, o qualità, come
canali lo trasmettono dal centro di tutta la Vita spirituale. Questa è la dottrina degli Avatar o
Messaggeri divini.
Uno di questi fu il Cristo. Egli fu doppiamente un Avatar, poiché non solo fece risuonare
la nota dominante della nuova era (circa duemila anni fa) ma, in modo misterioso ed in8
comprensibile, incarnò il divino principio dell’Amore; fu il primo a rivelare agli uomini la vera
natura di Dio. Il grido d’invocazione dell’umanità (il secondo motivo di un avvento divino)
ha un effetto potente, poiché le anime umane, specie se concordi, hanno in sé qualche cosa
d’affine alla natura divina dell’Avatar. Siamo tutti divini, figli dell’unico Padre, come ha detto
l’ultimo Avatar, il Cristo. Il centro divino vivente in ogni cuore, umano, se risvegliato ed
attivo, può evocare risposta dall’Alto Luogo dove Colui che viene attende di manifestarsi.
Soltanto l’invocazione dell’umanità compatta, il suo “intento congiunto” può determinare la
discesa di un Avatar.
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Perciò, riassumendo: la dottrina degli Avatar è parallela alla dottrina della continuità della
rivelazione.
Sempre, e ad ogni grave crisi umana e nell’ora della necessità, quando deve essere
instaurata una nuova razza o risvegliata a nuova e più ampia visione un’umanità pronta, il
Cuore di Dio mosso dalla Legge di Compassione invia un Istruttore, un Salvatore, un Essere
che illumina, un Avatar, un Trasmettitore, un Intermediario, un Cristo. Questi trasmetterà un
messaggio che risanerà, additerà agli uomini il prossimo passo, illuminerà un oscuro problema
mondiale e manifesterà qualche aspetto della divinità fino allora ignorato. Sul fatto della
continuità di rivelazione e sul succedersi della progressiva manifestazione della Natura divina
è basata la dottrina degli Avatar, dei Messaggeri e delle Apparizioni divine e dei Salvatori. Di
tutti la storia dà indubbia testimonianza. L’aspettativa mondiale della riapparizione del Cristo
si fonda sulla realtà di questa testimonianza, di questo succedersi di Messaggeri e di Avatar, e
sulla tremenda necessità attuale degli uomini. L’innato riconoscimento di questi fatti induce
gli uomini d’ogni paese ad invocare in modo sempre più intenso il soccorso o l’intervento divino;
il riconoscimento di tali fatti provoca pure l’emanazione dal “centro ove il volere di Dio
è conosciuto” dell’ordine che un Avatar si manifesti. Entrambe queste richieste hanno indotto
il Cristo a permettere ai Suoi discepoli di tutto il mondo di
sapere che riapparirà quando avranno
compiuto la preparazione necessaria.
Gli Avatara più diffusamente noti e riconosciuti sono il Buddha in Oriente e il Cristo in
Occidente. I Loro messaggi sono noti e i frutti delle Loro esistenze e delle Loro parole hanno
condizionato il pensiero e le civiltà d’entrambi gli emisferi. Poiché sono Avatara umanodivini,
rappresentano ciò che l’umanità può comprendere facilmente; poiché La loro natura è
simile alla nostra, “carne della nostra carne e spirito del nostro spirito” li conosciamo e crediamo
in Loro, che hanno per noi significato maggiore di altre manifestazioni divine.
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Sono noti a molti milioni di uomini che hanno fede in loro e li amano. Il nucleo d’energia
spirituale che ciascuno di Essi stabilisce, oltrepassa la nostra comprensione;
stabilire un nucleo
di energia permanente, spiritualmente positivo, è compito costante di un Avatar.
Egli focalizza
nel mondo degli uomini una verità dinamica, una potente forma-pensiero, un vortice
d’energia magnetica. Questo centro focale trasmette energia spirituale in modo sempre
crescente e pone l’umanità in grado d’esprimere una data idea divina, ciò che col tempo
produce una civiltà, con la cultura, le religioni, le leggi, i governi e i sistemi educativi che la
distinguono. Così si sviluppa la storia che non fa che registrare le reazioni cicliche
dell’umanità a qualche afflusso d’energia divina, a qualche guida ispirata o a qualche Avatar.
Generalmente un Avatar rappresenta il secondo aspetto divino, l’Amore-Saggezza,
l’Amore di Dio. Egli si manifesta quale Salvatore, Costruttore, Preservatore. L’umanità non è
ancora abbastanza evoluta o adeguatamente orientata verso la vita dello spirito per sostenere
con facilità l’influsso di un Avatar che esprima la Volontà dinamica di Dio. Per noi, ancora (è
la
nostra limitazione), un Avatar è colui che conserva, sviluppa, costruisce, protegge e rinforza
gli impulsi spirituali secondo i quali vivono gli uomini; ciò che rende possibile la Sua manifestazione
sono la necessità e la richiesta dell’umanità di essere aiutata e salvata. Gli uomini
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hanno bisogno d’amore, di comprensione e di giusti rapporti fra loro, quale manifestazione
della propria divinità. Fu questa necessità ad attrarre il Cristo, Avatar d’Amore.
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Egli, grande Messaggero umano-divino, in virtù della Sua sublime comprensione, trasmise
all’umanità un aspetto ed un potere della natura di Dio, il divino principio d’
Amore. Luce, aspirazione
e riconoscimento di Dio trascendente furono la debole espressione dell’atteggiamento
umano verso Dio prima dell’avvento del Buddha, Avatar d’Illuminazione. Poi
Egli venne e dimostrò con la propria esistenza il
fatto di Dio trascendente e allo stesso tempo
immanente, nell’universo e nell’umanità. L’uomo divenne cosciente dell’esistenza del Sé divino
e del Sé nel proprio cuore. Questa fu una verità relativamente nuova per lui.
Tuttavia, fino a quando il Cristo non visse una vita d’amore e di servizio, e non diede
agli uomini il comandamento di amarsi l’un l’altro, in tutte le Scritture del mondo si era data
poca importanza a Dio quale Amore. Dopo la venuta del Cristo come Avatar d’Amore, Dio fu
conosciuto quale Amore supremo, scopo e meta della creazione, principio base d’ogni rapporto
e operante in tutta la manifestazione per attuare un Piano motivato dall’amore. Il Cristo rivelò
ed accentuò questa qualità divina, modificando il modo di vivere degli uomini, i loro fini
ed i loro valori.
La ragione per cui Egli non è più tornato sta nel fatto che i Suoi seguaci non hanno
compiuto quanto necessario. La Sua venuta dipende ampiamente, come vedremo avanti,
dall’instaurazione di retti rapporti umani. La chiesa, anziché favorirla, l’ha ostacolata nello
zelo fanatico di fare molti “cristiani” anziché dei veri seguaci del Cristo. Ha accentuato le
dottrine teologiche e non l’amore e la comprensione amorevole di cui fu esempio. La chiesa
ha esaltato il focoso Saul di Tarso e non il mite falegname di Galilea. Perciò Egli ha atteso.
Ma la Sua ora è giunta, per la necessità degli uomini di tutta la terra, per il grido di invocazione
delle moltitudini e per concorde giudizio dei Suoi discepoli di tutte le fedi del mondo.
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Conoscere la data e l’ora del Suo ritorno non è concesso. Ciò dipende dall’appello (spesso
muto) di coloro che sono uniti in concorde intento; dalla realizzazione di migliori rapporti fra
gli uomini e dal lavoro svolto attualmente dai membri anziani del regno di Dio, la Chiesa invisibile,
la Gerarchia spirituale del pianeta. Dipende infine dalla fermezza dei suoi discepoli
attualmente nel mondo e dei Suoi collaboratori iniziati, attivi in molti gruppi religiosi, politici
ed economici. A tutto ciò dobbiamo aggiungere quello che i cristiani chiamano
“l’imperscrutabile Volere di Dio”, l’ignoto proposito del Signore del Mondo, l’Antico dei
Giorni, il quale “conosce la propria Mente, irradia la più alta qualità d’Amore e focalizza la
Sua Volontà nella propria suprema dimora, nel centro dove il Volere di Dio è conosciuto”.
Quando il Cristo, Avatar d’Amore, riapparirà: “
I Figli degli uomini, che sono ora Figli
di Dio,
si volgeranno dalla luce splendente per irradiarla sui figli degli uomini che ancora non
sanno di essere Figli di Dio.
Allora Colui che viene si manifesterà, e i Suoi passi nella valle
delle ombre saranno affrettati da Colui che possiede immenso potere e sta sulla vetta del
monte emanando amore eterno, luce suprema e pacificante, Volontà silente.
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“Allora i figli degli uomini risponderanno. Una nuova luce risplenderà nella tenebrosa ed
esausta valle terrena. Allora nuova vita scorrerà nelle vene degli uomini e la loro visione abbraccerà
tutte le possibili vie del futuro.Così la pace tornerà in terra, una pace mai prima conosciuta.
Allora la volontà di bene sboccerà in comprensione, e questa fiorirà in buona volontà
negli uomini”.
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CAPITOLO II
L’ECCEZIONALE OPPORTUNITÀ DEL CRISTO
Il Mondo Oggi
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Una delle difficoltà ad accettare l’insegnamento riguardo al ritorno del Cristo è costituita
dal fatto che, sebbene lo si insegni da secoli, nulla è ancora avvenuto. È un fatto, e in ciò risiede
gran parte della perplessità. L’attesa della Sua venuta non è nuova, nulla vi è
d’eccezionale, ma coloro che tuttora credono al Suo ritorno sono, secondo i casi, tollerati,
canzonati o commiserati. Tuttavia, considerando i tempi attuali, i loro significati, l’intenzione
e il volere di Dio, e dopo attento esame della situazione mondiale, possiamo ritenere che
il
momento presente sia unico nel suo genere
sotto diversi aspetti, e che al Cristo si presenti una
opportunità eccezionale, dovuta a condizioni planetarie esse stesse eccezionali. Oggi esistono
certe condizioni, e nel secolo scorso si sono verificati degli avvenimenti che non si erano mai
prodotti. Può essere utile considerarli per ottenere una prospettiva migliore. Il mondo nel quale
Egli verrà e nuovo, seppure non ancora migliore; gli uomini sono pervasi da idee nuove e
hanno nuovi problemi. Esaminiamo la particolarità del momento presente e cerchiamo di conoscere
in quale situazione il Cristo verrà a trovarsi. Saremo realistici nel nostro esame, evitando
il modo di pensare mistico e vago.
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Se è vero che Egli si prepara a riapparire, se è un fatto che verrà accompagnato dai Suoi
discepoli, Maestri di Saggezza, e se il Suo avvento è prossimo, quali sono gli elementi che essi
devono prendere in considerazione? Prima di tutto il Cristo verrà in un mondo essenzialmente
unificato; la Sua riapparizione e la Sua conseguente attività non possono limitarsi ad
una località ristretta che resti ignota alla grande maggioranza degli uomini, come accadde in
Palestina duemila anni fa. La radio, la stampa e la diffusione delle notizie renderanno la Sua
venuta diversa da quella di qualsiasi Messaggero precedente; i rapidi mezzi di trasporto renderanno
il Cristo accessibile ad innumerevoli milioni di uomini, i quali per mare, per terra,
per via aerea, potranno recarsi presso di Lui; mediante la televisione il Suo volto sarà familiare
a tutti e invero “ogni occhio Lo vedrà”. Anche se il Suo livello spirituale e il Suo messaggio
non ricevessero un riconoscimento generale, sarà necessariamente generale l’interesse,
poiché oggi anche i numerosi falsi Cristo e messaggeri suscitano curiosità e non possono restare
celati. Tutto ciò crea una condizione tutta particolare in cui operare quale non si era mai
presentata ad alcuno dei Figli di Dio venuti quali Salvatori o portatori di energie nuove.
La sensibilità degli uomini a ciò che è nuovo o necessario è anch’essa diversa dal passato;
l’uomo ha fatto molto progresso nel reagire tanto al bene che al male e possiede un apparato
di risposta più sensibile che al tempo dell’ultimo avvento. Perciò, se già allora vi fu pronta
risposta, tanto più generale e viva sarà questa volta, sia per negarlo che per accettarlo. Gli
uomini ora hanno maggior spirito d’indagine, sono più colti, più intuitivi ed in attesa
dell’insolito e dell’eccezionale di quanto non sia mai stato in qualsiasi altro momento della
storia. La loro percezione intellettuale è più penetrante, il senso dei valori più acuto, la capacità
di discriminare e scegliere si sviluppa rapidamente, ed essi penetrano con maggiore prontezza
i significati degli eventi.
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Tali fatti influiranno sulla riapparizione del Cristo e varranno a diffondere più rapidamente
le notizie sulla Sua venuta e il contenuto del Suo Messaggio.
Quando verrà, troverà un mondo libero come non mai dall’oppressione ecclesiastica,
mentre allora la Palestina era sotto il dominio dei capi religiosi ebrei, e Farisei e Sadducei erano
ciò che i potenti delle chiese sono oggi per i popoli di tutto il mondo. Ma durante il seco11
lo scorso si è prodotto un utile e salutare allontanamento dalle chiese e dalle religioni ortodosse,
e ciò costituisce un’opportunità particolare per ristabilire una vera religione e ritornare
alla semplicità spirituale. Sacerdoti, Leviti, Farisei e Sadducei non Lo riconobbero perché lo
temevano, ed è molto improbabile che i clericali reazionari Lo riconosceranno quando verrà
di nuovo. Egli può riapparire in modo del tutto inatteso; chi può dire se si presenterà come
uomo politico, economista, condottiero, scienziato o artista?
È errore credere, come alcuni fanno, che l’opera del Cristo si svolgerà in prevalenza tramite
le chiese o le religioni. Agirà necessariamente per loro mezzo quando le condizioni lo
consentiranno e quando in esse esisterà un nucleo vivente di vera spiritualità e la loro invocazione
sarà abbastanza potente da giungere fino a Lui. Egli si servirà di tutti i canali possibili
per ampliare la coscienza umana e ottenere un giusto orientamento. Tuttavia, è più esatto dire
che opererà essenzialmente quale Istruttore del Mondo e che le chiese saranno soltanto uno
dei Suoi canali d’insegnamento.
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Tutto ciò che illumina le menti, tutto ciò che tende a diffondere giusti rapporti umani, ogni
mezzo di vera conoscenza, ogni metodo per tramutare la conoscenza in saggezza e comprensione,
tutto ciò che serve ad ampliare la coscienza dell’umanità e gli stati di consapevolezza e
sensibilità subumani, tutto ciò che disperde miraggio e illusione, spezza le cristallizzazioni e
smuove le condizioni statiche, sarà oggetto delle concrete attività della Gerarchia spirituale
che dirige.
Egli sarà limitato dalla qualità e intensità dell’invocazione degli uomini, a loro volta
condizionati dal grado evolutivo raggiunto.
Nel medio evo e ancor prima, chiese e scuole di filosofia costituivano i canali principali
per la Sua attività soggettiva, ma non sarà più così quando Egli sarà realmente presente. Le
chiese e le religioni organizzate farebbero bene a tenerlo presente. Ora il Cristo rivolge
l’attenzione a due nuovi campi di lavoro: l’educazione di portata mondiale e il movimento intelligente
delle attività che rientrano nel dipartimento del governo nei suoi tre aspetti: governo,
politica e legislazione. Oggi le moltitudini riconoscono l’importanza e la responsabilità
del governare; perciò la Gerarchia spirituale sa che prima che un ciclo di
vera democrazia
(oggi potenziale ma che col tempo si dimostrerà) possa manifestarsi, è assolutamente necessario
educare le masse a cooperare nell’arte del governare, nella stabilità economica tramite la
giusta condivisione e nei rapporti politici corretti.
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Il lungo divorzio fra religione e politica deve aver fine, e questo oggi è possibile per il più
elevato livello di intelligenza delle
masse umane e perché la scienza ha a tal punto avvicinati
gli uomini che ciò che avviene in una remota regione suscita entro pochi minuti l’interesse
generale. Ciò offre al Cristo un’eccezionale occasione di operare nel futuro.
Sviluppare il riconoscimento spirituale è oggi grandemente necessario per preparare la
Sua riapparizione; nessuno sa in quale nazione verrà. Egli potrebbe presentarsi come inglese,
russo, negro, latino, turco, indiano o con qualsiasi altra nazionalità. Chi può dirlo? Potrà essere
cristiano, indù o buddista, oppure non appartenere ad alcuna fede; non verrà a reinstaurare
antiche religioni, incluso il cristianesimo, bensì la fede dell’uomo nell’amore del Padre, nel
fatto che il Cristo è vivente, nello stretto, indistruttibile rapporto soggettivo fra tutti gli uomini.
Avrà a disposizione facili mezzi di contatto e comunicazione in tutto il mondo, opportunità
del tutto nuova cui deve prepararsi.
Altro elemento particolare che distinguerà la Sua venuta non sarà solo l’attesa generale, ma
anche il fatto che oggi si conosce e si insegna molto riguardo al regno di Dio, o Gerarchia spirituale
del pianeta. Ovunque migliaia di uomini si interessano al fatto della sua esistenza, credono
nei Maestri di Saggezza, discepoli del Cristo, e non saranno perciò sorpresi quando questo
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gruppo di Figli di Dio apparirà sulla Terra a fianco del suo grande capo, il Cristo. Le chiese
hanno familiarizzato il pubblico all’espressione “il regno di Dio”; durante il secolo scorso esoteristi
e occultisti hanno divulgato la verità dell’esistenza della Gerarchia; gli spiritisti hanno
accentuato il fatto che i trapassati sono tuttora viventi nel mondo celato dell’essere, e le loro
Guide hanno testimoniato l’esistenza di un mondo spirituale interiore.
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Tutto ciò costituisce una particolare preparazione che offre al Cristo opportunità e
problemi eccezionali. Queste, e molte altre forze spirituali, tanto all’interno che all’esterno
delle religioni e dei gruppi filosofici e umanitari di tutto il mondo, oggi operano sotto direzione
superiore, sono in stretto rapporto fra di loro e le loro attività sono strettamente sincronizzate.
Esse operano
unite (anche se apparentemente non sembra) perché nella famiglia umana
vi sono individui ad ogni stadio d’evoluzione. Le forze rigeneranti, ricostruttive e della resurrezione
sono attive in tutti i gruppi che aiutano ad elevare l’umanità, a ricostruire il mondo, a
restaurare stabilità e sicurezza, preparando in tal modo (coscientemente o meno) la via per
l’avvento del Cristo.
Vi e inoltre un eccezionale risveglio dell’antico insegnamento del Buddha, che penetra
nei paesi occidentali e trova aderenti e devoti ovunque. Il Buddha è il simbolo della illuminazione,
e oggi in tutto il mondo s’insiste molto sulla
luce. Nel corso dei secoli, milioni di uomini
hanno riconosciuto nel Buddha un Portatore di Luce dai mondi superiori. Con le
Quattro
nobili Verità
Egli espose le cause dell’infelicità umana e indicò i mezzi per eliminarla. Egli
insegnò: cessate di identificarvi con le cose materiali e con i vostri desideri; stabilite un giusto
senso dei valori; cessate di attribuire principale importanza ai possessi e all’esistenza materiale;
seguite il
nobile ottuplice sentiero, il sentiero dei giusti rapporti con Dio e con i vostri fratelli,
e sarete felici. I passi su questo Sentiero sono:
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Giusti Valori o Alta qualità dei Valori
Alta qualità della Parola
Alta qualità del Comportamento
Alta qualità del Pensiero
Alta qualità dell’Aspirazione
Alta qualità della Condotta
Alta qualità dello Sforzo
Alta qualità dell’Estasi o felicità
Oggi questo messaggio è particolarmente necessario in un mondo in cui la maggior parte
di questi stadi verso la felicità vengono sistematicamente trascurati. Sulla base di questo insegnamento
il Cristo erigerà la costruzione della fratellanza umana, poiché i retti rapporti sono
espressione dell’amore di Dio e costituiranno la prossima e più importante dimostrazione
della divinità inerente all’uomo. In questo mondo devastato, caotico ed infelice, gli uomini
hanno una nuova occasione di rinunciare ad un modo di vivere egoistico e materialistico e
cominciare a percorrere la Via illuminata. Nel momento in cui l’umanità dimostri la sua disposizione
a farlo, il Cristo verrà e oggi tutto comprova che essa sta imparando la lezione e
muove i primi passi esitanti sulla Via illuminata dei giusti rapporti.
Il momento presente è unico in quanto costituisce (come non mai) un ciclo o periodo di
convegni civici, nazionali e internazionali; associazioni, comitati, riunioni e leghe si organizzano
ovunque per studiare e discutere il benessere e la libertà degli uomini. Tale fenomeno
rappresenta una delle più valide indicazioni della prossima venuta del Cristo. Egli è
l’incarnazione della libertà e il Messaggero della liberazione. Egli stimola lo spirito e la coscienza
di gruppo, e la Sua energia spirituale è la forza attrattiva che unisce gli uomini per il
bene comune. La Sua riapparizione unirà tutti gli uomini di buona volontà sparsi nel mondo,
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qualunque ne sia la religione e la nazionalità. La Sua venuta evocherà un vasto e reciproco riconoscimento
del bene esistente in tutti.
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Questo fa parte dell’unicità della Sua venuta, per cui già ci stiamo preparando. Uno studio
della stampa quotidiana ne darà la prova. L’invocazione (cosciente o inconscia) dei molti
gruppi operanti per il bene dell’umanità provocherà la Sua riapparizione nel mondo fisico.
Questo grande atto d’invocazione è compiuto dagli uomini orientati verso lo spirito, dagli statisti
illuminati, dai religiosi e dagli uomini dal cuore colmo di buona volontà. Essi lo evocheranno
se sapranno restare uniti nell’intento, con speranza e attesa fiduciosa. Questo lavoro
preparatorio deve essere focalizzato ed effettuato dal ceto colto e da coloro che amano veramente
l’umanità, dai gruppi consacrati al miglioramento umano e da uomini disinteressati. Il
buon esito di tale sforzo, preordinato dal Cristo e dalla Gerarchia, dipende dalla capacità del
genere umano di usare la luce che già possiede per stabilire giusti rapporti nelle famiglie, nelle
comunità, nelle nazioni e nel mondo.
Fra l’atteso ritorno del Cristo ed i tempi del Suo primo avvento vi è perciò una essenziale
differenza; il mondo oggi è pieno di gruppi operanti per il bene dell’umanità. Alla luce dei
lunghi cicli di storia umana trascorsi, questo tentativo è relativamente nuovo e il Cristo deve
prepararsi ad operare con questa tendenza. Il “ciclo di convegni” ora in piena attività fa parte
della situazione eccezionale di cui deve tener conto.
Ma prima che Egli possa venire con i Suoi discepoli, l’attuale civiltà deve perire. Durante
il secolo venturo cominceremo ad imparare il significato del termine “resurrezione” e la
nuova era rivelerà il suo scopo profondo.
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Il primo passo sarà la risurrezione dell’umanità dalla morte della civiltà, delle vecchie idee,
dei vecchi modi di vivere; la rinuncia ai fini materiali e al pernicioso egoismo, e l’incedere
nella chiara luce della resurrezione. Queste non sono espressioni simboliche o mistiche, ma
condizioni che si produrranno nel periodo in cui il Cristo riapparirà; sarà un ciclo tanto reale
quanto quello dei “convegni” ora così alacremente organizzati. Duemila anni fa il Cristo insegnò
il vero significato della rinuncia o crocifissione; ora il Suo messaggio sarà imperniato sulla
vita di resurrezione.
L’attuale ciclo di convegni prepara gli uomini ai loro reciproci rapporti,
sebbene oggi possano sembrare pieni di contrasti. Ciò che importa è che l’interesse e il
pensiero umano sono generalmente diretti a prendere coscienza della necessità di questi rapporti,
degli obiettivi che rappresentano e dei mezzi che devono essere impiegati. Il periodo di
resurrezione che il Cristo inizierà, Sua opera essenziale in cui saranno comprese tutte le Sue
altre attività, sarà frutto del fermento e della germinazione oggi in atto e di cui i numerosi
convegni sono manifestazione esterna.
Egli affrontò queste condizioni eccezionali durante la guerra, quando le necessità degli
uomini lo costrinsero a decidere di affrettare il ritorno. Le infelici condizioni del mondo, risultanti
da secoli d’egoismo e di guerre, l’eccezionale sensibilità dimostrata dagli uomini
(dovuta al processo evolutivo), la speciale diffusione delle conoscenze riguardanti la Gerarchia
spirituale e l’eccezionale sviluppo della coscienza di gruppo, palese nel grande numero
di convegni, posero il Cristo di fronte all’opportunità eccezionale, inducendolo a prendere
una decisione inevitabile.
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Con tutta reverenza possiamo dire che questa “opportunità” implica due fatti, entrambi
difficili a comprendersi. Dobbiamo riconoscere che la Sua Volontà è sincrona con quella del
Padre e che questa sincronizzazione ha condotto ad una decisione fondamentale. Per il comune
cristiano non è facile comprendere che il Cristo procede costantemente verso esperienze
che hanno sempre maggior potere, e che nella Sua esperienza divina nulla vi è di statico o
permanente, tranne l’inalterabile amore per l’umanità.
14
Lo studio accurato del Vangelo, se libero da preconcetti, rivela molte cose. Le consuete
interpretazioni altro non sono che interpretazioni umane di una serie di vocaboli aramaici,
greci o latini. Il fatto che la maggior parte dei commentatori visse molti secoli addietro, sembra
aver conferito a tali vocaboli un valore arbitrario. Le parole di un interprete moderno appaiono
di nessun valore paragonate a quelle d’antica data; pure egli è probabilmente più intelligente
e più colto di quello antico, e può inoltre avvalersi di numerose traduzioni e di una
scienza esatta. Esistono difetti dovuti all’ignoranza del passato ed è ingiusto supporre che un
commentatore antico offra maggiori garanzie di uno moderno che sia più colto e intelligente.
Se il
Nuovo Testamento è verace nel modo di presentare il Cristo, se riferisce esattamente le
Sue parole secondo le quali, ad esempio, possiamo fare “cose maggiori” delle Sue, e se è vero
che disse: “Siate perfetti come il Padre nostro che è nei cieli”, in che cosa erriamo riconoscendo
la capacità dell’uomo di evolvere la mente in modo simile alla Sua, e di conoscere ciò
che Egli vuole farci conoscere? Il Cristo disse che “chiunque farà la volontà di Dio, saprà”.
Egli stesso apprese in tal modo e ci assicura che è valido anche per tutti noi.
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L’insorgere del significato della Volontà di Dio nella coscienza di Cristo lo condusse a
importanti decisioni e ad esclamare: “Padre, non la mia ma la Tua volontà sia fatta”. Tali parole
indicano nettamente conflitto e non fusione delle due volontà; indicano la determinazione
da parte del Cristo di non opporre la propria a quella del Padre. Improvvisamente Egli ebbe la
visione della divina intenzione per l’umanità e, tramite l’umanità, per il pianeta nel suo complesso.
Giunto al particolare stadio di sviluppo spirituale che lo aveva reso capo della Gerarchia
spirituale, promotore dell’emergere del Regno di Dio e Maestro di tutti i Maestri, Istruttore
degli angeli e degli uomini, la sua coscienza era perfettamente unificata col Piano divino;
la sua attuazione sulla Terra, l’obiettivo di instaurare il regno di Dio, quinto regno della natura,
altro non furono che l’adempimento della legge verso il quale diresse sempre tutta la Sua
vita.
Egli aveva piena conoscenza e comprensione del Piano, del suo fine e delle sue tecniche
diverse e delle sue leggi, della sua energia (dell’amore) e dello stretto e sempre crescente rapporto
fra Gerarchia e umanità. All’apice di tale completa conoscenza e nel momento della totale
dedizione al necessario sacrificio della propria vita affinché il piano fosse compiuto, si
produsse in Lui un’improvvisa, grande espansione di coscienza.
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Il significato, l’intenzione, il completo proposito e l’Idea divina nella sua interezza (quale
esistenza nella mente del Padre) si palesarono alla Sua anima, non alla Sua mente, poiché la
rivelazione la trascendeva. Egli penetrò nel significato della divinità meglio di quanto non
fosse mai sembrato possibile; il mondo del significato e quello dei fenomeni scomparvero e,
in senso esoterico, Egli perse interamente Se stesso. Per un momento non gli rimasero né
l’energia della mente creativa, né quella dell’amore. Fu privato di tutto ciò che aveva resa la
Sua vita sopportabile e piena di significato. Una nuova energia divenne disponibile, quella
della Vita stessa,
permeata di proposito ed attivata dall’intenzione. Ma era un’energia nuova
ed ignota, non ancora compresa. Per la prima volta al Cristo divenne chiara la relazione con la
volontà
che finora si era espressa nella Sua vita tramite l’amore e l’opera creativa di inaugurare
una nuova legge religiosa. A questo punto sperimentò il Getsemani della rinuncia. Gli venne
rivelato ciò che era più grande, vasto e inclusivo, e ciò che era sembrato tanto vitale e importante
scomparve nella più ampia visione. Questa vivente realizzazione dell’Essere e
dell’identificazione con l’intento di Dio, il Padre, il Signore del Mondo, a livelli di consapevolezza
di cui nulla conosciamo, costituì la consapevolezza in sviluppo del Cristo sulla Via
dell’Evoluzione superiore. È la Via che oggi percorre e la iniziò in Palestina duemila anni fa.
Egli
seppe, in un senso fino allora a Lui stesso ignoto, l’intenzione di Dio, il significato del
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destino umano e la parte che doveva sostenere per compierlo. Nel corso dei secoli abbiamo
prestato scarsa attenzione alla reazione del Cristo al proprio destino in relazione a quello umano.
Ci siamo ben poco occupati della Sua reazione alla conoscenza acquisita; siamo stati
egoisti e avidi nel reagire alla Sua opera e al Suo sacrificio.
27
Il termine “sapere” (in relazione alla coscienza del Cristo e a quella di iniziati minori)
concerne la certezza della conoscenza acquisita dall’iniziato mediante esperimenti, esperienze
ed espressione. La prima debole vibrazione in risposta al “destino” monadico e all’universale
influsso che un Figlio di Dio può esercitare fu percepibile nella coscienza del Cristo, come lo
sarà nella coscienza di tutti coloro che, osservando il Suo comandamento, giungeranno alla
perfezione da Lui indicata. La suprema qualità, o aspetto divino, ora è percepibile nella vita
del Figlio di Dio che progredisce. Egli conosce il significato dell’intelligenza, realizza
l’amore e la sua qualità attrattiva. Grazie a tali conoscenze, ora diviene consapevole della potenza
della volontà e della realtà dell’intenzione divina che quella volontà deve (ad ogni costo)
attuare. Questa fu la maggiore crisi del Cristo.
A testimoniare questo sviluppo divino, nel Vangelo sono riportati quattro “momenti” in
cui quella realizzazione monadica o universale si manifestò:
l. Vi fu innanzi tutto la Sua dichiarazione ai genitori nel tempio: “Non sapete che devo
occuparmi delle cose del Padre mio?” Egli aveva allora dodici anni e perciò il lavoro al quale
si era dedicato (quale anima) era terminato; dodici è il numero dell’opera compiuta, come attestano
le dodici fatiche d’Ercole, un altro Figlio di Dio.
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Il simbolismo dei Suoi dodici anni è ora sostituito da quello dei dodici apostoli, simbolo di
servizio e di sacrificio. Egli si trovava nel Tempio di Salomone, simbolo della vita perfetta
dell’anima, mentre il Tabernacolo nel deserto è simbolo della imperfetta ed effimera vita della
personalità transitoria. Perciò il Cristo parlava quale anima e non soltanto quale uomo spirituale
in Terra. Quando pronunciò quelle parole esplicava il proprio servizio quale membro attivo
della Gerarchia, poiché i genitori lo trovarono mentre insegnava ai Sacerdoti, ai Farisei e
ai Sadducei. Questi fatti indicano che era consapevole della propria opera quale Istruttore
mondiale, e che per la prima volta era conscio nel proprio cervello fisico dell’intenzione e
della volontà divina.
2. Segue l’affermazione ai discepoli: “Devo andare a Gerusalemme”; poco dopo Egli
“decisamente si diresse verso quella città”. Con tali parole avvertì i discepoli che ora aveva
un nuovo obiettivo. Il solo luogo di completa “pace” (il significato di “Gerusalemme” è appunto
“pace”) è il “centro ove il Volere di Dio è conosciuto”. La Gerarchia spirituale del nostro
pianeta (la Chiesa invisibile di Cristo) non è un centro di pace, bensì un vortice d’attività
mossa dall’amore, il luogo ove s’incontrano le energie provenienti dal centro del volere divino
e dall’umanità, il centro della divina intelligenza. Il Cristo si era orientato verso quel centro
divino, che nelle antiche Scritture è definito “luogo della serena determinazione e della
volontà calma e tranquilla”. Quell’affermazione segnò una crisi ed una decisione nella Sua vita
e ne attestò il progresso verso il conseguimento divino.
3. Nel giardino di Getsemani disse: “Padre, non la mia, ma la Tua volontà si compia”,
indicando la propria realizzazione del Suo destino divino. Il significato di quelle parole non è
(come sovente detto dai teologi) l’accettazione del dolore, di un penoso futuro e della morte.
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Fu un’esclamazione, certamente evocata dalla realizzazione dell’universalità della propria
missione e dall’intensa focalizzazione della Sua vita in senso universale. L’esperienza del Getsemani
era possibile soltanto ai Figli di Dio dello stesso, eccezionale grado evolutivo del Cristo,
e non ha vero rapporto con la crocifissione, come invece ritengono molti commentatori.
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4. Le ultime parole del Cristo agli apostoli furono: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
sino alla fine dell’età (o ciclo) presente”. (Matteo, 28, 20). La parola significativa è “fine”. Il
vocabolo usato ed il greco “sun-teleia” che indica la fine di un periodo, dopo il quale ne inizia
immediatamente un altro (dunque la fine di un ciclo). L’ultima
fine è indicata con la parola
greca
télos. In Matteo (24, 6) “ma la fine non è ancora”, è usata la parola télos, per significare
“non si è ancora giunti alla fine del primo periodo”. In quel momento il Cristo parlò come
Capo della Gerarchia, manifestando la Sua divina volontà (ora unificata con quella di Dio) di
pervadere incessantemente il mondo degli uomini con la propria coscienza adombrante. Fu
un’affermazione di tremendo potere, emanata con l’energia della volontà da Lui sviluppata,
del Suo amore che tutto include e della Sua intelligenza. Essa ha reso possibili tutte le cose.
Il Cristo si riferì al potere magnetico della volontà anche quando disse: “Quando sarò
innalzato attirerò tutti gli uomini a Me”. Queste parole non si riferivano alla crocifissione, ma
alla Sua volontà magnetica di trarre tutti gli uomini dal mondo dei valori materiali a quello
spirituale, mediante la vita cristica dimorante in ogni cuore. Il Cristo non si riferì alla morte,
ma alla vita; non alla croce ma alla risurrezione.
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Nel passato, la nota dominante della religione cristiana è stata la morte, simboleggiata
nella morte del Cristo e molto svisata da S. Paolo nello sforzo di stabilire una continuità fra la
nuova religione portata dal Cristo e la vecchia degli Ebrei. Nel ciclo che il Cristo inaugurerà
dopo la Sua riapparizione, gli insegnamenti religiosi di tutto il mondo mireranno alla resurrezione
dello spirito nell’umanità; verrà messo in rilievo il Cristo vivente in ogni uomo, e l’uso
della volontà per realizzare la vivente trasfigurazione della natura inferiore testimoniata dal
Cristo risorto. Questa “Via della Resurrezione” è la Via radiosa, la Via illuminata che conduce
a sempre maggiori manifestazioni della divinità nell’uomo; è la via che esprime la luce
dell’intelligenza, la radiante sostanza del vero amore e l’inflessibile volontà che non consente
né disfatta né regresso. Tali sono le caratteristiche che paleseranno il Regno di Dio.
Oggi l’umanità si trova in un particolare, eccezionale punto mediano, fra un passato infelice
e un futuro pieno di promesse che potranno attuarsi se la riapparizione del Cristo verrà
riconosciuta e si farà la debita preparazione. Il presente è pieno di promesse, ma anche di difficoltà;
in questo preciso momento il destino del mondo e, se possiamo dirlo con tutta reverenza,
l’attività immediata del Cristo, sono nelle mani degli uomini. Le atroci sofferenze della
guerra e le angosciose condizioni dell’intera famiglia umana, nel 1945 indussero il Cristo a
prendere una grande decisione espressa in due affermazioni della massima importanza.
31
Egli annunciò alla Gerarchia riunita ed a tutti i Suoi discepoli di aver deciso di riprendere il
contatto fisico con l’umanità,
se questa avesse fatto i passi iniziali per instaurare retti rapporti
fra i propri membri; dette poi al mondo (ad uso di tutti) una delle più antiche preghiere, sinora
mai permessa se non ai più elevati esseri spirituali. Egli la pronunciò la prima volta nel 1945
durante il plenilunio di giugno, noto come plenilunio del Cristo, come quello di maggio è del
Buddha. Non fu facile tradurre quegli antichi versi (così antichi da essere senza data o possibile
riferimento) in parole moderne, ma fu fatto, e l’Invocazione che potrà divenire la preghiera
universale fu pronunciata dal Cristo e trascritta dai discepoli:
Dal punto di Luce entro la Mente di Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda Luce sulla Terra.
Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini,
Possa Cristo tornare sulla Terra.
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Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini,
Il proposito che i Maestri conoscono e servono.
Dal centro che vien detto il genere umano
Si svolga il piano di Amore e di Luce.
E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra.
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Possiamo constatarne la straordinaria potenza perché già centinaia di migliaia di uomini la
ripetono ogni giorno e più volte al giorno; è già stata tradotta in più di 18 lingue, è usata da
gruppi di indigeni delle jungle africane e da uomini che hanno alte funzioni direttive; tanto in
America che in alcune nazioni europee viene radiotrasmessa e non vi e luogo dove non se ne
conosca l’uso. Tutto questo è avvenuto in soli 18 mesi. (Scritto nel 1947).
Questa nuova Invocazione, se verrà largamente diffusa, potrà essere per la futura religione
mondiale ciò che il
Padrenostro fu per i Cristiani e il 23° Salmo per gli Ebrei. Essa può
essere usata in tre modi diversi, a seconda della comprensione:
l. Dagli uomini in generale.
2. Dagli esoteristi o dagli aspiranti e dai discepoli.
3. Dai Membri della Gerarchia.
l. Gli
uomini in generale la considereranno una preghiera a Dio trascendente. Essi non
riconoscono ancora Dio immanente nella creazione, e affideranno l’Invocazione alle ali della
speranza, speranza di luce, amore e pace che bramano ardentemente. La considereranno una
preghiera intesa ad illuminare dirigenti e capi di tutti i gruppi che si occupano delle vicende
mondiali; a far affluire amore e comprensione fra gli uomini, affinché possano vivere nella
pace fra di loro; quale richiesta di manifestazione della volontà di Dio, di cui nulla conoscono
e per loro così imperscrutabile da indurli a reagire con pazienza e astenendosi dal porre domande;
quale preghiera per rafforzare il senso di responsabilità umana, affinché ciò che oggi
e riconosciuto come male e tanto colpisce e affligge l’umanità, sia eliminato.
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Verrà infine considerata come una preghiera per realizzare una vaga, primordiale condizione
di gioia e felicità, affinché il dolore scompaia dalla terra. Per questi uomini ciò è buono
e benefico, e rappresenta tutto quello che e possibile realizzare in questo momento.
2.
