MOBBING e STALKING: Le Differenze
Avv. Maximilian Maria Russo °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 25.11.2009 Mobbing e Stalking, quando la violenza entra in ufficioScritto da Luisa Adani in Normativa/Leggi | Permalink:http://blog.leiweb.it/lavoro/2009/11/25/mobbing-e-stalking-quando-la-violenza-entra-in-ufficio/ °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
STALKING e MOBBING GENITORIALE
http://www.italiamagazineonline.it/archives/6657/stalking-mobbing-piaghe-della Stalking e mobbing, piaghe della società moderna di Vanessa Mannino
Lo stalking è una delle piaghe che caratterizzano la società moderna. Questo termine, coniato dall’inglese, sta ad indicare un fenomeno psicologico chiamato anche “sindrome del molestatore assillante”. Lo stalking è quindi l’atteggiamento assillante messo in atto tramite molestie da parte dello stalker che insegue, aspetta e cerca informazioni sulla sua “vittima”. Spesso le vittime sono le donne, perseguitate dall’ex, da un ammiratore insistente o semplicemente da un collega di lavoro: è tuttavia difficile tracciare un quadro omogeneo degli stalkers, i quali non sempre soffrono di disturbi mentali che li portano ad assumere un atteggiamento di tipo ossessivo nei confronti della stalking victim. Studi recenti dimostrano l’esistenza di cinque tipologie di molestatori: “il risentito” che vuole vendicarsi di un torto o di un danno subito o che crede di aver subito,”il bisognoso d’affetto” il quale è alla ricerca di attenzioni e di una relazione o d’amicizia o d’amore: in tal caso, l’idea di un rifiuto, respinto con grande energia, va ad incidere direttamente sull’Io dello stalker che incrementa la sua ossessività nei confronti della vittima, “il corteggiatore incompetente” che attua corteggiamenti oppressivi ed espliciti e nel momento in cui non riesce nel suo intento, modifica tale corteggiamento in atteggiamenti nettamente aggressivi, “il respinto” uno stalker, che diventa tale, dopo aver subito un rifiuto da parte della vittima: si parla generalmente dell’ex che vuole vendicarsi dell’abbandono subito, ed infine “il predatore” un tipo di molestatore che ambisce ad avere rapporti sessuali con la sua vittima, la quale lo eccita maggiormente provando paura per i pedinamenti, le minacce o gli appostamenti da lui effettuati.
Gli stalker possono “colpire” la vittima in vario modo: da comportamenti diretti, determinati da pedinamento o sorveglianza, minacce e aggressioni, a comunicazioni intrusive: chiamate, sms, e-mail, graffiti e murales che si ripetono con insistenza e ripetitività. Questi atteggiamenti vengono vissuti dalla vittima come fastidiosi e sgraditi, mettendola in uno stato di emergenza, di paura e di grande stress psicologico. La legge attualmente tutela le vittime e punisce gli stalker. Purtroppo però non c’è una via giuridica che prevede l’attuazione di forme preventive in situazioni di emergenza e ciò può causare gravi danni psicologici alla vittima stessa che difficilmente, in un arco di tempo breve, rimargina le proprie ferite. Si consiglia tuttavia di non sottovalutare mai la situazione, di denunciare fin da subito il proprio molestatore e di non farsi prendere dalla rabbia o dalla paura. Adottare freddezza e piccole precauzioni può essere utile per raccogliere prove e per evitare atteggiamenti che rinforzino lo stalker.
Un’altra piaga da non sottovalutare, è il mobbing, termine tratto dal verbo inglese “to mob” che significa “assalire in massa”. Heinemann, medico svedese, usò tale termine negli anni Ottanta per definire un comportamento adulto, simile al bullismo nei bambini, verificatosi nell’ambiente di lavoro, caratterizzato da attacchi frequenti di gruppi di adulti nei confronti di uno dei propri colleghi. Oggi il termine ha preso una connotazione più ampia e sta ad indicare varie forme di fastidio subite nell’ambito lavorativo, messe in atto da gruppi di colleghi o da singoli colleghi.
