*B E L L A C I A O*: http://www.youtube.com/watch?v=hgzunxz8hs8
<*°*> G I N E S T R E I N F I O R E <*°*> |
*B E L L A C I A O*: http://www.youtube.com/watch?v=hgzunxz8hs8
FRAMMENTI DEL FILM *IL PARTIGIANO JOHNNY*, dal libro di Beppe Fenoglio:
)§( Von Thronstahl - The Partisan (Il Partigiano Johnny tribute): http://www.youtube.com/watch?v=i1blNyHVj78&feature=related
)§( Il partigiano Johnny - I ventitrè giorni della città di Alba: http://www.youtube.com/watch?v=fv2kthsMoIU&feature=related
)§( Il partigiano Johnny: http://www.youtube.com/watch?v=uf21vqbuMv0&feature=related
SCENEGGIATURA del film IL PARTIGIANO JOHNNY=
IL PARTIGIANO JOHNNY
di Guido Chiesa e Antonio Leotti
Tratta dal romanzo di Beppe Fenoglio
settembre 1999 quinta stesura
tutti i diritti riservati Fandango
1
1 - MONTAGGIO - CASA IN COLLINA/ALBA AMBIENTI VARI
Un crescendo di musica per archi e percussioni.
A Mattino
. Una tenda trasparente ondeggia in primo piano.
Attraverso gli spazi angusti di una persiana, i profondi occhi di
Johnny intravedono il declivio di una collina attraversata da un
boschetto dai colori autunnali. Lontano, a valle, il profilo di
una cittadina costeggiata da un fiume.
B
Facce giovani, stanche, disfatte. Nell’ampio cortile sterrato
del
Civico Convitto una ventina di giovani, alcuni con la divisa
del Regio Esercito, altri in improbabili abiti civili. Rassegnati,
in silenzio, bivaccanti nella polvere. Tra loro,
un giovane sui
vent'anni (RIVELLA),
con occhiali da vista e abiti borghesi, lo
sguardo attento e vigile.
C
Una mensola ben fornita: crema da barba, pennello, spazzolino,
brillantina. Davanti allo specchio, un giovane poco più che
ventenne (
JOHNNY), precocemente invecchiato, alto, magro, occhi
penetranti, magnetici. Con gesti metodici, si passa della
brillantina tra i capelli scuri. Poi, lentamente, li pettina.
Controlla e ricontrolla la piega. Con aria triste, amara.
D
Stesse facce rassegnate, stessi sguardi sconfitti. I giovani
camminano a testa bassa per
le vie spopolate di Alba. In mezzo
agli altri, Rivella. Lo sguardo mobile, sulle case e sui rari
passanti.
Un uomo sui cinquanta, intabarrato in un cappotto scuro,
si ferma a guardarli. Un lampo di disperata speranza negli occhi
di Rivella. L'uomo ricambia con la stessa intensità. La sua mano
accenna un debole gesto di saluto. Il giovane abbassa la testa.
Secchi ordini in tedesco lacerano l'aria. L'uomo rimane fermo,
impietrito, a guardare la triste colonna che si allontana.
E
Una sigaretta infilata tra dita affusolate, delicate. Il fumo si
alza in perfetto perpendicolo. Le dita sfogliano le pagine di un
libro. Sul frontespizio: John Bunyan,
The Pilgrim’s Progress.
F
La colonna percorre ora una via centrale sulla quale si
affacciano numerosi vicoli. Rivella studia la situazione di
sottecchi, facendo incessantemente rimbalzare lo sguardo da una
parte all'altra della via. Rallenta il passo. Alcuni prigionieri
lo superano con aria indifferente, come non esistesse. Rivella si
guarda intorno. Improvvisamente, scarta, esce dalla fila, prende a
correre a perdifiato in un vicolo, rincorso dalle taglienti e
immediate grida d'allarme dei tedeschi.
Una raffica breve, secca.
Rivella sta ancora correndo, gli occhi fuori dalle orbite, l'eco
della raffica nelle orecchie. Scosso dai colpi, rallenta, il suo
sguardo si spegne dolcemente, come se si addormentasse. Prima di
rovinare a terra in una pozza di sangue.
G Notte
. Una cucina disordinata. In un angolo del tavolo
sbrigativamente sgombrato, Johnny mangia compitamente con
forchette e coltello: nel piatto, una fetta di formaggio. Indossa
2
un impeccabile completo grigio, i capelli sempre ben curati. Lo
sguardo malinconico sul libro aperto accanto al piatto.
H Prime luci dell’alba
. Alcuni uomini e donne, a piedi o in
bicicletta, lanciano tristi e frettolose occhiate al corpo del
ragazzo che giace nella stessa scomposta posizione in cui è stato
freddato. Nessun tedesco in vista. Tra gli uomini, un
cinquantenne, robusto, faccia mite e angosciata. Gli occhi che non
si staccano dal cadavere.
2 - INT. - CASA IN COLLINA - TRAMONTO
Johnny, visto di spalle, si avvicina alla persiana: lo stesso uomo
dalla faccia mite sta salendo verso la casa con passo lento,
stanco. Johnny lo segue emozionato finché la figura non scompare
dietro alla persiana. Allora il suo fare diventa ansioso, si
affretta ad aprire la porta, trepidante. L’uomo è di fronte a lui,
sotto braccio un sacchetto di provviste e dei giornali. Si fissano
in silenzio, uno di fronte all'altro, esitanti.
JOHNNY (freddo)
Hai portato le sigarette?
Il
PADRE DI JOHNNY affonda una mano nella tasca del cappotto ed
estrae due pacchetti.
PADRE
Quello che ho trovato…
Johnny li prende e si scosta dalla porta. Il padre lo segue
nell’anonimo soggiorno: tutti i mobili sono ricoperti di vecchie
lenzuola, le persiane chiuse. Rimangono entrambi in piedi,
impacciati. Il padre posa il fagotto su un tavolo ricolmo di libri
inglesi e fogli scarabocchiati. Johnny lo scruta nervoso.
JOHNNY
Attento ai libri…
Il padre sposta il fagotto su una sedia. Johnny prende un
giornale, lo stira davanti a sé: in prima pagina, la foto di un
reparto in parata che fa il saluto fascista e il titolo
“Graziani
a capo del nuovo esercito fascista”
.
PADRE (f.c.)
Hai visto?… rialzano la testa…
Johnny scrolla apatico le spalle.
JOHNNY
Sempre lo stesso schifo…
Il padre solleva angosciato lo sguardo sul figlio.
PADRE
Lo sai che è successo ieri?
3
JOHNNY (brusco)
Che vuoi che sappia da quassù?
Il padre sospira profondamente.
PADRE (secco)
Hanno ammazzato il tuo amico Rivella…
La notizia si abbatte su Johnny come una fucilata. Si ferma e
fissa incredulo il genitore.
… lo stavano portando in Germania…
Johnny si lascia cadere su una poltrona. Estrae una sigaretta,
l'accende con mano tremante. Il padre sospira, gli occhi
malinconici sul dolore del figlio. Si siede faticosamente nella
sedia di fronte a lui. Abbassa sconfortato lo sguardo.
E' terribile avere ora dei figli della
vostra età…
2 A - INT. - CASA IN COLLINA - NOTTE
Un libro inglese aperto sul tavolo affollato di carte.
JOHNNY (sottovoce, f.c.)
… and as I slept I dreamed a dream…
A fianco un quaderno sul quale la mano di Johnny scrive
lentamente:
"… e mentre dormivo sognai un sogno”. Si interrompe,
fa un piccola correzione nelle righe soprastanti. Studia la pagina
passandosi la penna stilografica sul mento. Afferra un pacchetto
di sigarette: vuoto. Si allunga verso un secondo pacchetto: vuoto
anche questo. Lo getta con stizza per terra. Sospira contrariato e
chiude di scatto il quaderno.
2 B – INT. – CASA IN COLLINA – GIORNO
Johnny guarda nervosamente tra le persiane delle porte-finestre
del salotto. Poi con una certa impazienza fissa un orologio a
pendolo che si trova tra le due porte-finestre: segna le 5 meno
dieci. Guarda quindi il proprio orologio da polso: sono le 5.
Riguarda con maggiore impazienza il pendolo. Quindi l’orologio.
Infine, quasi sbottando, si avvicina al pendolo, apre lo
sportellino e sposta le lancette sulle 5. Soddisfatto si avvia
fuori. Lo vediamo che scende dalla collina, la stessa da cui era
salito il padre.
3 - EST. - VIE DI ALBA - NOTTE
Un vicolo deserto nella città oscurata. Un manifesto sul muro
ordina ai renitenti alla leva di presentarsi al Comando di zona
della Repubblica Sociale Italiana.
Pena la morte. Una figura
furtiva gli passa di fronte ignorandolo: è Johnny, sguardo a
terra, fiato sospeso. Dalle case sigillate, voci stanche,
4
soffocate. Johnny rivolge lo sguardo in alto, come a voler captare
quell'oscuro chiacchiericcio. Al termine del vicolo si ferma: di
fronte a lui l’imponente massa nera della cattedrale e il mare di
selciato della piazza prospiciente. I suoi occhi si fissano su un
buio balcone sovrastante una farmacia.
4 - EST. - PORTICI - NOTTE
Un cortile poco illuminato. Schiacciati in un angolo, quattro
giovani parlottano sommessi, gli sguardi tesi all’androne che
collega il cortile ai portici della piazza. Tra di essi, un
venticinquenne (
ALESSANDRO), la faccia pacioccona resa meno
adolescenziale dalla barba incolta, e un ventenne dal baffetto
aggressivo, occhi vivi e il fisico scattante (
ETTORE). Anche gli
altri due (
VICO e BERGADANO) hanno di poco superato la ventina,
l’aspetto degli studenti universitari. Rumore di passi in
avvicinamento. Tutti trattengono il fiato: Johnny compare
nell’androne e li raggiunge a grandi falcate. Saluta con rapidi
cenni e si accosta ad Ettore. Si scambiano uno sguardo intenso.
ETTORE
Che fai qua, sei matto?
JOHNNY (laconico)
Ho finito le sigarette.
Ettore scuote la testa, divertito. Ma subito si fa cupo.
ETTORE (porgendogli una sigaretta)
Hai visto che roba Rivella?
Johnny annuisce con un bagliore di rabbia impotente.
JOHNNY (prendendo la sigaretta)
Ma non vengono i professori?
Fa per accendersi la sigaretta, ma il rumore di altri passi lo
obbliga a spegnere immediatamente il fiammifero. Il gruppo si
irrigidisce. Dall’androne emerge con passo leggermente claudicante
un uomo sui 35 anni, gli occhiali tondi, il viso cordiale
(
CHIODI). Alle sue spalle un altro uomo della stessa età,
massiccio, con una testa leonina e occhiali con lenti opache
(
COCITO). Un lampo di soddisfazione attraversa il viso di Johnny.
Tutti si salutano (a soggetto). Cocito va a stringere la mano di
Johnny con compiaciuta energia.
COCITO
Dear
Johnny… ti sapevo sepolto in
collina a studiare…
Johnny scuote malinconicamente la testa.
JOHNNY
Non ne potevo più di star solo…
5
Cocito sorride debolmente. Dietro di lui, Chiodi sta parlando con
gli altri ragazzi.
COCITO
Chiodi mi ha detto che sei riuscito a
tornare da Roma per miracolo…
Johnny alza le spalle.
JOHNNY
In caserma sono scappati tutti… sono
scappato anch'io…
Il professore annuisce, abbracciando con lo sguardo il gruppo.
COCITO
Abbiamo la guerra in casa…
Johnny annuisce amaro, mentre gli altri si scambiano occhiate
impacciate. Vico si schiarisce la gola.
VICO (irruente)
Professore, facciamogliela pagare…
Cocito si consulta con lo sguardo con Chiodi.
CHIODI (esitante, prudente)
In che modo Vico?
Vico non sa che cosa rispondere. Ettore interviene con veemenza.
ETTORE
Alba è piena di fascisti da accoppare…
Un bagliore di soddisfazione lampeggia negli occhi di Cocito.
COCITO
Giusto. Come fanno i partigiani di Tito
in Jugoslavia, no?
Ettore ammutolisce impressionato dalle parole e dal tono deciso
del professore. Cocito passa in rassegna il gruppo. Alessandro
scuote imbarazzato la testa. Vico e Bergadano annuiscono con poca
convinzione. Infine Cocito ferma lo sguardo su Johnny che aggrotta
pensieroso la fronte.
COCITO
E tu, vorresti fargliela pagare?
Johnny esita per un istante, poi annuisce.
… allora sei disposto ad ucciderli?
Johnny appare seriamente in crisi. Cocito lo squadra severo.
6
Si tratta di questo… uccidere…
Sul gruppo cala un silenzio carico di tensione. Cocito riparte
soppesando le parole, lo sguardo inchiodato su Johnny.
Mettiamo che avvisti un fascista e stai
per sparargli. Però, tu sai che se lo
ammazzi, c’è rischio di una
rappresaglia contro dei civili. Ti
senti lo stesso di ucciderlo?
JOHNNY (d'impeto)
No.
Cocito ne prende atto con un velo di sodddisfazione.
COCITO
Bene. Se tuo padre fosse un fascista,
uno di quelli duri, ti sentiresti di
sparargli?
Johnny scuote la testa con un misto di imbarazzo e delusione.
VICO
Professore lei fa solo casi estremi…
COCITO
La guerra è solo casi estremi.
Nessuno osa controbattere. Chiodi ne approfitta per chiarire il
pensiero del collega.
CHIODI
Il professore intende dire che non
basta diventare partigiani perché si
vuole la libertà… questa è una guerra
per rivoluzionare l’Italia… o almeno
così la pensano i comunisti…
I ragazzi si scambiano occhiate scettiche. Cocito freme di
passione. Johnny è glacialmente perplesso.
COCITO
Diversamente sarete soltanto dei Robin
Hood… e tu Johnny scommetto che sarai
un grande Robin Hood… ma molto meno
utile, e meno bello dell’ultimo
partigiano comunista.
Johnny scuote la testa per nulla convinto. Fissa il professore con
aria di sfida. Chiodi lancia un’occhiata severa al collega.
CHIODI
7
Sai Cocito, mi ripugni… mi ripugni come
un gesuita…
COCITO (senza cattiveria)
E voi siete infantili.
Un silenzio imbarazzato cala su tutto il gruppo. Chiodi getta lo
sguardo nel buio circostante.
CHIODI (sdrammatizzando, sofferto)
Più che altro corriamo l'infantilissimo
rischio di farci beccare…
La battuta di Chiodi allenta la tensione. Tutti salutano i
professori con pudico imbarazzo. Johnny stringe la mano a Cocito
senza perdere l'espressione accigliata. Il professore gliela
trattiene con un sorriso, quasi non volesse staccarsi da lui.
COCITO
Stai attento, Johnny…
Sul volto di Johnny compare una sincera gratitudine.
Il gruppo si disperde in un istante. Johnny si incammina sotto i
portici bui con Ettore. Man mano che avanzano, Johnny appare
sempre più inquieto.
JOHNNY
Che ne pensi?
Ettore assume un’espressione molto seria. Sospira.
ETTORE
Penso… che andrò al bordello.
Johnny sogghigna. Ettore lo sollecita allegro.
Dai vieni, potrebbe essere l’ultima…
JOHNNY
Mi astengo…
Ettore lo rimprovera bonariamente.
ETTORE
Torni ancora a fare l’eremita in
collina?
Johnny non risponde. Per un attimo guarda preoccupato Ettore, poi
abbassa lo sguardo. L’amico continua a fissarlo ironicamente
finchè anche lui non rimane contagiato dal disagio di Johnny.
6
TAGLIATA
7 - INT.- CASA JOHNNY/CUCINA - GIORNO
8
Una cucina angusta, modesta, in penombra. Ad un piccolo tavolo
stanno mangiando il padre e la
MADRE DI JOHNNY, una donna sulla
cinquantina, dal piglio severo ed eternamente scontento. Il rumore
della porta d’ingresso li fa sobbalzare. Lo stupore si dipinge sul
volto della madre, il padre rimane con la forchetta a mezz'aria.
Scrolla il capo. Johnny si avvicina, fingendosi indifferente al
loro broncio. La donna lo guarda da sotto in su, piena di materno
risentimento.
MADRE (livida)
Vuoi farmi morir di crepacuore…
Johnny la guarda con freddezza, si siede al tavolo,
sbocconcellando degli avanzi. La madre lo scruta incollerita.
Perché non resti in collina!? Devi
studiare! Con quel che abbiamo patito
per mandarti a scuola…
Johnny guarda il padre come invitandolo ad una reazione. L'uomo si
limita a posare a forchetta e ad allontanare il piatto da sé
abbassando lo sguardo. Johnny si alza con nervosismo.
JOHNNY (stizzito)
Ma come si fa a studiare di ‘sti tempi!
Senza aggiungere altro, si dirige verso il corridoio interno sotto
lo sguardo sconfortato dei genitori.
8 - EST. - CASA JOHNNY/TETTO - NOTTE
Imbacuccato in un elegante cappotto antracite, le ginocchia
raccolte al petto, Johnny è seduto sulle tegole del tetto. Guarda
dritto davanti a sé, la sigaretta unica compagna. La città
oscurata è solo un succedersi di enormi quinte d'ombra. Immobili
come lo sguardo di Johnny.
Dal basso, giunge improvviso un
brusio, lieve ma vitale. Johnny si
irrigidisce per meglio ascoltare. Il brusio si fa più intenso,
diventa cicaleccio e poi un borbottare di folla. Johnny ha un
momento di disorientamento, rivolge lo sguardo in basso,
"localizza" la fonte del rumore: nella semioscurità,
un gruppo di
ignoti
sta voltando l'angolo di una via.
9 - INT. - CASA JOHNNY/CORRIDOIO - NOTTE
Johnny scende a scapicollo per la scala che, dal tetto, arriva in
un corridoio. Senza indugi si avvia verso l'ingresso, passando di
fronte alla porta, debolmente illuminata e quasi del tutto aperta,
della camera dei suoi: sua madre è scattata a sedere sul letto.
MADRE (angosciata)
Dove vai, fermati!
Il tonfo della porta d'ingresso.
9
10 - EST. - VIE DI ALBA - NOTTE
Johnny esce dal portoncino: il brusio continua, ma la buia piazza
appare deserta. Si affretta verso i portici. Si blocca. Sguardo
sorpreso, al limite dell'incredulità: gli ignoti si sono
moltiplicati. Un movimento topesco, guizzante, senza apparente
meta. Il metallo brunito di una
pistola balena nella mano di uno
sconosciuto. Johnny può vederli meglio:
tutti giovani, quasi tutti
armati
. Alcuni portano bombe a mano infilate nella cintura, altri
antiquate pistole. Senza correre, si unisce a loro. Affianca un
PICCOLETTO
, faccia decisa ed abiti sdruciti.
JOHNNY
Dove andate?
Il ragazzo rallenta il passo, gli occhi scintillanti.
PICCOLETTO
Han preso i padri dei renitenti…
Il piccoletto ricomincia a correre. Johnny, rompendo il passo di
marcia, si mette a sua volta a trottare. Davanti a lui un balletto
di facce eccitate, gambe in spasmodico movimento, armi brandite
spregiudicatamente.
11 - EST. - CASERMA - NOTTE
Una strada angusta, poco più di un vicolo. Sul fondo, a chiusura
della strada stessa, un’ombra nera e massiccia. Lo stemma legge:
Regi Carabinieri. La via viene improvvisamente invasa dalla
piccola folla di giovani che si dispone compatta e scoperta a una
cinquantina di metri dalla caserma. Johnny schiacciato in mezzo
agli altri. La caserma rimane muta e senza luce. Il piccoletto si
fa avanti con un megafono.
PICCOLETTO
Carabinieri!
Il brusio cessa di colpo. Tutti guardano all'edificio col fiato
sospeso. Silenzio.
Carabinieri Regi!
Ancora silenzio.
Dateci i prigionieri… non vi facciamo
niente… lo sappiamo che l’ordine ve
l’han dato quei porci fascisti …
Il silenzio è ancora più pesante, l'aria immobile.
Alüra balengo?!
10
Una risata sommessa serpeggia tra la piccola folla immobile.
Johnny, come gli altri, tiene gli occhi fissi sulla facciata della
caserma. In attesa incerta. Un ragazzo si stacca dal gruppo,
prende la rincorsa e scaglia qualcosa verso la caserma: pochi
attimi, poi
un alone rosso, un lampo. Un piccolo albero, a
sinistra della facciata, compare dal buio come ai raggi X.
Folgorato. Da una finestra della caserma fiorisce una scintilla
intermittente, rabbiosa: una
raffica, volutamente alta, che si
infrange contro un muro dietro alla folla. Un attimo di panico:
istintivamente qualcuno sbanda, altri sciamano, Johnny si china.
Ma è appena un attimo: come comparso dal nulla, un
UOMO SULLA
CINQUANTINA
armato di moschetto strappa il megafono di mano al
piccoletto. Lo punta verso la caserma.
UOMO SULLA CINQUANTINA
Carabinieri! Suma mica d’cagnu… siamo
partigiani. Anche noi abbiamo il Breda!
E anche i mortai! Non costringeteci ad
usarli!
L’uomo si volta per restituire il megafono al piccoletto e godersi
le facce dei ragazzi, tra cui Johnny, estasiate dal suo bluff. Di
nuovo un silenzio di tomba. E nel silenzio si sente chiaro, forte
come una schioppettata,
lo scatto del portone della caserma. Il
battente si apre lentamente per lasciare uscire una figura scura
con una torcia elettrica in mano. Fa pochi passi, poi si ferma e
orienta la lampada su di sé: una divisa da
ufficiale emerge dal
buio. Il cinquantenne fa segno agli altri di non muoversi. Avanza
da solo, il fucile puntato verso il carabiniere. Un breve,
inudibile conciliabolo tra i due. Finalmente l'uomo si volta e fa
cenno di avanzare alla piccola folla. Johnny è in prima fila.
Dalla caserma incominciano ad uscire, disponendosi con affettata
indolenza lungo il muro, i
carabinieri. Johnny li guarda con
commiserazione: sono quasi tutti giovani, fumano nervosamente,
pieni di vergogna per lo smacco subito. Con uno scatto improvviso,
il piccoletto si scaglia su un
anziano milite prendendolo a calci
e pugni. Istintivamente Johnny si getta su di lui.
JOHNNY
Fermati!
Il ragazzo si lascia tirare via da Johnny. Guarda con odio il
carabiniere dolorante. Alle loro spalle, la folla sta entrando
festosa nella caserma.
PICCOLETTO (ansimante)
Questi te li ha dati mio padre.
JOHNNY
Che ha fatto a tuo padre?
Il carabiniere, piegato su se stesso, le mani sullo stomaco,
guarda il piccoletto con occhi lamentosi.
11
CARABINIERE ANZIANO
Già, che ho fatto a tuo padre?
PICCOLETTO
Tu niente. Ma degli altri come te
l’hanno pestato qui… (si batte il petto
con il pugno)… ha smesso di tossire
quando è morto.
Il piccoletto si libera dalla stretta. Johnny sbianca, costernato,
umiliato. Guarda il piccoletto, i miseri vestiti, le mani grosse,
ispessite dal lavoro.
12 - INT. - CASA JOHNNY/CUCINA - MATTINO
La madre sta lavando i piatti mentre il padre, seduto al tavolo,
sfoglia un giornale. Johnny compare con faccia assonnata. Non
saluta, stupito nel vedere il padre.
JOHNNY
Non vai a lavorare?
PADRE
Dopo quel che è successo stanotte…
Johnny non indaga oltre. Si versa del caffè.
MADRE (preoccupata)
Tu c'eri?
Johnny fa un gesto con la mano come a minimizzare la sua presenza.
La madre sta per chiedergli altro, ma il suono del campanello la
interrompe. Preoccupata, va a guardare dallo spioncino. Apre
rincuorata il battente. Nell’appartamento entra con passo malfermo
un
VECCHIO PRETE, raggrinzito, la toga consunta. Fa un cenno di
saluto, poi punta verso il capo famiglia. Il padre gli si avvicina
con aria disponibile e allarmata. La madre è tutta orecchi.
PRETE (al padre)
E' per stanotte…
Il padre lancia un'occhiata risentita a Johnny.
E’ meglio se vi nascondete per un po'.
Potete ancora usare la casa in collina
dei Broglio?
Il padre annuisce.
Hanno fatto una lista…
Il padre lo fissa con genuino candore.
Voi siete il quinto.
12
Il padre sgrana gli occhi in un moto di assoluta sorpresa. Johnny
è incredulo, la madre angosciata. Il prete annuisce gravemente.
PADRE (cadendo dalle nuvole)
Io?!
PRETE (grave)
Sì, come socialista…
La meraviglia di Johnny si trasforma in un soffocato risolino.
JOHNNY
Mio padre socialista?!
Il prete lo fulmina con lo sguardo.
PRETE
Ce n’è anche per te… i carabinieri ti
hanno riconosciuto…
13 - INT. - CAFFE' - GIORNO
Una saletta interna, deserta e poco illuminata. In un angolo, ad
un tavolo, Chiodi legge con aria annoiata. Alza lo sguardo:
Johnny, fermo sulla soglia, trepidante. Si guardano. Poi Johnny
raggiunge il professore.
JOHNNY
Vogliono arrestarmi… per stanotte.
Parto…
CHIODI (colpito)
Cristo… così su due piedi…
JOHNNY (determinato)
E’ meglio… non ne potevo…
Con un gesto, Chiodi lo invita a sedersi. Johnny rifiuta scuotendo
il capo.
CHIODI
Hai preso dei contatti? Parti con gli
altri
JOHNNY
Non c’è tempo… vado da solo… sulle
Langhe. Non so… la mia famiglia viene
da lì.
Chiodi annuisce impressionato. Si alza emozionato.
E lei?
CHIODI (sorridendo)
Con questa artrite?
13
Allarga le braccia sconsolato. Poi si fa serio.
Ma appena sto meglio vado con Cocito…
Johnny lo guarda meravigliato. Chiodi annuisce meditabondo.
Ha formato una banda… non la penso come
lui, ma sa il fatto suo…
Johnny annuisce perplesso. Chiodi lo guarda con affetto.
Sai, è strano pensarti senza libri in
mano…
Sul viso di Johnny compare un sorriso triste che Chiodi ricambia.
Ce l’hai un’arma?
Johnny scuote imbarazzato la testa.
14 - INT. - CASA IN COLLINA - NOTTE
Johnny è sprofondato in una poltrona del soggiorno: guarda
l’orologio: le quattro. Si alza, va all'attaccapanni, si infila un
pesante giaccone di stoffa. Dalla tasca estrae una pistola, la
controlla e la rimette a posto. Si avvicina alla porta della
camera da letto. La dischiude con delicatezza: i genitori dormono
profondamente. Rimane a guardarli per un lungo istante. Poi, con
la stessa delicatezza, depone in bella evidenza su un cassettone
di fronte al letto un biglietto. Richiude la porta.
15 - EST. - CASA IN COLLINA - NOTTE
Johnny sta marciando su per la collina con le solite ampie
falcate. La villetta è ormai una silhouette scura alle sue spalle.
Johnny arranca piegato per lo sforzo, i capelli scompigliati dal
forte vento. Finché non viene inghiottito dall'oscurità.
16 – MONTAGGIO - COLLINE
A
- Un'alba livida, orizzonti grigi. Johnny sta camminando sulla
cresta di una collina. Intirizzito. Si ferma, guarda dietro di sé:
una serie infinita di colline, valli, forre scoscese.
B
- Una malandata cascina: sacchi alle finestre, il tetto
pericolante, un magrissimo cane che sembra il ritratto vivente
della fame. Gli occhi malinconici di Johnny scorrono la
desolazione della casa.
C
- Il sole è alto. Johnny procede a passo di marcia su una strada
sterrata. Incrocia
alcuni anziani contadini con delle fascine,
diffidenti, frettolosi: gli rivolgono un'occhiata inquieta che lui
contraccambia nello stesso modo.
14
D
- Un'altra strada che costeggia una ripida collina. Tutto il
paesaggio è immerso nella luce grigio-ghiaccio del primo
crepuscolo. Stanco, Johnny si ferma nei pressi di un’alta croce
che sovrasta un poggetto. Guarda l’orologio: sono le quattro. E
quattro sono i tocchi di un lontano campanile che risuonano
nell'aria deserta. Come risvegliato dal suono cristallino della
campana, Johnny si mette di nuovo in marcia.
17 - EST. - CASCINA - IMBRUNIRE
Aggirato il poggetto, qualcosa attira l’attenzione di Johnny: a un
centinaio di metri, una grossa cascina padronale e un camion con
un piccolo rimorchio fermo sull’aia.
Uomini in divisa militare, le
armi portate a tracolla con disinvoltura, fanno la spola tra la
cascina e il camion. Sulle spalle portano sacchi di grano e luride
trance di lardo. Uno è di guardia sulla strada. Altri due stanno
discutendo con un
CONTADINO. Johnny osserva la scena con crescente
emozione: ogni traccia di stanchezza si dissolve. Poi, cautamente,
si avvicina. E più si avvicina, più nota la sdrucita improbabilità
di quelle divise, per nulla regolari. Accelera il passo. L'uomo di
guardia, con gesto indolente, gli punta contro il moschetto.
Johnny rallenta come per guardarlo meglio: il viso dell'uomo è
raggrinzito, vecchio a dispetto dell’età, stretto in un frusto
passamontagna su un altrettanto frusto cappotto.
1° SICILIANO (con forte accento)
Alto là!
Johnny si ferma senza patemi. Gli uomini sull’aia si girano verso
il compagno, pronti a dargli manforte. Johnny nota, con delusione,
che molti portano una stella rossa cucita sulle visiere.