Gli esoteristi, gli aspiranti e coloro che sono orientati verso lo spirito ne avranno una
comprensione più profonda. Per essi comporterà il riconoscimento del mondo delle cause e di
Coloro che vivono nel mondo soggettivo, veri Dirigenti spirituali della vita umana. Sono
pronti a rafforzare gli uomini dotati di vera visione, ad indicare non solo la ragione degli eventi
in tutti i settori della vita umana, ma anche a dispensare le rivelazioni che permetteranno
all’umanità di procedere, e passare dalla tenebra alla luce. Da quest’atteggiamento fondamentale
apparirà evidente la necessità di dare ampia diffusione alla conoscenza di questi fatti fondamentali,
e ne scaturirà un’epoca di propaganda spirituale diretta dai discepoli e portata avanti
dagli esoteristi. Tale periodo ebbe inizio nel 1875, quando venne proclamato il
fatto
dell’esistenza dei Maestri di Saggezza e nonostante gli errori di presentazione, gli attacchi e
le derisioni, non ha avuto sosta. Il riconoscimento della realtà delle prove esistenti e
l’adesione intuitiva degli studiosi d’occultismo e di molte persone colte in tutto il mondo sono
stati di grande aiuto.
Sta nascendo un nuovo tipo di mistico; differisce da quello del passato per il suo interesse
nelle normali attività del mondo e non solo per le questioni religiose. Egli si distingue
18
per il disinteresse del proprio sviluppo personale, per la capacità di scorgere Dio immanente
in tutte le fedi, e non solo nella propria, e di vivere nella luce della Presenza divina.
34
Tutti i mistici hanno saputo far questo in qualche misura, ma quello moderno differisce in
quanto è
capace di indicare chiaramente ad altri le tecniche del Sentiero. Egli unisce cuore e
testa, intelligenza e sentimento, e possiede inoltre la percezione intuitiva che prima era assente.
La via del mistico moderno viene ora illuminata dalla limpida luce della Gerarchia e non
solo da quella della sua anima, e ciò sarà sempre più frequente.
3. In entrambi questi gruppi (uomini in generale e aspiranti) alcuni eccellono, in quanto
possiedono percezione e comprensione più profonde; Essi sono nella “terra di nessuno”, intermedia
fra le moltitudini e gli esoteristi da un lato, e gli esoteristi e la Gerarchia dall’altro.
Non dimentichiamo che questi ultimi usano anch’essi la Grande Invocazione, e che
non vi è
giorno in cui il Cristo stesso non la pronunci.
La bellezza e la forza di quest’Invocazione stanno nella sua semplicità e nel fatto che
esprime delle verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale: la verità
di un’Intelligenza fondamentale cui diamo vagamente il nome di Dio; la verità che oltre le
apparenze esterne il potere motivante dell’universo è
amore; la verità che una grande Individualità,
chiamata
Cristo dai cristiani, incarnò quell’amore sulla Terra affinché noi potessimo
comprenderlo; la verità che amore e intelligenza sono effetti di quella che è chiamata
Volontà
di Dio;
e infine la palese verità che il Piano divino potrà attuarsi soltanto per opera
dell’
umanità stessa.
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Questo Piano richiede che gli uomini manifestino amore e che “lascino splendere la luce
che è in loro”. Segue la solenne richiesta finale che questo Piano d’Amore e di Luce, attuandosi
tramite l’umanità, “sbarri la porta dietro cui il male risiede”. L’ultima frase
dell’Invocazione contiene
l’idea della restaurazione e indica la nota dominante del futuro e il
giorno in cui l’idea originaria e l’intenzione iniziale di Dio non saranno più frustrate dal libero
arbitrio e dal male dell’uomo, il suo materialismo ed egoismo; il Proposito divino potrà allora
attuarsi grazie al mutamento dei cuori e degli obiettivi dell’umanità.
Questo l’evidente e semplice significato dell’Invocazione, che risponde all’aspirazione
spirituale di tutti. Nell’uso di quest’Invocazione o preghiera, e nell’attesa sempre crescente
della venuta del Cristo, risiede oggi la più grande speranza dell’umanità. Se ciò non fosse, la
preghiera sarebbe inutile, soltanto un’allucinazione, e le Scritture di tutto il mondo, con le loro
profezie, sarebbero prive di valore ed illusorie. La testimonianza dei secoli ha comprovato
che così non è
. La preghiera ottiene e ha sempre ottenuto risposta; i grandi Figli di Dio sono
sempre venuti e sempre verranno in risposta all’appello dell’umanità, e Colui che tutti gli
uomini attendono,
è per via.
19
CAPITOLO III
LA RIAPPARIZIONE DEL CRISTO
L’Attesa Mondiale
36
Dio trascendente, supremo, immenso, più vasto del mondo che ha creato, è universalmente
riconosciuto ed è stato generalmente posto in rilievo; ogni religione può dire, con Shri Krishna
(che parla come Dio creatore) “Avendo pervaso l’Universo con un frammento di me, Io
rimango”. Il concetto di Dio trascendente ha dominato per secoli il pensiero religioso di milioni
di uomini dalla mente semplice, sin da quando l’umanità cominciò ad accostarsi al divino.
Lentamente, col graduale risveglio della coscienza, è apparsa la grande verità parallela
di Dio immanente, che “pervade” di Sé tutte le forme, regola e guida dall’interno i regni della
natura, si esprime in tutti gli uomini, e che duemila anni fa si manifestò nel Cristo. Oggi, come
risultato di questa divina Presenza in costante sviluppo, nella mente umana sta penetrando
il concetto di “Cristo in noi, speranza di Gloria” (Colos. 1, 27). La fede sempre crescente che
il Cristo è in noi, come fu nel Maestro Gesù, porterà un radicale mutamento nelle vicende
mondiali e nell’atteggiamento umano verso la vita.
La meraviglia di quella Vita vissuta venti secoli fa è ancora presente in noi e nulla ha
perduto della sua freschezza, della sua eterna potenza d’ispirazione, di speranza, d’incoraggiamento
e d’esempio. L’amore che il Cristo dimostrò, ancora affascina tutti coloro che pensano,
quantunque solo pochi abbiano realmente cercato di dimostrare la stessa qualità: un amore
che conduce inevitabilmente a servire l’umanità, alla completa abnegazione, ad una vita
irradiante e magnetica. Le Sue parole furono poche e semplici, comprensibili a tutti, ma il loro
significato è andato in parte perduto nelle intricate interpretazioni e discussioni di S. Paolo
e nelle lunghe dispute dei teologi che le hanno commentate dall’epoca in cui Egli visse ed
apparentemente ci lasciò.
Pure, oggi il Cristo è più vicino all’umanità che non in qualsiasi altro momento della
storia. È più vicino di quanto creda anche il discepolo che più arde di aspirazione e di speranza,
e potrà avvicinarsi ancora maggiormente se quanto è scritto in queste pagine verrà compreso
e presentato all’attenzione del pubblico, poiché il Cristo appartiene all’umanità, al
mondo degli uomini, e non soltanto alle chiese e alle fedi religiose.
Attorno a Lui, nell’Alto Luogo terreno ove dimora, sono oggi raccolti tutti i Suoi grandi
Discepoli, i Maestri di Saggezza, tutti i Figli di Dio liberati che nel corso dei secoli sono passati
dalla tenebra alla Luce, dall’irreale al Reale, dalla morte all’Immortalità. Essi sono pronti
ad eseguire gli ordini del Maestro dei Maestri, Istruttore degli Angeli e degli uomini. Esponenti
e rappresentanti di tutte le fedi religiose attendono, sotto Sua guida, di rivelare a tutti
coloro che oggi si dibattono nei gorghi del mondo e che cercano di risolvere la crisi, che
non
sono soli
. Per il tramite del Cristo e della Gerarchia spirituale, Dio trascendente opera per
portare sollievo; Dio immanente in tutti gli uomini sta per giungere a meravigliosi riconoscimenti.
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La grande Successione Apostolica dei Conoscitori di Dio è pronta per una rinnovata
attività: la Successione di Coloro che, vissuti sulla Terra, accettarono la verità di Dio trascendente,
scoprirono la realtà di Dio immanente, e nella propria vita riprodussero le caratteristiche
del Cristo e (poiché come Lui vissero e vivono tuttora sulla Terra), si ritirarono “dietro il
velo incitando coll’esempio gli uomini a camminare sulle orme del Cristo” e sulle Loro; col
tempo noi pure faremo parte di questa grande successione.
37
20
Il Buddha stesso è accanto al Cristo, in umile riconoscimento del divino compito che è
in procinto di attuare e nell’imminenza di tale evento spirituale. Non solo tutti coloro che sono
coscientemente attivi nel Regno di Dio ne conoscono i Piani, ma anche tutti i grandi Esseri
che vivono e dimorano nella “Casa del Padre”, nel “centro ove il volere di Dio è conosciuto”
sono pronti a collaborare. L’intera catena spirituale di Esseri che dal trono dell’“Antico dei
Giorni” giunge ai più umili discepoli ai piedi del Cristo, è tutta volta al compito di aiutare
l’umanità.
Il grande momento che il Cristo ha così pazientemente atteso è prossimo; la “fine
dell’era”, alla quale si riferì dicendo ai discepoli: “Ecco! Sarò con voi ogni giorno fino alla
fine dell’era”, è giunta. Oggi Egli vigila, sapendo che questa è l’ora in cui “vedrà il frutto del
travaglio della Sua anima, e sarà soddisfatto” (Isaia, 53,11).
Tutta la schiera di Figli di Dio attende e si prepara: “
La Gerarchia attende”. Essa ha fatto
il possibile riguardo all’opportunità attuale. Il Cristo sta in paziente silenzio, vigilando sulle
imprese che permetteranno di concretizzare la Sua opera sulla Terra, e lo metteranno in
grado di completare l’opera iniziata venti secoli fa in Palestina. Il Buddha si libra sul pianeta,
pronto a compiere la propria parte se gli uomini ne offriranno l’occasione. Tutto dipende ora
da come gli uomini di buona volontà svolgeranno il proprio compito.
Dalla Casa del Padre (il “centro ove il volere di Dio è conosciuto” o Shamballa, secondo
gli esoteristi) il fiat e stato pronunciato: l’ora è giunta. Dal Regno di Dio, ove il Cristo governa,
è emanata la risposta: “Padre, la Tua volontà sia fatta”. Dall’infelice mondo degli uomini,
impegnati nella lotta e confusi, sale incessante il grido “Possa il Cristo tornare sulla Terra”.
Così i tre grandi centri spirituali - la Casa del Padre, il Regno di Dio e l’Umanità in risveglio
- hanno un solo proposito, una sola idea e sono in attesa unanime.
Oggi è essenziale conoscere meglio il “centro ove il volere di Dio è conosciuto”. Tutti
dovrebbero avere qualche cognizione di quel centro supremo a cui, se crediamo al Vangelo, il
Cristo stesso fu sempre attento. Leggiamo infatti ripetutamente che “il Padre gli parlò” o che
“Egli udì una voce” non percepita da altri, o le parole “Questo e il mio Figlio amato”. Varie
volte leggiamo che egli ebbe il suggello dell’affermazione (come è chiamato). Soltanto il Padre,
il Logos planetario, “Colui nel quale abbiamo la vita, il movimento e l’essere” (Atti,
XVII, 28), il Signore del Mondo, l’Antico dei Giorni (Daniele, VII, 9), può pronunciare
quest’affermazione definitiva. Come ben sappiamo, vi sono cinque crisi o iniziazioni che riguardano
il Maestro Gesù: la nascita a Betlemme, il Battesimo, la Trasfigurazione, la Crocifissione
e la Resurrezione, ma dietro a quest’insegnamento pratico vi è qualcosa di molto più
elevato ed importante: la voce affermativa del Padre che riconosce l’opera compiuta dal Cristo.
40
Quando il Cristo, durante i prossimi duemila anni, completerà l’opera iniziata venti secoli
fa, quella voce affermativa sarà sicuramente udita di nuovo, e accorderà il divino
riconoscimento della Sua venuta. Allora Egli conseguirà l’eccelsa iniziazione di cui sappiamo
soltanto che due aspetti divini si uniranno e fonderanno in Lui (amore-saggezza pienamente
manifestati, mossi dal divino volere e potere). Allora il Buddha e il Cristo staranno insieme al
cospetto del Padre, vedranno la gloria del Signore e passeranno infine ad un servizio ancora
superiore, di natura e portata a noi ignote.
Non parlo con spirito fanatico e avventista, né come teologo dalle ardue speculazioni
teoriche. Parlo perché molti sanno che i tempi sono maturi e che l’appello dei cuori semplici e
pieni di fede è penetrato nelle più alte sfere dello spirito, scatenando energie e forze che non
possono essere arrestate. Il grido d’invocazione dell’umanità sofferente è oggi così intenso
che, unito alla saggezza e alla conoscenza della Gerarchia, ha evocato delle attività nella Casa
37
21
del Padre. Ne risulterà maggior gloria di Dio, trasformando la divina volontà di bene in buona
volontà e pace sulla Terra.
Sta per essere scritto un nuovo capitolo nel grande libro della vita spirituale; è imminente
una nuova espansione di coscienza; un nuovo riconoscimento dell’attenzione divina è ora
possibile, e l’attesa rivelatrice dimostrerà l’esattezza dell’affermazione biblica: “Ogni occhio
Lo vedrà”, (Apocal., 1, 7).
41
La vita religiosa o storia spirituale dell’umanità può essere riassunta in una serie di
riconoscimenti: riconoscimento di Coloro che nel corso dei secoli hanno costituito la successione
apostolica, culminata con le grandi figure (apparse dopo il 700 a.C.), e che fondarono le
grandi religioni moderne, e soprattutto il Cristo stesso che incarnò la perfezione di Dio immanente
unita alla consapevolezza di Dio trascendente; riconoscimento dei principali concetti
spirituali di amore, vita e rapporti, che sono sempre stati alla base del pensiero umano e che
stanno per trovare giusta espressione; riconoscimento della vera fratellanza,
basata sull’unica
vita divina, operante tramite l’unica anima e che si esprime attraverso l’umanità una;
il riconoscimento
quindi del rapporto con la vita divina in tutto il mondo e con l’umanità stessa.
Questo orientamento spirituale condurrà ai retti rapporti umani e, col tempo, alla pace mondiale.
Oggi è possibile un altro riconoscimento: l’imminente ritorno del Cristo (se questa frase
può essere valida per Colui che non ci ha mai lasciati) e le nuove possibilità spirituali che tale
evento offrirà al mondo.
Questo riconoscimento è basato sulla convinzione profondamente radicata nella coscienza
umana, che un grande Istruttore, Salvatore, Rivelatore, Legislatore o Rappresentante
divino
deve venire dal mondo delle realtà spirituali in risposta alle necessità ed
all’invocazione degli uomini. Sempre, nel corso dei secoli, nel momento dell’estremo bisogno,
sotto nomi diversi, un divino Figlio di Dio
è venuto in risposta all’appello degli uomini.
Ultimo fu il Cristo, che apparentemente ci lasciò senza avere completata la Sua opera, né aver
realizzata la Sua visione. Durante duemila anni è sembrato che il Suo lavoro fosse stato interrotto,
frustrato e inutile, poiché le chiese non sono assicurazione dei risultati spirituali cui Egli
mirava.
42
Per dimostrare il successo della Sua missione sarebbe stato necessario qualcosa di più delle
disquisizioni teologiche e della crescita numerica delle religioni mondiali (cristianesimo e
buddismo inclusi). Tale successo richiedeva tre condizioni oggi esistenti: in primo luogo una
situazione generale planetaria che, a causa dell’egoismo dell’uomo si è sfortunatamente dimostrata
così disastrosa da costringere l’umanità a riconoscere le cause della catastrofe. In secondo
luogo, un risveglio spirituale scaturito dalle profondità della coscienza umana, oggi avvenuto
dopo la guerra mondiale (1914-1945). In terzo luogo, un grido d’invocazione, preghiera
o aiuto che sale sempre più intenso verso le elevate sorgenti dello spirito.
Oggi queste tre condizioni esistono e all’umanità si presenta una nuova occasione.
Il
disastro che ha travolto l’umanità è universale, nessuno vi è sfuggito; in un modo o nell’altro
tutti gli uomini sono stati coinvolti nel campo fisico, economico o sociale. Il risveglio spirituale,
nell’ambito delle religioni ufficiali e ancora maggiormente al di fuori di esse, è generale
e completo, e la tendenza a rivolgersi a Dio si palesa ovunque. Infine, queste due cause hanno
suscitato, come mai prima, l’implorazione invocante dell’umanità. Essa è più distinta, più pura
e altruista che in qualsiasi altro momento della storia, perché risultato di un più chiaro modo
di pensare e della sofferenza comune. Il vero senso religioso sta nascendo nel cuore degli
uomini d’ogni paese; il riconoscimento di una speranza e presenza divina potrà forse ricondurre
gli uomini alle chiese e alle religioni costituite,
ma certamente li ricondurrà a Dio.
22
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Religione è il nome che diamo all’appello invocativo dell’umanità, che evoca risposta
dallo Spirito di Dio. Esso opera in ogni cuore e in tutti i gruppi, ed anche attraverso la Gerarchia
spirituale del pianeta. Esso induce il Capo della Gerarchia, il Cristo, all’azione che lo riporterà
insieme ai suoi discepoli.
L’idea del ritorno di Cristo è nota e il concetto della venuta di un Figlio di Dio in risposta
alle necessità degli uomini fa parte dell’insegnamento della maggioranza delle religioni.
Da quando il Cristo si ritrasse apparentemente nella sfera dove i fedeli immaginano che dimori,
piccoli gruppi di uomini ne hanno di quando in quando atteso il ritorno per una certa
data, ma le loro profezie e la loro attesa sono state deluse. Egli non è venuto. Gli annunciatori
dell’avvento sono stati derisi dalle folle e criticati dai dotti. I loro occhi non Lo hanno veduto,
né vi è stata tangibile indicazione della Sua Presenza. Oggi migliaia di uomini sanno che verrà;
i piani sono già pronti, ma non
dicono né il giorno né l’ora, noti soltanto a due o tre membri
della Gerarchia: “Il Figlio dell’Uomo verrà quando meno ve l’aspettate” (Matt. 24, 44).
Verità dura da accettare per gli ortodossi di qualsiasi religione è che il Cristo
non può
tornare, poiché è sempre stato sulla Terra,
vegliando sul destino spirituale dell’umanità. Non
ci ha mai lasciati, e in corpo fisico, al sicuro dagli sguardi umani, sebbene non nascosto, ha
guidato le attività della Gerarchia, dei Suoi discepoli e collaboratori concordemente impegnati
con Lui nel servizio alla Terra. Egli può quindi soltanto
ripresentarsi.
44
È verità spirituale che chi è passato dall’oscurità della tomba alla pienezza della vita risorta
può essere visto, ma allo stesso tempo sfuggire alla vista dei fedeli.
Vedere e riconoscere sono
cose molto diverse ed uno dei grandi riconoscimenti dell’umanità in un prossimo futuro
sarà appunto che Egli è sempre stato con noi, partecipe dei progressi, delle caratteristiche della
civiltà e dei molti doni che essa ha elargito.
I primi indizi del Suo ritorno, assieme ai discepoli, possono essere già percepiti da coloro
che notano e interpretano correttamente i segni dei tempi. Uno di essi è l’unione spirituale
di coloro che amano il prossimo. In realtà si sta organizzando un esercito del Signore, esercito
che non avrà altre armi se non quelle dell’amore, della retta parola, e degli equi rapporti umani.
Dalla fine della guerra quest’organismo si è sviluppato con straordinaria rapidità, poiché
gli uomini sono stanchi di conflitti e di odio.
I discepoli del Cristo sono già attivi, raccolti nel Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo,
un corpo di pionieri non meno potente di quelli che hanno sempre preceduto un grande
Messaggero. La loro opera ed influenza sono già visibili e percepibili in ogni paese e nulla
può distruggere ciò che hanno compiuto. Inoltre, l’effetto spirituale e organizzativo dell’invocazione
formulata è stato sperimentato fin dal 1935, e l’energia dell’appello invocativo da
parte dell’umanità è stata diretta entro i canali che dalla Terra si elevano verso l’Alto Luogo
ove il Cristo dimora. Di là è stata trasmessa verso sfere ancora superiori dove l’attenzione del
Signore del Mondo, l’Antico dei Giorni, il Padre di tutti, unita alle Energie creative e agli
Esseri che con Lui dimorano può focalizzarsi sull’umanità, con provvedimenti che affrettano
l’attuazione dei propositi divini.
45
Per la prima volta nella storia la richiesta dei popoli della Terra è così potente e così in
armonia con le direttive divine, nel tempo e nello spazio, che l’esito è certo. L’atteso Messaggero
dovrà venire, e questa volta non più solo, ma accompagnato da Coloro che con loro vita
e le loro parole evocheranno un riconoscimento in ogni sfera del pensiero umano. Le profezie
simboliche di questo prossimo evento contenute in tutte le Scritture mondiali si dimostreranno
vere, ma quel simbolismo richiederà una nuova interpretazione; inoltre non è detto che circostanze
e avvenimenti siano esattamente quelli che le Scritture sembrano indicare. Per esempio,
Egli verrà certamente “sulle nuvole del cielo” (Matteo, XXVI, 64), ma tale fatto non de23
sta grande interesse, ora che migliaia di uomini vanno e vengono attraverso l’aria, a ogni ora
del giorno e della notte. Questa è una delle principali e più note profezie, ma ai giorni nostri
non ha in sé nulla di meraviglioso. L’importante è che il Cristo ritorni.
La festa del Wesak (plenilunio di maggio) si celebra da secoli in una nota valle
dell’Himalaya (se solo i fedeli volessero crederlo), allo scopo di:
1. Comprovare che il Cristo è sempre esistito fisicamente fra di noi dal giorno della Sua
cosiddetta dipartita.
2. Dimostrare (sul piano fisico) l’effettiva solidarietà esistente fra le religioni orientali e
occidentali. Tanto il Cristo che il Buddha sono presenti.
3. Costituire un punto di collegamento e d’incontro per coloro che ogni anno, in sintesi e
simbolicamente, collegano e rappresentano la Casa del Padre (Shamballa), il regno di Dio (la
Gerarchia) e l’Umanità.
4. Dimostrare la natura del Cristo quale grande Intermediario prescelto, rappresentante
della Gerarchia spirituale e Capo del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Egli sostiene la
richiesta dei suoi membri affinché l’esistenza del regno di Dio sia riconosciuta.
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Forse uno dei più importanti messaggi per chi legge queste parole è la grande verità ed il
fatto della presenza fisica del Cristo sulla Terra in questo momento, del Suo gruppo di discepoli
e collaboratori, della loro opera volta al bene dell’umanità e del loro stretto rapporto. Tale
rapporto è particolarmente evidente in alcune grandi cerimonie spirituali in cui esso comprende
non solo il regno di Dio, ma anche il Padre e la Casa del Padre. Esse sono: la Pasqua, la
Festa del Buddha che con la presenza fisica manifesta la solidarietà spirituale del nostro pianeta,
e il plenilunio di giugno, la festa particolare del Cristo in cui, quale Capo del Nuovo
Gruppo dei Servitori del Mondo, Egli pronuncia la grande Invocazione a nome degli uomini
di buona volontà e riunisce le richieste inespresse di coloro che cercano di realizzare un modo
di vivere nuovo e migliore, perché l’amore si manifesti nella vita di ogni giorno, i giusti rapporti
si attuino e il Piano divino sia compreso.
Questi avvenimenti hanno valore, e non le vaghe speranze e promesse delle teologie. In
questo momento culminante della storia l’attenzione viene richiamata sulla presenza sul nostro
pianeta di Esseri spirituali riconosciuti, quali il Signore del Mondo (o l’Antico dei Giorni),
i sette Spiriti dinanzi al trono di Dio, il Buddha, capo spirituale dell’Oriente, il Cristo, capo
spirituale dell’Occidente.
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La vaga credenza nella loro esistenza, le speculazioni fantastiche sulla loro opera e il loro
interesse per l’umanità, l’ansiosa speranza priva di profonda convinzione dei credenti (e dei
non credenti) verranno fra non molto sostituite dalla conoscenza sicura, dal riconoscimento
visivo, dai segni irrefutabili di un’azione direttiva e dalla riorganizzazione (compiuta da uomini
d’insolita potenza) della vita politica, religiosa, economica e sociale dell’umanità.
Tutto questo non avverrà in seguito ad un proclama, ad un evento portentoso che induca
ad esclamare: “Eccolo! Eccolo!”, “Ecco i segni della divinità!”, poiché non susciterebbe che
antagonismo, scherno, resistenza o credulità fanatica. Avverrà come riconoscimento di una
potenza direttiva, attraverso dinamici ma logici cambiamenti nelle vicende mondiali, attraverso
l’azione che le moltitudini intraprenderanno dalla profondità della coscienza.
Alcuni anni or sono dissi che il ritorno del Cristo sarebbe avvenuto in tre modi, o meglio,
che la Sua Presenza verrebbe dimostrata in tre fasi distinte. Feci notare che la prima iniziativa
del Cristo sarebbe stata di stimolare la coscienza spirituale nell’uomo di evocare
un’ampia richiesta spirituale da parte dell’umanità e alimentare la coscienza cristica nel cuore
umano su scala mondiale. Tutto questo è già avvenuto con risultati molto efficaci. Gli insistenti
appelli degli uomini di buona volontà, di coloro che lavorano nel campo dell’assistenza
24
sociale e sono impegnati a stabilire una collaborazione internazionale, ad alleviare le condizioni
dei miseri ed a favorire i retti rapporti umani, lo dimostrano in modo innegabile. Questa
fase del lavoro preparatorio, indice dalla Sua venuta, è ora tale che nulla può arrestarne il progresso
o diminuirne l’intensità.
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Nonostante le apparenze, il risveglio della coscienza cristica nell’uomo è già avvenuto e
tutto ciò che può apparire l’opposto di tale risveglio a lungo andare perderà importanza, perché
di natura temporanea.
La seconda attività della Gerarchia dovrebbe essere quella di imprimere nelle menti degli
uomini illuminati le idee spirituali incarnanti le nuove verità con la “discesa”, per così dire,
dei nuovi concetti che governeranno la vita umana e con l’adombramento, da parte del
Cristo, di tutti i discepoli e del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Anche quest’attività
predisposta dalla Gerarchia procede con successo; ovunque, in ogni settore della vita, uomini
e donne enunciano le nuove verità che in futuro guideranno l’esistenza umana, si organizzano
movimenti e gruppi, grandi e piccoli, perché le moltitudini si rendano conto delle vere necessità
attuali e di come fronteggiarle. A ciò essi sono incitati dal fervore del loro cuore e dalla
amorevole sensibilità alla sofferenza umana; pur senza rendersene conto, operano per preparare
l’avvento visibile del regno di Dio nel mondo fisico. Non è possibile negare tali fatti dinanzi
al moltiplicarsi d’organizzazioni, pubblicazioni e congressi.
In terzo luogo, il Cristo potrebbe venire di Persona in mezzo a noi, come già fece. Si
stanno preparando piani che lo renderanno possibile. Tali piani non prevedono la nascita di
un bel bambino in una certa casa sulla Terra; non susciteranno affermazioni avventate, né
credulo riconoscimento da parte di persone d’intelletto limitato, né alcuno si presenterà a dire:
“Ecco il Cristo, è qui!”
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Vorrei però far notare che la vasta diffusione di tali affermazioni e fantasie, sebbene non
sia desiderabile ed induca in errore, dimostra tuttavia che l’umanità è in attesa del Suo prossimo
ritorno. La fede nella Sua venuta è radicata nella coscienza umana. Sotto quale aspetto o
in qual modo verrà non è ancora stabilito; il momento esatto non è ancora giunto, né sono state
determinate le circostanze della riapparizione. Le due prime attività preparatorie da parte
della Gerarchia, sotto direzione del Cristo, stanno a garantire che Egli verrà e che allora
l’umanità sarà pronta.
Vorrei riepilogare certi aspetti del lavoro promosso venti secoli fa, poiché in essi è la
chiave per comprendere la Sua opera futura. Una parte è ben nota, poiché posta in rilievo dalle
varie religioni e particolarmente da quella cristiana. Tutte però hanno tanto complicato il
significato della Sua opera, da renderne difficile la comprensione. L’indebito rilievo dato alla
Sua divinità (ciò che Egli non fece mai) ha fatto sembrare che solo Lui e nessun altro potesse
compiere la stessa opera, senza tener conto che Egli stesso disse: “Farete cose maggiori, perché
io vado al Padre”. (Giov. XIV, 12). Voleva significare che il passaggio alla Casa del Padre
avrebbe avuto come risultato un tale afflusso d’energia spirituale, di percezione interiore,
di potenza creativa negli uomini, che questi sarebbero arrivati a compiere opere maggiori delle
Sue. Le deformazioni subite dal Suo insegnamento e l’averlo presentato di così difficile accesso
per l’uomo non ci hanno ancora permesso di fare “quelle cose maggiori”, esse indubbiamente
si realizzeranno, e in certi campi già sono compiute. Presenterò alcune cose che Egli
fece, che noi possiamo ripetere, e che Egli aiuterà.
l. Per la prima volta nella storia umana, l’amore di Dio si incarnò in un uomo, e il Cristo
inaugurò l’era dell’amore. La manifestazione dell’amore divino è ancora molto parziale, il
mondo attuale non è pieno d’amore e pochi ne comprendono il vero significato. Ma, in senso
simbolico, quando le Nazioni Unite saranno un potere reale e attivo, il benessere del mondo
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sarà assicurato; e cos’è quest’ultimo se non amore in atto? Cos’è la Cooperazione internazionale
se non amore esteso a tutto il mondo? Queste sono le cose che l’amore di Dio espresse
nel Cristo e per la cui attuazione oggi si lavora. Nonostante l’opposizione incontrata, stiamo
tentando di attuarle su vasta scala, e la potenza dello spirito risvegliato è tale che le opposizioni
potranno prevalere solo temporaneamente. Queste sono le cose cui la Gerarchia, con
procedimenti che si dimostrano già efficaci, presta e presterà soccorso.
2. Il Cristo insegnò anche che il Regno di Dio era sulla Terra, e ci disse per prima cosa
di cercarlo e di considerare per amor suo il resto d’importanza secondaria. Quel Regno è
sempre stato con noi, composto da tutti coloro che in ogni epoca si sono consacrati a mete
spirituali, liberandosi dalle limitazioni del corpo, dal dominio delle emozioni e dagli ostacoli
creati dalla mente (inferiore). Cittadini del regno di Dio sono coloro i quali, ignoti alle moltitudini,
vivono incarnati fisicamente, lavorano per il bene dell’umanità mossi sempre
dall’amore anziché dalle proprie emozioni, e compongono il grande gruppo di “menti illuminate”
che guida i destini del mondo. Il regno di Dio non è qualcosa che discenderà sulla terra
quando gli uomini ne saranno degni, ma agisce già efficacemente e altro non aspetta che di
essere riconosciuto. È una realtà già riconosciuta dagli uomini che, cercando per prima cosa il
Regno di Dio, scoprono che è sulla terra.
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Molti sanno che il Cristo e i Suoi discepoli sono fisicamente presenti sulla Terra, e il regno
che Essi governano, con le sue leggi e modalità, è stato noto a molti in tutti i secoli. Il Cristo è
il Guaritore e Salvatore mondiale, perché incarna l’anima di tutta la Realtà. Egli opera oggi,
come venti secoli fa in Palestina, tramite gruppi umani. Là svolse la propria attività tramite i
tre discepoli prediletti, i dodici apostoli, i settanta prescelti ed i cinquecento interessati... Ora
opera tramite i Maestri ed i loro gruppi, intensificando così grandemente i propri sforzi. Può
operare, ed opererà, tramite tutti i gruppi nella misura in cui saranno idonei per un servizio
organizzato, per diffondere amore e allinearsi coscientemente con la grande potenza dei gruppi
interiori. Chi ha sempre proclamato la Presenza del Cristo, ha a tal punto deformato tale insegnamento
con asserzioni dogmatiche, con particolari insignificanti e affermazioni vane, da
renderne quasi irriconoscibile il contenuto di verità, senza per altro offrire un quadro invitante
del regno di Dio. Esso esiste, ma non è un luogo d’ascetismo dove si suonano arpe d’oro, popolato
da fanatici poco intelligenti; è un campo di servizio dove ognuno ha piena libertà di esercitare
la propria inerente divinità al servizio degli uomini.
3. Al momento della Trasfigurazione, Cristo rivelò la gloria che è innata in tutti gli uomini.
La triplice natura inferiore (fisica, emotiva, mentale) si prostrò dinanzi alla gloria rivelata
della natura superiore. In quel momento, in cui il Cristo immanente era incarnato fisicamente
e l’umanità rappresentata dai tre Apostoli, una Voce risuonò dalla casa del Padre, per
riconoscere la divinità rivelata e la qualità di Figlio del Cristo trasfigurato.
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Su quest’innata divinità, su quel riconoscimento di “Figliolanza”, si basa la fratellanza di
tutti gli uomini: una sola vita, una sola gloria, che si rivelerà in un solo rapporto divino. Oggi
la coscienza umana ha già riconosciuto la gloria dell’uomo e dei suoi rapporti fondamentali.
Accanto agli aspetti deprecabili della natura umana e che sembrerebbero smentire ogni pretesa
di divinità, vi sono le mirabili conquiste dell’uomo e il dominio sulla natura. Le realizzazioni
scientifiche, la magnificenza delle opere d’arte d’ogni tempo, non consentono di dubitare
dell’essenziale divinità dell’uomo. Queste sono alcune delle “cose maggiori” di cui parlò il
Cristo; questo è il Suo trionfo nel cuore umano.
Pretendere che di tale trionfo della coscienza cristica si debba parlare soltanto in termini
di religione, di devozione e d’ortodossia, è una vittoria delle forze del male. Essere cittadini
del regno di Dio non significa essere necessariamente membro di una chiesa costituita. Il Cri26
sto divino nel cuore umano può esprimersi nei molti settori della vita: nelle arti, nelle scienze,
nel campo religioso, economico, politico, sociale. Si ricordi che l’unica volta che, da adulto,
il Cristo si presentò nel Tempio degli Ebrei, vi suscitò un tumulto! L’umanità procede di gloria
in gloria e la sua lunga storia lo dimostra in modo evidente. Tale gloria oggi è palese in
ogni sfera dell’attività umana e la trasfigurazione di coloro che sono all’avanguardia della civiltà
non è lontana.
4. Infine, nel trionfo della Crocifissione, con più esattezza detta in Oriente la Grande
Rinuncia, il Cristo ancorò per la prima volta sulla Terra un tenue filo di Volontà divina emanante
dal Padre, e passando attraverso la custodia intelligente del regno di Dio, per mezzo del
Cristo essa fu presentata all’attenzione degli uomini. Alcuni grandi Figli di Dio hanno espresso
i tre aspetti della divina Trinità (volontà, amore, intelligenza) che ora sono parte del pensiero
e delle aspirazioni umane. I Cristiani dimenticano facilmente che la crisi delle ultime
ore di Cristo non avvenne sulla Croce, ma nel giardino di Getsemani, quando la Sua volontà
(con grande angoscia e quasi con disperazione) si fuse con quella del Padre: “Padre - Egli
disse - non la mia, ma la Tua Volontà sia fatta” (Luca, XXII, 42).
Nella quiete di quel giardino avvenne qualche cosa di nuovo che pure era stabilito sin
dal principio: il Cristo, quale rappresentante dell’umanità, portò la volontà del Padre sulla
Terra e la rese accessibile all’umanità intelligente. Fino allora quella volontà era nota nella
Casa del Padre; fu riconosciuta e adattata alle necessità del mondo dalla Gerarchia, sotto, la
guida del Cristo, e assunse forma di Piano divino. Oggi, grazie a ciò che Egli compì in quel
momento di crisi, venti secoli fa, l’umanità può cooperare all’attuazione di quel Piano. La volontà
di bene della Casa del Padre può divenire la buona volontà del regno di Dio ed essere
trasformata dall’umanità intelligente in retti rapporti umani. Dalla suprema altezza il volere di
Dio giunse sino al punto più basso, e a tempo debito quella linea d’energia permetterà
l’ascesa degli uomini e la discesa dell’amorevole spirito vivente.
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Stiamo parlando di eventi che si sono esattamente e letteralmente prodotti sul nostro
pianeta e non consideriamoli remoti e vaghi. Stiamo parlando di riconoscimenti e fatti realmente
avvenuti, dei quali molti sono coscienti. Il
Cristo storico e il Cristo vivente nel cuore
umano sono realtà planetarie.
Vi è un aspetto del ritorno del Cristo al quale non si è mai accennato.
Cosa significherà per Lui tornare in mezzo agli uomini e ad un’attività esteriore? Cosa
sentirà quando suonerà l’ora del Suo ritorno?
Nel
Nuovo Testamento si parla di una grande iniziazione, chiamata Ascensione, di cui si
fa solo qualche cenno. Dalla sommità della montagna il Cristo rivolse alcune parole a pochi
presenti per assicurarli che non li avrebbe lasciati, poi scomparve ai loro occhi. (Atti, I, 9).
Nessuno degli astanti era in grado di seguirlo; la loro coscienza non era tale da poter penetrare
nel luogo che Egli aveva prescelto. Le Sue parole furono sempre fraintese e l’umanità ha interpretato
la Sua scomparsa e il significato della Sua presenza costante, seppure invisibile, in
senso vagamente mistico. Gli astanti vennero assicurati da due conoscitori di Dio, lì presenti,
che a suo tempo sarebbe tornato così come era scomparso. Egli ascese, le nubi lo ricevettero e
oggi le nubi che avvolgono il pianeta attendono di rivelarlo.
Ora Egli aspetta di discendere. Quest’immersione nel nostro mondo infelice non è per
Lui attraente. Dovrà lasciare il quieto ritiro montano dove ha atteso guidando l’umanità, istruendo
i discepoli, gli iniziati ed il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, per assumere il
proprio posto alla ribalta del mondo, per rappresentare la propria parte nel grande dramma che
vi si svolge. Questa volta lo farà apertamente, dinanzi a tutti e non nell’oscurità. Le piccole
dimensioni del pianeta, la diffusione e rapidità delle comunicazioni, consentiranno a chiunque
di assistere alle Sue attività. Tale prospettiva non può suscitare in Lui che un certo orrore,
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presentando prove, adattamenti, esperienze inevitabilmente penosi. Egli non viene come onnipotente
Iddio quale può concepirlo la mente umana, ma come il Cristo, fondatore del regno
di Dio sulla Terra, a completare l’opera iniziata e dare nuova testimonianza della divinità in
circostanze ben più difficili.
Tuttavia il Cristo soffre molto di più a causa di chi lo segue che di chi vive nel mondo;
la Sua opera è maggiormente ostacolata dagli aspiranti avanzati che non dai pensatori intelligenti.
La causa del profondo dolore del Cristo non fu la crudeltà del mondo esteriore, ma furono
i Suoi stessi discepoli e l’immane sofferenza assommatasi nell’intero ciclo della vita
umana passata, presente e futura.
Egli viene a correggere gli errori e le deformazioni di coloro che hanno interpretato le
Sue semplici parole, e a riconoscere coloro che col fedele servizio ne hanno reso possibile il
ritorno. Anch’Egli affronta una grande prova che precede una iniziazione eccelsa; quando
l’avrà superata, e avrà adempiuto il compito, passerà in uno stato ancora più sublime nella
Casa del Padre o in qualche remoto luogo di servizio dove soltanto gli Esseri più elevati potranno
seguirlo. La Sua attuale mansione verrà assunta da Colui che Egli ha preparato e istruito.
