martedì 22 novembre 2011

23 N O V E M B R E 2012 = OM SRI SAI SATHYA SVARUPAYA NAMAHA <=> Immutabile Verità Assoluta a Te m'inchino.-



SRI SATHYA SAI BABA LAST DARSHAN VIDEO INSIDE POORNACHANDRA HALL : http://www.youtube.com/watch?v=hOQCte81OeA

Sri Sathya Sai Baba Darshan (Brindavan) - The Early Years: http://vimeo.com/24546995
<=> L'INFINITA LUCE DELL'AMORE <=>



SRI SATHYA SAI BABA SINGS THE GAYATRI MANTRA: http://www.youtube.com/watch?v=BrX1K9mdN84

Perchè "ancora" G A Y A T R I ? Affinchè penetri profondamente il Suo più intimo significato: *C O N N E S S I O N E  C O S T A N T E  C O N  I L  D I V I N O - R I M O Z I O N E  I M M E D I A T A  D I  O G N I  O S T A C O L O  V E R S O  L A  C O N S A P E V O L E Z Z A  E  I L  D H A R M A  P R I N C I P A L E: A M A R E  T U T T I - S E R V I R E  T U T T I !!!*

Il Gayatri Mantra

Gayatri Mantra in sanscrito:OMBHUR BHUVAH SVAHA
TAT SAVITUR VARENYAM
BHARGO DEVASYA DHIMAHI
DHIYO YO NAH PRACHODAYAT
Om
Meditiamo sulla Gloria di Isvara
Colui che ha creato l'Universo,
Colui che merita adorazione,
Colui che impersona la Conoscenza e la Luce,
Colui che cancella tutti i peccati e l'ignoranza,
Possa Egli illuminare i nostri intelletti.


La Gayatri è la personificazione di tutte le forme di Divinità - "Sarva Devatha Swaroopam".La Gayatri non appartiene ad alcuna casta, setta o religione. La sua portata è universale.(Sathya Sai Baba)
Il Gayatri Mantra e' il Mantra piu' sacro, e, mentre prima era conosciuto e cantato soltanto dagli Iniziati indu', oggi tutti hanno il permesso di cantarlo, per volonta' di Sai Baba.
Il Gayatri Mantra e' l'essenza di tutti i Mantra, vale a dire l'Essenza di tutti i sacri Nomi di Dio.
La Gayatri e' una preghiera volta solo ad ottenere l'Illuminazione dell'intelletto.
E' un'invocazione rivolta alla Dea che non ha un nome speciale ma che trascende tutti i Nomi.
Essa e' diretta alla Madre Universale, senza alcun nome restrittivo:
Essa e' la Madre di tutte le genti, di tutti i tempi e di tutte le religioni.
E' di validita' universale.



La Gayatri

Tutto ciò che è visibile risplende nella Gayatri, perché Vac (la parola) è Gayatri e tutti gli oggetti sono la "parola", indicati dalla "parola" e inclusi nella "parola".

La parola è linguaggio o suono. Il linguaggio descrive gli oggetti, li esprime e li indica. Tutti gli oggetti appartengono al mondo, niente è al di là di esso. Questo mondo è il corpo dell'uomo ed egli non può uscire dal suo corpo. L'elemento vitale (il Prana) lo sostiene, è nel suo cuore, e non può essere stimolato dall'esterno.

La Gayatri si regge su quattro piedi (i Veda) e sei categorie. Le categorie sono: la parola, gli oggetti, il mondo, il corpo, il respiro, il cuore. Il Purusha celebrato dalla Gayatri è veramente magnifico, solenne, glorioso. Tutta la molteplicità delle cose, com'è stato affermato, non è che una parte del Suo corpo. Il numero e la specie, la misura ed il significato degli oggetti, sono al di là della comprensione umana ed essi sono solo la quarta parte della Sua magnificenza. Le altre tre parti sono la Sua fulgida forma immortale.

E' impossibile capire il mistero di quella forma piena di splendore. Il Purusha indicato dalla Gayatri è Brahman. Egli è l'Onnipervadente, incomprensibile, presente nello stato di veglia; è nella personalità dell'uomo ed è presente nello stato del sogno; è nel cuore dell'uomo, che colma e completa, ed è presente nello stato di sonno profondo. Chiunque conosca questa verità, raggiunge la totalità, il Brahman. Ossia chi ha coscienza dei tre stati di veglia, di sogno e di sonno profondo, è completo, è egli stesso il Brahman. E' ridicolo che l'Uomo, il Purusha, l'Atmasvarupa divenga il depositario dell'egoismo e dell'impurità. Che disastro! Perché anche oggi possa essere riconosciuto come Purusha dovrebbe cercare di seguire il sentiero capace di dargli un atomo di quella gloria.

Perché quindi parlare del Purusha-dharma? Come possono praticare il Purusha-dharma le persone che non si curano di ottenere nemmeno l'infinitesima parte della gloria del Purusha? Neppure la più diligente ricerca oggi potrebbe rivelare la benché minima parte di esso. Come affermarono gli antichi Rishi "quando il ri-nato (nato a nuova vita, il nato due volte)1 abbandona la preghiera quotidiana, cade nella perdizione"; così dicono anche le tradizioni sacre.