JOHNNY (costatando)
Siete partigiani.
Il
SICILIANO continua a tenere il moschetto su Johnny.
Voglio venire con voi…
Gli uomini sul camion lo guardano senza più allarme. Il siciliano
abbassa l'arma. Johnny, euforico, supera la sentinella.
1° SICILIANO (rinvenendo rabbioso)
Chi ti disse d'entrare?
JOHNNY (voltandosi remissivo)
Non posso ancora?
Dal cassone del camion si affaccia un altro partigiano, magrissimo
e sprofondato in un pelliccione che ne accentua la magrezza
(
TITO). Ha una faccia truce, scura, i classici lineamenti del
delinquente lombrosiano. Sul berretto, la stella rossa. Con un
cenno rapido, secco, accenna a Johnny di unirsi agli uomini.
15
1° SICILIANO
Ma Tito, che ne sapessi di lui? Non ti
convenisse parlare prima col
commissario?
Tito lo zittisce con gesto meccanico. Indica a Johnny di andare a
dare una mano agli altri. Ma proprio in quel momento risuona la
voce grossa e borbottante del contadino.
CONTADINO (f.c.)
Ma a me cosa me ne viene?
Johnny si ferma a guardare: il 50enne contadino è fronteggiato da
due partigiani. Il più giovane, altissimo e dall'aspetto un po'
tisico (
GEO), sta scrivendo qualcosa su un blocchetto notes.
L’altro, un quarantenne grassoccio dall'aria mansueta (
MARIO), lo
osserva con un mitra in spalla. Geo porge un foglietto al
contadino che lo afferra tra le mani sformate.
Questo non vale niente…
Impassibile, strappa il foglietto. Geo lo guarda brutto, sputa a
terra, quindi lo afferra per la sciarpa tirandolo a sé.
GEO
Quelli come te sono nati coglioni e
coglioni muoiono!
Lo libera dalla stretta spingendolo indietro. Gli sbatte sulla
faccia il blocchetto.
Questi sono soldi, stupido!
Ripone platealmente il blocchetto nel giaccone.
Te oggi… (fa un gesto con pollice e
indice) nisba!
Johnny rimane imbambolato ad osservare, con occhi meravigliati e
delusi, il contadino che, con millimetrica lentezza, si accuccia a
sedere sui talloni posando a terra uno sguardo pieno di
rassegnazione.
TITO (f.c.)
Allora, vieni…?
Johnny si riscuote, si volta. Gli uomini sono già tutti sul
camion, tranne il siculo e altri due conterranei che stanno
mestamente prendendo posto sul rimorchio. Johnny sale goffamente
sul cassone, infilandosi tra Tito e una parete di sacchi. Tito,
che si sta pulendo le unghie con un coltellino, si accorge che
Johnny fissa i meridionali con commiserazione.
TITO (sornione)
I
napuli sono piccoli…
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Johnny annuisce senza convinzione. Il camion si muove.
18 – INT/EST. - CAMION/STRADA - NOTTE
Lo sguardo nel buio della campagna circostante. Johnny, col bavero
alzato, sta appoggiato alla sponda del camion che procede a
velocità molto sostenuta. Gli uomini, sbattuti qua e là, sono
sereni, quasi allegri. Johnny va con lo sguardo sull’arma di
Mario, l’unico mitra del gruppo. Lo osserva con muta ammirazione.
GEO (f.c.)
… non te lo fa provare manco se piangi…
Johnny sorride, mentre Mario ignora il sarcasmo del compagno.
Improvvisamente, il camion sbanda
. Gli uomini sul cassone perdono
l'equilibrio. Johnny guarda istintivamente indietro: il rimorchio
con i meridionali si inclina paurosamente e sparisce nel buio.
Tito batte con forza sul tetto della cabina. Il camion si ferma.
Il carrello ribaltato sul ciglio della strada. Accanto, il corpo
inanimato del siculo che ha accolto Johnny: i suoi conterranei lo
stanno illuminando con un fiammifero. La luce tremante dello
zolfanello rivela un orribile squarcio lungo tutta la schiena.
Tito si piega sul cadavere sotto lo sguardo scosso di Johnny.
TITO (grave, ai siciliani)
Possiamo lasciarlo qui fino a
domattina?
Uno dei siculi annuisce. Johnny fissa la scena impietrito.
TITO (f.c., a bassa voce)
Porci fascisti…
19 - INT. - MOMBARCARO/MENSA - NOTTE
Un grande, spoglio stanzone debolmente illuminato dalla luce
bianchissima dell'acetilene. Attorno ad un lungo tavolo, una
decina di partigiani stanno consumando una frugale cena di polenta
e cavoli. Johnny è l'unico che mangia con una certa compostezza.
Il suo sguardo scorre le rudi facce contadinesche, dei nuovi
compagni, fino a fermarsi su quella di Tito che sta divorando gli
ultimi bocconi di pane. Si alza e si avvia verso Johnny.
TITO (complice)
Io vado a dormire… ora decidono i turni
di guardia… vieni con me se non vuoi
finirci dentro…
Johnny lo segue senza finire quel che ha nel piatto.
20 - INT. - MOMBARCARO/CHIESA - NOTTE
Tito e Johnny si muovono nell’oscurità. Il primo con passo felpato
e sicuro, il secondo con cautela. Dal buio emergono qua e là i
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profili di corpi abbandonati nel sonno. Si sentono i sospiri dei
dormienti e il crepitare della paglia sparsa a terra. Tito si
ferma in prossimità di un catafalco scuro. Lo sguardo di Johnny è
attratto da un riflesso che luccica sopra la sagoma nera: la croce
dorata di un tabernacolo.
JOHNNY (sorpreso)
Ma è… sconsacrata?
Tito si adagia sulla paglia.
TITO (beffardo)
Dal giorno dopo che ci hanno trovati a
dormirci… (si copre con della paglia)
Copriti se non vuoi morire di freddo.
Johnny si sistema accanto a lui.
JOHNNY (risentito)
Me la so cavare… vengo dall’esercito…
Tito scocca verso di lui un'occhiata scettica.
TITO
Appunto…
Si gira su un fianco dandogli le spalle. Johnny rimanendo supino,
continua a guardarlo meditabondo.
JOHNNY
E il parroco… che ha detto?
Tito sospira.
TITO
Il parroco è un cretino… uno che non si
sa adattare…
JOHNNY (ironico)
Strano per un prete…
TITO
Come i carabinieri… non gli brucia per
il fascismo, gli brucia che adesso
comandiamo noi.
Johnny è perplesso. La schiena di Tito sembra percorsa dal fremito
di una sommessa, soddisfatta, risata.
Lo sai cos'è? E' quella bandiera rossa
qui davanti… diventa matto…
Johnny sospira come per prendere coraggio.
JOHNNY
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Sei comunista?
Tito si gira lentamente verso di lui.
TITO
Io? Io sono solo contro i fascisti. Il
resto non mi interessa. Ma sono buono a
mangiargli il cuore al primo che parla
male della mia stella…
Tito si gira di nuovo sul fianco, mentre Johnny porta lo sguardo
pensieroso al soffitto della chiesa. Nella semioscurità, due o tre
angeli, dai colori un po' sbiaditi, si affacciano in giù, proprio
sopra a Johnny.
21 - EST. - MOMBARCARO/CHIESA - NOTTE
La porta della chiesa si dischiude a fatica contro un vento teso e
furente. Johnny esce e subito si appiattisce in una rientranza del
muro. Estrae una sigaretta, accende un fiammifero proteggendolo
nell'incavo delle mani. Muove qualche passo nel buio, un rumore lo
fa arrestare. Dall'oscurità compare, infreddolito, uno dei
partigiani siculi avvolto in un cappotto militare. Ha la
carnagione olivastra e arriva al petto di Johnny.
2º SICILIANO
Hai una sigaretta confezionata?
Johnny annuisce. Estrae una sigaretta e gliela porge.
Me l'accendi tu?
Johnny accende la sigaretta del siciliano con la sua. Il soldato
la prende e tira una lunghissima boccata.
JOHNNY
Quando finisci il turno?
2º SICILIANO
Non ne ho io di turni. Smonto quando
non ce la faccio più…
Johnny lo guarda disorientato. L’altro scrolla le spalle.
Non mi fido… troppi moccosi qui…
Tira un'altra lunghissima boccata, quasi evocativa.
Ci vorrebbero tutti militari… come
negli azzurri!
JOHNNY (curioso)
Chi sono gli azzurri?
Il siciliano scrolla nuovamente le spalle.
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2º SICILIANO
Gli azzurri. Io non li vidi mai, ma so
che ci sono. Ufficiali, gente
dell’esercito…
JOHNNY (scettico)
E dove stanno? Lo sai?
2º SICILIANO (laconico)
No, sennò non stavo qui…
Johnny spegne con aria disillusa la sigaretta.
JOHNNY (laconico)
Che si fa domani?
Il siculo si abbandona una risatina beffarda.
2º SICILIANO
Si vede che sei nuovo.
Riprende a camminare, scomparendo nell’oscurità sotto gli occhi
smarriti di Johnny.
Ci grattiamo, come al solito.
22 - EST. - MOMBARCARO - GIORNO
Il sole bagna la via lungo i bastioni del paese. Un pugno di case
in pietra in cima ad una collina. Johnny la percorre col suo
solito passo spedito, lanciando occhiate curiose alle
donne e ai
partigiani radunati davanti allo spaccio. Arrivato all'altezza
della mensa, Johnny getta lo sguardo dentro: Mario sta cucinando
con il mitra in spalla. Con un mezzo sorriso Johnny si allontana.
Una
grande bandiera rossa con falce e martello ondeggia sulla
facciata del piccolo Municipio. Johnny, il riflesso rosso del
drappo che gli colorisce il viso, la osserva infastidito ed
ammirato insieme. Poi si gira verso la canonica chiusa, sprangata.
23 - INT. - MOMBARCARO/COMANDO - GIORNO
Johnny entra nella sala consiliare: un piccolo ambiente spoglio,
con un tavolo, due sedie, niente ritratti alle pareti e le ceneri
di carte bruciate in un angolo. Un uomo sui trent'anni (
NEMEGA),
smilzo, i lineamenti affilati e gli occhi felini, con un buon
vestito borghese, sta affacciato ad una finestra. Un altro
(
BIONDO), sui 25, magro e altissimo, sguardo freddo, è seduto ad
un angolo del tavolo. Johnny li osserva impettito, quasi
sull'attenti. Némega rimane alla finestra. Il Biondo si alza per
stringergli la mano.
BIONDO
Tu sei quello che fa l’università…
allievo ufficiale, vero?
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Johnny annuisce. Il Biondo lo guarda con seria benevolenza.
Lui è il commissario Nemega. Io sono il
tenente Biondo…
Il Biondo piega la bocca in un lieve e candido sorriso.
Ero sergente, appena nominato…
Un ghigno sottile compare nello sguardo di Johnny.
Beh, qui si fa carriera in fretta…
Si sorridono complici. Il Biondo gli da un'amichevole pacca, poi
esce frettolosamente. Johnny, un po' frastornato da quella rapida
uscita, si gira verso Némega che continua ad osservarlo con
puntigliosa curiosità. Il commissario gli fa segno di sedersi.
Johnny rifiuta con un cenno della mano.
NEMEGA
Dove l'hai preso quel nome di
battaglia?
JOHNNY
Non è un nome di battaglia. Me l'ha
dato la mia professoressa d'inglese. Mi
chiamano tutti così. Persino i miei.
NEMEGA (interessato)
Sai l’inglese dunque… studi letteratura
all’università?
Johnny annuisce.
E a scrivere come te la cavi?
JOHNNY
Mi difendo…
Némega si limita ad annuire pensieroso, senza staccare gli occhi
da lui.
NEMEGA
Bene, avevamo bisogno di uno che avesse
studiato… sai voglio fare un giornale…
per spiegare ai contadini e ai
partigiani i concetti fondamentali del
marxismo… io scriverò l’articolo di
fondo…
JOHNNY (interrompendolo, calmo)
Sono qui solo per i fascisti… non
intendo tenere in mano che un fucile…
21
Nemega sorride con sicurezza.
NEMEGA
Anche se ti sta in mano molto peggio
della penna?
JOHNNY
Vedremo…
Némega annuisce scettico. Johnny lo fissa serio.
Posso andare?
Némega acconsente. Johnny raggiunge la porta, apre il battente.
NEMEGA (f.c.)
Sei un idealista. Ma con te non
piglierò ruggine… grazie a Dio…
Johnny si volta: un sorriso sorprendentemente dolce illumina la
faccia del commissario. Johnny glielo restituisce.
JOHNNY
I'm in the wrong sector of the right
side…
24 - MONTAGGIO - MOMBARCARO
A
- Un debole sole scalda il paese. Johnny, seduto sugli scalini
di una casa, osserva l’ingresso della mensa dove Mario sta
tagliando i capelli a un compagno che regge sulla testa una
scodella. Ogni tanto, con gesto indolente, estrae un pidocchio
dalla chioma del partigiano. Johnny si passa una mano sulla nuca:
ha capelli lunghi, arruffati, sporchi e lanosi.
B
- Nella luce violacea dell'alba, Johnny si avvicina alla vasca.
di una fontana. Poi, dalla tasca, estrae uno spazzolino, lo
immerge in acqua e comincia a frizionarsi energicamente i denti.
Qualcosa si muove alle sue spalle: un
giovane partigiano sta
imitando Johnny con gesti caricaturali, sostituendo lo spazzolino
con le proprie dita. Accanto a lui, un
compagno della stessa età,
si sbellica dal ridere. Johnny si volta, ignorandoli con un
sorriso.
C - tagliata
25 - EST. – MOMBARCARO - GIORNO
Seduto su un masso all'uscita del paese, Johnny sta osservando
pensieroso le colline.
La quiete viene interrotta improvvisamente
dall'echeggiare di una raffica
. Johnny alza lo sguardo. Una
seconda raffica più insistita. Johnny corre verso il centro del
paese. Sulla piazza, radunati attorno al camion, il Biondo e
Némega circondati dagli altri partigiani.
22
JOHNNY
A che sparano?
Una terza raffica.
NEMEGA (con un velo di disprezzo)
Borghesi… borghesi che scappano.
Una nuova, violenta raffica.
BIONDO (ad alta voce)
Pinco! Prendi la Breda!
Un ventenne gigantesco (
PINCO), naso da pugile, sguardo infantile,
annuisce disciplinatamente. Il Biondo mette in mano a Johnny un
moschetto e due caricatori. Johnny li soppesa con un debole, quasi
deluso sorriso.
(amichevole) T’avanzano… dieci contro
uno, non spariamo un colpo…
23
26 - EST. - BOSCO - GIORNO
Tra la boscaglia torreggia la mitragliera Breda, impugnata dal
Biondo e servita dal gigantesco Pinco. Il Biondo si guarda intorno
controllando lo schieramento: una ventina di partigiani sono
disposti a scacchiera, sdraiati dietro ai ripari occasionali
offerti dal bosco. Tutti hanno già i moschetti imbracciati. Tito e
Johnny vicini, ognuno al riparo dietro ad un tronco.
TITO (tra sé)
Porci fascisti…
Di fronte a loro, una radura che interrompe la trama del bosco.
Dall'altra parte la spettrale vegetazione è immota e silenziosa.
Johnny tiene lo sguardo fisso davanti a sé.
Il
colpo secco di un invisibile moschetto. Johnny si volta di
scatto verso Tito: sta osservando la boscaglia da cui è partito il
colpo, concentratissimo. Gli alberi e i cespugli al di là della
radura sono ancora immobili, inabitati. Poi qualcosa incomincia a
muoversi: uno spostamento innaturale dei rami bassi, il piegarsi
improvviso di un arbusto. Johnny si dispone a prendere la mira
abbassando lentamente il viso sul calcio del moschetto.
Improvvisamente
una ventina di elmetti fascisti si materializzano
ai margini della radura a un cento metri dalla linea partigiana.
Senza troppa circospezione, escono allo scoperto. Lo schieramento
partigiano
apre il fuoco. Anche Johnny, ma senza mirare, tenendo
entrambi gli occhi aperti. I suoi colpi vanno a staffilare la
terra dietro al profilo incerto di un fascista saltellante che
raggiunge illeso il rifugio del bosco.
I fascisti rinculano proprio mentre nell'aria si scatena il
nutrito e impreciso tiro di invisibili mitragliatrici
. Il Biondo
risponde con la Breda. Dopo pochi colpi, si inceppa. Tira indietro
l'otturatore, Pinco estrae a mani nude il bossolo fumante. Il
tenente riprende a sparare.
Johnny si volta su un fianco incurante delle raffiche nemiche. I
suoi occhi incrociano quelli di Tito, che indica con il dito i
rami sopra di loro: colpiti, scossi dai colpi dei fascisti. Johnny
annuisce, quindi riguadagna la posizione di tiro. Abbassa lo
sguardo sulla terra, come ipnotizzato, foglie secche e fili d'erba
all'altezza degli occhi.
Tutto sembra sospeso, senza urgenza.
I fascisti tentano nuovamente di avanzare volando i tratti
scoperti. Johnny allinea l'occhio con il mirino. Trenta metri
davanti a lui, un soldato corre agile e leggero verso un riparo
più avanzato. Johnny prende la mira con calma esasperata. Il suo
viso non tradisce alcuna emozione.
Il colpo di Johnny risuona
secco e definitivo
. L'occhio che ha preso la mira si apre
lentamente per vedere
il fascista cadere a terra, fare ancora un
ultimo agonizzante movimento e rimanere immobile. Johnny si alza
sui gomiti, stranito ed elettrizzato insieme.
Una pallottola solleva rabbiosa la terra a pochi centimetri da
lui.
Johnny va giù di schianto, il naso a terra. Tito apre
immediatamente il fuoco per coprirlo. Anche la mitragliatrice
frulla a dovere. Senza staccare la faccia da terra, Johnny rivolge
di nuovo lo sguardo al centro: con freddezza assoluta, il Biondo
spara raffiche brevi e ficcanti. Dopo un'ultima, lunghissima
24
sventagliata scivola via dall'impugnatura, lascia l'arma priva di
munizioni a Pinco e fa ampi, inequivocabili segni:
ritirata.
Johnny, faccia tesa, torna a guardare il cadavere del fascista
ucciso. Poi si alza e, correndo chinato insieme a Tito, si
ricongiunge alla formazione. Alle loro spalle continua l'impreciso
fuoco nemico. I partigiani abbandonano il bosco. Guidati dal
Biondo, gli uomini retrocedono verso una collina brulla. Johnny,
al centro del gruppo, la osserva preoccupato: le primi pendici
sono battute dai colpi delle mitragliatrici nemiche.
JOHNNY (a Tito)
Qui sono alti, ma là saranno
esattissimi…
Tito alza lo sguardo nella stessa direzione prima di annuire
preoccupato. Ma, improvvisamente, la fila partigiana devia
bruscamente verso sinistra: il Biondo, in cima al gruppo, sta
facendo segno di correre verso una gola al confine del bosco. Un
sorriso di ammirazione illumina la faccia di Johnny.
Rapidamente, i partigiani si lasciano inghiottire dalla stretta
entrata della forra. Euforico, Johnny li segue nella gola.
27 - EST. – CASALE - IMBRUNIRE
Johnny avanza verso la desolata aia di un appartato casale. E’
l’ultimo: i suoi compagni sono già tutti radunati. Alcuni sono in
coda davanti al pozzo dove uno ieratico
contadino sta versando
loro da bere. Altri semplicemente seduti a riposarsi, le armi
abbandonate al fianco. Altri ancora passeggiano a testa bassa,
esausti. Johnny li osserva con sguardo felice, quasi commosso.
Tito, intento a pulire il moschetto, gli strizza l'occhio, senza
allegria. Avanza ancora, incrocia con lo sguardo Geo, Pinco, i due
siciliani, i ragazzi che lo schernivano. Posa su tutti uno sguardo
ammirato, rispettoso. Fino al Biondo. Seduto a gambe divaricate su
un tronchetto per spaccare la legna, con una malconcia sigaretta
stretta tra le dita. Lo raggiunge, gliene offre una delle sue. Il
Biondo la prende con un cenno di ringraziamento. Si guardano muti.
Quindi Johnny si avvia verso una panca posta lungo la facciata
della cascina, posa il moschetto, si siede stremato. E in quel
distendersi delle membra si accorge che qualcuno lo sta guardando
da una piccola finestra al pian terreno: un
bambino sui dieci
anni, pochi denti e il viso sporco, muto di infantile ammirazione.
28 - EST. – MOMBARCARO – GIORNO
Tito, Johnny e un piccolo pubblico di partigiani e locali
osservano divertiti Geo e Mario che litigano davanti alla mensa.
MARIO (balbettando)
Andate a requisire del tabacco… che ci
fai con lo Sten?!
Il Biondo raggiunge il capannello con al centro i due litiganti.
GEO (sputa a terra)
25
E tu cosa ci fai, ci giri la polenta?
Si mettono tutti a ridere. Il Biondo si fa avanti porgendo il suo
mitra a Geo.
BIONDO
Toh, prendi il mio…
Geo, meravigliato, scuote la testa opponendo un netto rifiuto.
GEO
No, dai…. è come farsi prestare la
bicicletta da Bartali!
Ancora risate generali. Il Biondo scuote la testa.
BIONDO (accondiscendente)
Dai Mario…
Mario gli dedica uno sguardo contrariato. Poi, senza incrociarne
gli occhi, passa lo Sten a Geo che, con un'espressione seriosa, se
lo mette in spalla.
GEO (a Tito)
Andiamo…
Tito scrolla il capo come se compatisse i capricci di un bambino.
29 - EST. - COLLINE - GIORNO
Johnny marcia dietro a Tito, gli occhi divertiti sulla sua sagoma
resa buffa da un immenso cappottone di agnello. Geo è alle loro
spalle, infantilmente imbronciato, lo Sten che gli pende sul
fianco. I tre stanno percorrendo una valletta stretta tra due
colline. Su una di esse, a un centinaio di metri da loro, sorge un
paese dominato dalla mole di un castello.
GEO
Tito…
Tito, senza fermarsi, si gira verso di lui.
Tito, io lo devo provare…
Tito distoglie lo sguardo dal ragazzo e accelera il passo.
Dai Tito! Non ho mai fatto una raffica!
Tito lo ignora. Con aria di sfida, Geo aziona il carrello
dell'otturatore. Lo scatto metallico fa fermare sia Tito che
Johnny. Entrambi guardano Geo.
Una sola.
TITO
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Sei proprio un coglione!
JOHNNY
Ti parte mezzo caricatore prima che te
ne accorgi… poi a Mario cosa racconti?
GEO (sputa per terra)
Mario… (fa spallucce)
Punta l'arma verso un filare di pioppi. Preme il grilletto.
Una
raffica di sei, sette colpi rimbomba per tutta la valle
squarciando il silenzio. Che, cessato il frastuono, torna più
assordante della raffica. I tre rimangono per un attimo immobili
col fiato sospeso. Tito scrolla la testa e riprende la marcia con
passo rabbioso, seguito da Johnny e, un po' distanziato, da Geo.
GEO (beffardo)
Johnny… cosa racconto a Mario?
Johnny non fa in tempo a registrare la domanda: una
seconda, lunga
raffica esplode dal castello
. Tito cade fulminato, senza gemiti o
lamenti, la pelliccia d'agnello già arrossata di sangue. Johnny lo
guarda esterrefatto, estraniato. La sua immobile incredulità dura
un attimo:
una decina di fascisti sono apparsi ai bordi del paese
e stanno scendendo verso di lui.
Una raffica lo sfiora frustando
la terra vicino a lui.
Istintivamente, Johnny fa dietro front e
fugge di corsa. Incalzato dal crescente fuoco nemico, riesce a
scorgere Geo che, come in trance, avanza verso i sopraggiungenti
fascisti. Lo Sten tenuto in braccio, come un neonato.
30 - EST. - MOMBARCARO - IMBRUNIRE
tagliata
31 - EST. - MOMBARCARO - IMBRUNIRE
Johnny scende dal camion con il Biondo e Fulmine. Mario e un
siciliano stanno scaricando dal camion una salma avvolta in un
lenzuolo macchiato di sangue. Attorno, una piccola folla di
partigiani e
civili, tra cui molte donne. Mentre Mario e l’altro
trasportano il corpo verso la chiesa, il lenzuolo scivola via
dalla faccia del morto: Tito. Johnny ne osserva il pallore, la
pelle già ridotta a fremente cartilagine, le occhiaie scavate. Il
cadavere viene deposto sugli scalini della chiesa. Una
donna si
accosta, affranta. Prende la testa di Tito tra le mani, la
solleva.
DONNA (al Biondo)
Metteteci un cuscino almeno…
Il Biondo la ignora. Fa invece cenno alla piccola folla di
avvicinarsi. Ma tutti rimangono discosti dal sagrato.
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BIONDO
Venite a vedere come l'hanno ammazzato…
Dall’assembramento si stacca solo Némega con una bandiera rossa in
mano. La porge a Mario. Nel silenzio generale, il cuoco copre la
salma con la bandiera. Johnny guarda Némega sconcertato.
NEMEGA
Tito è un morto comunista… sia chiaro.
Johnny si discosta, visibilmente amareggiato, dalla calca. Si
avvicina al Biondo, pure lui defilatosi.
JOHNNY
Alla prima occasione vado a cercare gli
azzurri…
Il Biondo gli rivolge un debole, triste sorriso.
BIONDO
Pensa ad arrivare vivo a domani…
Alle loro spalle, un urlo.
PINCO (f.c.)
Voglio lavarmi nel loro sangue!!
Tutti si voltano. Pinco è in ginocchio, il volo rigato di lacrime,
gli occhi deliranti. Come colto da un raptus, si rimbocca le
maniche della camicia.
PINCO (esplodendo)
Voglio lavarmici fin qui!!
E mentre urla, incomincia a lavarsi in un immaginario catino le
possenti braccia.
32 - EST. – MOMBARCARO - NOTTE
Una sigaretta solitaria nel silenzio della notte. Le stelle
sembrano a portata di mano. Johnny tira fuori qualcosa dal
giaccone di stoffa, il medesimo che indossa dal giorno della sua
entrata nei partigiani: è un libro,
The Pilgrim’s Progress, tutto
sgualcito e fradicio. Lo soppesa con aria incerta, cerca di
aprirlo, ma le pagine si frantumano al più leggero tocco. Lo getta
via con espressione demoralizzata.
33 - EST. - PAESE - ALBA
Il camion procede a tutta velocità in un centro abitato. Johnny,
affacciato sullo spondale posteriore, si vede sfilare davanti case
28
sprangate e strade deserte. Ad una finestra, l'apparizione fugace
di un
vecchio dall'espressione grave. Gli occhi di Johnny non si
staccano dalla figura che va rimpicciolendosi.
34 - EST. - DEPOSITO MILITARE - GIORNO
Un enorme capannone con i cancelli divelti. Senza fretta, i
partigiani entrano ed escono dall'edificio carichi di coperte
militari che gettano sul camion.
Un
colpo di moschetto, il fischiare della pallottola. Johnny, di
guardia insieme a Pinco, imbraccia l’arma spaventato. Altri colpi
di moschetto vanno a spiaccicarsi contro la parete, alti sulle
teste dei partigiani. Tutti, tranne Johnny, sono rimasti quasi
impassibili. Il Biondo si gira verso una pretenziosa villetta
intonacata di rosa dall'altra parte della strada, completamente
sigillata, nessuno in vista. Sulla facciata spicca lo stemma dei
CC Reali. La faccia più annoiata che allarmata.
BIONDO
Han di nuovo mal di fegato…
Ordina agli uomini di mettersi al riparo dietro al camion e ad un
vicino terrapieno. I partigiani fanno fuoco tutti insieme verso la
villetta, aprendo vorticose scalfitture nell'intonaco e facendo
gemere le persiane chiuse. Johnny prende di mira lo stemma. Spara
con calma diversi colpi, come al tiro a segno, centrandolo
numerose volte. Inserisce un altro caricatore. Torna a mirare
proprio nel momento in cui un asciugamano bianco viene agitato da
una delle finestre della villetta. I partigiani cessano il fuoco.
Il Biondo si alza gridando dal suo riparo.
Fuori con le mani in alto! Il
Maresciallo esca il primo!!
Una breve attesa. Nel silenzio generale si sente solo il cigolare
della porta. I
carabinieri escono incolonnati. In testa il
maresciallo
, un uomo di mezza età dall'espressione ostica. Si
dirigono verso i partigiani, tutti con le mani giunte dietro la
nuca. Sfilano tra gli insulti fino a fermarsi davanti al Biondo.
Johnny osserva la scena da una posizione defilata. Il maresciallo
immobile e indifferente di fronte al Biondo, le mani lungo i
fianchi come ad impedirsi ogni gesto di scusa.
Veloce, ma senza frenesia,
il mitra del Biondo si alza sul milite.
Una rapida, brevissima raffica
. Il maresciallo si piega in due e
crolla. Johnny guarda inorridito il corpo a terra.
JOHNNY
Che hai fatto?! Si era arreso!
Un partigiano alle loro spalle, sdentato e canagliesco (
FULMINE),
si gira a guardarlo con aria delusa più che di rimprovero.
FULMINE
Più studiate, meno capite…
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Il Biondo fa un gesto secco per interrompere sul nascere qualsiasi
intemperanza. Fulmine termina mormorando.
Era inteso così.
JOHNNY (irritato)
Che vuol dire era inteso così?!
BIONDO
Ogni volta gli ho mandato a dire che
facesse finta di niente, che ci
lasciasse stare. Ma l’ultima volta mi
ha ucciso un uomo…
FULMINE
Pancho …
BIONDO (ignorandolo, occhi sul morto)
Non me l'avesse fatto, ma m'ha ucciso
un uomo…
Un'ombra di dolorosa amarezza sulla faccia di Johnny. Su di lui,
le occhiate severe degli altri partigiani e quelle tese, ma
soddisfatte dei carabinieri semplici. Johnny fa convergere lo
sguardo nella stessa direzione del Biondo.