Il mobbing può essere di due tipi: il mobbing verticale, messo cioè in atto da un superiore e suddivisibile in strategico, finalizzato al licenziamento della vittima, ed emozionale, finalizzato semplicemente a evidenziare il potere del superiore, o mobbing orizzontale, in questo caso messo in atto da uno o più colleghi. Comunque, a priscindere dal tipo, le forme di mobbing esercitate sulla vittima possono essere diverse: dal bocciare ogni sua richiesta all’emarginazione sociale, dai richiami in pubblico o per iscritto per ogni piccola sciocchezza alla mancanza di collaborazione che non le permette di svolgere ottimamente i propri compiti, fino a veri e propri attacchi alla sua saluta fisica e al suo equilibrio psicologico. Per parlare di mobbing vero e proprio è necessario però che queste tipologie di azioni vessatorie siano messe in atto in modo ripetitivo almeno per sei mesi.
Statistiche recenti mostrano come il mobbing sia un fenomeno diffuso soprattutto ai danni di giovani donne in carriera, specialmente in quei contesti in cui non si è attuata un’apertura adeguata nei confronti del lavoro femminile e soprattutto in relazione a incarichi importanti affidati proprio alla professionalità di giovanni donne laureate. Come per lo stalking la situazione non va mai sottovalutata ed è necessario che le vittime abbandonino il proprio senso di colpa, che va a minare la propria autostima anche quando la situazione è cambiata.
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Seminari e Congressi - Magnifico Rettore - Mobbing - Giugno 2011: http://www.youtube.com/watch?v=NYoL49Alohg&feature=list_related&playnext=1&list=SP60B33D0AA41EE604
http://www.uilpa.it/mobbing-e-stalking Sportello di Ascolto Mobbing e Stalking area benessere organizzativo sul posto di lavoro QUI LE ISTRUZIONI SULL'UTILIZZO DELLO SPORTELLOTel. 06/4824202 tutti i mercoledì dalle 14.00 alle ore 17.00 Vai in fondo alla pagina per contattare lo Sportello di Ascolto compila senza errori i campi previsti, sopratutto l'email, è li che ti risponderemo(allega eventuali file, soltano jpg, pdf e doc)
Mobbing e Stalking
UNIONE ITALIANA DEL LAVORO
SEGRETERIA CONFEDERALE
S
EDE NAZIONALE
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ROMA VIA LUCULLO, 6
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TELEFAX
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Data: 16-02-2012
Prot: 87
Servizio: Organizzazione
–
Coordinamento Nazionale Violenza, mobbing e stalking
Oggetto: Protocollo di intesa
A TUTTE LE STRUTTURE
Il
Coordinamento Nazionale “Violenze, mobbing, e stalking” che come sapete promuove e
sostiene tutte le iniziative volte a favorire le politiche di buone prassi e la cultura della non
violenza ha siglato un protocollo di intesa con la
UIL Polizia
Tale protocollo si pone come obiettivo quello di aiutare le vittime di violenza e di atti persecutori
nel difficile percorso della denuncia nelle sedi preposte. L
’obiettivo è quello di agevolare le
formalità in sede di sostegno e accompagnamento dei soggetti vittime di violenza nelle varie fasi
della denuncia presso le forze dell
’Ordine. E’ un protocollo che fornisce un aiuto fattivo, concreto
e finalmente risolutivo alle vittime. Già perché loro si rivolgono ai centri di ascolto con estrema
fiducia e, quindi, devono essere tutelati in tutte le fasi della denuncia.
Considerando tale protocollo una iniziativa efficace, nonché di primaria importanza, chiedo ai
segretari responsabili delle Unioni Regionali, delle Camere Sindacali, delle categorie della UIL, e
ai responsabili dei centri di ascolto confederali e di categoria di rendere operativo questo
protocollo favorendone il risultato positivo rapportandosi con la responsabile nazionale, Dott.ssa
Alessandra Menelao.