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Ma prima che ciò possa avvenire, deve tornare in mezzo alle moltitudini, svolgere la
propria parte nelle vicende del mondo e dimostrare la vastità della Sua missione. Riunirà attorno
a Sé, in incarnazione fisica, collaboratori e consiglieri scelti, non gli stessi che gli furono
accanto quando i tempi erano più semplici, ma quei membri della famiglia umana che oggi
lo riconoscono e che si preparano a lavorare con Lui, secondo le proprie possibilità. Egli si
accinge a tornare in un mondo molto diverso da quello di venti secoli fa, soprattutto per lo
sviluppo intellettuale delle masse. Ciò costituisce maggiori difficoltà poiché, per attuare la volontà
di Dio intelligentemente, Egli dovrà rivolgersi all’intelletto degli uomini e non solo,
come allora, al loro cuore. Suo compito principale è certamente stabilire giusti rapporti umani
in ogni settore della vita. Cercate di raffigurarvi ciò che implica il compito che lo attende e le
difficoltà che dovrà inevitabilmente affrontare, in particolare le errate valutazioni mentali delle
moltitudini.
Egli, rappresentante dell’amore di Dio, è chiamato ad operare di nuovo in quel mondo
dove il Suo messaggio per duemila anni è stato respinto, dimenticato o male interpretato, e
dove gli uomini sono stati ovunque animati da odio e separatività. Perciò si troverà immerso
in un’atmosfera estranea e in una situazione mondiale tale da richiedere tutte le Sue divine risorse,
e sarà sottoposto a durissima prova. L’idea comunemente accettata che debba tornare
come onnipotente guerriero, trionfante ed irresistibile, non ha fondamento. Un fatto, invece,
che poggia su basi sicure, è che alla fine condurrà il Suo popolo (l’umanità intera) a Gerusalemme,
ma non alla città ebraica, bensì al “Luogo di Pace” (questo è appunto il significato del
nome “Gerusalemme”). Un’attenta considerazione della situazione mondiale e
l’immaginazione riveleranno a chi pensi in sincerità, quanto arduo sia il compito che ha intrapreso.
Ma il Cristo ha nuovamente “rivolto il viso a Gerusalemme” (Luca IX, 51); Egli apparirà
di nuovo e guiderà gli uomini verso una civiltà ed uno stato di coscienza in cui i retti rapporti
e la cooperazione mondiale per il bene di tutti costituiranno la nota dominante. Per mezzo
del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e degli uomini di buona volontà, completerà la
propria fusione con la volontà di Dio (le cose del Padre) in modo tale che l’eterna volontà di
bene verrà trasformata dagli uomini in buona volontà ed equi rapporti. Allora la Sua opera sarà
compiuta e sarà libero di lasciarci per non più tornare affidando il mondo nelle mani del
grande Servitore spirituale che sarà il nuovo Capo della Gerarchia, la Chiesa invisibile.
57
28
In che modo servire e contribuire durante l’attuale stadio di preparazione? Invero, quello
che i membri della Gerarchia stanno facendo è molto; i discepoli che sono in cosciente contatto
con i Maestri, o se preferite con i discepoli anziani del Cristo, lavorano giorno e notte
per affermare fiducia, atteggiamenti corretti e comprensione del divino “impulso” spirituale,
tali da facilitare il Suo cammino. Essi e i gruppi di discepoli minori, di aspiranti, di cercatori
della verità, stanno al seguito del Cristo e collaborano per rendere possibile l’attuarsi del Suo
proposito. Essi sono soprattutto consapevoli di una crisi ciclica nella vita spirituale del pianeta,
prevista nella Casa del Padre (Shamballa) da migliaia di anni.
58
Sono coscienti che, per la prima volta nella storia, i tre centri o gruppi spirituali per mezzo
dei quali Dio opera sono concordemente focalizzati verso il medesimo obiettivo. Shamballa,
la Gerarchia e l’umanità (o la Casa del Padre, il Regno di Dio e il mondo degli uomini) compiono
un unico grande sforzo, per intensificare la Luce, che illuminerà in modo nuovo non solo
la Casa del Padre, sorgente di tutta la luce del pianeta, ma anche il centro spirituale da cui
provennero tutti gli Istruttori e Salvatori che, come Ermete, il Buddha e il Cristo, hanno detto:
“Io sono la Luce del mondo”. Questa luce inonderà ora anche il mondo degli uomini, illuminandone
le menti e penetrando in tutti i luoghi oscuri della loro vita.
Il Cristo porterà luce e, soprattutto, “vita più abbondante”, ma fino ad allora ne ignoreremo
il vero significato. Non possiamo ancora comprendere quale sarà la rivelazione in ciò
implicita, e le nuove possibilità che si apriranno davanti a noi. Per Suo mezzo, luce e vita si
avvicineranno a noi, per essere interpretate ed espresse come buona volontà e giusti rapporti
tra uomini. La Gerarchia si sta preparando a quest’evento. Questa volta il Cristo non verrà solo,
ma con i Suoi collaboratori. La Sua e la Loro esperienza sarà il contrario di quella precedente,
poiché questa volta ogni occhio lo vedrà, ogni orecchio lo udrà e ogni mente lo potrà
giudicare.
Tutti possiamo collaborare all’opera di ricostruzione proposta dal Cristo, se terremo
presente e presenteremo a tutti coloro con i quali siamo in rapporto i seguenti fatti:
l. Che il ritorno del Cristo è imminente.
59
2. Che il Cristo immanente in ogni cuore umano può essere evocato a riconoscimento
della Sua riapparizione.
3. Che le indicazioni delle Sacre Scritture circa le modalità del Suo ritorno sono soltanto
simboliche. Questo può modificare in modo vitale le idee preconcette
dell’umanità.
4. Che il fattore principale nella preparazione è un mondo in pace; questa pace deve essere
tuttavia basata sulla buona volontà consapevole che condurrà inevitabilmente ai
giusti rapporti e quindi, in senso figurato, alla formazione di linee di luce fra nazione
e nazione, fra i gruppi, le religioni e fra uomo e uomo.
Se riusciremo a presentare queste quattro idee e a diffonderle quanto più possibile, vincendo
così la critica intelligente che le giudicherà troppo vaghe, profetiche e visionarie avremo
fatto molto. È certamente possibile che l’antica verità secondo la quale “la mente distrugge
il reale” si dimostri vera per quanto concerne le masse umane, e che il punto di vista puramente
intellettuale (che rifiuta di accettare come vera qualsiasi visione e ciò che non è dimostrabile)
sia molto più fallace delle previsioni dei conoscitori di Dio e delle moltitudini in attesa.
L’intelligenza della divinità alberga nella Gerarchia, composta di coloro che uniscono
in sé intelletto e intuizione, ciò che è pratico e ciò che in apparenza non lo è, la vita concreta e
la vita di visione. Ma esistono anche individui da rintracciare in mezzo alle attività della vita
d’ogni giorno e preparare ai riconoscimenti del divino, risposta degli uomini alle nuove e-
60
29
spansioni di coscienza. Il Cristo che tornerà non sarà simile a quello che in apparenza scomparve.
Non sarà “l’uomo del dolore; non sarà una figura pensosa e silente. Enuncerà verità
spirituali che non richiederanno alcuna interpretazione e non verranno fraintese, perché Egli
stesso ne indicherà l’esatto significato. Per duemila anni è stato capo supremo della Chiesa
invisibile, la Gerarchia spirituale, composta di discepoli di tutte le fedi. Egli riconosce e ama
anche coloro che non sono cristiani e restano fedeli al fondatore della propria religione, sia
esso Buddha, Maometto o altri. A Lui non interessa la religione cui gli uomini appartengono,
se il fine è l’amore per Dio e l’umanità. Se gli uomini attendono il Cristo che lasciò i Suoi discepoli
venti secoli fa, non lo riconosceranno. Il Cristo non ha barriere religiose nella propria
coscienza, e non gli importa la fede che un uomo professa.
Il Figlio di Dio è in cammino e non verrà solo. La Sua avanguardia e già presente e il
Piano che deve svolgere è chiaro e già pronto. Sia nostra meta il riconoscerlo!
30
CAPITOLO IV
L’OPERA DEL CRISTO OGGI E NEL FUTURO
61
Alla base di tutte le religioni del mondo troviamo la dottrina secondo la quale è previsto
l’avvento di Avatar, Istruttori o Salvatori mondiali. Per loro mezzo si attua la continuità di rivelazione
e d’epoca in epoca l’umanità è aiutata a progredire sul sentiero evolutivo che la
conduce sempre più vicino a Dio ed al centro divino nel quale la volontà di “Colui nel quale
viviamo, muoviamo e abbiamo il nostro essere” (S. Paolo, Atti, XVII, 28) è focalizzata, compresa
e diretta. Abbiamo parlato della missione di due Avatar: il Buddha, Messaggero di Luce
per l’Oriente, ed il Cristo, Messaggero d’Amore per l’Occidente, e della loro opera per il
mondo. Abbiamo anche detto dell’eccezionale occasione del Cristo, della risposta che diede
nel 1945 annunciando la Sua intenzione di riapparire, e comunicando la Grande Invocazione
per aiutarci nell’opera di preparazione cui dobbiamo far fronte nel presente immediato. Ci
sembra ora opportuno esaminare la natura del lavoro che compirà e dei Suoi probabili insegnamenti.
Il fatto della continuità di rivelazione e degli insegnamenti impartiti nel corso delle
età ci consente una seria considerazione delle probabili direttive della Sua opera.
Nel corso degli anni molto è stato comunicato da numerose fonti, da scuole di pensiero e
chiese, riguardo al Cristo, alla situazione che deve affrontare ed alle probabilità del Suo ritorno.
62
Discepoli, aspiranti ed uomini di buona volontà hanno già fatto molto per preparare il
mondo al Suo ritorno. Oggi, Oriente ed Occidente sono in attesa. Accostandoci al tema della
Sua opera è essenziale ricordare che l’Istruttore orientale incarnò la saggezza di Dio, di cui
l’intelligenza umana (terzo aspetto della divinità) è un’espressione; che per mezzo del Cristo
fu rivelato il secondo aspetto divino nella sua perfezione, e che perciò in Lui poterono esprimersi
pienamente due aspetti: luce ed amore. Ora deve incarnarsi l’aspetto divino più elevato,
la volontà di Dio, ed il Cristo si sta preparando a questo. La continuità delle rivelazioni non
può arrestarsi, ma è inutile speculare sulla natura delle rivelazioni future.
L’unicità dell’imminente missione del Cristo e della Sua opportunità consiste nel fatto
che Egli è in grado di esprimere due energie divine: amore e volontà, il potere magnetico
dell’amore e l’efficienza dinamica della volontà divina. Mai prima d’ora, nella lunga storia
dell’umanità, è stata possibile una simile rivelazione.
Per il mondo cristiano sarà difficile accettare l’opera e l’insegnamento del Cristo, che
verranno invece più facilmente assimilati in Oriente. Tuttavia una forte scossa, o una decisa
presentazione della verità è assolutamente necessaria per risvegliare il mondo cristiano, e se si
vuole che sappia riconoscere il proprio posto nell’ambito di una rivelazione divina universale
e veda il Cristo quale rappresentante di tutte le fedi ed Istruttore del mondo. Egli è
l’Istruttore
del mondo
e non un maestro cristiano.
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Egli stesso disse di avere altre greggi, per i quali assunse lo stesso significato che per i
cristiani. Quelli possono anche non chiamarlo Cristo, e designarlo con un altro nome, ma seguirlo
con la medesima fedeltà e devozione dei fratelli occidentali.
Soffermiamoci un momento su alcune errate interpretazioni del Vangelo. Il Simbolismo
in esso contenuto, simile a quello spesso usato prima della venuta del Cristo in Palestina, è
stato così alterato e svisato dai teologi che la purezza cristallina degli insegnamenti originari e
la sublime semplicità del Cristo sono scomparsi sotto un cumulo di errori, dietro la parata del
rituale, per avidità e ambizione. Si è detto che il Cristo nacque in modo innaturale, che insegnò
e predicò per tre anni, dopo i quali fu crocifisso, ed infine risorse abbandonando
l’umanità per “sedersi alla destra del Padre” in un’austera e distante apoteosi. In modo analo31
go, per i cristiani ortodossi, tutti gli altri modi di accostarsi a Dio, in ogni tempo e paese, sono
considerati errati, seguiti da “pagani” e richiedono l’intervento cristiano. Si è voluto imporre
il cristianesimo a chi accetta l’ispirazione e gli insegnamenti del Buddha o di altri, ai quali si
deve la continuità della rivelazione. Si è posto l’accento sul “sacrificio di sangue del Cristo”,
sulla Croce e la salvezza derivante dal riconoscimento e dall’accettazione di quel sacrificio.
La fiducia che il Cristo stesso ingiunse di porre nella divinità vivente nell’uomo è stata sostituita
dall’“espiazione redentrice”. La chiesa cristiana si è resa celebre (e futile, come ha comprovato
la guerra mondiale) per la sua intransigenza, per il suo fasto, per la pretesa autorità,
per le ricchezze e per il massimo rilievo dato al Cristo morto. La resurrezione è ammessa, ma
s’insiste soprattutto sulla Sua morte.
64
Per duemila anni Egli è stato una figura silenziosa e passiva, celata dietro i cumuli di
parole dei commentatori e dei predicatori. La chiesa ci ha mostrato il Cristo morente sulla
croce e non quello vivo, operante, attivo, presente fra noi (secondo la Sua promessa) in questi
venti secoli.
Tentiamo perciò di tracciare un’immagine più reale delle attività e della vita del Cristo,
e quindi della nostra futura speranza. Cerchiamo di realizzarne l’onnipresenza mentre dispone
i piani per il futuro aiuto all’umanità, valuta le Sue risorse, influenza i discepoli e precisa i
particolari della Sua riapparizione. È necessario ridestare la fede al
fatto naturale della rivelazione
divina e stimolare la Chiesa del Cristo ad una più fedele valutazione della Sua persona e
della Sua opera. Dobbiamo occuparci del Cristo vivente, operoso, pensante, sempre ricordando
che il
racconto contenuto nel Vangelo è eternamente vero e che occorre soltanto reinterpretarlo
alla luce del suo ruolo nella lunga successione delle rivelazioni divine. La missione
del Cristo, duemila anni addietro, fa parte di quella continuità di rivelazione e non è un evento
eccezionale, privo di rapporto col passato, un periodo di soli 33 anni che non presenta alcuna
chiara speranza per il futuro.
Quale è infatti la speranza oggi comune? Che in un lontano futuro, noto soltanto alla imperscrutabile
volontà di Dio, il Cristo alla destra del Padre (accompagnato dagli Angeli e dalla
Chiesa invisibile) discenderà dal cielo al suono di una tromba per apparire a Gerusalemme.
65
La battaglia che infurierà a quel tempo avrà fine ed Egli entrerà nella città per governarla
per mille anni. Durante tale millennio Satana, il principe del male, sarà incatenato o imprigionato,
e vi saranno un nuovo cielo e una nuova terra. Altro non si sa, ma l’umanità ha speranze
tanto maggiori che questo quadro non le interessa.
Dietro a quest’immagine, interpretata in modo corretto, sta l’umana, amorevole, divina
Presenza del Cristo che incarna l’amore divino, esercita il potere divino, governa la Sua Chiesa
e stabilisce il regno di Dio sulla Terra. Che cosa è questa Chiesa del Cristo? Essa e costituita
dall’insieme di tutti coloro in cui la vita o la coscienza cristica si è manifestata o sta per
esserlo; è il complesso di tutti coloro che amano i propri fratelli, poiché l’amore del prossimo
è una facoltà divina che rende membri della comunità del Cristo. Non è l’accettazione di un
fatto storico o di un credo che ci mette in rapporto con il Cristo. Sono cittadini del regno di
Dio tutti coloro che cercano deliberatamente la luce e (mediante disciplina spontanea) di
giungere alla presenza dell’Unico Iniziatore. Questo gruppo universale (di cui fanno parte
uomini incarnati e non incarnati) riconosce che “i figli degli uomini sono un essere solo” e
che la rivelazione è continua e sempre nuova, e che il Piano divino si sta attuando sulla Terra.
Oggi sulla Terra vi sono uomini che sanno che il regno di Dio si paleserà per opera di
coloro che hanno realizzato la propria divinità nel crogiuolo della vita quotidiana, e grazie alla
loro ispirazione e al loro insegnamento.
32
66
Questi conoscitori operano attivamente sotto diretto influsso del Cristo per guidare
l’umanità dalle tenebre alla luce e dalla morte all’immortalità.
Queste sono grandi verità fondamentali che distinguono il Cristo, il Buddha e la Chiesa
di Dio come si esprime sia in Occidente che in Oriente; sono le sole verità importanti. Nel futuro
gli uomini fisseranno lo sguardo sul Cristo, e non sulle istituzioni umane come la Chiesa
e i suoi dignitari. Egli sarà veduto nella sua realtà, operante tramite i discepoli, i Maestri di
Saggezza e i Suoi seguaci che faticano inosservati (e generalmente non riconosciuti) dietro le
scene del mondo. Si saprà allora che Egli è attivo nel cuore umano e anche nelle affollate vie
del mondo, e non nelle grandi cattedrali o nello sfarzo dell’alto clero.
Questo studio della futura attività del Cristo si basa necessariamente su tre presupposti:
l. Che la Sua riapparizione è inevitabile e certa.
2. Che Egli ha sempre operato attivamente tramite la Gerarchia spirituale del pianeta,
della quale è il Capo, per il bene dell’umanità.
3. Che tornando fra noi impartirà certi insegnamenti e sprigionerà certe energie. Gli
uomini ignorano, o dimenticano facilmente, che la Sua venuta richiede un periodo di preparazione
intensa da parte Sua. Anche il Cristo opera secondo la legge ed è subordinato a diversi
fattori, come tutti gli esseri umani, sebbene in misura minore.
La Sua riapparizione è condizionata e determinata dalla risposta dell’umanità, ed Egli deve
tenerne conto.
67
La Sua attività è anche subordinata alle fasi di certi cicli spirituali e ad influssi che
provengono da fonti esistenti in livelli superiori a quelli nei quali Egli normalmente opera.
Come le vicende umane influiscono sulla Sua attività, così è delle grandi “determinazioni” e
“delle profonde risoluzioni della volontà di Dio”.
La parte o la natura umana del Cristo, perfezionata e sensibile, risponde all’invocazione
e all’appello degli uomini. La Sua parte o natura divina è ugualmente capace di rispondere alle
energie provenienti dal “centro ove il volere di Dio è conosciuto”. Egli deve comporre un
equilibrio tra questi due influssi e stabilire il momento giusto. Trasformare in bene il cosiddetto
male umano non è facile. La visione del Cristo è così vasta e la Sua conoscenza della
Legge di Causa ed Effetto, o d’Azione e Reazione è tale, che la giusta scelta dell’attività e del
momento non è semplice. Gli uomini guardano ciò che avviene o che potrebbe avvenire dal
punto di vista immediato e puramente umano; poco sanno dei problemi, delle decisioni, delle
implicazioni che il Cristo deve vagliare insieme ai Suoi discepoli consacrati. Loro compito è
di sviluppare “la mente che è in Cristo” e in questo modo aiutare ad “appianare il sentiero per
i Suoi piedi” (Ebrei, XII, 13). Vedere la vita e gli eventi alla luce dei valori spirituali, come
Egli vede, rende più facile esporre il nuovo insegnamento e prepara la struttura della nuova
religione universale, dandoci una nuova visione dell’intenzione divina e permettendoci di
meglio penetrare nelle menti di Coloro che attuano la volontà divina e sono gli artefici del futuro
dell’umanità. Perciò, cerchiamo non soltanto di valutare l’aiuto che il Cristo potrà dare
(secondo l’idea corrente), ma consideriamo anche le crisi ed i problemi che deve affrontare
per adempiere il Suo compito.
68
I. Le crisi del Cristo
Nella vita d’ogni discepolo, e particolarmente di coloro che giungono a certe grandi espansioni
di coscienza, ricorre sempre una “crisi”. Volontariamente o no, vengono allora prese
delle decisioni, dopo di che il discepolo si trova ad un
punto di tensione, basato sulla deci33
sione presa, con una più chiara percezione mentale del prossimo passo da compiere, che influenzerà
il suo atteggiamento per il futuro. Compiuto ciò che è necessario nel periodo di
“tensione”, sopraggiunge quella che possiamo chiamare “emersione” da un campo di esperienza
ad un altro.
Il Cristo stesso non fa eccezione a questa triplice esperienza, e perciò, per meglio comprendere,
applichiamo le tre espressioni ora usate (per quanto inadeguate) alle Sue azioni e
reazioni.
La “crisi” non è per lui ciò che è per noi; la Sua “tensione” non conosce sforzo e fatica,
tuttavia il confronto serve abbastanza bene ad illustrare ciò che è avvenuto nello stato di consapevolezza
proprio della Gerarchia, e che possiamo definire “percezione spirituale” per distinguerla
dalla percezione mentale che ne è la controparte umana. Ricordiamo che la crisi
che ha prodotto la tensione cui il Cristo si è volontariamente assoggettato, riguarda tutta la
Gerarchia poiché essa vi è coinvolta nel suo insieme. La ragione è semplice: il Cristo e i suoi
discepoli non conoscono altra esperienza se non quella della
coscienza di gruppo. Atteggiamenti
ed esperienze separati sono loro estranei, poiché il loro stato di consapevolezza è inclusivo,
e in nessun caso esclusivo.
69
Perciò, nell’usare termini umani per interpretare le divine reazioni del Cristo e dei Suoi
discepoli, occorre comprendere che la crisi cui si deve la tensione della Gerarchia e il futuro
ritorno del Cristo non è attuale, ma è un’esperienza passata da lungo tempo. La conseguente
tensione domina ora le attività della Gerarchia e dei numerosi gruppi di collaboratori. Il “punto
di decisione” come essa lo definisce, fu raggiunto nel periodo tra il plenilunio di giugno del
1936 e quello del 1945. Interessò quindi il periodo, relativamente breve, di nove anni e si è
concluso con la decisione del Cristo di riapparire o tornare in presenza visibile sulla Terra al
più presto, e assai prima di quanto era stato stabilito.
Tale decisione venne necessariamente presa dopo aver consultato il Signore del Mondo,
custode della volontà di Dio. Vi parteciparono con piena comprensione e cooperazione anche
i Maestri e gli iniziati anziani, poiché la loro assistenza era indispensabile. Essi devono essere
necessariamente uniti al Cristo nel pensiero, in cooperazione mentale, poiché il Suo ritorno
segna un grande avvicinamento fra la Gerarchia e l’umanità, e un grandioso evento spirituale.
Tuttavia quella fu una decisione del Cristo, e non soltanto una crisi nella Sua esperienza,
ma anche un punto culminante nella manifestazione della Sua divinità.
70
Con tutta reverenza e nei limiti della nostra comprensione umana, ricordiamo che
nell’intero processo evolutivo del pianeta e del cosmo, nulla è statico; tutto avanza e progredisce;
tutto è ascesa, crescente adempimento, elevazione sempre maggiore. A questa legge universale
è soggetto anche il Cristo: Egli pure ha progredito nella Sua esperienza di divinità
ed è ora (se così possiamo esprimerci) più vicino al Padre e alla Vita universale. La Sua comprensione
della volontà di Dio e la Sua facoltà di percepirla sono più profonde, e il Suo adempimento
di quella volontà è più in accordo con il Proposito divino di quanto lo fosse
duemila anni fa. Necessariamente si è accresciuta in Lui la percezione dell’intenzione della
Mente divina, quale è incorporata in quella Identità cui diamo il nome di Dio.
Il Cristo non dovrà più pronunciare con angoscia: “Padre, non la mia, ma la Tua volontà
si compia!”; Egli oggi non ha una volontà personale, ma è animato unicamente da quella del
Padre e può prendere decisioni che esprimono pienamente quel divino volere. È difficile descrivere
altrimenti il Suo conseguimento. I commentatori hanno cercato di spiegare e
mascherare l’esperienza del Getsemani e di attribuire ciò che appare come una debolezza ad
un’insurrezione del lato umano del Cristo, e per conseguenza ad una momentanea sommersione
della Sua natura divina. Sono stati costretti a tale interpretazione per la prevalente asser34
zione teologica della perfezione divina del Cristo, assoluta, sovrana, definitiva perfezione che
Egli non ha mai preteso di aver conseguito. Il Cristo è oggi più prossimo alla perfezione di allora.
In virtù di questa divina evoluzione Egli fu in grado di compiere una giusta scelta, non
solo per sé ma anche per la Gerarchia, durante gli anni della decisione che precedettero il giugno
1945.
71
Per volontà divina Egli doveva tornare visibilmente sulla Terra. Doveva presiedere alla
manifestazione del regno di Dio e restaurare i Misteri dell’Iniziazione in forma tale da costituire
la base della nuova religione mondiale. Soprattutto, doveva rivelare la natura della volontà
di Dio. Quella volontà viene per lo più considerata come un potere mediante il quale le
cose vengono attuate, si determinano delle situazioni, si istituiscono delle attività e si realizzano
dei piani, spesso in modo inesorabile. Questa è per gli uomini la definizione più semplice,
poiché essi la comprendono in termini della propria volontà personale, volontà di miglioramento
individuale. Questo tipo di volontà in un primo tempo è egoistico e male interpretato,
ma tende poi a liberarsi dall’egoismo, via via che l’evoluzione svolge il suo compito benefico.
Allora la volontà viene interpretata in termini di piano gerarchico e lo sforzo dell’uomo tende
ad annullare la volontà personale per fonderla con quella del gruppo, a sua volta aspetto
dell’attività della Gerarchia. Questo è un grande progresso, che col tempo produrrà un cambiamento
nella coscienza.
Molti aspiranti oggi si trovano a questo stadio. Tuttavia, la volontà è in realtà cosa molto
diversa da queste sue espressioni esistenti nella coscienza umana, quando si tenta di interpretare
la volontà divina in termini corrispondenti all’attuale grado evolutivo. La chiave per la
vera comprensione si cela nelle parole “cancellare tutte le forme”. Quando l’attrazione della
sostanza è superata e il desiderio muore, il potere d’attrazione dell’anima predomina, e
l’importanza così a lungo data alla forma, alla vita e alle attività individuali si trasferisce alla
forma e al proposito di gruppo.
72
Allora il potere d’Attrazione della Gerarchia e dei gruppi di discepoli dei Maestri sostituisce
le attrazioni inferiori e i centri minori di interesse. Quando questi assumono il loro giusto
posto nella coscienza, l’impulso dinamico dell’aspetto volontà della divinità può essere percepito,
senza alcun riferimento alla forma o alle forme, ad un gruppo o a più gruppi.
Alla luce del Volere di Dio, Cristo prese decisioni fondamentali con l’intento di attuarle
in un futuro relativamente prossimo. La data esatta della Sua venuta è nota soltanto a Lui e a
pochi dei Suoi diretti collaboratori; tutti questi eventi futuri hanno radice in una decisione
fondamentale dell’umanità stessa. Tale decisione sta maturando grazie ad alcune nuove tendenze
del pensiero e sarà il risultato di una risposta soggettiva dell’umanità alla decisione già
presa dal Cristo e dalla Gerarchia, la Chiesa invisibile.
La motivazione di questo ritorno è ben determinata e chiaramente percepita dal Cristo.
L’opera iniziata duemila anni fa deve essere completata; la nuova religione mondiale deve essere
instaurata; le necessità degli uomini che chiedono ed invocano non possono restare ignorate;
i passi che precedono una grande iniziazione della Gerarchia, di cui Egli è il principale
“Partecipante” devono essere compiuti; gli eventi che indicano “il tempo della fine” non possono
essere dilazionati.
Se possiamo osare esprimerci in questi termini (riverenti e simbolici), la ricompensa accordata
al Cristo quando annunciò la propria decisione, definitiva ed irrevocabile, fu il permesso
o piuttosto il diritto, mai concesso prima, di usare una grande Invocazione, ed in due
modi diversi:
7
3
35
l. Quale invocazione da parte della Gerarchia, diretta verso il “centro ove il volere di
Dio è conosciuto”.
2. Quale preghiera mondiale, formulata in modo che tutta l’umanità potesse intelligentemente
ripeterla.
Il diritto di usare certe grandi Parole di Potere non viene mai facilmente accordato; la
decisione del Cristo di tornare fra gli uomini, accompagnato dai discepoli, indusse il Signore
del Mondo, l’Antico dei Giorni, ad accordarlo.
Dopo questo punto culminante di crisi spirituale, con la decisione che ne seguì, venne
raggiunto un punto di tensione in cui ora la Chiesa invisibile opera e progetta, spingendo i discepoli
del Cristo attivi sulla Terra nella medesima condizione di tensione spirituale. Il buon
esito del ritorno del Cristo in presenza visibile, come altri fattori connessi con il Suo ritorno,
dipendono dagli avvenimenti e dai contatti di questo periodo di tensione spirituale. In qualsiasi
stato di tensione, qualunque ne sia la durata, l’energia viene generata, trattenuta per l’uso
futuro, e focalizzata in modo tale che la sua forza possa essere diretta in qualunque momento
e ovunque sia necessaria. Questa è senza dubbio un’affermazione difficile a comprendersi. Un
punto di tensione simbolicamente è una riserva d’energia. Oggi le energie che distingueranno
in modo particolare il regno di Dio aumentano di intensità e stanno per prevalere grazie alla
mediazione dei Maestri di Saggezza, in cooperazione con la volontà del Cristo.
Fin dal plenilunio di giugno del 1945, queste energie si sono accumulate o potenziate, e
nel frattempo si sono prodotti tre eventi di grande portata nell’esperienza vitale del Cristo (e
perciò della Gerarchia), i cui effetti vanno consolidandosi.
74
Ad essi accennerò soltanto, perché non è possibile provare ciò che dirò; solo la probabilità,
la possibilità e la Legge di Corrispondenza possono confermare tali eventi, i cui effetti saranno
notati soprattutto dopo il momento di emersione. Essi sono:
1
. Lo Spirito di Pace è disceso sul Cristo. Il Nuovo Testamento testimonia un evento
quasi simile con il Battesimo: “Egli vide lo Spirito di Dio discendere simile a una colomba e
aleggiare su di Lui” (Matteo, III, 16). Questo Spirito è un Essere di immensa potenza cosmica
che oggi adombra il Cristo, come duemila anni fa questi adombrò il Maestro Gesù e operò per
suo tramite. Lo Spirito di Pace non è la quintessenza di una calma emotiva e statica che plachi
il tumulto sulla Terra istituendo un’era di pace. È, misteriosamente, lo Spirito d’Equilibrio.
Esso opera con la Legge d’Azione e Reazione e la sua attività verrà riconosciuta inevitabile.
La sua opera si paleserà nella sua completezza, quando il Cristo comparirà fra gli uomini, e
lentamente, per gradi, fino a quel momento:
a
. Il caos, l’agitazione, il turbamento emotivo e lo squilibrio mentale esistenti oggi nel
mondo, in virtù di questa legge verranno equilibrati da un corrispondente ciclo di
calma, di tranquillità emotiva e di equilibrio mentale, procurando all’umanità un
nuovo ciclo e una nuova esperienza di libertà. Tale stato di pace sarà commensurato
a quello tumultuoso sperimentato dall’umanità.
b
. In virtù della vita dello Spirito di Pace, operante attraverso il Cristo, incarnazione
dell’Amore di Dio, l’odio che ora impera nel mondo verrà equilibrato dalla buona volontà.
Ciò è garantito dall’eccesso d’odio, andato lentamente aumentando nelle menti
degli uomini sin dall’inizio del diciannovesimo secolo, e che ora sta raggiungendo un
punto culminante. L’energia dell’amore si manifesterà in proporzione corrispondente,
quale risultato dell’attività dello Spirito di Pace, operante tramite il Principe della Pace,
come il Cristo viene talvolta chiamato (Isaia, IX, 6).
36
Quell’Essere spirituale non discenderà dal luogo elevato dove opera e dal quale dirige
la propria energia, ma il Cristo agirà e servirà quale canale per la Sua potenza.
L’afflusso della Sua divina energia (extraplanetaria) è destinato a portare, a suo tempo,
pace sulla Terra, mediante la buona volontà, generatrice di retti rapporti umani.
L’umanità ne registrò (sebbene inconsciamente) il primo afflusso nel maggio del
1936 e nel giugno del 1945.
2. La forza evolutiva cui diamo il nome di “coscienza cristica” (espressione oggi largamente
usata fra i metafisici di tutto il mondo) si è focalizzata nella persona del Cristo in modo
mai prima conosciuto. È la potenza latente in ogni cuore umano, che S. Paolo descrisse come
“Cristo in voi, speranza di gloria” (Colos. I, 27) e che per legge evolutiva, conduce l’uomo
nel regno di Dio e “alla statura perfetta del Cristo” (Efes. IV, 13). Di tale potenza e gloria Egli
è sempre stato il simbolo.
76
Durante l’attuale periodo di tensione della Gerarchia, ed in seguito alla Sua decisione di
tornare, il Cristo incarnò quell’energia, stabilendo un più stretto rapporto con l’umanità. Altri
grandi Figli di Dio ne sono il canale in relazione ai regni subumani, ma il Cristo ha una funzione
particolare in rapporto all’umanità. Per esprimere l’idea simbolicamente, questa energia
crea un ponte vivente fra il regno umano e quello di Dio, fra il quarto regno e il quinto. Il Cristo
ne è il Custode, ma solo temporaneamente, per il periodo dell’attuale crisi umana. Può
perciò stimolare l’elemento di risposta nel cuore degli uomini, mettendoli in grado di poterlo
riconoscere e comprendere per ciò che realmente è quando riapparirà. Questa Sua funzione di
incanalare energia ebbe inizio alla fine della guerra mondiale e tuttora prosegue; ad essa si
deve la generale tendenza al miglioramento, lo sviluppo del principio di condivisione e la innegabile
sanità dei cuori e delle menti degli uomini (sanità delle moltitudini, se bene guidate,
assai più che dei capi).
3. La storia umana è stata essenzialmente la storia dei grandi Messaggeri dello spirito i
quali, nei momenti di crisi, sono discesi dal segreto luogo dell’Altissimo per aiutare, ispirare,
rivelare, guidare, dirigere. È la storia della presentazione d’idee all’attenzione dell’umanità,
sviluppatesi poi gradatamente in civiltà e culture. L’urgenza della necessità umana è oggi tale
e tale l’opportunità, che uno di quei grandi Figli di Dio, durante questo ciclo di tensione, cerca
di cooperare col Cristo.
77
Quale risultato della decisione del Cristo e della Sua “fusione spirituale” con la volontà di
Dio, l’Avatar di Sintesi è divenuto, nel periodo attuale, Suo stretto collaboratore. Questo è un
evento di suprema importanza planetaria. Tale rapporto e cooperazione deliberata ebbero inizio
al momento in cui venne pronunciata la grande Invocazione, usata poi dagli uomini di tutto
il mondo. Data la grandiosità del compito che lo attende, il Cristo verrà rafforzato e sostenuto
dall’Avatar di Sintesi, il “silente Avatar” che, simbolicamente, “terrà il Suo occhio sopra
di Lui, Lo sosterrà con la mano e avrà il cuore all’unisono col Suo”.
Questo Essere è in stretto rapporto con l’aspetto Volontà della divinità, e la Sua cooperazione
è stata resa possibile dal conseguimento del Cristo in relazione alla suprema volontà
spirituale. Egli opera in base alla grande legge naturale della Sintesi, producendo allineamento,
unificazione e fusione. All’unisono con l’energia del Cristo, la Sua funzione è di suscitare
la volontà spirituale negli uomini, la volontà di bene; la Sua potenza opera oggi in tre sfere di
attività:
a
. Nell’ambito della Gerarchia, rivelando la natura della divina volontà di bene che il
Regno di Dio deve manifestare, e anche la natura del Proposito divino.
b
. Nell’Assemblea delle Nazioni Unite, sebbene non nel Consiglio di Sicurezza. Egli vi
genera la volontà d’unificazione che si sta lentamente sviluppando.
37
c
. Nelle moltitudini umane di tutto il mondo, alimentando l’impulso ad un generale miglioramento.
L’attività di questo grande Essere è necessariamente di natura collettiva, poiché può incanalare
le proprie energie soltanto attraverso la coscienza collettiva o un’entità cosciente del
gruppo quale la Gerarchia, le Nazioni Unite o l’umanità. Il punto focale del suo sforzo e
l’agente che può distribuire la Sua energia è il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.
78
Questo gruppo è connesso in modo del tutto particolare con l’Avatar della Sintesi.
Collegare tutti gli elementi di buona volontà (che rispondono all’energia della divina volontà
di bene) costituisce ed ha sempre costituito l’obiettivo principale del Nuovo Gruppo dei Servitori
del Mondo. Ora la sua attività può essere intensificata in modo creativo e costruttivo, in
virtù della collaborazione fra l’Avatar della Sintesi e il Cristo. Loro compito è di inaugurare la
nuova era, nella quale i cinque regni della natura si comporteranno come un tutto creativo. La
loro opera si suddivide nelle seguenti funzioni:
a
. Produrre una sintesi umana che comporti il riconoscimento universale dell’umanità
una
, realizzata grazie ai giusti rapporti fra gli uomini.
b
. Stabilire equi rapporti con i regni della natura subumani, riconoscendo universalmente
l’esistenza di
un solo mondo.
c
. Stabilire apertamente sul piano fisico il regno di Dio, la Gerarchia spirituale del pianeta,
e quindi riconoscere universalmente che
i figli degli uomini sono un essere solo.
L’Avatar di Sintesi promuoverà e aiuterà il conseguimento di questi tre obiettivi, e a tale
scopo collabora col Cristo, operando tramite la Gerarchia, secondo le istruzioni del “centro
ove il volere di Dio è conosciuto”. Questi tre eventi e i tre punti per la distribuzione di energia
si sono prodotti e sono entrati in azione durante l’attuale periodo di tensione del Cristo e della
Gerarchia. Serviranno a dirigere e a focalizzare l’energia in rapporto all’umanità, perché sono
il risultato della decisione presa dal Cristo dopo il momento di crisi, e hanno attinenza con la
preparazione che la Gerarchia sta compiendo per il Suo ritorno.
79
II. Il Cristo, precursore dell’era dell’Acquario
Gli uomini trascurano facilmente il fatto che sebbene il Cristo riconoscesse la propria
funzione di Istruttore e Capo spirituale dell’umanità durante l’era che rapidamente volge al
termine, conosceva anche ciò che avrebbe compiuto all’inizio del nuovo ciclo astronomico.
I cristiani sono generalmente inconsapevoli dei tempi e dei cicli attraversati dal pianeta
in funzione della precessione degli equinozi. L’attuale dubbia scienza dell’astrologia ha sviato
il legittimo interesse per l’insegnamento astronomico e la sua interpretazione spirituale del
passaggio del Sole attraverso i segni dello zodiaco. Eppure, nel
Vecchio e nel Nuovo Testamento
esso e chiaramente rivelato e influenza tutta la narrazione. Il peccato dei figli di Israele
nel deserto fu il ritorno all’antica adorazione di Mitra, che fu propria del ciclo in cui il sole era
in Toro. Essi adorarono il Vitello d’oro, dimenticando il nuovo insegnamento dell’era
dell’Ariete, cioè l’insegnamento del capro espiatorio contenuto nel
Vecchio Testamento.
Il fatto che il Cristo fu Istruttore del nuovo periodo con il sole in Pesci viene dimenticato,
seppure chiaramente posto in evidenza nella simbologia del pesce che ricorre costante in
tutti e quattro i Vangeli; il pesce è il simbolo astrologico del segno dei Pesci, e lo è stato per
lunghe età.