JOHNNY (consapevole)
Inteso…
35 - EST. - STRADA - GIORNO
Il camion è stracarico di materiali: coperte, pellicce, macchine
da scrivere, ecc.. Alcuni partigiani viaggiano appesi penzoloni
alle sponde del cassone. Johnny e il Biondo pigiati insieme a
Fulmine nell’angusta cabina. Tutti tacciono. Johnny tiene lo
sguardo fisso sulle colline circostanti.
Uno schianto improvviso
. Il camion sbanda paurosamente. Johnny
chiude istintivamente gli occhi, rovinando addosso al Biondo, la
canna del suo mitra all'altezza del petto. Si riscuotono dalla
sorpresa, scendono dall'autocarro.
Un'auto militare tedesca rovesciata sul declivio del fosso
. La
fiancata del camion appena ammaccata. Il Biondo e Johnny
raggiungono i compagni vicino all'automezzo:
tre soldati tedeschi
stanno faticosamente uscendo dall'abitacolo. Hanno un aspetto così
frastornato che i partigiani li circondano senza puntare le armi.
I soldati indicano la macchina. Johnny e il Biondo si chinano
verso l’interno:
un ufficiale di mezz’età, le mani strette attorno
al ginocchio, le labbra serrate per il dolore. Il Biondo lo
osserva scuro in volto.
BIONDO (a Johnny, senza voltarsi)
Sai il tedesco?
JOHNNY (ironico)
30
Nein
.
Un'occhiata di bonaria disapprovazione a Johnny, poi il Biondo fa
cenno agli uomini di estrarre il ferito.
BIONDO
Brutto affare…
JOHNNY
Lasciamoli qui…
BIONDO (visibilmente preoccupato)
No, meglio portarli con noi… magari
riusciamo a scambiarli con qualcuno dei
nostri…
36 - EST. - MOMBARCARO/PIAZZA - GIORNO
I soldati tedeschi vengono fatti scendere dal camion sotto gli
occhi di una piccola folla di civili muta e curiosa. Johnny e il
Biondo scendono dalla cabina. Alcuni partigiani scaricano
delicatamente l'ufficiale, lo adagiano a terra su delle coperte.
Una
donna gli si accosta con una brocca e un bicchiere in mano.
FULMINE
Se mi facevo male io, mica c’era tutto
‘sto ambaradan…
Johnny nota, poco discosti, il Biondo e Némega che stanno
discutendo. Il commissario scrolla preoccupato la testa.
37 - EST. - MOMBARCARO - IMBRUNIRE
I partigiani schierati sulle propaggini esterne del paese. Tesi.
Johnny e il Biondo seduti sul muretto della piazza. Lo sguardo di
Johnny erra nella valle sottostante: immobile, silenziosa.
38 - EST. - MOMBARCARO – NOTTE
La sorveglianza partigiana si è assottigliata, pochi uomini sono
rimasti di guardia, la tensione ha lasciato il posto alla
stanchezza. Tra quelli rimasti in postazione, Johnny e il Biondo.
D'un tratto Johnny strizza gli occhi, indica qualcosa al tenente:
una colonna di luci bianche e rosse in fondo alla valle
,
tremolanti come dei lumini cimiteriali. I due scendono
istintivamente dal muretto. Le luci continuano ad aumentare per
numero e intensità. Rimangono in silenzio ad osservare, finché
sale possente e inconfondibile il ronzio degli autocarri.
JOHNNY
E' una colonna enorme.
BIONDO
Tedeschi. (sorpreso) Troppi per noi…
31
JOHNNY (ironico)
Non ce la meritiamo…?
Altri partigiani e qualche civile accorrono a scrutare attoniti la
teoria di luci. Némega appare alle loro spalle, si avvicina
appoggiandosi a sua volta al muretto.
NEMEGA
Per me vanno in Liguria…
La colonna di fari continua ad allungarsi. Il Biondo abbandona il
muretto muovendosi verso l'interno del paese.
BIONDO
Sposto gli uomini di qua…
Un razzo rosso solca improvvisamente il cielo
. Il Biondo si ferma
sui suoi passi. Sguardi interrogativi rimbalzano sulle facce
perplesse. Dalla parte opposta del paese,
un altro razzo. Johnny,
il Biondo e Némega partono di corsa.
I tre arrivano correndo al parapetto dall'altro lato del paese.
Guardano a valle:
un’identica colonna di luci. Occhi di bue
illuminano a giorno le forre del fondovalle.
Grida tedesche ora
risuonano in tutte le direzioni, piatte e terribili. Némega e il
Biondo scambiano uno sguardo di intesa.
NEMEGA
Siamo accerchiati…
I tre riguadagnano il centro del paese. Lungo la strada, porte
sprangate con violenza, civili che corrono verso casa, una donna
piange. In piazza è già radunato il grosso dei partigiani. Il
terzetto li raggiunge, il Biondo e Némega confabulando. Il
commissario prende la parola, serio e sbrigativo.
Sbandiamo in squadre… massimo sei o
sette… i tedeschi li lasciamo qui…
vivi. Ci vediamo domani alla Lovera …
Gli uomini fanno cenni di assenso e cominciano a dividersi
sbrigativamente in gruppi. Seguito da Mario, Némega si eclissa.
Alcuni partigiani partono disordinatamente per conto proprio, alla
spicciolata. Altri bussano insistentemente alle porte sprangate.
Johnny lancia un’occhiata apprensiva al Biondo che sta
selezionando la sua squadra. Il tenente se ne avvede.
BIONDO
Johnny, tu vieni con me.
Johnny fatica a celare la soddisfazione.
39 - EST. - CAMPAGNA - NOTTE
Sotto una pallida luce lunare, la squadra del Biondo sta
arrancando in una valletta. Avanzano a ferro di cavallo attorno
32
alla figura del tenente, Johnny al suo fianco. Una cinquantina di
metri sopra di loro, la strada, sulla quale sono visibili diversi
camion tedeschi
, fermi, con i fari accesi e i motori al minimo.
Gli uomini sono palesemente stanchi: qualcuno, per alleggerirsi,
abbandona le munizioni. Il Biondo da l’ordine di acquattarsi.
BIONDO (sottovoce ma imperioso)
Il primo che fa rumore, lo strozzo…
Il Biondo, pancia a terra, inizia a risalire gli ultimi metri che
li dividono dalla proda erbosa della strada. Lui e Johnny arrivano
per primi a sporgere gli occhi sul nastro d'asfalto: gli autocarri
hanno l'aspetto irreale di vascelli fantasma. Johnny scorre la
strada con lo sguardo: nessuno in giro, nessuno di guardia. Si
volta verso il Biondo con un misto di speranza e di scetticismo.
Con uno scatto, il tenente balza sulla strada e scompare tra due
camion. Ancora nessuno in vista, nessun rumore sospetto. Fulmine
lo segue. Stessa calma. Tocca a Johnny. Scatta con agilità, si
insinua tra i due camion correndo a tutta velocità. Tiene lo
sguardo fisso davanti a sé, alla proda opposta, alla salvezza. Un
ultimo sguardo alla strada, ancora deserta. E finalmente un salto
verso il rassicurante buio. Johnny atterra con un tonfo sordo a
fianco di Fulmine. Si voltano a guardare ancora la strada con i
suoi camion fantasma: Pinco la sta varcando a grandi falcate. Un
accenno di sorriso si insinua sul volto di Johnny.
40 - INT. - STALLA - ALBA
La testa abbandonata sul petto, le braccia conserte, Johnny dorme
piegato innaturalmente nella mangiatoia di una misera ed angusta
stalla. Gli altri avvolti nella poca paglia del pavimento. In
lontananza,
un primo colpo di fucile seguito da una raffica.
Johnny si sveglia di soprassalto.
BIONDO (f.c.)
In piedi! Tutti in piedi!
41 - EST. - CASCINA - ALBA
Un
contadino scheletrico come uno spaventapasseri sta fissando il
cielo grigio gravido del
rumore di autocarri in moto. Il cigolio
del portone della stalla lo fa sobbalzare: quasi sviene al vedere
il Biondo e i suoi che si sono cautamente affacciati sull'aia. Il
tenente gli intima di tacere, poi si mette come gli altri a
fissare le colline di fronte: non un uomo né un camion in vista,
solo qualche sporadico sparo e il frastuono degli automezzi.
JOHNNY
Andiamo dalla parte opposta…
Il Biondo si volta con un “no” metallico negli occhi. Quindi parte
di scatto in direzione del rombo degli autocarri. Johnny, senza
una parola né un’ombra di opposizione, gli è subito dietro.
33
42 - EST. - CAMPAGNA - GIORNO
Il Biondo cammina in testa alla piccola formazione nel fitto di un
bosco reso spettrale dall’inverno. Escono allo scoperto in un
campo sottostante una strada. Mentre lo attraversano, Johnny
guarda distrattamente la carreggiata: deserta. Poi
un bagliore, un
piccolo lampo verdognolo. In un attimo l’orizzonte si riempie di
elmetti tedeschi
. Johnny fa appena in tempo a indicarli agli altri
che una
prima, robustissima raffica piove su di loro.
Pinco è il primo a cadere
, avvinghiato alla mitragliatrice. Gli
altri fuggono, Johnny si tuffa a terra. Dallo schieramento nemico
si alzano insulti e perentori inviti alla resa (in italiano, a
soggetto). Il Biondo arma il mitra, mette un ginocchio a terra e
si dispone a sparare, ma una pallottola lo coglie ad una spalla,
sbilanciandolo. A fatica ritrova l'equilibrio, fa fuoco.
Viene
immediatamente fulminato da numerose fucilate.
Johnny lancia un’ultima, rabbiosa occhiata al corpo martoriato del
tenente, quindi retrocede verso il bosco. Ma il fuoco nemico lo
prende di mira: è costretto a cambiare direzione. In un turbine di
pallottole sibilanti, si lancia zigzagando verso il basso. Corre a
perdifiato, la faccia piegata in una smorfia di angoscia,
incurante del moschetto che gli scivola via dalle mani. L’ultimo
tratto lo fa rotolando, sempre più rapido, fino a precipitare
inaspettatamente in un ripido calanco.
Il fuoco nemico si
intensifica battendo il ciglione che ha appena scavalcato
.
Johnny frana nella vertiginosa pendenza, fino a fermarsi sul
fondo, i piedi e i polpacci nell'acqua gelida di un rigagnolo. Lo
sguardo rivolto verso la cima dove ora pullulano le voci confuse
dei fascisti. Johnny prende a marciare nell'acqua percorrendo la
gola nella direzione in cui diventa un vero e proprio canyon. Si
ferma, l'acqua ora al ginocchio: sul ciglione non si vede ancora
nessuno, ma si sentono inequivocabili i passi dei soldati che lo
perlustrano. A trenta metri da lui, l'improvvisa
esplosione di una
bomba a mano.
Johnny si guarda attorno, terrorizzato. Una seconda,
più vicina granata. Una terza a pochi metri
. Johnny si tuffa
scomparendo nel gelido torrente.
Un’altra vicinissima esplosione:
la superficie dell'acqua ribolle di schegge di tufo. Johnny
riemerge grondante, le labbra bianche, un rivolo di sangue sulla
tempia.
Il cuore in gola, in attesa del colpo definitivo.
E invece la granata successiva esplode più a valle, folgorando un
pioppo.
Attesa. Le voci dei fascisti si allontanano. Johnny
guarda a lungo il ciglione: deserto. Non si sente più alcuna voce.
43 - EST. - BOSCO - GIORNO
Johnny avanza solitario, lacero, in un bosco di acacie. La pistola
in pugno abbandonata lungo il fianco. Il silenzio è assoluto,
rotto solo dall’impatto dei suoi scarponi sul letto di foglie
morte. Improvvisamente, il rumore dei suoi passi è come
raddoppiato, leggermente sfalsato. Istintivamente si gira puntando
la pistola: di fronte a lui, sanguinante e disarmato, un braccio
ferito, Fulmine. Johnny gli dedica un’occhiata distratta: la
ferita è superficiale. Riprende a marciare senza curarsi
34
dell’altro. Fulmine rimane interdetto per alcuni secondi, poi lo
segue. Camminano per un po’ in quell’ordine, finché spuntano su un
sentiero che costeggia il bosco. Johnny si ferma e fissa Fulmine
con indifferenza. Finché l’altro non ce la fa a reggere.
FULMINE
Il Biondo?
Johnny non risponde, un moto di sconforto lo travolge. Ma si
riprende subito: squadra Fulmine con occhi severi.
JOHNNY
Perché mi segui?
Fulmine è meravigliato, più dal tono che dalla domanda.
FULMINE
Non so dov’è la Lovera… pensavo che tu…
JOHNNY (indicando una direzione)
Di là…
Senza attendere oltre, Johnny parte per la direzione opposta a
quella indicata a Fulmine.
FULMINE (confuso)
Torni a casa?
Johnny non risponde. Fulmine rimane sbigottito a guardarlo mentre
si allontana con il consueto passo militaresco.
DISSOLVENZA A NERO
44 - EST. - COLLINE - GIORNO
Sbrindellato e sfiancato, Johnny cammina su una strada in cresta,
lo sguardo attento, febbrile, a valle. Sotto di lui, forre e
valloni profondi. I profili delle colline circostanti sono più
dolci, più materni di quelle di Mombarcaro. Finché, oltre una
piccola sella,
appare per un attimo la città, la sua città, Alba.
Johnny si ferma per un lungo istante a guardarla, pensieroso e
nostalgico. Poi si avvia a lunghi passi giù dal declivio verso la
cittadina in lontananza.
Assorto, percorre un sentiero collinare che si insinua tra le
prime ville padronali, deserte e sigillate. Nell’aria silenziosa,
un rumore sordo e ripetuto, come di tappi sturati. Johnny rallenta
nei pressi di una siepe lungo il sentiero. Il rumore si è fatto
più secco e vicino.
Incuriosito, sbircia attraverso la vegetazione: un uomo e una
ragazza stanno giocando a tennis nel campo privato di una villa.
L'uomo, sui 50, stempiato e grigio, colpisce con scioltezza. La
ragazza, ventenne, bionda ed esile, risponde con colpi impacciati.
Entrambi indossano impeccabili completi da tennis.
Johnny osserva stupito la scena, ammaliato dall’assurdo balletto
dei corpi e delle racchette. Nota che l’uomo gioca tenendo con
nonchalance una sigaretta tra le dita, impreziosite da un vistoso
35
anello. Il suo sguardo corre poi alla ragazza, al suo viso fresco,
leggermente arrossato dalla corsa.
Una palla colpita maldestramente dalla ragazza vola nella
direzione di Johnny: si ritrae istintivamente. Rimane immobile,
come nel timore di essere scoperto. Il rumore della palla colpita
dalle racchette riprende regolare.
Johnny inverte direzione di marcia e riprende a camminare, questa
volta su per la collina.
45 – 46 TAGLIATE
47 - EST. - QUARTIER GENERALE NORD - GIORNO
La grande aia di un’imponente, isolata cascina. Johnny la
attraversa nell’indifferenza generale. Una
ventina di partigiani
sono di guardia, ma con leggerezza, nell’evidente consapevolezza
di non star correndo alcun pericolo. Tutti portano al collo
fazzoletti azzurri, alcuni indossano divise inglesi, altri
sfoggiano i galloni da ufficiale dell’esercito regio. Si divertono
a sfottere cameratescamente
alcune giovani donne, anch’esse con
abiti di foggia maschile, che stanno facendo il bucato in un
lavatoio. Una di esse, mora, piuttosto formosa, viso contadino
(
SONIA), nel gettare l’acqua da un catino, allunga volutamente la
traiettoria fino a colpire i maschi. Le colleghe approvano il
gesto ridendo. Johnny osserva la scena con un misto di
circospezione e disappunto.
Sulla porta della cascina sventola un piccolo tricolore regio. E'
presidiata da
tre uomini armati fino ai denti, dall'aspetto torvo
e arrogante. Uno, con una divisa tedesca resa meno tetra dal
fazzoletto azzurro, lo squadra con aria tracotante.
JOHNNY (calmo)
Cercavo Nord.
48 - INT. - QUARTIER GENERALE NORD - GIORNO
Occhi azzurri, penetranti, fermi. Un viso di straordinaria
bellezza. Sono gli occhi di
NORD, fissi su Johnny: immobile,
affascinato, davanti a lui. I due sono in una stanza arrangiata ad
ufficio: scrivania, mappe, telefoni da campo. Nord sta in piedi
appoggiato ad un tavolo con comoda disinvoltura, in perfetta
divisa da ufficiale inglese. Johnny lo guarda ammirato, fino ad un
dettaglio che lo fa quasi sorridere: ai piedi, un paio di scarpe
da pallacanestro.
NORD
Ettore m’ha detto che eri allievo
ufficiale…
Johnny annuisce con un velo di tristezza.
JOHNNY
Ettore è con voi?
NORD
36
Al presidio di Castagnole… dice anche
che sei professore d’inglese…
Johnny agita la mano come a voler ridimensionare.
JOHNNY
Secondo anno di università… Ettore la
fa sempre grossa…
Nord sorride complice.
NORD
M’era venuto il sospetto… è vero quel
che dice del tuo inglese?
Johnny risponde allargando le braccia con modestia. Nord si
avvicina a Johnny con sobria elasticità. Gli squadra
l'abbigliamento lacero e sporco.
Come mai sei finito con Nemega?
JOHNNY
Sono i primi che ho trovato… ci hanno
fatto a pezzi…
NORD
Lo so. Potevi tornare a casa…
Johnny è stupito dalla considerazione.
JOHNNY
A fare cosa?
Senza replicare, Nord torna dietro alla rimediata scrivania, si
siede. Scrive qualcosa su un foglio.
NORD
Se sai veramente l’inglese ci sarai
molto utile… fra un po’ ci manderanno
giù delle missioni…
Johnny cerca di nascondere l'emozione deglutendo a fatica.
Ti metto con il tenente Pierre al
presidio di Mango. Gli farai da
secondo.
Johnny annuisce lusingato mentre si allunga a prendere il foglio.
49 - EST. - MANGO - GIORNO
Uno spiazzo in terra sotto il bastione di accesso al paese
intiepidito dal primo sole primaverile. Una
dozzina di partigiani
stanno marciando compatti in una nuvola di polvere. Sono tutti
adolescenti dall'aria sonnolenta e svogliata. Portano il moschetto
37
e, oltre all'immancabile fazzoletto, indossano divise militari di
varia foggia e provenienza. A comandarli è un 35enne dal forte
accento siciliano, corpo robusto e carnagione scura (
MICHELE).
PIERRE (f.c.)
Michele era sergente in Africa… in
gamba come pochi… è siciliano… non
torna a casa dal ’40…
Michele ordina un feroce dietro front. Gli uomini eseguono
piuttosto disordinatamente. Alcuni partigiani, di qualche anno più
anziani, seduti su una staccionata ai bordi dello spiazzo, li
osservano esilarati (Kyra, Tarzan, Set, Ivan). Alcuni civili,
invece, approvano con compiaciuti cenni del capo. Anche Johnny,
ripulito e sbarbato, un fazzoletto azzurro al collo, appare
divertito. Accanto a lui, sul bastione, c’è
PIERRE, trentenne,
fisico minuto e asciutto, occhi mansueti che sovrastano un paio di
esilissimi baffetti da guascone. In testa, un berretto da
aviazione. Il tenente nota l’espressione ironica di Johnny.
PIERRE
Che vuoi che faccia? Bisogna tenerli
occupati… i fascisti qui non vengono e
noi siamo troppo deboli per attaccarli…
JOHNNY
Perché non li comandi te?
PIERRE (divertito)
Io? Sono un aviatore, a me la terra
ferma fa venir la nausea…
Michele comanda l'alt proprio di fronte a loro. Poi un present-atarm!
con la solita ferocia. Gli uomini eseguono con notevoli
difficoltà. Johnny si trattiene a fatica.
50 – TAGLIATA
51 - INT. – MANGO/MAGAZZINO MUGNAIO - NOTTE
Un ampio ambiente ben illuminato, sacchi di farina ammucchiati
alle pareti. Un uomo massiccio suI 50, la faccia bonaria del
commerciante (
MUGNAIO) distribuisce abbondanti mestoli di carne al
sugo ai partigiani. Il vino scorre abbondante, l’allegria regna,
la truppa se la gode (e con loro
un paio di fanciulle vestite con
dei graziosi completini estivi). Più sobri e misurati, isolati ad
un capo del tavolo, Pierre, Johnny e Michele, i “gallonati” del
presidio, (e il Dottore) guardano i giovani con aria compiaciuta.
Al fianco di Johnny, un lucidissimo Sten appoggiato alla gamba
della sedia.
51a - MONTAGGIO - COLLINE
a
- Una polla d'acqua limpidissima in un'ansa di un torrente.
Johnny emerge all'improvviso, riprende fiato per sparire
nuovamente sott'acqua.
b
- Nelle immediate vicinanze del torrente, Johnny in mutande
seduto su un grande sasso, lo sguardo agli alberi e al cielo. Ogni
38
tanto aspira con voluttà una boccata di fumo dall'eterna
sigaretta. Poi si guarda le mani: il dorso ancora liscio e
levigato; il palmo, calloso, ispessito.
JOHNNY (tra sé)
Doctor Jekill and Mister Hyde
…
c
- Cammina, Johnny. La faccia (appena fremente dalla cadenza dei
passi) illuminata da uno sguardo lieto, quasi sognante. Cammina
con rilassata energia. Di colpo i suoi occhi si fanno seri,
allarmati. Rallenta. E' un attimo: un sorriso gli si accende negli
occhi. Si affretta, quasi ansioso.
E' un abbraccio breve e sobrio quello che Johnny riserva a Vico
(che appare "imbarbarito" e leggermente invecchiato). I due,
immobili in mezzo ad un sentiero di cresta si osservano increduli.
Poi si abbrracciano. Si staccano, increduli. Vico tocca fazzoletto
J.
VICO
Nord, eh…
Johnny sorride.
JOHNNY
E’ una questione di stile…
VICO (divertito)
Già… fai la tua figura anche senza
libri in mano…
Ridono sommessi.
JOHNNY
Te…?
VICO
Sto con Cocito…
n velo di nostalgia attraversa il viso di J.
JOHNNY
Bergadano?
Vico che abbassa lo sguardo.
VICO
Morto… gli è scoppiato il moschetto in
mano… gli è partita mezza testa
La tristezza cala sul volto di J. Una tristezza controllata.
JOHNNY
Prima o poi tocca a tutti.
Vico annuisce grave. Poi scuote la testa, come a voler cancellare
il pensiero. Sorride lieve.
VICO
Però ci fai il callo, no?
J. annuisce consapevole, complice.
39
Godiamoci ‘ste vacanze, va…
J. approva con un largo sorriso.
DISSOLVE SU
d
- Di nuovo in marcia: Johnny sta percorrendo con passo rapido la
cresta di una collina. Ad un centinaio di metri da lui, una grossa
fattoria (cascina della Langa) con una bellissima
LUPA a far da
guardia. Johnny la osserva con occhi ammirati.
DISSOLVE SU
52 - INT. - MANGO/OFFICINA - GIORNO
Un tornio signoreggia al centro di un'officina meccanica. Sotto lo
sguardo ammirato di Johnny e di Pierre,
KYRA (uno dei partigiani
più anziani visti nello spiazzo) sta ultimando la filettatura di
una sorta di "tromboncino". Ha circa trent’anni, il corpo
perfettamente proporzionato, muscoloso ed elegante. Manovra il
tornio con sicurezza e rapidità, l'occhio limpidamente vigile.
KYRA
Ci voglio tirar fuori un lanciabombe…
Finisce di rifilare il pezzo e lo avvita sulla canna di un grosso,
rudimentale fucile.
JOHNNY (curioso)
Funzionerà?
KYRA
Quand'era un fucile, funzionava…
Ride, imitato da Pierre.
PIERRE (divertito)
Kyra, racconta un po’ di quella volta
che hai fatto una bomba a mano con la
caffettiera…
Nuove risate, a cui si unisce cameratescamente Johnny. In quel
momento, attraverso il portone di lamiera aperto su una via del
paese, si vede transitare una macchina con la capotte abbassata,
seguita dallo stridere di una frenata. Tutti si voltano a
guardare. L’auto ricompare in retro marcia: ne scende Ettore, i
soliti occhi vivi, l’espressione ribalda. Johnny ha un lampo di
emozione. Ettore entra nell'officina.
ETTORE (sorriso a tutta bocca)
Long
Johnny! Siamo a due colline e non
sei mai venuto a trovarmi!
Anche Johnny si apre al sorriso mentre l'amico si avvicina. I due
si stringono calorosamente la mano, affondando ognuno lo sguardo
in quello dell'altro. Ettore si presenta (a soggetto) a Pierre e
Kyra. Poi, senza ulteriori indugi...
40
Dicono che c’è del giro a Santo
Stefano… (mordace, a Johnny) Tu, sempre
col voto di castità?
JOHNNY
Perché? E’ finita la guerra…?
Tutti sorridono. Poi Johnny guarda Pierre, come per cercare
solidarietà, ma il tenente rifiuta con un cenno imbarazzato della
mano.
PIERRE
No, scusate. Ho delle cose da sbrigare…
KYRA (sornione)
Sì… con una ragazza di Neive…
Johnny aggrotta sorpreso e compiaciuto la fronte. Pierre non
riesce a nascondere un timido sorriso.
53 - EST. - S. STEFANO BELBO - GIORNO
Johnny, lo Sten a tracolla, sta faticosamente spingendo la
macchina da dietro, sudato fradicio. Nell’aria, un lontano brusio,
come di una fiera cittadina.
JOHNNY
Potevi almeno guardare quanta benzina
c’era…
Ettore, di lato, una mano attraverso il finestrino a manovrare il
volante, fa molto meno sforzo.
ETTORE
L’ho requisita.
JOHNNY (f.c.)
A chi?
Ettore si gira per un attimo con un'espressione ribalda.
ETTORE
Ai suoi della ragazza di Pierre… sono
fascisti… fascisti nati e sputati…
Johnny alza lo sguardo sull'amico, come a volerlo bonariamente
rimbrottare per il tiro giocato a Pierre. Ma si blocca
meravigliato: davanti a lui,
una piazza gremita di partigiani con
fazzoletti rossi o azzurri, tutti sfoggianti l'arma,
borghesi
dall'aria ostile e invidiosa,
ragazze dai disponibili sorrisi.
Ettore dirige la macchina a lato della strada. Poi si gira verso
Johnny con un sorriso radioso.
A proposito di ragazze… lascia parlare
me. Tu parli troppo bene, me le
spaventi…
41
Johnny ridacchia scuotendo la testa e segue Ettore che, con aria
da marpione, fa il suo ingresso nella piazza festosa. Johnny
osserva affascinato il variopinto via vai: gli azzurri più
eleganti, anche nell'andatura; i rossi più duri e sbrigativi. Una
coppia passa poco lontano: lui col fazzoletto rosso, lei vestita
da festa e con il mitra del suo uomo a tracolla. Ettore gomita
Johnny indicandogli
due ragazze sole al centro della piazza. Si
avvia col passo elastico del conquistatore. Johnny lo segue
divertito. Ma, dopo pochi passi, un movimento di fazzoletti rossi,
fuori da un bar, attira la sua attenzione. Istintivamente si
avvicina al capannello. Ettore si accorge del cambio di direzione
dell'amico, fa per chiamarlo, poi, sbuffando, si rassegna a
seguirlo mentre le due ragazze si perdono nella confusione.
Una
decina di partigiani rossi stanno issando su un tavolino del
bar un
giovane compagno incitandolo a cantare. Johnny si ferma
alle loro spalle. Il ragazzo nicchia, le guance rosse per la
vergogna. Gli altri incalzano. Il ragazzo fa un lungo sospiro e,
con una sorprendente voce da basso, intona
Fischia il vento in
russo. Con una tale padronanza melodica che subito tutti
ammutoliscono, incluso Ettore che si è unito a Johnny. Fissano
conquistati la scena.
JOHNNY (sommesso, a Ettore)
Loro hanno una canzone e basta… e fa
tremare i polsi. Noi troppe e nessuna.
PARTIGIANO COMUNISTA (f.c.)
Garibaldini ai camion!
La canzone si interrompe. Si girano tutti: una macchina ricoperta
da una bandiera rossa procede nella piazza ad andatura lenta. Un
partigiano, in piedi sul predellino con un megafono.
Attacco fascista sulla linea Isola-
Montegrosso-Loazzolo!
I garibaldini cominciano a sciamare rapidamente. I civili e le
donne rifluiscono verso le loro abitazioni con passo affrettato.
ETTORE (con tono di rivincita)
Se lo sono voluto…
La piazza ora è quasi deserta. Anche gli azzurri si stanno
indirizzando verso l'esterno del paese. Fatta eccezione per alcune
ragazze che tornano deluse a casa, Johnny e Ettore rimangono soli.
PIERRE (f.c.)
… usano il seminario come caserma… non
sprecate munizioni… Nord vuole solo che
gli roviniamo il sonno…
54 - INT – MANGO/COMANDO - GIORNO
42
Chinato su una cartina adagiata su un tavolo, Pierre sta istruendo
Johnny nell’improvvisato comando del presidio, ricavato nella
rimessa di una casa del paese. Mappe e carte militari appese ai
muri, il resto della stanza invaso da mele e nocciole. Johnny
fissa pensieroso la cartina.
… scegli tu la strada… ti do Kyra, Set
e Tarzan, sono i più esperti…
Johnny sembra perplesso.