Allegato: Protocollo di intesa
Roma, 16
– 02- 2011
Fraterni saluti
La responsabile Nazionale
(Dott.ssa Alessandra Menelao)
PROTOCOLLO DI INTESA PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DELLA VIOLENZA
TRA
“UIL COORDINAMENTO NAZIONALE VIOLENZA- MOBBING- STALKING”
E UIL POLIZIA
PREMESSO
Che il coordinamento nazionale violenza e mobbing e stalking della UIL, attraverso i suoi centri di
ascolto, sostiene da tempo iniziative volte alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali
della persona e dell
’ uguaglianza fra le persone
Che la violenza contro le donne è presente in tutti i paesi, ed è trasversale a tutte le culture
indipendentemente da fattori sociali, economici e culturali;
Che la violenza può assumere diverse forme e tipologie: violenza fisica, violenza sessuale,
molestie, stalking, mobbing, stupri, sfruttamento, economica, psicologica, religiosa;
Che i dati su
“ la violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia” ( indagine
Istat 2006 ), affermano che 6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni nel corso della loro vita
hanno subito una violenza fisica o sessuale; mentre 2.077.000 donne hanno subito comportamenti
persecutori (stalking);
VISTA
La Convenzione sull
’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne,
adottata dall
’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1979, entrata in vigore il 3 settembre
1981 e ratificata dall
’Italia nel 1985;
La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull
’eliminazione della violenza contro le donne, adottata nel
1993;
Il Protocollo operazionale alla Convenzione sull
’eliminazione di tutte le forme di discriminazione
nei confronti delle donne, adottato dall
’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 6 ottobre 1999;
La Convenzione europea dei diritti dell
’uomo;
La raccomandazione europea 1450 del 2000, sulla violenza contro le donne in Europa;
La risoluzione europea 1247 del 2001 sulle mutilazioni genitali femminili;
La raccomandazione europea1582 del 2002 sulla violenza domestica contro le donne;
La Risoluzione europea1327 del 2003 sui cosiddetti crimini di onore;
La Raccomandazione europea 1663 del 2004 sulla schiavitù domestica;
La Raccomandazione europea 1681 del 2004 sulla campagna per combattere la violenza domestica
contro le donne;
La Risoluzione europea del 20 settembre 2001 sul mobbing;
La Legge 15 febbraio 1996, n. 66;
La Legge 5 aprile 2001, n. 154;
La Legge 23 febbraio 2009, n.11
SI CONVIENE QUANTO SEGUE:
La UIL COORDINAMENTO NAZIONALE VIOLENZA-MOBBING-STALKING, attraverso i suoi centri di
ascolto distribuiti a livello territoriale :
-
promuove e sostiene iniziative volte a favorire le politiche di buone prassi e la cultura della
non violenza in particolare per il contrasto delle violenze;
-
garantisce i soggetti che hanno subito violenze, vessazioni, abusi e maltrattamenti fisici,
psicologici e sessuali sostegno e assistenza attraverso:
o
colloqui individuali di accoglienza e di sostegno psicologico per la comprensione e
l
’uscita del disagio;
o
avvio e gestione dei percorsi individuali di uscita dalla violenza;
o
avvio e gestione della consulenza sindacale;
o
avvio e gestione della consulenza legale;
o
sostegno e accompagnamento dei soggetti nelle varie fasi della denuncia presso le
Forze dell
’Ordine;
-
promuove, sostiene e realizza percorsi di formazione e di sensibilizzazione sul tema della
violenza;
-
provvede alla raccolta, all’elaborazione e alla diffusione dei dati dei propri centri di ascolto.
Sulla base dell
’esperienza maturata, si è riscontrato che appare particolarmente delicata la fase di
sostegno e accompagnamento dei soggetti oggetto di violenza-stalking presso le Forze dell
’ordine
da parte del personale adibito ai centri di ascolto;
Per tale motivo si ritiene utile ed importante che nell
’ambito delle esigenze operative che possano
emergere in questa fase:
il centro di ascolto potrà interessare l
’ufficio nazionale – nella persona della responsabile
nazionale, Dott.ssa Alessandra Menelao, per ricevere un supporto - al fine di agevolare le
formalità in sede di sostegno e accompagnamento dei soggetti nelle varie fasi della denuncia
presso le Forze dell
’Ordine - dal referente individuato dalla UIL POLIZIA;
L
’ufficio nazionale contatterà la UIL POLIZIA per chiedere il supporto di un referente UIL POLIZIA
presso il centro di ascolto;
Il coordinatore della UIL POLIZIA a stretto giro provvederà a far contattare il centro di ascolto
interessato dal referente della UIL POLIZIA designato e che sarà stato preventivamente allertato
dallo stesso coordinatore . La UIL polizia, si impegna a fornire e ad assicurare la pronta
disponibilità del proprio referente individuato all
’uopo per la messa a punto della denuncia della
vittima fornendo alla vittima tutte le informazioni tecniche per la eventuale gestione del suo caso.