80
Ma il Cristo previde anche l’opera che avrebbe dovuto svolgere in Acquario, il segno
successivo. Prima della Sua “scomparsa” accennò al simbolo dell’era dell’Acquario e
38
all’opera che avrebbe allora compiuta. Con i dodici discepoli ricapitolò in un drammatico episodio
ciò che avrebbe intrapreso dopo i duemila anni dell’era dei Pesci. Egli disse loro di recarsi
in città, dove avrebbero incontrato un uomo con una brocca d’acqua; che lo seguissero
in una stanza ad un piano superiore e che lì preparassero la festa della comunione, la Pasqua,
alla quale avrebbero partecipato (Luca, 22,10). I discepoli lo fecero e fu l’Ultima Cena.
L’antico simbolo dell’Acquario (segno nel quale oggi sta per entrare il Sole) è un portatore
d’acqua. Il passaggio del sole in Acquario è un fatto astronomico di cui chiunque può accertarsi,
e non un pronostico astrologico. Il grande conseguimento spirituale e l’evento evolutivo
di questa nuova era saranno la comunione e i rapporti stabiliti fra tutti i popoli che permetteranno
agli uomini di tutto il mondo di sedere insieme alla Presenza del Cristo a spartire fra loro
il pane e il vino (simboli di nutrimento). I preparativi per quella festa a cui tutti parteciperanno
sono (simbolicamente) in corso, e compiuti dalle stesse moltitudini umane, con le lotte,
gli sforzi e le leggi per l’assestamento economico delle nazioni, mentre il problema alimentare
è studiato da tutti i legislatori.
Questa condivisione iniziata sul piano fisico, si dimostrerà egualmente vera in tutti i
rapporti umani e sarà il grande dono dell’era di Acquario all’umanità. Tutto questo è stato ignorato
dalla chiesa, eppure non si può dare altra interpretazione al fatto che gli Ebrei si dimostrassero
proclivi al culto del Vitello d’oro, proprio dell’era del Toro; che la legge religiosa
ebraica usasse il simbolo del capro espiatorio nell’era dell’Ariete, e che i Cristiani abbiano
posto in rilievo il pesce nell’era dei Pesci, quella cristiana.
81
Il Cristo venne a concludere la legge religiosa ebraica che giunta al suo apice, avrebbe
dovuto scomparire come religione con il passaggio del sole in Pesci. Perciò Egli si presentò
come Messia ebraico. Avendo rifiutato il Cristo quale Messia la razza ebrea è rimasta simbolicamente
e praticamente nel segno dell’Ariete, il capro espiatorio; ora deve passare, sempre
simbolicamente, nel segno dei Pesci e riconoscere il suo Messia quando verrà in Acquario, altrimenti
rinnoverà l’antico peccato di non seguire il processo evolutivo. Nel deserto gli Ebrei
respinsero ciò che era nuovo e spirituale; duemila anni fa ripeterono lo stesso errore in Palestina;
lo ripeteranno ancora di fronte alla nuova occasione? La difficoltà per gli Ebrei è che
generalmente si appagano tuttora della religione di circa cinquemila anni fa, dimostrando
scarso desiderio di una nuova.
Il Cristo previde l’avvento dell’era dell’Acquario e lo espresse vividamente per lasciare
l’immagine di un episodio profetico, la cui interpretazione è possibile soltanto ai nostri giorni.
Astronomicamente non siamo ancora completamente sotto l’influsso dell’Acquario; stiamo
uscendo dall’influenza dei Pesci e perciò non avvertiamo che parzialmente l’effetto delle energie
che verranno sprigionate dall’Acquario.
82
Tuttavia, ogni anno ci avvicina sempre più al centro di potere il cui principale effetto sarà
di indurre il riconoscimento dell’unità essenziale dell’uomo, della condivisione e della cooperazione,
e dell’emergere della nuova religione mondiale, le cui note dominanti saranno universalità
e iniziazione. Se quest’ultima parola significa “entrare in” è allora vero che entrando
nell’era dell’Acquario l’umanità consegue un’iniziazione; essa verrà assoggettata alle energie
e forze che abbatteranno le barriere di separazione, unificando e fondendo la coscienza di tutti
gli uomini nell’unità propria della coscienza cristica.
Al plenilunio del giugno 1945 (data così importante nella Sua esperienza spirituale) il
Cristo assunse in modo definito e cosciente doveri e responsabilità di Istruttore e Guida durante
il ciclo solare dell’Acquario. È il primo dei grandi Istruttori mondiali che conserva la
propria funzione per la durata di due segni zodiacali: Pesci e Acquario. È presto detto, ma implica
i tre modi o metodi di manifestazione di cui abbiamo già parlato. L’effusione del Suo
39
amore e della Sua vitalità spirituale (accresciuta dalle energie dello Spirito di Pace,
dell’Avatar di Sintesi e del Buddha) venne rifocalizzata e incanalata in una grande corrente,
spinta in manifestazione (espressione inadeguata) con le parole dell’Invocazione: “Affluisca
amore nei cuori degli uomini” ... “Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra”.
Queste tre parole “Luce, Amore, Potere”, descrivono le energie dei tre Esseri che cooperano
con il Cristo (il potente Triangolo di Forza che sta dietro di Lui): l’energia del Buddha,
Luce, che viene sempre da Oriente; l’energia dello Spirito di Pace, Amore, che instaura
giusti rapporti umani; l’energia dell’Avatar della Sintesi, Potere, che genera luce e amore.
83
Il Cristo prese posto al centro di quel Triangolo e da quel momento iniziò la Sua opera
dell’Acquario che continuerà per duemilacinquecento anni. Dette così inizio alla nuova era, e
la nuova religione mondiale cominciò a prendere forma nei piani spirituali interiori. Il vocabolo
“religione” implica rapporto, e perciò l’era dei retti rapporti umani e del giusto rapporto
col regno di Dio ebbe inizio. Tale semplice affermazione contiene implicazioni stupende e di
vasta portata.
A quel tempo il Cristo assunse inoltre due nuove funzioni, l’una connessa al modo in
cui potrà riapparire fisicamente, e l’altra con il metodo di adombramento. Luce, amore e potere
vengono riversati sulle moltitudini umane e perciò lo sviluppo della coscienza cristica è costantemente
stimolato. Con la Sua presenza fisica Egli diverrà il
“Dispensatore dell’Acqua di
Vita”
; adombrando coloro che sono sensibili alla sua “impressione” e alla Sua mente focalizzata
Egli sarà
“ Colui che nutre i piccoli “.
Quale dispensatore dell’Acqua di Vita e Colui che nutre i piccoli, Egli inizia i Suoi
compiti nell’Era dell’Acquario; quale Centro del Triangolo influenza, illumina e produce retti
rapporti nelle moltitudini umane. Perciò nella prossima era sarà noto come:
l. Punto al centro del Triangolo.
2. Dispensatore dell’Acqua di Vita.
3. Colui che nutre i piccoli.
Queste espressioni indicano il Suo triplice dovere verso l’umanità e l’opera che distinguerà
il Suo servizio mondiale nell’era dell’Acquario.
84
Esaminiamo le varie fasi del Suo lavoro, cercando di comprendere il significato della
responsabilità che si è assunta. Una certa misura di comprensione è necessaria se si vuole che
il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo e i discepoli operanti nel mondo possano preparare
adeguatamente l’umanità alla Sua riapparizione. Si potrà far molto se gli uomini si sforzeranno
di capire e si dedicheranno alla conseguente, necessaria attività.
Primo: quale
Punto al centro del Triangolo il Cristo è Colui che risveglia i cuori degli
uomini e stabilisce retti rapporti umani, solo in virtù di ciò che è e rimanendo immobile dove
si trova. Egli trasmette all’umanità le energie provenienti dai tre vertici del Triangolo di cui è
al centro. Questa energia fusa, impersonale, triplice, verrà irradiata universalmente, producendo
sviluppo evolutivo, attrazione magnetica fra individui e nazioni, e automatico sviluppo
del senso di sintesi, di unità dimostrabile e desiderio di fusione. Come durante l’era dei Pesci
nell’umanità si è sviluppata la risposta collettiva alla conoscenza e al principio d’intelligenza,
così nell’era dell’Acquario verrà evocata una risposta collettiva ai retti rapporti umani e la nota
caratteristica della coscienza di massa sarà la buona volontà manifesta. È difficile rendersi
conto di questa possibilità ed ammetterla, ma per le moltitudini dei primi secoli dell’era dei
Pesci fu ugualmente difficile comprendere il futuro sviluppo dei sistemi educativi e la diffusione
della conoscenza propria della civiltà e della cultura attuali. Un conseguimento passato
è sempre garanzia di una possibilità futura.
40
Quale
Dispensatore dell’Acqua di Vita, l’opera del Cristo è molto misteriosa e difficile
da comprendere. Duemila anni fa Egli disse: “Sono venuto perché essi abbiano vita, e vita più
abbondante “. (Giov. X, 10).
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Dal punto di vista del Cristo, la Vita si manifesta in tre modi:
1. Come vita fisica,
che nutre le cellule del corpo. È presente in ogni atomo di sostanza
quale punto centrale di luce vivente.
2. Quale Vivezza,
(livingness) considerata quale amore e luce entro il cuore. Quando
questa è presente e si manifesta, l’atomo umano diviene parte della Gerarchia spirituale.
3
. Quale Vita più abbondante. Questa vita può essere vista come luce, amore e potere
entro e sopra la testa di un discepolo del Cristo. Essa gli consente di cooperare non
solo con l’umanità e con la Gerarchia, ma anche con Shamballa, il centro di vita nella
sua più pura essenza.
Dire che “
la Vita è la vivezza che dà vitalità” sembra privo di significato, non è vero?
Ma se viene riferito alla vita del piano fisico, alla vita spirituale del discepolo e al vivente
proposito di Dio, allora si può avere una vaga idea della meraviglia dell’opera intrapresa dal
Cristo nel passato e da Lui prevista quale responsabilità futura. Egli può attingere alle energie
indicate con le parole “vita più abbondante” perché nell’era dell’Acquario esse sprigioneranno
in modo nuovo e dinamico le nuove energie necessarie per restaurare e risuscitare.
86
Questa nuova energia è la “forza che produce universalità” e riguarda il futuro. L’afflusso
d’energia dell’Acquario è uno dei fattori che consentiranno al Cristo di completare l’opera di
Salvatore e Istruttore mondiale. Nel giugno 1945 Egli s’impegnò ad assolvere in modo determinato
i compiti di Colui che distribuisce, nutre e dispensa, ed assunse la responsabilità di
Precursore e Istruttore dell’era dell’Acquario.
Quale “Colui che nutre i piccoli”
trattiamo dell’aspetto dell’opera del Cristo che prevede
la stimolazione della coscienza dei discepoli che si preparano all’iniziazione o ad una
più profonda consapevolezza spirituale. Il risultato di ciò che Egli compie al centro del Triangolo
e che influisce sulle moltitudini umane sarà la presentazione della prima iniziazione, la
nascita del Cristo nel cuore, quale cerimonia fondamentale della nuova religione mondiale.
Grazie ad essa le moltitudini umane di tutta la Terra saranno in grado di percepire coscientemente
la “nascita del Cristo” nel cuore e la “nuova nascita” cui Egli accennò (Giov. III, 3).
Questa nuova nascita è ciò che gli esoteristi intendono come prima iniziazione.
In futuro,
verso la fine dell’era dell’Acquario, questa non sarà più un’esperienza riservata a pochi discepoli
ma interesserà milioni di uomini. Le acque purificatrici dell’Iniziazione del Battesimo
(la seconda) bagneranno centinaia di aspiranti, e queste due iniziazioni (che preparano al vero
servizio e alla terza iniziazione, la Trasfigurazione) costituiranno il compimento della missione
del Cristo operante nel grande Triangolo spirituale che rappresenta.
Tuttavia, il Suo compito principale, per quanto riguarda i discepoli, coloro che sono orientati
spiritualmente e le centinaia di migliaia di uomini più avanzati sulla scala evolutiva, è
di “nutrire” la loro coscienza e la loro vita spirituale affinché possano conseguire la terza iniziazione
(della Trasfigurazione) e la quarta (della Rinuncia o Crocifissione).
87
Come gli esoteristi sanno, il termine “piccoli” si riferisce ai discepoli che sono “bambini in
Cristo” (come dice il
Nuovo Testamento) e che hanno superato le prime due iniziazioni, della
Nascita e del Battesimo. Essi sono consapevoli dell’aspirazione spirituale, indizio che il Cristo
vive nei loro cuori, e si sono assoggettati alla purificazione che culmina nel Battesimo. Il
Cristo deve prepararli alle ulteriori iniziazioni, nutrirli e aiutarli affinché possano presentarsi
41
all’Unico Iniziatore e divenire colonne del Tempio di Dio (cioè membri della Gerarchia spirituale
e perciò discepoli attivi e operanti).
Venti secoli fa in Palestina Egli affermò: “Nessuno viene al Padre, se non per mezzo
mio”. (Giov. XIV, 6) e con tali parole predisse l’opera che sarebbe stato chiamato a compiere
nell’era dell’Acquario. Nelle prime due iniziazioni, gli aspiranti (preparati da discepoli avanzati)
giungono al Cristo, che le amministra; ma con quelle parole Egli si riferì a stadi di sviluppo
ancora superiori. In virtù delle iniziazioni da Lui officiate, il discepolo diviene agente
dell’amore di Dio; le iniziazioni ulteriori lo rendono, per stadi successivi, agente del volere di
Dio. Il primo gruppo conosce e comprende la seconda strofa dell’Invocazione. “Dal punto di
Amore nel cuore di Dio, affluisca amore nei cuori degli uomini”; il gruppo che il Cristo nutrirà
e preparerà nell’era dell’Acquario, conoscerà il significato della terza: “Dal centro ove il
Volere di Dio è conosciuto, il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini”.
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Durante l’era dei Pesci, opera del Cristo fu di collegare l’umanità alla Gerarchia; nell’era
dell’Acquario essa collegherà questo gruppo che cresce rapidamente con il centro superiore
dove si entra in contatto con il Padre, si è riconosciuti Figli di Dio e si conosce il Proposito
divino. Mediante la prossima attività del Cristo, nell’umanità si svilupperanno coscientemente
i tre aspetti divini riconosciuti da tutte le religioni (inclusa quella cristiana): Intelligenza o
Mente universale, Amore, Volontà; così il rapporto fra l’umanità, la Gerarchia e il “centro ove
il Volere di Dio e conosciuto” sarà più libero e universale.
Con l’accrescersi dell’intelligenza del genere umano, il metodo mistico di accostarsi al
regno di Dio scomparirà progressivamente, favorendo un tipo d’accostamento più scientifico;
le regole per essere ammessi a quel regno diverranno oggettive; le leggi che governano il supremo
centro del volere divino verranno anch’esse rivelate ai membri di quel regno e ciò avverrà
sotto la supervisione del Cristo dopo il Suo ritorno fra gli uomini. Nota dominante della
Sua missione sarà allora evocare dall’umanità una risposta all’influsso spirituale e lo sviluppo
su vasta scala della percezione intuitiva, facoltà oggi invero assai rara. Quando Egli venne la
prima volta, evocò una graduale risposta alla verità e alla comprensione mentale. È per questo
motivo che alla fine del ciclo che Egli iniziò duemila anni fa abbiamo formulato molte dottrine
e ampiamente diffuso lo sviluppo mentale o intellettuale.
89
III. Il Cristo quale distributore d’energia
Durante ì primi tre mesi del periodo di crisi sperimentato dal Cristo e dalla Gerarchia,
che ebbe termine quando Egli annunciò la propria decisione, potenti energie, o grandi correnti
di forza, vennero messe a Loro disposizione. Oggi il fatto che l’energia è la
sostanza basilare
dell’universo, che tutte le forme di vita sono forme d’energia, viventi entro forme maggiori di
energia, e che tutte, grandi e piccole, usano e distribuiscono energia, è ben noto e generalmente
accettato. La parola scritta o pronunciata e l’azione motivata sono anch’esse espressioni
d’energia, che diffondono e suscitano attività che sono tutte manifestazioni di energia e ne
causano la distribuzione. Governi, chiese, organizzazioni, gruppi, sono tutti accumulatori e
distributori d’energia. L’umanità stessa è un grande centro di energia che influenza i regni subumani
e allo stesso tempo costituisce un grande sistema di energie in rapporto fra loro.
Lo stesso vale per l’individuo che, con le sue azioni e parole usa energia, produce effetti
che sono energia, e la distribuisce. Gli individui poco evoluti non se ne rendono conto, e
l’energia di cui fanno uso ha effetti relativamente scarsi. Col procedere dell’evoluzione gli
uomini acquistano potere e capacità d’espressione e l’uso che fanno dell’energia è spesso più
rilevante; essi diventano centri dinamici di distribuzione e le loro parole e attività producono
42
ampi effetti e risultati importanti. La Gerarchia è un grande centro di energia che. tramite il
Cristo, giunge all’umanità. Questo è il significato delle parole: “Sono venuto perché abbiano
vita”. Vita ed energia sono sinonimi.
Durante la guerra (1914-45) il Cristo e la Gerarchia osservavano un mondo morente; da
ogni lato uomini e forme morivano; vecchi ideali, organizzazioni e gruppi stavano scomparendo
e ovunque si ergeva lo spettro della morte.
90
La distruzione era la nota caratteristica del mondo fenomenico, come pure dei mondi sottili
del sentimento e del pensiero; la vita si ritirava e ne conseguiva la morte. Il problema del Cristo
e dei Suoi discepoli era di vigilare affinché ciò che era vecchio e da eliminare non fosse di
nuovo vivificato. Loro compito non era di risuscitare ciò che era morto e inutile; l’occasione e
la responsabilità consistevano nel dirigere, un afflusso di vita generante la capacità di costruire
a nuovo, e d’energia che producesse un mondo e una civiltà nuovi.
Le forze reazionarie, politiche e religiose, volevano la resurrezione di forme vecchie e
morte; con la propria influenza (altro modo per dire energia) cercavano di avversare ogni novità,
e lo fanno tuttora. Le forze del progresso combattono soltanto per ciò che è nuovo, non
per conservare vecchie forme, ancorché utili. La loro energica negazione di quanto appartiene
al passato e l’energia distruttrice che dirigono contro tutto ciò che appartiene al vecchio sistema
di vita ostacolano anch’esse l’opera della Gerarchia. La speranza per il futuro risiede
certamente nelle forze del progresso, ma esse mancano purtroppo di capacità nell’azione e
amano eccessivamente distruggere. Il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo si attiene costantemente
al “nobile sentiero di mezzo” (come lo definì il Buddha) e cerca di seppellire
convenientemente le vecchie forme, di dare impulso a ciò che è nuovo e restaurare ciò che in
passato si è dimostrato utile e buono e che può costituire il germe vivente della nuova creazione.
Al plenilunio di aprile del 1945, nel periodo della Pasqua che si estese a circa cinque settimane,
le Forze di Restaurazione iniziarono ad agire, emergendo dapprima nei piani più sottili
dell’esperienza umana.
91
Questo tipo di energia è specificatamente creativa ed apporta la “vita che produce la
nascita delle forme”. Tramite alcuni Maestri ed i Loro gruppi di discepoli, affluì nella Gerarchia
e venne immediatamente trasmessa all’umanità intera. È un’energia di massa, che stimola
l’intelligenza collettiva; non è l’energia cui abbiamo accennato in riferimento alla coscienza
cristica nell’uomo. È l’energia in virtù della quale gli uomini pensano, progettano e agiscono;
produce risultati né buoni né cattivi, ma semplicemente risveglia le menti degli uomini,
in modo che possano agire con intelligenza. Tale azione dipende necessariamente dal tipo
di mente che risponde alle forze di restaurazione, condizionata dal grado evolutivo, dall’ambiente,
dalle tradizioni, dalle tendenze religiose e culturali. Quelle forze sono ora attive in ogni
paese; spesso determinano all’inizio un aumento di difficoltà, ma col tempo porteranno ad
una precisa riorganizzazione della vita nazionale o planetaria. I loro effetti saranno anzitutto
fisici; produrranno un nuovo mondo nel quale ogni traccia di guerra sarà scomparsa, la salute
fisica degli uomini e degli animali sarà migliorata e città e villaggi saranno ricostruiti. Scopo
di quelle energie è di creare una nuova Terra, con tutto ciò che comporta l’afflusso di vita
nuova.
In seguito a quest’afflusso, al plenilunio del Buddha nel maggio del 1945, le forze di illuminazione
si attivarono e la luce cominciò ad affluire nelle menti degli uomini. In realtà
queste sono le energie che iniziano la nuova educazione mondiale. I primi ad essere influenzati
sono i grandi movimenti educativi, i convegni, ed i valori che ora si sviluppano attraverso
43
la radio e il cinematografo; sono profondamente influenzati anche la produzione letteraria, gli
oratori, i commentatori radiofonici, i giornalisti .
92
Questi effetti possono non essere ancora palesi perché la causa è troppo recente, ma quei
movimenti e quelle persone oggi ricevono energie illuminanti se sono disposti a riconoscere
le nuove idee; sono custodi e distributori di quest’energia, e la incanalano e dirigono in modo
da influire sulle moltitudini. Anche i religiosi progressisti e liberali rispondono a
quell’energia, ma la loro opera è fortemente ostacolata dalla natura reazionaria dell’ambito in
cui devono operare e il loro compito è quasi impossibile.
Queste energie d’illuminazione giungono all’umanità attraverso il Nuovo Gruppo dei
Servitori del Mondo, molto sensibile al loro impatto e atto a distribuirle, poiché i suoi membri
operano in tutti i settori menzionati.
Le forze di restaurazione sono connesse alla Mente di Dio e da essa emanano, e riguardano
il principio intelligente della natura divina; l’intelletto è l’aspetto divino che distingue
l’uomo dalle altre forme. Le forze d’illuminazione provengono dal Cuore di Dio e sono connesse
con la comprensione divina; possono perciò raggiungere e rafforzare coloro che amano
e servono il prossimo. Questa energia è connessa col secondo aspetto o principio divino, amore-
saggezza, di cui il Buddha e il Cristo sono supreme espressioni. Principalmente tramite Loro
e i Loro discepoli, i Maestri appartenenti alla medesima linea d’espressione divina, queste
energie giungono all’umanità, incanalate dal Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.
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Il Cristo e il Buddha, nella Loro perfezione, hanno fusa la Via della Mente con la Via del
Cuore e il loro conseguimento li ha elevati al di sopra dei loro simili. Hanno influito su interi
emisferi per secoli, mentre i Figli di Dio minori influiscono su nazioni e per più breve tempo.
Devono ancora completare la loro opera che non si riferisce tanto alle forme che incarnano i
loro divini principi, luce e amore, quanto alle anime che si sono evolute applicandoli.
Nel giugno del 1945 il Cristo mise in moto le forze di ricostruzione connesse con la volontà
divina, che rimangono tuttora le meno potenti delle tre correnti di energia sprigionate ai
tre pleniluni di quell’anno. Le forze di ricostruzione agiscono prevalentemente sulle entità cui
diamo il nome di
nazioni. La Gerarchia sta tentando di incanalarle nell’Assemblea delle Nazioni
Unite, e l’uso di queste energie impersonali dipende dalla qualità e dalla natura della nazione
che le riceve, dal suo grado di vera illuminazione ed evoluzione.
Le nazioni oggi esprimono
l’egocentrismo collettivo dei popoli e il loro istinto di conservazione.
È quindi possibile
che quelle energie rafforzino in esse tale aspetto, ma possono anche aumentare la potenza
dell’obiettivo che (oggi) le Nazioni Unite presentano
teoricamente a tutti gli uomini. Intento
principale della Gerarchia è distribuire queste energie costruttive e sintetizzanti in modo tale
che da teoria, l’unità possa lentamente tramutarsi in pratica, e che la parola “uniti” possa acquistare
vero significato. L’Avatar di Sintesi è particolarmente connesso con questo tipo di
energia. Con l’aiuto del Cristo Egli trasmetterà all’umanità qualcosa per cui non abbiamo ancora
un nome.
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Non è amore, né volontà come noi li intendiamo; solo una frase completa può darne
un’idea: “il principio del Proposito indirizzato”. Esso implica:
l. Comprensione (intuitiva e spiritualmente istintiva, ma interpretata con intelligenza)
del Piano divino come potrà essere attuato nel prossimo futuro dal Cristo e dai Suoi
discepoli.
2. Intenzione focalizzata, basata su quanto sopra e che accentua un aspetto della volontà
finora ignoto all’uomo.
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3. Capacità di dirigere l’energia (mediante comprensione e intento) verso un fine determinato
e desiderato, superando tutti gli ostacoli e distruggendo ciò che si frappone.
Questa non è la distruzione forzata delle forme come recentemente imposta al mondo,
ma attuata dalla vita fortemente intensificata, dimorante entro la forma.
Attualmente questi principi divini hanno poco significato per noi; si tratta di profondi
misteri, ma un mistero rimane tale soltanto finché esistono ignoranza e incredulità, e scompare
quando vi e conoscenza e fede. Tutto ciò che oggi sappiamo è che il Cristo unirà o fonderà
in Se stesso tre principi divini; quando riapparirà “si vedrà la luce che sempre è esistita; si
realizzerà l’amore che mai cessa, e la radiosità profondamente celata eromperà in Essere”.
Avremo allora un nuovo mondo, il quale manifesterà la luce, l’amore e la conoscenza di Dio
in un crescendo di rivelazione.
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La bellezza della sintesi che il Cristo renderà manifesta e la meravigliosa opportunità che
si presenta sono evidenti. Grandi Forze, dirette da potenti Esseri spirituali, sono pronte a pervadere
questo mondo di caos, agitazione, aspirazione, speranza e sbigottimento. Questi gruppi
d’energie sono pronti per essere focalizzati e distribuiti dalla Gerarchia spirituale la quale,
guidata dal Cristo, è più vicina all’umanità di quanto sia mai stata. Anche i membri del Nuovo
Gruppo dei Servitori del Mondo sono attenti, in ogni paese, a cogliere quelle direttive, uniti
nell’idealismo, negli intenti umanitari, nella sensibilità all’impressione spirituale, nel proposito
interiore, nell’amore per i fratelli, nella consacrazione al servizio altruistico. Anche gli uomini
di buona volontà sparsi ovunque sono pronti per essere guidati ad un’attività costruttiva
e, dopo una graduale formazione e preparazione, ad instaurare ciò che non è mai esistito veramente:
giusti rapporti umani.
Così, dal supremo Essere spirituale del pianeta, attraverso vari gradi di gruppi di uomini
illuminati e perfetti operanti sui livelli interiori della vita, fino al mondo esterno della vita
quotidiana dove uomini e donne pensano, amano e servono, fluisce la corrente della nuova vita.
Il Piano è pronto per essere immediatamente applicato e attuato con intelligenza; i lavoratori
sono presenti e il loro potere è adeguato alla necessità. E, soprattutto,
la Gerarchia e il
Cristo sono pronti
a manifestarsi ed a dimostrare la realtà.
IV. Il Cristo, Colui che unifica Oriente e Occidente
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È un argomento che il cristiano convinto avrà difficoltà ad accettare. Significa in primo
luogo che il Cristo opererà nella più stretta collaborazione col Buddha fino a quando tale fusione
e ricostruzione sia realmente avvenuta. Il Buddha partecipa intimamente alla preparazione
del Suo ritorno, sebbene non sarà attivo durante la Sua permanenza sulla Terra. Come
sapete, anche il Buddha non ha interrotto il contatto e il rapporto con l’umanità, sebbene da
secoli abbia abbandonato il corpo fisico per un determinato ufficio che (oltre a molte mansioni
ignote agli uomini) comprende delle attività connesse con l’opera del Cristo, con la Sua
prossima venuta e con alcuni piani riguardanti la futura civiltà dell’Acquario.
Come milioni di uomini sanno, ogni anno (all’epoca del Wesak, plenilunio di maggio) il
Buddha comunica con l’umanità tramite il Cristo e la Gerarchia riunita e vigile. In tal modo
attua un collegamento fra il “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” e il “Centro che vien
detto genere umano”. Tutta l’opera svolta ora da questi due grandi Figli di Dio riguarda la distribuzione
dell’energia d’amore. L’energia di volontà verrà distribuita a suo tempo attraverso
il Triangolo precedentemente descritto di cui il Buddha fa parte.
L’opera del Buddha per l’umanità è ormai quasi compiuta e il Suo lungo rapporto con
gli uomini sta per terminare. Quando la riapparizione del Cristo sarà un fatto compiuto e i
45
giusti rapporti umani cominceranno ad essere nettamente la regola condizionante della vita
umana, Egli passerà all’attività che lo attende. Uno dei discepoli anziani del Cristo, a Lui
prossimo nella scala gerarchica, assumerà il suo posto e i suoi compiti in relazione
all’umanità.
97
Nel momento che quel particolare Maestro subentrerà, il principio intelligente, o conoscenza,
caratteristica predominante dell’umanità, sarà stato largamente trasmutato in saggezza
da parte dei più avanzati, seppure non ancora dalle moltitudini. La saggezza è la caratteristica
predominante del Buddha e l’impulso di quest’energia col tempo sarà così potente da non richiedere
più né la sua distribuzione né il suo controllo da parte del Buddha. Egli potrà riorientarsi
verso sfere d’attività più elevate, per operare con un aspetto della saggezza di cui nulla
sappiamo, ma che tramite il Cristo e il Buddha ha manifestato sia la conoscenza che la saggezza;
in seguito, con la cooperazione dell’Avatar di Sintesi, il Cristo sarà in grado di unificare
in Sé entrambe queste energie divine, essendo il tal modo pura espressione d’amore e saggezza,
di giusti rapporti e comprensione intuitiva.
Perché ciò sia possibile, e per liberare Suo Fratello dall’arduo compito di collegare
l’umanità col “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” (Shamballa), il Cristo attualmente si
assoggetta a una eccezionale preparazione, della quale il trentennio di lavoro nella bottega da
falegname è sempre stato il simbolo non riconosciuto. Il termine “falegname” significa qualcuno
che costruisce con il legno. Questo è il vero significato del racconto biblico del Cristo
crocifisso su una croce o un albero di legno. In realtà si riferisce alla decisione presa nel Giardino
di Getsemani di assumersi la costruzione o ricostruzione nell’era dell’Acquario, completando
l’opera che aveva tentato nell’era dei Pesci.
98
Egli, i Suoi discepoli e il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo sono i costruttori
consacrati della nuova civiltà, della nuova “casa dell’umanità”. Il lavoro preparatorio che Egli
sta compiendo gli permetterà di dimostrare con la saggezza, e non solo con l’amore, la natura
dei Piani della Gerarchia, le sagge misure, la giusta scelta dei costruttori e i metodi corretti
per costruire.
È perciò evidente che il sommo fra i Figli di Dio, il Cristo, che rappresenta l’umanità e
il secondo aspetto divino, dopo il Suo ritorno e durante l’era dell’Acquario manifesterà in Se
stesso la fusione di determinate dualità maggiori:
l. La fusione del secondo aspetto divino di amore con il primo della volontà, la volontà
di bene.
2. La fusione di amore e saggezza, in virtù della quale il Cristo potrà costruire la nuova
era e la nuova civiltà.
3. La fusione dell’energia dei Pesci generata durante gli ultimi duemila anni della Sua
attività spirituale, con le energie dell’Acquario che dovranno essere generate e rese
attive nei prossimi duemila o duemila cinquecento anni.
Il Cristo si sta preparando per questo processo di fusione e per tutto ciò che implica.
Quando ciò sarà compiuto, Egli diverrà in senso finora a Lui ignoto, il punto focale e il trasmettitore
delle seguenti energie:
99
1. Energia d’Amore.
2. Energia di Volontà.
3. Energia di Saggezza.
4. Energia dei Pesci, generata nel corso dell’era cristiana.
5. Energia dell’Acquario, già ora generata sui piani interiori del pensiero e del sentimento,
e che continuerà nei secoli futuri.
46
Le linee della sua preparazione sono note soltanto al Cristo, al Buddha e all’Avatar di
Sintesi. Ogni disciplina esoterica o spirituale deve essere autoapplicata, e ciò vale per il Cristo
come per il più umile fra gli aspiranti. Non è possibile penetrare nel pensiero, nelle reazioni e
nei piani del Cristo.
In Palestina la Sua riapparizione fu principalmente profetica, e la Sua opera intesa a
porre le fondamenta delle attività che seguiranno al Suo ritorno, e a spargere semi di cui raccoglierà
i frutti nella nuova era. Il lato, o aspetto tragico della Sua prima venuta ha influenzato
la presentazione della verità, ed i teologi gli hanno dato tanto rilievo, che la nota del dolore e
dell’infelicità ha poi prevalso nel mondo. Quell’aspetto tragico derivò da due cause:
l. La constatazione del Cristo che l’umanità non era pronta per ciò che era venuto a dare,
e che sarebbero occorsi secoli di esperienze, insegnamenti e prove prima che la Sua
vera opera potesse avere inizio.
2. Il Cristo riconobbe di dover approfondire il rapporto con il centro cui sempre si riferì
come alla “Casa del Padre”. Ciò lo indusse a dire ai discepoli che avrebbero fatto
“cose maggiori” delle Sue e che “doveva andare dal Padre”.
3. Egli concluse che era necessario un numero maggiore di operatori spirituali preparati
e consacrati, più di quanto fosse possibile a quei tempi e in quelli successivi, fino ad
oggi. Questo ha dato luogo alla formazione e alla preparazione del nuovo gruppo di
servitori del mondo. Quando questi servitori illuminati saranno in numero sufficiente,
Egli verrà e nulla potrà trattenerlo.
4. Il Cristo si rese inoltre conto che gli uomini non erano ancora disperati al punto da
“prendere il Regno dei Cieli con la violenza”; solo nella disperazione e quando è
giunto al limite estremo delle proprie risorse, il discepolo si volge verso quel regno
ed è pronto ad abbandonare le vecchie vie. Ciò che è vero per l’individuo deve essere
vero, su scala più vasta, anche per l’umanità.
Il Cristo viene per tutto il mondo e non soltanto per i cristiani. Viene per l’Oriente e per
l’Occidente; previde l’attuale “tempo della fine” con le sue catastrofi planetarie, i disastri, la
disperazione e l’invocazione generale, sia dall’Est che dall’Ovest. Sapeva che al tempo della
crisi e della tensione finale l’umanità stessa lo avrebbe costretto a ricomparire. La narrazione
evangelica è vera ed esatta, e solo le interpretazioni hanno condotto l’umanità su una falsa
strada.
Si narra in Oriente un’antica leggenda che oggi e valida ed offre la chiave del rapporto
fra il Cristo e il Buddha; si riferisce a un servizio che il Buddha renderà al Cristo. In forma
simbolica, dice che quando il Buddha fu illuminato e comprese che l’esperienza sulla Terra
non poteva insegnargli di più, guardò avanti, all’epoca in cui Suo Fratello, il Cristo, si sarebbe
dedicato al Grande Servizio, come viene definito. Perciò per aiutarlo lasciò dietro di sé (per il
Cristo) quelle che sono misteriosamente chiamate “le sue vesti”.
101
Lasciò in luogo sicuro il complesso della Sua natura emozionale-intuitiva, da alcuni detta
corpo astrale, e la somma della Sua conoscenza e del Suo pensiero, o corpo mentale. Queste
“vesti”, dice la leggenda, saranno usate da Colui che verrà e gli saranno utili, aggiungendosi
alle Sue risorse emozionali e mentali e fornendolo di ciò di cui necessita per istruire sia
l’Oriente che l’Occidente. Egli potrà quindi contemplare la Sua opera futura e scegliere i collaboratori.
Nell’ingiunzione del
Nuovo Testamento: “Sia in voi la mente che era nel Cristo “
(Filippesi, II, 5), è latente il medesimo concetto.
In tal modo, con la fusione delle energie d’amore e di saggezza, con la cooperazione
dell’Avatar di Sintesi e del Buddha, e sotto l’influsso dello Spirito di Pace e d’Equilibrio, il
47
Cristo può usare e dirigere le energie che creeranno la nuova civiltà. Egli vedrà manifestarsi
davanti ai Suoi occhi la vera Resurrezione, la liberazione dell’umanità dalla caverna del materialismo,
dove è imprigionata. “Vedrà il frutto dell’opera dell’anima Sua, e sarà soddisfatto”
(Isaia, 53,11).
48
CAPITOLO V
GLI INSEGNAMENTI DEL CRISTO
Instaurare giusti rapporti umani
La legge della rinascita
Rivelazione dei misteri iniziatici
Dissipare l’annebbiamento astrale
102
Potranno essere utili alcune note introduttive al tema generale dell’insegnamento impartito
nei millenni dai Figli di Dio, apparsi fra gli uomini nell’ora della necessità per presentare alla
loro coscienza le idee e i concetti richiesti dalla loro epoca. Quando Essi si manifestano, è per
affrontare le necessità immediate in modo tale che le idee presentate possono diventare ideali
ai quali col tempo l’umanità potrà uniformare la propria vita, generando una civiltà migliore.
Lungo le età vi è stata la continuità di tale insegnamento.
Sarebbe lungo esporre l’analisi completa della progressiva rivelazione d’idee che grandi
Menti illuminate, autorizzate dalla Gerarchia hanno recato all’umanità. Tutti gli Istruttori
ciclici
(per differenziarli dai numerosi minori) hanno conquistato da sé il dominio sulla vita nei
tre mondi dell’evoluzione umana (fisica, emotiva e mentale), il dominio del livello fisico di
coscienza, della natura senziente, e sono infine giunti alla comprensione mentale e
all’illuminazione.
Il problema della Gerarchia è sempre stato, ed è tuttora, di stabilire fino a qual punto
l’umanità sappia comprendere la verità esatta, e in quale misura la verità assoluta possa essere
esposta alle menti in risveglio.
103
Deve inoltre stabilire quale aspetto della verità universale può permettere all’uomo di
superare le sue difficoltà, e procedere sul sentiero del ritorno a Dio; deve perciò sapere il grado
evolutivo dell’umanità in ogni dato periodo. Ciò rappresenta un campo di ricerca per i suoi
membri.
Finora Essa ha seguito il metodo di accertare il principale elemento mancante nella percezione
umana della realtà (in ciascun periodo), e quale verità divina riconosciuta contenga i
semi di un’attività vitale per l’umanità in una determinata condizione che richieda aiuto. La
Gerarchia deve inoltre stabilire il modo migliore in cui quell’aiuto può essere offerto affinché
il risultato sia duraturo, educativo ed efficace. Finora i concetti presentati all’umanità sono
stati formulati dagli Istruttori di ogni periodo ed esposti a un numero di uomini eletti, il cui
compito è stato di diffonderli fra coloro che fossero sufficientemente illuminanti per accettarli,
divulgarli, viverli e renderli popolari. Ciò è sempre stato fatto con risultati più o meno soddisfacenti.
Non è possibile esporre le relativamente poche verità che guidavano lo sviluppo
dell’umanità nell’antica Atlantide; tuttavia esse costituiscono le salde fondamenta di tutti gli
insegnamenti ulteriori. Come base della considerazione degli insegnamenti che il Cristo darà
dopo
il Suo ritorno, possiamo studiare alcuni dei concetti minori che reggono oggi le dottrine
di tutte le religioni, e che i religiosi moderni dovrebbero esporre agli uomini.
Il primo di tali Istruttori risale a una data così remota che è impossibile dire quando realmente
visse, tanto che perfino il suo nome è stato modernizzato in quello di un antico eroe:
Ercole.