Coloro che trascurano le preghiere quotidiane (Sandhya)2 non hanno alcun diritto di celebrare gli altri riti. Gli antichi saggi ottennero longevità, fama, gloria, saggezza e splendore divino perché recitarono le preghiere Sandhya (preghiere giornaliere fatte all'alba, a mezzogiorno e al crepuscolo) per molti anni; questo è citato anche da Manu nel codice che da lui prende il nome (Codice di Manu).

Perciò, da qualunque punto di vista vogliamo considerarlo, nessun Brahmino è degno di tale titolo se non medita sulla Gayatri. Ciò che qui si intende per Brahmino è l'uomo che ha pienamente realizzato il principio di Brahman (Dio) e che si è purificato con la pratica costante della contemplazione di Dio. Costui non ha nulla a che vedere con la casta e neanche col grado religioso. Però, coloro che hanno ereditato il titolo di Brahmino hanno la specifica responsabilità di essere fedeli alle devozioni Sandhya e alla Gayatri.

Che cosa significa esattamente la parola Sandhya? "Sam" vuol dire "bene" e "dhya" deriva da dhyana (meditazione); quindi Sandhya significa: "intensa meditazione sul Signore", concentrarsi con fervore su Dio. Per fissare la mente in Dio è necessario controllare le proprie attività, e perché il controllo possa aver successo bisogna superare l'ostacolo dei tre guna (sattwa, rajas, tamas).3 Quando questi aspetti dell'impulso naturale predominano e spingono l'uomo nella loro direzione, bisogna pregare Dio perché annulli il loro influsso. E' il primo dovere dell'uomo che lotta per raggiungere Dio.

Il "mattino" è il momento della qualità sattwica; il "mezzogiorno" è l'ora della qualità rajasica e alla sera, ora del buio, si manifesta l'ondole tamasica. Questa è legge di natura.

All'alba la mente, risvegliata dopo il conforto del sonno, è libera da agitazioni e depressioni; perciò è calma, e in quelle condizioni mentali la meditazione sul Signore è molto proficua ed è il motivo per cui viene prescritta al mattino. Ma l'uomo, inconscio di quel significato, pratica il rito in modo meccanico, soltanto perché glielo hanno detto gli antichi saggi. Praticare la meditazione dopo averne capito il significato più profondo e segreto, è il secondo dovere dell'uomo.

Man mano che il giorno avanza, nell'uomo si desta la natura rajasica, la natura dinamica, ed egli entra così nel campo del lavoro e della fatica. Prima di consumare il pasto del mezzogiorno, deve meditare di nuovo sul Signore, offrirgli il suo lavoro ed il relativo risultato; può incominciare a mangiare solo dopo questo atto di devozione e di riconoscente ricordo. Se si osserva questo rituale, la qualità rajasica può essere tenuta sotto controllo e dominata dalla natura sattwica. Questo è il significato della meditazione meridiana che è il terzo dovere dell'uomo.

L'uomo ha infine un'ultima caratteristica: la tamasica. Quando giunge la sera, egli si affretta a tornare a casa per cenare e poi, sopraffatto dal sonno, va a dormire. Ma un altro dovere però lo aspetta; mangiare e dormire è il destino degli oziosi e dei fannulloni. Quando il peggiore dei guna, il tamas, minaccia di prendere il sopravvento, l'uomo deve fare uno sforzo particolare per sfuggire alle sue spire, ricorrere alla preghiera in compagnia di coloro che amano il Signore e dedicarsi alle letture della Sua gloria, rafforzando così le virtù. Questa è la preghiera Sandhya prescritta per la sera. La mente deve essere preparata e guidata correttamente; dev'essere portata a capire che la beatitudine data dalla meditazione e la gioia di sentirsi inconscia del mondo esteriori sono molto più grandi e durevoli del conforto che la dose giornaliera di riposo fisico può dare. Una tale beatitudine, una tale gioia, può essere sentita e realizzata da tutti; la facoltà del discernimento vi aiuterà a capirlo. E questo è il quarto dovere dell'uomo.

L'uomo che, nel corso della sua vita, pratica tre volte al giorno le devozioni-Sandhya, è veramente un uomo elevato. Egli è sempre contento ed ottiene sempre tutto ciò che desidera. Ha conquistato la salvezza mentre è ancora in vita; è un jivanmukta, un liberato in vita.

Bisogna però stare attenti affinché laSandhya non diventi abitudine meccanica, una monotona osservanza fra le tante prescritte. Dev'essere eseguita con la consapevolezza dell'importanza implicita nel suo significato recondito. Si dovrebbe capire chiaramente il significato della Gayatri e sentire l'identità fra quello splendido Essere, l'Atmasvarupa menzionato nel Mantra, e se stessi. Coloro che ignorano il suo significato finiranno per trascurarla.