Inoltre, la
UIL COORDINAMENTO NAZIONALE VIOLENZA- MOBBING- STALKING e la UIL POLIZIA
valuteranno la possibilità di organizzare
percorsi di formazione e di sensibilizzazione sul tema
della violenza mirati al personale della Polizia di Stato iscritto o simpatizzante della
UIL POLIZIA.
Sarà cura delle Parti interessate procedere annualmente ad una verifica di tale protocollo
finalizzata a implementare le fasi operative sulla base delle criticità riscontrate.
Roma, 03-02-2012
Il segretario generale UIL Polizia La responsabile Nazionale
Oronzo Cosi Alessandra Menelao
§
Mobbing Vs. Stalking
Il Legislatore italiano ha recentemente colmato la lacuna del nostro Ordinamento in tema di molestie e, più in generale, di atti persecutori. E' stato infatti introdotto l'art. 612 bis del codice penale (‘Atti persecutori'), secondo il quale "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero di ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita". Si è voluto in questo modo contrastare il fenomeno del cosiddetto ‘stalking' (dall'inglese to stalk = molestare, perseguitare). Mettiamo a confronto il fenomeno dello stalking con quello del mobbing quale
comportamento illecito del datore di lavoro o dei colleghi protratto nel tempo, preordinato e finalizzato all'emarginazione o all'eliminazione del lavoratore che ne è vittima. Nonostante l'esistenza del fenomeno sia ormai apertamente riconosciuta dalla Magistratura del Lavoro e nonostante un numero sempre maggiore di lavoratori affermi di essere (o di essere stato) vittima di mobbing, nel nostro Paese manca ancora un'apposita legge a tutela del lavoratore. Si tratta di una lacuna legislativa che ha dato origine a un acceso dibattito tra quelli che ritengono indispensabile disciplinare normativamente il fenomeno del mobbing e quelli che invece sono contrari. Una delle differenze tra il mobbing e lo stalking è che in quest'ultimo l'aggressore pone in essere la condotta persecutoria nell'ambito della vita privata della vittima, mentre nel mobbing l'aggressore si muove all'interno dell'ambiente di lavoro. Tuttavia, gli effetti negativi del mobbing non sono legati soltanto alla sfera economica e professionale (ad esempio, l'autoeliminazione della vittima che molto spesso si trova costretta a dimettersi), ma finiscono inevitabilmente col ripercuotersi nella vita sociale, personale, familiare del lavoratore vittima di mobbing (svilimento della personalità e della dignità umana che può provocare disturbi psicofisici, perdita di fiducia e di autostima, stato d'ansia, ecc.). Ecco perché, a mio parere, quello dello stalking è un fenomeno per certi versi simile a quello del mobbing, soprattutto per quanto riguarda gli effetti negativi sulla persona, persona che lo Stato ha il dovere di tutelare in qualsiasi ambito della vita. Si possano verificare episodi di stalking anche in ambito lavorativo, e non si tratta necessariamente di episodi posti in essere dal datore o dal superiore. Si pensi al caso di quel dipendente che, volendosi vendicare del datore di lavoro ritenuto arrogante e autoritario, lo attacca sulla sfera privata con telefonate continue nel cuore della notte, messaggi sms intimidatori, minacce, ingiurie, ecc. Le caratteristiche in comune e il fatto che per lo stalking si sia ritenuto di dover contrastare normativamente il fenomeno, ripropongono la questione sulla necessità o meno di disciplinare normativamente anche il fenomeno del mobbing.