104
Sotto forma di vivido dramma mondiale di natura simbolica egli presentò al mondo il
concetto di una grande meta che può essere conseguita soltanto come risultato di sforzi e dif49
ficoltà. Indicò una meta verso cui gli uomini devono procedere, qualsiasi ostacolo incontrino,
e illustrò tali ostacoli nelle
Dodici Fatiche di Ercole, rappresentazioni drammatiche, non fatti
realmente avvenuti. In tal modo, per coloro che hanno occhi per vedere e cuore per
comprendere, descrisse il problema che deve essere risolto sul sentiero del ritorno a Dio;
dipinse il viaggio del Figliuol Prodigo nel suo ritorno alla Casa del Padre e le prove e
difficoltà che tutti gli aspiranti, i discepoli e gli iniziati devono affrontare e che tutti coloro
che costituiscono la Gerarchia hanno già affrontate, incluso il Cristo. A tale proposito si tenga
presente che anche il Cristo “è stato provato in tutto come lo saremo noi” (Ebrei: IV, 15), ma
da ogni prova è uscito vittorioso.
Venne poi
Ermete, che si dice sia stato il primo a proclamarsi “Luce del Mondo”. Segui
il grande
Vyasa, che dette agli uomini un semplice e necessario messaggio: la morte non è la
fine. Il pensiero dell’umanità sulla possibile immortalità dell’anima sembra risalire a quel
periodo. In modo vago e istintivo gli uomini ebbero la sensazione e la speranza che
l’abbandono del corpo fisico non costituisse la fine di tutti gli sforzi, di tutte le aspirazioni e
di tutto l’amore. In quei tempi lontani la sensazione e l’istinto guidavano gli uomini; le
moltitudini non erano in grado di pensare come oggi. Nel periodo culminante che stiamo
vivendo, le attività dei movimenti spiritualistici nelle loro molte forme, sono in realtà la
manifestazione della corrente di energia del pensiero e dell’idea che Vyasa trasmise migliaia
di anni fa alla coscienza umana.
105
Lo sforzo degli uomini di pensiero per provare scientificamente l’immortalità fa pure parte
di quella grande corrente portata a livello intellettuale, e protegge l’opera di Vyasa dalle nebbie,
dalle illusioni e dalla disonestà psichica che la circondano. Oggi, il fatto dell’immortalità
sta per essere provato scientificamente, e la sopravvivenza di qualche elemento è già stata
provata, sebbene ciò di cui si è dimostrata la sopravvivenza non sembri essere intrinsecamente
immortale. La vera natura dell’anima, la sua sopravvivenza e la sua vita eterna vanno di pari
passo e non sono ancora state dimostrate scientificamente. Tuttavia sono oggi note e ammesse
come verità da innumerevoli milioni di uomini e da molti intellettuali e, a meno di affermare
che si tratti di isterismo e illusioni collettivi, l’ipotesi della loro esistenza è già corretta
.
Successivo Istruttore fu il Buddha, per quanto dopo Vyasa ve ne siano stati molto altri.
Durante quei secoli di cui storicamente poco sappiamo, l’intelligenza umana si sviluppò rapidamente
e con essa la facoltà di ricerca divenne sempre più attiva. Tale ricerca e gli interrogativi
ai quali non sembrava possibile o facile rispondere, si concentrarono in un gruppo di pensatori
in India, i quali rappresentarono il pensiero umano. Essi si domandavano il perché del
dolore e dell’infelicità, quali ne fossero le cause e cosa doveva essere fatto per cambiare quelle
condizioni di vita; volevano conoscere il principio integratore nell’uomo, sapere cosa fossero
l’anima e il Sé. Il Buddha venne a rispondere e a fondare un modo più illuminato di considerare
la vita, impartendo insegnamenti che avrebbero fatto strada all’opera del Cristo che,
come Egli sapeva, avrebbe seguito le Sue orme.
106
È interessante ricordare che al tempo del Buddha, circa cinque secoli avanti Cristo (la data
esatta della nascita del Cristo rimane incerta), cominciavano ad essere debolmente percepiti i
primi influssi dell’era dei Pesci, in contrasto con la forte qualità dell’era dell’Ariete, il capro
espiatorio, che perdurò durante tutta la legge religiosa ebraica e condusse alla distorsione del
semplice insegnamento del Cristo. Egli fu erroneamente presentato come Capro espiatorio,
che toglie i peccati dal mondo, ed ebbe origine la dottrina dell’espiazione redentrice, accentuata
da S. Paolo. Di origine ebraica è anche un altro errore analogo a questo, che si produsse
nei primi tempi del ciclo dell’Ariete. Sappiamo che i Figli d’Israele caddero e adorarono il
50
Vitello d’oro, simbolo del Toro, il ciclo astronomico precedente. Nei primi periodi dell’Ariete
gli insegnamenti retrocessero al ciclo del Toro, e nei primi tempi dei Pesci a quello
dell’Ariete, imprimendo in tal modo un regresso, cui aderisce ancor oggi un grande numero di
cristiani.
Il Buddha rispose alle domande del suo tempo con le
Quattro Nobili Verità, che appagano
l’eterna domanda del “
perché”. Insegnò che infelicità e sofferenze sono create
dall’uomo stesso; che il concentrare il desiderio su ciò che è buono, effimero e materiale è
causa di tutta la disperazione, l’odio e le competizioni, e la ragione per cui l’uomo trascorre la
propria esistenza nel regno della morte, nel mondo fisico, che è la vera tomba dello spirito.
107
Il Buddha arrecò un particolare contributo agli insegnamenti dati da Ercole e da Vyasa, e
ampliò la struttura di verità che avevano eretto, preparando in tal modo la via per il Cristo.
Nell’intervallo fra questi due grandi Istruttori, Buddha e Cristo, ne apparvero dei minori per
ampliare e sviluppare le verità fondamentali già espresse; uno dei più importanti fu
Sankaracharya,
il quale dette profondi insegnamenti circa la natura del Sé. Dobbiamo accennare anche
a Shri Krishna, il Maestro della
Bhagavad Gita, e che molti ritengono sia stato
un’antecedente incarnazione del Cristo.
Così le verità fondamentali sulle quali si basa il rapporto con Dio (e perciò con i nostri
fratelli) vengono sempre esposte da un Figlio di Dio che è capo della Gerarchia spirituale in
un dato periodo.
Venne poi il Cristo e proclamò al mondo (principalmente attraverso i Suoi discepoli)
due verità essenziali: l’esistenza dell’anima umana e il servizio (l’espressione è intenzionale)
quale sistema per stabilire retti rapporti umani con Dio e con il prossimo. Disse agli uomini
che tutti sono figli di Dio come lo è Lui; disse loro in molti modi simbolici chi e cosa Egli
fosse, assicurandoli che, essendo divini come Lui, avrebbero fatto cose ancora maggiori delle
Sue. L’uomo le ha già compiute sul piano fisico e nel dominio della natura, come Cristo aveva
previsto, poiché Egli conosceva l’operare della legge evolutiva.
108
Insegnò che il servizio è la chiave per la liberazione e ne indicò la tecnica con la propria
vita, poiché ovunque andava faceva del bene, risanando, predicando e insegnando le cose del
regno di Dio, nutrendo così gli affamati, in senso fisico e spirituale. Fece della vita d’ogni
giorno una sfera divina di vita spirituale ponendo l’enfasi sull’insegnamento del Buddha di
non desiderare nulla per il sé separato.
Così il Cristo insegnò, amò e visse, in tal modo mantenendo la continuità della rivelazione
e degli insegnamenti della Gerarchia; poi si ritirò “dietro il velo”, lasciandoci un esempio
affinché seguissimo le Sue orme (Pietro, 1, II, 21), cioè la fede nel divino, il servizio e la
capacità di penetrare nella sfera di coscienza e nel campo di attività che chiamiamo la vera
Chiesa del Cristo, la Gerarchia spirituale (attualmente invisibile) del Pianeta, il vero regno di
Dio. Il velo che cela quella vera Chiesa sta scomparendo e il Cristo è in procinto di tornare.
Perciò, alla luce del passato e delle presenti necessità degli uomini, cui devono far fronte
il Cristo e la Gerarchia, quale sarà questa volta il Suo insegnamento? È la domanda che oggi
si pongono i Suoi discepoli. È probabile che esso consista di quattro parti che esamineremo
separatamente, per poi cercare di comprenderle e preparare le menti a ricevere ciò che Egli
darà.
I. Instaurare giusti rapporti umani
L’espressione “giusti rapporti umani” ricorre oggi molto frequentemente e ci si rende
sempre più conto che indica un’essenziale necessità umana, la sola speranza di un futuro in
51
cui regnino pace e sicurezza. Gli errati rapporti umani hanno condotto a tali difficoltà che ogni
settore della vita è in agitazione caotica; la famiglia, la società, le relazioni d’affari, i contatti
religiosi e politici, l’attività dei governi e la vita di tutti i popoli, inclusi i rapporti internazionali.
Ovunque vi è odio, competizione, disadattamento, lotta fra partiti, diffamazione,
scandali, profonda sfiducia fra uomini e nazioni, fra capitale e lavoro e fra le numerose sette e
chiese. La differenza fra una setta e una chiesa non è altro che una differenza di grado,
d’inter-pretazione, di fanatica adesione alla verità preferita, e tanto l’una che l’altra sono sempre
esclusive; ciò è in antitesi con l’insegnamento del Cristo. Oggi, in nessun luogo vi è pace
o comprensione; solo una piccola minoranza si sforza di produrre condizioni tali da consentire
rapporti di pace e armonia.
La potenza di questa minoranza che lotta attivamente per giungere alla pace e ai giusti
rapporti umani consiste nel fatto che ciò che cerca è in accordo con l’intento e il proposito divini.
In mezzo al caos di disparati interessi in aspra lotta fra loro, il Cristo ha deciso di tornare.
Riflettete sull’orrore di ciò che deve affrontare e sulla necessità di stabilire un certo ordine
nel mondo, affinché alcuni principi possano venire enunciati, e almeno parzialmente accettati
prima che Egli possa operare con profitto fra gli uomini. Se venisse immediatamente, la Sua
voce non sarebbe udita, perché lo strepito delle contese umane è troppo forte. Se cercasse di
attrarre l’attenzione, persino con suono di tromba (Matt. XXIV, 31) verrebbe considerato come
in cerca di pubblicità. Se predicasse ed insegnasse, attirerebbe soprattutto chi pensa già
all’unisono con il Suo messaggio, oppure i creduli, che si affollano attorno a chiunque, qualunque
cosa insegni.
110
Le moltitudini sono ancora troppo affamate, distrutte psichicamente, confuse, angosciate e
incerte (scritto nel 1948) circa il loro futuro, la loro libertà e sicurezza, per essere in condizione
di ascoltarlo.
Possiamo essere certi che Egli non si presenterà come un eroe conquistatore, come certi
teologi hanno fatto credere agli uomini, poiché non sarebbe possibile identificarlo e verrebbe
semplicemente classificato fra le molte figure militari. Non si presenterà quale Messia degli
Israeliti per salvare la cosiddetta Terra Santa e Gerusalemme per gli Ebrei, poiché il Cristo
appartiene al mondo intero e nessun popolo ha diritti o privilegi particolari, né può avere la
pretesa di reclamarlo come proprio. Non verrà a convertire un mondo “pagano”, poiché per
Lui e per i veri discepoli tale mondo non esiste; i “pagani” sono stati un male assai minore del
conflitto scatenato dai cristiani militanti. La storia delle nazioni e della chiesa cristiana è stata
una storia d’aggressività, l’ultima cosa che il Cristo desiderasse quando cercò di instaurare la
Chiesa sulla Terra.
Egli disse (e le Sue parole furono male interpretate): “Non sono venuto a portare la pace,
ma la spada” (Matt. X, 34). Questo sarà particolarmente vero nei primi tempi del Suo ritorno.
Ma la spada che impugnerà è quella dello Spirito, la spada che separa la vera spiritualità
dal materialismo. Il principale effetto del Suo ritorno sarà certamente la dimostrazione in
tutto il mondo degli effetti dello spirito d’inclusività.
111
Tutti coloro che desiderano giusti rapporti umani si raccoglieranno spontaneamente attorno
a Lui, che appartengano o meno a una delle grandi religioni; chi non scorge una vera o fondamentale
diversità fra religione e religione, fra uomo e uomo, fra nazione e nazione, si unirà
attorno al Cristo; allo stesso modo chi incarna l’esclusione e la separazione si paleserà automaticamente
e sarà conosciuto per tale
. La spada discriminatrice dello spirito apporterà, senza
ferire, la rivelazione e indicherà il primo passo necessario verso la rigenerazione umana.
La potenza riversata dal Cristo, quale punto focale del triangolo esoterico costituito dal
Buddha, dallo Spirito di Pace e dall’Avatar di Sintesi, sarà così grande che la differenza fra
52
amore e odio, fra aggressività e liberta, fra avidità ed equa condivisione apparirà evidente agli
occhi e alle menti degli uomini, e perciò anche la distinzione fra bene e male. La preghiera
invocante “Dal punto d’amore nel cuore di Dio, affluisca amore nei cuori degli uomini” sarà
pienamente esaudita. Il Cristo sprigionerà nel mondo la potenza e la specifica energia
dell’amore intuitivo. Due saranno i risultati della diffusione di quest’energia d’amore:
1 Un numero incalcolabile di uomini si unirà in gruppi per promuovere la buona volontà
e attuare giusti rapporti. Il loro numero sarà così grande che da piccola e relativamente
trascurabile minoranza essi diverranno la forza più diffusa e influente del
mondo. Tramite loro, il nuovo gruppo di servitori del mondo potrà agire con buoni
risultati.
2. L’energia attiva della comprensione amorevole susciterà una potente reazione contro
l’odio. Odio, separazione ed esclusività verranno considerati un solo peccato, poiché
si riconoscerà che tutti i peccati ora considerati tali derivano dall’odio e dal suo prodotto,
la coscienza antisociale. L’odio, e tutto ciò che ne consegue, è il vero peccato
contro lo Spirito Santo di cui si è a lungo discusso, trascurando però, per difetto di
saggezza, di formulare una definizione semplice ed esatta.
Il potere dell’impatto spirituale della Gerarchia (focalizzato tramite il Cristo e i discepoli
attivi) sarà così grande, che lo stabilire giusti rapporti apparirà così evidentemente utile e
naturale da assestare rapidamente la situazione mondiale e iniziare la nuova era di buona volontà
e di pace. Ciò renderà possibile una nuova cultura ed una nuova civiltà.
Questo non è il quadro ottimistico e mistico di un evento impossibile, basato su desideri
irrealizzabili o su una cieca speranza. Già oggi i discepoli del Cristo divulgano la dottrina dei
giusti rapporti umani; uomini e donne di buona volontà tentano di dimostrare che essa sola
può arrecare vera pace nella vita internazionale. Nella presentazione della vera “vita” che il
Cristo manifesterà al mondo degli uomini che riflettono, non può esservi posto per l’esclusivismo
e la separatività, poiché quella “vita più abbondante” che Egli cerca di incanalare verso
di noi è una corrente che scorre liberamente, travolgendo ostacoli è barriere, e che stabilisce
una libera circolazione di verità e di vita, delle quali
l’amore è comune qualità essenziale.
113
Tutte le religioni hanno affermato che Dio è essenzialmente amore, vita e intelligenza.
Quella Vita racchiude in sé le qualità essenziali del volere e dell’amore di Dio. Entrambi sono
ugualmente importanti, poiché quella volontà è qualificata dall’amore. Finora gli uomini non
avevano che un vago concetto teorico dell’effettiva qualità della “vita”, in cui amore e volontà
infondono energia. La riapparizione del Cristo confermerà il fatto di quella vita divina;
l’opera che compirà, coadiuvato dai discepoli, dimostrerà l’amore e il proposito divini sottostanti
ad ogni esperienza fenomenica.
Stabilire giusti rapporti umani è un aspetto della volontà divina per il genere umano, ed
il prossimo elemento dell’espressione divina che deve manifestarsi nelle vicende umane individuali,
sociali, nazionali e internazionali. Nulla ha mai potuto impedire questa divina espressione,
che può essere ritardata solo dal fattore
tempo, determinato dall’umanità in virtù del
suo divino libero arbitrio. L’espressione divina predisposta può manifestarsi rapidamente o
lentamente secondo le decisioni dell’uomo; finora egli ha deciso per una lenta, molto lenta
manifestazione, ed in ciò si dimostra la libertà del suo volere. Poiché la divinità è immanente
o presente in tutte le forme, e perciò in tutti gli esseri umani, quella Volontà col tempo
dovrà
adempiersi. A causa dell’intenzione (in senso esoterico) estremamente materialistica di tutte
le forme attuali, finora la manifestazione di quella Volontà è stata ritardata e la volontà
dell’uomo non è stata diretta ad instaurare giusti rapporti umani. Da ciò sono derivati la guerra,
il tormento delle forme e l’attuale sofferenza del modo di vivere attuale.
53
114
Tutti questi fattori determinano una grande trasformazione generale, facilmente percepita
da coloro che sono orientati verso lo spirito. Come il Cristo nel Getsemani, essi ripetono costantemente:
“Sia fatta la Tua volontà”. Lo ripetono senza sapere e spesso senza sperare, tuttavia
ciò è indice di un generale riorientamento spirituale, di sottomissione e accettazione.
Cristo dimostrò questa sottomissione dicendo: “Sono venuto per fare non la mia volontà, ma
la volontà di chi mi ha mandato” (Giov. VI, 38). Egli dimostrò la Sua
accettazione esclamando:
“Padre, non la mia, ma la Tua volontà sia fatta!”. La sottomissione implica l’ineluttabilità
delle circostanze e può non essere accompagnata da comprensione, ma assoggettata a ciò che
viene imposto. L’accettazione implica comprensione intelligente e indica un grande progresso.
Entrambe ammettono che una volontà divina adombra la vita dell’umanità; entrambe preparano
a riconoscere l’opera del Cristo diretta all’attuazione di giusti rapporti umani. Attualmente
la sottomissione dell’umanità al volere divino è passiva; la vera sottomissione è una disposizione
positiva di fiduciosa attesa spirituale che conduce alla accettazione positiva.
Nel mondo si nota anche un’attesa spirituale, e l’intensificarla fa parte del compito del
Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, il quale deve inoltre promuovere la sottomissione
spirituale e l’accettazione intelligente nelle moltitudini, che normalmente si dividono in due
categorie, ognuna delle quali esprime uno dei due aspetti; sottomissione, accettazione e attesa
sono latenti in ogni uomo. Queste tre potenzialità divine metteranno l’uomo in grado di rispondere
al messaggio del Cristo, facilitando grandemente il sacrificio disinteressato, compromesso
intelligente e la comprensione dei molti e diversi aspetti necessari all’instaurazione
di giusti rapporti umani.
115
Sarà utile a tutti noi riflettere sugli elementi propri della sottomissione e dell’accettazione.
Stabilire giusti rapporti umani implica rinuncia, sottomissione ai fatti esistenti e accettazione
della legge divina. Questo è quanto il Cristo ha già dimostrato sulla Terra, ed ora aiuterà gli
uomini ad accettare queste cose con entusiasmo e comprensione. Ne risulterà felicità. Questa
è una lezione difficile da apprendere; per l’umanità è un’esperienza del tutto nuova e il Cristo
dovrà insegnare agli uomini ad usare correttamente la felicità, a superare le antiche abitudini
d’infelicità per conoscere il significato della vera gioia. Tuttavia Egli non verrà soltanto ad insegnare
agli uomini la necessità di giusti rapporti
, ma anche per insegnar loro a realizzarli.
II. Cristo insegnerà la Legge della Rinascita
Questa legge è la conseguenza diretta della legge di evoluzione. In Occidente essa non è
mai stata compresa in modo corretto e in Oriente, dove è riconosciuta quale principio che governa
la vita, non si è dimostrata utile, perché ha prodotto effetti soporiferi che hanno ritardato
il progresso. L’orientale la considera nel senso che offre un tempo illimitato, ciò che annulla
l’impulso di giungere alla meta. I cristiani in genere confondono la legge della rinascita con
quella che chiamano la “trasmigrazione delle anime”, e spesso credono che implichi il passaggio
degli esseri umani in corpi animali o in altre forme inferiori.
116
Ma non è così, poiché la vita di Dio procede di forma in forma; nei regni subumani della
natura progredisce dalle forme minerali alle vegetali e a quelle animali; da questo stadio passa
nel regno umano ed è soggetta alla legge della rinascita, ma
non di trasmigrazione. A chi ha
qualche conoscenza della legge della rinascita o reincarnazione, quest’errore appare ridicolo.
La dottrina o teoria della reincarnazione è violentemente respinta dai cristiani ortodossi,
ma se si rivolge loro la domanda che i discepoli rivolsero al Cristo circa l’uomo cieco: “Maestro,
perché nascesse cieco, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?” (Giov. IX, 2) ne rifiutano le
implicazioni oppure sorridono o mostrano sgomento. Essa è stata presentata al mondo del
54
pensiero in maniera piuttosto deplorevole da mediocri occultisti e teosofi, perché esposta in
modo poco intelligente. Il meglio che si possa dire è che essi hanno familiarizzato il pubblico
occidentale con la teoria della reincarnazione, ma se fosse stata esposta con più intelligenza
avrebbe potuto essere più generalmente accettata.
Se il Cristo additerà universalmente la meta dei giusti rapporti umani, il Suo
insegnamento dovrà porre in rilievo la legge della rinascita. Questo è inevitabile, perché essa
offre la soluzione di tutti i problemi dell’umanità e la risposta a molte domande.
La dottrina della rinascita costituirà una delle note dominanti della nuova religione
mondiale, e sarà anche un elemento chiarificatore che consentirà di meglio comprendere le
vicende mondiali. Quando il Cristo fu in Palestina, accentuò il fatto dell’esistenza dell’anima
e il valore dell’individuo. Disse agli uomini che potevano essere salvati dalla vita dell’anima
e dal Cristo nel cuore.
117
Egli disse anche : “Se un uomo non nascerà di nuovo, non potrà vedere il regno di Dio”
(Giov. III, 3). Soltanto le
anime possono essere cittadini di quel regno, e per la prima volta
Egli prospettò questa visione all’umanità, mostrando in tal modo una divina possibilità e
l’immutabile conclusione dell’esperienza terrena. Disse: “Siate perfetti come il Padre vostro
che è nei cieli” (Matt. V, 48).
Questa volta insegnerà il metodo per fare di quella possibilità un fatto compiuto, mediante
il ripetuto ritorno dell’anima che s’incarna alla scuola della vita sulla Terra, per seguirvi
il processo di perfezionamento di cui Egli diede supremo esempio. Questo è il significato
della reincarnazione e ciò che insegna. In
New Mansions for New Men (Nuove dimore per
uomini nuovi), Dane Rudhyar dà una soddisfacente definizione di questo misterioso processo
umano e cosmico. Egli dice che “La struttura individuale della nuova manifestazione è necessariamente
condizionata da ciò che non è stato compiuto nel passato: dai residui, dagli insuccessi
del passato che vengono conservati nei memoriali della natura nella memoria della sostanza
universale”. Queste poche parole compendiano l’intero processo della vita vostra, mia,
e quella di ogni uomo.
Sarebbe bene tener presente che quasi tutti i gruppi e gli scritti occulti hanno, con poco
criterio, posto l’accento sulle incarnazioni
passate e sul loro ricordo; ma tale ricordo non può
in alcun modo essere comprovato dalla ragione, giacché ognuno può dire, affermare e attribuire
a se stesso tutto ciò che desidera. L’insegnamento è stato fondato su regole immaginarie
che dovrebbero governare l’intervallo fra le incarnazioni, dimenticando che il tempo è una facoltà
della coscienza cerebrale, e che separato dal cervello non esiste; si è data grande importanza
ad un’immaginaria descrizione di rapporti personali.
118
Gli insegnamenti sulla reincarnazione finora hanno fatto più male che bene; vi è un solo
elemento positivo: oggi molti discutono sulla legge di rinascita e migliaia di uomini la accettano.
Oltre al fatto che tale legge esiste, sappiamo ben poco, e chi conosce per esperienza la
realtà di questo ritorno, rifiuta decisamente gli sciocchi e improbabili particolari esposti come
fatti dai movimenti teosofici e occulti.
La legge esiste; dei suoi particolari e delle modalità
del suo funzionamento nulla ancora si sa.
Possiamo fare soltanto alcune affermazioni che non
possono essere contraddette:
l. La legge della rinascita è un’importante legge naturale del pianeta.
2. È un processo che viene iniziato e regolato dalla legge di evoluzione.
3. È strettamente connessa con la legge di causa ed effetto, e da questa condizionata.
55
4. È un processo di sviluppo che consente all’uomo di elevarsi dalle più grossolane
forme di materialismo senza pensiero, alla perfezione spirituale e alla percezione intelligente,
in virtù delle quali diviene membro del regno di Dio.
5. Giustifica le diversità esistenti fra gli uomini e insieme con la legge di causa ed effetto
(in Oriente detta legge del karma), differenze di circostanze e atteggiamenti verso
la vita.
6. Esprime la volontà dell’anima e non è il risultato di una decisione della forma. È
l’anima dimorante in ogni forma che si reincarna, scegliendo e costruendo veicoli fisici,
emozionali e mentali adatti, mediante i quali impara di volta in volta le lezioni
necessarie.
7. La legge della rinascita (per quanto riguarda l’umanità) opera sul piano dell’anima.
L’incarnazione è motivata e diretta dal suo livello, il piano mentale.
8. Le anime s’incarnano in gruppi, ciclicamente, secondo la legge e per attuare retti rapporti
con Dio e fra gli uomini.
9. Il graduale sviluppo regolato dalla legge della rinascita è in gran parte condizionato
dal principio mentale, poiché “come un uomo pensa nel suo cuore, tale egli è”. Queste
poche parole richiedono attenta considerazione.
10. Per opera della legge della rinascita l’uomo lentamente sviluppa la mente; questa
poi comincia a dominare le emozioni e infine rivela l’anima, la sua natura e la sua
sfera di vita.
11. A questo stadio di sviluppo l’uomo comincia a percorrere il Sentiero del Ritorno e si
orienta gradatamente dopo molte vite, verso il regno di Dio.
12. Quando, grazie alla mente sviluppata, alla saggezza, al servizio attivo e alla comprensione,
l’uomo ha imparato a non chiedere nulla per il se separato, rinuncia al desiderio
di vivere nei tre mondi e si libera dalla legge della rinascita.
13. Ora possiede coscienza di gruppo, è consapevole del gruppo cui appartiene e
dell’anima vivente in tutte le forme, ed è pervenuto alla “pienezza di Cristo” (Efes.
IV, 13).
120
Nessuna persona intelligente oserà spingersi oltre a tali considerazioni generali. Col ritorno
del Cristo la nostra conoscenza diverrà più esatta e più realistica; sapremo di essere eternamente
collegati con le anime di tutti gli uomini e che abbiamo un rapporto determinato con
coloro che si reincarnano con noi, e che insieme impariamo le medesime lezioni e facciamo le
medesime esperienze. Tale conoscenza, dimostrata ed accettata, rigenererà le sorgenti della
vita umana. Sapremo che tutte le difficoltà e tutti i problemi sono causati dall’ignoranza di
questa legge fondamentale, con la responsabilità e i doveri che comporta; gradatamente impareremo
a regolare le nostre attività per mezzo del suo giusto potere di limitazione. La legge
della rinascita ha in se la conoscenza pratica di cui gli uomini abbisognano oggi per dirigere
correttamente e con giustizia la loro esistenza religiosa, politica, economica, sociale e privata,
e stabilire così giusti rapporti con la vita divina esistente in tutte le forme.
III. Rivelazione dei Misteri dell’Iniziazione
Gran parte di ciò che è scritto in queste pagine si riferisce in realtà all’apparizione del
regno di Dio, apparizione che ora può prodursi per tre ragioni:
l. Per lo sviluppo di quel regno sulla Terra, e per il fatto che migliaia di uomini ne riconoscono
le leggi e si sforzano di vivere in accordo con le sue norme e col suo spirito.
56
2. Per il fatto che i segni dei tempi e la generale necessità umana hanno evocato il Cristo,
che ha deciso di riapparire.
3. Perché il grido dell’umanità si eleva di ora in ora al “segreto luogo dell’Altissimo” e
la Gerarchia ha determinato di manifestarsi quando il Cristo riapparirà a reinstaurare
lo Spirito sulla Terra. L’ora per il ripristino degli antichi Misteri è giunta.
121
Durante gli ultimi due anni questi fatti sono stati ampiamente divulgati, e ciò in seguito
alla purificazione avvenuta per mezzo della guerra mondiale (1914-1945) e della sofferenza
cui gli uomini sono stati assoggettati (la quale ha avuto un effetto purificatore d’uguale potere,
che si paleserà in seguito). Perciò, la Gerarchia, la Chiesa finora invisibile del Cristo, potrà
manifestarsi e operare apertamente sul piano fisico. Ciò sarà indice di un ritorno alla situazione
esistente ai tempi dell’Atlantide, quando (per usare la simbologia biblica, Genesi, Cap. 2 e
3) Dio stesso muoveva fra gli uomini, parlava con loro, e fra il regno di Dio e quello degli
uomini non esistevano barriere. A quei tempi la divinità era presente in forma fisica, e i
Membri della Gerarchia spirituale guidavano e dirigevano apertamente le vicende
dell’umanità nella misura permessa dall’innata libertà dell’uomo. Nel prossimo futuro, e su
una più alta voluta della spirale della vita, questo avverrà di nuovo. I Maestri si muoveranno
visibilmente fra gli uomini; il Cristo riapparirà in presenza fisica. Inoltre verranno restaurati
gli antichi Misteri, gli antichi landmarks (princìpi) verranno di nuovo riconosciuti, quei principi
che la Massoneria ha così scrupolosamente conservati e che, in attesa del giorno della restaurazione
e della risurrezione, sono stati preservati nei suoi rituali.
122
Questi antichi Misteri furono originariamente rivelati all’umanità dalla Gerarchia, e
contengono la chiave del processo evolutivo, celata nei numeri, nel rituale, nelle parole e nella
simbologia, i quali velano il segreto dell’origine e del destino dell’uomo e sono una immagine,
raffigurata nei riti e nei rituali, del lungo sentiero che deve percorrere per far ritorno alla
luce. Tutti quei mezzi, correttamente interpretati e rappresentati, offrono gli insegnamenti di
cui l’umanità ha bisogno per passare dalla tenebra alla Luce, dall’irreale al Reale e dalla morte
all’Immortalità. Ogni Massone che comprenda, sia pure solo parzialmente, il significato dei
tre gradi della Loggia Azzurra e le implicazioni di ciò cui partecipa, riconoscerà le tre espressioni
precedenti per quello che sono, e il significato dei tre gradi. Accenno di proposito alla
Massoneria, perché strettamente connessa con la restaurazione dei Misteri, e perché nel corso
dei secoli ha preservato la chiave della base su cui fondare gli insegnamenti necessari e rappresentare
(quando liberata dall’attuale terminologia ebraica che, sebbene adeguata tremila
anni fa, da lungo tempo non lo è più) la storia del viaggio dell’uomo sul sentiero del ritorno.
Sono questi i Misteri che il Cristo restaurerà, riportando le chiese a nuova vita e restaurando
il mistero celato che hanno da gran tempo perduto a causa del loro materialismo. Anche
la Massoneria ha perduto la vera vita di cui era in possesso, ma nelle sue forme e nei suoi rituali
la verità è stata salvaguardata e può essere quindi riportata alla luce. È ciò che farà il Cristo,
ed inoltre ristabilirà questi Misteri anche in altri modi. Non tutti gli uomini andranno verso
le chiese o la Massoneria per rivivificare la propria vita spirituale. I veri Misteri si riveleranno
anche attraverso la scienza, e il Cristo inciterà alla loro ricerca.
123
Nelle loro formule e nei loro insegnamenti i Misteri racchiudono la chiave della scienza
che svelerà il mistero dell’elettricità, la suprema scienza spirituale e massimo campo di conoscenza
divina di cui non si sono toccati che i margini. Il segreto e la vera natura dei fenomeni
elettrici verranno rivelati soltanto quando la Gerarchia sarà visibilmente presente sulla Terra,
e i Misteri custoditi dai discepoli del Cristo verranno esposti apertamente.
In ultima analisi i Misteri sono la vera fonte della rivelazione; essa può prodursi solo
quando la mente e la volontà di bene dell’uomo siano intimamente unite e fuse, e condizioni57
no a tal punto la sua condotta che egli possa comprendere la portata della rivelazione senza
pericolo. Vi sono energie e forze planetarie di cui egli ancora non ha e non può avere il dominio;
le ignora, ma da esse dipende la vita del pianeta; esse sono anche in stretto rapporto con i
poteri psichici (oggi così male compresi e stupidamente applicati) i quali tuttavia, se valutati
ed usati correttamente, si dimostreranno di immensa utilità
nelle scienze che i Misteri riveleranno.
In virtù del ritorno del Cristo, il Mistero delle Età sta per essere rivelato, e lo sarà mediante
la rivelazione dell’anima, poiché esso è celato nella conoscenza dell’anima. Le scritture
di tutto il mondo hanno sempre profetizzato che, alla fine dell’era, si avrà la rivelazione di
ciò che è segreto e che ciò che è stato celato apparirà alla luce del giorno. Il ciclo attuale segna
la fine dell’era dei Pesci; nei prossimi duecento anni scompariranno le false concezioni
della morte e si affermerà saldamente il fatto dell’esistenza dell’anima, che sarà riconosciuta
come un’entità, come impulso motivante e forza spirituale che sottostà a tutte le forme.
124
Duemila anni fa il Cristo proclamò grandi possibilità e l’esistenza di grandi poteri; al Suo
ritorno ne darà la prova e svelerà la natura e il vero potere dell’uomo. Egli proclamò che siamo
tutti Figli di Dio unico Padre universale, e nel futuro ciò non sarà più considerato una affermazione
mistica e simbolica, ma una dichiarazione scientificamente dimostrata. Si dimostrerà
che la fratellanza universale e la nostra essenziale immortalità sono realtà della natura.
Oggi si sta preparando il terreno per la grande restaurazione cui il Cristo darà l’impulso iniziale.
Le religioni e la Massoneria sono oggi esposte al giudizio della mente critica
dell’umanità; quasi unanimemente si riconosce che hanno fallito nei divini compiti loro assegnati.
Ovunque ci si rende conto della necessità che vengano permeate di nuova vita, ma ciò
esige una visione nuova ed un nuovo modo di vivere, che soltanto il ritorno del Cristo può insegnare
ed aiutarci ad attuarlo. Dice un testo antico:
“Quello che è stato un mistero non lo sarà più, e ciò che era velato verrà rivelato; quello
che era nell’ombra apparirà alla luce che acquisterà nuovo splendore, e tutti gli uomini
vedranno, uniti nella gioia. Verrà il tempo in cui la distruzione avrà compiuto la sua opera
benefica e gli uomini in virtù della sofferenza, cercheranno ciò che avevano respinto.
Invano hanno perseguito ciò che era a portata di mano e di facile conseguimento, ma
una volta avutolo, li ha condotti soltanto alla morte. Pure gli uomini hanno sempre anelato
alla vita e non alla morte”.
125
E il Cristo recherà loro vita, e vita più abbondante. Oggi si parla molto dei misteri dell’iniziazione.
In ogni paese, numerosi falsi maestri li insegnano, offrono immaginarie iniziazioni
(per lo più dietro compenso e con diploma). Il Cristo stesso disse che prima della Sua riapparizione
ciò sarebbe avvenuto, e che ovunque si sarebbero presentati dei falsi profeti. Tutto
questo indica tuttavia la Sua venuta. La contraffazione è sempre garanzia che esiste la verità. I
discorsi, le discussioni, le vane pretese, lo pseudo occultismo e i futili tentativi di “prendere”
l’iniziazione (frase impropria che certi teosofi male informati hanno coniato per indicare una
profonda esperienza spirituale) hanno caratterizzato l’insegnamento esoterico fin dal 1875. In
seguito H. P. Blavatsky portò a conoscenza del mondo occidentale il fatto che elevati discepoli
e Maestri di Saggezza erano presenti sulla Terra, sotto la guida del Cristo. Più tardi deplorò
di averlo fatto, come risulta da alcuni suoi scritti rivolti alla sezione esoterica. Pure, il suo operato
faceva parte di un grande piano, e non fu un errore. Le interpretazioni e le eccitate reazioni
dei teosofi del suo tempo furono l’errore, da essi ancora non riconosciuto. Quella reazione
fu alimentata dalla curiosità della natura dell’uomo, come dalla sua aspirazione, che
venne indubbiamente stimolata. Inoltre, certi personaggi avidi sfruttarono quegli insegnamenti
a scopi commerciali e la cosa perdura.
58
126
Tuttavia, nel suo complesso, l’effetto di tutte quelle sciocchezze e di quegli errori di
presentazione è stato buono. In tutto il mondo oggi esistono uomini consapevoli dell’esistenza
dei Maestri e della possibilità offerta di progredire spiritualmente in modo
scientifico, per divenire
membri del regno di Dio. Le chiese hanno ignorato tutto questo e, soprattutto all’epoca
vittoriana, hanno considerato la scienza come un astuto nemico. Tutto quell’afflusso di notizie
circa i misteri iniziatici, alcune indicative di una verità nascosta, altre frutto di immaginazione
e di aspirazione, altre infine sfruttate a scopi commerciali, ha preparato l’umanità ad accogliere
gli insegnamenti che si ritiene il Cristo darà quando sarà di nuovo fra noi.
Per quanto i Cristiani stentino ad ammetterlo, pure l’intero Vangelo, nelle sue quattro
parti, consta quasi esclusivamente di esposizioni simboliche dei Misteri che, per quanto riguarda
l’umanità, sono cinque. Essi in realtà indicano cinque stadi importanti nella storia spirituale
dell’aspirante e nel progresso della coscienza umana. Tale progresso si preciserà, in
modo oggi non compreso, in un periodo dell’era dell’Acquario. Durante i prossimi duemila
anni, l’umanità, il discepolo mondiale (con i suoi molti gruppi a stadi diversi d’evoluzione),
“entrerà” in nuovi stadi di coscienza e in nuove sfere di coscienza mentale e spirituale.
Ogni epoca riflette le precedenti. Astronomicamente ne sono trascorse quattro: Gemelli,
Toro, Ariete e Pesci. Ora sta assumendo il potere la quinta, dell’Acquario.
127
Nei Gemelli, il segno simbolico dei due pilastri pose il suggello sulla Fratellanza massonica
dell’epoca, e le due colonne, Jachin e Boaz (per indicarle con i nomi ebraici che non sono i
veri) apparvero circa ottomila anni fa. Seguì il Toro, in cui Mitra venne come Istruttore mondiale
ed istituì i Misteri mitraici nei quali (apparentemente) si adorava il Toro. Succedette
l’Ariete, in cui ebbe inizio la legge religiosa ebraica, importante per gli Ebrei e, sfortunatamente,
anche per la religione cristiana, ma non per molti milioni di uomini in altre parti del
mondo; durante quel ciclo vennero il Buddha, Shri Krishna e Sankaracharya; infine abbiamo
l’era dei Pesci che ci diede il Cristo. La successione dei Misteri incarnati da ogni segno dello
zodiaco verrà chiarita dal Cristo, perché la coscienza dell’umanità attuale richiede qualche cosa
di più esatto e più spiritualmente reale dell’astrologia moderna, o dello pseudo occultismo
oggi così diffuso.
Nell’incipiente era dell’Acquario, dopo la riapparizione del Cristo, centinaia di migliaia
di uomini e donne conseguiranno l’una o l’altra delle grandi espansioni di coscienza, ma
l’effetto sulle moltitudini sarà la rinuncia (ciò non significa che esse conseguiranno la quarta
iniziazione); esse rinunceranno al materialismo oggi imperante in ogni strato sociale della
famiglia umana. Una delle lezioni che l’umanità deve imparare in questi tempi che preludono
alla nuova era, è quante poche cose materiali siano realmente necessarie alla vita e alla felicità.