JOHNNY
Perché Alba?
PIERRE
Ti preoccupi per i tuoi?
Johnny nega con un cenno della testa. Pierre corruga la fronte.
Non so… si dice che la occuperemo…
Johnny lo fissa con l’aria di chi ha appena udito una follia.
55 - EST. – ALBA/TORRENTE/SEMINARIO - NOTTE
Johnny è alla testa di una dozzina di uomini che avanzano
acquattati lungo gli argini di un torrente. Subito alle sue
spalle, Michele. A coprire in coda, due ventenni che, rispetto al
resto della giovanissima truppa, appaiono quasi “vecchi”:
SET è
massiccio, il volto contadino incorniciato da una folta barba;
TARZAN
è di statura normale, la faccia sveglia segnata da una
cicatrice sul mento. La squadra è giunta in prossimità di un
ponticello pedonale. Johnny si ferma, raduna gli uomini attorno a
sé.
JOHNNY
Mi raccomando, niente colpi di testa…
Tutti fanno cenni di assenso. La formazione si arrampica su per la
scarpata dell'argine, sempre guidata da Johnny che si muove
egregiamente al buio. In cima al terrapieno, un viale alberato che
costeggia un imponente edificio completamente buio. Alle spalle
della nera mole, il profilo della città dormiente.
Johnny e gli altri si dispongono lungo la banchina della strada,
rifugiandosi dietro ai larghi tronchi del viale. Il silenzio della
città è perfetto, gli uomini concentrati, le armi già puntate.
Johnny li scorre con sguardo calmo, fino a scorgere Tarzan e Set,
nella posizione più avanzata, le armi tenute al fianco. Le facce
tranquille di chi sa quel che sta per fare.
Assordante, in quel silenzio assoluto, un tocco di campana.
Michele apre il fuoco contro le finestre dell’edificio
, subito
imitato dagli altri. I successivi rintocchi della mezzanotte
suonano come un assurdo contrappunto al frastuono delle armi. Lo
squillo di una tromba proviene dal palazzo preso di mira.
Johnny indirizza due lunghe raffiche contro l’edificio, da cui ora
si levano sanguinosi insulti all'indirizzo dei partigiani. Mentre
43
estrae il caricatore vuoto, vede Tarzan e Set che sparano calmi e
concentrati. Il suo sguardo si fa assente, come astraendosi dalla
sparatoria. Si riscuote e inserisce un nuovo caricatore.
Gli uomini di Johnny sparano senza ritegno, godendosi il crepitare
delle armi. Dall’edificio si alternano grida confuse: talune di
rabbiose vendetta, altre imploranti il cessate il fuoco. Johnny
fruga nelle tasche: ha solo più un caricatore. Comincia ad urlare
ordini di ritirata agli uomini. Nessuno si muove. Alza la voce, si
sbraccia. Finalmente arretrano tutti, qualcuno sparando un ultimo
colpo, Tarzan e Set i primi a riguadagnare il bordo della strada
ed acquattarsi allegramente. Johnny li raggiunge soddisfatto.
Dall’edificio ora hanno iniziato a sparare
, ma i colpi non li
sfiorano nemmeno. Johnny conta gli uomini: sono rientrati tutti.
Si appresta a retrocedere quando
un ragazzo, uno dei più giovani,
balza nuovamente sulla strada
, reggendo a fatica un mitragliatore.
Si dirige verso l’edificio come ipnotizzato dal fuoco
dell’invisibile nemico. Johnny e gli altri gli urlano di fermarsi,
di tornare indietro, ma il ragazzo si è messo a sparare contro le
finestre. Tarzan scatta sulla strada, giungendo a pochi metri da
lui. Alle sue spalle, Set ha riguadagnato la carreggiata e raffica
per coprirlo. Johnny osserva la scena con lucida trepidazione.
Un
colpo di moschetto
risuona secco nell’aria: il ragazzo si piega su
se stesso, barcolla, cade all'indietro. Tarzan si getta a terra,
lo afferra per le gambe, lo trascina verso l'argine. Dal palazzo
fanno il tiro a bersaglio sui due allo scoperto. Sotto una
grandinata di pallottole rimbalzanti, Tarzan e il ferito
raggiungono il ciglio della strada dove ora anche Johnny e gli
altri stanno coprendo insieme a Set.
56 - EST. – FERROVIA NELLA CAMPAGNA - NOTTE
La formazione avanza lentamente lungo binari arrugginiti come in
processione notturna. Johnny e Michele procedono seguiti da
quattro uomini, tra cui Tarzan, Set e Kyra, che su una barella di
fortuna stanno trasportando faticosamente il ferito.
SET (fermandosi)
Johnny… sanguina…
Johnny e Michele raggiungono la barella. Il sergente accende un
fiammifero: il ragazzo rantola penosamente. Kyra gli tampona con
un fazzoletto la ferita al fianco. Johnny fa segno nervosamente di
ripartire. La squadra obbedisce. Di fronte a loro la bocca, più
buia del buio, di un tunnel.
57 - INT. - TUNNEL - NOTTE
Il rimbombare dei passi sul ghiaione della ferrovia. Johnny sempre
in testa, affiancato da Michele. Marciano silenziosi, lenti ma
costanti. Il silenzio viene rotto dalla voce di un partigiano.
PARTIGIANO GIOVANE (f.c., flebile)
Ma quant'è lungo?
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Michele accenna un sorriso. Tarzan si gira, per quanto gli
permetta lo sforzo della barella, verso il compagno.
TARZAN
Hai paura che passi un treno?
PARTIGIANO GIOVANE (f.c.)
No, lo so che la linea è ferma. E’ che…
Il
PARTIGIANO GIOVANE, un viso da bambino appena marcato dalla
prima peluria, scuote la testa, esitante.
… ho paura delle mine…
Subito tra i partigiani più giovani saettano occhiate inquiete.
JOHNNY (duro)
Chi t'ha detto che è minata?
PARTIGIANO GIOVANE
Nessuno…
JOHNNY
E allora sta zitto!
Sulle facce degli uomini cresce la tensione. Il passo rallenta, i
movimenti diventano più cauti. Gli occasionali barellieri appaiono
esausti. Johnny tiene lo sguardo su Tarzan, la faccia contratta in
una smorfia di fatica. Johnny lo affianca. Impugna la barella
accanto alla sua mano. Il suo tono è gentile e risoluto.
JOHNNY
Lascia pure Tarzan, vai avanti…
Tarzan lo scruta stupito, senza mollare la presa. Poi volge lo
sguardo verso Set, ora affiancato a sua volta da Michele: il
siciliano fa ad entrambi un cenno di benevola approvazione. Tarzan
e Set lasciano la presa e prendono la testa della squadra.
Johnny guarda il ferito, la testa proprio all'altezza della sua
mano. Respira debolmente emettendo una sorta di sibilo.
In lontananza, incerta, irreale, la luce dell'alba. Gli uomini
accelerano il passo.
58 - EST. - FERROVIA NELLA CAMPAGNA - ALBA
L'uscita scura del tunnel appena alle spalle, Michele e gli altri
depongono con delicatezza la barella per terra. Johnny si china
sul ragazzo: nella luce azzurra dell'alba, il volto pallido del
ferito, immobile, senza più respiro. Johnny alza lo sguardo sugli
uomini che lo sovrastano. Tutti capiscono all'istante. Michele
allarga le braccia sconsolato. Johnny si rialza e con passo
sconfortato, incoerente, si incammina da solo verso il tunnel.
59 - EST. - QUARTIER GENERALE NORD - GIORNO
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Johnny passeggia rilassato sull'aia. Sullo sfondo, le annoiate
guardie del corpo. Dalla cascina esce Nord in un’elegante divisa
cachi con calzoni corti. Saluta Johnny con un cenno, lo raggiunge.
I due si dirigono verso un pergolato.
NORD
So che sei stato ad Alba… com'è la
situazione?
Johnny guarda scettico il comandante.
JOHNNY
Vuoi sapere se reggerebbero un nostro
attacco?
Nord lo osserva disorientato.
NORD
Perché no…
JOHNNY
Il problema non sono loro…
Nord si siede ad un tavolo sotto il pergolato. Offre delle
sigarette inglesi a Johnny. Dalle vicinanze,
l'eco di una breve e
intensa raffica
. Johnny si gira appena nella direzione del suono.
NORD (f.c.)
Che vuoi dire?
Johnny accende la sigaretta.
JOHNNY
… metà dei nostri non hanno mai sparato
un colpo in vita loro. Sai come mi è
morto quello l’altra sera?
Un'altra raffica
, questa volta più insistita. Johnny guarda Nord
che lo invita a continuare con un cenno della testa.
Qui tutti stanno dalla nostra parte, ma
quando perderemo la città, perché la
perderemo, cosa diranno quando ci
vedranno tornare?
Nord gli getta un’occhiata preoccupata.
NORD
Dici che per fine autunno non sarà
tutto finito?
Johnny sorride scettico. Nord si alza sospirando, lo sguardo
preoccupato verso valle. Accompagnato da una
GUARDIA DEL CORPO, un
PARROCO DI CAMPAGNA
sta dirigendosi verso di lui.
46
Ci sono delle trattative in corso…
JOHNNY (sorpreso)
Che trattative?
NORD
Per l'evacuazione dei fascisti…
Un'ombra di amarezza e di delusione negli occhi di Johnny.
Evacuazione pacifica, armi, bagagli e
tutto…
Johnny scuote apertamente la testa. Si alza con un sorriso ironico
e pensieroso. Il prete li ha raggiunti col passo paziente del
contadino. E’ piuttosto anziano, ma ancora robusto.
PRETE
Comandante Nord… una parola…
NORD
Dite reverendo.
Il prete sospira. Johnny si avvicina alla guardia del corpo.
PRETE
Per le fucilazioni… non è per
lamentarmi… ma io non sono l'unico
prete qui intorno…
Nord lo osserva con benevola severità.
NORD
Problemi di coscienza, padre?
Il prete nega con un cenno della mano. Johnny la guarda: è spessa,
deformata dalle durezze del lavoro.
PRETE
Non discuto le vostre sentenze… io li
metto in pace con Dio, il resto non mi
riguarda. Ma voi sapete bene che sono
stato chiamato quattro volte nelle
ultime tre settimane… vorrei essere un
po'… sollevato, ecco. Un po' di
alternanza…
Un rumore di passi concitati fa voltare Johnny e la guardia del
corpo: Kyra, trafelato e pallido, sta accorrendo verso di loro. Si
dirige senza indugi verso Nord che si alza per accoglierlo.
KYRA (ansimante)
Mi hanno detto che c’è stata una
fucilazione…
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NORD (rassicurante)
Sta tranquillo, non c’era tuo fratello…
Kyra abbassa lo sguardo, esausto e sollevato.
KYRA
Posso andare a vederli lo stesso?
Nord gli indica la valletta da cui sono venuti il prete e la
guardia del corpo. Kyra saluta con un secco cenno della testa e si
allontana con passo affaticato. Johnny lo segue con lo sguardo,
mentre Nord torna a parlare con il prete.
JOHNNY (a bassa voce alla guardia del corpo)
Cosa c’entra il fratello?
GUARDIA DEL CORPO (brusco)
E’ ufficiale fascista ad Asti… ogni
volta che ne prendiamo uno Kyra va a
pezzi…
Johnny riporta lo sguardo su Kyra ormai lontano.
… anche se non alzerebbe un dito per
salvarlo.
JOHNNY
Per chi erano le raffiche oggi?
GUARDIA DEL CORPO
Due dei nostri, stupro e rapina.
JOHNNY
Bene.
60 - 61 – 62 – 63 tagliate
64 - EST. - ALBA/VIA MAESTRA - GIORNO
Più curiosi che festanti, quasi perplessi, alcuni civili fermi
lungo la strada. Un bambino passa correndo di fronte loro, prima
di infilarsi felice nella grande colonna di partigiani che sta
percorrendo la via sotto un rincorrersi di campane martellanti.
Facce sorridenti sotto cappelli di tutti i tipi, divise
arrangiate, le armi ben in mostra:
azzurri e rossi, rigidamente
separati, avanzano nella città diffidente.
Johnny cammina in mezzo ai suoi, lo sguardo alle finestre
sprangate della strada. Rivolge a Michele un’occhiata delusa.
Improvvisamente, una finestra si spalanca di colpo. Vi si affaccia
sorridendo
una donna di mezza età. Applaude, prima timidamente,
poi con sempre maggior entusiasmo. I partigiani le rispondono con
cenni festanti e urla selvagge. Sul viso di Johnny un’espressione
euforica cancella la delusione di poco prima.
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In quel momento, preceduta dall'insistente tambureggiare del
clacson, sopraggiunge alle spalle di Johnny una macchina scura: le
guardie del corpo di Nord appollaiate sopra. I partigiani si
49
scansano, dapprima irritati, poi con una sorta di deferenza che
scoppia in una generale esclamazione di gioia. Johnny guarda
distrattamente verso l'interno dell'auto: Nord, seduto sul sedile
posteriore, solo, monolitico, lo sguardo in avanti, inguainato in
tuta di gomma nera. Johnny distoglie perplesso lo sguardo, scambia
un cenno d’intesa con Michele e con uno scarto improvviso sparisce
in un vicolo laterale.
65 - EST. – ALBA/VIA SECONDARIA - GIORNO
Johnny cammina a testa bassa per una via secondaria.
Un drappello
di civili
lo supera sventolando una bandiera italiana.
ALESSANDRO (f.c.)
Johnny!
Johnny si gira: Alessandro, con indosso un elegante impermeabile,
lo sta guardando seminascosto dal portone di una casa, quasi non
volesse farsi vedere. Squadra Johnny con aria complimentosa.
Ve la fate bene in collina, eh?
JOHNNY (freddo)
Vita sportiva…
ALESSANDRO (avvicinandosi)
Un caffè?
JOHNNY
Grazie, ma non vedo i miei da dicembre.
ALESSANDRO
Ti accompagno…
I due si avviano. Fanno i primi passi in un imbarazzato silenzio.
Poi Alessandro prende coraggio.
Quanto la tenete la città?
JOHNNY
Dieci, venti giorni al massimo…
La faccia di Alessandro crolla di delusione e di ansia.
ALESSANDRO
E me lo dici così?
Johnny lo considera appena con un'occhiata distratta.
E allora cosa l'avete presa a fare?!
Johnny continua a camminare indifferente.
JOHNNY
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E' la prima città libera del Nord
Italia. Ti pare poco?
Alessandro scuote la testa.
ALESSANDRO (incredulo)
Insomma, l'avete occupata per farvi
réclame?!
Johnny, perfettamente indifferente, aspira una lunga boccata.
Alessandro lo ferma piazzandosi di fronte a lui.
I tuoi partigiani non mi piacciono! Non
mi piacciono le loro facce! Non mi
piace quello che fate!
Johnny lo squadra con freddo risentimento.
JOHNNY
I fascisti ti piacevano?
ALESSANDRO
No, non mi piacevano.
Johnny sospira di stanchezza.
Un altro crocchio festante passa
vicino. Alessandro osserva con nervosa disapprovazione.
JOHNNY (casuale)
Devi scegliere la parte che ti dispiace
di meno. Ma devi scegliere, Sander.
Si guardano intensamente. Alessandro appare toccato, depresso.
Ci vediamo…
Johnny si avvia, lasciando Alessandro solo nella via.
66 - INT. - CASA JOHNNY/VANO SCALE - GIORNO
Johnny sale lentamente, con cautela. Dall'alto il tintinnare di
posate e piatti. Si ferma, lo sguardo in alto.
67 - INT. - CASA JOHNNY/CUCINA - GIORNO
Johnny apre la porta mentre la madre sta mettendo dell’acqua a
bollire sul fornello. Appena lo vede, con mitra in mano e
fazzoletto al collo, non riesce a trattenere le lacrime. Si getta
su di lui affondando il viso nel suo torace. Johnny la lascia
fare, poi la scosta tenendola a distanza di braccia. La donna lo
fissa con aria di riprovazione e, al contempo, di ansioso amore.
MADRE
Siediti…
Johnny obbedisce sotto lo sguardo apprensivo della donna.
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Non l’hai visto tuo padre? E’ andato a
cercarti…
Johnny poggia lo Sten sul tavolo. La madre guarda l'arma con una
sorta di spaventata diffidenza.
Da quant’è che non mangi?
Il rumore della porta: il padre è sulla soglia, sguardo apprensivo
e orgoglioso sul figlio. Johnny si alza per abbracciarlo, ma il
padre, occhi arrossati dalla commozione, si limita a dargli una
pacca sulla spalla.
PADRE
Eravate in tanti…
Johnny si risiede, imbarazzato di fronte al turbamento dei
genitori. La madre lo fissa torturandosi le mani.
MADRE
Adesso non vai più via, no?
Johnny ha un moto di sorpresa.
JOHNNY
Non vorrai che molli i partigiani?
MADRE
No, no… volevo dire che adesso state
qui, adesso che l'avete presa…
Johnny sorride con malinconica dolcezza.
JOHNNY
Non la terremo per molto.
Il padre impallidisce.
PADRE
Come?! Io ho sentito dire che ci
starete fino alla fine.
JOHNNY (amaro)
E’ tanto se dura ancora dieci giorni…
I genitori tacciono delusi. Johnny si alza.
Vado a cambiarmi…
PADRE (voce tremula)
Johnny…
Johnny si volta pieno di energia.
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Hanno ucciso il tuo professore… Cocito…
impiccato a un gancio da macellaio.
Un velo di angoscia cala sul viso di Johnny.
68 - INT. – ALBA/SEMINARIO - NOTTE
Un enorme corridoio nella penombra, tante porte in legno, soffitti
alti, colonne di marmo. L'ambiente è percorso da mormorii soffusi
e rumori attutiti. Nell’oscurità, Johnny procede con gli occhi
serrati, come in cerca di qualcosa. Apre una porta e si affaccia
all'interno. La richiude con disappunto. Riprende a percorrere il
corridoio spazientito.
JOHNNY
Michele!
Nessuna risposta. Ad un secondo richiamo, da una delle tante
camerate, esce il sergente.
MICHELE
Johnny… siamo qua!
Johnny accelera il passo ed entra con Michele in una camerata. Nel
buio si intravedono corpi distesi su brande da campo. L’oscurità è
costellata da decine di punte rosse di sigarette.
Vieni… ti presi la branda vicino alla
mia…
Johnny si lascia guidare da Michele. Ma ad aspettarli, disteso
sulla branda, c’è Pierre, allegro alla vista di Johnny.
JOHNNY (scuro in volto)
Che ci fai qua? Non dormi al comando?
PIERRE
Vuoi prendere il mio posto?
Johnny non reagisce all’ironia dell’amico. Che se ne avvede.
Che c’è, qualcosa non va?
Johnny si siede sulla branda a fianco del tenente.
JOHNNY
E’ morto un mio amico… (cambiando tono)
allora?
PIERRE
Siete stati assegnati all'argine…
cascina Gambadilegno, la conosci?
JOHNNY (cenno di assenso)
Quando?
53
PIERRE
Prima è, meglio è…
Johnny guarda Michele di cui può solo scorgere una pupilla. Il
sergente allarga le braccia come a dire "era ora".
JOHNNY
Scegli tu chi portare. Prendi quelli
che soffrono di più la caserma.
MICHELE (ironico)
Allora li prendo tutti…
Johnny non riesce a trattenere un mesto sorriso.
69- MONTAGGIO - CASCINA GAMBADILEGNO/ARGINE
a
- Johnny marcia in testa ad una colonna di una ventina di uomini
che sta entrando nell'aia di una piccola fattoria. Alle sue
spalle, Michele faccia allegra, sollevata.
b
- Michele sta accosciato a guardare il fiume. Johnny al suo
fianco. Di fronte, l'opposta, spopolata riva. Alle loro spalle,
alcuni partigiani stanno scavando postazioni difensive.
MICHELE
Piove molto qui?
Johnny risponde con un'alzata di spalle.
E quando piove s'ingrossa bello bello?
Johnny annuisce con aria di divertita curiosità. Michele torna a
guardare il fiume.
Non ce la faranno mai a passarlo…
Lo sguardo di Johnny scivola via sull’acqua verdastra.
c
- Sotto un cielo grigio e basso, gli sguardi delle sentinelle
ora tradiscono noia e irritazione. L’altra riva appare invece
ancora immobile e deserta.
d -
Imbrunire, sul balcone della cascina, Johnny contempla i
campanili di Alba. Alcune gocce di pioggia gli cadono sul viso.
e -
Una pioggia fina e insistente ribolle sulla superficie del
fiume. Le
pattuglie camminano a fatica nel fango della riva
avvolte in occasionali coperte. Johnny e Michele stanno
raggiungendo una postazione di mitragliera posta sull'argine. Set
e Tarzan sono immobili sotto una coperta fradicia. I due fanno
posto a Johnny e a Michele sotto la rudimentale tenda. Johnny
offre una sigaretta ai due. Gliela accende.
MICHELE
Come va?
54
SET
Va che sto diventando tisico… non vedo
l’ora che arrivino… così facciamo 'sta
battaglia e festa finita.
Il fumo azzurrognolo delle sigarette va a confondersi con il muro
di pioggia.
70 - EST. – ALBA/CIVICO CONVITTO - GIORNO
Johnny entra nell’androne di un grande edificio scolastico. Si
accende una sigaretta, alza lo sguardo sul vasto cortile battuto
dalla pioggia: le
guardie del corpo, con mimetiche e mantelline
impermeabili, fanno capannello attorno ad alcune macchine. Poco
più in là nell'androne,
un gruppo di ufficiali in perfette,
asciutte uniformi, chiacchiera con amabile eleganza come
all'uscita dalla messa. Johnny li scruta con aria sprezzante.
Dall’ingresso compare Pierre che affretta il passo verso di lui.
PIERRE
Come vanno i reumatismi?
Johnny sorride divertito. Il tenente lo saluta con un'affettuosa
pacca.
Ci serve la tua cascina…
Johnny lo interroga con gli occhi. Pierre lo prende sottobraccio
e, insieme, cominciano a misurare l'androne con lenti passi.
I fascisti hanno chiesto di
parlamentare…
JOHNNY
E noi accettiamo?
PIERRE
Abbiamo sei, massimo sette ore di
fuoco, e Nord non vuole sprecare nulla…
Johnny scrolla la testa con un sorriso beffardo.
JOHNNY
Quindi la città è persa?
PIERRE
Pensano al dopo… è la parola che ho
sentito di più da due giorni a questa
parte…
Fanno alcuni passi in silenzio. Lo sguardo di Johnny va nuovamente
ad incrociare il gruppo di eleganti ufficiali.
JOHNNY
55
E quei papaveri?
PIERRE (sardonico)
Spuntati all'improvviso… appena abbiamo
messo piede in città… tutto uno
sbattere di tacchi…
Pierre sventola una mano ad indicare una nauseante abbondanza.
JOHNNY (sornione)
E alla prima fucilata sentirai che
sbattere di suole!
71 - EST. - CASCINA GAMBADILEGNO - GIORNO
Il portico angusto rifugio dalla pioggia e dal mare di fango
dell’aia. Sotto, una
ventina di partigiani in attesa. Al margine
dello spazio coperto, Johnny ed Ettore seduti sui talloni, fumano
in silenzio. Ettore espira con un moto di insofferenza.
ETTORE
Ma cosa continuano a discutere?!
Johnny lo guarda con benevola tranquillità.
Tanto è inutile. Prima spariamo, prima
ci togliamo da quest'acqua…
Il rumore della porta. Pierre esce per primo, scuro in volto. Alle
sue spalle
due ufficiali fascisti, la faccia indecifrabile. Johnny
ed Ettore si alzano e guardano apprensivi il tenente. Pierre gi
lancia un leggero cenno negativo con la testa.
JOHNNY (a Ettore)
Ce le daremo…
72 - EST. - RIVA FIUME - GIORNO
Johnny, Ettore e Pierre sono tra i
partigiani che aiutano la
delegazione degli ufficiali fascisti
a salire a bordo di una larga
chiatta. Tutti arrancano faticosamente nel fango, entrambe le
parti imbarazzate per quell’indesiderato contatto. Johnny sta
sorreggendo l'ultimo ufficiale, un
COLONNELLO piuttosto anziano,
grasso e con una faccia da burocrate.
COLONNELLO
Lei è con i comunisti?
JOHNNY
Non fa differenza.
Johnny lo spinge su con una manata nel fondo schiena. Infastidito,
il colonnello riesce a fatica a tenersi in piedi sulla chiatta.
Parlotta con un collega più giovane, un uomo dalla faccia dura e
nervosa. L’
UFFICIALE GIOVANE fissa Johnny con aria di sfida.
56
UFFICIALE GIOVANE (secco)
Lei è ufficiale?
Johnny indica Pierre che sta diligentemente controllando che tutto
sia pronto per la partenza.
JOHNNY
Nel vostro senso della parola, lui solo.
Pierre indica il via libera al
soldato che manovra la chiatta.
UFFICIALE GIOVANE (a Pierre)
Che ne sarà dell’Italia se vincete voi?
Pierre ci pensa su un attimo. La barca comincia lentamente a
staccarsi dalla riva.
PIERRE (con allegria, cercando le parole)
Una cosa piccola, ma molto seria.
UFFICIALE GIOVANE (sprezzante)
Ma ci sarà ancora un’Italia con voi?
PIERRE
Per favore, non se ne preoccupi… (lo
saluta con un cenno)
L’ufficiale non gli stacca gli occhi di dosso mentre la barca si
allontana scomparendo dietro al muro di pioggia.
73 - EST.- ARGINE - ALBA
Gli uomini, fradici, disposti a qualche metro uno dall'altro in
una improvvisata, fangosa trincea, le mani sui fucili, gli occhi
fissi alla riva opposta. Ma l’altro argine rimane deserto e
immobile. Nessun rumore all'infuori del battere della pioggia.
Michele è alla mitragliera, la Buffalo.
MICHELE (come tra sé)
Scommetto che non vengono… oggi sono i
morti, saranno per cimiteri…
Johnny sogghigna, si volta a scrutare le colline alle sue spalle.
Anch’esse appaiono spopolate. Estrae lo Sten da sotto
l'impermeabile, sfila il caricatore, lo controlla meticolosamente.
Lo introduce nuovamente nell'arma: nel silenzio, un secco,
meccanico, scatto. Michele lo guarda scettico. Dalla città, il
primo rintocco ovattato e lontano del campanile della cattedrale.
Ne seguono altri quattro. E, con la medesima cadenza,
scoppia
improvviso anche il fragore dei mortai
, seguito dal crepitio di un
fuoco di fucileria. Johnny guarda Michele.
JOHNNY
Hai perso sergente…
57
Michele annuisce con aria più sollevata che preoccupata. Alle loro
spalle, in alto su una collina,
inizia a rafficare una mitragliera
pesante
. Johnny osserva perplesso la vampa gialla dell’arma, i
proiettili traccianti che rigano la penombra grigia dell'alba. Di
colpo, trasale. Si volta verso Michele.
JOHNNY
Cristo! I nostri sparano a questa
sponda! Hanno già passato il fiume!!
Un attimo di esitazione, poi Michele balza fuori dalla trincea,
gli occhi puntati nella direzione in cui è diretto il tiro della
mitragliera. Johnny lo segue concitato.
Gli argini non contano più. Dai, via!!
Michele comincia ad urlare (a soggetto) e a fare ampi cenni agli
uomini che si mettono subito in movimento.
74 - EST.- CAMPAGNA/CANALE IRRIGAZIONE - GIORNO
In ordine sparso, nel fango di un terreno arato, gli uomini
annaspano verso la collina dove continua a rafficare la
mitragliera. Il fuoco fascista si è fatto più vicino. Michele, con
la pesante Buffalo in spalla, li incita ad affrettarsi. Johnny
segue il percorso delle traccianti con sguardo teso. Di fronte a
loro, la depressione di un canalone di irrigazione.
JOHNNY
Qui! Dentro il canale!
Gli ordini secchi e rauchi di Michele. I partigiani guadagnano il
greto acquitrinoso del canale. Si schierano in posizione di
combattimento. Johnny e il sergente vi entrano per ultimi. Insieme
piazzano la Buffalo. Di fronte a loro, una barriera di alberi e di
cespugli: immobile
. E di nuovo cala un silenzio pieno di tensione,
appena intaccato dagli echi sempre più vicini della battaglia.
Johnny osserva
un giovanissimo partigiano biondo: trema, tiene gli
occhi sbarrati, abbassa la testa sul calcio del fucile, prende la
mira contro l'immobile vegetazione. Non c’è nessuno. Torna a
guardare i compagni con aria allucinata. Johnny lo fissa
incantato. Il biondo ripete il gesto, una due, mille volte, come
un tic. Ansima pesantemente, con la bocca aperta, come cercasse di
mordere l'aria. Chiude gli occhi, abbandona la testa sul fucile e
apre il fuoco
. Prima un colpo, poi tutto il caricatore. Johnny si
precipita verso di lui, ma dopo pochi passi è costretto a
riacquattarsi:
dagli alberi divampa improvvisamente un intenso
fuoco nemico.
I partigiani rispondono immediatamente.
Johnny recupera la posizione di combattimento, spara una raffica
breve, si volta a cercare il biondino. Sta seduto sul greto del
canale, atterrito, incapace di muoversi. Johnny lo solleva per il
bavero e lo trascina verso l'argine opposto alla linea di fuoco.
58
JOHNNY (urlando)
Striscia fino alla collina e non ti
fermare mai!
Il biondino lo fissa con aria allucinata. Quindi rotola fuori dal
canale, nuotando nel fango verso la collina. Johnny torna al suo
posto. Set gli si avvicina, lo tocca sulla spalla.