Manu4 ha dichiarato che la Gayatriè il respiro stesso del Brahmino ed ha sottolineato che questa non è soltanto una frase declaratoria, ma è la verità. Che cosa c'è infatti di più efficace, per il progresso spirituale, della meditazione sullo splendore che illumina e alimenta l'intelletto umano? Che cos'è più vitalizzante della preghiera che chiede di liberare la mente dalle tendenze nocive?

Per l'uomo non esiste corazza migliore del rafforzamento delle virtù. Manu attesta che il Brahmino non perderà la sua condizione finché rimane fedele alla Gayatri e viene ispirato dai suoi significati. Dice inoltre che, se un Brahmino è troppo debole per proseguire lo studio dei Veda, deve almeno recitare la Gayatri ed esserle fedele sino in fondo. Anche le tradizioni sacre confermano che non c'è un tesoro più grande della Gayatri.

La forza dello spirito può compiere tutti i doveri legati al mondo, e poiché la Gayatri dà l'energia spirituale, per sostenere quella forza bisogna invocarla con devozione nei momenti appropriati. Per lo sviluppo del corpo fisico è necessario un cibo sattvico; così, per vivificare lo splendore dell'anima umana, dev'essere attirato lo splendore del Sole sotto forma di Bhavana, o intelligenza creativa.

Quando la forza spirituale cresce, anche i sensi sono attivati e guidati verso tendenze benefiche; quando diminuisce, i sensi sbagliano e voi sbagliate. Quindi, se l'energia solare viene attirata proprio nel momento adatto, il beneficio è assicurato, com'è sicuro il raccolto quando i semi sono piantati nella giusta stagione. Possono forse le tenebre nascondere e confondere quando il sole è sorto e ha coperto la terra col suo fulgore? Come può prevalere il dolore quando siamo immersi in quello splendore e sostenuti da quell'energia che deriva direttamente dalla sorgente, da Brahman? La tecnica di questo metodo è stata trasmessa dagli antichi a beneficio di tutti gli aspiranti. Apprendetela e praticatela; con la vostra diretta esperienza potrete constatare la verità del loro insegnamento.

Che scopo ha la sacra cerimonia dell'Upanayana?5 A quale Mantra siete stati iniziati in quel giorno? Perché vi è stato insegnato allora solo quel Mantra? Perché non è stata data la stessa importanza ad altre formule? Riflettete su questi interrogativi, e capirete che la Gayatri è il Re dei Mantra.

Scoprirete anche che i riti acquistano nuovo significato e che hanno molti obiettivi, che i fatti e le opere degli antichi sono degni della vostra attenzione. Se non cercate di conoscerne il significato, li interpreterete secondo la vostra fantasia e troverete trucchi e stratagemmi per evitare i doveri che la vita vi impone.

Dunque, qual è il vero significato della parole Gayatri? Per Gayatri si intende sia una Dea6 che una formula. Gayatri è ciò che protegge le forze vitali e gli organi di senso, incominciando dalla parola (Vaak). Inoltre si dice che la Gayatri salva coloro che la cantano, la venerano, la invocano e meditano su di essa. Questo Mantra sacro ha trasformato un veggente di stirpe non sacerdotale (Rajarshi) come Viswamitra, in un saggio divinamente ispirato, cioè in un Brahmarshi. La Vedamata, la madre dei Veda, concederà la Sua grazia a tutti coloro che l'adorano. Questa Dea è descritta nelle composizioni Brahmana e Dharmasutra; se riuscirete a capire bene questi testi, potrete realizzarla senza nessun aiuto.

Il Dharma, impregnato di tali profondi misteri, viene oggi discusso e volutamente interpretato in vari modi; ed è questa la ragione del suo declino.

Perciò è essenziale ripristinare l'eterno Dharma e ristabilire l'interpretazione naturale della verità atmica, che è la base del Dharma. Altrimenti questo concetto sarà trasformato al punto da non essere più riconoscibile e prevarrà la fantasia.

Ogni azione deve avere l'impronta delDharma, qualunque sia la sua natura!

Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Tratto da: La legge eterna, Fondazione Sathya Sai Seva, Roveredo GR, CH, 1986, pp. 61-69, ISBN 88-77340-04-5

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1 Chi ha ottenuto dal suo Guru una "seconda nascita" attraverso la Gayatri, l'iniziato.

2 Sandhya significa "congiunzione degli astri". Le preghiere-Sandhya sono quindi quelle fatte in determinate ore del giorno, ore in cui il Sole si trova in una determinata posizione rispetto alla Terra, cioè l'alba, il mezzogiorno, il crepuscolo. Perciò le "preghiere-Sandhya" sono la "congiunzione dell'anima con Dio".

3 Guna: sono le tre modalità in cui la natura si manifesta; sattwa è la modalità dell'intelligenza e della luminosità; rajas è la modalità dell'energia motoria e dell'attività mentale; tamas è quella dell'inerzia statica e dell'oscurità psichica.

4 Il mitico autore e compilatore della Manu-smrti, o Codice di Manu, che è una raccolta di norme legislative basate sull'insegnamento dei Veda.

5 Rito di iniziazione.

6 Nella tradizione, la Gayatri è personificata come una Dea, madre dei quattro Veda.


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