È una lezione non ancora appresa, e rappresenta essenzialmente uno dei valori che devono
essere ricavati da questo periodo di spaventose privazioni con le quali oggi gli uomini sono
quotidianamente confrontati. La vera tragedia è che l’emisfero occidentale, e particolarmente
gli Stati Uniti, non parteciperà a questo processo spirituale apportatore di nuova vita; attualmente
vi è troppo egoismo perché ciò possa avvenire.
128
L’iniziazione non è quindi una cerimonia o un rito, né un grado conferito a chi ne sia
degno, e neppure un mezzo per penetrare i Misteri, dei quali i Misteri massonici altro non sono,
per ora, che la presentazione simbolica. L’iniziazione è semplicemente il risultato di esperienze
“esistenziali” su tutti e tre i livelli di coscienza, fisico, emotivo e mentale, mediante le
quali vengono attivate certe cellule cerebrali capaci di registrare e conservare impressioni superiori,
alle quali prima non erano sensibili. In virtù di questa più vasta sfera di percezione, o
se preferite dello sviluppo di uno strumento di risposta più sensibile, la mente acquista la capacità
di trasmettere valori superiori e conoscenza spirituale. In tal modo l’individuo diviene
59
consapevole di sfere d’esistenza divina e di stati di coscienza che sono eternamente presenti,
ma con i quali finora non era costituzionalmente in grado di entrare in contatto, né che poteva
registrare; né la mente, né il suo strumento, il cervello, potevano farlo, dato lo sviluppo
evolutivo.
Quando il riflettore della mente penetra lentamente entro aspetti della mente divina prima
ignorati, quando le qualità magnetiche del cuore si risvegliano e rispondono agli altri due
aspetti divini, l’uomo è in grado di vivere nelle nuove sfere di luce, amore e servizio che gli si
aprono dinanzi: è iniziato.
Questi sono i misteri di cui tratterà il Cristo. Il riconoscimento della presenza Sua e dei
Suoi discepoli renderà possibile uno sviluppo della coscienza più rapido.
129
La stimolazione della Gerarchia manifesta diverrà sempre più potente, e nell’era
dell’Acquario gli uomini che accetteranno la grande Rinuncia saranno così numerosi che lo
sforzo mondiale sarà paragonabile all’educazione di massa avvenuta durante l’era dei Pesci.
Il
materialismo come principio di massa verrà rinnegato
e i valori spirituali assumeranno maggior
dominio.
Il culmine di una civiltà, con la sua nota particolare, la sua qualità e i doni che offre ai
posteri esprime il riflesso dell’intento spirituale e, tramite le moltitudini che vi partecipano, di
una iniziazione. Verrà giorno in cui la storia sarà fondata sul progresso iniziatico
dell’umanità, ma prima dovrà basarsi sullo sviluppo prodotto dalle grandi idee fondamentali:
questa sarà la prossima presentazione della storia.
La cultura in ogni dato periodo non è che il riflesso della capacità creativa e del grado di
espansione di coscienza dei suoi iniziati. i quali sanno di esserlo e di essere in diretto rapporto
con la Gerarchia. Attualmente non usiamo i termini civiltà e cultura nel loro senso esatto. La
civiltà è il
riflesso nelle moltitudini umane di un particolare influsso ciclico che conduce ad
una iniziazione. La cultura è esotericamente connessa con coloro i quali, in ogni civiltà, penetrano
in modo specifico, esatto e cosciente, mediante sforzo volontario, nelle sfere interiori
d’attività di pensiero che chiamiamo mondo creativo. La civiltà esterna è dovuta a quelle sfere.
130
La riapparizione del Cristo indica un più stretto rapporto fra i mondi del pensiero interiori
ed esteriori. Il mondo del significato e quello dell’esperienza si fonderanno naturalmente in
seguito allo stimolo prodotto dall’avvento della Gerarchia e del Suo capo, il Cristo. Il principale
risultato sarà un potente sviluppo della comprensione e dei rapporti umani.
IV. Dispersione dell’annebbiamento astrale
Il termine “annebbiamento astrale”, che indica la caratteristica predominante del piano
astrale, non è mai stato usato in modo esatto, e purtroppo è stato adoperato fin dai primi insegnamenti
esoterici. Il cosiddetto “piano astrale” è semplicemente il complesso delle reazioni
della sensibilità e del sentimento, e della sostanza emozionale che l’uomo ha creato con tanta
potenza e proiettata con tanto successo da esserne oggi la vittima. L’ottanta per cento degli
insegnamenti sul piano astrale fa parte della grande illusione e di quel mondo irreale cui ci riferiamo
con l’antica preghiera: “Guidaci dall’Irreale al Reale”. Quanto è stato detto del mondo
astrale ha in genere ben poco fondamento; tuttavia è stato utile quale campo d’esperienza
in cui imparare a distinguere fra vero e falso; e inoltre l’ambito in cui l’aspirante può usare la
facoltà mentale della discriminazione, il mezzo adatto per scoprire l’errore e rivelare la verità.
Quando avremo “la mente che è nel Cristo” (Filip. 11, 5), ci accorgeremo che il suo
dominio sulla natura emotiva e sulla sfera della sensibilità (il piano astrale se preferite) divie60
ne completo. Il precedente dominio della natura senziente e di tutta la sua sfera d’influenza
scompare. Questa in realtà non esiste, se non quale campo di servizio ed è un mondo in cui
l’uomo vaga nella confusione e nella disperazione.
131
Il servizio più grande che un uomo possa rendere ai suoi fratelli è di liberarsi dal dominio
di quel piano
dirigendo le proprie energie mediante il potere del Cristo interiore. Egli si accorgerà
allora che le forze accentrate in se stesso e le energie del desiderio personale e
dell’amor emotivo vengono sostituite da una energia vitale che può essere percepita in modo
generale, sebbene non si possa ancora farla propria nella sua pura essenza; questa energia è
“l’amore di Dio”. È questa la forza magneticamente attrattiva che fluisce libera, e riconduce
ogni pellegrino alla Casa del Padre. È questa la forza che si agita nel cuore dell’umanità e si
esprime tramite grandi Avatar come il Cristo; che guida l’anelito mistico esistente in ogni
uomo e opera attraverso tutti i movimenti che hanno per obiettivo il bene dell’umanità, utilizzando
tutte le tendenze filantropiche ed educative di ogni specie e l’universale istinto materno.
Ma si tratta essenzialmente di un sentimento di gruppo, e solo nell’era dell’Acquario e
come risultato del ritorno del Cristo, la sua natura verrà realmente compresa e l’amore di Dio
si diffonderà in ogni cuore umano.
Il Cristo conosceva bene il mondo dell’annebbiamento e dell’illusione, e dimostrò che il
vero amore poteva dominarlo. Le Sue tre grandi tentazioni nel deserto furono in parte basate
sui tre aspetti dell’illusione mondiale:
l’illusione creata dalla mente, l’annebbiamento del piano
emotivo e il
labirinto delle circostanze terrene. Questi tre aspetti dell’illusione minacciarono
di confonderlo; Egli li affrontò uno dopo l’altro enunciando nettamente un principio e
non con argomentazioni della mente analitica; uscì da quella triplice esperienza per amare, insegnare
e guarire. Al Suo ritorno il Cristo opererà per dissipare l’annebbiamento mondiale, e
il Buddha gli ha già preparato la via.
132
Perciò la possibilità di tale dissipazione dipende decisamente dai due Avatar, il Buddha e il
Cristo. Attualmente una delle cose che è essenziale rendere nota agli uomini e alle nazioni, è
la natura dell’opera da Essi intrapresa, e accentuare di nuovo le verità che hanno proiettato nel
campo del pensiero. L’opera svolta dal Signore della Luce e dal Signore dell’Amore deve essere
nuovamente presentata al mondo, che ne ha grande necessità; a tale proposito aggiungiamo
che alcune nazioni hanno bisogno di comprendere l’insegnamento del Buddha enunciato
con le
Quattro Nobili Verità; devono rendersi conto che causa di tutta l’infelicità e di
ogni miseria è l’uso errato del desiderio, ossia il desiderio volto a ciò che è materiale e transitorio.
Le Nazioni Unite devono imparare ad applicare la Legge dell’Amore come enunciata
dal Cristo con la propria vita, e ad esprimere la vitalità contenuta nella verità che “nessuno vive
per se stesso” (Romani, XIV, 7), così come nessuna nazione; meta di tutti gli sforzi umani
e la comprensione amorevole, stimolata da un programma di amore e di giusti rapporti per
l’umanità intera.
Se la vita di questi due grandi Maestri sarà compresa, e i Loro insegnamenti saranno
applicati in modo nuovo nella vita dell’uomo e nel mondo delle vicende umane, nel regno del
pensiero e nel campo degli scambi politici ed economici, l’attuale ordine mondiale (che è ampiamente
solo disordine!) potrà essere a tal punto modificato e trasformato da rendere possibile
il graduale avvento di un ordinamento nuovo e di una nuova umanità. L’annebbiamento astrale
e l’illusione saranno dispersi ed eliminati.
133
Nel mondo dell’annebbiamento, la sfera del piano astrale e delle emozioni, molti secoli fa
apparve un punto di luce; il Signore della Luce, il Buddha, si accinse a focalizzare in Sé
l’illuminazione che col tempo avrebbe reso possibile la dissipazione dell’annebbiamento astrale.
Nel mondo dell’illusione, il piano mentale, apparve il Cristo, il Signore dell’Amore.
61
Egli si accinse a disperdere l’illusione attraendo a Sé (con il potere dell’amore) i cuori di tutti
gli uomini, ed espresse tale decisione con le parole: “Quando sarò innalzato attirerò tutti gli
uomini a Me” (Giov. XII, 32).
L’opera congiunta dei due grandi Figli di Dio, concentrata attraverso i discepoli mondiali
e gli iniziati, dovrà inevitabilmente dissipare l’illusione e l’annebbiamento: l’una per
mezzo del riconoscimento intuitivo della realtà da parte delle menti che possono percepirla,
l’altro mediante l’afflusso della luce della ragione. Il Buddha compì il primo tentativo per dissipare
l’annebbiamento mondiale; il Cristo quello per disperdere l’illusione. Ora la Loro opera
deve essere portata avanti con intelligenza da un’umanità abbastanza avveduta da riconoscere
il proprio dovere.
Gli uomini si stanno rapidamente disingannando e di conseguenza acquisteranno una
visione più chiara. L’annebbiamento generale viene costantemente rimosso dalle vie
dell’uomo. Questi due progressi si sono prodotti per l’afflusso di nuove idee focalizzate tramite
gli intuitivi e diffuse poi fra gli uomini in generale dai pensatori. Un grande aiuto viene
anche apportato dal riconoscimento inconscio, ma non meno reale, del vero significato delle
Quattro Nobili Verità
da parte delle moltitudini. Libera dalle illusioni e dall’annebbiamento
emotivo, l’umanità attende la nuova rivelazione, che sarà il risultato dell’opera congiunta del
Buddha e del Cristo. Tutto ciò che ne possiamo prevedere è che la fusione della luce e
dell’amore, e la reazione della “sostanza illuminata” al “potere attrattivo dell’amore” produrranno
potenti e vasti risultati.
134
Con queste parole ho offerto una chiave per comprendere l’opera dei due grandi Avatar,
finora completamente incompresa. Possiamo aggiungere che quando sarà valutato il significato
delle parole “trasfigurazione di un essere umano”, si comprenderà che “quando il corpo è
illuminato” (Luca, XI, XXXVI, 9) “nella Tua luce vedremo la luce” (Salmi, XXVI, 9). Ciò
significa che quando la personalità ha raggiunto un dato grado di purezza, di dedizione ed illuminazione,
il potere attrattivo dell’anima, la cui natura è amore e comprensione, può agire e
fondere anima e personalità. È quanto il Cristo ha provato e dimostrato.
Quando l’opera del Buddha (o principio saggezza incarnato) sarà compiuta nell’aspirante
discepolo e nella sua personalità integrata, anche quella del Cristo (l’amore incarnato)
potrà compiersi, e luce e amore troveranno espressione radiosa nel discepolo trasfigurato. Ciò
che è vero per l’individuo è vero anche per l’umanità intera che oggi, raggiunta la maturità,
può “accedere alla comprensione” e prendere parte cosciente all’opera di illuminazione e di
amorevole attività spirituale. Gli effetti pratici saranno l’eliminazione dell’annebbiamento astrale
e la liberazione dello spirito umano dalla schiavitù della materia; inoltre l’illusione si
dissolverà e la verità verrà riconosciuta per ciò che è nella coscienza di coloro che sono polarizzati
nella consapevolezza del Cristo. Necessariamente questo non avverrà in modo rapido,
ma sarà un procedimento ordinato e regolare che avrà sicuramente buon esito, ma sarà relativamente
lento.
135
Questo processo fu iniziato sul piano astrale dal Buddha, e sul piano mentale allorché il
Cristo si manifestò sulla terra. Fu segno che il
genere umano si avvicinava alla maturità.
Questo processo si è andato intensificando lentamente via via che i due grandi Esseri hanno
riunito attorno a sé discepoli e iniziati durante gli scorsi duemila anni. Esso è giunto ad un
grado di grande utilità poiché il canale di comunicazione fra il “Centro ove il volere di Dio è
conosciuto” e la Gerarchia, dove l’Amore di Dio si manifesta, è stato aperto ed ampliato, e il
contatto fra questi due grandi centri e l’umanità è stato stabilito più fermamente.
Migliaia di uomini e donne intelligenti saranno messi in grado di liberarsi da ogni inganno
e dal dominio delle emozioni. Quando i
cuori degli uomini saranno attivi, l’attività e62
motiva del plesso solare cessa. Questo è un fatto. È il cuore dell’uomo che risponde alla
chiamata del Cristo, ed oggi
i cuori degli uomini diventano sempre più invocativi.
L’angoscioso ciclo emotivo dell’ultimo secolo e la tensione emotiva odierna hanno la loro
parte nel preparare l’umanità ad emergere nella sfera del chiaro pensiero; è una svolta importante
nella sua storia, e sarà uno dei risultati della futura opera scientifica (se possiamo usare
questo termine) compiuto dal Cristo sui cuori degli uomini, e che li metterà in rapporto col
Cuore di Dio.
Per l’ampiezza di questo soggetto e per la vastità della sfera psicologica nella quale oggi
vivono le moltitudini, non è possibile dire di più. Questo campo d’esperienza e di prove è
ben noto a tutti gli aspiranti e costituisce il campo di battaglia per milioni di uomini. Il Cristo
interiore, che guida la vita individuale, può porre termine a quella lotta e l’aspirante può uscirne
dotato di chiara visione e senza paura.
136
La riapparizione del Cristo fra gli uomini avrà un effetto analogo sull’umanità nel suo
complesso, in virtù della vitalità della Sua Presenza, che stimolerà il principio cristico in ogni
cuore umano.
63
CAPITOLO VI
LA NUOVA RELIGIONE MONDIALE
137
Oggi il mondo è orientato più spiritualmente di quanto sia mai stato. Lo dico con piena
conoscenza dell’idea generalmente accettata secondo la quale l’umanità è spiritualmente a terra,
e che mai il suo livello spirituale è stato così basso. Quest’idea è in gran parte dovuta al
fatto che gli uomini non s’interessano molto alle presentazioni ortodosse della verità e che le
chiese sono disertate ed accusate di non essere riuscite ad insegnare a vivere in modo corretto.
Purtroppo queste affermazioni sono giuste, ma resta tuttavia il fatto che ovunque si cerca la
verità e la liberazione spirituale, e che il vero spirito religioso è più desto oggi che in qualsiasi
altro momento della storia. Ciò vale in modo particolare per i paesi che più hanno sofferto per
la guerra mondiale. Gli Stati Uniti e i paesi neutrali non mostrano ancora segni di vero risveglio
spirituale. Gli altri paesi invece sono vivi spiritualmente, non perché seguano vie ortodosse,
ma perché cercano e chiedono veramente la luce.
Lo spirito religioso dell’umanità è oggi più che mai concentrato sulla Realtà. Le religioni
ortodosse passano rapidamente in seconda linea nella mente degli uomini, mentre senza
dubbio ci stiamo avvicinando alla Realtà spirituale centrale. Le teologie (tanto in Oriente che
in Occidente) sono cristallizzate e inadeguate.
138
Il clero, gli istruttori ortodossi e ligi ai principi (fanatici, seppure sinceri) cercano di
perpetuare ciò che è vecchio e che in passato poteva soddisfare, ma che oggi è insufficiente.
Uomini religiosi sinceri, ma non illuminati, deplorano che la gioventù si ribelli a quelle dottrine
ma allo stesso tempo, insieme ai ricercatori, invocano anch’essi una nuova rivelazione.
Cercano qualche cosa di nuovo e d’affascinante che attragga le moltitudini e le riconduca a
Dio. Essi temono che si debba rinunciare a qualche cosa, che occorrano nuove interpretazioni
delle antiche verità, ma non sono in grado di comprendere che è necessaria una nuova visione
(quale è nel Cristo). Sentono l’approssimarsi di nuove rivelazioni spirituali, ma si ritraggono
di fronte ai loro effetti rivoluzionari. Si rivolgono molte domande e sono assillati da dubbi
profondi e penosi. È interessante notare che le risposte vengono (e sempre più verranno) da
due parti: dalle moltitudini che pensano, il cui sviluppo intellettuale è la causa della loro rivolta
in materia di religioni, e dalla sorgente di verità e di luce che adombra la Terra e che infallibilmente
ha causato la rivelazione lungo le età. Per quanto si può prevedere, le risposte non
verranno dalle organizzazioni religiose, né asiatiche né occidentali.
Alcune di quelle interrogazioni si possono così formulare: Perché le chiese sono state
incapaci di arrestare la soverchiante manifestazione del male dimostratasi nella guerra mondiale?
Perché le religioni si sono dimostrate inadeguate alle necessità degli uomini?
Perché le cosiddette guide spirituali del mondo religioso si sono dimostrate incapaci di
risolvere i problemi mondiali?
139
Perché gli istruttori cristiani, esponenti del Dio d’Amore, non sono stati in grado di
arginare lo sviluppo dell’odio?
Perché la maggioranza di questi istruttori è così settaria, separativa ed esclusiva nel suo
approccio alla verità? (Ne esiste, tuttavia, una minoranza di mente più aperta).
Perché molti giovani rifiutano di frequentare le chiese e di accettarne le dottrine?
Perché nel mondo odierno, anziché la vita, trionfa la morte?
Perché oggigiorno sorgono così tanti nuovi culti che allontanano tanti dalle istituzioni
religiose ortodosse?
64
Perché movimenti quali la “ Scienza Mentale”, “Unità” e “Il Nuovo Pensiero” distolgono
tanti da organizzazioni meglio costituite?
Notate la parola “organizzazioni”, perché è la chiave del problema.
Perché le filosofie e le teologie orientali, le varie forme di yoga, gli insegnamenti buddisti
acquistano sempre maggior rilievo?
Perché l’astrologia, la numerologia e vari riti magici trovano numerosi aderenti, mentre
le chiese sono vuote e frequentate in gran parte da anziani, da conservatori o da coloro che vi
si recano per forza d’abitudine o per disperazione?
Infine, cosa è errato nella presentazione delle realtà spirituali e delle verità di tutti i tempi?
Molte sono le risposte. La più importante e che tanto le chiese occidentali, quanto gli istruttori
orientali, hanno offerto
una presentazione della verità divina che non è cresciuta di
pari passo con lo sviluppo intellettuale dello spirito umano.
A chi pone domande si risponde
infatti sempre con le stesse forme verbali e le stesse idee, che non ne appagano la mente e che
in pratica, in questo mondo così difficile, non servono.
140
Si pretende una fede cieca che non si ponga domande, ma non di comprendere; gli si dice
che non è in grado di comprendere, ma si vuole che accetti le interpretazioni e i concetti di altre
menti umane che pretendono di capire e di conoscere la verità. Ma l’uomo che si interroga
non crede che quelle menti e quelle interpretazioni siano migliori delle sue. Si ritiene che le
vecchie formule, le vecchie teologie e le medesime vecchie interpretazioni siano adeguate alle
esigenze e agli interrogativi dell’uomo moderno, ma non lo sono.
La Chiesa è oggi la tomba del Cristo, e la teologia è 1a pietra che ne chiude il sepolcro.
Non si tratta tuttavia di attaccare il cristianesimo.
Esso non può essere attaccato, è
un’espressione, in potenza ma non ancora fattiva, dell’amore di Dio immanente nel creato.
Il
clericalismo si è invece esposto da sé agli attacchi, e la maggior parte degli uomini che pensano
ne sono consapevoli, ma sfortunatamente sono ancora una ristretta minoranza. Ciononostante
questi pochi (quando saranno la maggioranza, e oggi aumentano velocemente) abbatteranno
il dominio clericale e diffonderanno il vero insegnamento del Cristo. Non è possibile
che Egli si compiaccia dei grandi templi di pietra eretti dal clero, mentre il Suo popolo è lasciato
senza guida e all’oscuro delle vicende mondiali; certo sente (con cuore dolorante) che
la semplicità che ha insegnato e il chiaro cammino che ha indicato per giungere a Dio sono
scomparsi fra le nebbie della teologia (fin dai tempi di S. Paolo) e nelle secolari diatribe degli
ecclesiastici. Gli uomini si sono allontanati molto dalla semplicità di pensiero e dalla semplice
vita spirituale dei primi cristiani.
141
La separatività delle chiese e l’arroganza dei teologi sono per il Cristo cose errate e
spiacevoli poiché dividono il mondo in credenti e miscredenti, in cristiani e atei, illuminati e
ottenebrati, ciò che è contrario a quanto intendeva quando disse: “Ho altre pecore, che non
sono di quest’ovile” (Giov., X, 16).
Non è il male che oggi dilaga nel mondo ad ostacolare la rivelazione e lo sviluppo della
vita spirituale. Il male è il risultato dell’incomprensione e dell’errato orientamento della mente
umana, dell’importanza data alle cose materiali, prodotta da millenni d’attività competitive; è
sorretto dal fallimento delle organizzazioni religiose di tutto il mondo, che non hanno preservato
la verità nella sua purezza, né evitato il concetto fanatico che la loro interpretazione sia necessariamente
la sola e la giusta. I teologi si sono battuti (e con sincerità d’intenti) per formula65
zioni verbali che credevano le sole vere e corrette espressioni dell’idea divina, ma fra le parole
persero di vista il Cristo; il clero ha dato prova di abilità nel raccogliere e amministrare fondi
per costruire grandi edifici, mentre dovunque molti figli di Dio non avevano di che coprirsi e
sfamarsi e così smarrirono la fede nell’amore divino. Come far fronte all’esigenza dell’umanità
di essere guidata spiritualmente, se i maggiori rappresentanti delle chiese si occupano di questioni
temporali, se la cattolica, la greca ortodossa e la protestante insistono su pompose cerimonie,
si dedicano ad edificare grandi cattedrali, a fornirle d’arredi e arnesi in oro e argento, di
abiti sfarzosi e gioielli, e tutti quei beni accessori cari alla mentalità clericale?
142
Come salvare i bimbi che muoiono di fame, anche in Europa, se papi e arcivescovi
chiedono denaro per altre chiese, e quelle che esistono sono deserte? Come potrà illuminarsi
di nuovo la mente dell’uomo, se il clero grava sul popolo con la paura, affinché accetti le vecchie
interpretazioni teologiche e i vecchi metodi di avvicinarsi a Dio? Come soddisfare le esigenze
spirituali e intellettuali del popolo se nei seminari non s’insegna nulla di nuovo o
d’adatto all’epoca odierna, e a guidare l’umanità si mandano dei giovani esperti solo in dottrine
del passato? Questi iniziano con grandi speranze e alte visioni gli studi e la preparazione
religiosa al loro ministero; ne escono con poca speranza, poca fede, ma in compenso decisi a
farsi valere per salire in alto fra i gradi della chiesa.
C’è da chiedersi se il Cristo sarebbe oggi di casa nelle chiese, se tornasse fra gli uomini.
Riti e cerimonie, pompa e costumi, gerarchie di papi, cardinali, arcivescovi, canonici, pastori
e clero ordinario, probabilmente interesserebbero ben poco a quel Figlio di Dio che visse in
semplicità e non aveva dove posare il capo. In passato, il modo di presentare la verità ha bloccato
lo sviluppo dello spirito religioso; la teologia ha condotto l’umanità alle soglie della disperazione;
la crescita del fiore delicato della vita cristica è stato soffocato nelle oscure caverne
del pensiero umano; l’adesione fanatica a certe interpretazioni, frutto di menti umane, ha
sostituito la vita vissuta da cristiani; milioni di libri hanno cancellato le parole viventi del Cristo;
le dissertazioni e le discussioni dei preti hanno estinto la luce accesa dal Buddha, e mentre
gli uomini disputavano sul significato di frasi e parole, l’amore di Dio rivelato dalla vita
del Cristo è stato dimenticato.
143
Nel frattempo gli uomini agonizzavano, morivano di fame, soffrivano, invocavano aiuto e
consiglio e, non ricevendoli, smarrivano la fede.
Ovunque oggi gli uomini sono pronti per ricevere luce; sono in attesa di nuova rivelazione
e di una nuova legge religiosa, e l’umanità ha tanto progredito nell’evoluzione, che non
chiede e attende soltanto un miglioramento materiale, ma anche visione spirituale, veri valori
e giusti rapporti umani. Insieme al cibo, al vestiario che sono loro necessari, chiedono insegnamenti
e aiuto spirituale, e la possibilità di vivere e lavorare in libertà; in vaste regioni del
mondo patiscono la carestia, ma avvertono con uguale sgomento la carestia dell’anima.
Possiamo ritenere che questo sgomento e questa esigenza spirituale abbiano un posto
predominante nella coscienza del Cristo. Quando Egli verrà con la Chiesa finora invisibile,
che farà per rispondere al grido di invocazione dell’umanità e alla più intensa percezione spirituale?
Egli vede l’intero quadro. Il grido dei Cristiani che invocano aiuto spirituale, il grido
dei Buddisti che chiedono illuminazione, il grido degli Indù che invocano comprensione spirituale,
assieme alle implorazioni di tutti coloro che hanno o non hanno fede, devono ricevere
risposta. Le richieste dell’umanità salgono al Cristo e ai Suoi discepoli, che non hanno pregiudizi
di setta, possiamo esserne certi. È impossibile pensare che si interessino ai punti di vista
dei Fondamentalisti, o alle teorie dei teologi sull’Immacolata Concezione o sulla espiazione
redentrice, o sull’infallibilità del Papa.
66
144
L’umanità è in condizioni disperate e occorre far fronte alle sue necessità; soltanto grandi e
fondamentali principi di vita, sempre validi per il passato e per il presente e base del futuro,
soddisferanno realmente questa invocazione. Il Cristo e la Gerarchia non verranno a distruggere
tutto ciò che gli uomini hanno finora riconosciuto “necessario per la salvezza” e che ha
soddisfatto le richieste del loro spirito. Con il Suo ritorno scomparirà certamente tutto ciò che
non è essenziale, ma resteranno gli elementi fondamentali della fede sui quali potrà costituire
la nuova religione mondiale che gli uomini attendono. Questa
deve essere basata sulle verità
che hanno resistito alle prove di tutte le età e che hanno sempre dato certezza e conforto a tutti
gli uomini: Esse sono:
1
. La realtà di Dio
È anzitutto essenziale riconoscere il fatto dell’esistenza di Dio. Questa realtà centrale
può essere chiamata con qualsiasi nome, secondo le tendenze mentali o emotive, la tradizione
o l’eredità di razza, perché non può essere definita o condizionata da alcun nome. Gli uomini
usano necessariamente dei nomi per esprimere ciò che sentono, percepiscono e sanno, tanto
del mondo fenomenico quanto di quello intangibile. Coscientemente o meno riconoscono Dio
trascendente e immanente. Sentono che Egli è il Creatore e l’ispirazione di tutto ciò che esiste.
Le religioni orientali hanno accentuato
Dio immanente nel profondo del cuore umano,
“più vicino dei piedi e delle mani”, il Sé, l’Uno, Atma; “più piccolo del piccolo”, eppure onnipervadente.
Quelle occidentali hanno presentato
Dio trascendente, esterno all’universo,
l’Osservatore. Questo concetto della divinità ha condizionato gli uomini soprattutto perché si
manifesta nei processi naturali; più tardi, nella legge religiosa ebraica Dio apparve quale Jehovah,
quale anima di una nazione.
145
Poi venne considerato quale uomo perfetto, e il divino Uomo-Dio camminò sulla Terra
nella Persona del Cristo. Oggi si va sempre più affermando il concetto di Dio immanente in
ogni uomo e in ogni forma creata. Oggi le chiese dovrebbero offrire la sintesi dei due concetti
che troviamo espressi da Shri Krishna nella
Bhagavad Gita: “Avendo pervaso con un frammento
di Me l’intero universo, Io rimango”. Dio, più vasto di tutto il creato, eppure presente
anche in ciascuna sua parte; Dio trascendente, garanzia del piano per il mondo, Proposito che
condiziona tutto ciò che vive, dall’atomo infinitesimo, attraverso tutti i regni della natura, fino
all’uomo.
2
. Il rapporto fra uomo e Dio
La seconda verità cui tutti prestano fede, a qualunque religione appartengano, è
l’essenziale rapporto fra uomo e Dio. Il senso del divino, spesso rudimentale e indefinito, è
innato nella coscienza umana. “Siamo tutti Figli di Dio” (Galati, III, 26). “Uno è nostro Padre
e nostro Dio”, hanno detto il Cristo e tutti i Maestri e gli Avatar. “Quale è Cristo, tali siamo
anche noi in questo mondo” (Giovanni, I,IV, 17). “Più intimo Egli è del respiro; più vicino
delle mani e dei piedi” inneggiano gli Indù. “Il Cristo in noi, speranza di gloria” afferma
trionfalmente S. Paolo.
3
. Il fatto dell’immortalità e dell’eterna Persistenza
La terza verità è il senso di persistenza, dell’eternità della vita o immortalità.
67
146
Questo riconoscimento è inevitabile; quel senso di persistenza è insito nell’umanità non meno
dell’istinto di conservazione. Con tale intima convinzione affrontiamo la morte e sappiamo
che vivremo ancora; che andiamo e veniamo e che continueremo a vivere perché siamo divini
e dirigiamo il nostro destino. Sappiamo di esserci prefissi una meta ed essa è “una vita più
abbondante” in qualche luogo, qui o là, e infine ovunque.
Lo spirito dell’uomo non muore, vive in eterno, progredendo di grado in grado, di stadio
in stadio sul sentiero dell’evoluzione, sviluppando costantemente, uno dopo l’altro, gli aspetti
e gli attributi divini. Questa verità implica necessariamente il riconoscimento di due
grandi processi naturali: la legge di rinascita e quella di causa ed effetto. Le chiese occidentali
si sono rifiutate di ammettere la rinascita ed hanno perciò vagato in un groviglio teologico, in
un vicolo cieco da cui non possono uscire. Quelle orientali hanno invece accentuato in modo
eccessivo quelle leggi, e i popoli hanno di conseguenza assunto un atteggiamento passivo verso
la vita e i suoi processi, dato che la rinascita offre occasioni sempre rinnovate. Il cristianesimo
ha posto l’accento sull’immortalità, ma prospettandola come eterna felicità subordinata
all’accettazione di un dogma: professare la religione cristiana per poi aver accesso ad un cielo
un po’ fatuo, o rifiutarla e passare in un inferno assurdo, derivante dalla teologia del
Vecchio
Testamento
che presenta un Dio pieno d’odio e gelosia. Entrambi i concetti sono oggi rifiutati
da chi pensi in modo sano e corretto. Chiunque abbia capacità di raziocinio e sincera fede in
un Dio amorevole, respinge il paradiso descritto dal clero e non desidera andarci. Ancor meno
è disposto ad ammettere quel “lago ardente” o quelle eterne torture cui un Dio d’Amore sottoporrebbe
chi non presta fede alle teologie medievali o non segue quella parte irrazionale del
clero che con la dottrina, la paura e le minacce, cerca di tenere i fedeli legati ad insegnamenti
vecchi e superati.
147
La verità essenziale è diversa. “Quello che l’uomo semina, quello mieterà”, (Gal. VI,7) è
una verità che occorre porre di nuovo in evidenza. Con queste parole S. Paolo espresse
l’antico e vero insegnamento della legge di causa ed effetto o del Karma.
L’immortalità dell’anima umana e l’innata capacità dell’uomo interiore spirituale di operare
la propria salvezza, in base alla legge della rinascita e in accordo con quella di causa ed
effetto, sono gli elementi che regolano la condotta e le aspirazioni. A queste due leggi nessuno
può sottrarsi; costantemente condizionano l’uomo fino a quando sia giunto alla perfezione
che desidera e cui è destinato, e si manifesti nel mondo quale operante figlio di Dio.
4
. La continuità della rivelazione e gli accostamenti divini
Una quarta verità essenziale e che chiarifica tutta l’opera predisposta dal Cristo è connessa
con la rivelazione spirituale e con la necessità che l’uomo ha di Dio e Dio dell’uomo.
Mai la divinità ha lasciato gli uomini privi della sua testimonianza. Mai è avvenuto che
l’uomo abbia invocato luce e la luce non sia apparsa. Mai vi è stata un’epoca, un ciclo o un
periodo in cui non siano stati largiti l’insegnamento e l’aiuto spirituale richiesti dalle necessità
umane. Ma i cuori e le menti si sono protesi verso Dio senza che Egli si sia avvicinato ad essi.
148
In realtà, la storia umana è la storia dell’invocazione di luce e di contatto con Dio da parte
dell’uomo e del conseguente afflusso di luce, e dell’avvicinamento all’uomo da parte di Dio.
Sempre un Salvatore, un Avatar o un Maestro mondiale è disceso dal segreto luogo dell’Altissimo
con una rivelazione nuova, una nuova speranza, un n uovo impulso verso una più
perfetta vita spirituale.
I più importanti di tali approcci hanno influito sull’umanità nel suo complesso, altri di
minore importanza ne hanno influenzato soltanto una parte relativamente limitata, una nazio68
ne o un gruppo. Coloro che vengono a rivelare l’amore di Dio, giungono dal centro spirituale
che il Cristo indicò quale “Regno di Dio”. In esso dimorano “gli spiriti dei giusti, arrivati alla
perfezione”, le guide spirituali dell’umanità, gli Esseri che attuano il Piano e dirigono e sorvegliano
le vicende umane e planetarie. Al regno di Dio sono attribuiti molti nomi: è chiamato
la Gerarchia, la Dimora della Luce, il Centro dei Maestri di Saggezza, la grande Loggia
Bianca. Da esso provengono i Messaggeri della saggezza divina, i custodi della verità quale è
in Cristo, e coloro che hanno il compito di salvare il mondo, comunicare le successive rivelazioni
e dimostrare la divinità. Tutte le Scritture testimoniano l’esistenza di quel centro
d’energia spirituale. La Gerarchia si è costantemente avvicinata all’umanità, man mano che
gli uomini sono divenuti più coscienti della divinità e più atti al contatto con essa.
Un altro grande approccio e un’altra rivelazione sono ora possibili. Una nuova rivelazione
aleggia sull’umanità, e Colui che la recherà e stimolerà si avvicina sempre più.
149
Cosa porterà agli uomini questo grande approccio non sappiamo ancora. Porterà certamente
precisi risultati, come tutte le rivelazioni precedenti e le missioni di chi venne in risposta
alle richieste della umanità. La guerra mondiale ha purificato l’umanità, e l’avvento di un
nuovo cielo e di una nuova terra si avvicina. Cosa intendono i teologi con “un nuovo cielo”?
Queste parole non potrebbero forse indicare qualche cosa di interamente nuovo, una nuova
concezione del mondo delle realtà spirituali? Colui che viene non potrebbe portare una nuova
rivelazione sulla vera natura di Dio? Conosciamo forse tutto ciò che se ne può conoscere? Se
così fosse, Dio sarebbe molto limitato. Forse l’attuale idea di Dio, quale Mente universale,
Amore e Volontà si arricchirà di qualche nuova idea o qualità per le quali non possediamo
ancora un nome e di cui nulla sappiamo. Ciascuno dei tre concetti della divinità, della Trinità,
era del tutto nuovo quando venne presentato alla mente o coscienza umana.
Da alcuni anni la Gerarchia si sta avvicinando all’umanità, e a ciò si devono i grandi
concetti di libertà così cari al cuore di tutti. Il sogno della fratellanza, del cameratismo, della
cooperazione mondiale e di una pace basata sui giusti rapporti umani va chiarificandosi nelle
menti. Si forma anche la visione di una nuova, vivente religione mondiale, una fede universale
che avrà le radici nel passato, ma che farà apparire con chiarezza la bellezza nascente e la
prossima rivelazione vitale.
Di una cosa possiamo essere certi: l’approssimarsi della Gerarchia, in modo profondamente
spirituale, eppure del tutto reale, dimostrerà la verità dell’immanenza di Dio. Le chiese
hanno accentuato e proclamato Dio che crea, sostiene ed è attivo, ma allo stesso tempo è fuori
della Sua creazione, un Osservatore imperscrutabile.
150
Il concetto di un Creatore trascendente deve essere riconosciuto errato e a questa dottrina si
deve contrapporre la manifestazione di Dio nell’uomo, speranza di gloria. Questo è sicuramente
ciò che l’atteso approccio dimostrerà; esso darà inoltre la prova dell’intimo rapporto fra
Dio trascendente ed il fatto che “in Lui abbiamo vita, movimento ed essere”, poiché “avendo
pervaso con un frammento di Se l’intero universo, Egli
rimane”. Dio è immanente nelle forme
di tutte le cose create; la gloria che verrà rivelata sarà l’espressione di quell’innata divinità
in tutti i suoi aspetti e attributi, in tutte le sue qualità e tutti i suoi poteri, tramite l’umanità.
La nuova religione sarà basata sul fatto di Dio e del rapporto fra l’uomo e il divino; sul
fatto dell’immortalità e della continuità di rivelazione, e sul fatto che dal centro divino emergono
costantemente i divini Messaggeri. A questi vanno aggiunte la sicura conoscenza istintiva
dell’esistenza del sentiero che porta a Dio, e la capacità dell’uomo di percorrerlo quando il
processo evolutivo lo conduce ad un nuovo orientamento verso il divino e ad accettare la realtà
di Dio trascendente e di Dio immanente entro ogni forma di vita.
69
Queste sono le verità fondamentali sulle quali poggerà la religione universale del futuro.
La sua nota dominante sarà l’accostamento o avvicinamento divino: “Accostatevi a Dio ed
Egli si accosterà a voi”, (Giacomo, VI, 8) è la grande affermazione che attualmente emana
chiara e in modo nuovo dal Cristo e dalla Gerarchia.
151
Il tema centrale della nuova religione mondiale sarà il riconoscimento dei molti accostamenti
divini e la continuità di rivelazione da essi apportata. Agli uomini di intendimento spirituale
spetta oggi il
compito di preparare l’umanità per il prossimo e (forse) il maggiore di tutti
gli approcci. Il
metodo applicato sarà l’uso intelligente e scientifico dell’Invocazione e dell’Evocazione,
con il riconoscimento della loro potenza.
L’uomo invoca l’approccio divino in vari modi: con un rudimentale e muto appello o
implorazione delle moltitudini, e con deliberata invocazione degli aspiranti, dei servitori intelligenti
e convinti, dei discepoli e degli iniziati, di tutti coloro insomma, che costituiscono il
Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.