Articolo di Maximilian Maria Russo (Avvocato)
www.studiolegalemmr.com segreteria@studiolegalemmr.com (31/08/2009 - Maximilian Maria Russo)
§
Cronaca, Osservatorio sulle RelazioniViolenza domestica (e stalking): le donne amano chi fa del male
I risultati di una ricerca condotta dal St. Michael Hospital di Toronto: la maggioranza continua a considerare il proprio partner una persona affidabile, paziente e premurosa. È risaputo che molte donne non abbandonano relazioni con partner che abusano di loro psicologicamente, fisicamente e sessualmente. Ma come è possibile? Per scoprirlo dovremmo chiederlo a loro. Le donne che vivono queste relazioni. UNA RICERCA – È quello che hanno fatto i ricercatori del St. Michael Hospital di Toronto e della Adelphy University di Garden City (NY), che hanno intervistato una ad una 611 donne di età media intorno ai 35 anni, di basso reddito e residenti in zone urbane. Le interviste hanno avuto una durata di circa un’ora e mezza ciascuna e sono avvenute in luoghi concordati con le stesse donne perché si sentissero a loro agio. Quello che è venuto fuori è una realtà a dir poco sconcertante. Il 43% delle donne intervistate ha dichiarato di aver subito violenze domestiche nell’arco dell’ultimo anno. Quelle psicologiche e croniche sono più frequenti di quelle fisiche e sessuali.
RISULTATI SCONCERTANTI - Quello che è importante è che più della metà di queste donne (54%) continua a considerare il proprio uomo una persona affidabile, sia finanziariamente che emotivamente, e circa una su cinque (21%) li considera pazienti e premurosi. È questo il motivo per cui non interrompono la relazione. Solo il 2,3% ritiene i propri compagni estremamente oppressivi e l’1,2% riporta che il proprio partner si produce in gravi comportamenti generalmente violenti. Non sono presi in considerazione dalla ricerca importanti fattori che contribuiscono alla formazione di una visione distorta del proprio partner e della propria relazione da parte delle donne in questione e che rimandano alle strategie applicate dagli uomini per isolare le proprie compagne e renderle dipendenti da loro. TIPOLOGIE SPECIFICHE – Ma lo scopo dello studio era quello di riuscire a scoprire se le informazioni di donne che non hanno fatto richiesta per trattamenti o consultori per relazioni problematiche possano essere una risorsa per arrivare a individuare specifiche tipologie di aggressori. Sulla base delle interviste i ricercatori hanno diviso gli uomini protagonisti di queste violenze in tre gruppi. Gli uomini “pericolosamente molesti” (18%) che sono i più pericolosi sia per i familiari sia per il resto della comunità; gli uomini “decisi e oppressivi” (38%) che mostrano livelli moderati di violenza e alcuni tratti positivi come l’affidabilità; gli uomini “affidabili e molestatori” (44%) che sono meno oppressivi e violenti. UN ALTRO LIVELLO DI SPIEGAZIONE – La dottoressa O’Campo, direttrice del centro di ricerca del St. Michael Hospital, afferma che “spesso la gente immagina il molestatore come una persona violenta per un giorno e carina per gli altri cinque” e che lo studio effettuato, focalizzandosi sugli autori delle violenze e non solo sulle vittime, ci restituisce invece “un altro livello di spiegazione del motivo per cui le donne restano nella relazione”. “L’importanza di ascoltare la voce delle donne non potrà mai essere sottolineata abbastanza e necessità ulteriori esplorazioni” dice la dottoressa O’Campo “questo è solo un potenziale passo verso una migliore conoscenza di come trovare ulteriori modi per garantire la sicurezza delle donne”. (http://www.giornalettismo.com/archives/59563/violenza-domestica-donne-amano/)
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Mobbing e Stalking - Video Youtube
Lo stalking organizzato di gruppo é un crimine serissimo = http://www.youtube.com/watch?v=hKFtVwMHUHMLa violenza psicologica non lascia segni fuori ma uccide dentro = http://www.youtube.com/watch?v=qMaSwQ7xQ7AAvvocati Senza Frontiere = http://www.youtube.com/user/robinhoodonlus?feature=results_main
Il nostro intervento intende affrontare la valutazione del danno da mobbing e da stalking da un punto di vista psicologico. Partendo dalla strutturazione di un modello che affronta i fenomeni persecutori attribuendo ampia rilevanza alla vittimologia, delineeremo il concetto di esperienza traumatica e danno, attraverso l’utilizzo di un approccio descrittivo, mediante la teoria della scienza diossologica di Ege (2010), e di un approccio psicodinamico, basandoci sul modello sindromico di Meloy (1998) che postula alla basa dei comportamenti persecutori una patologia narcisistica. 2
<§> LUCE INFINITA DELL'AMORE, DELLA COMPASSIONE E DELLA VERITA' <§>
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