SET (calmo)
Dà un'occhiata a Michele…
Johnny si volta verso la postazione della Buffalo: l'arma appare
abbandonata, la canna inclinata verso il basso. Lo sguardo di
Johnny scende istintivamente:
il corpo senza vita di Michele,
mezzo affondato nel fango. Johnny lo raggiunge, lo gira: sulla
fronte, un minuscolo foro, netto e scuro, gli occhi sbarrati.
Un’ombra di dolorosa impotenza travolge Johnny.
Improvvisamente, dal cielo alle loro spalle, il
bagliore rosso di
un bengala
. Molti partigiani, specie i più giovani, smettono di
sparare, atterriti da quella luce.
JOHNNY
Molliamo Cristo! Molliamo!!!
Mentre gli uomini iniziano a scivolare fuori dal canale, la mano
di Johnny si attarda a chiudere per sempre gli occhi di Michele.
75 - EST.- CAMPAGNA - GIORNO
La mano ricoperta di fango stretta alla canna della Buffalo, ora
sulle spalle di Johnny. Sotto il peso delle armi, i suoi piedi
affondano e scivolano nella melma. Vicino a lui, altri partigiani
si dibattono nel pantano cercando di seguirlo verso una cascina
poco lontana. Qualcuno fugge direttamente per la collina. Altri si
liberano delle munizioni lasciandole cadere a terra: le cartucce
di un moschetto sono inghiottite dal fango.
76 - EST. – GRANDE CASCINA - GIORNO
Sotto un cielo da diluvio universale, Johnny, seguito da una
decina di uomini, si addentra nell'ampia aia di una cascina posta
sulle prime alture. E’ deserta, fatta eccezione per un solitario,
surreale partigiano, in perfetta divisa da
UFFICIALE inglese, che
si accanisce con un inattivo telefono da campo.
UFFICIALE PARTIGIANO
Pronto? Pronto!!! (a Johnny) Venite
dall'argine?
Johnny, ansimante, sta per rispondere, ma l’altro lo anticipa.
E’ finita.
Johnny non fa nemmeno in tempo a posare la Buffalo che già gli
tocca rimettersela in spalla. Ordina ai suoi di avviarsi verso il
59
ripido pendio a monte della casa. Improvvisamente
un colpo di
mortaio esplode nell’aia
. Johnny si arresta: l'ufficiale, illeso,
senza scomporsi, guarda con indifferenza il luogo dell'esplosione.
Piove…
Sventola la mano sconsolato. Johnny riparte a testa bassa.
77 - EST.- COLLINA - GIORNO
L'ultimo, ripidissimo tratto prima della cresta. L'acqua scorre a
rivoli sull'argilla fradicia. Johnny, sfigurato dal fango, con la
Buffalo sempre in spalla e lo Sten a tracolla, boccheggiante,
studia quell'ultima rampa. Lentamente, comincia a scalarla. Gli
scarponi, ad ogni passo, si riempiono sempre più di fango. Fatti
pochi metri, scivolano inesorabilmente all'ingiù ritrovandosi al
punto di partenza. Johnny tenta di salire strisciando. La sua mano
raggiunge un arbusto striminzito e vi si aggrappa disperatamente.
Il peso della mitragliera lo fa di nuovo precipitare a valle. Con
un sospiro profondo e infelice, Johnny si libera della Buffalo
lasciandola cadere a terra. Torna a guardare la cresta.
Le mani di Johnny aggrappate all'erba dell'ultimo ciglio. E dopo
le mani, anche la faccia, piegata in una smorfia di fatica
disperata. Si gira: il suo sguardo questa volta va al profilo
della città che si intravede attraverso la cortina di pioggia. E
qualcosa si rompe, si spegne negli occhi di Johnny.
DISSOLVENZA AL NERO
78 - EST. - MANGO - GIORNO
Un gigantesco ritratto a colori di Mussolini sul fianco di una
dell’ultima case del paese. Ettore compare dall’angolo con un
pagnotta in mano. La consueta andatura scanzonata, ma l'aria
accigliata. Di tanto in tanto addenta il pane. Si avvia verso
Johnny e Pierre, di guardia lungo la strada. Giunto all'altezza
dei due amici, Ettore getta via il panino.
PIERRE
Sei matto?
Ettore scrolla la testa.
ETTORE (mugugnando)
M'è passata la fame…
Johnny e Pierre si consultano con gli sguardi.
JOHNNY (ironico)
Ma a noi no…
Ettore si piazza di fronte ai due amici in attesa di spiegazioni.
ETTORE
Me l'ha fatta passare… la bagascia
degli alimentari…
60
I due sorridono divertiti alle intemperanze dell’altro.
Mi da il pane… metto i soldi sul banco
e lei fa segno di tenermeli…
Un velo di autentica amarezza cala sul volto di Ettore.
Manco fossi un mendicante… l'avrei
strozzata…
Pierre alza gli occhi al cielo, preoccupato.
PIERRE
Non ne possono più di noi…
JOHNNY
Per forza. Guarda come siamo ridotti.
Pierre annuisce. Johnny diventa ironico.
Però continuiamo a fare i presidi, come
nell’esercito…
Sogghigna amaramente. Pierre appare turbato.
ETTORE
Se ci attaccano ci fanno correre come
bambini…
PIERRE (nervoso)
E chi ha detto che attaccano…?
JOHNNY
Attaccano sicuro, sono mica scemi.
Con un sospiro di sopportazione, Pierre si alza.
PIERRE
Vedete troppo nero…
Fa un gesto di saluto e si avvia verso il paese con aria
pensierosa. Ma, dopo pochi passi, si volta.
Fatemi gli auguri. Ne faccio trentuno.
Sono il più vecchio…
Gli altri due si guardano sorpresi. Gli sorridono affettuosamente.
Pierre si allontana. Ettore, con aria complice, si avvicina a
Johnny.
ETTORE
Dì, la trovi una camicia pulita?
Johnny lo guarda senza capire.
61
Siamo invitati…
Johnny continua a non capire. Ettore sorride sornione.
Ho combinato una festa a casa di una
sfollata di Torino… ho detto che andavo
con un amico.
JOHNNY
Sarei io?
Ettore annuisce ammiccante.
Io, te e lei?
Ettore lo manda a quel paese con aria scherzosamente
scandalizzata. Johnny se la ghigna.
ETTORE (malizioso)
Piuttosto, lavati bene… potrebbe anche
scapparci un'esposizione di pelle…
Johnny guarda l'amico con aria di divertito scetticismo.
79 - EST./INT. – MANGO/CASA ELDA – NOTTE
Jazz sincopato dall’interno. Johnny e Ettore, ripuliti e vestiti
in borghese, ma con le armi a tracolla, bussano alla porta di una
villetta poco fuori dal paese. Una
brunetta sui 20 anni viene ad
aprire. I due entrano nel corridoio, dove ad attenderli c’è
un’altra ragazza, loro coetanea (
ELDA). Slanciata, capelli biondi
leggermente crespi, indossa un elegante vestito da sera. Ha modi
raffinati, al limite dello snob. Scambia una lunga, intensa
occhiata con Johnny, poi il suo sguardo scivola cupo sullo Sten
del partigiano. Johnny, colto al volo il messaggio, si sfila
l’arma e la appoggia sotto l’attaccapanni.
80 - INT. – MANGO/CASA ELDA - NOTTE
Il soggiorno è un’isola di impensabile comfort. Ovunque, sparsi ad
arte, pacchetti di sigarette e bottiglie di liquore. In un angolo,
un
ragazzo dalla faccia indolente e contadina, seduto vicino ad un
grammofono, con in grembo una pila di 78 giri. Al suono di un
lento,
tre coppie stanno ballando: due locali, Ettore stretto alla
brunetta, Johnny più compostamente con Elda. Lei lo fissa con
occhi sognanti. Lui regge senza imbarazzo e affettazione.
ELDA
… almeno voi avete qualcosa da fare di
questi tempi…
Johnny scuote la testa.
JOHNNY
62
Qualcuno di noi muore, Elda.
ELDA
Anche noi… di noia…
Improvvisamente si volta di scatto verso il grammofono.
Ma chi ha messo questa musica?!
Si stacca da Johnny, raggiunge l'apparecchio e, sotto lo sguardo
impacciato del giovane contadino, toglie il disco. Le altre coppie
si fermano leggermente disorientate. Elda rovista senza
complimenti nella pila dei dischi e ne sceglie uno nuovo. Johnny
la guarda rapito e divertito. Un pezzo di musica americana, lento
e struggente (
Deep Purple), si diffonde nella stanza. Elda
raggiunge Johnny, fa per trascinarlo di nuovo nelle danze, ma si
ferma ad osservarlo dritta negli occhi. Un velo di emozione nel
suo sguardo. Johnny sorride impacciato. Come obbedendo ad un
istinto, la ragazza lo accarezza su una guancia. Un gesto lento,
prudente. Lui la lascia fare. Un sorriso di gratitudine sul viso
di Elda. Lo prende per mano e lo stringe di nuovo a sé: questa
volta i loro corpi aderiscono senza più reticenze. Le teste si
sfiorano. Johnny si abbandona languidamente.
ELDA
Eri in città?
Johnny annuisce. Gli occhi di Elda si riempiono di luce
passionale.
Ti sei comportato splendidamente, vero?
JOHNNY (amaro)
Non lo dire o un certo Michele si
rivolta nella tomba…
ELDA
Non mi riguarda. (torna ad essere
suadente) Siete stati battuti.
JOHNNY (paziente)
Già.
Elda accarezza il collo di Johnny.
ELDA
Adoro gli uomini battuti.
Si stringe ancora più intimamente a Johnny. Lui, sedotto dagli
sfioramenti sensuali del corpo e delle mani di lei. Che ora
avvicina le labbra. Sarebbe un bacio sensuale, se Johnny non
scostasse gentilmente la testa. Turbato e tentato.
JOHNNY (farfugliando)
Ho giurato a me stesso…
63
ELDA
Nemmeno stasera? Potrebbe essere
l'ultima…
Elda lo fissa con sguardo acceso. Johnny, ammutolito dall’ardore
di lei, si limita a negare con un leggero movimento della testa.
81 - INT. – MANGO/MAGAZZINO MUGNAIO - GIORNO
Il rombo lontano di aerei ad alta quota
. Il magazzino è ora
adibito anche a dormitorio. Le brande collocate a ridosso dei
sacchi. Tutte vuote, fatta eccezione per due, occupate da Ettore e
Johnny. Il primo dorme ancora vestito da borghese, il secondo in
abiti partigiani.
La porta del magazzino si apre di colpo.
SET
Svegliatevi…! Gli inglesi! Lanciano a
Nord!
82 - INT./EST.- MANGO/COMANDO - GIORNO
Attorniato dalle facce euforiche di Set e Tarzan, Pierre sta
dettando al telefono una sorta di lista.
PIERRE
… mortai da 12… colpi per la Buffalo…
Thompson se ce ne sono… quando mandi
qualcosa? Ottimo… d'accordo, Nord…
Johnny e Ettore irrompono nella stanza proprio mentre Pierre sta
posando il telefono. Si guardano con facce esultanti.
Venti aerei… il più grosso lancio della
storia!
Improvvisamente, in lontananza,
una forte esplosione, simile a un
tuono. I cinque si bloccano tendendo le orecchie. Seguono altri
colpi, sempre più intensi e minacciosi. Si lanciano verso la porta
e irrompono nel giardino della casa borghese che ospita il
comando. Alzano gli occhi al cielo plumbeo: nulla. Attendono,
tesi. Finché
una valanga di tuoni invade l’aria.
JOHNNY
Questi sono tedeschi…
Un'espressione di allarmata incredulità sulle facce dei cinque.
83 - MONTAGGIO – MANGO
In sottofondo, per tutta la scena, il rombo incessante dei
cannoni. E il latrato dei cani a fargli da contrappunto.
64
a -
Tutti i partigiani sono schierati sul bastione da cui si
domina la strada di accesso al paese. Sguardi ansiosi.
L'attenzione di Johnny è attratta improvvisamente da qualcosa
sulle colline di fronte. Da di gomito a Pierre: su una cresta, una
colonna di civili
in fuga, con carri e bestiame al seguito.
b -
Nella luce del mezzogiorno, una piccola squadra di azzurri
compare dall’ultima curva sottostante Mango. Sono stanchi, ma bene
armati. Li guida un massiccio trentenne dall’aria torva e
guardinga. Si fermano sotto il bastione. Fa un cenno di saluto con
la mano. Pierre gli risponde.
CAPO
Da dove si prende per il fiume?
Pierre indica la direzione.
PIERRE
Perché proprio il fiume?
Il
CAPO indica con una mano il cannoneggiamento alle loro spalle.
CAPO
Di là è tranquillo… dicono. Stavolta
non scherzano. Stan mettendo le sbarre
alle Langhe come fosse uno zoo… e noi
non vogliamo fare le scimmie.
Pierre scuote gravemente la testa, per nulla convinto. Il capo
ordina ai suoi di rimettersi in marcia.
PIERRE
E pensi che, una volta finita, Nord vi
riprenderà?
CAPO (sprezzante)
Se ci sarà ancora Nord… comunque ci
metto un attimo a passare coi rossi…
Il capo raggiunge la squadra che si è già avviata. Johnny lancia
un’occhiata inquieta a Pierre, che gliela ricambia con aria
interrogativa.
JOHNNY (a Pierre)
Lo sai… ha stramaledettamente ragione…
Pierre è visibilmente amareggiato.
c
- E’ quasi il tramonto, il rombo dei cannoni si è fatto ancora
più vicino
. Sotto la postazione partigiana stanno sfilando adesso
diversi
contadini con i fagotti legati alle biciclette. Uno di
loro, anziano ma ancora robusto, alza gli occhi verso di loro.
65
CONTADINO ANZIANO
Fate attenzione, hanno anche i cani.
ETTORE (scettico)
Balle, tu li hai visti?
Il contadino scuote negativamente la testa.
CONTADINO ANZIANO (sprezzante)
Ma ho visto due della tua forza
impiccati…
Senza ulteriori indugi i contadini si rimettono in marcia sotto
gli sguardi sempre più insicuri dei partigiani. Due di loro, sui
18 anni, si scambiano un'occhiata d'intesa e corrono ad unirsi
alla piccola colonna di civili. Pierre li guarda con un lampo di
rabbia negli occhi.
JOHNNY (f.c.)
Lasciali andare…
Pierre si volta a guardare sconsolato l’amico.
d -
E’ notte, i cannoni tacciono. Radunati attorno ad un falò, i
partigiani, ora ridotti in numero ed energia, montano la guardia
sul bastione. Un giovane dall'aspetto quasi efebico (
GILERA) li
raggiunge trafelato. Si mette sull'attenti.
GILERA
Tenente! Sono Gilera….
Pierre e Johnny si guardano meravigliati. Gilera è rimasto
impalato come in attesa di ordini.
JOHNNY (piano, a Pierre)
Cos'è, una nuova marca di partigiani?
Pierre frena a fatica il riso, fa segno al ragazzo di riferire.
GILERA
Nord ha detto di andare alla Cascina
della Langa… i tedeschi arrivano
domani!
Pierre annuisce con secca rassegnazione. La faccia soddisfatta e
ansimante della giovane staffetta.
84 - EST.- MANGO - NOTTE
Johnny sta marciando tra le vie del paese illuminate da torce
appese ai muri. In fondo alla piazza deserta, scorge la figura
solitaria di Elda, fasciata in un cappotto col collo di pelliccia,
tremante. Johnny le arriva vicino, lei gli butta le braccia al
collo. Lui la lascia fare.
66
ELDA
Johnny, cosa sta succedendo?
Johnny si scosta da Elda.
JOHNNY
Rastrellano le Langhe…
ELDA
Sarà terribile come la città?
JOHNNY
Al confronto quello era uno scherzo…
Elda abbassa la testa torturandosi le mani.
ELDA
Io posso nasconderti…
Johnny la guarda con un lampo di meraviglia.
Ti prego… solo fino a che non è
passata…
Johnny sorride e le punta un dito alla tempia.
JOHNNY
Tu sei pazza, Elda.
ELDA (sbottando)
No, tu sei pazzo!
Johnny la stringe a sé.
JOHNNY
Vai a casa…
Elda si stacca da lui con una smorfia disperata. Si fruga nelle
tasche e tira fuori due pacchetti di sigarette. Li depone altera
nelle mani di Johnny.
ELDA
A loro non dici di no, vero?
Con uno scatto, si gira e corre via, inghiottita subito dal buio.
Johnny soppesa mestamente le sigarette.
85 - EST. – COLLINE/CASCINA DELLA LANGA - NOTTE
Una dozzina di uomini con a capo Pierre marcia compatta sulla
cresta di una collina. Davanti a loro, dall'oscurità, emerge la
sagoma nera del lungo muro della cascina. Entrano nell'aia. Una
minuscola finestra illuminata. Pierre si dirige in direzione della
luce. Un ringhiare poco convinto, un abbaiare quasi amichevole. La
lupa compare dalle tenebre. Pierre e gli altri si fermano per
67
placarla con festose carezze. Johnny invece prosegue verso la
finestra. Improvvisamente la luce si spegne.
RINA (f.c., dall'interno)
Chi a j'è?
JOHNNY
Partigiani…
RINA (f.c.)
D'che rasa?
JOHNNY
Azzurri… con Pierre…
Pierre raggiunge Johnny. Sorride divertito.
RINA (f.c.)
Co t'las mangià l'ultima volta?
Pierre ora ride.
PIERRE
Polenta e coniglio, Rina.
La luce si riaccende, la porta si apre: sull'uscio una donna di
circa 50 anni (
RINA), con una lunga gonna nera e i capelli
raccolti in un crocchio sulla nuca. Ma è il viso il suo punto
forte: l’immagine vivente dell’energia e della vitalità.
86 - INT.- CASCINA DELLA LANGA/CUCINA - NOTTE
Johnny, seduto in mezzo ai compagni attorno ad una grande tavola,
sta sollevando il cucchiaio con la minestra. Si ferma. Guarda in
basso, verso la propria gamba: il muso della lupa, occhio
mendicante, appoggiato sulla sua coscia. Rina gira intorno al
tavolo con la pentola e il mestolo, da vera padrona di casa. Ma il
morale della truppa è basso. Facce assenti, ansiose.
RINA
Il padrone si è lamentato… avete
mangiato quattro conigli l'ultima
volta…
PIERRE
Sta' tranquilla, ti pago anche quelli…
RINA
Bravo. Così gli porto i soldi ad Alba…
ma non domani…
Passa oltre il volto malinconicamente sorridente di Pierre. Johnny
si alza, raccoglie le armi.
JOHNNY
68
Vado a dormire… tra due ore sono di
guardia…
Si avvia verso l’uscita seguito dalla lupa. Ettore lo segue con
sguardo scanzonato, unico su di morale.
ETTORE (ironico)
Mi raccomando, non ti spogliare!
Johnny risponde senza voltarsi.
JOHNNY
Non mi spoglio da quando sono
partigiano…
87 - EST – CASCINA DELLA LANGA - NOTTE
Johnny esce sull’aia ora battuta dal vento. La lupa sempre dietro,
scodinzolando mansueta. Il freddo della notte costringe Johnny a
serrare le braccia contro il petto. Alza uno sguardo preoccupato
verso il buio: non una stella in cielo, non un rumore nell’aria.
DISSOLVE SU
88 - EST.- COLLINA/BOSCO - GIORNO
Di nuovo,
il fragore del cannoneggiamento riecheggia sulle
colline. Ma molto, molto più vicino
. Su una cresta bordata da un
fitto bosco, la formazione di Pierre sta marciando in silenzio.
Solo l'ansimare degli uomini a contrastare il rombo dei cannoni.
Johnny procede con aria assorta, pensierosa. Pierre tiene invece
lo sguardo lontano, in direzione del fumo della battaglia. Sono a
poche decine di metri da una curva. Un cespuglio posto su una
spalletta si accende improvvisamente di una scintilla.
Una raffica
lunga e rabbiosa
seguita immediatamente da altri spari.
La squadra partigiana si polverizza in ogni direzione
. Johnny si
tuffa letteralmente nel sottostante dirupo boscoso
. Rotola
vertiginosamente sul terreno gibboso, fino a sbattere contro le
radici di un albero. Dolorante, riesce a raddrizzarsi. Alle sue
spalle,
il crepitare delle pallottole. Tutto graffiato, riparte
con concitatissime falcate verso il basso. Dei passi, altrettanto
disperati, alle sue spalle. Si gira senza fermarsi: Ettore si sta
scapicollando nella stessa direzione. Gli spari sono cessati. Si
fermano, ansanti, spolmonati, le orecchie tese alla cresta:
voci
gutturali di tedeschi
. Si scambiano occhiate interrogative, come a
sincerarsi delle rispettive condizioni: solo graffi.
Sopra di loro,
ancora il pestare di passi affannati. Una raffica
sparata a caso nella vegetazione
. Johnny imbraccia lo Sten: con
fiotti di sangue dal labbro spaccato, gli occhi terrorizzati,
Gilera si sta precipitando verso di loro. Rovina ai loro piedi, si
mette in ginocchio, lo sguardo fisso alla cresta, gli occhi fuori
dalle orbite. Un’improvvisa quiete. I tre rimangono con il fiato
sospeso. Ancora rumore di passi, stavolta leggeri, felini. Tra gli
alberi compare Pierre: corre chinato, con agili scatti,
zigzagante. Scorge gli amici. Un'espressione di sollievo gli
69
distende la faccia. Poche falcate ed è con loro. Altri sguardi
interrogativi, altri cenni rassicuranti.
Dall'alto,
uno sparo isolato. Il frusciare pesante di foglie e
arbusti spezzati accompagnato dalle
grasse risate dei tedeschi. Il
corpo di un uomo rotola
fino a fermarsi a pochi passi da Johnny.
Gilera si copre il volto. Johnny raggiunge il cadavere, lo gira: è
Kyra, il petto squartato da una raffica. Johnny alza lo sguardo
disperato su Pierre, come in attesa di ordini. Ma Pierre esita,
non sa che fare. Gilera si accorge dell’impasse.
GILERA
Non mi lasciate solo! Vi prego!
Pierre si gira di scatto verso di lui facendogli segno di tacere.
Ma il ragazzo appare sempre più spaventato.
Portatemi via!
Ettore si getta su di lui mettendogli una mano sulla bocca
sanguinante.
ETTORE (a bassa voce)
Zitto dio fascista!
I tedeschi riaprono il fuoco
. Di nuovo i quattro sono catapultati
verso il basso, Gilera trascinato per il bavero da Ettore.
Spariscono nel fitto del bosco sotto le raffiche tedesche.
89 - EST.- TORRENTE - GIORNO
Un misero torrentello al fondo di una forra. Un umido ambiente
reso scuro dalla vegetazione.
Tutt’intorno è un inferno di spari e
cannonate.
I quattro stanno prendendo fiato seduti su dei sassi in
prossimità del corso d'acqua. Gilera guarda i compagni con
espressione sofferente, il labbro gonfio e livido.
PIERRE (indeciso)
Proviamo a raggiungere Nord?
Johnny allarga le braccia. Gilera scrolla la testa e scoppia in un
pianto a dirotto. Lacrime e sangue si confondono sulla sua faccia
di adolescente spaventato.
GILERA (tra i singhiozzi)
Dovete nascondermi!
ETTORE
Dove ti metto, in tasca?
Gilera singhiozza sempre più sconsolato. Johnny lo ignora.
JOHNNY (risoluto)
Andiamo da Nord…
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Pierre annuisce convinto, si alza e si avvia su per il declivio.
Johnny e Ettore lo seguono. Gilera rimane imbabolato a guardarli.
JOHNNY (girandosi verso di lui)
Vuoi star qui ad aspettarli?
Gilera non risponde. Johnny prosegue.
GILERA (f.c.)
Se mi lasciate solo urlo!
Ettore si volta con aria esasperata.
ETTORE
E io ti annego in due dita d’acqua!
Riparte dietro agli altri. Il ragazzo esita, poi, terrorizzato, si
affretta a seguirli. Anzi, li sopravanza isterico, fino a
scomparire alla loro vista. I tre avanzano fino a raggiungere una
strada sterrata dove trovano Gilera inginocchiato con la testa in
una buca sul ciglio della carreggiata.
GILERA (eccitato)
L'ho trovato!
I tre si avvicinano alla buca: a circa un metro di profondità, la
bocca di una conduttura d'acqua. Johnny la guarda perplesso.
JOHNNY
Vuoi nasconderti là?
Il ragazzo si siede sull'orlo della buca facendo penzolare le
gambe all'interno. Guarda raggiante gli altri.
ETTORE (schifato)
Pensa le bestie che ci saran lì dentro…
GILERA
Basta che non ci sono cristiani…
Si cala di testa verso la conduttura scomparendo all'interno.
Silenzio. I tre si guardano scettici, poi ripartono.
90 - EST. - FORRA/CRESTA - GIORNO
Il rombo dei cannoni è cessato lasciando posto ad un'innaturale
quiete. Gli occhi di Johnny spuntano dal bordo secco di un
ciglione. Fissi, immobili, senza espressione: di fronte a lui un
paese da cui si alzano
numerose colonne di fumo. Johnny rimane a
contemplare le nuvole nerastre che oscurano il cielo. Pierre e
Ettore appaiono al suo fianco. Tutti in silenzio, corrucciati.
91 - EST.- BOSCO - NOTTE
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Nel bosco la notte è come la pece. Tutt’attorno un silenzio
gravido di minacce. Coricati alla meglio sul nudo terreno, Ettore
e Pierre dormono. Johnny, unico sveglio, la mano a coprire la
punta della sigaretta accesa, li fissa impassibile, insonne.
92 - EST. - BOSCO - MATTINO
Marciano senza parole in un bosco spettrale. Le armi a portata di
mano. Pierre con sguardo velato continua a scrutare tutt’intorno,
ogni tanto tossisce.
ETTORE (cercando di scherzare)
Pierre, dì la verità? Stavi meglio in
aria, eh…
Un colpo di fucile esplode a un centinaio di metri. Poi un inferno
di spari e raffiche.
Pierre, Ettore e Johnny si fermano, si
acquattano sul terreno, puntano le armi. Ancora passi concitati,
rami spezzati: un partigiano di circa 50 anni (
BLISTER), dal
fisico gracile ma di straordinaria agilità, il fucile sbracciato
in una mano, corre a valanga nella loro direzione.
BLISTER
Via di qui!!
Immediatamente Pierre, Ettore e Johnny scattano dietro a Blister
giù per il pendio.
93 - EST. - TORRENTE - GIORNO
I quattro sono seduti vicino a una pozza di un torrente. Johnny
sta pulendo lo Sten, sfigurato dal fango.
BLISTER
Sicuro che vuoi andare al fiume?
Pierre lo guarda con aria interrogativa. Blister si sforza di
apparire convincente.
Io ho una cascina in Val Bormida… gente
fidata… ci prendono di sicuro…
Ettore alza gli occhi al cielo.
ETTORE
Dio, ho una voglia di Val Bormida!
JOHNNY (laconico)
E' perché sei in valle Belbo… se fossi
in Bormida vorresti essere in Belbo…
Pierre si alza per primo, pensieroso.
PIERRE
Va bene. Puntiamo per la Bormida.
72
94 - EST. - COLLINA - GIORNO
I quattro stanno salendo incolonnati verso la cresta di una
collina: Pierre in testa, Ettore dietro, quindi Johnny lo Sten
spallato. Blister arranca, visibilmente provato, dietro a tutti.
Finché esausto si lascia cadere sulla proda di una vigna.
BLISTER
Ragazzi… non ho mica più la vostra età…
I tre si fermano e si voltano verso Blister. Ettore non se lo fa
dire due volte e si siede a terra.
PIERRE (perentorio)
No, non qui.
ETTORE (stizzito)
Non parlarmi con quel tono!
Pierre scuote la testa, contrariato. Johnny, invece, riprende la
marcia. Vedendolo partire, Ettore lo segue a testa bassa,
rassegnato. Pierre se lo lascia sfilare davanti, evidentemente
dispiaciuto per il diverbio. Blister li segue imprecando sottovoce
per la fatica e la fame.
Arrivato sul ciglione della collina, Johnny si ferma:
il rombo del
cannoneggiamento riprende violento
, improvviso. Johnny guarda a
valle. Pierre ed Ettore lo affiancano.
JOHNNY
Val Bormida…
Blister li raggiunge con il fiato grosso. Scuote la testa
sconsolato. Ettore alza gli occhi al cielo, esasperato.
ETTORE
Se la vacca terra si aprisse!!
95 - EST.- FORRA - TRAMONTO
La gola buia della forra. Johnny discende con passo sicuro nella
penombra. Gli altri lo seguono con lo sguardo a terra per non
inciampare. Davanti a loro, più a valle,
voci italiane e tedesche:
ordini secchi, trambusto di motori. I quattro emergono dalla forra
e si acquattano sul ciglio di una strada: nessuno in vista. Johnny
studia il muro boscoso dall'altra parte della strada.
PIERRE (f.c.)
Non mi fido …
BLISTER
Ci provo io…
73
Senza aspettare risposta, Blister scatta in avanti al piccolo
trotto, attraversa la carreggiata guardando in su e in giù, fino a
raggiungere il bosco di fronte. Si gira verso gli altri.
BLISTER (ad alta voce)
Venite… tutto a posto!
Ettore impreca per l'imprudenza del compagno. Johnny scatta, i
passi di Ettore e Pierre alle sue spalle. A metà della strada,
preceduta da un rumore metallico,
una raffica scava l’asfalto di
fronte a lui
. Scarta bruscamente, salta la spalletta della strada
e scompare correndo nel bosco seguito dagli altri due.
96 - EST.- BOSCO - NOTTE
Una piccola radura. Johnny e Ettore, seduti uno accanto all'altro,
scrutano l'oscurità. Pierre è sdraiato e tenta di dormire, ma la
tosse glielo impedisce. Blister, seduto all'estremità opposta
della radura guarda Johnny e Ettore.