La scienza di invocazione ed evocazione sostituirà la preghiera e l’adorazione. Non dispiaccia
l’uso della parola “scienza”. Essa non è la cosa fredda, aridamente intellettuale di cui
spesso si parla. In realtà è l’organizzazione intelligente dell’energia spirituale e delle forze
dell’amore che, se efficaci, evocano la risposta di Esseri spirituali che possono tornare visibilmente
fra gli uomini, stabilendo in tal modo uno stretto rapporto e la costante comunicazione
fra l’umanità e la Gerarchia spirituale.
Per essere ancora più chiari, possiamo dire che l’invocazione è di tre specie: anzitutto,
come già detto, è la richiesta inconscia delle moltitudini, il grido d’implorazione che sale dai
cuori degli uomini quando attraversano un periodo di crisi come quello attuale. Tale grido si
eleva incessante da tutti gli uomini che vivono in condizioni disastrose ed è diretto alla Potenza
che li trascende e che sentono possa venire, e verrà, in loro aiuto nel momento del bisogno
estremo. Questa intensa, muta invocazione s’innalza oggi da tutto il mondo. Vi è poi uno spirito
invocante che uomini sinceri manifestano quando, partecipando ai riti della propria religione,
si valgono delle preghiere e dell’adorazione collettive per le loro domande d’aiuto a
Dio.
152
Questo gruppo, insieme alle moltitudini, oggi rappresenta un immenso corpo di esseri
invocanti; il loro intento unito assume grandi proporzioni e la loro invocazione si eleva fino
all’Altissimo. Vi sono infine gli aspiranti e i discepoli i quali, usando certe formule, certe invocazioni
accuratamente composte, focalizzano il grido e l’appello degli altri due gruppi dando
loro giusta direzione e potenza. Questi tre gruppi, coscientemente o meno, oggi sono attivi
e il loro sforzo unito garantisce l’evocazione che ne consegue.
Questa nuova opera d’invocazione sarà la nota dominante della futura religione e si dividerà
in due parti. L’invocazione delle moltitudini, preparate da coloro che sono orientati
spiritualmente (che svolgeranno la propria opera in seno alle chiese e, quando sia possibile,
sotto la direzione di sacerdoti illuminati) ad accettare il fatto delle energie spirituali che si
stanno avvicinando focalizzate tramite il Cristo e la Gerarchia, e preparate anche ad esprimere
la loro richiesta di luce, liberazione e comprensione. Verrà inoltre compiuta un’opera efficace
di invocazione da coloro che con la giusta meditazione hanno preparata la propria mente, che
conoscono il Potere delle formule, dei mantram e delle invocazioni, ed agiscono perciò coscientemente.
Essi faranno uso crescente di possenti formule che più tardi verranno comunicate
all’umanità come a suo tempo il Padrenostro fu comunicato dal Cristo e come attualmente
ci è stata data la nuova Invocazione dalla Gerarchia.
70
Questa nuova scienza religiosa per la quale l’umanità e stata preparata con la preghiera,
la meditazione e i riti, insegnerà a formulare, in periodi stabiliti dell’anno, la richiesta comune
di rapporto con Dio e di migliori rapporti fra gli uomini.
153
Quest’opera, se adeguatamente compiuta, evocherà una risposta dalla Gerarchia in attesa e
dal Cristo. In virtù di questa risposta, la fede delle moltitudini si trasformerà nella convinzione
dei conoscitori. In tal modo le masse si trasformeranno e diverranno più spirituali e i due
grandi centri d’energia, l’Umanità e la Gerarchia, opereranno uniti e concordi. Allora il regno
di Dio sarà realmente attivo sulla Terra.
È evidente che è possibile indicare solo le grandi linee della nuova religione mondiale.
L’espansione della coscienza umana, conseguenza del prossimo grande approccio, metterà gli
uomini in grado non solo di comprendere il proprio rapporto con la Vita spirituale del pianeta,
“Colui nel quale abbiamo vita, movimento ed essere”, ma di avere inoltre un barlume del rapporto
fra il pianeta e gli Esseri planetari nell’orbita solare, nonché della sfera ancora più vasta
di influssi spirituali che vengono in contatto col nostro sistema mentre procede nello spazio
(le dodici costellazioni zodiacali). Ricerche astronomiche e astrologiche hanno dimostrato
questo rapporto e i suoi influssi, ma molte sono ancora le speculazioni fantastiche. Tuttavia le
chiese hanno sempre riconosciuto quei rapporti e la Bibbia ne dà testimonianza: “Le stelle
hanno combattuto contro Sisera dai loro cerchi”, (Giudici, V, 20), “Puoi tu negare i dolci influssi
delle Pleiadi?” (Giobbe, 38, 31). Molti altri passi testimoniano questa convinzione dei
conoscitori. Numerose sono le festività religiose fissate in riferimento alla luna o ad una costellazione
dello zodiaco. Quando il rituale della nuova religione sarà universalmente costituito,
questo sarà uno dei suoi elementi più importanti.
154
Il fissare alcune festività in rapporto alla luna e, in misura minore, allo zodiaco, rafforzerà
lo spirito d’invocazione ed i conseguenti afflussi evocati. La verità sottostante ad ogni invocazione
basa sul potere del pensiero, particolarmente nella sua natura, nel suo rapporto e aspetto
telepatici. L’unanime pensiero invocante delle moltitudini e quello focalizzato e diretto
del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo costituiscono una
corrente d’energia diretta verso
l’esterno
che raggiungerà telepaticamente gli Esseri spirituali sensibili e capaci di rispondere
a tali influssi. A sua volta la loro risposta, così evocata, verrà
emanata quale energia spirituale
che raggiungerà l’umanità dopo essere stata adattata e trasformata in energia di pensiero; in
tale forma si imprimerà nelle menti, apportando convinzione, ispirazione e rivelazione. Così è
sempre stato nella storia dello sviluppo spirituale e nella procedura seguita per formulare tutte
le Sacre Scritture.
Inoltre, una certa uniformità nei rituali religiosi aiuterà gli uomini a rafforzare reciprocamente
il proprio lavoro, a potenziare fortemente le correnti di pensiero dirette agli Esseri
spirituali in attesa. Attualmente la religione cristiana ha le sue grandi feste, la buddista solennizza
altri eventi spirituali e gli Indù hanno festività ancora diverse. Nel mondo futuro, quando
si sarà organizzato, tutti gli uomini di tendenze e intenzioni spirituali celebreranno le medesime
feste religiose. Ciò permetterà di riunire le loro risorse spirituali e produrrà uno sforzo
spirituale unificato, un’invocazione simultanea la cui potenza spirituale sarà evidente.
155
Indicherò le possibilità di tali eventi spirituali e cercherò di profetizzarne la natura. Vi
saranno ogni anno tre feste principali concentrate in tre mesi consecutivi, il cui impulso spirituale
prolungato influenzerà il resto dell’anno. Esse saranno:
1
. La Festa della Pasqua. È la festa del Cristo risorto e vivente, Istruttore degli uomini e Capo
della Gerarchia spirituale. Egli esprime l’amore di Dio. In questo giorno verrà riconosciuta
la Gerarchia che Egli guida e dirige, e sarà dato rilievo alla natura d’amore di Dio.
71
La data di questa cerimonia è sempre determinata dal primo plenilunio di primavera ed è la
grande festa occidentale e cristiana.
2.
La Festa del Wesak. È la festa del Buddha, Intermediario spirituale fra il sommo centro
spirituale (Shamballa) e la Gerarchia. Il Buddha è espressione della saggezza di Dio, Incarnazione
della Luce, è Colui che addita il Proposito divino. Questa cerimonia verrà annualmente
fissata in concomitanza del plenilunio di maggio, come già avviene. È la grande
festa orientale.
3.
Festa della Buona Volontà. Sarà la festa dello spirito dell’umanità che aspira a Dio e cerca
di conformarsi alla Sua volontà, e sarà consacrata ai giusti rapporti umani. Verrà fissata in
concomitanza del plenilunio di giugno. Sarà il giorno in cui viene riconosciuta la natura
spirituale e divina del genere umano.
156
Per duemila anni, in questa cerimonia il Cristo ha rappresentato l’umanità dinanzi alla
Gerarchia e a Shamballa quale Dio-Uomo, Capo del Suo popolo, “il più anziano in una
grande famiglia di fratelli” (Romani, VIII, 29). Ogni anno, in tale occasione, Egli pronuncia
l’ultimo sermone del Buddha dinanzi a tutta la Gerarchia. Sarà perciò una festa di profonda
invocazione, d’aspirazione alla fratellanza, d’unità spirituale e umana, e rappresenterà
l’effetto nella coscienza umana dell’opera del Buddha e del Cristo.
Queste tre cerimonie sono già celebrate in tutto il mondo, ma non ancora correlate, e
fanno parte dell’approccio spirituale unificato dell’umanità. Si approssima il tempo in cui verranno
celebrate
simultaneamente in tutto il mondo; per loro mezzo verrà attuata una grande
unità spirituale e gli effetti dell’imminente grande accostamento verranno consolidati in virtù
della concorde invocazione di tutta l’umanità.
Gli altri pleniluni dell’anno saranno festività minori, di cui verrà tuttavia riconosciuta la
vitale importanza. Esse stabiliranno gli attributi divini nella coscienza dell’uomo, così come
le tre principali vi stabiliranno i tre aspetti divini. Tali aspetti e qualità potranno essere conosciuti
e precisati con attento studio della natura delle particolari costellazioni che influenzano
quei mesi. Ad esempio, il Capricorno richiamerà l’attenzione sulla prima iniziazione, la nascita
del Cristo nelle profondità del cuore, e indicherà la preparazione necessaria per realizzare
tale grande evento spirituale nella vita dell’uomo. Vi do quest’esempio per indicare gli sviluppi
spirituali che possono derivare dalla comprensione di quegli influssi e le possibilità di
nuova vivificazione delle antiche fedi, mettendo in luce i loro più vasti e perenni rapporti.
157
Le dodici cerimonie annuali costituiranno perciò una rivelazione della divinità. Saranno un
mezzo per attuare un rapporto, in primo luogo durante i tre mesi suaccennati, con i tre grandi
Centri spirituali, le tre espressioni della divina Trinità (Shamballa, Gerarchia, Umanità). Le
feste minori accentueranno l’interrelazione delle parti nel Tutto, elevando in tal modo la presentazione
della divinità dalla sfera individuale e personale al Proposito universale; il rapporto
del Tutto con la parte e della parte col Tutto avrà così piena espressione.
Perciò l’umanità invocherà il potere spirituale del regno di Dio, la Gerarchia; questa risponderà
e i piani di Dio si attueranno allora sulla Terra. La Gerarchia, su una voluta superiore
della spirale, invocherà il “Centro ove il volere di Dio è conosciuto” invocando così il Proposito
di Dio. In tal modo la Volontà di Dio sarà coronata dall’amore e manifestata con intelligenza.
L’umanità è pronta per questo e la Terra attende.
Riassumendo: la nuova religione mondiale verrà costruita sulla base delle verità già riconosciute.
Diamo della religione una definizione che si dimostrerà più esatta di quante ne abbiano
mai formulate i teologi:
72
Religione è il nome dato all’appello invocativo dell’umanità e alla risposta evocativa
della Vita maggiore a quel grido.
158
È infatti il riconoscimento che la parte ha del proprio rapporto col Tutto, oltre alla richiesta
sempre crescente di maggiore consapevolezza di tale rapporto; essa suscita nel Tutto il riconoscimento
del fatto che la richiesta è stata avanzata. È l’influsso esercitato dalla vibrazione
dell’umanità (orientata specificamente verso la grande Vita della quale sente d’essere parte)
su quella Vita, e la risposta “dell’Amore onnipervadente” alla vibrazione minore. Soltanto
oggi la vibrazione umana può essere debolmente percepita a Shamballa; prima d’ora la sua
più potente attività aveva raggiunto soltanto la Gerarchia. La religione, scienza d’invocazione
ed evocazione per quanto riguarda l’umanità, sarà (nella nuova era) l’accostamento di
un’umanità polarizzata nella mente. In passato la religione era soltanto emotiva; era il rapporto
dell’individuo col mondo della realtà, dell’aspirante con la divinità cercata. Il suo metodo
consisteva nel preparare alla rivelazione di quella divinità, nel conseguire una perfezione che
consentisse quella rivelazione, e nello sviluppare la sensibilità e la capacità di rispondere amorevolmente
all’Uomo ideale, rappresentato per l’umanità odierna dal Cristo. Il Cristo venne
a concludere quest’approccio emotivo, esistito fin dai tempi dell’Atlantide; Egli dimostrò
in Sé la perfezione di cui gli uomini avevano avuto visione ed offrì un esempio, pienamente
manifesto, di tutte le possibilità latenti nell’uomo
fino a quel momento. Conseguire la perfezione
della coscienza del Cristo divenne la più alta meta per l’umanità.
Oggi, lentamente, il concetto di una religione mondiale e la necessità che si avveri, sono
ampiamente auspicati e ovunque si opera in tal senso. La fusione delle religioni è ora oggetto
di discussione. Coloro che operano nel campo religioso formuleranno la struttura di base della
nuova religione. È questa un’opera di sintesi amorevole che accentuerà la fratellanza e l’unità
dello spirito.
159
Quel gruppo costituisce un importante tramite per le attività del Cristo, l’Istruttore del
Mondo. Le fondamenta della nuova religione verranno poste da molti gruppi, ispirati dal Cristo.
Occorre che il clero ricordi che lo spirito umano è più vasto delle chiese e più grande
dei loro insegnamenti. A meno che il clero non torni umilmente a far parte delle moltitudini,
lo spirito umano alla lunga lo sconfiggerà ed entrerà trionfalmente nel regno di Dio lasciandolo
molto indietro. Nulla può arrestare il progresso dell’anima umana nel suo lungo pellegrinare
dalle tenebre alla luce, dall’irreale al reale dalla morte all’immortalità e dall’ignoranza alla
saggezza. Se le grandi istituzioni religiose organizzate d’ogni paese e di tutte le fedi non offriranno
guida e aiuto
spirituali, l’umanità troverà un’altra via. Nulla può mantenere lo spirito
umano lontano da Dio.
Le chiese occidentali devono anche rendersi conto che fondamentalmente esiste una sola
Chiesa, ma che questa non è necessariamente quella cristiana. Dio opera in molti modi, attraverso
molte fedi e molti gruppi religiosi, e nella loro unione la verità si rivelerà nella sua
completezza. Questa è una delle ragioni per eliminare le dottrine non essenziali. Col porre
l’accento sulle dottrine essenziali e sulla loro unione la pienezza della verità si rivelerà. Questo
sarà compito della nuova religione mondiale e procederà rapidamente dopo il ritorno del
Cristo.
73
CAPITOLO VII
PREPARAZIONE PER LA RIAPPARIZIONE DEL CRISTO
La Preparazione Necessaria
L’Opera del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo
160
Se le premesse generali sopra esposte vengono accettate, sorge necessariamente la
domanda: “Cosa si potrebbe fare per accelerare la riapparizione del Cristo?”, e anche: “Vi è
qualche cosa che il singolo possa fare, nel proprio ambiente e con la preparazione, le condizioni
e le risorse di cui dispone?”. L’opportunità è tale e così imperioso è il bisogno di un aiuto
spirituale preciso e chiaro, che siamo posti dinanzi ad una scelta fra l’accettare quell’idea e
la responsabilità che comporta, o respingerla, convinti che non ci riguarda. La nostra decisione
influirà tuttavia in modo determinato su tutto il nostro comportamento successivo, poiché o
collaboreremo secondo le nostre possibilità con coloro che invocano il Cristo e ne preparano
il ritorno, oppure ci uniremo a coloro che considerano tutto questo come un appello agli
sciocchi e ai creduli, e cercheranno probabilmente di impedire che altri vengano illusi e cadano
in quello che ritengono un inganno. Sta a noi decidere da quale parte schierarci. Questa
scelta richiederà tutto il nostro senso dei valori e tutta la nostra capacità di ricerca intuitiva per
soddisfarlo. Potremo allora renderci conto che questo promesso ritorno è in accordo con la
fede religiosa generale, ed è la maggior speranza lasciata alle menti degli uomini che possa
arrecare vero aiuto all’umanità sofferente.
161
A coloro che accettano la possibilità della riapparizione del Cristo e ammettono che la
storia possa ripetersi, rivolgiamo tre domande, cui ciascuno deve rispondere in modo strettamente
individuale:
l. In che modo posso far fronte personalmente a questa scelta?
2. Cosa posso
fare in modo specifico?
3. Quali passi devo compiere e dove sono i compagni di via?
Ciò che è scritto in queste pagine è rivolto essenzialmente a coloro che accettano la realtà
del Cristo, riconoscono la continuità della rivelazione e sono disposti ad ammettere la
possibilità del Suo ritorno.
Le complessità e le difficoltà di questo dopoguerra sono grandissime. Più si è prossimi
alla sorgente della luce e del potere spirituali, più difficile è il problema, poiché quanto avviene
attualmente nelle vicende umane sembra ben lontano da questa possibilità divina. Occorrerà
tutta la pazienza, la comprensione e la buona volontà, ma allo stesso tempo si potranno riconoscere
i fatti con maggiore chiarezza. Vi sono problemi interiori ed esteriori da risolvere,
possibilità interiori ed esteriori da attuare. L’uomo orientato verso lo spirito deve affrontate
tutto questo, ed è facile che venga assalito da un senso di completa impotenza; desidera ardentemente
porgere aiuto, ma non sa che fare; si rende conto delle gravi difficoltà, analizza le
proprie risorse e quelle dei suoi collaboratori, percepisce chiaramente le forze avverse (su scala
più vasta sono quelle che avversano il Cristo) e si domanda: “Di quale utilità può essere il
mio sforzo?”
162
Perché non lasciare che le forze del bene e del male si combattano da sole, che la pressione
della corrente evolutiva, a suo tempo e in un lontano avvenire, concluda la lotta mondiale col
trionfo del bene? Perché tentare di fare qualcosa
ora?”.
Sono reazioni naturali e legittime. La povertà e la fame di milioni di uomini in Europa e
altrove; la paura della Russia (giustificata o meno); l’avidità delle forze del capitalismo di tut74
to il mondo, l’egoismo delle organizzazioni del lavoro; l’aggressività dei Sionisti che reclamano
la proprietà di una terra che non è stata loro da oltre millecinquecento anni, la situazione
degli Ebrei in Europa; la disperazione degli uomini che non scorgono sicurezza o speranza
in nessun luogo; l’opera delle chiese, che cercano di restaurare il vecchio ordine e le vecchie
leggi, e la mancanza di una voce chiara o di una guida, sono tutte cose che fanno sentire agli
uomini l’inutilità di qualunque sforzo. Il problema appare loro troppo vasto, troppo arduo, e si
riconoscono troppo piccoli e impotenti.
Tuttavia, nel mondo vi è un’enorme quantità di vera bontà e di visione. Illimitato e il
numero di coloro che hanno chiare idee umanitarie; la salvezza risiede nelle moltitudini e nei
milioni di uomini di ogni paese che pensano correttamente, e il lavoro preparatorio per il ritorno
del Cristo verrà compiuto da loro. Numericamente essi sono adeguati al compito e occorre
soltanto un nuovo senso di sicurezza e una saggia coordinazione per prepararli al servizio
richiesto perché il ritorno del Cristo divenga possibile.
163
Occorre affrontare i problemi con coraggio, sincerità, intelligenza, e parlare in termini
pratici, con semplicità e con amore, quando si cerca di esporre la verità e di chiarire i problemi.
Le forze del male devono essere sconfitte prima che Colui che gli uomini attendono, il
Cristo, possa venire.
Sapere che Egli è pronto e desideroso di ricomparire visibilmente in mezzo all’umanità
che ama, aggiunge un senso generale di depressione e suscita un’altra domanda vitale: “Per
quanto tempo dovremo resistere e lottare?” La risposta e chiara: Egli verrà certamente quando
sarà stabilita una certa misura di pace, quando il principio di condivisione comincerà almeno
ad essere applicato nel campo economico, e quando le chiese e i gruppi politici avranno iniziato
un’opera di purificazione al loro interno. Allora Egli potrà venire, e verrà; allora il regno
di Dio verrà pubblicamente riconosciuto e non sarà più un sogno, un desiderio e una speranza
dei credenti. Gli uomini si domandano perché il Cristo non viene con la pompa e le cerimonie
descritte dalle chiese per tale evento, dimostrando il proprio potere divino, dando prova
convincente dell’autorità e della potenza di Dio, e in tal modo concludendo il ciclo di angoscia
e dolore. Molte sono le risposte. Ricordiamo che il
fine principale del Cristo non sarà di
dimostrare potere, ma di rendere palese il Regno di Dio che già esiste.
Inoltre, quando venne
la prima volta non fu riconosciuto, e chi potrebbe garantire che questa volta non avverrebbe
altrettanto? Potreste chiedere perché non verrebbe riconosciuto. Perché gli occhi degli uomini
sono accecati dalle lacrime che versano per commiserare se stessi e non per propria contrizione.
164
Perché i cuori sono ancora corrosi da un egoismo che l’angoscia della guerra non ha
sanato; i valori sono gli stessi che vigevano nel corrotto impero romano, ma allora erano circoscritti
e non universalmente diffusi come oggi; coloro che potrebbero riconoscerlo e sperano
nella Sua venuta che ardentemente desiderano, non sono disposti a compiere i necessari
sacrifici che ne assicurerebbero il buon esito.
Il progresso del pensiero, il successo dei numerosi movimenti esoterici e, soprattutto, le
meraviglie della scienza e la bellezza dei molteplici movimenti umanitari non indicano certamente
la sconfitta del divino, ma lo sviluppo della comprensione spirituale. Le forze dello spirito
non
sono state vinte. Questi aspetti del comportamento umano sono indici della gloria che
è nell’uomo e del successo del piano divino per l’umanità. Tuttavia la divinità attende la manifestazione
della
libera volontà dell’uomo; la sua intelligenza e lo sviluppo della buona volontà
già si esprimono.
Perciò, un’altra risposta alla precedente domanda è che il Cristo e la Gerarchia spirituale,
per quanto sia grande la necessità o importante il fine, non infrangono mai il divino diritto
75
degli uomini di prendere le proprie decisioni, di esercitare liberamente il proprio libero arbitrio
e di conquistare la libertà combattendo per essa su scala individuale, nazionale e mondiale.
Quando la vera libertà regnerà sulla Terra, assisteremo alla fine della tirannia nel campo
politico, religioso ed economico. Non mi riferisco alla democrazia moderna quale condizione
per far fronte alle necessità umane, poiché attualmente essa è una filosofia basata su un ideale
non ancora raggiunto. Mi riferisco al periodo che sicuramente verrà, in cui il potere sarà affidato
al
popolo illuminato, il quale non tollererà l’autorità di alcuna chiesa, né di alcun sistema
politico totalitario; non accetterà né permetterà che un gruppo qualsiasi gli detti ciò che
deve
credere per salvarsi o quale governo
accettare.
165
Quando ai popoli verrà detta la verità e potranno liberamente giudicare e decidere, il
mondo sarà migliore.
Non è essenziale né necessario che tutti questi obiettivi siano fatti compiuti prima che il
Cristo ritorni. È però necessario che questa posizione verso la religione e la politica sia generalmente
auspicata e che si siano compiuti passi proficui verso i giusti rapporti umani. Il Nuovo
Gruppo dei Servitori del Mondo e tutti gli uomini di buona volontà lavorano in tal senso, e
per prima cosa devono eliminare il diffuso senso di abbattimento e di impotenza individuale.
Ciò che permetterà di ottenere questo e che fornirà inoltre il necessario incentivo per la
ricostruzione del nuovo mondo, sarà la fede nella divinità essenziale dell’uomo, nella verità
evolutiva (facilmente dimostrabile) che gli uomini hanno sempre progredito in saggezza e conoscenza,
ed inoltre un ampio senso d’inclusione e lo sviluppo di una condizione mentale basata
sulla fede nella veracità delle testimonianze storiche dei numerosi avventi verificatisi nei
momenti cruciali delle vicende umane e dei vari Salvatori, massimo fra tutti il Cristo. Un atteggiamento
giusto e costruttivo deve inoltre essere fondato sull’innato riconoscimento
dell’esistenza del Cristo e della Sua perenne presenza. È necessario sapere che la guerra, con
tutti i suoi inenarrabili orrori, crudeltà e disastri, fu il mezzo con cui il Padre di tutti rimosse
gli ostacoli che ostruivano il sentiero del ritorno del Figlio.
166
Nelle condizioni prebelliche sarebbe stata impossibile la necessaria preparazione. I membri
del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo devono oggi basarsi su tali fatti. Essi devono riconoscere
gli ostacoli, ma rifiutarsi di lasciarsene scoraggiare; devono esserne consapevoli
(molti intralci sono di natura economica e derivano da avidità di beni materiali, da antiche
tradizioni e pregiudizi nazionali). Essi devono perciò fare uso di tale abilità e acume pratico
da superarli; devono muoversi in mezzo alle difficoltà con chiara visione e passare illesi e vittoriosi
attraverso tutti gli elementi contrari.
Due fattori principali condizionano l’attuale occasione e possono essere considerati un
tale ostacolo che, se non saranno rimossi, il ritorno del Cristo subirà una lunga dilazione. Essi
sono:
1. L’inerzia dell’uomo di medio sviluppo e di mentalità spirituale di ogni paese, sia occidentale
che orientale.
2. La carenza di denaro per la preparazione necessaria.
Tratteremo di questi soggetti in modo semplice e al livello in cui i più lavorano e pensano.
Saremo perciò molto pratici, vedremo le
condizioni quali sono, per una migliore conoscenza
di noi stessi e dei nostri moventi.
l
. L’inerzia dell’uomo medio di mentalità spirituale
L’uomo di medio sviluppo, orientato spiritualmente, l’uomo di buona volontà o il discepolo,
è sempre consapevole del richiamo dei tempi e dell’occasione offerta dagli eventi
76
spirituali. Il desiderio di fare del bene e perseguire fini spirituali rode continuamente la sua
coscienza.
167
Chiunque ami i propri fratelli, sogni di vedere il regno di Dio sulla Terra, o sia consapevole
del risveglio, per quanto lento, delle moltitudini ai valori superiori dello spirito, è sempre
insoddisfatto. Si rende conto che il suo contributo al conseguimento di quegli ambiti fini è veramente
esiguo, che la sua vita spirituale resta qualche cosa di secondario, che tiene celato e
che spesso teme di nominare persino a chi gli è più caro e vicino. Cerca di conciliare i propri
sforzi spirituali con la sua vita esterna d’ogni giorno, ingegnandosi a trovare tempo e occasione
in modo blando e inconcludente. Si riconosce impotente dinanzi al compito di organizzare
e sistemare le proprie occupazioni in modo che la vita spirituale assuma il predominio; cerca
degli alibi per se stesso e finisce per trovarli in maniera così convincente da concludere che fa
quanto meglio può nelle sue circostanze. La verità è che fa così poco che probabilmente soltanto
una o forse due delle ventiquattro ore giornaliere vengono dedicate al lavoro per il Maestro;
egli si ripara dietro il pretesto che i suoi doveri verso la famiglia gli impediscono di fare
di più, e non si rende conto che, con tatto e comprensione amorevole, l’ambiente familiare
può e deve essere il campo di lavoro dove attuare il suo proposito.
Egli dimentica che non esistono
circostanze tali da sconfiggere lo spirito dell’uomo
e in cui non possa meditare, pensare,
parlare e preparare la via al ritorno del Cristo, purché conosca il significato del sacrificio e
del silenzio e li osservi entrambi.
Ambiente e circostanze non sono un vero ostacolo alla vita
dello spirito.
Forse egli si trincera dietro l’alibi della cattiva salute e di mali spesso immaginari. Impiega
tanto tempo nelle cure di se stesso che le ore che potrebbe dedicare al lavoro per il Maestro
vengono molto ridotte.
168
E’ così preoccupato della propria stanchezza, della salute o d’immaginari disturbi, che la
sua “coscienza del corpo” è costantemente alimentata e finisce per predominare; allora è troppo
tardi. Ciò è particolarmente vero per chi ha toccato o superato la cinquantina, ed è un pretesto
difficile da superare, perché molti si sentono realmente stanchi e sofferenti e con
l’andare degli anni ciò tende ad accentuarsi. La sola cura di quest’inerzia che s’insinua è ignorare
il corpo e gioire della vita di servizio. Non mi riferisco a vere e proprie malattie o condizioni
fisiche di grave impedimento, che richiedono debite cure e attenzione. Parlo delle migliaia
di uomini e donne che si preoccupano di se stessi, sprecando le ore che potrebbero consacrare
al servizio dell’umanità. Chi vuole percorrere il sentiero del discepolato deve liberare
queste numerose ore spese in superflue cure personali e devolverle al servizio della Gerarchia.
Altro alibi che conduce all’inerzia consiste nella
paura di parlare di cose riguardanti il
regno di Dio; si teme di essere derisi, di sembrare stravaganti o importuni. Perciò si tace perdendo
molte occasioni e non scoprendo mai quanto gli uomini siano pronti a discutere sulla
realtà, ad accogliere il conforto e la speranza che l’idea del ritorno del Cristo può arrecare, o a
condividere la luce dello spirito. Essenzialmente, questa è una forma di codardia spirituale, ed
è così diffusa dal poterle imputare la perdita di milioni di ore di servizio al mondo.
Esistono altri pretesti, ma quelli cui abbiamo accennato sono i più diffusi. Se la maggior
parte degli uomini si liberasse da tali ostacoli, verrebbero dedicate al servizio del Cristo tante
più ore ed energie, che il compito di coloro che non ammettono scuse verrebbe grandemente
alleggerito e il ritorno del Cristo sarebbe più prossimo.
169
Non siamo chiamati ad adeguarci al ritmo di vita del Cristo e della Gerarchia, che vibra in
armonia con le necessità degli uomini e con la risposta dello spirito, ma a dimostrare la qualità
della nostra attività spirituale rifiutando di nasconderci dietro dei pretesti. È essenziale che
tutti gli uomini orientati verso lo spirito riconoscano che possono e devono lavorare
77
nell’ambiente nel quale si trovano, fra le persone con cui sono in rapporto e con le possibilità
psicologiche e fisiche di cui sono dotati. Nel servizio alla Gerarchia non è possibile esercitare
alcuna pressione o coercizione; la situazione è chiara e semplice.
Le principali attività in corso attualmente sono tre:
In primo luogo l’attività percepita nel “Centro ove il volere di Dio è conosciuto”, la volontà
di bene che ha dato impulso a tutta la creazione verso una maggiore gloria e una capacità
di rispondere sempre più profonda e intelligente. Essa oggi compie un atto creativo per portare
in esistenza il nuovo ordine mondiale del regno di Dio, sotto supervisione del Cristo. Può
essere considerata come l’esteriorizzazione della Gerarchia del pianeta; il ritorno del Cristo ad
un’attività
visibile ne sarà il segno e il simbolo.
In secondo luogo, l’eccezionale attività della Gerarchia, dal Cristo fino al più umile aspirante
alla periferia del “centro dove l’amore di Dio” è in piena manifestazione. In quel centro
ci si rende pienamente conto che (secondo le parole di S. Paolo) “La creazione tutta geme
ed è come in doglie di parto in attesa del Figlio di Dio” (Romani, VIII, 22).
170
Questi “Figli di Dio, che sono anche figli degli uomini” si stanno preparando per questa
manifestazione e ad uno ad uno iniziano già un’attività sul piano fisico per potersi esteriorizzare
nel servizio. Essi non vengono riconosciuti per ciò che sono, ma attendono alle “cose del
Padre”, dimostrando buona volontà, cercando di ampliare l’orizzonte umano, preparando la
via per Colui che servono, il Cristo, il Maestro di tutti i Maestri, e l’Istruttore degli angeli e
degli uomini.
In terzo luogo l’umanità stessa, “il centro che vien detto il genere umano”, attualmente
in preda al caos, pieno di dissonanze e confusione, disorientato e sofferente, eppure mentalmente
consapevole di infinite possibilità, emotivamente in lotta per realizzare quel piano che
sembra il migliore, ma in modo incoerente e senza rendersi conto che il mondo deve essere
“un solo mondo, per una sola umanità”.
Gli uomini desiderano semplicemente uno stato di
tranquillità emotiva e di sicurezza in cui vivere e lavorare, e guardare ad un futuro che soddisfi
il loro vago senso dell’esistenza del divino. Fisicamente sono ammalati, spesso privi di
molte delle cose necessarie ad una vita normale, spaventati dal senso di precarietà finanziaria
e, coscientemente o meno, invocano il Padre di tutti per il bene proprio e di tutto il mondo.
La soluzione risiede nella riapparizione del Cristo,
per volere di Dio e di cui tutte le
Scritture danno testimonianza, per desiderio del Cristo stesso e dei Suoi discepoli, i Maestri di
Saggezza, e per l’inconsapevole appello di tutti gli uomini. Poiché esiste questa unità di proposito,
questa uniformità di intenzione spirituale e di richiesta cosciente, solo una cosa può
ostacolare il Suo ritorno: l’incapacità degli uomini di preparare le condizioni di quel grandioso
evento, di “preparare le vie del Signore, spianare i Suoi sentieri” (Matteo, III, 2), di rendere
familiare ovunque l’idea del ritorno, di attuare la pace nella misura necessaria, basata su giusti
rapporti fra gli uomini.
171
È certamente inutile trattare della preparazione individuale da compiere. I principi della
retta condotta spirituale sono stati insegnati per secoli, seppure il fine prospettato fosse egoistico,
in quanto la buona condotta avrebbe portato in un paradiso di felicità. La semplice preghiera:
“Dio Onnipotente! Sia pace in Terra e in me stesso” riassume tutto ciò che è richiesto
a coloro che cercano di preparare il ritorno del Cristo, insieme allo sviluppo di una sana intelligenza
e la dimostrazione pratica di una vita organizzata. Ma oggi il movente esula dal concetto
di salvezza personale (che è sottinteso) e occorre lavorare con forza e intelligenza per
attuare retti rapporti umani; un obiettivo più ampio. Qui il movente non è egoistico, ma schiera
ogni uomo a fianco della Gerarchia, mettendolo in contatto con tutti gli uomini di buona
78
volontà. Veniamo ora al secondo degli ostacoli maggiori, la carenza di sostegno finanziario
per i collaboratori e discepoli del Cristo.
2
. Carenza di denaro per l’opera del Cristo
Questa è forse la difficoltà maggiore, e a molti sembra in certi momenti insuperabile.
Essa implica il problema di una vera organizzazione finanziaria e il far convergere adeguate
somme di denaro in canali che contribuiscano in modo preciso all’opera di preparazione per il
ritorno del Cristo.
172
Questo problema è strettamente connesso con quello dei giusti rapporti umani. Esso è
perciò particolarmente arduo, perché i servitori spirituali devono non solo abituare gli uomini
a
dare (secondo i loro mezzi) ma, prima di tutto, presentare loro un movente così magnetico
da indurli a farlo. Devono inoltre istituire fondazioni o organizzazioni che amministrino il denaro
offerto, e il compito è molto difficile. L’ostacolo attuale non consiste soltanto nella novità
di raccogliere fondi per preparare il ritorno del Cristo, ma anche nel radicato egoismo della
maggioranza di coloro che detengono le ricchezze e che, anche se danno, lo fanno per aumentare
il loro prestigio e come indice di successo. Le eccezioni esistono, ma sono relativamente
rare.
Perciò, generalizzando e semplificando al massimo questo soggetto, possiamo dire che
il denaro viene speso principalmente in quattro modi:
1. Nelle miriadi di famiglie di tutto il mondo, sotto forma di stipendi, salari o ricchezze
ereditate. Oggi si presentano forti squilibri: estrema ricchezza ed estrema povertà.
2. Nei grandi sistemi capitalistici e nei monopoli di molti paesi. Che il capitale sia nelle
mani di un governo, di un Comune, di pochi ricchi o di grandi organizzazioni del
lavoro, solo in piccola parte viene speso per migliorare l’esistenza umana e
diffondere valori che porteranno a stabilire giusti rapporti fra gli uomini.
173
3. Nelle chiese e negli istituti religiosi di tutto il mondo. Qui, sempre parlando in termini
generali e allo stesso tempo riconoscendo l’esistenza di una minoranza orientata verso
lo spirito, il denaro viene impiegato per aspetti materiali, per moltiplicare e conservare
gli edifici, per stipendi e spese generali, mentre solo in piccola parte viene
speso per insegnare, per dimostrare in modo vivente la semplicità “quale e nel Cristo”
e diffondere la verità del Suo ritorno, per secoli insegnata dalle chiese stesse.
Questo ritorno infatti è stato predetto e sarebbe potuto avvenire prima d’ora se le
chiese e le istituzioni religiose avessero fatto il loro dovere.
4. Nel campo filantropico, educativo, medico. Tutto ciò è stato buono e necessario, e
grande è il debito di riconoscenza del mondo intero verso gli uomini di alti ideali sociali
che hanno reso possibili le relative istituzioni. È stato un passo nella giusta direzione,
una manifestazione della divina volontà di bene. Spesso però il denaro viene
male usato e mal diretto e i risultati sono per lo più materialistici e limitati dalle idee
separative dei donatori, e dai pregiudizi religiosi di chi sovrintende alla distribuzione
dei fondi. Nella disputa sulle idee, le teorie religiose e le ideologie, spesso si trascura
la vera assistenza all’umanità.
174
Rimane il fatto che se i responsabili della distribuzione del denaro avessero avuto una vera
visione delle realtà spirituali, dell’unità del mondo e dell’umanità, e se il loro scopo fosse stato
di promuovere i giusti rapporti, oggi la risposta delle moltitudini di tutto il mondo alle future
possibilità sarebbe ben diversa; non ci troveremmo nella necessità di spendere imponenti
79
somme di denaro per la ricostruzione
fisica, per risanare milioni di uomini, per ricostruire intere
città e mezzi di trasporto, e per riorganizzare la vita umana.
Del pari, se i valori e le responsabilità spirituali legati al denaro (in piccole o grandi
quantità) fossero stati giustamente apprezzati e insegnati nelle famiglie e nelle scuole, non avremmo
avuto le impressionanti spese in ogni paese del mondo in dolci, liquori, tabacchi, divertimenti,
abiti superflui, oggetti di lusso. Le statistiche indicano spese annue di centinaia di
milioni di dollari. Una piccola parte di quel denaro, con un minimo di sacrificio, darebbe ai
discepoli del Cristo e al Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo la possibilità di preparare la
via per la Sua venuta e coltivare le menti e i cuori ai giusti rapporti.
Come ogni altra cosa il denaro è stato macchiato dall’egoismo e afferrato per scopi egoistici,
individuali e nazionali. Lo dimostra la guerra mondiale (1914-1945) poiché, sebbene
si sia molto parlato di “salvare il mondo per la democrazia” e di “combattere per porre fine
alle guerre”, i motivi dominanti sono stati l’autodifesa, l’autoconservazione, la speranza di
guadagni, la soddisfazione di antichi odi e la riconquista di territori. Gli anni trascorsi dalla
fine della guerra lo hanno dimostrato.
175
Le Nazioni Unite sono purtroppo assalite da avide richieste da tutti i lati, da sordide
manovre delle nazioni assetate di prestigio, di potere e di possesso delle ricchezze naturali
quali carbone, petrolio, e dalle segrete attività delle grandi Potenze e dei capitalisti che esse
creano.
Ma l’umanità, di qualsiasi paese, qualunque sia il colore della pelle e la fede religiosa,
reclama sempre pace, giustizia e sicurezza; cose che otterrebbe con rapidità se il denaro venisse
usato correttamente e se molti assumessero le proprie responsabilità nel campo finanziario,
basate sui valori dello spirito. Ad eccezione di pochi grandi filantropi di ampia visione e
di alcuni statisti, religiosi ed educatori illuminati, quel senso di responsabilità economica non
esiste.