BLISTER
Vi rendete conto che siamo ancora vivi?
Ride sommesso. Ettore gli rivolge un'occhiata fulminante.
ETTORE
Se era per te …
Johnny distoglie lo sguardo.
JOHNNY (sommessamente)
Piantala Ettore…
Sbuffando, Ettore si sdraia girandosi su un fianco. Blister lo
guarda deluso e apprensivo.
ETTORE (bofonchiando tra sè)
… non mi fido dei partigiani vecchi…
han sempre qualche interesse sotto…
Blister trasale d’indignazione.
BLISTER
Guarda che io sono partigiano solo per
l'idea… tu portavi i calzoni corti
quando ho cominciato ad avere grane…
Johnny e Blister si scambiano un lungo sguardo.
Quindi, per piacere, rispettami…
Anche Blister si corica, quasi con le lacrime agli occhi. Solo
Johnny rimane seduto. Il suo sguardo è attratto dai movimenti del
corpo di Pierre: sta tremando. Gli occhi di Johnny tornano a
scandagliare il bosco. Ma, di tanto in tanto, le palpebre
74
vacillano. Ogni volta le riapre con un sussulto. Si stropiccia gli
occhi, tira un profondo sospiro e torna a fissare il buio.
JOHNNY (tra sé, meccanicamente)
And, as I slept I dreamed a dream… And
as I slept I dreamed a dream…
DISSOLVE SU
97 - EST. - CASCINA - GIORNO
I quattro camminano verso una piccola e misera cascina nascosta in
una valletta. Johnny in testa, Pierre, febbricitante, si trascina
a fianco di Ettore. Più indietro e isolato, Blister. Si fermano
nel cortile: tutto è sprangato. Ma i segni del passaggio nemico
sono ben visibili: masserizie sparse, granaglie calpestate nel
fango, attrezzi spezzati, un cane morto. Una
GIOVANE CONTADINA,
per mano un
bambino down di circa 10 anni, compare da dietro il
pollaio. Ha l'aria terrorizzata, distrutta dal sonno, indossa
abiti sporchi e consunti. Blister si fa avanti.
BLISTER
Avete da mangiare?
La donna fa un cenno negativo con la testa.
GIOVANE CONTADINA
La Brigata Nera… han portato via tutto…
I volti affranti dei quattro partigiani.
PIERRE
E il tuo uomo?
La contadina fa un gesto fatalista.
GIOVANE CONTADINA
E’ in Russia… mio suocero è là…
sottoterra…
Indica un mucchio di letame.
… ho coperto la buca per i cani.
JOHNNY
Non ce l’hanno i cani…
GIOVANE CONTADINA
Dicono che li hanno…
Johnny nega ancora con la testa, rassicurante e malinconico. Fa un
cenno di saluto con la mano. Il bambino lo guarda stranito, poi
alza una mano imitando il gesto di Johnny. I partigiani si avviano
verso la campagna. Solo Blister rimane davanti alla donna.
BLISTER (implorante)
75
Davvero non hai niente? Son tre giorni
che non mangiamo!
La donna lo fissa corrucciata. Blister perde il controllo.
Qualunque cosa, Cristo!
La contadina indietreggia, spaventata dal tono accanito di
Blister. Pierre e Johnny si fermano a guardare la scena.
PIERRE (voce malaticcia)
Fallo smettere…
Johnny raggiunge Blister, lo prende per una manica e lo trascina
via in malo modo sotto gli occhi spaventati della donna.
98 - EST.- COLLINA/STRADA/BOSCO - GIORNO
In fila indiana, Ettore in testa, attraversano un prato a mezza
costa su una collina. Pierre ha gli occhi lucidi per la febbre,
Johnny li tiene invece puntati su una strada sterrata a valle.
Superata una gobba del terreno, a meno di 50 metri da loro, sulla
strada
compare una pattuglia fascista. Si gettano tutti e quattro
a terra: sono
una ventina di camice nere, in formazione libera, il
passo spensierato di collegiali in gita.
JOHNNY (sussurra)
Torniamo indietro…
Pierre annuisce. Lentamente, si alzano e tornano sui loro passi.
Ma appena risuperata la gobba si bloccano:
un'altra pattuglia è
comparsa in cima al prato,
cento metri sopra di loro. Si rituffano
a terra, il cuore in gola
. Ma non succede nulla. Johnny alza lo
sguardo tra i fili d’erba: la pattuglia in cima al prato è
immobile, come in attesa di ordini. Lo sguardo di Johnny rimbalza
al plotoncino che si sta allontanando sulla strada. Sono presi tra
due fuochi:
ogni via di fuga è preclusa.
ETTORE (f.c.)
Ci vengono in bocca…
Johnny si volta: la seconda pattuglia si è messa in moto.
L'angoscia dipinta sul volto dei fuggitivi. Bisogna pensare in
fretta. Blister scuote la testa esasperato.
BLISTER (querulo)
Magari deviano prima!
Johnny lo ignora.
JOHNNY (deciso)
Fate come me…
Issandosi sui gomiti, Johnny inizia a strisciare verso la strada
in basso. Gli altri lo imitano senza discutere. Fatti pochi metri,
76
Johnny si volta: la seconda pattuglia è scomparsa dietro alla
protuberanza del terreno. I quattro si alzano e scendono
rapidissimi la collina. Arrivano sullo sterrato: la retroguardia
dei fascisti è a poche decine di metri, all'inizio di un bosco
sottostante la strada, ignara dei partigiani alle loro spalle.
I quattro, Johnny in testa, si mettono a camminare dietro la
pattuglia. Le facce tese, i respiri trattenuti. Il bosco si fa
sempre più vicino. I soldati fascisti, armi in spalla, lo
costeggiano scherzando tra di loro. Basterebbe che uno si voltasse
per avvistare i quattro.
Johnny si gira all'indietro: il prato dove si erano acquattati è
ancora deserto. Torna a guardare avanti. Deglutisce a fatica.
Dieci, cinque, un metro… al primo cespuglio del bosco, Johnny
scarta con calma, scomparendo nella vegetazione. Gli altri lo
seguono con la stessa freddezza. Pierre, euforico, abbraccia
Johnny. Blister da una pacca al sorridente Ettore, che, a sua
volta, bacia Johnny sulle guance.
Di nuovo in marcia verso il fitto del bosco. Ora è Pierre a
marciare in testa. Visibilmente sollevato, quasi dimentico del suo
malessere, punta verso una radura ai piedi di una collinetta. Gli
altri sono pochi passi dietro.
Nella radura si materializzano
improvvisamente le figure di diversi soldati con le armi spianate.
Senza una parola, i quattro riguadagnano il bosco correndo a più
non posso, di nuovo verso il fitto, di nuovo in fuga. Johnny vola
saltando cespugli e arbusti, i suoi piedi come se non toccassero
il terreno. Solo Ettore riesce a stargli dietro: Johnny lo scorge
con la coda dell'occhio, ma non rallenta per aspettare gli altri.
Corre, disperato, corre, l’angoscia nel petto, incurante del tempo
che scorre, come se non dovesse mai più fermarsi.
Uno strapiombo su un profondo fosso, si blocca a riprender fiato.
Ettore frana dietro di lui. Esausto. Lentamente si voltano.
Silenzio. Poi, il rumore di passi strascicati: Pierre appare
stravolto, paonazzo. Si accascia a terra anche lui, ansimando.
ETTORE
Blister?
Pierre allarga le braccia scuotendo la testa. Ettore allarga le
braccia a sua volta.
ETTORE
Pace…
99 - EST. - FIUME - CREPUSCOLO
Il volto immobile di Johnny, gli occhi socchiusi, si lascia
accarezzare dal vento. Di fronte a lui, la riva del fiume e le
colline. Ettore guida docilmente la chiatta lungo il cavo steso
sopra l’acqua. Pierre è appoggiato al parapetto, gli occhi
stanchissimi sui gorghi del fiume. La chiatta si muove
silenziosamente verso la deserta riva opposta. Johnny tiene lo
sguardo fisso sulle colline che si allontanano.
100 - EST. - CASCINA IN PIANURA - NOTTE
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Pierre è il primo a salire sul fienile, Ettore lo sospinge da
dietro. Johnny, a terra, controlla tutt’intorno: la piccola,
ordinata cascina appare tranquilla. Non una luce, non un cane.
Tocca a lui. Sale veloce su per la scala a pioli e, muovendosi a
tentoni al buio, trova uno spazio in cui adagiarsi. Rimangono in
silenzio nell’oscurità. Un rovistare di mani nelle tasche, lo
sfregamento di un fiammifero, una fiamma fioca: Ettore che si
accende una sigaretta. Aspira avidamente, assaporando il fumo, il
volto debolmente illuminato dalla brace della sigaretta. Anche
Johnny se ne accende una. Con lo zolfanello rischiara un angolo
del fienile dov'è accovacciato, ad occhi chiusi Pierre. La fiamma
si estingue ripiombandoli nell’oscurità.
ETTORE (sommesso)
Dì, ne hai abbastanza di correre?
Silenzio. La brace di Johnny arde lungamente.
JOHNNY
Meglio che starsene a casa… se penso
che avrei potuto perdermi tutto… non
so… mi vengono i brividi…
Tacciono ancora. Dall'angolo occupato da Pierre un movimento di
paglia.
PIERRE (voce flebile)
Parlate ancora, dai… raccontiamoci
com'è andata…
L’unica risposta è il riattizzarsi della brace delle due
sigarette. Ma Johnny e Ettore non parlano più…
DISSOLVENZA A NERO
101 - EST.- MANGO - GIORNO
La casa di Elda completamente sprangata. Sulla facciata, una
lugubre scritta in vernice nera:
MORTE AI TRADITORI. Johnny
contempla con aria preoccupata la casa. Poi si incammina verso il
centro del paese, deturpato di scritte fasciste inneggianti al
Duce e promettenti morte a Nord. All'ingresso della piazza
incrocia un distinto sessantenne, alto e stempiato (
DOTTORE) a
braccetto con la
moglie. Johnny alza la mano in segno di saluto,
ma quelli abbassano la testa ignorandolo. Johnny prosegue senza
reagire, un’ombra di malinconia gli è calata sul volto.
102 - MONTAGGIO – MANGO MAGAZZINO MUGNAIO/CASCINA
Musica d’archi inquietante, strascicata.
a-
Una decina di partigiani sono radunati nel magazzino/dormitorio.
Hanno finito di cenare, parlano a bassa voce, gli sguardi stanchi.
I loro vestiti sono lisi, molti portano la barba. Tutte facce
note: Johnny, Ettore, Tarzan, Set, Kyra e altri “anziani” (tra cui
IVAN
). I giovanissimi sono scomparsi. Sulla porta compare il
mugnaio che getta un’espressione dispiaciuta a Pierre: gli fa
78
segno che è ora di andare. Poi con flemma spegne l’acetilene,
mentre i partigiani svogliatamente si alzano da tavola.
b
- Ettore e Johnny sono sdraiati in un fienile, le armi a portata
di mano. Da sotto il pavimento giunge l’ansimare di una
coppia che
fa l’amore. Infastidito dal rumore, Ettore non riesce a prendere
sonno. Johnny non ci prova nemmeno.
c
- Alba. Un vecchio contadino compare nel pagliaio. Johnny si
sveglia con l’aria di chi non ha chiuso occhio. Il contadino li
invita bruscamente ad andarsene. Ettore si gira dall’altra parte.
d- tagliata
79
103 - INT. - OSTERIA DIEGO - ALBA
Pavimenti di legno, pochi tavoli, una stufa in un angolo attorno
alla quale Johnny, Pierre e Ettore stanno bevendo del caffè.
Dall'esterno,
l'eco improvviso e remoto di numerose cannonate.
Johnny e Pierre si consultano con lo sguardo. Dal retrobottega
compare Diego, un trentenne panciuto dalla faccia simpatica.
DIEGO (calmo)
Attaccano i rossi…
Ettore alza la tazza in un beffardo brindisi. Con flemma, Diego
comincia a portare via bottiglie e bicchieri da dietro il bancone.
104 - EST. - MANGO - ALBA
I cannoni rombano ancora lontani
. Ma porte e finestre si chiudono
senza attendere oltre. I tre marciano al bastione d’accesso. Altri
partigiani li raggiungono. Non appena sporgono lo sguardo al di la
del parapetto,
un camion di partigiani, tutti col fazzoletto
rosso, transita a grande velocità sotto di loro e imbocca la
strada in discesa. Johnny cerca con lo sguardo Pierre.
JOHNNY
Dammi retta, sbandaci…
Pierre alza le spalle.
PIERRE
Nord vuole tenere il presidio…
Johnny fa un gesto di disprezzo.
JOHNNY (irritato)
Andiamo da Rina è da idioti star qua…
Alza lo sguardo sul mare di colline.
Pierre annuisce con un'espressione grave sul viso.
105 - EST. - COLLINA - GIORNO
Johnny, Ettore e Pierre camminano, soli ed assorti, su una strada
di cresta addentando dei panini
. Le cannonate in sottofondo, i
latrati dei cani di invisibili cascine in primo piano
. La strada
costeggia una vigna, e, dall'altro lato, un bosco. I tre marciano
con le armi puntate a terra, senza particolari attenzioni.
Improvvisamente, davanti a loro nei pressi di un pilone votivo, si
para
un drappello di fascisti fermi a bivacco. Johnny li fissa
incredulo mentre imbracciano i fucili.
Una pallottola gli
scalfisce la spallina.
Poi è una tempesta di spari. Johnny scatta
zigzagando verso la vigna. Con la coda dell’occhio scorge i piedi
di Pierre e Ettore investiti dalla polvere alzata dai proiettili.
Pierre cade a terra Si getta tra i filari.
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106 - EST. - VIGNE - GIORNO
Johnny vaga per i filari guardando verso l’alto. Improvvisamente
uno sparo lo fa trasalire. Si ferma: gli occhi verso l’alto. Ma
non succede altro. Johnny scuote lievemente la testa, la abbassa
mordendosi le labbra, lo sguardo sulle foglie a terra.
107 – EST. – COLLINE - TRAMONTO
Johnny risale sulla strada nel punto in cui aveva perso contatto
con Pierre e Ettore. I fascisti sono scomparsi. Vicino al pilone
votivo c’è un cadavere, che sembra Pierre. Johnny si precipita per
voltarlo:
la schiena crivellata di colpi. Con la morte nel cuore,
Johnny lo volta: il fazzoletto rosso conficcato nella bocca di uno
sconosciuto. Johnny sospira, si lascia cadere sull’erba. Chiude
gli occhi. Distrutto.
108 - INT. - CASCINA LANGA/CUCINA - NOTTE
Johnny apre la porta, la lupa al fianco. Sul suo volto uno
sconforto indicibile. Rina, che rammenda nella penombra del
camino, lo accoglie indifferente. La lupa si stacca da Johnny.
RINA
Non stare lì … entra il freddo…
Johnny si riscuote, chiude la porta. Fissa Rina con occhi spenti.
JOHNNY
Pierre e Ettore sono morti…
Rina continua a tenere gli occhi sul suo lavoro.
RINA
A’s pensava che t’fuise mort ti…
Johnny scuote la testa, si lascia cadere su una sedia. Rina lo
guarda di sottecchi, materna.
Magari domani tornano…
vate an’po a
cugé n't'la mia stansia, vah…
Johnny tiene lo sguardo a terra, catatonico.
109 - INT.- CASCINA LANGA/CAMERA RINA - NOTTE
Johnny procede a testa bassa nel corridoio buio. Esita un momento
davanti alla porta socchiusa di una stanza. Entra. Un rantolo,
simile ad una risata soffocata. Johnny si ferma allarmato. Sul
letto appare una massa scura. Lo sfregare di un fiammifero. Johnny
aguzza lo sguardo. La fiamma si accende: le facce sorridenti di
Pierre e di Ettore, distesi sul letto, le schiene appoggiate alla
81
spalliera, la lupa per traverso sulle loro gambe. Scoppiano a
ridere. Johnny sospeso tra gioia e risentimento.
DISSOLVE SU
110 - INT. - CASCINA LANGA/STALLA - GIORNO
Johnny ed Ettore intenti a riempire le greppie di fieno. Pierre li
guarda lavorare seduto in un angolo con la schiena appoggiata al
muro. E' di nuovo pallido e tremante. Un rumore di motori in
avvicinamento. Johnny e Ettore si fermano guardandosi. Obbedendo
allo stesso istinto, afferrano le armi e corrono fuori…
111 - EST.- CASCINA LANGA - GIORNO
… sull'aia dove sta entrando un camion. Johnny abbassa lo Sten:
sul tetto della cabina una mitragliatrice e
due partigiani della
guardia del corpo di Nord
. L'autocarro è seguito dalla macchina
nera di Nord. In tutto, piombano nell’aia una
trentina di uomini e
alcune donne
che prendono rapidamente controllo della cascina. Tra
di esse, Sonia, il solito sorriso aperto a dispetto della divisa
frusta e sdrucita. Dal camion scendono anche
tre prigionieri
fascisti
: due in divisa, uno in borghese, le facce segnate da
lividi ed ematomi, blandamente sorvegliati da due partigiani.
Johnny e Ettore si avvicinano all'auto. Pierre emerge dalla stalla
avvolto in una coperta. Nord, paludato in un cappotto da ufficiale
inglese coi bottoni d’oro, scende facendo un cenno di saluto con
la mano (vistosamente fasciata).
NORD
Allora, voi tre restate qui da Rina?
Johnny fa un cenno d’assenso.
Lo sapete che ci rivediamo il 31
gennaio alla Madonna della Rovere?
Johnny annuisce severo. Nord gli rivolge un sorriso ironico.
Non fatemi lo scherzo di non venire…
Ettore lo fissa con un’espressione maliziosa.
ETTORE
E tu capo, dove vai ad imboscarti?
Nord lo fulmina con lo sguardo. Un momento di imbarazzo cala sul
quartetto. Poi il volto del comandante si distende in un sorriso
bonario rivolto a Pierre e Johnny.
NORD (indicando Ettore)
Ma questo qua chi ce l’ha lanciato?
Una risata distensiva, tra i quattro l’atmosfera ritorna
rilassata. Pierre si asciuga il naso che gli cola.
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PIERRE
Io pensavo di andare dalla mia
fidanzata… finché non mi rimetto…
ETTORE (schernendolo)
Se i suoi non ti denunciano prima…
Pierre gli lancia un’occhiata per nulla divertita.
PIERRE
Finita la guerra me la sposo… loro lo
sanno…
Ettore sogghigna lisciandosi i baffetti.
ETTORE (sarcastico)
Dalla padella alla brace…
Pierre lo ignora.
NORD
Fai bene a farti curare, anch’io ne ho
bisogno… (mostrando la fasciatura)
112 - INT.- CASCINA LANGA/CAMERA RINA - GIORNO
Johnny giunge davanti alla porta chiusa della camera da letto di
Rina. Indugia cercando di carpire eventuali rumori. Quindi apre la
porta sporgendo la testa all'interno. In piedi, di spalle, Sonia
si sta spogliando: è in canottiera, le spalle nude.
JOHNNY (ritraendosi subito)
Scusa Sonia…
La ragazza volta la testa dalla sua parte. Johnny è scomparso.
Torno appena hai fatto…
SONIA (sbrigativa)
Non c'è bisogno… anzi, aiutami a
togliere ‘sti pantaloni…
Johnny rientra senza mai staccare gli occhi dalla ragazza. Lei si
siede sul letto tendendo le gambe in avanti. Lo sguardo di Johnny
scivola sul suo viso. Anche lei lo sta guardando, senza emozioni,
neutrale. Johnny si concentra sui pantaloni particolarmente
stretti. Li tira con forza dal fondo.
SONIA (ridendo sommessa)
Così mi tiri anche me…
Johnny la guarda impacciato, si avvicina delicatamente alla vita
della ragazza, prende i pantaloni per la cintola e li sfila. Le
sue mani sfiorano la pelle, rivelando nella discesa la carnagione
chiara delle gambe. Sonia, rimasta in mutande, lo fissa seria. Lui
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rimane incantato a guardarle il corpo finché Sonia si alza con uno
scatto felino. Da una borsa estrae una sottoveste.
Sei tu che hai l'indirizzo del dottore
di Alba?
Johnny fa un segno di assenso, gli occhi sulla vestaglia che
scendono lungo i fianchi di Sonia modellandone il corpo. La
ragazza si gira verso di lui con aria un po' civettuola.
Come mi va 'sta combineuse?
Gli occhi di Johnny sorridono.
JOHNNY
Incantevole.
Sonia lo fissa dura, con un velo di tristezza. Gli si avvicina.
SONIA
Lo sai… avevo giurato di non stare con
un uomo fino a che non era finita.
Johnny le sorride senza malizia. Sonia gli prende il viso tra le
mani, lo tira a sé.
113 - EST.- CASCINA LANGA - CREPUSCOLO
Johnny, Pierre e Ettore osservano gli automezzi di Nord che stanno
rumorosamente uscendo dalla cascina. Dall'auto, sporge in gesto di
saluto la mano fasciata. La macchina sparisce al di là del
cancello. Resta solo il lamento dei motori. I tre sono rimasti in
mezzo al grande vuoto dell'aia. Solo la lupa a girargli attorno.
114 - EST. – COLLINA/PAESE - NOTTE
Il viso di Johnny sporge da sopra la spalla di Pierre, gli occhi
chiusi. I due si stanno abbracciando. Alle loro spalle, sullo
sfondo, le poche luci, simili a quelle di una nave, di un vicino
paese. I due amici si staccano. Pierre guarda Johnny con un
sorriso mesto. Gli dà una pacca su una spalla e si allontana
nell'oscurità. Johnny rimane fermo, lo sguardo al paese. Si
accende una sigaretta con gesti misurati, proteggendo il
fiammifero nella coppa delle mani.
115 - INT.- CASCINA LANGA/STALLA - GIORNO
Il viso di Johnny riflesso nel vetro opaco di una piccola
finestra: emaciato, barba incolta, capelli lunghi, occhi segnati.
Si guarda con aria stralunata, come se non si riconoscesse. La
faccia di Ettore, anch'essa barbuta e provata, compare sul vetro
alle spalle di Johnny. Sta tossendo pesantemente.
JOHNNY (senza voltarsi)
Senti la mia puzza, Ettore?
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Ettore fa un cenno negativo.
Nemmeno io la tua…
Ettore annuisce ridendo, ma un attacco di tosse lo sconquassa. Si
avvolge nella coperta che porta sulle spalle. Il cigolare della
porta, si girano. Rina è sulla soglia, un secchio in mano, la lupa
al fianco, scura in volto. La salutano con un cenno, ma lei non
risponde. Prende uno sgabello, si avvicina ad una delle vacche e
inizia a mungere. I due si scambiano un’occhiata interrogativa. La
lupa va ad accucciarsi ai piedi di Johnny.
RINA (f.c., secca)
Hanno trovato un partigiano morto sulla
strada qui sotto…
Johnny e Ettore si guardano preoccupati. Rina si volta verso di
loro, sconsolata, incerta.
Non potete più dormire qui…
Ettore e Johnny la guardano sorpresi. Il tono della donna si fa
più sicuro.
Se vi trovano, danno fuoco alla casa…
‘mni pure a mange, ma dorme fora…
Johnny e Ettore rimangono ammutoliti a fissarla. Poi Ettore si
lascia cadere in preda allo sconforto nella greppia.
ETTORE (lamentoso, rauco)
Io non posso andare via… sto male… non
posso…
Rina lo ignora: riprende silenziosa a mungere. Johnny si volta
stupito verso l’amico rannicchiato nella paglia. Lo fissa con aria
di vago disappunto.
116 - EST. - VALLONE DI SANT'ELENA - GIORNO
Il cadavere di un ragazzo biondo
prono in mezzo a un sentiero, il
viso angelico girato da una parte. Lo sguardo di Johnny percorre i
suoi abiti borghesi fino a due buchi che fioriscono sulla schiena:
al centro il sangue ancora cristallino, attorno una chiazza scura.
Niente armi. Chinato sul cadavere c’è Ivan, il partigiano
tarchiato e dalla faccia simpatica già del presidio di Mango. Dal
suo cinturone pende tutto un assortimento di pugnali, pistole e
bombe a mano.
IVAN
Davvero non avete sentito niente?
85
Johnny si gira verso un gruppo di
contadini e contadine alle loro
spalle. Tacciono limitandosi a scuotere la testa. Ivan guarda
Johnny dal basso in alto.
Questo morto cambia tutto…
Johnny annuisce accigliato. Ivan si alza affiancandolo senza
distogliere lo sguardo dal cadavere.
Lo conoscevo bene, non era uno scemo…
Indica pensieroso le nitide tracce degli scarponi del morto.
Non stava scappando… non sospettava chi
gli ha sparato…
I due si voltano: una delle contadine si sta avvicinando al morto,
lo prende per un braccio e lo gira.
CONTADINA (tra sé)
Cuma a l'è bel… pensa a sua mare…
Si segna.
JOHNNY
Questo è un lavoro di spie Ivan…
Ivan annuisce sputando a terra.
IVAN
Due giorni fa ho visto Nord… ne aveva
appena fatta fuori una a Rocchetta…
I contadini si accostano al cadavere con una rudimentale barella e
cominciano a comporlo. Ivan e Johnny si fanno indietro.
JOHNNY
Sicuri che fosse una spia?
IVAN
Stessa cosa che ho chiesto io… sai
cos'ha risposto? Nel dubbio… uccidete…
non ha detto proprio così, quasi…
Johnny annuisce con una smorfia divertita.
JOHNNY
Nel dubbio sopprimete.
IVAN (compiaciuto)
Giusto. Ha detto proprio così. Nel
dubbio sopprimete. Giusto.
Sullo sfondo, le donne stanno coprendo il corpo con un sacco.
86
117 - INT.- CASCINA LANGA/STALLA - NOTTE
Gli occhi scuri di Johnny aperti sul soffitto. Seduto vicino alla
porta, mitra in braccio e lupa al fianco. Un violento colpo di
tosse risuona nella stalla. Johnny si volta a guardare Ettore.
Dorme nel punto in cui lo aveva lasciato, ma il suo sonno è
agitato, inquieto. Un altro, violentissimo colpo di tosse. Ettore
si sveglia sobbalzando. Incrocia lo sguardo di Johnny. Indica la
gola facendo segno che non va. Tossisce ancora, forte.
ETTORE (afono)
Allora?
JOHNNY
Gli hanno sparato alle spalle…
Ettore scrolla la testa.
ETTORE
Spie?
JOHNNY (annuendo con il capo)
D’ora in avanti, al primo dubbio si
spara…
Ettore annuisce con occhi lucidi. Johnny lo fissa severo.
Noi staremo sempre insieme, ma se mi
succede qualcosa, tu regolati…
Ettore esplode in un'acuta crisi di tosse. Johnny lo guarda con
aria impotente. La tosse si calma, Ettore respira a fatica.
ETTORE
Johnny… fammi il favore… domattina vai
dal farmacista… se no qui ti tocca
scrivermi l'elogio funebre…
Johnny sorride accarezzando la lupa.
118 -INT. – CASCINA LANGA/STALLA -ALBA
Johnny si sveglia di soprassalto. La mano corre veloce al mitra.
Si guarda attorno spaventato, ma tutto è come lo aveva lasciato:
la lupa ai suoi piedi, Ettore nel suo sonno burrascoso, le vacche
a ruminare silenziose. Solo la luce è già alta. Ma è un albore
strano. Johnny corre alla finestra:
fuori c’è un muro di nebbia.
119 - EST. - STRADA - GIORNO
Una nebbia impenetrabile, bianca, un oceano di latte. Johnny
emerge d'improvviso sul sentiero. Cammina col suo solito passo di
marcia, guardandosi attorno, agitato, alla ricerca di punti
d’orientamento. Avanza in quella opacità fino a che un’ombra scura
emerge a poca distanza da lui. Si avvicina: è una croce di legno
87
infilata nel terreno. Sospira contrariato. Guarda l’orologio: il
vetro rigato e incrinato, le lancette segnano le 10 e 30.
JOHNNY
… I'm lost…
In preda allo sconforto, fa dietro front e, in meno di un passo,
si perde nella nebbia.
120 - INT.- MANGO/FARMACIA - GIORNO
Una farmacia con il pavimento di legno, deserta, gli scaffali ora
completamente vuoti. Lo scricchiolio della porta. Johnny entra di
corsa, raggiunge il bancone. Dal retro, proviene un pezzo di
musica leggera. Johnny attende impaziente, controlla l'orologio:
sono le 12 e 15. Passi in avvicinamento si sovrappongono alla
musica. Il dottore compare dietro il bancone e lo saluta con un
cenno sospettoso del capo. Johnny risponde freddamente.
JOHNNY
Qualcosa per il mal di gola…
Il dottore scuote la testa, si mette a frugare sotto al banco.
DOTTORE (f.c.)
Pensavo fosse per la scabbia…
JOHNNY
Per fortuna no…
Il farmacista emerge con una scatoletta metallica in mano.
DOTTORE
Non ce l’hai? Complimenti. Sei l’unico…
Johnny sorride amaro. Il farmacista porge la scatoletta a Johnny.
Potassio… l'unica cosa che mi è
rimasta…
Johnny prende la scatola con sguardo riconoscente.
JOHNNY (asciutto)
Non posso pagarla…
Il dottore sventola una mano in segno di comprensione e
consapevolezza. Si fruga nelle tasche e tira fuori un pacchetto di
sigarette inglesi. Ne offre una a Johnny facendola sporgere dalla
sommità dell'involucro. Johnny la estrae con sguardo sognante: una
sigaretta perfetta, immacolata, con in cima un lussuoso tabacco
biondo. Il dottore lo guarda con aria divertita mentre gli porge
da accendere. Johnny rifiuta e si infila la sigaretta in tasca.
JOHNNY
88
Mi scusi… è un'eternità che non fumo
una vera sigaretta… voglio gustarmela
per bene.
Johnny si avvia all'uscita.
DOTTORE
Nebbia porca, eh?
121 - EST.- CASCINA LANGA - GIORNO
Il viso di Johnny fende la nebbia diventata ora più fumosa e
mobile. I suoi piedi marciano spediti, nervosi. Dalla nebbia
fuggente come il fumo di un incendio affiora la sagoma della
cascina. Johnny arriva a grandi falcate nell’aia. Si guarda
intorno turbato: tutto deserto.
JOHNNY
Lupa! Lupa qui!
Silenzio assoluto. Johnny si avvicina lentamente alla stalla: la
porta è spalancata.
122 - INT.- CASCINA LANGA/STALLA - GIORNO
Johnny entra concitato: la stalla è vuota, non ci sono più
animali, la paglia è sparsa disordinatamente sul pavimento.
Nessun
segno di Ettore
. Johnny raggiunge il giaciglio dove aveva lasciato
l’amico: vuoto. Visibilmente angosciato, si precipita fuori…
123 - EST.- CASCINA LANGA - GIORNO
… correndo, giunge di fronte alla porta d'ingresso principale: è
aperta del tutto, un battente divelto e inclinato verso il
pavimento. Con passo cauto, Johnny entra…
124 - INT.- CASCINA LANGA/CUCINA - GIORNO
… il suo piede scricchiola sonoramente: il pavimento è coperto da
un mare di cocci di stoviglie. Alza lo sguardo: tutto è stato
saccheggiato. La madia crivellata da una raffica. Vicino al
camino, un materasso completamente sventrato circondato da foglie
di mais. Johnny respira a fatica. Muove un altro passo. Si ferma,
immobile, gli occhi nel vuoto. Con uno scatto, si gira ed esce.
125 - EST.- CASCINA LANGA - GIORNO
Lo sguardo al cielo, Johnny immobile al centro dell'aia. Un
movimento attira la sua attenzione. Si gira spianando lo Sten: di
fronte a lui, un contadino sui 45 anni, faccia scavata e grinzosa,
avvolto in una mantella marron scuro (
ANSELMO). Johnny abbassa
l'arma, l’uomo avanza.
ANSELMO (desolato)
… non li abbiamo visti arrivare…
Johnny lo guarda con ansia.
89
JOHNNY
Che hanno fatto a Ettore? L'hanno
ucciso?
ANSELMO (rassicurante)
No, no… li hanno portati tutti ad Alba…
‘co Rina e la lua
…
Johnny impreca a denti stretti. Il contadino si avvicina ancora.
… non puoi stare qui da solo… vieni a
dormire da me…
Johnny scuote amaramente la testa. Negli occhi di Anselmo una pena
infinita. Lo sguardo vuoto di Johnny in quello di Anselmo. Tira
fuori di tasca la scatoletta di potassio e gliela porge.
JOHNNY
E’ per il mal di gola, dalla ai tuoi
bambini…
Improvvisamente e inspiegabilmente, si mette a correre. Anselmo,
allibito, lo vede scomparire oltre il cancello.
126 - EST. – MANGO - GIORNO
I passi di Johnny risuonano nella piazza principale del paese,
spopolata e sprangata. Gli occhi incessantemente alla ricerca di
una traccia di vita. Passa di fronte ad un vicolo. Si blocca: a
pochi metri da lui, una piccola bottega illuminata. Johnny si
avvicina con cautela. Guarda attraverso il vetro: il
barbiere sta
radendo Ivan. Un lampo di nevrotica soddisfazione.
127 - INT.- MANGO/BARBIERE - GIORNO
Johnny entra con foga nella bottega. Vedendolo, Ivan tira un
sospiro di sollievo…
IVAN
Bussa… c'è mancato poco…
Sotto il telo che gli copre il busto si nota la sagoma di una
pistola spianata. La ritrae. Johnny, agitato, incrocia lo sguardo
di Ivan nello specchio.
JOHNNY
Hai rivisto Nord?
IVAN (scuotendo la testa)
Perché?
JOHNNY
Han preso Ettore… sto cercando un
fascista da scambiare…
90
IVAN
Li ha usati tutti per Sonia…
Johnny è rimasto a bocca aperta, attonito.
JOHNNY
Sonia?
IVAN (annuendo)
Sonia. Ma non gliel’han data quei figli
di bagascia…
Scrollando la testa, Johnny va a sedersi su una delle sedie
destinate ai clienti, alle spalle di Ivan. Le mani nei capelli,
devastato. Ivan lo fissa nello specchio: insieme duro e scherzoso.
Sai dove ne puoi trovare? (pausa,
Johnny alza lo sguardo) ad Alba… lì ce
n'è uno per cantone!
Sogghigna amaramente. Riflessa nello specchio, la faccia di Johnny
come risvegliata da un’idea folle.
128 - EST.- S. STEFANO BELBO - GIORNO
Johnny immobile, accucciato tra la vegetazione. Di fronte a lui, a
un centinaio di metri al di là di un piccolo torrente, la grande
piazza del paese. Fatta eccezione per
alcune donne che la
attraversano frettolosamente, è deserta. Johnny osserva apprensivo
lo scarso movimento.
Il rumore di automezzi in avvicinamento
. Due camion appaiono
sulla piazza. Si fermano, e, in brevissimo tempo,
una trentina di
soldati fascisti
, armati di tutto punto, la occupano bloccandone
le strade di accesso. Johnny non perde un movimento. Alcuni
soldati trasportano due mitragliatrici all’imbocco di un ponte.
Altri si aggirano per il paese urlando inintelligibili minacce
alle finestre chiuse. Solo
un giovane ufficiale si allontana dalla
truppa. Si dirige verso il torrente, picchiettando meccanicamente
gli stivali con un frustino. Si ferma in riva al ruscello, proprio
di fronte a Johnny, il quale è quasi balzato fuori dal
nascondiglio per meglio vederlo. Un’ombra di speranza gli compare
sul volto. Ma dura un attimo: l’ufficiale chiama a gran voce i
suoi uomini. Tre soldati si apprestano a raggiungerlo con una
mitragliatrice. Johnny sospira di sconforto. Muovendosi con
cautela, si inabissa nella vegetazione.
129 - INT.- PANETTERIA - GIORNO
Johnny si sta scaldando appoggiato alla parete del forno, lo Sten
nascosto sotto la giubba. Guarda la
padrona che sta impastando una
farina scura sul bancone. C'è un silenzio perfetto. La porta si
apre: una
VECCHIA CONTADINA, il volto deformato da mille rughe,
punta di sottecchi Johnny, poi si avvicina al banco.
91
VECCHIA
Dui chilu d’pan…
Mentre la padrona la serve, la vecchia sbircia ancora verso
Johnny, poi riattacca con tono provocatorio.
‘Na volta ai na ieru d’partigian… fina
tropi…
La panettiera approva. Johnny stringe le spalle.
Ades nianca un a paghelu… e i fasista a
van an girula cuma a fuisu i padrun…
fora ai na ie un ca pasa ades da sul….
Johnny solleva uno sguardo acceso sulla donna.
JOHNNY
E’ sicura che è solo?
VECCHIA (compiaciuta)
Allora lo capisci il dialetto? Solo,
bello come un papa…
130 - EST.- STRADA - GIORNO
Un lungo cappotto grigio verde ondeggia intorno alla figura
allampanata di un
SOLDATO FASCISTA che cammina ai bordi della
strada. Un
CONTADINO CON UNA CESTA procede nella direzione
opposta. Johnny è alle spalle del soldato, una cinquantina di
metri addietro, lo Sten sempre celato. Il contadino,
incrociandolo, dedica al milite uno sguardo distratto. Poi si
ferma, appoggia la cesta per terra e armeggia con il legaccio di
una scarpa. Quando Johnny è ormai prossimo a lui, il contadino
alza il viso e gli rivolge un sorriso complice. Riabbassa il capo.
JOHNNY (a bassa voce)
Che arma ha?
CONTADINO CON LA CESTA (senza alzare la testa)
Moschetto…
Johnny gli passa a fianco. Lo supera. In quel momento, il soldato
si volta. Johnny abbassa lo sguardo e rallenta il passo. Il
fascista riprende la marcia. Sul ciglio della strada, una grande
cascina. Johnny scarta, abbandona la strada e, al riparo della
casa, si mette a correre per accorciare la distanza dal soldato.
Un cane gli si avventa contro ringhiando, ma Johnny continua a
correre disperatamente, incurante della bestia. Il cane, arrivato
al confine dell'aia, torna indietro. Johnny si ferma al limitare
del muro della cascina: il soldato, un giovane sulla ventina, sta
transitando in quel momento. Johnny lo lascia sfilare, poi a
rapidi passi raggiunge la strada, sbucando pochi metri alle spalle
del milite. Scopre lo Sten. Accelera l'andatura. Il soldato sente
92
i suoi passi, fa per voltarsi.
La canna dello Sten si pianta nella
schiena del fascista
. Si blocca per un attimo. Crolla in
ginocchio. Johnny gli sfila il moschetto.
JOHNNY (a bassa voce)
Levati il pastrano, svelto!
Con mani tremanti il soldato obbedisce. Johnny afferra il
cappotto, comincia a tastarlo. Ne estrae due bombe a mano che si
infila nel giubbotto. Gli ripunta lo Sten tra le costole.
Alzati!
Lentamente il milite si alza. Johnny lo spinge verso il ciglio
opposto della strada, ma il militare non si muove.
Cammina…
SOLDATO (senza voltarsi, anche lui a bassa voce)
Fuori della strada non vengo! Tu mi
ammazzi appena fuori!
Johnny lo spintona. Il soldato si muove a fatica.
JOHNNY
Non ti voglio ammazzare, mi servi per
uno scambio…
Arrivati al fosso sul bordo della strada, il soldato vi crolla
dentro. Scoppia a piangere seppellendo la faccia nella mani.
Johnny ha un attimo di esitazione. Da lontano, il contadino li
osserva, poi riprende le ceste e prosegue il cammino.
SOLDATO FASCISTA (lamentoso)
Sono rovinato!
Johnny cerca di sollevarlo per una spalla.
JOHNNY
Non hai sentito che ho detto? Mi servi
vivo…
SOLDATO
Se non mi ammazzi te, mi ammazzano
loro…
Il soldato si gira implorante verso Johnny: ha una faccia da
contadino precocemente invecchiata.
Sono un disertore… stavo disertando…
JOHNNY
Non contar balle!
SOLDATO
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E' vero! M’ero arruolato solo per
paura… (piange sconsolato)
JOHNNY
Dov'eri in caserma?
SOLDATO
Ad Asti…
JOHNNY (secco, rassicurante)
Ti scambio ad Alba… da Asti non faranno
in tempo ad avvertire… sta tranquillo…
Lo prende per un braccio, ma il soldato si rituffa nel fosso.
SOLDATO
Lasciami andare! Mi faranno
l'interrogatorio! Cosa rispondo se mi
fanno l'interrogatorio?
Johnny lo solleva di forza.
JOHNNY (stizzito)
Cosa rispondi? Me ne frego di cosa
rispondi! Inventa qualcosa! Non è colpa
mia se porti quella divisa!
L'uomo appare rassegnato.
Cammina e non fiatare più.
Johnny lo spinge al di là del fosso.
131 - EST – COLLINE – GIORNO
Johnny, lo Sten sempre puntato, segue il soldato su per un dirupo
erboso. Non stacca gli occhi dalla sua schiena, quasi studiandolo.
Il soldato si ferma, Johnny lo sospinge in avanti.
132 - INT.- MANGO/OSTERIA DIEGO - GIORNO
La porta dell’osteria si apre, Johnny si affaccia all’interno.
Diego è al bancone, Tarzan e Set di fronte a lui con un bicchiere
di vino in mano. I due partigiani, le armi a tracolla, appaiono
stanchi e provati. Johnny li saluta con un cenno sorridente, poi
trascina dietro di sé il prigioniero, sempre più spaurito. Gli
altri tre lo osservano con muta curiosità.
JOHNNY (f.c.)
… voglio scambiarlo con Ettore…
Tarzan, Set e Diego si avvicinano come per vedere meglio lo
sconosciuto, lanciando occhiate ammirate all’indirizzo di Johnny.
94
DIEGO (a Johnny)
Meridionale?
Il soldato, letteralmente sconvolto, lo guarda senza rispondere.
JOHNNY
No… è dei nostri…
DIEGO (stupito, come tra sé)
Bastardo…
Diego annuisce serio.
Ci penso io.
Il soldato guarda spaventato Johnny, il quale per un lungo istante
lo osserva come imbambolato.
JOHNNY
Va tranquillo, il prete domani ti
scambia…
Con la morte nel cuore, il milite si lascia trascinare via da
Diego. Johnny li segue con sguardo apprensivo mentre escono
dall’osteria. Le espressioni dubbiose degli altri due partigiani,
anche loro fissi sulla porta chiusa.
JOHNNY
Secondo voi… vale Ettore?
TARZAN (allarga le braccia)
Lo sa Dio…
Set offre una sigaretta a Johnny con aria preoccupata.
SET
Perché non vieni con noi al bricco di
Vesime? Almeno fino a che non sai di
Ettore…
Johnny ci pensa su un attimo, poi scuote la testa con una luce
melanconica negli occhi. Si incammina verso il bancone.
JOHNNY
Io sto bene alla Langa…
133 - INT./EST.- CASCINA LANGA - NOTTE
Johnny si sveglia di soprassalto, il terrore sul volto. Afferra lo
Sten. Attraversa di corsa la stalla deserta, apre la porta: buio,
silenzio. Per terra, una spessa coltre di neve. Il terrore lascia
il posto allo stupore. Sorride. Timidamente muove qualche passo.
Si ferma a guardare le sue orme.
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JOHNNY (come in preghiera)
You come snow. We needed you and you
come.
Johnny si guarda i piedi: senza scarpe, solo calzettoni, ormai
fradici. Si mette a ridere.
134 - INT.- CASCINA LANGA/CUCINA - GIORNO
Johnny apre bruscamente le ante della madia, con mani fameliche ne
fruga lo spazio interno: vuoto. Si avvia verso la credenza con i
vetri in frantumi. Sul ripiano più basso, una mela perfettamente
rossa, perfettamente tonda. Sorride. La afferra: il frutto gli si
dissolve in mano in una poltiglia marrone. Con un moto di stizza,
la scaglia contro il muro. Esausto, si siede per terra con la
schiena appoggiata alla parete. Rovista macchinalmente le tasche
del giubbotto. Le dita emergono con i resti della sigaretta del
dottore, mista a briciole di pane e a residui di stoffa. Johnny
guarda il poco tabacco come fosse oro. Si alza di scatto, fruga in
ogni angolo della stanza. Nel camino sommerso dalla cenere,
l'avanzo bruciacchiato di un opuscolo di prodotti agricoli. Lo
modella rapidamente, vi distribuisce il tabacco sopra. Comincia a
rollare: la sigaretta prende corpo, ma, nel tentativo di
chiuderla, la carta cede con un'emorragia totale di tabacco.
Johnny si lascia cadere a terra, rannicchiandosi contro il camino.
Affonda la testa nelle braccia conserte.
135 - EST. - CASCINA ANSELMO - IMBRUNIRE
Una piccola cascina vista dall'alto di un vicino poggio. Le
finestre illuminate, il fumo che esce dal camino. Johnny la guarda
con espressione incerta. Poi, scuotendo la testa, marcia in
direzione della casa.
Bussa ad un vetro. Pochi istanti, e la faccia di Anselmo appare
inquadrata nella piccola finestra. Indica a Johnny la porta. Lui
fa un cenno di cortese rifiuto. Allora Anselmo apre il vetro.
JOHNNY
Cercavo solo un po' di tabacco…
Anselmo lo squadra dalla testa ai piedi con commiserazione.
136 - INT.- CASCINA ANSELMO - NOTTE
Due bambini, un maschio e una femmina
, entrambi sui cinque, sei
anni, seduti per terra davanti al camino acceso: giocano una
specie di tombola con chicchi di mais. Lo fanno compostamente,
senza strepiti, le voci poco più che sussurranti. Johnny, seduto
al tavolo, sta mangiando lentamente una zuppa fumante. Fissa i
bambini con un'ombra di commozione. A capo tavola, Anselmo lo
studia. Sullo sfondo, la
MOGLIE, sui trent'anni, rossiccia e dal
fisico solido sta lavando i piatti.
ANSELMO (a disagio)
Senti Johnny… tu che hai studiato…
96
Johnny lo guarda leggermente sorpreso.
Sì, beh… non sei come gli altri…
Una sfumatura divertita compare negli occhi di Johnny.
Insomma… che ne pensi delle spie?
Johnny riempie il cucchiaio di minestra, lo alza fermandosi a
mezz'aria.
JOHNNY
Esistono…
Johnny porta il cucchiaio alla bocca.
ANSELMO
E sarebbero dei nostri?
JOHNNY (perplesso)
Certo, sono italiani…
Anselmo appare preoccupato.
ANSELMO
Hanno un bel fegato…
Johnny annuisce. Torna ad osservare i bambini.
Beh… è successa una cosa…
Johnny indugia ancora con lo sguardo sui bambini. Anselmo incrocia
le braccia al petto, serissimo.
Io ero al mercato… c'era solo mia
moglie in casa… è arrivato uno… (Johnny
ritorna su Anselmo) mai visto prima…
voleva comprare delle pelli di
coniglio…
Anselmo si volta verso la moglie che dall'acquaio annuisce senza
guardarli.
Mia moglie non si è fidata… gli ha
detto che le avevamo vendute tutte…
Johnny la fissa con aria interrogativa.
MOGLIE DI ANSELMO (agitata)
… non so perché…
Anselmo e la moglie si consultano nuovamente con lo sguardo.
ANSELMO
97
Era tutto vestito bene… paletot,
stivali… noi li conosciamo quelli che
comprano pelli… ma uno così…
Johnny guarda la moglie.
MOGLIE DI ANSELMO
Aveva una striscia di capelli bianchi…
(mima con un gesto) in mezzo… e un
sorriso…
Cerca le parole che possano evocarlo. Si passa la mano bagnata
sulla fronte.
Mah… da balordo…
e sei nen…
Johnny riflette pensieroso.
JOHNNY
Parlava in dialetto?
Anselmo lancia un sguardo accigliato alla moglie che gli risponde
con un’espressione smarrita. Poi sferra un pugno sul tavolo, più
di delusione che di rabbia. I bambini si voltano incuriositi.
ANSELMO
Ha parlato solo in italiano!
Johnny abbassa lo sguardo sulla minestra ormai quasi finita.
JOHNNY (senza alzare la testa)
E' una spia.
Anselmo si contorce le mani callose.
ANSELMO
Potessi incontrarlo…
La moglie si avvicina al tavolo guardando intensamente Johnny.
MOGLIE DI ANSELMO
E se torna?
Johnny ricambia lo sguardo con la stessa intensità.
JOHNNY
Non torna. Non si preoccupi.
Posa il tovagliolo sul tavolo, si alza. Si avvicina ai bambini
rivolgendosi alla femmina.
Tu sei?
La bambina lo guarda civettuola.
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BAMBINA
Caterina…
JOHNNY
Cosa vuoi per regalo?
La bambina sorride innocente e sfrontata.
BAMBINA
Profumo…
La madre le lancia un’occhiata di rimprovero. Johnny le da un
buffetto sulla guancia mentre con gli occhi le fa segno di sì. La
bambina sorride contenta. Johnny si alza e si avvia verso la
porta seguito da Anselmo. Johnny indica i bambini.
JOHNNY
Qualsiasi cosa accada, pensa a loro.
137 - EST.- CASCINA LANGA - GIORNO
Contro un cielo azzurrissimo, Johnny sta togliendo la neve dal
tetto della casa, lo Sten appoggiato poco distante. Lavora con
metodo e concentrazione: riempie lentamente la pala e la svuota
con un ampio movimento del braccio. Si ferma, la pala piantata
nella coltre. La sua attenzione è attirata da una figura femminile
che sta percorrendo a testa bassa la strada tangente alla cascina.
138 - EST.- STRADA - GIORNO
A passi veloci e lunghissimi, Johnny sta andando incontro alla
donna: indossa un cappotto troppo grande, sulla testa una sciarpa
che le scende sulle spalle. Sulla faccia di Johnny, un sorriso
incredulo e felice.
JOHNNY
Sonia!!
La ragazza alza la testa. Si blocca. Pietrificata. Johnny le si
avvicina rapidamente, le braccia aperte. Anche lo sguardo di Sonia
sembra pietrificato. Johnny la raggiunge e fa per abbracciarla.
Lei scatta all'indietro.
SONIA (gridando)
Non mi toccare! Non mi toccare!
Johnny si blocca all'istante. Il sorriso si spegne. Sonia abbassa
il tono, ma ancora scossa.
Non mi toccare…
Johnny lascia cadere le braccia come per tranquillizzarla. La
guarda disorientata. Con mani tremanti, Sonia scioglie il nodo
della sciarpa:
la testa completamente rapata. Istintivamente,
Johnny chiude gli occhi.
99
Che c'è? Mai vista una testa rapata?
Johnny li riapre con un sospiro. Sonia si rimette la sciarpa. Un
lampo di orrore negli occhi di Johnny: le mani di Sonia sono
completamente livide, gonfie e ricoperte di ematomi e bruciature.
100
Io non ho detto niente…
Johnny scuote la testa, avvilito. Avvicina delicatamente la mano
al viso di Sonia. Lei si sottrae alla carezza.
JOHNNY (turbato)
… pensa solo che sei libera…
Sonia abbassa il capo scuotendolo con occhio vitreo. Johnny la
fissa impotente.
139 – EST. – STRADA NELLA VALLETTA - GIORNO
Sonia e Johnny camminano in discesa lungo una stretta valletta. Al
fondo, un piccolo gruppo di case. Fumano entrambi, la sigaretta di
lei schiacciata nervosamente tra le dita.
JOHNNY (sommesso)
… perché hai paura che tua madre non ti
riprenda?
Sonia aspira con forza.
SONIA (amara)
Sai cosa mi ha detto quando sono andata
da Nord? Che ci andavo perché mi
piacevano gli uomini…
Un'ansia dolorosa le increspa i lineamenti. Getta via il mozzicone
con stizza.
JOHNNY (tono rassicurante)
E’ la vigilia di Natale… per lei non
dev'essere un giorno qualsiasi…
Sonia non ne sembra convinta. Scendono verso il fondovalle in
silenzio. Sonia appare più agitata ad ogni passo.
SONIA (debolmente)
Johnny…
Lui si volta, comprensivo, dolce. Sonia tace. Senza chiederle
niente, Johnny torna a concentrarsi sul cammino.
Ho visto Ettore…
Johnny si gira di scatto, trepidante.
Non è stato scambiato…
JOHNNY (allarmato)
E il mio uomo?
SONIA
101
Gli han dato due rossi…
Johnny abbassa la testa. Sonia continua a guardarlo.
E' condannato a morte… la sentenza è
sospesa…
Johnny scuote la testa disperato, quasi non volesse crederle.
JOHNNY (con un filo di voce)
Come stava?
SONIA (abbassando la testa)
Come gli altri… aspetta il suo turno…
Sonia ha come un fremito che le fa chiudere gli occhi. Anche
Johnny li chiude, come per farsi forza. Sono arrivati a metà della
valletta, il piccolo borgo a un tiro di schioppo. Si fermano, si
fissano con intensità. Una lacrima solca la guancia di Sonia.
Non voglio più avere un uomo per tutta
la vita…
Johnny accenna comprensivo con il capo. Sonia si butta nelle sue
braccia, lo stringe con veemenza. Scoppia a piangere. Johnny la
dondola teneramente, senza parole.
140 - EST.- STRADA NELLA VALLETTA/BORGO CASA SONIA - GIORNO
Johnny sta osservando la prima casa del piccolo borgo sotto di
lui. Sonia, la sciarpa ancora avvolta in testa, è sulla porta.
Bussa. Guarda nella direzione di Johnny. La porta si apre, entra.
Johnny rimane immobile, senza distogliere lo sguardo per un lungo,
silenzioso momento. Qualcosa si muove sulla facciata della casa.
Johnny è come risvegliato da quel movimento: una mano invisibile
sta chiudendo una a una le persiane. Johnny sorride mestamente.
141 - EST. - COLLINA - GIORNO
Accennando distrattamente
Over The Rainbow, Johnny percorre la
strada in cresta ad una collina. Tutt’intorno è neve e ghiaccio.
Nonostante la magrezza impressionante e le occhiaie profonde, non
ha perso la rapidità e l'elasticità del passo. Il vento pungente
lo obbliga a strofinarsi le braccia e il petto con le mani. Smette
di canticchiare, un’ombra di stanchezza preoccupata gli cala sul
volto. Si ferma. Continua a tastarsi il petto, sempre più
freneticamente. Apre il giubbotto, poi la camicia per guardare con
orrore il misero scheletro che disegna il busto. Scuote
meccanicamente il capo. Sul suo viso, una luce di follia.
JOHNNY (ad alta voce)
Non resisto… un’altra settimana da
solo… non ce la faccio…
102
Johnny crolla in ginocchio piegato su stesso. Affonda la faccia
nelle mani. Piange.
Enough… I've had enough!!
… da quant’è
che son partigiano?
Scaraventa lo Sten a terra. Continua a piangere, con lunghi
singhiozzi, liberatori.
Improvvisamente, il crepitare di passi incerti
. Istintivamente
afferra il mitra e lo punta verso quel rumore: un
ANZIANO
CONTADINO CON UNA BENDA SU UN OCCHIO,
lo sta guardando
terrorizzato dal prato sotto la strada, curvo sotto il peso di una
grande fascina.
ANZIANO CONTADINO
Mi conosci, sono il cugino di Rina!
Johnny gli fa cenno con lo Sten di uscire allo scoperto.
JOHNNY (urlando)
Che ci fa facevi là dietro!?
Il contadino raggiunge il sentiero fermandosi davanti a Johnny.
ANZIANO CONTADINO (interdetto)
Portavo a casa da bruciare… perché non
vieni a mangiare da noi? E’ vigilia
partigiano…
Come se il suono di quell’ultima parola avesse su di lui un magico
effetto rilassante, Johnny abbassa l’arma.
142 - EST.- CASCINA - SERA
Johnny segue il vecchio contadino verso una modesta, ma ordinata
cascina. Il contadino si avvia alla porta di casa. Johnny si ferma
qualche passo dietro di lui.
JOHNNY
E' meglio che io non entri… vi
rovinerei la cena…
Sorpreso, il contadino fa per ribattere. Johnny lo precede con
tono gentile, ma che non ammette repliche.
Portami una pagnotta con un po’ di
lardo e me ne vado…
Il contadino allarga le braccia.
ANZIANO CONTADINO
Se va bene a te… ho una pancetta che
non l'hai mai mangiata così…
Johnny lo ringrazia con gli occhi.
103
143 - EST.- COLLINA - NOTTE
E' un passo lento, distratto, quello che tiene Johnny, di nuovo
sulla strada di cresta. Ogni tanto si porta alla bocca un'enorme
pagnotta e la morde con voracità. Guarda davanti a sé il mare buio
delle colline, illuminato solo dalle stelle di un cielo terso. Una
luce più forte attrae la sua attenzione: su una vicina collina si
distingue il rosone illuminato di una chiesa. Johnny, masticando
ipnoticamente, si ferma a studiare la chiazza colorata.
PRETE (f.c., voce tormentata)
… il mondo ha dimenticato, rinnegato il
messaggio di Cristo…
144 - INT. – MANGO/CHIESA - NOTTE
La mano di Johnny spinge timidamente l'anta della porta. Entra, ma
si ferma subito, come rapito dalla visione della piccola chiesa,
barocca e poco illuminata,
affollata di fedeli, raccolti in
perfetto silenzio. Una sensazione palpabile di calore umano.
… questo ora è il regno di Satana…
Dall’altare, un anziano
PRETE, magrissimo e curvo, si indirizza ai
fedeli con sguardo sofferto.
… il prossimo genetliaco di Cristo… il
millenovecentoquarantacinquesimo… sarà
un anniversario di pace…
Johnny scorre con lo sguardo tutta l'assemblea, i corpi stretti
l’uno all’altro nei banchi, composti e assorti. Fino a scorgere,
defilato dietro ad una colonna, Ivan. Si avvia verso di lui.
…ma quanti di noi saranno qui a
celebrarlo?
Johnny lo raggiunge.
IVAN (bisbiglia divertito)
… porti lo Sten anche in chiesa…
Un
contadino lo fulmina con gli occhi invitandolo al silenzio.
PRETE (f.c.)
State pronti al richiamo divino.
Ivan si avvicina all’orecchio di Johnny.
IVAN
Fermati dopo la messa… c'è una festa a
casa della ragazza dove sto nascosto…
104
c'è da mangiare… la stufa… (ammicca
leggermente) le sue amiche…
Johnny lo sbircia divertito e titubante, mentre in sottofondo il
prete ha intonato l’
Agnus Dei.
145 - EST.- CHIESA/MANGO - NOTTE
Ivan e Johnny si allontanano dalla chiesa, lasciandosi alle spalle
l’assembramento di fedeli intenti ai reciproci auguri.
IVAN
Sei proprio magro…
JOHNNY (canzonatorio)
E tu proprio in carne…
IVAN (sorridendo)
Mai stato così bene in vita mia…
Si fermano poco lontano. Johnny si fa serio.
JOHNNY
Hai mai visto un commerciante di pelli
con un ciuffo di capelli bianchi?
Ivan aggrotta le sopracciglia. Poi scuote la testa.