È tempo che il denaro venga rivalutato, utilizzato e incanalato in direzioni nuove. La
voce del popolo deve prevalere, ma deve essere un popolo educato ai veri valori, ai significati
di una vera cultura e alla necessità di giusti rapporti. Si tratta perciò essenzialmente di una
giusta educazione e di un’opportuna preparazione per la cittadinanza mondiale, cosa non ancora
intrapresa. (Scritto nel 1948). Chi potrà farlo? La Russia preparerebbe volentieri il mondo
agli ideali del comunismo, ammassando l’oro del mondo nelle casse del proletariato, e creando
così il più colossale sistema capitalistico mai esistito. La Gran Bretagna istruirebbe volentieri
il mondo secondo i propri concetti di giustizia, lealtà e commercio mondiale, e per la
sua lunga esperienza lo farebbe meglio di qualsiasi altra nazione, ma pur sempre con un certo
profitto. Anche gli Stati Uniti sarebbero lieti di assumersi il compito di imprimere il marchio
della democrazia americana su tutto il mondo, impiegando i loro immensi capitali e tutte le
loro risorse e accumulando nelle loro banche i guadagni che ne deriverebbero, al sicuro dalla
minaccia della bomba atomica e dall’espansione del comunismo nel resto del mondo.
176
La Francia manterrebbe l’Europa in stato di agitazione nel tentativo di riconquistare il
prestigio perduto e approfittando al massimo della vittoria delle altre nazioni alleate. Così
vanno le cose, ogni nazione combatte per se stessa e tutte accusandosi reciprocamente di volere
accaparrare le risorse materiali e finanziarie della terra. Nel frattempo l’umanità soffre la
fame, rimane nell’ignoranza, è allevata secondo falsi valori e usa male il denaro. Fino a quando
tale stato di cose non migliorerà, il ritorno del Cristo non sarà possibile.
Come risolvere una simile caotica situazione finanziaria? In ogni paese, governo, chiesa,
religione, in ogni istituto educativo, esistono uomini e donne che sanno come rispondere.
Quale speranza vi è per loro e per il lavoro loro affidato? In che modo gli uomini in generale,
80
gli uomini di buona volontà e di visione spirituale possono aiutare? Possono fare qualcosa per
cambiare il modo di pensare riguardo al denaro in modo da farlo affluire entro canali in cui
potrà essere usato più correttamente? Bisogna trovare la risposta.
Due gruppi di uomini possono fare molto: coloro che già hanno nelle mani le risorse finanziarie
mondiali, se coglieranno la nuova visione e vedranno anche che il vecchio
ordinamento sta per crollare, e le moltitudini di uomini buoni, di ogni classe e condizione.
Gli uomini di buona volontà e di tendenze spirituali devono respingere l’idea di essere
relativamente inutili, insignificanti e impotenti, e rendersi conto che
ora (in questo periodo
critico e cruciale)
possono agire con grande efficacia.
177
Le forze del male sono state sconfitte, seppure l’umanità non abbia ancora “sbarrata la
porta” dietro la quale può confinarle, come predetto nel
Nuovo Testamento. Il male cerca ogni
possibile via per riaffacciarsi ma, possiamo dirlo con fiducia e insistenza, il numero di uomini
semplici, senza importanza, ma illuminati e altruisti è
sufficiente per far sentire la propria influenza,
se essi lo vogliono.
In ogni paese esistono milioni di uomini di tendenze spirituali i
quali, se affronteranno compatti il problema del denaro, potranno cambiarne l’orientamento in
modo permanente. Scrittori e pensatori di tutto il mondo possono dare un grande contributo, e
lo daranno, se il problema verrà loro esposto in modo opportuno. Vi sono studiosi di esoterismo
e uomini devoti ai quali si può fare appello affinché aiutino a preparare la via al ritorno
del Cristo, soprattutto se verrà loro chiesto di impiegare tempo e denaro per instaurare giusti
rapporti umani e diffondere la buona volontà.
Non occorre una grande campagna per raccogliere denaro, ma l’opera disinteressata di
migliaia di uomini apparentemente senza importanza. Direi che la qualità più necessaria è il
coraggio;
occorre coraggio per superare la diffidenza, la timidezza e il disgusto di presentare
un problema connesso col denaro. È proprio qui che i più falliscono. Oggi è relativamente facile
raccogliere denaro per la Croce Rossa, per ospedali, per istituti educativi, ma oltremodo
difficile per diffondere la buona volontà, o per assicurare l’uso corretto del denaro a favore di
idee che guardano al futuro, come il ritorno del Cristo. Perciò dico che il
primo requisito è il
coraggio.
La seconda cosa richiesta a chi lavora per il Cristo è di compiere i sacrifici e gli adattamenti
che permettono di darci al massimo delle proprie possibilità. Non basta presentare
l’argomento con abilità, ma ogni servitore deve mettere in pratica ciò che dice.
178
Se, ad esempio, i milioni di uomini che amano il Cristo e cercano di servire la Sua causa
dessero una minima somma annua, i fondi sarebbero adeguati; le necessarie organizzazioni e i
giusti amministratori comparirebbero automaticamente. La difficoltà non consiste nello organizzare
il denaro e il lavoro, ma nell’incapacità di
dare. Per una ragione o per l’altra si dà poco
o nulla anche quando ci si interessa ad una causa quale il ritorno del Cristo; paura per il futuro,
desiderio di acquistare e fare regali, o non comprendere che molte piccole somme formano
una grande somma, sono cose che ostacolano la generosità, e la ragione addotta sembra
sempre giusta. Perciò
il secondo requisito è che ciascuno dia quanto può.
Le scuole di metafisica e i gruppi esoterici hanno dedicato molta attenzione a dirigere il
denaro entro canali prescelti. Spesso si domanda perché la Scuola Unita del Pensiero, la
Scienza Cristiana e parecchi movimenti del Pensiero sono sempre riusciti a raccogliere i fondi
necessari, mentre altri gruppi e in modo particolare quelli esoterici, non vi riescono? Perché i
veri lavoratori spirituali sembrano incapaci di realizzare praticamente ciò di cui abbisognano?
La risposta è semplice. Questi gruppi e servitori, più vicini agli ideali spirituali, sono come
una comunità divisa contro se stessa. Il loro maggiore interesse è rivolto ai livelli spirituali astratti,
e sembra che non abbiamo compreso che le cose del piano fisico, quando motivate dai
81
livelli spirituali, hanno uguale importanza. Le grandi scuole metafisiche si sono focalizzate
sulla
dimostrazione materiale, e il loro intento è così concentrato e intenso che ricevono ciò
che richiedono.
179
Ma devono imparare che tanto la domanda che la risposta devono procedere da un fine
spirituale e che quanto si chiede non deve servire a usi personali o per una organizzazione o
chiesa particolare. Nell’incipiente nuova era, prima del ritorno del Cristo, la richiesta di aiuto
finanziario deve essere fatta per promuovere i giusti rapporti umani e diffondere la buona volontà,
non per lo sviluppo di una istituzione specifica. Le organizzazioni che chiedono fondi
devono operare con un minimo di spese generali e di investimenti finanziari e con un personale
che si limiti a stipendi modesti, seppure ragionevoli. Oggi non ve ne sono molte, ma le
poche esistenti sono un esempio che verrà rapidamente seguito a mano a mano che aumenterà
il desiderio del ritorno dei Cristo.
Perciò, il terzo requisito è il servizio all’umanità una.
Il quarto requisito consiste nell’accurata presentazione della causa
per la quale si chiede
aiuto finanziario. Alcuni hanno il coraggio di parlare, ma è altrettanto importante che la
causa venga presentata con intelligenza. Nella preparazione per il ritorno del Cristo, il punto
principale da sottolineare è l’instaurazione di giusti rapporti umani, ciò che gli uomini di buona
volontà di tutto il mondo stanno già facendo.
Veniamo al
quinto requisito: una vitale e sicura fede nell’umanità quale un tutto unico.
Bisogna bandire ogni pessimismo circa il futuro dell’umanità e ogni rimpianto del vecchio
ordine che scompare. “Il buono, il vero e il bello” sono in arrivo e l’umanità, e non un intervento
divino dall’esterno, ne è responsabile. L’umanità è sana e si sta rapidamente risvegliando.
Sono tempi in cui ogni cosa viene proclamata dai tetti, come il Cristo predisse. Quando
leggiamo o ascoltiamo di tante brutture, di tanti delitti, di tanto sperpero di denaro per soddisfare
i sensi e per il lusso, ci perdiamo di coraggio; ma è bene che tutto ciò venga alla superficie
e che lo si sappia. Tutto questo è analogo alla purificazione del subcosciente cui molti si
sottopongono, ed è presagio dell’avvento di tempi nuovi e migliori.
180
Vi è un compito per gli uomini di buona volontà, di tendenza spirituale e che abbiano una
preparazione veramente cristiana. Spetta a loro inaugurare l’era dell’uso del denaro per la Gerarchia
spirituale e includere tale necessità nella pratica dell’invocazione. Questa è il tipo più
elevato di preghiera, una nuova forma per rivolgersi al divino, che la conoscenza della meditazione
ha ora reso Possibile.
Non aggiungo altro sul modo di richiedere fondi, e fare appello al coraggio e alla comprensione.
Se il coraggio del Cristo che affronta il ritorno del mondo fisico, se la necessità di
giusti rapporti umani e l’opera di sacrificio dei discepoli non sono sufficienti ad infiammarvi
e ad infondere la necessaria energia a voi e a coloro che potrete raggiungere, non vale la pena
di dire altro.
Abbiamo considerato la necessità di preparare il ritorno del Cristo, e alcuni requisiti
fondamentali necessari agli uomini che si dedicheranno alla necessaria attività, inclusa la raccolta
del denaro occorrente. Il singolo collaboratore dovrà per prima cosa chiarire a se stesso
se il suo incentivo e la sua aspettativa spirituale sono adeguati al compito che lo attende. Ha
valore soltanto ciò che produce il necessario impulso all’azione, e sarà idoneo al compito solo
chi abbia una visione abbastanza chiara che gli consenta di lavorare con comprensione e sincerità.
Egli deve scoprire che gli è possibile fare la sua parte nello svolgimento del Piano.
181
La realtà del Cristo e della possibilità del Suo ritorno devono essere importanti fattori
motivanti nella sua coscienza. Andrà allora alla ricerca di collaboratori che abbiano i suoi
stessi intenti spirituali. In tal modo, col tempo scoprirà che sulla Terra esiste un gruppo organizzato
e integrato, il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Si accorgerà che i suoi membri
82
sono presenti ovunque, all’opera in ogni paese, in tutti i gruppi, religiosi o d’altra natura, consacrati
al bene dell’umanità ed a preparare il ritorno del Cristo.
Questo gruppo, mentre è attivo sul piano della vita quotidiana normale, conserva una
stretta integrazione spirituale interiore con il centro d’energia dal quale attinge ciò che è necessario
per un lavoro spirituale attivo. Il gruppo offre un campo di servizio per tutti coloro
che cercano di esprimersi nel servizio; fornisce anche un punto di riferimento per chi è disposto
ad essere messo alla prova e dimostrare il suo movente e la costanza prima di accingersi
ad un costante sviluppo delle opportunità spirituali. In tal modo si prepara a servire in sfere
sempre più vaste.
Essenzialmente il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è un campo d’addestramento
e d’esperienza per coloro che vogliono evolvere spiritualmente e col tempo divenire discepoli
attivi e diretti del Cristo. La presenza di questo gruppo sulla tetra ai nostri giorni è indice del
buon esito del processo evolutivo dell’umanità. Questo metodo di lavoro, l’affidare agli uomini
il compito di salvare ed elevare il mondo, fu iniziato dal Cristo. Egli operò molto spesso
con gli uomini attraverso altri uomini, pervenendo all’umanità tramite i dodici Apostoli, considerando
S. Paolo quale sostituto di Giuda Iscariota.
182
Il Buddha aveva cercato di usare lo stesso metodo, ma il Suo gruppo era principalmente in
rapporto con Lui e non tanto col mondo degli uomini. Il Cristo inviò gli Apostoli nel mondo a
“nutrire il gregge”, a cercare, guidare e a farsi “pescatori di uomini”. Per i discepoli del Cristo,
il rapporto col Maestro era soltanto secondario, mentre quello verso gli uomini e le loro
necessità era di primaria importanza. La Gerarchia segue tuttora questa direzione, senza che la
devozione al Cristo ne venga menomata. Ciò che il Buddha aveva istituito simbolicamente e
in modo embrionale, divenne realtà pratica in seguito alle necessità dell’era dei Pesci.
Nell’era dell’Acquario in cui stiamo entrando questo metodo di gruppo avrà immenso
sviluppo, e il mondo verrà ricostruito e salvato da gruppi più che da individui. In passato apparvero
dei Salvatori, Figli di Dio che portarono agli uomini maggior luce. Ora che i tempi
sono maturi, e in seguito ai processi evolutivi, sta emergendo un gruppo che porterà salvezza
al mondo intero e che, incarnando idee di gruppo e accentuando il vero significato della chiesa
del Cristo, stimolerà e vivificherà in modo tale le anime e le menti degli uomini, che la
nuova era verrà iniziata da un afflusso di amore, conoscenza e armonia emanati da Dio stesso,
e mediante il ritorno del Cristo che incarnerà tutte e tre quelle facoltà divine.
In passato le religioni furono fondate da una grande anima, da un Avatar, da una preminente
figura spirituale. L’impronta della loro vita, delle loro parole e dei loro insegnamenti
s’impresse sull’umanità e persistette per molti secoli. Quale sarà l’effetto del messaggio di un
Salvatore costituito da un gruppo? Quale potenza avrà l’opera di un gruppo di conoscitori di
Dio che enuncino la verità e siano uniti soggettivamente nella grande opera di salvare il mondo?
183
Quale sarà l’effetto della missione di un gruppo di Salvatori, tutti conoscitori di Dio in
qualche misura, integrati in un unico sforzo, che rafforzino l’un l’altro i propri messaggi e costituiscano
un organismo tramite il quale, sotto direzione del Cristo visibilmente presente,
l’energia spirituale e la vita dello spirito possano essere percepiti dagli uomini?
Un tale gruppo ora esiste ed i suoi membri sono presenti ovunque. Sono ancora relativamente
poco numerosi e lontani gli uni dagli altri, ma il loro numero aumenta costantemente
e il loro messaggio verrà sempre meglio percepito. Essi rappresentano lo spirito di costruzione,
e sono i costruttori della nuova era; hanno il compito di conservare lo spirito della verità e
di riorganizzare i pensieri degli uomini, affinché la mente umana acquisti il dominio di se
83
stessa e pervenga ad uno stato di riflessione e di meditazione che permetterà di riconoscere la
prossima rivelazione della divinità recata dal Cristo.
Durante gli ultimi dieci anni, il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è stato riorganizzato
e rivivificato; in tutto il mondo se ne conosce l’esistenza. Oggi è un insieme di uomini
di ogni nazione e razza, appartenenti a tutte le organizzazioni religiose e i movimenti umanitari
fondamentalmente orientati verso il regno di Dio o che stanno per esserlo. Sono discepoli
del Cristo che coscientemente, e spesso incoscientemente, lavorano per il Suo ritorno; sono
aspiranti che cercano di servire e di fare del regno di Dio una realtà sulla terra; sono uomini di
buona volontà e intelligenti che cercano di sviluppare la comprensione e i giusti rapporti fra
gli uomini.
184
Questo gruppo si compone di due parti principali:
l. Un gruppo composto di discepoli del Cristo, che coscientemente lavorano ai Suoi piani, e di
coloro che, da essi istruiti, cooperano coscientemente e volontariamente. A questa seconda
categoria possiamo appartenere anche noi, se lo desideriamo e se siamo disposti a fare i necessari
sacrifici.
2. Un gruppo, composto di aspiranti e uomini dotati di visione che lavorano inconsciamente
guidati dalla Gerarchia. Oggi sono numerosi e spesso in posizioni elevate; distruggono vecchie
forme o ne costruiscono di nuove; non hanno coscienza di un piano interiore sintetico,
ma si occupano con disinteresse e quanto meglio possono delle necessità mondiali, assolvendo
mansioni importanti nelle vicende nazionali o lavorando tenacemente nel campo educativo.
Il primo gruppo è in qualche misura in contatto con la Gerarchia, ed in larga misura
quando si tratta di veri discepoli; i suoi membri sono ispirati spiritualmente. Il secondo e in
stretto rapporto con le moltitudini umane ed e prevalentemente ispirato dalle idee. Il primo
lavora al Piano del Cristo nella misura in cui i suoi membri possono percepirne i tratti essenziali,
mentre il secondo utilizza i nuovi concetti e le nuove speranze che affiorano nella coscienza
dell’umanità man mano che gli uomini cominciano a rispondere interiormente, e
spesso inconsciamente alla preparazione per la venuta del Cristo. Come risultato dell’opera
del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, l’umanità si risveglia progressivamente alle nuove
possibilità che l’attendono.
Il risveglio degli uomini di cultura al riconoscimento di
un’unica umanità prelude alla
realizzazione della fratellanza.
185
L’uomo riconosce l’unità della famiglia umana, ma prima che essa possa prendere forma
in modo costruttivo, è essenziale che molti uomini di pensiero infrangano le barriere mentali
esistenti fra razze, nazioni e tipi umani. È essenziale che il Nuovo Gruppo dei Servitori del
Mondo riproduca nel mondo esterno il genere d’attività espresso dalla Gerarchia quando lo
costituì e materializzò. Per mezzo dell’impressione ed espressione di grandi idee gli uomini
devono comprendere gli ideali fondamentali della nuova era. Questo è il compito principale
del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo.
Mentre impariamo a riconoscere questo gruppo in tutte le sue branche e sfere d’attività,
disseminato in tutto il mondo e che annovera nelle proprie file i veri e sinceri servitori spirituali
di ogni nazione, religione e organizzazione umanitaria, ci renderemo conto che oggi nel
mondo esiste un corpo organizzato di uomini e donne il quale, per numero e genere di attività
è del tutto adeguato per attuare i mutamenti che permetteranno al Cristo di tornare. Questo
avverrà se essi lavoreranno con serietà sufficiente, se saranno pronti ai sacrifici necessari e saranno
disposti a dimenticare le diversità nazionali religiose e sociali, attuando forme di servizio
che varranno a ricostituire il mondo. Devono educare gli uomini presentando pochi e
84
semplici concetti fondamentali e familiarizzarli all’idea della riapparizione del Cristo e della
manifestazione del regno di Dio. La loro opera consisterà in gran parte nel sintetizzare e attuare
praticamente l’opera dei due grandi Figli di Dio: il Buddha e il Cristo.
186
Il buon esito del lavoro del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è inevitabile; esso ha
compiuto molto progresso negli ultimi dieci anni; l’integrazione interiore dei suoi membri che
operano in stretto contatto con il Cristo e la Gerarchia e tale da garantire il successo esteriore;
esso fornisce un canale lungo il quale la luce, l’amore e la potenza del regno di Dio pervengono
ai collaboratori più exoterici.
Perciò rendiamoci conto che tutti gli uomini orientati verso lo spirito, tutti quelli che
cercano di lavorare per instaurare giusti rapporti umani, quelli che mettono in pratica la buona
volontà e cercano veramente di amare il prossimo, sono parte integrante del Nuovo Gruppo
dei Servitori del Mondo, e in questo momento il loro compito principale è di preparare la strada
per la riapparizione del Cristo
.
Affermo decisamente che il metodo migliore a nostra disposizione e lo strumento più
potente nelle mani della Gerarchia è la diffusione della buona volontà e la sua fusione in una
forza unica e operante. Preferisco dire così, anziché parlare di “organizzazione della buona
volontà”. La buona volontà oggi è un sogno, una teoria, una forza passiva che dovrà svilupparsi
in una realtà di fatto, in un ideale operante, in un’energia positiva. Questo è il lavoro cui
siamo chiamati a cooperare.
Il compito che attende il Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo è grande, ma non impossibile.
È gravoso, ma poiché è un programma di vita può essere attuato in qualsiasi aspetto
della normale esistenza di ciascuno. Pure, allo stesso tempo, siamo chiamati a vivere in modo
eccezionale e ad assumere responsabilità ben precise.
85
CONCLUSIONE
187
L’appello a preparare la riapparizione del Cristo è stato lanciato; l’appello per salvare il
mondo è risuonato, e oggi gli uomini orientati verso lo spirito e i discepoli del Cristo si stanno
riunendo in tutto il mondo. Non si tratta di uni associazione fisica, ma di un profondo evento
spirituale e soggettivo. Anche chi comprende solo vagamente ciò che quell’appello significa,
vi risponde e chiede che gli venga offerta l’opportunità di aiutare, e gli sia indicato cosa fare.
Siamo quindi in attesa della nuova Riapparizione. Il Cristo è atteso universalmente e ciò
e l’antidoto della paura e dell’orrore discesi sul nostro infelice pianeta. Oggi l’umanità guarda
in due direzioni: verso la terra devastata e i cuori angosciati, e verso il luogo da cui il Cristo
verrà e che chiamai simbolicamente “cielo”. Poiché esistono attesa generale, uniformità di testimonianze
e di predizioni, e tutte le indicazioni del “tempo della fine”, non è ragionevole
credere che un grande evento
stia per prodursi? Se in mezzo alla morte e alla distruzione si
manifestano una fede vivente (e tale fede esiste) e un ardente zelo che, attraverso le tenebre,
penetra nel centro di luce, non è forse lecito supporre che tale fede e zelo siano fondati su una
profonda conoscenza intuitiva? “La fede è la
sostanza delle cose sperate, l’evidenza delle realtà
che non si vedono “. (Ebrei, XI, 1).
188
In ogni paese l’umanità è in attesa di Colui che viene, qualunque sia il nome che gli viene
attribuito; ovunque si ha la percezione del Suo ritorno. La Sua seconda venuta è imminente e
dalle labbra dei discepoli, mistici, aspiranti, uomini spirituali ed illuminati sale
l’implorazione: “Che luce, amore, potere e morte adempiano il Proposito di Colui che viene”.
Queste parole sono una richiesta, una consacrazione, un sacrificio, un’affermazione di fede e
un appello all’Avatar, al Cristo, che nella Sua elevata dimora attende che sia abbastanza potente,
e che il grido dell’umanità sia abbastanza chiaro da giustificare la Sua riapparizione.
È necessario tener presente che non spetta a noi stabilire la data, né che dobbiamo aspettarci
aiuti spettacolari o strani fenomeni. Se svolgeremo il lavoro dovuto, Egli verrà al momento
stabilito e opportuno. Come, dove e quando non ci riguarda. Nostro compito è di fare il
massimo e su scala più vasta possibile per attuare giusti rapporti fra gli uomini, poiché la Sua
venuta dipende dal nostro lavoro.
189
Ognuno di noi può fare qualcosa per porre fine all’attuale terribile situazione mondiale e
prepararne una migliore. L’ultimo degli uomini può fare la sua parte nell’instaurazione della
nuova era di buona volontà e comprensione. Ricordiamo tuttavia che non lavoriamo, per “il
millennio”, ma che attualmente il nostro obiettivo è duplice:
1. Infrangere i ritmi antichi ed errati e stabilirne uno nuovo e migliore. In ciò il
tempo è un
fattore essenziale. Se s’impedisce la cristallizzazione dei mali antichi, che hanno prodotto
la guerra mondiale e si bloccano le forze reazionarie in ogni nazione, si apre la via a ciò
che è nuovo e alle attività del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, ovunque, poiché esso
è l’agente del Cristo.
2. Collegare e fondere l’aspirazione e il desiderio di tutti gli uomini, affinché la loro richiesta
risuoni abbastanza forte da pervenire alla Gerarchia spirituale.
Questa volontà richiede sacrificio, comprensione e profondo amore per il prossimo. Richiede
anche intelligenza, saggezza e conoscenza delle vicende mondiali. Via via che si
stabiliscono giusti rapporti umani (fondamentale necessità mondiale) seguendo il metodo
della buona volontà, il Cristo e i Suoi discepoli si avvicinano sempre più all’umanità. Se si
accetta la premessa iniziale che il Cristo sta per venire, gli uomini orientati verso lo spirito, i
discepoli e gli aspiranti inevitabilmente lavoreranno; ma è necessario che la premessa venga
accettata perché l’incentivo si dimostri adeguato alla necessità. È con questo pensiero che
guardiamo al futuro. Il
fiat del Signore è stato pronunciato. Il Cristo è attento all’invocazione
86
futuro. Il
fiat del Signore è stato pronunciato. Il Cristo è attento all’invocazione dell’umanità
che aumenta e si eleva ogni giorno di più, e “quando meno ve lo aspetterete,
Egli verrà”.
190
1 figli degli uomini sono un essere solo
ed io sono uno con essi.
Cerco di amare, non di odiare.
Cerco di servire e non di esigere il servizio che mi è dovuto.
Cerco di sanare, non di nuocere.
Il dolore porti il giusto compenso di Luce e Amore.
L’anima domini la forma esterna, la vita e ogni evento
e porti alla luce
l’Amore che è dietro tutto ciò che sta avvenendo.
Ci siano date visione e intuizione.
Che il futuro sia svelato,
l’unione interiore si manifesti
e le scissioni esterne scompaiano.
Che l’amore prevalga
e tutti gli uomini amino.
***
La Scuola Arcana prepara al discepolato della nuova era.
Presenta i principi della Saggezza Eterna, tramite la
meditazione occulta, lo studio ed il servizio quali
modo di vita.
Per informazioni rivolgersi in italiano a
Scuola Arcana
1, Rue de Varembé (3e)
Casella Postale 31 – 1211 GINEVRA 20
SVIZZERA
87
INDICE ANALITICO
Nota - I numeri di riferimento rimandano alle pagine
dell’originale inglese, che sono segnate a
margine del testo italiano.
A
Acquario: costruttori 98; doni all’umanità 80; doveri del Cristo 71, 72, 83, 98; energia
85-86; influsso 81-82; lavoro di gruppo 182; Maestro del Mondo 82-83, 86; precursore
79-88, 86; simbolismo 80.
Amore: del Cristo 9, 12, 36-37, 97; di Dio 19, 13l; energia divina 6; fusioni 98, 101; incarnazione
34; intuitivo 111-112; magnetico 62; principio 12.
Anima: definizione, esistenza 123-124; natura 134; potenza attrattiva 71-72; reincarnazione
118-119; riconoscimento 105; volontà 118.
Ariete: culto 79, 81; legge religiosa ebrea 127; influsso 106.
Ascensione: iniziazione 54.
Aspirante: storia spirituale 126.
Atlantide: verità 103.
Avatar: compiti 11; definizioni 6, 7, 8-9, 11; dell’amore 12; della Sintesi 76-78, 82, 93-
94, 97, 101, 111; discesa 9; dottrina 5-14; gruppo, effetti 182-183; manifestazione
11; veniente, cause 8, 10, 11.
B
Battesimo: iniziazione 86.
Blavatsky H.P.: 125.
Buddha: amore-saggezza 92; caratteristiche 97; ciclo 127; dissipazione dell’illusione
132-135; e il Cristo 100-101, 106, 107, 111, 133; Festività 155; insegnamento 105-
107; luce, estinta dai buddisti 142; nuove verità 12; missione 61; opera futura 93,
96-97; ottuplice sentiero 20-21; quattro nobili verità 20, 106; servizio superiore 40,
ultimo discorso 156; via di mezzo 90; Wesak 45, 46, 96.
Buona volontà: diffusione 111, 186; espressione 75, 84; Festa 155-156; nell’uomo 14,
40 sviluppo, effetti 164, 177-178, 179, 189; uomini di 21, 39, 95, 112, 165, 171,
179.
C
Cervello: rapporto con la mente 128.
Chiesa: autoritaria 164-165; futilità 41-42, 63-64, 80-81; situazione odierna 140; vera
108.
Chiese: occidentali 144, 146-147, 149-150; orientali 144, 146.
Cittadinanza: mondiale 175.
Civiltà: definizione 129; nuova 112; presente 22-23.
Clericalismo: liberazione 17.
Comprensione: internazionale 132; nuova era 188; spirituale 164.
88
Coscienza: dei discepoli 86; di gruppo 21, 68-69; espansione 25-27, 153; iniziatica 27;
spirituale 47-48; umana 12, 17-18, 126, 184.
Coscienza cristica: alimentata 47; crescita 83; definizione 75; stimolata 48; 82, 96-97.
Cristianità: definizione 140; errori 63-64, 106.
Cristo: amore 9, 12, 36-37; avvento, segni 44; conoscenza 25, 26, 27; crisi 27, 28, 68-79;
crocifissione 97-98; decisioni (1945) 23-25, 30, 69, 71, 72, 78, 82, 86; dispersione
dell’illusione 130-135; dolore 55; doveri, funzioni 71, 72, 83; e il Buddha 100-
101; esempio 108; espansione di coscienza 25-27; insegnamenti 23, 43, 48, 49,
54,56-57, 63-65, 70, 107-108, 110-130, 140-141; iniziazioni 39, 54, 55; luce e vita
58; Maestro del Mondo 62-63; natura 67; nazionalità e religione 19; nel tempio 27-
28; nel triangolo 111; opera 23, 57, 66, 93, 94, 99, 122,123, 124, 135, 136, 181,
182, 185; preparazione per il Suo ritorno 10, 19-20, 22, 23, 30-31, 47, 58, 59, 62,
63, 66, 67, 79, 84,107, 108, 109, 151, 160, 166, 167, 169-170, 174-180, 181-186;
presenza 43-44, 46, 121, 128, 165; problemi 67, 90; proposito 158, 163; rinuncia
26; ritmo di vita 169; ritorno 5-6, 8, 10, 12-13, 16, 23, 37-44, 58, 59, 62, 66-67, 69,
72, 73, 100, 109-111, 120, 122, 129, 130, 131, 169, 170, 187; seguaci 110-111;
sviluppo evolutivo 70; tentazione 131; tragedia, cause 99-100; uso
dell’Invocazione 34; visioni 25, 26.
Crocifissione: del Cristo, simbolismo 97-98; vero significato 23.
Cultura: 129.
Cuore: 128, 135.
D
Democrazia: stato attuale 130; vera 18.
Denaro: Canali di spesa 172-173; canali di utilità 175-180; per il Cristo 166, 171-176;
per la Gerarchia 180; uso errato 173-174.
Desiderio: male usato 20, 106, 132; personale 131.
Dio: amore 12, 19, 87, 94, 131, 148; conoscitori 182-183; fatto, riconoscimento 144-
145; immanente e trascendente 12, 36, 37, 41, 144-145, 149-150; natura 113; proposito
157; opera 43; volontà 13, 87, 157, 170.
Discepoli: aiuto offerto al Cristo 57; dei Maestri 91, 92; del Cristo 19, 30, 43, 44, 67, 90,
94, 112, 123, 128, 182, 183-184; gruppi 72; ingresso nel Regno di Dio 100.
Dolore: causa 20, 106, 113, 132.
E
Educazione: giusta 175; mondiale 18; nuovo mondo 91-92.
Elettricità: 123.
Emozioni: 130, 135, 158.
Energia: direzione 94, divina 6. e vita 26, 89-90. extra-planetaria 75. volontà 96.
Energie: di illuminazione 91-92. nuove 85-86. planetarie, incontrollate 123.
Era Nuova: costruttore 98. profezie 22-23, 33, 101. scopo 188-189. umanità 158.
Ercole: 27, 103-104, 107.
Ermete: 58, 104.
Evocazione: 151, 152.
Evoluzione: 70, 71, 102-108, 146.
89
F
Falegname: simbolismo 97-98.
Fedi: fusione 158, 159.
Feste: 46, 154-157.
Figli di Dio: 102-108, 169-170.
Finanze: 171, 173-175.
Fratellanza: dell’uomo 21; preludio, istituzione 184; riconoscimento 41; universale 124.
Fusione: amore e saggezza 98, 101; anima e personalità 134; buona volontà 186; di fedi
158, 159.
G
Gemelli: 126-127.
Gerarchia: accostamenti 69, 148, 149; attività 169-170; avvento 130; esternazione 169;
ingresso 85; iniziazione 72; innovazione 157; natura 28; opera 13, 18, 57, 93; potere
attrattivo 72; problemi 102-103; ritmo di vita 169; servizio 168; sinonimi 148.
Gerusalemme: definizione 28, 57.
Gesù: 39, 40, 74.
Gioia: 115, 168.
Giusti rapporti umani: avvento 149; base 59; conquista 53, dottrina 112; effetti 78, 96;
espressione 155; evocazione 84; importanza 108-109; inizio 83, 165; istituzione
12, 18, 30-31, 47, 56, 57, 95, 107, 113, 115, 172, 177, 178, 179, 186; necessità 12,
13, 175, 188, 189; programma 132.
Gioventù: rivolta religiosa 138.
Gruppi: 22, 91, 95, 111, 119.
Gruppo: Avatar 182-183; coscienza 119-120; espressione 131; opera 48, 51, 77-78, 182;
proposito 72; volontà 71.
Guerra: causa 113. mondiale 42.
I
Idee: nuove 133.
Illusione: dissipata 18, 130-136; mondiale 131-133.
Immortalità: dottrina 147; fatto 145-147, 150; insegnamento 104-105; prova 105.
Incarnazione: 119.
Inferno: 146-147.
Iniziati: 13, 69, 133, 135.
Iniziato definizione 128.
Iniziazione: ascensione 54; definizione 128; del Cristo 39, 54, 55; gerarchia 72; misteri
71, 120-130; preparazione 86; prima 86, 87, 156; seconda 86; umana 82.
Intelletto: 139-140.
Intuitivo: amore 111-112; comprensione del Piano 94; conoscenza 187; sviluppo 88.
Invocazione: 13, 22, 31-35, 40, 42, 43, 44, 46, 72-73, 82, 151-152, 154.
Israele: 79, 81.
90
K
Karma: 147.
Krishna: 4, 107, 127.
L
Legge: amore 138; azione e reazione 74; causa ed effetto 118, 146, 1;47; compassione
10; rinascita 77, 115-120, 146, 147.
Liberazione: messaggero di 21; vita di 107-108.
Libertà: 21, 149, 164.
Libero arbitrio: 113, 164.
Luce: amore e servizio 128; corpo 134; della ragione 133; linee 59; planetaria 58.
Luna: piena, festività 154, 155-156.
M
Maestri di saggezza: 19, 33, 51, 57, 72, 73, 91, 92, 121, 126, 148.
Maitreya: 5.
Massoneria: conservazione dei misteri 121, 122; definizione 128; due colonne 126-127.
Materialismo: nella religione 140, 141; rifiuto 129.
Mente: 70, 91, 119, 125, 128, 130.
Misteri: 71, 122, 123, 125, 126-127.
Mistico: 33-34.
Mitra: 79, 81, 127.
Mondo: ordine nuovo 132, 169; situazione odierna 15-35.
Morte : abolizione di preconcetti 123.
N
Nazioni Unite: 50, 77, 93, 132, 174, 175.
Nuovo gruppo di servitori: 44, 46, 48, 77-78, 84, 90, 92, 95, 98, 100, 111, 114, 151, 154,
165, 166, 181, 183-186.
Nuovo Testamento: 79, 100.
O
Occultisti: 19.
Odio: compensato da buona volontà 74-75; natura 112.
P
Pace: 14, 40, 41, 59, 112, 149, 163.
Pane: simbolismo 80.
Pasqua: 155.
Paura: antidoto 187; coltivata dal clero 142, 147.
Pensatori: 133.
91
Pensiero, Potenza: 154.
Personalità: 134.
Pesci (era dei Pesci) 79, 81, 84, 88, 98, 99, 106, 123, 182.
Piano (come programma): collaborazione umana 34-35; comprensione 46, 94; divino 65;
giustificazione 12; per il mondo 145.
Piano astrale: 130, 134-135.
Piano fisico: 178.
Piano mentale: 135.
Plenilunio: 31, 75, 82, 86, 90-93.
Politica: 18-19, 164-165.
Preghiera: 32-33, 35, 151:
Profezie riguardanti: buona volontà 84; chiese 140; energia dell’amore 11-113; Festività
religiose 155-157; Gerarchia 153; giusti rapporti umani 84, 111-112, 113; il Buddha
93, 96-97; il Cristo 16-17, 23, 66, 83, 88, 93, 96-97, 115-130, 135; iniziazione
154; invocazione 151, 152; lavoro di gruppo 182; materialismo 129; misteri 122-
123; nuova era 22-23, 33, 101, 129; nuova religione 17, 149-151, 152, 159; pace
40, 41; poteri psichici 123; regni di natura 78; reincarnazione di Krishna 4; storia
129.
Proposito: divino 113, 145.
R
Radio: 91-92.
Realtà: mancanza di percezione 103; riconoscimento intuitivo 133; spirituale 137.
Regno di Dio: ammissione 88, 159; caratteristiche 30; cittadinanza 50-57, 65; comparsa
65, 71, 120-121, 153; definizione 50, 148; energie 73; leggi 88; riconoscimento
163;
Reincarnazione: insegnamento 117.
Religione: avulsa dalla politica 18-19; definizioni 43, 157-158; in passato 158; nuova,
mondiale 67, 71, 72, 83,86, 116, 143-152, 153-154, 157, 158-159; organizzazione,
insuccesso 138-139; ortodossa attuale 137-138; vera 17, 42-43.
Rinuncia: al materialismo 127; vero significato 23.
Rivelazione: continuità 9-10, 61, 62, 64, 65, 147-148; divina 62-63, 64, 150, 157; nuova,
attesa 143, 149; ostacoli 141; spirituale 6; sorgente 123.
S
Sacre Scritture: 6, 45, 59, 154.
Saggezza: 97, 98, 101, 134.
Salvatore: attesa 5-6; avvento 10.
Salvezza: conquista 147; del mondo 162; personale 171.
Sankaracharya: 107, 127.
San Paolo: influenze 106, 140.
Sentiero: del discepolo 168; dell’evoluzione 61, 146; verso Dio 150.
Servizio: gioia 168; individuale 180-181; luce e amore 128; tecnica 107-108;
Shamballa: 28, 39, 58, 78, 135, 155, 158;
Signore: del mondo 13, 26, 39, 40, 44-45,46, 73;
92
Sintesi: 78, 158;
Spirito di pace 74-75, 82, 101, 111;
Stampa: 92;
T
Tabernacolo nel deserto: simbolismo 28;
Telepatia: 154;
Tempio di Salomone: 27-28;
Tensione: definizione 73; emotiva 135; spirituale 73.
Teologie: 137-138, 140, 141, 142.
Toro (età del Toro) 79, 81, 106, 127.
Trasfigurazione: interpretazione 51-52; significato 134.
U
Umanità: condizione 30, 100, 170; conquiste 49-53; destino 43; disillusione 133; divinità
essenziale 165; espansione di coscienza 127; invocazione 40, 42, 43; maturità
135; mete 132; miserie 20, 106-107, 113, 132; rigenerazione 111; soccorsi all’ 93-
94.
V
Vangelo: 24-30, 126.
Vecchio Testamento: 79.
Verità: di Dio immanente 149-150; dinamica 11; divina 103, 139-140; nuove 12 36, 48,
53; religiosa 142; riconoscimento 134; rivelazione 138.
Via: della mente e del cuore 93; della resurrezione 30; dell’evoluzione superiore 26; illuminata
30.
Vita: 85, 112, 146.
Volontà: del Cristo 29-30, 70, 73, 76-77; di Dio 13, 31, 34, 62, 69, 71, 87, 113; divina
53, 62, 71, 113, 114, 115; energia 96; evoluzione 71; potenza 27.
Volontà-di-bene: 14, 40, 53, 57, 77-98, 123, 169.
Vyasa: insegnamento 104-105, 107.
W
Wesak: e il Buddha 96; proposito 45-46; significato 155.