Se lo incontri sparagli. E' una spia…
Ivan annuisce con sufficienza, poi si gira verso la chiesa: un
gruppo di ragazze
si sta staccando dalla ressa dei fedeli.
IVAN
La mia è quella in mezzo…
Le ragazze li raggiungono. Tutte guardano Johnny con accesa
curiosità. Ivan lo presenta, lui le saluta con un gesto educato ed
impacciato insieme. Le ragazze rispondono con sorrisi civettuoli.
RAGAZZA DI IVAN
Allora, sei nostro ospite?
Johnny non risponde, meditabondo. Ci pensa Ivan ad annuire con un
sorriso malizioso. Prende sottobraccio la ragazza e si incammina.
Johnny lo segue, l’orecchio teso a captare le chiacchiere allegre
delle altre ragazze pochi passi dietro a lui.
RAGAZZA BIONDA (f.c.)
… appena è finita, torno a scuola di
cucito a Torino…
RAGAZZA CON LE TRECCE (f.c.)
Sia quel che sia… a me basta
dimenticare in fretta ‘sta guerra!
105
RAGAZZA BIONDA (f.c.)
…è quel che dico io: in città si
dimentica più in fretta!
Ridono divertite. Johnny le scruta con sguardo spaurito, quasi
intimorito dai loro discorsi. Lentamente, si lascia sfilare in
ultima posizione. Poi, non visto, come dimenticato dalla piccola,
spensierata comitiva, si ferma. Gli altri proseguono. Johnny
rimane immobile nella penombra della via.
146 - EST.- CASCINA LANGA - GIORNO
I denti di una sega mordono la polpa secca di un pezzo di legno.
In un angolo dell'aia, Johnny si sta faticosamente misurando con
la sega.
Un fruscio alle spalle, un leggero mugolare. Johnny si
volta:
la lupa lo sta osservando con occhi imploranti. Johnny si
illumina, cade in ginocchio con le braccia aperte, urlando di
gioia. La cagna gli balza addosso e comincia a leccarlo in faccia.
147 - EST.- COLLINA - GIORNO
La lupa corre a tutta velocità, felice, tra gli arbusti di un
fitto bosco. Raggiunge Johnny, gli scodinzola attorno. Insieme si
affacciano fuori dal bosco posto sul declivio di due colline. A
sinistra, sulla collina di fronte a loro, una sparuta
pattuglia
fascista
sta salendo verso la cresta, armi in mano, circospetta.
Johnny chiama la lupa e si ritira nel bosco. Rimane fermo dietro
un tronco a spiare i fascisti. Improvvisamente, trasale: sulla
stessa collina, ma dalla parte opposta rispetto ai fascisti,
stanno salendo Ivan, un altro
partigiano e un RAGAZZINO.
Inconsapevoli degli avanzanti fascisti, i tre sono ormai a pochi
metri dalla cima. La faccia di Johnny pietrificata. Afferra lo
Sten, fa scorrere il carrello dell'otturatore, punta l'arma verso
il cielo
. Troppo tardi: sull’altra collina Ivan ha già aperto il
fuoco.
Un soldato, colpito, vacilla prima di afflosciarsi a terra.
Riavutisi dalla sorpresa, i
fascisti rispondono con i mitra.
L'altro partigiano è subito falciato dalle raffiche
. Ivan rincula
di un paio di passi: crolla fulminato
. Anche il ragazzino è
colpito: cade all'indietro raggomitolandosi su sé stesso. Rimane
immobile per un attimo, poi muove lentamente le gambe. Johnny ha
visto il tutto: non fiata più, stringe la cagna a sé.
I fascisti avanzano con le armi spianate, urlando isterici, gli
occhi che rimbalzano in ogni direzione, ebbri e increduli per il
colpo. Un ufficiale va a dare un'occhiata al ragazzino che si
contorce a terra. Si china su di lui, lo conforta con un buffetto
sulla guancia. Si rialza, raggiunge i soldati che hanno fatto
circolo intorno ai due cadaveri. Estrae la pistola, l'avvicina
alla testa di Ivan:
il colpo di grazia esplode secco e dimesso,
quasi fosse la detonazione di un'arma giocattolo. Johnny chiude
gli occhi.
Nero. L'eco della pistolettata rimbalza nella valle,
nel bosco, in tutto il mondo
.
106
148 - EST.- STRADA - GIORNO
Lo sguardo alla sommità della collina, il respiro grosso, la lupa
sempre dietro, Johnny sta coprendo di corsa gli ultimi metri che
lo separano dalla strada dove è morto Ivan. Vi approda senza
fiato, si ferma a guardare. In mezzo alla carreggiata, un carro
trainato da due cavalli. Il mugnaio e
due garzoni stanno finendo
di caricarvici sopra la salma di Ivan, a fianco del cadavere
dell’altro. Il ragazzino, ancora a terra, si lamenta
incessantemente. Johnny si avvicina al carro: il viso maciullato
di Ivan, una maschera di sangue.
MUGNAIO (f.c. prudente)
Stavo tornando da scaricare…
JOHNNY
Ho visto tutto. Ero lì…
Indica con la mano la collina opposta. Il mugnaio abbassa gli
occhi con sincera compassione.
RAGAZZINO (f.c., interrompendolo)
Gaveme da si, Cristu!
I due si voltano a guardare il ferito che si dimena a terra: sulla
coscia destra un foro nero e un alone rossastro. Un altro foro,
senza alone, sulla giacca, all’altezza del cuore. Uno dei garzoni
lo solleva da terra e lo porta a braccia verso il carro. Johnny si
scosta. Vedendolo, il ragazzino trasale.
RAGAZZINO (a Johnny)
Fascisti e partigiani vi secchino le
balle!!
Il servo del mugnaio lo carica sul retro. Sedendosi, il marmocchio
si tasta maniacalmente il petto all’altezza del foro. Finché,
trionfante, estrae da sotto la giacca una tabacchiera di metallo
fracassata da un proiettile. La sventola euforico.
A la salvame
!!
Il mugnaio da ordine agli uomini di mettersi in moto.
Adesso voglio vedere mio padre
sgridarmi perché fumo!
Il carro si mette in marcia con un sobbalzo. Il ragazzino lancia
un grido di dolore toccandosi la gamba ferita.
Fa pian, cristu!!
Il carro si allontana. Il mugnaio si appresta a seguirlo. Esita
guardando Johnny con aria pensierosa.
MUGNAIO
107
Perché non vieni a mangiare un boccone…
mia moglie fa le tagliatelle oggi…
Johnny lo guarda sorpreso. Il tono del mugnaio si fa più intimo.
Ti devo parlare…
149 - INT.- MANGO/CUCINA DEL MUGNAIO - GIORNO
Mani femminili stendono una serica sfoglia di pasta gialla. Sullo
sfondo, il bagliore di un camino acceso. Johnny, seduto al tavolo,
guarda affascinato il lavoro della
donna (40 anni, bella figura,
viso arcigno). Il mugnaio si avvicina al tavolo con una bottiglia
e due bicchieri, ma Johnny fa segno che non beve. L'altro si
siede, versa un bicchiere per sé, tira un sospiro e piazza gli
occhi su quelli di Johnny incantato dal lavoro della moglie.
MUGNAIO (protettivo)
Johnny…
Johnny si dispone ad ascoltarlo.
Senti… io sono un ignorante… ma la
situazione la capisco anche da me…
Johnny lo guarda incuriosito. Il mugnaio esita.
JOHNNY
Va avanti…
MUGNAIO
Ivan e Luis sono morti oggi…
La curiosità di Johnny diventa perplessità.
Stanno facendovi cascare come passeri…
e tu, Johnny, sei l'ultimo. Fino adesso
hai avuto fortuna, ma… non so quanto
durerà…
Johnny lo studia con sguardo stranito. Il mugnaio congiunge le
mani a mo' di preghiera.
Perché non ti nascondi? Da' retta a me…
la tua parte l'hai fatta… sei magro
come un chiodo…
Johnny sorride debolmente. Il mugnaio si illumina.
Bravo, hai capito… tanto a che serve?
Gli alleati vinceranno senza di voi…
non per offendere, ma siete la parte
meno importante… e allora non c'è
ragione di crepare… no?
108
Il sorriso di Johnny si fa più aperto. Si alza lentamente e si
avvia all’uscita, subito seguito dalla cagna. Il mugnaio,
disorientato, guarda la moglie che fa ampi cenni disapprovanti.
Scuote la testa e raggiunge Johnny sulla porta, già con la mano
sulla maniglia. Il tono del mugnaio è sinceramente dispiaciuto.
Non volevo offenderti…
JOHNNY (sereno)
Non m’hai offeso, no…
Gli posa addosso uno sguardo tranquillo.
Hai mai avuto un incidente nel tuo
mestiere?
MUGNAIO (sorpreso, scavando nella memoria)
… sì… mi è morto un garzone una volta…
JOHNNY
E dopo, hai smesso di fare il mugnaio?
L’uomo fa per aprire la bocca in risposta, ma Johnny lo precede
con la medesima calma.
Mi sono impegnato a dir di no fino in
fondo, e questa sarebbe una maniera di
dire di sì.
Johnny abbassa la maniglia ed esce senza esitazioni.
150 – MONTAGGIO – COLLINE/CASCINA LANGA
Il piccolo cimitero di Mango. Johnny immobile di fronte ad una
croce piantata su una sommaria sepoltura, Sulla quale spicca il
nome di Ivan. La lupa, seduta accanto a lui, lo guarda assorta.
Il vetro rotto di una finestra. In corrispondenza del buco, una
striscia di neve sui cocci abbandonati sul pavimento della cascina
della Langa. Johnny è seduto al tavolo, investito dal vento
gelido, gli occhi sbarrati sulla finestra.
Si aggira nella stalla e si ferma nell'angolo solitamente occupato
da Ettore. Guarda la greppia come ne cercasse un'impronta.
Cammina alacremente sulla cresta di una collina seguito come
un’ombra dalla lupa. La luce del tramonto arrossa la coltre
nevosa. Il rintocco di una campana. Guarda l'orologio: è fermo. Il
cinturino lacero gli ballonzola attorno al polso. Johnny lo
strappa, appoggia l'orologio all'orecchio, quindi lo depone nella
tasca del giubbotto.
L'infinita successione delle colline degradanti verso la pianura
nella livida luce dell'alba. Johnny, le mani nelle tasche, lo Sten
a tracolla, la lupa al fianco, osserva con occhi socchiusi.
109
JOHNNY (sussurrando, a denti stretti)
Io sono il passero che non cadrà mai…
sono io quel passero…
151 – EST. – CASCINA LANGA - GIORNO
Johnny spala faticosamente la neve fresca dalla porta della
stalla. Improvvisamente, la lupa si lancia verso il cancello. In
lontananza emerge un vociare festoso. Johnny vi muove incontro con
lo Sten in mano, ma senza allarmi: sulla strada che sale alla
cascina, un carro circondato da
un piccolo corteo di contadini.
Sopra, alla guida, Rina, la lupa al suo fianco. Rina alza il volto
segnato in direzione di Johnny che si è fermato sul cancello. Gli
occhi del partigiano sono umidi di gioia.
152 - EST.- VIGNE - GIORNO
Anselmo sta correndo a perdifiato su per la vigna. Tremante,
eccitato, le mani a trattenere la mantella svolazzante.
ANSELMO
Johnny!
Preceduto dalla lupa, Johnny interrompe il cammino. Si gira.
Johnny… la spia!
Indica la cima della collina verso cui vola lo sguardo infuocato
di Johnny.
153 - EST.- CHIESETTA - GIORNO
Le spalle appoggiate al muro di una piccola chiesa di campagna, il
respiro affannato, Johnny scosta con movimenti misurati la
mantella di Anselmo che ora porta addosso. Sotto c’è lo Sten:
saggia la scorrevolezza del carrello. Con altrettanta cura, lo fa
sparire di nuovo. Si sporge dall'angolo del muro: la strada, che
proprio in quel punto scollina, è deserta. Alza gli occhi al cielo
come a cercare con tutte le forze la concentrazione. Torna a
guardare la strada. Un uomo, con un vistoso cappello di pelliccia,
sta spingendo una bicicletta su per ultimi metri della salita
. Sul
portapacchi posteriore una catasta di pelli.
Raggiunge
faticosamente il piano, si ferma a riprendere fiato appoggiandosi
al manubrio. Johnny balza fuori, la Beretta blandamente impugnata
nella sinistra. L’uomo si riscuote sobbalzando.
COMMERCIANTE DI PELLI
Salve…
JOHNNY (secco)
Togliti il cappello.
COMMERCIANTE DI PELLI (sbalordito)
Perché?
110
JOHNNY
Toglitelo.
Con un gesto lento, l'uomo si sfila il cappello: una striscia
bianca gli attraversa la chioma corvina.
Sorridi…
COMMERCIANTE DI PELLI (sempre più stupito)
Che devo fare?!
JOHNNY
Sorridere.
COMMERCIANTE DI PELLI (agitato)
Ma non mi viene… così su due piedi…
JOHNNY (interrompendolo)
Sta' zitto e sorridi.
COMMERCIANTE DI PELLI
Perché ce l'hai con me? Sono solo un
commerciante… guarda…
Avvicina la mano alla catasta sul portapacchi. Johnny gli fa un
cenno brusco con la pistola: lo fissa con occhi affilati. L'uomo
si blocca all'istante.
JOHNNY (con aria di sfida)
A che ora hai detto che tornavi in
caserma?
COMMERCIANTE DI PELLI (smarrito)
La caserma? Che caserma?! Grazie a Dio,
sono fuori dalle caserme!
JOHNNY
Non fare il furbo…
L'uomo sorride ritirando le labbra fino a mostrare in modo del
tutto innaturale le gengive.
…spia.
L'uomo affonda di scatto la mano nella catasta. Con la destra,
Johnny scopre lo Sten e fa fuoco
. Una lunga raffica. L'uomo rovina
sulla bicicletta travolgendola. Johnny si guarda attorno: nessuno
in vista. Si precipita sul morto, lo Sten sempre puntato. Districa
faticosamente il cadavere dalle ruote della bicicletta, lo spinge
giù per il dirupo: il corpo esanime rotola sulla neve ghiacciata
fino a sparire dietro ad una balza. Johnny fruga frenetico la
catasta di pelli. Le mani emergono stringendo
una grossa pistola
tedesca
. Johnny chiude gli occhi in un moto di sollievo. Stremato.
111
DISSOLVENZA A NERO
154 - EST.- SANTUARIO MADONNA DELLA ROVERE - GIORNO
Un’altra chiesa, ma questa è decisamente più imponente. Domina un
poggio affacciato su una valle inondata da un terso sole
invernale. Sul retro del santuario, strofinandosi le mani per il
gran freddo,
una cinquantina di partigiani armati, chiacchierano
rilassati. Quasi tutti vestiti con abiti lisi e laceri. Molti
portano la barba. Tra gli altri, Tarzan e Set. Johnny si aggira
tra la piccola folla con espressione rilassata, quasi da turista.
Nonostante il suo aspetto sia tra i più curati, la sua magrezza
rimane spettrale. Stringe le mani a Tarzan. Da un pacca amichevole
a Set che, pur sorridendo, tossisce raucamente.
SET
… i polmoni…
JOHNNY (rassicurante)
C'è toccato a tutti quest'inverno… vai
da un medico…
SET
Ci sono già stato… dice che forse che
si, forse che no…
Johnny lo guarda preoccupato. L’espressione di Set si fa
malinconica.
Sai… vorrei vedere la fine con i miei
occhi …
Sono interrotti da un brusio festoso. Tarzan si gira verso di lui.
TARZAN (a Johnny)
Guarda chi c’è…
Pierre, aspetto florido, leggermente ingrassato, vestiti nuovi e
ben stirati, sta venendo emozionato verso di lui. I due si
abbracciano a lungo con calore. Poi Pierre scosta l'amico, lo
squadra dalla testa ai piedi: la faccia segnata, l'impressionante
magrezza, i vestiti frusti. Il sorriso di Pierre appassisce. Si
fruga le tasche scuotendo la testa. Porge a Johnny due pacchetti
di Nazionali che, con un cenno di ringraziamento, spariscono
immediatamente nel suo misero giubbotto.
JOHNNY
Sai di Ettore?
Pierre annuisce con amarezza.
PIERRE
So tutto… è ancora vivo, questa è
l'unica cosa che conta…
JOHNNY
112
La prima volta che vinciamo qualcosa,
lui è spacciato…
Pierre aggrotta preoccupato le ciglia.
PIERRE
Te, com'è andata?
Johnny fa per attaccare discorso, ma si interrompe, pudico e
esitante. Guarda Pierre con espressione bonaria, scorre con gli
occhi gli scarponcini nuovi, i pantaloni con la riga, il colletto
della camicia ben inamidato. Lo fissa con un misto di distacco e
sofferenza. Pierre patisce quello sguardo, quasi a vergognarsene.
NORD (f.c.)
Allora ragazzi, che ve n’è sembrato
dell’inverno?
155 - EST.- SANTUARIO MADONNA DELLA ROVERE - GIORNO
Circondato dalle guardie del corpo, Nord si rivolge ai suoi
partigiani (ora sono circa cento
) dall'alto degli scalini della
chiesa. Ha un'espressione soddisfatta e sottilmente ironica. La
mano non più fasciata.
Non è stato una grande, tremenda cosa?
Tutti concordano con un brusio sommesso. Johnny sospira commosso.
Beh, coraggio, questo è l'ultimo! Il
prossimo lo passeremo in pace, a casa,
al caldo, magari in pantofole… magari
sposati… pensate che tragedia!
Gli uomini ridono di gusto.
Allora sì che vi prenderà la nostalgia!
Dietro a Johnny e a Pierre, Tarzan guarda Set con aria accigliata.
TARZAN
Già… che facciamo il prossimo inverno?
Johnny sorride con gli occhi.
NORD
Oggi siamo un centinaio, vi prometto
che domani saremo il doppio, tra un
mese migliaia… e poi riprenderanno i
lanci… sta per arrivare anche una
missione inglese…
Un boato di esultanza si alza dalla platea.
… a primavera sarà tutto finito!
113
Partono applausi. Vola un berretto in aria, una guardia del corpo
urla vendetta ai fascisti. Nord fa un cenno di saluto e scende tra
i partigiani entusiasti. Si avvicina a Johnny che non si è unito
al tripudio generale.
Hai sentito degli inglesi?
Johnny annuisce serio. Nord sorride, si avvia circondato dalle sue
guardie, ma dopo pochi passi si gira con aria di bonaria severità.
Se il tuo inglese è un bluff, sei
morto.
Johnny annuisce con un'espressione ostentatamente enigmatica.
156 - EST.- MANGO - GIORNO
Sugli spalti del paese,
due sentinelle, giovani partigiani mai
visti prima. Divise improvvisate, armi di fortuna. Camminano
lentamente tenendo d'occhio la strada sottostante. Seduto su una
panchina, Johnny li osserva con occhio stanco, scettico. Porta
abiti nuovi, ma non ha dismesso l’aria enigmatica.
PIERRE (f.c.)
E’ da tre giorni che rifiuta i turni…
157 - INT.- MANGO/COMANDO - GIORNO
Da dietro la finestra, Pierre scruta Johnny sulla panchina. Scuote
la testa. Alle sue spalle, Set seduto sul tavolo.
SET
Non gli vanno giù i presidi, lo sai…
Pierre annuisce poco convinto.
PIERRE
Secondo me non gli andiamo più giù noi…
158 – tagliata
159 - INT. - MAGAZZINO MUGNAIO - GIORNO
Unico nell’improvvisata camerata, Johnny dorme profondamente su
una branda. Il rimbombo di passi affrettati. Una mano lo scuote.
TARZAN (f.c.)
Sveglia… ci stanno venendo addosso.
Johnny fissa il compagno con una luce astratta negli occhi.
… dobbiamo sganciarci… Pierre non vuol
sprecare munizioni…
Johnny si alza pigramente sui gomiti.
114
160 - EST.- COLLINA - GIORNO
Sotto un cielo solcato da nuvole scure,
la formazione di Pierre è
attestata su un prato prospiciente il paese: curva sul terreno ma
senza particolare ordine. In silenzio, lo sguardo deluso
all’immobile centro abitato.
Dietro al ciglione della cresta, seduto per terra, solo, Johnny
aspira una lunga boccata da una sigaretta, perfettamente
concentrato sul filo di fumo.
TARZAN (f.c.)
Se ne vanno… non han bruciato niente…
Tarzan è comparso sul ciglione e fa segno a Johnny di raggiungere
gli altri. Johnny lo segue pigramente. Si stende prono in mezzo ai
compagni, gli occhi di tutti fissi su
due camion militari che
stanno lasciando il paese. Tarzan sbircia Pierre.
Che facciamo?
Pierre gli restituisce un’occhiata indecisa. Tutti appaiono
avviliti, impotenti. Qualcuno bestemmia sottovoce. Pierre si
riscuote, fa segno agli uomini di seguirlo giù per la strada del
ritorno. Ma Set non ne vuole sapere. Si tiene la testa tra le
mani, la voce rotta dallo smacco.
SET
Non aspettatevi che io torni in paese!
Non aspettatevi questo da me!!
Lentamente si stanno tutti alzando in piedi. Tarzan si avvicina a
Set. Gli molla un affettuoso scappellotto sulla testa.
TARZAN
Non fare lo stupido…
Tira su l’amico e insieme a Johnny seguono la formazione che sta
sciamando verso il basso. Tarzan tiene lo sguardo fisso al paese,
la faccia solcata da lacrime di vergogna. Arrivati sulla strada di
valle, Johnny nota un carro trainato da un cavallo che proviene
dalla direzione opposta a quella presa dai fascisti. Anche Pierre
si è fermato a guardarlo. Sopra ci sono due uomini, un giovane e
uno con il volto coperto da un passamontagna. Nel retro, alcune
casse di munizioni con sigle inglesi
. Tutti si precipitano verso
il carro. Johnny tra i primi a raggiungerlo. L'uomo col
passamontagna si sfila il copricapo: ha poco più di sessant’anni,
il fisico robusto, baffi brizzolati e una folta capigliatura
bianca (
PININ). Tutti lo guardano con aria interrogativa.
PININ (autorevole)
Sono per voi… appena lanciate…
115
L'espressione stupita di Johnny. Con gli altri si precipita sulle
casse. Le scassano: dentro caricatori e scatole di pallottole. Se
ne servono a piene mani, tremanti per l’emozione e l’abbondanza. I
conducenti del carro sono scesi a terra. Il giovane, un
diciottenne disarmato e dall’aria da studente, si aggira tra i
partigiani eccitati.
STAFFETTA
Chi è Johnny?
Ma nessuno bada a lui. Nel frattempo, dall’altra parte del carro,
Pinin si è rivolto a Johnny, impedendogli così di accedere al
rifornimento.
PININ
Da quanto son partiti?
JOHNNY
Meno di dieci minuti…
PININ (pensieroso)
Li possiamo prendere tagliando per
Valdivilla…
Johnny annuisce con l’aria di chi ha appena udito una stramberia.
Fa per avvicinarsi alle munizioni.
STAFFETTA (f.c.)
Chi è Johnny?
Johnny si blocca e si gira verso il giovane che ha fatto il giro
del carro.
JOHNNY
Io…
STAFFETTA (come ripetendo a memoria)
Nord manda a dire che sono arrivati gli
inglesi. Ti vuole subito da lui.
Johnny non risponde, la sua attenzione, come quella degli altri,
attirata dalla voce di Pinin che si è alzata sopra il brusio dei
partigiani.
PININ (f.c.)
Stavolta se ci diamo da fare, quei
porci non tornano a casa…
I partigiani ascoltano incerti l'incitamento di Pinin. Altri
approvano con cenni del capo.
JOHNNY (con rinnovata allegria)
Giusto. Basta scappare.
Pierre si fa largo tra gli uomini e si para davanti a Pinin.
116
PIERRE
Sono Pierre, comando io qui…
PININ (sicuro di sé)
Bene. Io sono Pinin, il padre di Nord…
allora, andiamo?
Pierre è spiazzato dall’identità e dal carisma del vecchio. A
corto di parole si volta verso Johnny, nei cui occhi si legge una
luce eccitata: gli fa cenno di accettare. Pierre si rigira.
PIERRE (a Pinin, scettico ma divertito)
Finirà in un casino, ma…
Ripete il cenno fattogli da Johnny. Gli uomini, ora tutti
entusiasti, si affrettano a terminare il rifornimento.
STAFFETTA (tirandolo per la manica)
Johnny… gli inglesi…
JOHNNY (esaltato)
Stasera. Dì a Nord che vengo stasera…
STAFFETTA
Stasera Nord ti manda al palo!
JOHNNY (allegro)
Ci penso io a Nord. Non ti preoccupare.
Johnny si accosta al carretto, ormai completamene depredato e
svuotato. Scuote la testa deluso.
PININ (a Pierre)
Chi è che ha le gambe buone?
Pierre indica Johnny.
(a Johnny) Allora marcia in testa! Ai
10 all'ora!
161 - EST.- SENTIERO DI COLLINA - GIORNO
Johnny marcia a ritmo da cardiopalmo tra forre e calanchi. Alle
sue spalle, la colonna si sta sgretolando. Solo Tarzan, Set e
l’energico Pinin reggono. Quest’ultimo incitando Johnny (a
soggetto) a viaggiare ancora più in fretta su per il declivio Tra
loro e il grosso della squadra, arranca Pierre.
162 - EST.- VALDIVILLA - GIORNO
Superata una curva della strada, Johnny rallenta: a una
cinquantina di metri, un gruppo di cascine, all’apparenza deserte.
Nessun segno dei fascisti
. La delusione cala sulla sua faccia.
Pinin e Set lo affiancano, Tarzan pochi passi dietro. Johnny sta
117
per dire qualcosa all’anziano…
un tuono, la raffica di un'arma
pesante proveniente dalle case.
Johnny si tuffa istintivamente nel fosso a lato della carreggiata,
la faccia nel fango. Tenta di sporgere la testa fuori dal fosso,
ma numerosi colpi di fucile lo ricacciano indietro. Ci riprova,
stessa sorte. Johnny mastica fango.
Improvvisamente, al fuoco fascista risponde una nutrita scarica
partigiana
: proviene da una collinetta sopra la strada, alle
spalle di Johnny. I fascisti smettono di prenderlo di mira. Riesce
ad alzare il capo sfregandosi gli occhi infangati: l’intonaco
delle case rimbalza via sotto i colpi della fucileria partigiana.
Cerca di voltarsi verso la collinetta, ma, mentre si gira, il suo
sguardo incrocia
due corpi a terra, nel mezzo della strada,
distesi nel sangue: Pinin e Set.
Dalle case ora proviene un intenso fuoco di mitragliera unito a
violente urla e imprecazioni (a soggetto). Anche i partigiani
sparano e insultano. Aggrappandosi ai ciuffi d'erba fangosa,
Johnny tenta di arrampicarsi su per la proda in direzione dei
compagni, ancora invisibili. Una nuova raffica lo costringe a
desistere. Rimane sdraiato nel fosso,
fuori un inferno di spari e
urla
. Guarda dall’altra parte della strada: un soldato fascista,
rimasto isolato nel prato a fianco delle case, sta studiando la
situazione con l'evidente intento di ricongiungersi ai suoi.
Improvvisamente scatta. Johnny arma lo Sten e lo punta. Correndo a
tutta velocità, il fascista salta il fosso a pochi metri da lui.
Johnny lo fulmina con una raffica rabbiosa.
Sospira, lo sguardo rapito dal corpo del fascista crocifisso in
mezzo alla strada. Estrae il caricatore: è vuoto. Lo getta nel
fango. Si erge per guardare in direzione della collina alle sua
spalle: a una decina di metri da lui, intravede Tarzan, il volto
rigato di lacrime. Sta mirando con calma esasperata, estraneo al
caos che lo circonda. Una raffica obbliga Johnny a riappiattirsi
sul terreno. Rialza lo sguardo. Dietro a Tarzan, ora scorge gli
altri, tra cui Pierre che lo incita a raggiungerli. Johnny esita,
un fucile fascista lo tiene a bada. Pierre apre un fuoco di
copertura: Johnny, strisciando nel fango, riesce a coprire i pochi
metri che lo separano dai suoi.
JOHNNY (urlando a Pierre)
Ho finito le munizioni!
PIERRE (urlando)
Va via allora! Ritirati!
Pierre torna a sparare con brevi raffiche. Johnny nota
il cadavere
di un partigiano
a pochi metri da lui. Ai suoi piedi, il fucile.
Johnny cerca di strisciare verso l'arma. Pierre se ne accorge.
Torna indietro! E' inutile!!
Johnny non si ferma
. Un ufficiale fascista esce barcollando da una
delle case, le mani alzate, la divisa già zampillante di sangue.
Tarzan si alza e, con una raffica, lo stende definitivamente.
118
Istantaneamente,
un fitto fuoco di risposta folgora Tarzan. Johnny
si lancia istintivamente verso il corpo dell’amico. Lo scuote, ma
Tarzan non da più segni di vita. Di nuovo l’urlo di Pierre.
Ritirati, Johnny!!!
Il mitra di Tarzan abbandonato nel fango. Johnny lo afferra. Con
uno scatto, si alza brandendo l’arma, proteso in avanti, la faccia
leggermente girata verso i compagni.
Un colpo secco di fucile.
FERMO IMMAGINE.
Sullo schermo compare la scritta:
DUE MESI DOPO LA GUERRA ERA FINITA
Fine.
Chi erano i Nazi-Fascisti & Fischia il vento[RESISTENZA PARTIGIANA]:
Una questione privata (Vita di Beppe Fenoglio ) un film di Guido Chiesa - www.guidochiesa.net: http://www.youtube.com/watch?v=Nqagx97OtLk Film Biografico
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